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adriana moroni et al., l’alto e medio bacino del tevere Ciò premesso, il presente lavoro si propone, come scopo principale, di raccogliere e riorganizzare i dati attualmente disponibili relativi al Paleolitico medio dell’alto e medio bacino del tevere - molti dei quali risultano tuttora inediti - tenendo conto di questa nuova cornice cronologico – culturale. 5 la regione oggetto di studio, che si presenta sostanzialmente unitaria dal punto di vista geografico, ha restituito, a partire dalla porzione toscana dell’alta valtiberina, testimonianze consistenti e numerose sul popolamento del territorio durante il periodo trattato. Per quel che riguarda la storia delle ricerche e/o il grado di affidabilità dei dati raccolti, si distinguono sostanzialmente tre diverse aree: l’alta valtiberina toscana, il Bacino di gubbio e il resto del territorio Umbro. nell’alta valtiberina toscana le indagini sono state condotte dall’Università di siena. il loro inizio risale al 1975, quando il prof. Paolo gambassini venne contattato da appassionati locali a seguito della scoperta di alcuni giacimenti di superficie (Castel di sorci, Casa nuova e tamburo) situati nel comune di anghiari (su antichi terrazzi del tevere e di un suo affluente, la sovara) riferibili, secondo i criteri di quegli anni, al Paleolitico inferiore finale e inseribili, cronologicamente, nel penultimo glaciale (riss o, in linea con la moderna terminologia, stadio isotopico 6). tale attribuzione, effettuata su basi tipologiche, era sostenuta soprattutto dalla presenza nelle industrie di rari strumenti bifacciali (amigdale) che secondo la tradizionale scansione culturale del Paleolitico inferiore - medio italiano non potevano essere stati prodotti dai neanderthaliani e difficilmente potevano risalire ad epoca posteriore allo stadio isotopico 6. 6 vista l'importanza dei ritrovamenti venne deciso, lo stesso anno, di verificare la presenza di deposito archeologico ancora in posto, scegliendo il giacimento di Castel di sorci per il test (fig. 1): «nell’area più elevata della terrazza è stato fatto un piccolo sondaggio con lo scopo di raccogliere dati e campioni per la stratigrafia. tale saggio […] si sperava portasse al ritrovamento 1. alta valtiBerina tosCana. vedUta del sito di Castel di sorCi (a destra della strada) 5) Parte di questo lavoro è stato svolto nel corso della tesi di laurea triennale di uno degli autori, la dott. sara mancini (manCini 2009-2010). 6) Borgia - moroni lanFredini 2001; Borgia - moroni lanFredini 2004; Borgia-siCa 2002; CoCCHi et al. 1978; CoCCHi - gamBassini 1982; gras 1992. www.archeologia.beniculturali.it Reg. Tribunale Roma 05.08.2010 n.30 ISSN 2039 - 0076 172
Bollettino di arCHeologia on line ii, 2011/2-3 di manufatti in posto per individuare l’orizzonte di insediamento. Purtroppo questo obbiettivo è stato raggiunto solo in parte, perché sono stati rinvenuti soltanto tre manufatti non ritoccati». 7 negli anni successivi, grazie ad una serie di ricognizioni sistematiche effettuate di concerto con la soprintendenza per i Beni archeologici della toscana e in collaborazione con il gruppo ricerche archeologiche di sansepolcro (gras), 8 vennero localizzati altri giacimenti dello stesso tipo situati principalmente sempre nell’area di anghiari. di recente, terminate le ricognizioni e la raccolta dei materiali, è stato ripreso, ad opera dell'attuale Unità di ricerca di ecologia Preistorica dell’Università di siena, lo studio tecnologico, tipologico e funzionale di questi complessi. allo scopo di meglio precisare la cronologia delle industrie in esame e gli aspetti paleoambientali ad esse correlabili si è ritenuto opportuno affrontare il problema anche dal punto di vista geomorfologico coinvolgendo nell’indagine il dipartimento di scienze della terra della stessa Università di siena, nelle persone dei prof. mauro Coltorti e Pierluigi Pieruccini. 9 nel contempo è stato effettuato a Castel di sorci, in una trincea scavata nella stessa area del sondaggio esplorativo del 1975, un campionamento finalizzato allo studio pedologico micromorfologico dei suoli, studio peraltro ancora in corso. l’indagine archeometrica relativa alla individuazione dei litotipi e delle fonti di approvvigionamento della materia prima è stata invece affidata al dipartimento di scienze della terra dell’Università di Perugia ed è coordinata dalla prof. angela Baldanza. 10 nel caso dell'Umbria la maggioranza dei dati utilizzabili deriva da collezioni conservate al museo archeologico nazionale di Perugia, che sono frutto dell'attività di ricognizione svolta sul territorio tra la fine dell' '800 e la prima metà del '900 da due famosi studiosi: giuseppe Bellucci 11 e Umberto Calzoni. 12 le collezioni Bellucci e Calzoni sono state oggetto di revisione dettagliata negli anni '90 nell'ambito di un progetto di risistemazione del museo archeologico nazionale di Perugia e dei relativi magazzini, promosso, coordinato e finanziato dalla soprintendenza per i Beni archeologici dell'Umbria. il progetto si proponeva, tra l'altro, come scopo, la ricostituzione, a fini espositivi e di studio, di tutti i complessi litici provenienti dalla collezione Bellucci attraverso il riscontro inventariale effettuato sull'archivio tenuto dal Bellucci stesso. nel caso del presente lavoro è parso necessario effettuare un ulteriore controllo dei materiali onde verificarne la provenienza e l’attribuzione crono-culturale alla luce delle ultime teorie relative ai limiti cronologici e all’inquadramento del Paleolitico medio. le ricerche dei due studiosi perugini hanno avuto il merito di condurre alla scoperta di numerosi siti paleolitici e di produrre, in seguito alle raccolte di superficie, una notevole mole di materiali; purtroppo manca, per queste segnalazioni, una documentazione adeguata sia nei confronti dell'esatta ubicazione degli insiemi litici, sia rispetto ai criteri con cui sono state effettuate le raccolte. inoltre, per quel che concerne la collezione Bellucci, si è avuto l’impressione, durante lo studio, che siano stati raggruppati sotto un medesimo toponimo materiali provenienti anche da aree piuttosto vaste e che gli oggetti recuperati siano spesso frutto di selezione intenzionale. tali considerazioni, che fanno emergere la minore affidabilità dei dati umbri rispetto a quelli provenienti dalla valtiberina toscana, non sono applicabili al Bacino di gubbio, zona nella quale sono state svolte ricerche ben più recenti effettuate con metodologie moderne e corredate da un’approfondita indagine geomorfologica. 13 Quest’area è stata infatti materia per uno studio multidisciplinare nell’ambito di un progetto, “The Gubbio Project”, portato avanti dall’Università di Cambridge tra il 1983 e il 1987, 14 durante il quale, oltre ad alcuni scavi stratigrafici, sono state effettuate ricognizioni di superficie nell’intera valle. m.C.d.a. a.m. 7) CoCCHi et al. 1978, p. 284. 8) a questo proposito si ringraziano per l’appoggio e la collaborazione la soprintendenza per i Beni archeologici della toscana, il gras e il Centro studi sul Quaternario di sansepolcro. 9) Coltorti et al. 2006; giUsti 2000-2001. 10) aBati et al. 2007. 11) BellUCCi 1884; BellUCCi 1912; BellUCCi 1914. 12) CalZoni 1922; CalZoni 1928; CalZoni 1929. 13) Coltorti 1994, Coltorti infra. 14) malone - stoddart 1994. www.archeologia.beniculturali.it Reg. Tribunale Roma 05.08.2010 n.30 ISSN 2039 - 0076 173
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