Val Tiberina

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adriana moroni et al., l’alto e medio bacino del tevere 23. alta valtiBerina tosCana e territorio UmBro. distriBUZione geograFiCa dei siti del PaleolitiCo medio dell’alto e medio BaCino del tevere www.archeologia.beniculturali.it Reg. Tribunale Roma 05.08.2010 n.30 ISSN 2039 - 0076 194

www.archeologia.beniculturali.it Bollettino di arCHeologia on line ii, 2011/2-3 costituiti anche da poche unità, a rinvenimenti di singoli manufatti. nella grafica 52 i siti sono stati, pertanto, ripartiti su basi empiriche in tre categorie secondo il numero di reperti rinvenuti. lo scopo è quello di distinguere tra i luoghi dove la frequentazione umana fu sicuramente più intensa e/o ripetuta, ossia i luoghi che nel tempo si sono probabilmente conservati favorevoli dal punto di vista ambientale e delle risorse disponibili 53 (3° gruppo con numero di manufatti >100), 54 e i territori invece che, pur venendo percorsi (per battute di caccia o per semplici spostamenti), non presentavano verosimilmente le caratteristiche ideali per stanziamenti prolungati (1° gruppo con numero di manufatti compreso tra 1 e 10). tra questi due estremi abbiamo posto un terzo insieme (numero di manufatti >10 ≤ 100), una sorta di raggruppamento “cuscinetto”, un residuo insolubile che si presenta con caratteri misti comprendendo sia siti funzionalmente assimilabili al 1° gruppo, sia siti che possono avere restituito quantitativi di manufatti non elevati per motivi legati a carenze nelle ricerche, alla durata delle stesse o più semplicemente a problemi tafonomici. dal punto di vista socio territoriale il 3° e il 1° gruppo potrebbero rispecchiare entità che nel linguaggio antropologico rientrano rispettivamente nelle nozioni di gruppo Culturale regionale o gruppo Culturale locale e di gruppo Culturale di lavoro. 55 Per quel che concerne la scelte topografiche si osserva che in tutta l'area, toscana compresa, la presenza umana è documentata di preferenza lungo i corsi d'acqua che fanno parte dell'attuale bacino tiberino, molto più raramente lungo il corso stesso del tevere. dall’analisi della distribuzione si evidenzia in primo luogo una differenza tra le aree indagate di recente, con ricognizioni effettuate secondo preordinati schemi organici cui si sono affiancate raccolte sistematiche concernenti tutte le categorie di manufatti (alta valtiberina toscana e Bacino di gubbio), e quelle zone nelle quali la maggior parte dei giacimenti è stata segnalata a seguito di rinvenimenti avvenuti tra la fine dell’ ‘800 e la prima metà del ‘900, ancor oggi rappresentati da raccolte selezionate (il resto del territorio umbro). nel primo caso si osserva una disposizione caratterizzata da aree nucleari, con forte concentrazione di siti, 56 alternate a zone in cui i rinvenimenti risultano rari e per lo più assai poco rappresentativi. nel secondo caso invece la distribuzione si presenta in ordine sparso senza che emergano addensamenti particolari, nonostante il numero cospicuo di segnalazioni. Quest’assetto è, a nostro avviso, dovuto da un lato alla mancata pianificazione delle indagini più volte sottolineata, dall’altro al motivo che i materiali sono stati raggruppati per vaste aree (provenienza molto generica) comprendenti in realtà più siti limitrofi; tuttavia, il fatto che le località ad elevato numero di manufatti si concentrino tutte nel territorio perugino potrebbe adombrare la presenza di un’area ad alta densità anche in questa zona. m.C.d.a. s.m. a.m. ConsideraZioni ConClUsive il lavoro svolto, oltre a tracciare per la prima volta una mappa di distribuzione dei siti del Paleolitico medio localizzati nell’alto e medio bacino del fiume tevere, getta i presupposti per formulare delle ipotesi su un possibile modello di organizzazione del territorio da parte dei gruppi umani che popolarono questa regione e le zone limitrofe nel corso dello stadio isotopico 5 e agli inizi del 4. Con ciò non intendiamo proporre un’equivalenza tra l’area considerata e il “territorio” paleolitico in quanto espressione geografica; sarebbe, infatti, arbitrario non solo stabilire un nesso tra l’omogeneità geografico-ambientale del bacino fluviale e lo spazio identificativo del concetto di territorio nel mondo paleolitico, ma anche fissare dei confini, per quanto elastici, che rendano conto della gestione di questo territorio e degli spostamenti umani nell’am- 52) l’elaborazione informatica delle carte di distribuzione è opera di sara mancini e Francesco tanganelli. 53) Cfr. CoCCHi - gamBassini 1982 p. 495. 54) Potenzialmente assimilabili a campi base? 55) grimaldi 2005; Helm 1968. 56) Una concentrazione di siti con industrie ad assetto tecno - tipologico affine ai complessi altotiberini si trova anche nei pressi di arezzo nel comune di Capolona, ad una distanza in linea d’aria dall’anghiarese di circa 20 km (starnaZZi 1989a; starnaZZi 1989b; starnaZZi 1990). Reg. Tribunale Roma 05.08.2010 n.30 ISSN 2039 - 0076 195

www.archeologia.beniculturali.it<br />

Bollettino di arCHeologia on line ii, 2011/2-3<br />

costituiti anche da poche unità, a rinvenimenti di singoli manufatti. nella grafica 52 i siti sono<br />

stati, pertanto, ripartiti su basi empiriche in tre categorie secondo il numero di reperti rinvenuti.<br />

lo scopo è quello di distinguere tra i luoghi dove la frequentazione umana fu sicuramente<br />

più intensa e/o ripetuta, ossia i luoghi che nel tempo si sono probabilmente conservati favorevoli<br />

dal punto di vista ambientale e delle risorse disponibili 53 (3° gruppo con numero di manufatti<br />

>100), 54 e i territori invece che, pur venendo percorsi (per battute di caccia o per semplici spostamenti),<br />

non presentavano verosimilmente le caratteristiche ideali per stanziamenti prolungati<br />

(1° gruppo con numero di manufatti compreso tra 1 e 10). tra questi due estremi abbiamo posto<br />

un terzo insieme (numero di manufatti >10 ≤ 100), una sorta di raggruppamento “cuscinetto”,<br />

un residuo insolubile che si presenta con caratteri misti comprendendo sia siti funzionalmente<br />

assimilabili al 1° gruppo, sia siti che possono avere restituito quantitativi di manufatti non elevati<br />

per motivi legati a carenze nelle ricerche, alla durata delle stesse o più semplicemente a problemi<br />

tafonomici. dal punto di vista socio territoriale il 3° e il 1° gruppo potrebbero rispecchiare entità<br />

che nel linguaggio antropologico rientrano rispettivamente nelle nozioni di gruppo Culturale<br />

regionale o gruppo Culturale locale e di gruppo Culturale di lavoro. 55<br />

Per quel che concerne la scelte topografiche si osserva che in tutta l'area, toscana compresa,<br />

la presenza umana è documentata di preferenza lungo i corsi d'acqua che fanno parte dell'attuale<br />

bacino tiberino, molto più raramente lungo il corso stesso del tevere.<br />

dall’analisi della distribuzione si evidenzia in primo luogo una differenza tra le aree indagate<br />

di recente, con ricognizioni effettuate secondo preordinati schemi organici cui si sono affiancate<br />

raccolte sistematiche concernenti tutte le categorie di manufatti (alta valtiberina toscana e Bacino<br />

di gubbio), e quelle zone nelle quali la maggior parte dei giacimenti è stata segnalata a seguito<br />

di rinvenimenti avvenuti tra la fine dell’ ‘800 e la prima metà del ‘900, ancor oggi<br />

rappresentati da raccolte selezionate (il resto del territorio umbro).<br />

nel primo caso si osserva una disposizione caratterizzata da aree nucleari, con forte concentrazione<br />

di siti, 56 alternate a zone in cui i rinvenimenti risultano rari e per lo più assai poco<br />

rappresentativi. nel secondo caso invece la distribuzione si presenta in ordine sparso senza che<br />

emergano addensamenti particolari, nonostante il numero cospicuo di segnalazioni. Quest’assetto<br />

è, a nostro avviso, dovuto da un lato alla mancata pianificazione delle indagini più volte sottolineata,<br />

dall’altro al motivo che i materiali sono stati raggruppati per vaste aree (provenienza<br />

molto generica) comprendenti in realtà più siti limitrofi; tuttavia, il fatto che le località ad elevato<br />

numero di manufatti si concentrino tutte nel territorio perugino potrebbe adombrare la presenza<br />

di un’area ad alta densità anche in questa zona.<br />

m.C.d.a. s.m. a.m.<br />

ConsideraZioni ConClUsive<br />

il lavoro svolto, oltre a tracciare per la prima volta una mappa di distribuzione dei siti<br />

del Paleolitico medio localizzati nell’alto e medio bacino del fiume tevere, getta i presupposti<br />

per formulare delle ipotesi su un possibile modello di organizzazione del territorio da parte dei<br />

gruppi umani che popolarono questa regione e le zone limitrofe nel corso dello stadio isotopico<br />

5 e agli inizi del 4. Con ciò non intendiamo proporre un’equivalenza tra l’area considerata e il<br />

“territorio” paleolitico in quanto espressione geografica; sarebbe, infatti, arbitrario non solo stabilire<br />

un nesso tra l’omogeneità geografico-ambientale del bacino fluviale e lo spazio identificativo<br />

del concetto di territorio nel mondo paleolitico, ma anche fissare dei confini, per quanto<br />

elastici, che rendano conto della gestione di questo territorio e degli spostamenti umani nell’am-<br />

52) l’elaborazione informatica delle carte di distribuzione è opera di sara mancini e Francesco tanganelli.<br />

53) Cfr. CoCCHi - gamBassini 1982 p. 495.<br />

54) Potenzialmente assimilabili a campi base?<br />

55) grimaldi 2005; Helm 1968.<br />

56) Una concentrazione di siti con industrie ad assetto tecno - tipologico affine ai complessi altotiberini si trova anche nei<br />

pressi di arezzo nel comune di Capolona, ad una distanza in linea d’aria dall’anghiarese di circa 20 km (starnaZZi 1989a;<br />

starnaZZi 1989b; starnaZZi 1990).<br />

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