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adriana moroni et al., l’alto e medio bacino del tevere<br />
12. alta valtiBerina tosCana. indUstria litiCa<br />
nel corso del “Gubbio Project” sono stati identificati oltre 30 siti del Paleolitico medio<br />
che hanno restituito quantitativi di materiale assai variabili che vanno da un massimo di 134<br />
pezzi (sito 301) a poche unità. la scarsa entità numerica della maggioranza dei complessi rinvenuti<br />
ha dato corpo all’ipotesi che la frequentazione della valle da parte dell’Uomo sia stata<br />
piuttosto sporadica e legata a visite stagionali effettuate da piccoli gruppi di cacciatori. in seguito<br />
ad una serie di osservazioni basate sullo stato fisico delle industrie, sulle fonti di approvvigionamento<br />
della materia prima e sulle relazioni tra depositi alluvionali terrazzati e paleosuoli relitti<br />
gli autori ritengono che il popolamento del territorio eugubino nel corso del Paleolitico medio<br />
sia anch’esso da collocare principalmente nell'arco di tempo compreso tra 120.000 e 70.000<br />
anni BP. lo studio delle industrie (fig. 13) ha evidenziato una produzione dei manufatti in situ attestata<br />
dalla presenza delle diverse fasi di riduzione del nucleo, così come un utilizzo di materia<br />
prima quasi esclusivamente locale prelevata nelle ghiaie dei corsi d’acqua e la cui origine è stata<br />
individuata in un’unità (r4) della scaglia rossa che si trova sulle colline circostanti. al contrario<br />
sembra non vi sia alcuna prova di una manifattura sul posto dei bifacciali, il che condurrebbe<br />
ad ipotizzare che questi strumenti facessero parte del kit da viaggio in dotazione ai cacciatori.<br />
in tale contesto merita sottolineare il fatto che a gubbio, analogamente a quanto avviene<br />
nell’alta valtiberina, sono documentate anche materie prime non locali sebbene rappresentate<br />
da pochi elementi. il metodo Levallois appare largamente applicato nelle modalità sia ricorrente<br />
che lineale e risulta caratterizzato da un notevole sfruttamento dei nuclei, ricavati anche da<br />
schegge, come attestato dalle loro piccole dimensioni se paragonate a quelle dei relativi prodotti.<br />
Un iper sfruttamento della materia prima sarebbe comprovato inoltre, secondo gli autori,<br />
dall'elevata percentuale di raschiatoi bilaterali nei confronti degli unilaterali. anche nell’eugubino,<br />
come nel resto del territorio umbro, si registra la presenza di una componente di tipo Quina<br />
più o meno importante a seconda dei siti, ferma restando una considerazione prudente rispetto<br />
all’omogeneità dei complessi rinvenuti.<br />
Passando al resto dell’Umbria (fig. 14), ossia alle industrie facenti parte delle suddette<br />
collezioni, si osserva che le loro caratteristiche ricalcano puntualmente quelle descritte per il<br />
www.archeologia.beniculturali.it<br />
Reg. Tribunale Roma 05.08.2010 n.30 ISSN 2039 - 0076<br />
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