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Cum mystica obscuritate - FedOA - Università degli Studi di Napoli ...

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attraverso l‟Incarnazione, nella natura umana, la libera dal peccato instaurandovi<br />

il principio <strong>di</strong> virtù e <strong>di</strong> purezza.<br />

quas – Qui, tra le lezioni riportate dai manoscritti, ho scelto quella proposta dalla<br />

Newman, quas, che riprende regiones (v. 4), in luogo del quos <strong>di</strong> Barth e Berschin<br />

riferito ai sensus 53 . La lezione quos è in realtà riportata dalla maggior parte delle<br />

fonti manoscritte: è <strong>di</strong>fatti presente, oltre che nei co<strong>di</strong>ci dello Scivias, anche in<br />

W2c, ed è invece assente in D, il quale riporta invece, appunto, quas. È dunque<br />

evidente che gli e<strong>di</strong>tori tedeschi hanno ritenuto quell‟unica lezione del<br />

manoscritto belga una corruzione del testo, non essendo suffragata da alcuna altra<br />

fonte. Tuttavia, a mio parere non è da escludersi che il manoscritto D, essendo<br />

stato copiato nello scriptorium del Ruptertsberg mentre Hildegard era ancora in<br />

vita 54 , potesse contenere delle varianti d‟autore apportate sotto la <strong>di</strong>rezione della<br />

mistica stessa; e che alcune <strong>di</strong> queste varianti fossero poi andate perdute nella<br />

preparazione nel Riesencodex, redatto invece negli ultimi anni <strong>di</strong> vita o ad<strong>di</strong>rittura<br />

dopo la morte <strong>di</strong> Hildegard, e la cui copiatura mi sembra non aver invece goduto,<br />

almeno per quanto riguarda la sezione contenente la Symphonia, della personale<br />

supervisione della mistica 55 .<br />

In questo caso, il quas mi sembra inoltre abbia maggior senso, poiché in effetti<br />

sono le regiones del cielo e dell‟anima umana, che governano l‟intelletto e i sensi,<br />

ad essere percorse dal moto circolare della Sapienza e “riconquistate” al cielo e al<br />

<strong>di</strong>vino dopo essere state ostaggio del dominio della morte sul corpo: non possono<br />

essere i sensi ad essere “espugnati”, poiché, come detto, non rappresentano la<br />

parte corporea e terrena dell‟uomo, ma sono anch‟essi facoltà accordata all‟uomo<br />

53 Cfr. HILDEGARD VON BINGEN, Lieder, 240; HILDEGARD OF BINGEN, Symphonia, 162;<br />

HILDEGARD VON BINGEN, Symphonia, 74; HILDEGARDIS BINGENSIS, Symphonia, 419; cfr. inoltre<br />

gli apparati critici ibidem, in HILDEGARD OF BINGEN, Symphonia, 162 e in HILDEGARD VON<br />

BINGEN, Symphonia, 256.<br />

54 Cfr. introduzione.<br />

55 Sulla base <strong>di</strong> un assunto analogo Giuseppe Germano spiega la presenza, al v. 15 del responsorio<br />

Ave Maria o auctrix uite (cfr. HILDEGARDIS BINGENSIS, Symphonia, 381) quale è riportato nella<br />

cosiddetta miscellanea liturgica (cfr. introduzione), della lezione celo fixum in luogo del de celo<br />

missum che si legge nel testo della Symphonia come ciclo poetico in D e W2c: Germano <strong>di</strong>mostra<br />

in maniera convincente come la prima possa essere ritenuta la lezione originaria – probabile<br />

testimonianza della vicinanza <strong>di</strong> Hildegard ad una cultura ermetica assai <strong>di</strong>ffusa nel suo tempo – e<br />

come invece il testo in D e W2c sia il risultato <strong>di</strong> una parziale “normalizzazione”, in vista della<br />

<strong>di</strong>ffusione dei canti liturgici al <strong>di</strong> fuori delle mura del Rupertsberg, cfr. GERMANO 2007a,<br />

praesertim 83-93.<br />

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