Considerazioni sul programma decorativo della 'Casa Romana' di ...

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Marina Albertocchi Considerazioni sul programma decorativo della 'Casa Romana' di Coo: modelli dell'abitare tra impero e provincia L'esplorazione archeologica urbana a Coo, avviata negli anni '30 dagli Italiani e ora proseguita sotto la spinta del rapido sviluppo edilizio del centro, rappresenta un buon campione di indagine per lo studio dell'architettura domestica di epoca romana in Grecia. Tale argomento di studio è stato recentemente affrontato, sotto diversi aspetti, in vari lavori da cui emerge con chiarezza il numero, la varietà e la ricchezza delle dimore di epoca imperiale venute alla luce nella città antica 1 . Ben 10 sono infatti gli edifici di abitazione indagati dagli archeologi italiani, cui si affiancano almeno sei case individuate negli scavi dell’Ephoria greca, anche se scavate ancora parzialmente 2 . In questo ampio campione l'esempio di Casa Romana, oggetto di una completa anastilosi 3 , spicca per importanza sotto vari punti di vista (figg. 1,2). L’edificio si estende infatti su una superficie di circa 2.400 mq, corrispondenti ad un’intera insula nella 1 Mi riferisco in particolare alla sintesi di BONINI 2006 (a Coo sono dedicate diverse schede: 288–309). Una panoramica sull'edilizia domestica romana nei 4 centri principali della provincia d'Acaia (Atene, Sparta, Corinto e Patrasso) è offerta da PAPAIOANNOU 2007, dove vengono rilevati gli effetti della romanizzazione anche in ambito decorativo. In specifico, sulle case di Coo, ALBERTOCCHI 1996, 2001; SIRANO 1996, 2004, 2005. Oltre ai lavori citati, va menzionato il catalogo dei mosaici di Coo provenienti dagli scavi delle missioni italiane e tedesche: DE MATTEIS 2004. 2 La rassegna condotta da BONINI 2006 comprende sette case scavate dagli Italiani: a queste ultime si devono aggiungere la casa del mosaico di Paride (DE MATTEIS 2004, 33–57), quella del mosaico di Asclepio (DE MATTEIS 2004, 142–144), e quella cosidetta dei Bronzi (MORRICONE 1950, 318–319, figg. 83-85). 3 L'anastilosi dell'edificio, realizzata tra il 1938 e il 1940, è stata ora oggetto di un necessario ripristino, anche per migliorare la fruizione turistica del complesso: si veda in proposito la relazione di SIDERIS 2004. Fig. 1 – Veduta aerea del centro della cittadina di Coo con indicata la 'Casa Romana' ricostruita. Bollettino di Archeologia on line I 2010/ Volume speciale C / C9 / 4 Reg. Tribunale Roma 05.08.2010 n. 330 ISSN 2039 - 0076 www.archeologia.beniculturali.it/pages/pubblicazioni.html 39

Marina Albertocchi<br />

<strong>Considerazioni</strong> <strong>sul</strong> <strong>programma</strong> <strong>decorativo</strong> <strong>della</strong> <strong>'Casa</strong> <strong>Romana'</strong> <strong>di</strong> Coo:<br />

modelli dell'abitare tra impero e provincia<br />

L'esplorazione archeologica urbana<br />

a Coo, avviata negli anni '30 dagli Italiani e<br />

ora proseguita sotto la spinta del rapido<br />

sviluppo e<strong>di</strong>lizio del centro, rappresenta un<br />

buon campione <strong>di</strong> indagine per lo stu<strong>di</strong>o dell'architettura<br />

domestica <strong>di</strong> epoca romana in<br />

Grecia. Tale argomento <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o è stato<br />

recentemente affrontato, sotto <strong>di</strong>versi aspetti,<br />

in vari lavori da cui emerge con chiarezza<br />

il numero, la varietà e la ricchezza delle <strong>di</strong>more<br />

<strong>di</strong> epoca imperiale venute alla luce<br />

nella città antica 1 . Ben 10 sono infatti gli<br />

e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> abitazione indagati dagli archeologi<br />

italiani, cui si affiancano almeno sei case<br />

in<strong>di</strong>viduate negli scavi dell’Ephoria greca,<br />

anche se scavate ancora parzialmente 2 .<br />

In questo ampio campione l'esempio<br />

<strong>di</strong> Casa Romana, oggetto <strong>di</strong> una completa anastilosi 3 , spicca per importanza sotto vari punti <strong>di</strong> vista (figg.<br />

1,2). L’e<strong>di</strong>ficio si estende infatti su una superficie <strong>di</strong> circa 2.400 mq, corrispondenti ad un’intera in<strong>sul</strong>a nella<br />

1 Mi riferisco in particolare alla sintesi <strong>di</strong> BONINI 2006 (a Coo sono de<strong>di</strong>cate <strong>di</strong>verse schede: 288–309). Una panoramica <strong>sul</strong>l'e<strong>di</strong>lizia<br />

domestica romana nei 4 centri principali <strong>della</strong> provincia d'Acaia (Atene, Sparta, Corinto e Patrasso) è offerta da PAPAIOANNOU 2007,<br />

dove vengono rilevati gli effetti <strong>della</strong> romanizzazione anche in ambito <strong>decorativo</strong>. In specifico, <strong>sul</strong>le case <strong>di</strong> Coo, ALBERTOCCHI 1996,<br />

2001; SIRANO 1996, 2004, 2005. Oltre ai lavori citati, va menzionato il catalogo dei mosaici <strong>di</strong> Coo provenienti dagli scavi delle missioni<br />

italiane e tedesche: DE MATTEIS 2004.<br />

2 La rassegna condotta da BONINI 2006 comprende sette case scavate dagli Italiani: a queste ultime si devono aggiungere la casa del<br />

mosaico <strong>di</strong> Paride (DE MATTEIS 2004, 33–57), quella del mosaico <strong>di</strong> Asclepio (DE MATTEIS 2004, 142–144), e quella cosidetta dei Bronzi<br />

(MORRICONE 1950, 318–319, figg. 83-85).<br />

3 L'anastilosi dell'e<strong>di</strong>ficio, realizzata tra il 1938 e il 1940, è stata ora oggetto <strong>di</strong> un necessario ripristino, anche per migliorare la fruizione<br />

turistica del complesso: si veda in proposito la relazione <strong>di</strong> SIDERIS 2004.<br />

Fig. 1 – Veduta aerea del centro <strong>della</strong> citta<strong>di</strong>na <strong>di</strong> Coo con in<strong>di</strong>cata la<br />

<strong>'Casa</strong> <strong>Romana'</strong> ricostruita.<br />

Bollettino <strong>di</strong> Archeologia on line I 2010/ Volume speciale C / C9 / 4 Reg. Tribunale Roma 05.08.2010 n. 330 ISSN 2039 - 0076<br />

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M. Albertocchi – <strong>Considerazioni</strong> <strong>sul</strong> <strong>programma</strong> <strong>decorativo</strong> <strong>della</strong> <strong>'Casa</strong> <strong>Romana'</strong> <strong>di</strong> Coo: modelli dell'abitare tra impero e provincia<br />

Fig. 2 – Pianta <strong>della</strong> Casa (da ALBERTOCCHI 1997, fig. 220).<br />

zona residenziale <strong>della</strong> città antica, a Sud del decumano 4 . Oltre ai pavimenti musivi e in opus sectile, buona<br />

parte dei muri <strong>della</strong> casa sono ricoperti da crustae marmoree e da affreschi parietali. Nello scavo sono state<br />

rinvenute inoltre do<strong>di</strong>ci statuette e un rilievo in marmo 5 .<br />

L’in<strong>sul</strong>a era già occupata in età ellenistica (IV-III sec. a.C.) da uno o più complessi abitativi 6 ; nella<br />

seconda metà del II sec. d.C. - forse dopo il terremoto del 142 d.C. - ebbe luogo un’ampia risistemazione<br />

architettonica, che è quella tuttora visibile 7 . Nel corso del III sec. d.C. sono databili alcune mo<strong>di</strong>ficazioni nei<br />

percorsi interni e consistenti rifacimenti <strong>della</strong> decorazione musiva e marmorea. Probabilmente dopo il<br />

terremoto del 365 d.C. il complesso venne rioccupato in modo parziale nella zona meri<strong>di</strong>onale 8 .<br />

Scopo del nostro intervento è dunque quello <strong>di</strong> proporre una rapida revisione <strong>della</strong> struttura dei<br />

nuclei recettivi e dell'ensemble <strong>decorativo</strong> <strong>della</strong> casa in epoca imperiale, anche alla luce delle recenti<br />

pubblicazioni apparse. Di particolare aiuto nella nostra indagine, specie in rapporto agli altri contesti abitativi<br />

4<br />

La domus mantiene tuttora il nome <strong>di</strong> Casa Romana attribuitogli dal suo scopritore, L. Laurenzi, proprio per la sua imponenza e la<br />

ricchezza decorativa. Una breve relazione <strong>di</strong> scavo si trova in LAURENZI 1936-37, 138–140; una sintetica visione <strong>di</strong> insieme in<br />

ALBERTOCCHI 1996 e BONINI 2006, 298–300.<br />

5<br />

I rinvenimenti scultorei, per cui ve<strong>di</strong> infra, sono stati pubblicati da LAURENZI 1955-56, 64–80, e riconsiderati nel loro contesto in<br />

ALBERTOCCHI 1997. Alcune considerazioni interessanti si trovano anche in SIRANO 2004, 969–977.<br />

6<br />

La datazione <strong>della</strong> prima fase dell'e<strong>di</strong>ficio si basa <strong>sul</strong>la tecnica costruttiva visibile per alcuni filari lungo il limite orientale, costituita da<br />

un bel muro in opera quadrata: si vedano in proposito le osservazioni <strong>di</strong> LIVADIOTTI 2006, 180–181.<br />

7<br />

Il o i nuclei abitativi <strong>della</strong> fase precedente sono andati probabilmente <strong>di</strong>strutti con il violento terremoto del 142 d.C., ricordato da<br />

Pausania (VIII, 43, 4), che <strong>di</strong>ede l'avvio ad una nuova e florida fase architettonica nell'isola. In quest'epoca, comunque, l'isolato doveva<br />

essere <strong>di</strong>venuto <strong>di</strong> proprietà <strong>di</strong> un'unica famiglia. Sul terremoto del 142 d.C. ora MALACRINO 2007, specie 263–266.<br />

8<br />

Per una panoramica dei dati archeologici del centro nella tarda antichità, in cui si accenna anche alle <strong>di</strong>more private, ora BROUSKARI<br />

2006. Sugli eventi sismici che colpirono l'isola nel IV sec. d.C. ancora MALACRINO 2007, 269.<br />

Bollettino <strong>di</strong> Archeologia on line I 2010/ Volume speciale C / C9 / 4 Reg. Tribunale Roma 05.08.2010 n. 330 ISSN 2039 - 0076<br />

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XVII International Congress of Classical Archaeology, Roma 22-26 Sept. 2008<br />

Session: Expressions of Cultural Exchange in Roman Greece<br />

Fig. 3 – Pianta <strong>della</strong> Casa con evidenziati i tre nuclei rappresentativi: il primo in verde, il secondo in rosso e il terzo in blu.<br />

Fig. 4 – Veduta da Nord <strong>della</strong> corte XV (cortesia <strong>della</strong> Scuola<br />

Archeologica Italiana <strong>di</strong> Atene).<br />

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del centro, si è rivelata la teoria <strong>di</strong> Wallace-<br />

Hadrill <strong>sul</strong>la “sociology of Roman luxury”, secondo<br />

la quale il lusso rappresenta uno strumento<br />

ampiamente utilizzato per rimarcare la<br />

propria posizione sociale attraverso l'ostentazione<br />

<strong>di</strong> beni <strong>di</strong> prestigio 9 .<br />

Passeremo dunque in rassegna alcuni<br />

aspetti significativi per decifrare le modalità <strong>di</strong><br />

autorappresentazione degli abitanti <strong>della</strong> casa<br />

nel II-III sec. d.C., partendo dalla planimetria.<br />

E' evidente innanzitutto che la strutturazione<br />

dell'e<strong>di</strong>ficio si articola su tre nuclei<br />

rappresentativi (fig. 3). Il primo, nelle imme<strong>di</strong>ate<br />

vicinanze dell'ingresso principale, si sviluppa<br />

intorno alla corte XV, non <strong>di</strong>rettamente<br />

accessibile dall'ingresso stesso 10 (fig. 4). La<br />

sistemazione in chiave decorativa <strong>della</strong> corte<br />

arricchita da una vasca mistilinea, con una marcata impostazione assiale e - come giustamente rimarcato -<br />

con una singolare sequenza prospettica 11 , è certamente funzionale a sottolineare l'importanza del vano <strong>di</strong><br />

ricevimento XVII che si apre su questa. Il vano è riccamente decorato con una pavimentazione in opus<br />

9 WALLACE-HADRILL 1990, specie 148–149. Il tema è stato poi ripreso dallo stesso autore nel 1994, specie 145–147. Sull'opinione degli<br />

antichi contro il lusso ZACCARIA RUGGIU 1995, 326–338, con bibliografia precedente. Sulle connotazioni politiche del lusso<br />

nell'architettura domestica in epoca tardoantica SCOTT 1997b.<br />

10 Allo stesso modo, nella casa del Ratto d'Europa i vani che presentano la decorazione più elaborata non sono <strong>di</strong>rettamente visibili al<br />

visitatore: SIRANO 2005, 155.<br />

11 BONINI 2006, 171–172.


M. Albertocchi – <strong>Considerazioni</strong> <strong>sul</strong> <strong>programma</strong> <strong>decorativo</strong> <strong>della</strong> <strong>'Casa</strong> <strong>Romana'</strong> <strong>di</strong> Coo: modelli dell'abitare tra impero e provincia<br />

Fig. 5 – Veduta del vano XVII (da ALBERTOCCHI 1997, fig. 238).<br />

sectile, un emblema in opus vermiculatum molto più<br />

antico collocato al centro del pavimento e una statuetta<br />

<strong>di</strong> Atena su cui ritorneremo 12 (fig. 5).<br />

Il secondo nucleo, posto in una zona meno<br />

pubblica <strong>della</strong> casa, si articola intorno al peristilio<br />

XVIII (fig. 6) e all'exedra XXVI che si apre su <strong>di</strong><br />

esso 13 (fig. 7). Quest'ultima doveva essere prevalentemente<br />

utilizzata come triclinio estivo,<br />

aperto a Nord <strong>sul</strong>l'area scoperta attraverso<br />

un peristilio <strong>di</strong> tipo "ro<strong>di</strong>o", che rappresenta<br />

una delle specificità architettoniche <strong>della</strong><br />

casa, ispirata a modelli asiatici 14 .<br />

Il terzo nucleo, con la parte scoperta<br />

sistemata a giar<strong>di</strong>no, costituisce la<br />

zona maggiormente rappresentativa <strong>della</strong><br />

<strong>di</strong>mora, sia per ricchezza decorativa che<br />

architettonica (fig. 8). Si tratta dell'area più<br />

originale dal punto <strong>di</strong> vista planimetrico in<br />

rapporto alle tra<strong>di</strong>zioni egee, come <strong>di</strong>mostrano<br />

la presenza dell'ampio giar<strong>di</strong>no<br />

(una vera rarità in Grecia, ad eccezione<br />

delle aree - come Patrasso - in cui esiste<br />

una consistente componente occidenta-<br />

le 15 ), arricchito da una singolare vasca con<br />

profilo interno mistilineo, e l'uso fastoso del<br />

peristilio <strong>di</strong> tipo ro<strong>di</strong>o <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong>verso (co-<br />

12<br />

Sull'emblema in opus vermiculatum da ultima DE MATTEIS 2004, 144–145, n.69. Per la statuetta <strong>di</strong> Atena, come le altre rinvenute nel<br />

complesso, si veda infra.<br />

13<br />

Sulla definizione <strong>di</strong> exedra come ambiente rettangolare aperto <strong>sul</strong> cortile con una facciata in antis SETTIS 1973, specie 674.<br />

14<br />

Secondo le prescrizioni vitruviane (De Arch. VI, 4) il triclinio estivo doveva prospettare a Nord. Sull'uso del peristilio <strong>di</strong> tipo ro<strong>di</strong>o nella<br />

casa BONINI 2006, 55.<br />

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42<br />

Fig. 6 – Veduta da Nord del peristilio XVIII<br />

(da ALBERTOCCHI 1997, fig. 236).<br />

Fig. 7 – Veduta da Nord-Est dell'exedra XXVI<br />

(cortesia <strong>della</strong> Scuola Archeologica Italiana <strong>di</strong> Atene).


Fig. 8 – Veduta da Nord-Ovest del peristilio XXVIII<br />

(da ALBERTOCCHI 1997, fig. 237).<br />

Fig. 9 – Mosaico <strong>della</strong> corte XV<br />

(da DE MATTEIS 2004, tav. XXXV, 1).<br />

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rinzio) rispetto a quello del colonnato attorno al<br />

cortile 16 . Tale spazio sembra dunque concludere<br />

in modo esemplare, partendo dalla corte, il percorso<br />

<strong>di</strong> rappresentazione dell'immagine pubblica<br />

del padrone <strong>di</strong> casa attraverso scelte improntate<br />

all'originalità e all'ostentazione del lusso.<br />

I vani <strong>di</strong> rappresentanza che si concentrano<br />

attorno a questo nucleo sono costituiti dai<br />

vani XXXI e XXXV, arricchiti da decorazioni marmoree<br />

o musive e affacciati <strong>sul</strong> giar<strong>di</strong>no dove era<br />

collocata una collezione <strong>di</strong> statuette, ma soprattutto<br />

dall'amplissimo vano XXXIX, dall'evidente<br />

funzione rappresentativa 17 .<br />

Decorazione musiva<br />

L'in<strong>di</strong>catore principale per condurre la nostra<br />

indagine è costituito soprattutto dalla presenza<br />

e dal tipo <strong>di</strong> decorazione, che enfatizza le zone<br />

socialmente più significative <strong>della</strong> casa, definendone<br />

i percorsi interni 18 .<br />

Sia la corte presso l'ingresso (XV) che il<br />

peristilio posto alle sue spalle (XVIII) sono pavimentati<br />

a mosaico; tale pavimentazione caratterizza<br />

anche uno dei vani <strong>di</strong> rappresentanza che si<br />

aprono <strong>sul</strong>la corte a giar<strong>di</strong>no (XXXI), con funzioni<br />

tricliniari 19 . Nella casa sono presenti inoltre altri<br />

due pavimenti musivi, decoranti due vestiboli<br />

(XXXII e XXXIV).<br />

Nella corte è rappresentata una scena <strong>di</strong><br />

lotta tra animali (un leopardo e un leone attaccanti<br />

un cervo e un capro) 20 (fig. 9); nel peristilio XVIII<br />

campeggia una nereide su cavallo marino, con<br />

pannelli laterali raffiguranti ognuno un leopardo e un fregio con teoria <strong>di</strong> delfini 21 (fig. 10). Ancora felini isolati<br />

sono presenti nella decorazione dei due vestiboli (una tigre e un leopardo) 22 (figg. 11, 12), mentre solo il<br />

triclinio XXXI è pavimentato con un mosaico a motivi geometrici 23 (fig. 13).……………………………………..<br />

15<br />

Per BONINI 2006, 62, l'introduzione del giar<strong>di</strong>no nella parte più interna <strong>della</strong> casa è espressione <strong>di</strong> un gusto tipicamente romano: circa<br />

la metà delle corti a giar<strong>di</strong>no delle case <strong>di</strong> epoca romana in Grecia si trova infatti a Patrasso.<br />

16<br />

Sulla tipologia inconsueta <strong>della</strong> vasca BONINI 2006, 129, dove si afferma che gli altri esempi noti sono presenti solo in Occidente.<br />

17<br />

Per BONINI 2006, 189, è proprio l'associazione tra peristilio interno e vani <strong>di</strong> rappresentanza che su esso si aprono a segnare<br />

l'elemento <strong>di</strong>stintivo <strong>della</strong> casa "romana".<br />

18<br />

WALLACE-HADRILL 1994, 149–151, e SCOTT 1997a.<br />

19<br />

I letti dovevano essere <strong>di</strong>sposti lungo il rifascio monocromo con il tavolo al centro, sottolineato dall'emblema marmoreo; <strong>sul</strong>la<br />

sistemazione dei triclinia in particolare DUNBABIN 1996. Ai lati del triclinio si trovano due cubicula preceduti da un vestibolo: la presenza<br />

<strong>di</strong> tali vani ai lati delle sale da ricevimento, riservati a colloqui più intimi, risponde ad uno schema comune nell'e<strong>di</strong>lizia domestica <strong>di</strong> età<br />

me<strong>di</strong>o-imperiale: si vedano in proposito KONDOLEON 1995, 12–15 e ZACCARIA RUGGIU 1995, 401–403. Sulla funzione <strong>di</strong> questi vani<br />

anche RIGGSBY 1997.<br />

20<br />

DE MATTEIS 2004, 99–100, n.29. BONINI 2006, 61, sottolinea come sostanzialmente solo a Coo siano attestati mosaici figurati per la<br />

decorazione delle corti, contro l'uso generalizzato dei pavimenti musivi monocromi.<br />

21 ALBERTOCCHI 1993; DE MATTEIS 2004, 100–101, n.30.


M. Albertocchi – <strong>Considerazioni</strong> <strong>sul</strong> <strong>programma</strong> <strong>decorativo</strong> <strong>della</strong> <strong>'Casa</strong> <strong>Romana'</strong> <strong>di</strong> Coo: modelli dell'abitare tra impero e provincia<br />

Fig. 10 – Mosaico del peristilio XVIII<br />

(da DE MATTEIS 2004, tav. XXXV, 2).<br />

Fig. 12 – Mosaico del vano XXXIV<br />

(da DE MATTEIS 2004, tav. XXXVII, 1).<br />

Il pannello con combattimento tra animali, collocato in una posizione tale da poter essere ammirato<br />

specialmente da chi si trova nell'esedra che si affaccia <strong>sul</strong>la corte, resta isolato nel repertorio figurativo<br />

locale e molto raro in quello egeo più in generale 24 ; la presenza <strong>di</strong> un piccolo arco (probabilmente una<br />

postica) inserito sotto il corpo del cervo forse su richiesta del committente tende a suggerire l'allusione ad<br />

una venatio nell'arena (fig. 14) e dunque ad un possibile munus offerto dal proprietario <strong>della</strong> casa, o almeno<br />

alla sua adesione a tale sistema <strong>di</strong> valori propagan<strong>di</strong>stici 25 .<br />

Il tema marino del pavimento XVIII sembra invece strettamente legato alla funzione dell'ambiente in<br />

cui si trova: la fresca sistemazione del peristilio, ricco <strong>di</strong> acqua grazie all'ampia vasca addossata all'esedra,<br />

ricrea un'ambientazione naturalistica in chiave decorativa, in cui il motivo "acquatico" può sottendere anche<br />

22<br />

DE MATTEIS 2004, 101–103, nn. 32-33.<br />

23<br />

DE MATTEIS 2004, 101, n. 31.<br />

24<br />

Un'analisi del motivo <strong>della</strong> lotta tra animali, anche se incentrata su mosaici africani, è in PARRISH 1987; si veda anche THÉBERT 1986,<br />

304–306.<br />

25<br />

La caratteristica presenza del piccolo arco che allude ad un'ambientazione anfiteatrale avvicina il nostro mosaico ad un esempio dalla<br />

casa <strong>di</strong> Dioniso a Paphos, dove è raffigurata una silva: KONDOLEON 1995, 302–306. Su questo tipo <strong>di</strong> spettacolo AYMARD 1951, 189–<br />

196. La posizione stessa del mosaico ci pare significativa a riguardo: in Africa, dove il tema è molto comune, queste scene sono sempre<br />

nei pressi delle sale da ricevimento, con l'esplicità volontà <strong>di</strong> enfatizzare la virtus del padrone <strong>di</strong> casa in modo che sia visibile agli ospiti:<br />

PARRISH 1987, 127.<br />

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44<br />

Fig. 11 – Mosaico del vano XXXII<br />

(da DE MATTEIS 2004, tav. XXXVI, 2).<br />

Fig. 13 – Mosaico del triclinio XXXI<br />

(da DE MATTEIS 2004, tav. XXXVI, 1).


Fig. 14 – Dettaglio del mosaico <strong>della</strong> corte XV<br />

(foto autore).<br />

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Session: Expressions of Cultural Exchange in Roman Greece<br />

alla funzione vitale <strong>della</strong> casa, intesa come luogo <strong>di</strong><br />

riproduzione e sussistenza 26 . La posizione dei pannelli<br />

figurati sembra pensata in funzione <strong>di</strong> chi passeggiava<br />

all'ombra del porticato del peristilio, nonostante l'impostazione<br />

assiale del complesso sia comunque sottolineata<br />

dalla simmetria del pannello con nereide rispetto<br />

al centro del vano XXVI.<br />

Ricorrente nel repertorio figurativo <strong>della</strong> Casa è il<br />

tema dei felini, specialmente la tigre e il leopardo<br />

(presente in ben 4 pannelli musivi). Non è inutile ricordare<br />

che entrambi gli animali sono convenzionalmente<br />

associati alla sfera <strong>di</strong>onisiaca, del cui corteggio<br />

fanno parte: la tigre compare prevalentemente in scene<br />

bacchico-<strong>di</strong>onisiache e specialmente nel trionfo in<strong>di</strong>co<br />

del <strong>di</strong>o, dato che proprio dall'In<strong>di</strong>a egli l'avrebbe portata<br />

in Occidente; anche il leopardo compare in costante<br />

associazione con Dioniso, <strong>di</strong>venendone quasi un attributo,<br />

come il tirso o il cantaro 27 . E' dunque piuttosto<br />

probabile che tale costante riferimento suggerisca delle<br />

allusioni <strong>di</strong>onisiache, del resto già riconosciute in vicine<br />

<strong>di</strong>more coe, attraverso la decorazione scultorea e<br />

pittorica 28 .<br />

Le specificità dei mosaici del complesso spiccano<br />

nel panorama locale, specie per i temi rappresentati.<br />

Lorella de Matteis ha infatti recentemente<br />

sottolineato come, a fianco <strong>di</strong> motivi tipici <strong>della</strong> produzione<br />

in<strong>sul</strong>are come le teorie <strong>di</strong> delfini e pesci presenti<br />

nel fregio del pavimento del vano XVIII, siano qui presenti degli elementi innovativi rispetto ai temi preferiti<br />

dagli ateliers locali del periodo (seconda metà del III sec. d.C.), in particolare le figure dei felini 29 . La loro<br />

composizione è inoltre organizzata in scene isolate, estrapolate dalle più comuni scene <strong>di</strong> cacce o giochi<br />

gla<strong>di</strong>atori. Tali innovazioni sono giustamente ricondotte dalla stu<strong>di</strong>osa all'attività <strong>di</strong> una bottega che opera un<br />

deciso rinnovamento del proprio repertorio iconografico, forse in seguito all'apporto <strong>di</strong> artigiani <strong>di</strong> altra<br />

origine; il successo ottenuto dalla decorazione dell'e<strong>di</strong>ficio spiega verosimilmente l'adozione in chiave <strong>di</strong><br />

emulazione competitiva <strong>di</strong> scene analoghe, che vedono come protagonisti dei felini, in altre abitazioni non<br />

lontane da Casa Romana 30 .<br />

Affreschi e decorazione marmorea<br />

Il <strong>di</strong>spiego <strong>di</strong> luxuria <strong>della</strong> <strong>di</strong>mora è evidente già nei primi due nuclei che abbiamo <strong>di</strong>stinto, ma in<br />

particolare nella parte più interna <strong>della</strong> casa, quella incentrata attorno al viridarium. In questo settore<br />

l'ostentazione del lusso è <strong>di</strong>rettamente collegata all'immagine pubblica che si voleva fornire ai visitatori <strong>della</strong><br />

casa, dato il numero <strong>di</strong> sale adatte al ricevimento degli ospiti 31 . L'aspetto fastoso ri<strong>sul</strong>ta qui manifesto<br />

attraverso l'uso <strong>di</strong> costose crustae marmoree parietali, che rivestono anche i muri dell'ambulacro del<br />

26<br />

In proposito DARMON 1987.<br />

27<br />

Su questi temi si veda il saggio <strong>di</strong> DETIENNE 1987, 33–69.<br />

28<br />

Come la casa del Ratto <strong>di</strong> Europa e quella del Sileno: SIRANO 2004, 964–967; 2005, 156–157.<br />

29<br />

DE MATTEIS 2004, 197–198, 213–215.<br />

30<br />

Si veda in particolare il mosaico con leopardo conservato nel Castello <strong>di</strong> Ro<strong>di</strong> proveniente da una domus <strong>della</strong> città antica: DE<br />

MATTEIS 2004, 123–124, n. 51, dello stesso periodo cronologico dei nostri.<br />

31 Sulle implicazioni sociali del lusso ve<strong>di</strong> quanto detto a nota 9.<br />

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45


M. Albertocchi – <strong>Considerazioni</strong> <strong>sul</strong> <strong>programma</strong> <strong>decorativo</strong> <strong>della</strong> <strong>'Casa</strong> <strong>Romana'</strong> <strong>di</strong> Coo: modelli dell'abitare tra impero e provincia<br />

peristilio con un motivo a lesene modanate<br />

che scompartiscono pannelli rettangolari<br />

(fig. 15). Lo stesso tipo <strong>di</strong> rivestimento<br />

parietale si riscontra - sia in associazione<br />

con pavimenti musivi che in<br />

opus sectile - anche in cinque vani aperti<br />

<strong>sul</strong> peristilio (XXXIX, XXXVII, XXXIV,<br />

XXXVI e XXXI), <strong>di</strong> cui almeno tre svolgevano<br />

una funzione ricettiva. Tra questi,<br />

la decorazione <strong>di</strong> maggiore impegno è<br />

costituita da quella del vano XXXIX, con<br />

pannelli scompartiti da lesene corinzie.<br />

Alla decorazione parietale marmorea<br />

si affianca naturalmente quella pavimentale:<br />

4 vani <strong>della</strong> Casa sono arricchiti<br />

da una pavimentazione in opus<br />

sectile, e in tre casi si tratta <strong>di</strong> ambienti <strong>di</strong><br />

ricevimento, (come l'exedra XXVI, il vano<br />

XVII e il XXXV), posti in tutti e tre i nuclei<br />

ricettivi <strong>di</strong>stinti.<br />

Diversamente dal rivestimento<br />

parietale, dove i marmi utilizzati si limitano<br />

a quattro varietà e si ha sempre<br />

un'alternanza basata <strong>sul</strong>la bicromia, la<br />

gamma <strong>di</strong> marmi presenti nelle pavimentazioni<br />

<strong>della</strong> casa è abbastanza varia.<br />

Troviamo infatti un vasto impiego del<br />

rosso antico, del verde antico, del greco<br />

scritto e del cipollino, affiancati da altre<br />

varietà marmoree <strong>di</strong> maggior pregio, attestate<br />

solo negli emblemata al centro dei<br />

pavimenti.<br />

La decorazione marmorea, sia parietale che pavimentale, è comune ad altre domus dell'isola, e in<br />

Fig. 15 – Lesene marmoree dell'ambulacro del peristilio XXVIII<br />

(cortesia <strong>della</strong> Scuola Archeologica Italiana <strong>di</strong> Atene).<br />

Fig. 16 – Affresco parietale del vano XXI<br />

(cortesia <strong>della</strong> Scuola Archeologica Italiana <strong>di</strong> Atene).<br />

certi casi si rivela particolarmente magniloquente, come ad esempio nella più tarda casa <strong>di</strong> piazza<br />

Quadrata 32 . Va tuttavia sottolineato come la ricchezza <strong>di</strong> motivi attestati a Casa Romana non trovi adeguati<br />

confronti: tale <strong>di</strong>spiego <strong>di</strong> marmi sembra dunque comprensibile solo nell'ottica <strong>della</strong> ricerca <strong>di</strong> forme <strong>di</strong><br />

esibizione sempre più appariscenti e <strong>di</strong>fficili da emulare.<br />

Scarsamente impiegata è viceversa la decorazione parietale ad affresco: essa caratterizza soltanto<br />

un vano con probabili funzioni <strong>di</strong> ricevimento (XXI), dove compare una decorazione a pannelli con figure a<br />

grandezza naturale, <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile interpretazione a causa del cattivo stato <strong>di</strong> conservazione. Esse sono forse da<br />

identificare con personaggi eroici contrapposti in chiave simbolica, con una possibile allusione ad un<br />

insegnamento morale 33 (fig. 16). Nonostante i tipi iconografici e gli schemi compositivi siano piuttosto<br />

32 ROCCO 1996, 160, fig.365; BONINI 2006, 292–293. Non va <strong>di</strong>menticato inoltre il fatto che <strong>di</strong>verse abitazioni <strong>di</strong> epoca romana messe in<br />

luce dagli scavi dell'Ephoria greca presentano tracce <strong>di</strong> sectilia pavimentali: si vedano, nella rassegna <strong>di</strong> BONINI 2006, le schede relative<br />

a Coo 2-4 (289-291) e Coo 6-7 (294-297).<br />

33 LAURENZI 1936-37, 139, suggeriva <strong>di</strong> vedere nella figura ammantata un filosofo, contrapposto alla figura armata <strong>di</strong> spada raffigurata<br />

nella parete nord. Sulle immagini che fungono da exempla DARMON 1985.<br />

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46


Fig. 17 – Statuetta <strong>di</strong> Athena dal vano XVII<br />

(da ALBERTOCCHI 1997, fig. 234).<br />

XVII International Congress of Classical Archaeology, Roma 22-26 Sept. 2008<br />

Session: Expressions of Cultural Exchange in Roman Greece<br />

generici ed adattabili a personaggi <strong>di</strong>versi, è molto probabile che i<br />

nostri affreschi rientrino tra i prodotti <strong>della</strong> stessa bottega <strong>di</strong> decoratori che ha operato nelle case vicine,<br />

come quella del Sileno (dove si trova una figura <strong>di</strong> guerriero con asta tratta dallo stesso cartone <strong>di</strong> quella<br />

ammantata <strong>di</strong> Casa Romana 34 ) e del Ratto <strong>di</strong> Europa (dove ricorre il motivo dello sbuffo <strong>di</strong> tessuto del<br />

mantello vicino al braccio sinistro <strong>della</strong> figura 35 ).<br />

Ad eccezione del vano XXI, le altre tracce <strong>di</strong> decorazione pittorica <strong>della</strong> casa riguardano ambienti <strong>di</strong><br />

carattere privato o secondario, quali il cubiculum XXVII 36 e alcuni vani <strong>di</strong> servizio o <strong>di</strong> passaggio 37 .<br />

Decorazione scultorea<br />

Fig. 18 – Statuetta <strong>di</strong> ninfa dal peristilio<br />

XVIII (da ALBERTOCCHI 1997, fig. 221).<br />

Almeno nella fase <strong>di</strong> cui ci occupiamo, la decorazione scultorea interessava tutti e tre i nuclei <strong>di</strong><br />

rappresentanza <strong>della</strong> casa. Nel primo era presente solo una statuetta <strong>di</strong> Atena risalente ad epoca tardoellenistica<br />

e notevolmente danneggiata dal fuoco 38 (fig. 17). Essa doveva trovare posto nella banchina lungo<br />

il muro meri<strong>di</strong>onale del vano XVII.<br />

34<br />

La figura, ora piuttosto rovinata, è ben visibile in una foto d'archivio del fondo Morricone conservato presso gli archivi <strong>della</strong> Scuola<br />

Archeologica Italiana <strong>di</strong> Atene (n.414), scattata nel 1938.<br />

35<br />

Sulla decorazione pittorica <strong>della</strong> casa SIRANO 2005, 151–154. Un raffronto con la Casa del Ratto <strong>di</strong> Europa (vano XI, con medaglioni<br />

contenenti protomi femminili) è rappresentato anche dalla decorazione del vano XXXIV, con decorazione a tappeto all'interno <strong>di</strong> pannelli<br />

rettangolari, al centro dei quali si trovano dei medaglioni che dovevano ospitare una decorazione ora del tutto evanida.<br />

36<br />

Della funzione del vano a lato del triclinio abbiamo già detto (nota 19). Della decorazione ad affresco si conserva solo parte del<br />

pannello del paramento settentrionale, che ritrae un Erote nudo con una face capovolta nella mano destra: il tema, allusivo alla sfera<br />

erotica e nuziale, è perfettamente in sintonia con la funzione del vano.<br />

37<br />

Le tracce <strong>di</strong> decorazione pittorica <strong>di</strong> questi vani rientrano nei sistemi pittorici semplificati, con pannelli e scomparti: si veda in proposito<br />

STROCKA 1975. Interessante è la presenza, nello zoccolo del vano XVI, <strong>di</strong> aste cinte da fiocchi analoghe a quelle decoranti due vani<br />

<strong>della</strong> casa del Sileno e <strong>della</strong> casa del Ratto <strong>di</strong> Europa, per cui si veda SIRANO 1996, 138, fig.317. Un altro zoccolo decorato da aste con<br />

volute compare nella domus <strong>di</strong> proprietà Tsocha: KANTZIA 1988, 637–639, tav.379b: è chiaro pertanto che si tratta <strong>di</strong> un motivo<br />

ornamentale favorito dalle officine locali.<br />

38<br />

ALBERTOCCHi 1997, 122.<br />

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47<br />

Fig. 19 – Statuetta <strong>di</strong> ninfa dal peristilio<br />

XVIII (da ALBERTOCCHI 1997, fig. 222).


M. Albertocchi – <strong>Considerazioni</strong> <strong>sul</strong> <strong>programma</strong> <strong>decorativo</strong> <strong>della</strong> <strong>'Casa</strong> <strong>Romana'</strong> <strong>di</strong> Coo: modelli dell'abitare tra impero e provincia<br />

Fig. 20 – Statuetta <strong>di</strong> ninfa dal peristilio<br />

XVIII (da ALBERTOCCHI 1997, fig. 223).<br />

Nel secondo nucleo furono<br />

rinvenute altre statuette marmoree:<br />

una raffigurante una ninfa stante,<br />

una (o due) <strong>di</strong> ninfa seduta, un<br />

satiro con siringa e una statuetta <strong>di</strong><br />

Urania tipo Francoforte 39 (figg. 18-<br />

22). Dagli scarni dati <strong>di</strong> rinvenimento<br />

è possibile arguire che le figure<br />

fossero poste su pilastrini attorno<br />

alla vasca del peristilio XVII, decorato a mosaico. Di particolare<br />

interesse è l'osservazione recentemente formulata che le figure delle<br />

ninfe <strong>di</strong>pendano da un noto gruppo prassitelico <strong>di</strong> Pan con Ninfe e<br />

Danae, gruppo nel quale erano forse sistemate nella collocazione<br />

originaria 40 .<br />

Nel viridarium posto nella parte posteriore <strong>della</strong> casa erano collocate infine una statuetta <strong>di</strong> Eros tipo<br />

Fig. 23 – Statuetta <strong>di</strong> Eros dal peristilio<br />

XXVIII (da ALBERTOCCHI 1997, fig. 228).<br />

Parion, un ritratto <strong>di</strong> Alessandro Magno, un'Afro<strong>di</strong>te armata, un'erma <strong>di</strong> Eracle, una Tyche e un rilievo<br />

eroico 41 (figg. 23-28). A tali rinvenimenti vanno aggiunte un'altra erma frammentaria <strong>di</strong> Hermes, che doveva<br />

fare da pendant a quella conservata, e una statuina <strong>di</strong> Asclepio, andata perduta durante la seconda guerra<br />

mon<strong>di</strong>ale 42 .<br />

39 Su queste statuette ALBERTOCCHI 1997, 120–121.<br />

40 Le statuette femminili, già identificate come ninfe, erano state in un secondo tempo ricondotte ad immagini <strong>di</strong> Afro<strong>di</strong>te; la convincente<br />

attribuzione <strong>di</strong> CORSO 2004, 297–303, rende ora preferibile tornare alla definizione <strong>di</strong> ninfe.<br />

41 Per un rapido commento a questi pezzi ALBERTOCCHI 1997, 121–122.<br />

42 ALBERTOCCHI 1997, 120 e 123.<br />

Fig. 21 – Statuetta <strong>di</strong> satiro dal<br />

peristilio XVIII<br />

(da ALBERTOCCHI 1997, fig. 225).<br />

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48<br />

Fig. 22 – Statuetta <strong>di</strong> Urania dal peristilio<br />

XVIII (da ALBERTOCCHI 1997, fig. 224).<br />

Fig. 24 – Testina <strong>di</strong> Alessandro Magno dal<br />

peristilio XXVIII<br />

(da ALBERTOCCHi 1997, fig. 229).


Fig. 25 – Statuetta <strong>di</strong> Afro<strong>di</strong>te armata<br />

dal peristilio XXVIII<br />

(da ALBERTOCCHI 1997, fig. 227).<br />

Fig. 26 – Erma <strong>di</strong> Eracle dal peristilio<br />

XXVIII<br />

(da ALBERTOCCHI 1997, fig. 230).<br />

XVII International Congress of Classical Archaeology, Roma 22-26 Sept. 2008<br />

Session: Expressions of Cultural Exchange in Roman Greece<br />

Il significato attribuibile ai due gruppi <strong>di</strong> sculture sembra mutare a<br />

seconda del contesto in cui erano poste. Nel peristilio XVIII prevalgono<br />

dei temi figurativi <strong>di</strong> carattere <strong>decorativo</strong> e adatti alla caratterizzazione<br />

<strong>di</strong> ambientazioni "naturali", anche se il riferimento all'opera<br />

e all'estetica prassitelica sembra abbastanza trasparente 43 .<br />

Nel peristilio maggiore le figure rappresentate appaiono più<br />

<strong>di</strong>versificate. Se l'erma (con il suo probabile pendant) appartiene ad<br />

un comune repertorio ornamentale, le tre riproduzioni <strong>di</strong> note opere<br />

prassiteliche e lisippee dovevano certamente suscitare interesse nel<br />

visitatore, anche in virtù del richiamo ad un periodo artistico ben<br />

connotato nella storia dell'isola 44 . Apparentemente isolate appaiono<br />

invece la raffigurazione <strong>di</strong> Tyche e il più antico rilievo eroico, che<br />

sembrano piuttosto da attribuire al patrimonio domestico: il confronto<br />

con rinvenimenti analoghi da altri contesti abitativi, come Corinto ed<br />

Efeso, induce nel secondo caso a ritenere che si tratti <strong>di</strong> un'ere<strong>di</strong>tà<br />

familiare, possibile arredo <strong>di</strong> culto, affiancata dalla beneauspicante<br />

statuetta <strong>di</strong> Tyche 45 .<br />

Fig. 28 – Statuetta <strong>di</strong> Tyche dal peristilio XXVIII<br />

(da ALBERTOCCHI 1997, fig. 231).<br />

43<br />

L'identificazione citata <strong>di</strong> CORSO 2004, 297–303, rende verosimile ritenere che il ricordo dell'opera prassitelica, sia pure frammentata,<br />

fosse ancora vivo. Si vedano anche le considerazioni <strong>di</strong> SIRANO 2004, 975.<br />

44<br />

Si veda SIRANO 2004, 976, dove si rimarca come le allusioni all'arte prassitelica siano esplicite nella decorazione scultorea <strong>di</strong> questo<br />

nucleo <strong>della</strong> casa, grazie alle riproduzioni delle statue dell'Eros tipo Parion e all'Afro<strong>di</strong>te Pselioumene, entrambe note opere dell'artista<br />

coo.<br />

45<br />

Per Corinto si veda la collezione composta da nove statuette rinvenute in un piccolo vano <strong>di</strong> una importante <strong>di</strong>mora, identificabile<br />

forse come un sacello domestico, pubblicata da STIRLING 2008; per Efeso in particolare THÜR 2005: dall'unità abitativa 4 proviene un<br />

rilievo funerario molto simile al nostro, e sono qui ricordati esempi analoghi in area egea.<br />

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49<br />

Fig. 27 – Rilievo eroico con banchettante dal<br />

peristilio XXVIII<br />

(da ALBERTOCCHI 1997, fig. 233).


M. Albertocchi – <strong>Considerazioni</strong> <strong>sul</strong> <strong>programma</strong> <strong>decorativo</strong> <strong>della</strong> <strong>'Casa</strong> <strong>Romana'</strong> <strong>di</strong> Coo: modelli dell'abitare tra impero e provincia<br />

Di notevole interesse è, oltre alla scelta delle figure rappresentate su cui è ora impossibile <strong>di</strong>lungarci,<br />

il significato da attribuire all'ensemble scultoreo.<br />

Le nostre statuette coprono un range cronologico che va dagli inizi del III sec. a.C. al I d.C., e la loro<br />

collocazione nelle aree <strong>di</strong> rappresentanza <strong>della</strong> casa è certamente secondaria 46 . Come già suggerito, la<br />

spiegazione più verosimile a tale fenomeno è che le statuette appartenessero alla decorazione <strong>della</strong> <strong>di</strong>mora<br />

<strong>di</strong> epoca tardo-ellenistica, e siano state conservate come una "collezione antiquaria" dai <strong>di</strong>scendenti o dai<br />

nuovi proprietari risiedenti nella casa in epoca imperiale, in analogia con altri casi noti 47 .<br />

Conclusioni<br />

Abbiamo dunque riassunto le caratteristiche dei nuclei <strong>di</strong> rappresentanza <strong>della</strong> casa, da cui<br />

emergono delle in<strong>di</strong>cazioni <strong>sul</strong>le <strong>di</strong>fferenze funzionali delle tre zone:<br />

1) la prima sembra qualificarsi come una fastosa area ricettiva, con una connotazione<br />

autocelebrativa del proprietario segnatamente nella decorazione musiva;<br />

2) la seconda ha piuttosto l'aspetto <strong>di</strong> un'area semipubblica, dove viene ricreato un ambiente<br />

naturale in chiave decorativa;<br />

3) la terza infine è chiaramente destinata all'accoglienza <strong>di</strong> ospiti selezionati, che dovevano rimanere<br />

colpiti dall'originalità <strong>della</strong> sistemazione e dalla forma magniloquente dell'apparato <strong>decorativo</strong> grazie<br />

all'abbondante uso del marmo.<br />

In base alla rassegna condotta è indubbio che nella casa nel II-III sec. d.C. venga fatto ampio<br />

<strong>di</strong>spiego <strong>di</strong> luxuria, specialmente per quanto riguarda l'arredo marmoreo ma anche per alcune scelte<br />

architettoniche. A tale fenomeno si affianca la decisa affermazione <strong>di</strong> elementi innovativi, in particolare per<br />

quanto riguarda i motivi rappresentati nei pavimenti musivi e la sistemazione a giar<strong>di</strong>no dell'ampio peristilio<br />

maggiore. Proprio a tal proposito la casa rappresenta un modello da emulare da parte dei proprietari <strong>di</strong> altre<br />

domus poste nell'area residenziale a Sud del decumano, sia per la decorazione musiva che per quella<br />

marmorea.<br />

Abbiamo infine identificato un certo gusto antiquario che sembra caratterizzare la scelta delle gallerie<br />

<strong>di</strong> statuette poste nei nuclei rappresentativi <strong>della</strong> casa 48 . Tale gusto si rifletterebbe anche nella scelta <strong>di</strong><br />

collocare al centro del pavimento marmoreo del vano XVII l'emblema musivo con pesci <strong>di</strong> epoca<br />

tardoellenistica.<br />

In base a queste osservazioni si può tentare <strong>di</strong> tracciare un profilo dei suoi abitanti, anche in<br />

assenza <strong>di</strong> una documentazione epigrafica che possa confermare le nostre suggestioni.<br />

Naturalmente in<strong>di</strong>mostrabile è l'ipotesi <strong>di</strong> Bouraselis <strong>sul</strong>la possibile associazione <strong>della</strong> <strong>di</strong>mora con la<br />

famiglia degli Spe<strong>di</strong>i, gens <strong>di</strong> umile origine che ha rivestito, sotto il segno <strong>della</strong> mobilità sociale, importanti<br />

cariche nella Coo del periodo 49 . Siamo tuttavia convinti del fatto che gli abitanti <strong>della</strong> casa appartenessero ad<br />

una analoga famiglia locale <strong>di</strong> parvenues, attenta all'ostentazione del lusso come veicolo <strong>di</strong> affermazione <strong>di</strong><br />

uno status e alla scelta <strong>di</strong> elementi innovativi che potessero manifestare la propria adesione a modelli <strong>di</strong><br />

stampo romano ampiamente <strong>di</strong>ffusi nel mondo provinciale, ben <strong>di</strong>versamente da coloro che risiedevano<br />

nelle case alle pen<strong>di</strong>ci dell'Acropoli per cui il recupero <strong>di</strong> dotte tra<strong>di</strong>zioni in<strong>sul</strong>ari costituiva un chiaro segno<br />

<strong>di</strong>stintivo 50 .<br />

46<br />

Sul problema si veda nel dettaglio ALBERTOCCHI 1997, specie 123–124. Le statuette sono per la maggior parte databili tra il II e il I<br />

sec. a.C.; riconducibili al primo periodo imperiale sono la figura del satiro e la Tyche.<br />

47<br />

Opinione espressa in ALBERTOCCHI 1997, 124, e ripresa da SIRANO 2004, 975.<br />

48<br />

Sul fenomeno dell'evidente conservatorismo che caratterizza l'élite coa d'età imperiale, visto sotto l'aspetto epigrafico, si veda anche<br />

l'intervento <strong>di</strong> G. Vallarino ("De<strong>di</strong>che altoimperiali da Kos per i Theoi Patrooi"), in questa sede.<br />

49<br />

L'ipotesi conclude una interessante ricostruzione <strong>della</strong> famiglia degli Spe<strong>di</strong>i, che trae origine da negotiatores italici inse<strong>di</strong>ati in area<br />

egea: BURASELIS 2000, 119–121.<br />

50 SIRANO 2004, 967, 979.<br />

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50


XVII International Congress of Classical Archaeology, Roma 22-26 Sept. 2008<br />

Session: Expressions of Cultural Exchange in Roman Greece<br />

Ringraziamenti<br />

Desidero ringraziare il precedente Direttore <strong>della</strong> Scuola Archeologica Italiana <strong>di</strong> Atene, Prof. A.Di Vita, per avermi<br />

affidato lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> questo e<strong>di</strong>ficio, e l'attuale <strong>di</strong>rettore Prof. E.Greco per aver incoraggiato la pubblicazione del lavoro,<br />

frutto degli esaltanti anni dell'alunnato ateniese.<br />

Bibliografia<br />

Bollettino <strong>di</strong> Archeologia on line I 2010/ Volume speciale C / C9 / 4 Reg. Tribunale Roma 05.08.2010 n. 330 ISSN 2039 - 0076<br />

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51<br />

Marina Albertocchi<br />

Università Ca' Foscari <strong>di</strong> Venezia<br />

Via Pagano Doria, 7/9<br />

16126 Genova<br />

E-mail: m.albertocchi@alice.it<br />

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