Cum mystica obscuritate - FedOA - Università degli Studi di Napoli ...

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29.06.2013 Views

gaudete-uocauerunt – Nei vv. 12-4 possono essere chiaramente lette in filigrana le parole di Gesù quali sono riportate nei Vangeli di Matteo e di Luca, a proposito del desiderio di “molti profeti e molti uomini giusti” di vedere ciò che a loro, ai discepoli, era concesso vedere, cioè di assistere alla venuta del Redentore 60 . Tuttavia, anche qui – così come l‟immagine della ruminans ignea vox del v. 7 allude probabilmente sia alla voce profetica dei dedicatari del carme, sia alla stessa voce delle monache che eseguiva tale carme in un contesto liturgico – l‟atto di “chiamare, invitare con ardore il Cristo” è attribuibile sia ai profeti e ai patriarchi, che ne annunciarono la venuta, sia a coloro che, avendo scelto di vivere una vita claustrale, ripetono e meditano le lodi divine, arse come sono dal desiderio della contemplazione di Dio 61 ; in tal modo le voci di chi intona tale canto tendono verso il Regno dei cieli, suscitando nell‟anima di chi lo ascolta essendo ancora in terris, sulla terra, la nostalgia per la propria condizione angelica originaria 62 . v. 15: Gaudete-uestro Qui il refrain mi sembra sostanzialmente pleonastico, e legato all‟impiego liturgico del carme. 60 Cfr. Mt. 13,17: «Amen quippe dico vobis quia multi prophetae et iusti cupierunt videre quae videtis et non viderunt et audire quae auditis et non audierunt»; Lc. 10,23-24: «Et conversus ad discipulos suos dixit beati oculi qui vident quae videtis dico enim vobis quod multi prophetae et reges voluerunt videre quae vos videtis et non viderunt et audire quae vos auditis et non audierunt». 61 Cfr. il passo dello Scivias, 3, 8, 16, ll. 860-71, cit. in n. 27, dove i/le vergini che in tal senso cantano le lodi divine vengono rappresentate nell‟atto di ardere in eius amore. 62 Cfr. ibi, 13, 14, ll. 547-54: «Nam et symphonia dura corda emollit et ipsis umorem compunctionis inducit, ac Spiritum sanctum aduocat. Vnde et uoces istae quas audis sunt ut uox multitudinis, cum multitudo uoces suas in altum extollit: quia laudes iubilationum in simplicitate unanimitatis et caritatis prolatae fideles ad unanimitatem illam, ubi nulla discordia est, perducunt, cum eos in terris positos corde et ore ad supernam remunerationem suspirare faciunt». 113

O cohors milicie floris Antifona per gli apostoli O cohors milicie floris uirge non spinate, tu sonus orbis terre, circuiens regiones insanorum sensuum 5 epulantium cum porcis, quas expugnasti per infusum adiutorem ponentis radices in tabernacula 10 pleni operis Verbi Patris, tu etiam nobilis es gens Saluatoris, intrans uiam regenerationis aque per Agnum, qui te misit in gladio 15 inter seuissimos canes, qui suam gloriam destruxerunt in operibus digitorum suorum, statuentes non manufactum in subiectionem manuum suarum, 20 in quo non inuenerunt Eum. Traduzione O coorte della milizia del fiore spuntato da un ramo privo di spine, o tu suono del globo terrestre, che si aggira per le regioni dei furiosi sensi che banchettano con i porci, regioni che hai espugnato grazie all‟ispirazione dell‟Ausiliatore di chi pone nei tabernacoli le radici della pienezza dell‟opera del Verbo del Padre, tu sei anche la nobile stirpe del Salvatore, tu che imbocchi la via della rigenerazione dell‟acqua grazie all‟Agnello, il quale ti inviò armata di spada tra cani ferocissimi, i quali distrussero la propria gloria nelle opere delle loro mani, assoggettando alle loro mani ciò che non fu fatto da mano, nella quale cosa non Lo trovarono. 114

O cohors milicie floris<br />

Antifona per gli apostoli<br />

O cohors milicie floris uirge<br />

non spinate,<br />

tu sonus orbis terre,<br />

circuiens regiones<br />

insanorum sensuum 5<br />

epulantium cum porcis,<br />

quas expugnasti<br />

per infusum a<strong>di</strong>utorem<br />

ponentis ra<strong>di</strong>ces<br />

in tabernacula 10<br />

pleni operis Verbi Patris,<br />

tu etiam nobilis es gens Saluatoris,<br />

intrans uiam regenerationis aque<br />

per Agnum,<br />

qui te misit in gla<strong>di</strong>o 15<br />

inter seuissimos canes,<br />

qui suam gloriam destruxerunt<br />

in operibus <strong>di</strong>gitorum suorum,<br />

statuentes non manufactum<br />

in subiectionem manuum suarum, 20<br />

in quo non inuenerunt Eum.<br />

Traduzione<br />

O coorte della milizia del fiore spuntato da un ramo privo <strong>di</strong> spine, o tu suono del<br />

globo terrestre, che si aggira per le regioni dei furiosi sensi che banchettano con i<br />

porci, regioni che hai espugnato grazie all‟ispirazione dell‟Ausiliatore <strong>di</strong> chi pone<br />

nei tabernacoli le ra<strong>di</strong>ci della pienezza dell‟opera del Verbo del Padre, tu sei<br />

anche la nobile stirpe del Salvatore, tu che imbocchi la via della rigenerazione<br />

dell‟acqua grazie all‟Agnello, il quale ti inviò armata <strong>di</strong> spada tra cani ferocissimi,<br />

i quali <strong>di</strong>strussero la propria gloria nelle opere delle loro mani, assoggettando alle<br />

loro mani ciò che non fu fatto da mano, nella quale cosa non Lo trovarono.<br />

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