Le stele di Bologna di V secolo a.C.: modelli iconografici tra Grecia ...

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Fig. 5 – Bologna, museo Civico Archeologico, stele n. 164. XVII International Congress of Classical Archaeology, Roma 22-26 Sept. 2008 Session: Testo, immagine, comunicazione: immagine come linguaggio committente: dal grado zero, per così dire, rappresentato da figure prive di ogni riferimento simbolico, alla comparsa di elementi dionisiaci e del richiamo al mare all'interno delle cornici, alla presenza di animali liminari coi quali il defunto talvolta si scontra. Purtroppo ogni tentativo di valutare diacronicamente questa gamma di espressione è inficiato dalla datazione approssimativa, e il più delle volte basata su considerazioni di natura stilistica, che si può assegnare a ciascun esemplare. Il sistema di autorappresentazione che domina questo nutrito gruppo di monumenti è dunque fondato principalmente sull'articolazione sociale, ma la morte spesso è sentita e visualizzata come esperienza che modifica la condizione umana e conduce verso un'altra dimensione, sovente di natura dionisiaca. Ed è proprio il processo di mutamento generato dalla morte mediante il percorso compiuto per raggiungere l'aldilà il vero filo rosso che, al di là delle diversità di redazione, unifica l'intera produzione delle stele e che all'interno del secondo filone di monumenti, quello più curato e monumentale, si esplicita secondo modalità certamente più articolate ma pur sempre coerenti rispetto ai codici espressivi individuati nel gruppo più modesto. Il tema del viaggio su carro, com’ è noto, contraddistingue questi monumenti sui quali ha una voluta ambiguità seman- Tav. 2 – Stele con il tema del viaggio su carro. Bollettino di Archeologia on line I 2010/ Volume speciale D / D2 / 5 Reg. Tribunale Roma 05.08.2010 n. 330 ISSN 2039 - 0076 www.archeologia.beniculturali.it/pages/pubblicazioni.html 39

E. Govi - Le stele di Bologna di V sec. a.C.: modelli iconografici tra Grecia ed Etruria tica: indubbiamente enfatizza la condizione sociale elevata del defunto evocando l'immagine di antica tradizione aristocratica del trionfo nel caso dell'uomo e della processione nuziale nel caso della donna 7 (fig. 5), tuttavia il tema sulle stele si carica di ulteriori e ben più pregnanti significati, esplicitati da una serie di segni iconici che ne chiariscono la percezione anche in chiave funeraria e talora escatologica. Non occorre qui soffermarsi su tali elementi (demoni psicopompi, cavalli alati, Caronti e altro) già noti ed in altra sede meglio esaminati 8 , mentre sembra utile sottolineare che se si esaminano le 45 redazioni del viaggio su carro si coglie un articolato sistema di schemi iconografici (tav. 2) che presuppone una scala di valori non solo di ordine sociale ma anche ideologico la quale, nel rispetto della primaria distinzione operata per sessi, rivela i diversi livelli di percezione individuale della morte intesa come transito verso l'aldilà: dal semplice viaggio reso senza espliciti riferimenti funerari, al transito assistito da esseri oltremondani, al viaggio metafora di eroizzazione e apoteosi esplicitato dai cavalli alati, al passaggio verso una dimensione dionisiaca prefigurata dalle diverse epifanie del dio. Il modello iconografico funzionale all'elaborazione di questo tema sulle stele può essere ravvisato più che nella tradizione figurativa arcaica etrusca, che pure nella seconda metà del V secolo poteva essere recuperata dall'élite cittadina, nelle scene di viaggio su carro, di frequente guidato da cavalli alati, che proprio nel corso del V secolo si diffondono sulla ceramica attica 9 e agli inizi del secolo successivo su quella apula. I protagonisti di questi viaggi celesti, spesso con- testualizzati dal riferimento al mare e scortati dalla figura di Hermes o di Nike, sono Nyx, le personificazioni degli Astri 10 (Selene, Helios) (figg. 6-7), Nike 11 e soprattutto Eos 12 (fig. 8), ma lo schema iconografico è adottato significativamente anche per l'apoteosi di Herakles 13 (fig. 9). Pare quindi indubbio che la matrice del linguaggio figurativo adottato dagli scalpellini bolognesi per il tema del viaggio su carro sia proprio quell'immaginario greco, veicolato dalla ceramica attica, che come vedremo tra breve si prestava assai bene a rendere l'ideologia funeraria dei committenti posti ai vertici della comunità cittadina. Per meglio comprendere il valore semantico di questo tema e l'eventuale processo di rifunzionalizzazione in chiave funeraria è necessario va- 7 CERCHIAI 1995, 377; MAGGIANI 2003, 164-165. 8 SASSATELLI, GOVI 2009. 9 MAGGIANI 2003, 167. 10 KARUSU, in LIMC II, 1984, s.v. Astra, 904-27, in particolare 907-909 e 912-917. 11 CVA Baltimore 1, 17, fig. 5.1, pl. 21, 1-4. 12 WEISS, in LIMC III, 1986, s.v. Eos, 747-89, in particolare 753-757. 13 BOARDMAN, in LIMC V, 1990, s.v. Herakles, 126-132. Fig. 6 – Atene, Museo Nazionale, cratere attico a.f.r., inizi del IV secolo a.C. (da LIMC II, s.v. Astra, 676 n. 40). Fig. 7 – Detroit, Institute of Arts, cratere attico a. f.r., attorno al 480 a.C. (da LIMCV s.v. 632 Helios, n. 14). Bollettino di Archeologia on line I 2010/ Volume speciale D / D2 / 5 Reg. Tribunale Roma 05.08.2010 n. 330 ISSN 2039 - 0076 www.archeologia.beniculturali.it/pages/pubblicazioni.html 40

Fig. 5 – <strong>Bologna</strong>, museo Civico Archeologico, <strong>stele</strong> n. 164.<br />

XVII International Congress of Classical Archaeology, Roma 22-26 Sept. 2008<br />

Session: Testo, immagine, comunicazione: immagine come linguaggio<br />

committente: dal grado zero, per così <strong>di</strong>re, rappresentato<br />

da figure prive <strong>di</strong> ogni riferimento simbolico, alla comparsa<br />

<strong>di</strong> elementi <strong>di</strong>onisiaci e del richiamo al mare all'interno<br />

delle cornici, alla presenza <strong>di</strong> animali liminari coi quali il<br />

defunto talvolta si scon<strong>tra</strong>. Purtroppo ogni tentativo <strong>di</strong> valutare<br />

<strong>di</strong>acronicamente questa gamma <strong>di</strong> espressione è<br />

inficiato dalla datazione approssimativa, e il più delle volte<br />

basata su considerazioni <strong>di</strong> natura stilistica, che si può<br />

assegnare a ciascun esemplare. Il sistema <strong>di</strong> autorappresentazione<br />

che domina questo nutrito gruppo <strong>di</strong> monumenti<br />

è dunque fondato principalmente sull'articolazione<br />

sociale, ma la morte spesso è sentita e visualizzata<br />

come esperienza che mo<strong>di</strong>fica la con<strong>di</strong>zione umana<br />

e conduce verso un'al<strong>tra</strong> <strong>di</strong>mensione, sovente <strong>di</strong><br />

natura <strong>di</strong>onisiaca. Ed è proprio il processo <strong>di</strong> mutamento<br />

generato dalla morte me<strong>di</strong>ante il percorso compiuto per<br />

raggiungere l'al<strong>di</strong>là il vero filo rosso che, al <strong>di</strong> là delle <strong>di</strong>versità<br />

<strong>di</strong> redazione, unifica l'intera produzione delle <strong>stele</strong><br />

e che all'interno del secondo filone <strong>di</strong> monumenti, quello<br />

più curato e monumentale, si esplicita secondo modalità<br />

certamente più articolate ma pur sempre coerenti rispetto<br />

ai co<strong>di</strong>ci espressivi in<strong>di</strong>viduati nel gruppo più modesto. Il<br />

tema del viaggio su carro, com’ è noto, con<strong>tra</strong>d<strong>di</strong>stingue<br />

questi monumenti sui quali ha una voluta ambiguità seman-<br />

Tav. 2 – Stele con il tema del viaggio su carro.<br />

Bollettino <strong>di</strong> Archeologia on line I 2010/ Volume speciale D / D2 / 5 Reg. Tribunale Roma 05.08.2010 n. 330 ISSN 2039 - 0076<br />

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