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Val Tiberina

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adriana moroni et al., l’alto e medio bacino del tevere<br />

il Contesto stratigraFiCo<br />

il bacino del tevere rappresenta ed ha rappresentato anche nel Pleistocene medio e superiore<br />

una delle principali vie di comunicazione tra il versante tirrenico e le pianure interne<br />

dell’italia centrale e settentrionale. il medio corso si sviluppa ad est della dorsale narnese-amerina<br />

in quello che è noto come Bacino tiberino, costituito da due principali depressioni tettoniche<br />

orientate circa nno-sse. Queste depressioni, connesse nella parte settentrionale, sono separate<br />

a sud dalla dorsale dei monti martani. si sono originate a partire dal Pliocene inferiore-medio. 15<br />

il bacino occidentale, o ovest-tiberino, percorso dal tevere, si sviluppa tra Perugia a n<br />

e san gemini a s. il settore orientale, o est-tiberino, si sviluppa tra Foligno a n e spoleto a s<br />

ed è percorso da corsi d’acqua regimati tra i quali il Fiume teverone. a nord di Perugia l’alto<br />

corso del tevere si allunga in direzione no-se sino alla depressione di Umbertide-Città di Castello-sansepolcro-anghiari<br />

che costituisce il bacino tettonico più prossimo alla sorgente. Questa<br />

depressione è bordata da una faglia sul lato orientale mentre in quello occidentale i depositi recenti<br />

impediscono di stabilire con certezza le relazioni tra depositi plio-pleistocenici ed il substrato.<br />

a Perugia si realizza inoltre la confluenza del tevere con il Fiume Chiascio, uno dei<br />

principali affluenti, il cui bacino drena la parte occidentale dell’appennino Umbro-marchigiano<br />

ed in particolare, dopo un percorso decisamente tortuoso, le depressioni tettoniche di gubbio 16<br />

e gualdo tadino. 17 i sedimenti più antichi di questi bacini sono di età Pliocene inferiore-medio, 18<br />

ad eccezione di quelli di gualdo tadino di età Pleistocene medio-superiore. sono costituiti da<br />

alternanze di sedimenti ghiaioso-sabbiosi e argillosi prevalentemente continentali deposti in pianure<br />

alluvionali con paludi e stagni e bordate da conoidi alluvionali. si tratta di sedimenti la cui<br />

resistenza ai processi erosivi è decisamente inferiore a quella dei terreni che costituiscono le<br />

dorsali, modellate su rocce calcaree e arenacee litificate. nel passato questi bacini erano interpretati<br />

come fosse tettoniche sviluppatesi a partire dal miocene superiore 19 mentre più recentemente<br />

sono stati interpretati come bacini sinformi, 20 cioè legati alla formazione di ampie pieghe<br />

sinclinali ed anticlinali con attività sinsedimentaria eventualmente associata all’attività di faglie<br />

estensionali a basso angolo più profonde. 21 Faglie estensionali ad alto angolo delimitano il fianco<br />

orientale di quasi tutti i bacini citati e la loro attività è databile alla fine del Pleistocene inferiore<br />

ed è dunque successiva alla genesi della parte più antica del riempimento. 22 i processi erosivi<br />

areali e lineari pleistocenici, favoriti dal generale sollevamento tettonico della catena appenninica<br />

e dalle variazioni climatiche quaternarie, si sono dunque concentrati nei bacini dove affiorano<br />

rocce mioceniche e plioceniche pelitiche facilmente erodibili, modellando un paesaggio collinare<br />

con versanti ondulati poco acclivi ed ampi fondi vallivi. il paesaggio delle dorsali è invece più<br />

aspro, con valli profonde e versanti acclivi, in genere dominato da processi di incisione valliva.<br />

durante le fasi fredde glaciali del Pleistocene medio e superiore, i versanti montani sono<br />

stati interessati da intensi processi nivali e sui rilievi più elevati persino glaciali 23 che hanno indotto<br />

una rapida aggradazione dei corsi d’acqua dominati da tracciati fluviali a canali intrecciati<br />

con alto carico solido ghiaioso. allo sbocco delle valli montane nei bacini si sono così originate<br />

estese conoidi alluvionali la cui messa in posto termina con l’inizio del miglioramento climatico<br />

interglaciale. la rapida ricolonizzazione dei versanti da parte della vegetazione durante gli interglaciali<br />

ha infatti favorito la formazione di suoli spessi e profondamente alterati su versanti<br />

stabili e indotto una progressiva incisione delle valli operata da parte di corsi a meandri, tracciati<br />

in grado di operare anche una intensa erosione laterale. Questa incisione generalizzata ha indotto<br />

il terrazzamento dei depositi alluvionali più antichi, incluse le estese conoidi alluvionali. i processi<br />

di incisione e di erosione dei terrazzi alluvionali hanno così condizionato il potenziale di<br />

preservazione dei depositi contenenti materiali del Paleolitico inferiore e medio. la conserva-<br />

15) amBrosetti et al. 1978; amBrosetti et al. 1987; amBrosetti et al. 1995; BasiliCi 1997; Bonini 1998; Coltorti - PierUCCini<br />

1997a; Coltorti - PierUCCini 1997b.<br />

16) Coltorti 1994.<br />

17) Bosi et al. 1980.<br />

18) Coltorti - PierUCCini 1997a; Calamita et al. 1999.<br />

19) amBrosetti et al. 1978; amBrosetti et al. 1987; martini - sagri 1993.<br />

20) Coltorti - PierUCCini 1997a; Coltorti - PierUCCini 1997b; Bonini 1998.<br />

21) Calamita et al. 1999.<br />

22) Coltorti - PierUCCini 1997b; Calamita et al. 1999.<br />

23) Coltorti - dramis 1988; Coltorti - dramis 1995.<br />

www.archeologia.beniculturali.it<br />

Reg. Tribunale Roma 05.08.2010 n.30 ISSN 2039 - 0076<br />

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