TESTI ONLINE 18-19-20 - Palumbo Editore

TESTI ONLINE 18-19-20
Qualche esempio di poesia simposiaca: tre frammenti di Alceo (VII-VI sec. a.C.), dall’isola di Lesbo,
iniziatore di questo genere, cantore delle bevute dell’eterìa, l’associazione di famiglie aristocratiche
nemiche dei tiranni, che attorno al vino intrecciano i temi erotici e dell’amicizia a quelli della lotta
politica; tre frammenti di Anacreonte (V sec. d.C.), poeta del vino e dell’amore alla corte dei tiranni; e
due epigrammi di Asclepiade (III a.C.), uno dei maggiori esponenti dell’epigramma simposiaco d’età
ellenistica.
18 Le bevute dell’eterìa
Trasparenza, fr. 333 Voigt
oênoj gr nqrÎpw dàoptron
Il vino rende trasparente l’uomo.
Inverno, fr. 338 Voigt
ÇUei m°n ‘ Ze„j, ùk d' ‘rßnw mûgaj
ceàmwn, pepßgaisin d' ‹dßtwn º’ai
〈 〉
〈 †nqen 〉
5 Kßbballe tÿn ceàmwn', ùpã m°n tàqeij
p„r ùn d° kûrnaij oênon feidûwj
mûlicron, a‹tr mfã k’rsv
m’lqakon mfi〈bßlwn〉 gn’fallon.
Zeus si fa pioggia, giù dal cielo grande
bufera, l’onda gela il suo fluire
〈 〉
〈 di là 〉
5 Scaccia il freddo attizzando ancora il fuoco,
versando vino dolce come il miele
senza farne risparmio e intorno al capo
ponendo fasce morbide di lana.
Estate, fr. 347 Voigt
Tûgge ple›monaj oänJ, tÿ gr ©stron peritûlletai,
d' Ìra calûpa, pßnta d° dàyais' ‹p ka›matoj,
©cei d' ùk petßlwn ©dea tûttix...
©nqei d° sk’lumoj, n„n d° g›naikej miarÎtatai
5 lûptoi d' ©ndrej, ùpeã 〈d¬〉 kefßlan kaã g’na Zeàrioj
©sdei...
Bagna i polmoni di vino: il giro dell’astro si compie.
È il tempo dell’afa che opprime, del caldo che asseta ogni cosa.
Dai rami gorgheggia con dolce limio la cicala…
e il cardo fiorisce. Le donne ora sono più ardenti,
5 ma gli uomini fiacchi, giacché Sirio testa e ginocchi
dissecca…
(Alceo, fr. 333 Voigt, fr. 338 Voigt, fr. 347 Voigt, traduzione di Gianfranco Nuzzo)
Giacinto Agnello Arnaldo Orlando Parole e civiltà dei Greci © 2010 G. B. Palumbo Editore
pagina 1

TESTI ONLINE 18-19-20 pagina 2
19 La poesia e il vino
Il vero simposio, fr. 56 Gentili
Non amo chi presso un cratere ricolmo, sbronzandosi,
blatera di discordie e di luttuose guerre,
ma chi delle Muse gli splendidi doni mescendo
e d’Afrodite, esalta la gioia dell’amore.
Non come gli Sciti, fr. 33 Gentili
Dài, portami una coppa,
ragazzo: voglio berla
d’un fiato. Versa dieci
misure d’acqua e cinque
5 di vino, per spassarmela
ancora, senza eccessi.
…
Smettiamola di bere
come fanno gli Sciti,
fra strepiti e schiamazzi:
proviamo a sorseggiare
intonando bei canti.
Dopo la lotta, fr. 65 Gentili
Bella scazzottatura!
Ora riprendo fiato:
lo devo a te, Dionìso,
se mi sono sottratto
a Eros e alle dure
catene di Afrodite.
Mi si porti una giara
di vino, mi si porti
acqua bollente
…
(Anacreonte, fr. 33 Gentili, fr. 56 Gentili, fr. 65 Gentili, traduzione di Gianfranco Nuzzo)
20 L’epigramma simposiaco
Breve il giorno, A.P. XII, 50
Bevi, Asclepiade: perché questo pianto? Che hai?
Non solo tu sei preda della spietata Cipride,
né per te solo aguzza sull’arco i suoi dardi l’amaro
Eros: che vita fai prostrato nella polvere?
5 Beviamo il puro nettare di Bacco: c’è un dito di luce;
o vogliamo aspettare la sonnolenta lampada?
Beviamo: l’amore non c’è, e in poco tempo, o infelice,
conosceremo il sonno di una notte infinita.
Tradito dal vino, A.P. XII, 135
Il vino svela l’amore. Negava Nicàgora d’essere
innamorato, e l’hanno tradito i molti brindisi:
piangeva, teneva bassa la testa, aveva lo sguardo
cupo, e non stava salda sul capo la corona.
(Asclepiade, A.P. XII, 50; A.P. XII, 135, traduzione di Gianfranco Nuzzo)
Giacinto Agnello Arnaldo Orlando Parole e civiltà dei Greci © 2010 G. B. Palumbo Editore