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Cum mystica obscuritate - FedOA - Università degli Studi di Napoli ...

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come riportato nella Vita, questa fu definitivamente liberata dalla possessione nel<br />

corso della domenica <strong>di</strong> Pasqua del 1169 31 .<br />

Tra il 1163 e il 1173 Hildegard portò a compimento la stesura del suo<br />

ultimo grande scritto visionario, il Liber <strong>di</strong>vinorum operum: l‟opera si articola in<br />

una serie <strong>di</strong> visioni sud<strong>di</strong>vise in tre libri, il cui significato – illustrato ancora, come<br />

nello Scivias, attraverso le parole che la mistica afferma <strong>di</strong> u<strong>di</strong>re pronunciate da<br />

una voce <strong>di</strong>vina – concerne soprattutto la creazione e l‟operare <strong>di</strong>vino nel mondo e<br />

nell‟uomo, il legame tra macrocosmo universale e microcosmo umano, e la<br />

realizzazione e la prosecuzione delle opere <strong>di</strong>vine da parte dell‟uomo 32 . Nel 1173,<br />

mentre era in corso il lavoro <strong>di</strong> revisione <strong>di</strong> tale opera, venne tuttavia a mancare a<br />

Hildegard il prezioso segretario e amico <strong>di</strong> una vita, Volmar, al quale successe<br />

Gottfried, monaco del Disibodenberg; la mistica si avvalse inoltre, in questo<br />

periodo, anche dell‟assistenza del fratello Hugo (cantore presso la cattedrale <strong>di</strong><br />

Mainz) e del nipote Wezelo (prevosto <strong>di</strong> St. Andreas a Köln). Morto Gottfried,<br />

l‟ultimo segretario <strong>di</strong> Hildegard fu poi Guibert de Gembloux, il monaco <strong>di</strong> Villers<br />

che anni prima le aveva domandato per epistola circa la natura delle sue visioni<br />

profetiche.<br />

A quella che dovette certo essere un‟assai lieta notizia per la badessa<br />

renana, cioè il termine dello scisma <strong>di</strong> Roma con il Trattato <strong>di</strong> Venezia stipulato<br />

da Friedrich I e Alessandro III (1177), seguì tuttavia l‟ultima grande prova cui la<br />

vita la sottopose: Hildegard aveva spesso acconsentito alla sepoltura, presso il<br />

Rupertsberg, <strong>di</strong> nobili locali, le cui famiglie usavano ricompensare il monastero<br />

con ricche donazioni. Uno <strong>di</strong> tali nobili, la cui identità ci è sconosciuta, inumato<br />

presso il chiostro sul reno nel 1178, essendosi macchiato, in vita, <strong>di</strong> un delitto, era<br />

stato tuttavia, prima <strong>di</strong> morire, assolto da tale peccato da un sacerdote <strong>di</strong> Bingen;<br />

l‟arciepiscopato <strong>di</strong> Mainz, tuttavia, non essendone evidentemente al corrente e<br />

non essendo stato interpellato circa tale assoluzione, or<strong>di</strong>nò la riesumazione del<br />

corpo, pena l‟imposizione, per il Rupertsberg, dell‟inter<strong>di</strong>ctus: si trattava <strong>di</strong> una<br />

sostanziale scomunica, che comportava il <strong>di</strong>vieto, per le monache, <strong>di</strong> ricevere<br />

l‟eucaristia e <strong>di</strong> cantare durante le celebrazioni liturgiche dell‟Ufficio <strong>di</strong>vino.<br />

31 Cfr. THEODORICUS EPTERNACENSIS, Vita Sanctae Hildegar<strong>di</strong>s, 3, 22, ll. 35sqq.<br />

32 Cfr. LDO. Per una recente traduzione italiana, cfr. ILDEGARDA DI BINGEN, Il libro delle opere<br />

<strong>di</strong>vine.<br />

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