Cum mystica obscuritate - FedOA - Università degli Studi di Napoli ...
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giungere attraverso la fede in Cristo e attraverso le virtù infuse nell‟uomo con l‟esempio del Redentore. E negl‟idoli, difatti, non “Lo” trovarono: il non invenerunt Eum costituisce probabilmente una voluta allusione all‟invenies eum contenuto nel passo del Deuteronomio citato poc‟anzi, dove eum sta per Deum, oggetto che qui non è altrimenti esplicato. Poiché dunque tale espressione è una sostanziale ripresa di un versetto delle Scritture, non c‟è a mio parere alcun motivo di cercare di emendare il pronome, in effetti privo di riferimenti, eum con un più chiaro Deum, come la Newman suggerisce di fare, se tale lezione fosse stata supportata dalle fonti manoscritte 120 . È possibile che qui Hildegard, descrivendo l‟idolatria dei popoli raggiunti dalla predicazione apostolica come ciò che porta a sovrapporre l‟umano al divino, intenda indirizzare un duro monito ai simoniaci e ai corrotti che popolavano la Chiesa del suo tempo: i quali, in effetti, soggiogarono il dovere pastorale, la cura delle anime, la salute della Chiesa, al proprio potere e alle cure temporali, smarrendo, in tal modo, la coscienza di Dio 121 . In questo punto sia Berschin, sia Newman, leggono qua 122 , intendendo evidentemente tale pronome come riferito alla subiectio 123 : a mio parere va invece accettata la lezione quo, che, oltre ad essere la più recente – essendo presentata da entrambi i manoscritti contenenti la Symphonia come ciclo poetico compiuto, cioè D e W2c 124 – mi sembra anche quella più corretta dal punto di vista della comprensione del testo: non è tanto, infatti, nella “soggezione” in sé che gli idolatri o i simoniaci non trovano Dio, ma nel loro stesso compiere l‟atto di statuere in subiecionem, cioè nel loro assoggettare il divino all‟umano. Per questo traduco quo come “in ciò, nella qual cosa”, intendendolo come riferito, appunto, allo statuere, piuttosto che alla subiectio. 120 Cfr. SAINT HILDEGARD OF BINGEN, Symphonia, comm. 286: «It is tempting to emend the frustratingly footlose eum in the last line to deum, for God is the only possible referent; but unforunately there is no manuscript evidence for this reading». 121 Riguardo la predicazione e l‟impegno sul fronte riformatore da parte di Hildegard, cfr., oltre che a grandi linee la mia introduzione, almeno KERBY-FULTON 1998. 122 Si tratta della lezione riportata dai manoscritti dello Scivias che contengono il testo del carme (per la tradizione dei carmi della Symphonia, cfr. introduzione), cfr. Scivias 3, 13, 4, l. 123: è dunque più antica rispetto a quella di D e W2c, cfr. infra. 123 Cfr. HILDEGARD VON BINGEN, Lieder, 74-5; HILDEGARDIS BINGENSIS, Symphonia, 162. 124 Per la tradizione della Symphonia, cfr. introduzione. 147
O lucidissima Responsorio per gli apostoli O lucidissima apostolorum turba, surgens in uera agnitione et aperiens clausuram magisterii 5 diaboli abluendo captiuos in fonte uiuentis aque, tu es clarissima lux in nigerrimis tenebris, 10 fortissimumque genus columnarum, sponsam Agni sustentans in omnibus ornamentis ipsius, per cuius gaudium ipsa mater et uirgo est uexillata. 15 Agnus enim inmaculatus est sponsus ipsius sponse inmaculate, per cuius gaudium ipsa mater et uirgo est uexillata. 20 Traduzione O luminosissima moltitudine degli Apostoli, che sorgi nella vera conoscenza, e che scardini la chiusura imposta dalla potestà diabolica purificando coloro che sono prigionieri nel fonte dell‟acqua vivente, tu sei la chiarissima luce nelle foschissime tenebre, stirpe di saldissime colonne, che sostieni la sposa dell‟Agnello con tutti i suoi ornamenti: in virtù della gioia del quale [Agnello] lei, madre e vergine, reca il vessillo. L‟Agnello immacolato è infatti lo sposo di una sposa immacolata. In virtù della gioia del quale [Agnello] lei, madre e vergine, reca il vessillo. 148
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O luci<strong>di</strong>ssima<br />
Responsorio per gli apostoli<br />
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surgens in uera agnitione<br />
et aperiens<br />
clausuram magisterii 5<br />
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abluendo captiuos<br />
in fonte uiuentis aque,<br />
tu es clarissima lux<br />
in nigerrimis tenebris, 10<br />
fortissimumque genus columnarum,<br />
sponsam Agni sustentans<br />
in omnibus ornamentis ipsius,<br />
per cuius gau<strong>di</strong>um<br />
ipsa mater et uirgo est uexillata. 15<br />
Agnus enim inmaculatus<br />
est sponsus ipsius sponse<br />
inmaculate,<br />
per cuius gau<strong>di</strong>um<br />
ipsa mater et uirgo est uexillata. 20<br />
Traduzione<br />
O luminosissima moltitu<strong>di</strong>ne <strong>degli</strong> Apostoli, che sorgi nella vera conoscenza, e<br />
che scar<strong>di</strong>ni la chiusura imposta dalla potestà <strong>di</strong>abolica purificando coloro che<br />
sono prigionieri nel fonte dell‟acqua vivente, tu sei la chiarissima luce nelle<br />
foschissime tenebre, stirpe <strong>di</strong> sal<strong>di</strong>ssime colonne, che sostieni la sposa<br />
dell‟Agnello con tutti i suoi ornamenti: in virtù della gioia del quale [Agnello] lei,<br />
madre e vergine, reca il vessillo. L‟Agnello immacolato è infatti lo sposo <strong>di</strong> una<br />
sposa immacolata. In virtù della gioia del quale [Agnello] lei, madre e vergine,<br />
reca il vessillo.<br />
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