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Appunti del corso di Economia dei mercati agricoli

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Integrazione ed economia contrattuale<br />

Nella ven<strong>di</strong>ta <strong>dei</strong> prodotti:<br />

atomizzazione <strong>del</strong>l’offerta<br />

concentrazione <strong>del</strong>la domanda<br />

Nell’acquisto <strong>dei</strong> mezzi <strong>di</strong> produzione:<br />

atomizzazione <strong>del</strong>la domanda<br />

concentrazione <strong>del</strong>l’offerta<br />

Gli agricoltori hanno scarso potere contrattuale rispetto alle altre categorie <strong>di</strong> impren<strong>di</strong>tori.<br />

potere contrattuale Capacità <strong>di</strong> un operatore commerciale <strong>di</strong> trattare per stabilire accor<strong>di</strong> a lui più<br />

favorevoli, nonché <strong>di</strong> poter influire sui mutamenti orientandoli nella <strong>di</strong>rezione voluta.<br />

per aumentare il<br />

potere contrattuale<br />

degli agricoltori<br />

interventi <strong>del</strong>lo<br />

Stato e <strong>del</strong>la CEE<br />

Contratti <strong>di</strong> produzione<br />

contratto<br />

<strong>di</strong> produzione<br />

contratti<br />

<strong>di</strong> produzione<br />

vantaggi per<br />

l’agricoltore<br />

vantaggi per<br />

l’industria<br />

trasformazione <strong>del</strong><br />

processo <strong>di</strong>stributivo<br />

concentrazione<br />

<strong>del</strong>l’offerta<br />

contratti <strong>di</strong> produzione<br />

integrazione verticale ed orizzontale<br />

politica associazionistica<br />

norme a tutela <strong>di</strong> alcuni prodotti (oli <strong>di</strong> oliva, formaggi, vini DOC, ecc.)<br />

finanziamenti per potenziare le strutture <strong>di</strong> trasformazione e commercializzazione<br />

<strong>di</strong>sciplina <strong>dei</strong> prezzi per stabilizzare i <strong>mercati</strong><br />

agevolazioni a favore <strong>del</strong>le associazioni <strong>di</strong> produttori<br />

Impegno temporale <strong>di</strong> un’impresa a produrre un determinato prodotto per un’altra<br />

impresa che si impegna ad acquistarlo. Le imprese rimangono autonome.<br />

latte<br />

verdure<br />

ortaggi<br />

barbabietola da zucchero<br />

uva da vino<br />

tabacco<br />

certezza <strong>del</strong> red<strong>di</strong>to<br />

tipica situazione da oligopolio <strong>di</strong> domanda<br />

tipica situazione da oligopolio <strong>di</strong> offerta<br />

consulenza e fornitura <strong>di</strong> materie prime <strong>di</strong> qualità adeguata (sementi, concimi, ecc.)<br />

possibilità <strong>di</strong> finanziamento anticipato<br />

certezza <strong>del</strong>l’approvvigionamento<br />

possibilità <strong>di</strong> programmare i flussi <strong>di</strong> prodotto per utilizzare in modo ottimale gli<br />

impianti e la manodopera <strong>di</strong>sponibile (costi fissi)<br />

possibilità <strong>di</strong> controllare la qualità <strong>del</strong> prodotto<br />

Prof. Alberto Santarelli <strong>Appunti</strong> <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> <strong>dei</strong> <strong>mercati</strong> <strong>agricoli</strong> 1


specifiche<br />

<strong>del</strong> contratto<br />

carattere costitutivo (si instaura un rapporto che<br />

prima non c’era)<br />

carattere temporale (il contratto ha durata limitata)<br />

consensualità (il contratto ha valore se entrambe<br />

le parti danno il loro consenso)<br />

commutatività (i contraenti riconoscono vantaggi<br />

e svantaggi)<br />

superficie investita<br />

qualità <strong>del</strong> prodotto (umi<strong>di</strong>tà <strong>del</strong>la granella,<br />

residui antiparassitari, ecc.)<br />

raccolta e trasporto (a carico <strong>del</strong> produttore<br />

o <strong>del</strong>l’industria)<br />

prezzo, fissato in anticipo sulla base <strong>di</strong><br />

standard qualitativi<br />

fornitura <strong>del</strong> seme<br />

fornitura <strong>del</strong>le altre materie prime<br />

consulenza<br />

Integrazione verticale ed orizzontale<br />

pagamento (alla consegna, a 30 – 60 giorni, ecc.)<br />

Integrazione Si ha integrazione quando imprese <strong>di</strong>verse creano forme <strong>di</strong> collaborazione intese a<br />

raggiungere più facilmente scopi comuni.<br />

Integrazione<br />

verticale<br />

Si ha quando un’impresa (integrante) esercita un controllo su altre imprese (integrate)<br />

attraverso la costituzione <strong>di</strong> un circuito integrato <strong>di</strong> produzione. Le imprese rimangono<br />

autonome.<br />

Esempio: azienda mangimistica che fornisce gli alimenti, i pulcini, l’assistenza veterinaria, la consulenza e la<br />

commercializzazione <strong>del</strong> prodotto, agricoltore che fornisce strutture, lavoro e sorveglianza.<br />

Integrazione<br />

verticale<br />

totale: l’agricoltore fornisce solo le strutture e la sorveglianza, il lavoro è<br />

completamente meccanizzato o, comunque non compete a lui<br />

parziale: l’agricoltore<br />

fornisce lavoro e/o<br />

altri fattori produttivi<br />

a monte: ad esempio integrazione con il mangimificio<br />

a valle: ad esempio integrazione con il macellatore<br />

NB: nell’integrazione verticale, l’impresa che assume i poteri decisionali è anche quella che si assume i<br />

rischi <strong>del</strong>la produzione (e il relativo ±T)<br />

vantaggi offerti<br />

dall’integrazione<br />

verticale<br />

elementi contrattuali<br />

strettamente giuri<strong>di</strong>ci<br />

elementi contrattuali<br />

tecnico - economici<br />

razionalizzazione <strong>del</strong> processo produttivo e <strong>del</strong>la commercializzazione con<br />

riduzione <strong>dei</strong> costi<br />

veloce adattamento <strong>del</strong>le imprese<br />

effetto <strong>del</strong>la consulenza operata<br />

dall’impresa integrante, che può<br />

agricole al mutamento <strong>del</strong>la domanda permettersi <strong>di</strong> utilizzare allo scopo<br />

veloce adattamento <strong>del</strong>le imprese<br />

agricole al progresso tecnologico<br />

mezzi d’indagine appropriati; per<br />

il singolo agricoltore sarebbe <strong>di</strong>fficile<br />

perseguire questi obiettivi.<br />

Prof. Alberto Santarelli <strong>Appunti</strong> <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> <strong>dei</strong> <strong>mercati</strong> <strong>agricoli</strong> 2


Integrazione<br />

orizzontale<br />

Esempio classico: le cooperative.<br />

vantaggi offerti<br />

dall’integrazione<br />

orizzontale<br />

Integrazione<br />

ortogonale<br />

(o mista)<br />

Si ha quando più imprese appartenenti alla stessa fase <strong>del</strong> processo produttivo si<br />

integrano per aumentare la loro <strong>di</strong>mensione economica (economie <strong>di</strong> scala)<br />

maggior potere contrattuale sul mercato (sia nella ven<strong>di</strong>ta <strong>dei</strong> prodotti, sia<br />

nell’acquisto <strong>del</strong>le materie prime)<br />

possibilità <strong>di</strong> trasformare i prodotti prima <strong>del</strong>la ven<strong>di</strong>ta (incremento <strong>del</strong> valore<br />

aggiunto)<br />

consulenza e assistenza tecnica, giuri<strong>di</strong>ca e amministrativa agli associati<br />

Si ha quando più imprese già integrate orizzontalmente (cooperative) si integrano con<br />

un’impresa a valle per la ven<strong>di</strong>ta <strong>del</strong> prodotto o con un’impresa a monte per la fornitura <strong>di</strong><br />

materie prime<br />

Esempi Cooperativa <strong>di</strong> produttori che si accorda con una catena <strong>di</strong>stributiva (supermercato) o un<br />

esportatore per la ven<strong>di</strong>ta <strong>dei</strong> prodotti.<br />

Cooperativa <strong>di</strong> produttori che si accorda con un’industria chimica per la fornitura <strong>di</strong> concimi e/o<br />

prodotti antiparassitari a prezzo conveniente.<br />

L’economia contrattuale<br />

Contratti <strong>di</strong><br />

produzione<br />

Azienda integrante: si assicura la fornitura secondo quantità, qualità e prezzo<br />

prestabiliti; può pianificare facilmente la sua attività produttiva e commerciale.<br />

Agricoltore: si assicura la ven<strong>di</strong>ta e il prezzo prima ancora <strong>di</strong> aver messo in atto la<br />

produzione.<br />

Norme Legge 16 / 03 / 1988 n. 88 in recepimento <strong>del</strong>le <strong>di</strong>rettive comunitarie<br />

attività agricole a forte<br />

integrazione contrattuale<br />

attività agricole a bassa<br />

integrazione contrattuale<br />

• previsti incentivi per le imprese che utilizzano contratti <strong>di</strong> coltivazione<br />

• gli accor<strong>di</strong> con le imprese commerciali e/o <strong>di</strong> trasformazione devono essere conclusi<br />

dalle Associazioni Nazionali <strong>dei</strong> produttori <strong>agricoli</strong> o dalle loro Unioni Regionali.<br />

barbabietola da zucchero<br />

patata<br />

leguminose da granella<br />

avi – cunicoli<br />

suini<br />

bovini<br />

ovini<br />

caprini<br />

Prof. Alberto Santarelli <strong>Appunti</strong> <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> <strong>dei</strong> <strong>mercati</strong> <strong>agricoli</strong> 3


Forme organizzative ed associative in agricoltura<br />

Con l’affermazione <strong>del</strong>le teorie fisiocratiche, nel ‘700, si cominciò a sviluppare in Europa un interesse verso<br />

la costituzione <strong>di</strong> organizzazioni agricole.<br />

sintesi<br />

storica<br />

Accademie <strong>di</strong> agricoltura (fine XVIII sec.)<br />

Riscoprono e stu<strong>di</strong>ano gli unici trattati <strong>di</strong> agricoltura elaborati fino a quel momento, ovvero<br />

quelli risalenti all’Antica Roma, come la Naturalis Historia <strong>di</strong> Plinio il Vecchio, il De Agricoltura<br />

<strong>di</strong> Catone, l’arte <strong>del</strong>la misurazione <strong>dei</strong> campi <strong>di</strong> Sesto Giulio Frontino, gli scritti <strong>di</strong> Columella<br />

(anche lui scrisse un De re rustica).<br />

Comizi agrari e Cattedre ambulanti <strong>di</strong> agricoltura (XIX – XX sec.)<br />

I comizi agrari furono una istituzione creata nell'ottocento in Italia a sostegno <strong>del</strong>l'agricoltura e<br />

per la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> tecniche e innovazioni in campo agricolo.<br />

Istituiti dal Regio Decreto 3452 <strong>del</strong> 23 <strong>di</strong>cembre 1866, dovevano aver sede in ogni capoluogo<br />

<strong>di</strong> circondario. Dovevano mantenersi con i contributi <strong>dei</strong> soci e l'aiuto <strong>del</strong>le pubbliche istituzioni.<br />

Era la ripresa <strong>di</strong> istituzioni più antiche come quelle aderenti all'Associazione Agraria <strong>di</strong> Torino.<br />

I comizi più attivi crearono una cattedra ambulante, stipen<strong>di</strong>ando un laureato in scienze agrarie<br />

che tenesse conferenze nei borghi rurali <strong>del</strong>la provincia illustrando le nuove metodologie<br />

agricole. I più famosi cattedratici ambulanti, Tito Poggi, Giovanni Bizzozero, Vittorio Peglion,<br />

furono i primi alfieri, sul campo, <strong>del</strong> rinnovamento <strong>del</strong>l'agricoltura italiana.<br />

Particolare importanza ha avuto il Comizio agrario <strong>di</strong> Cremona, città dove appunto è de<strong>di</strong>cata<br />

una via a tale istituzione. Tranne rare eccezioni, soprattutto nella pianura padana, i Comizi<br />

Agrari ebbero vita stentata, sostituiti, poi, dai più vitali Consorzi Agrari, costituiti in forma <strong>di</strong><br />

società cooperative.<br />

Il Comizio agrario <strong>di</strong> Piacenza nel 1885 creò una Sezione per gli acquisti collettivi curata da<br />

Giovanni Ranieri che fu il nucleo, appunto <strong>del</strong> futuro Consorzio Agrario <strong>di</strong> Piacenza e <strong>di</strong> tutta la<br />

Federconsorzi.<br />

L'origine <strong>del</strong> nome "Comizi agrari" viene dal francese. I primi esempi furono <strong>del</strong> 1788, ma<br />

soppressi nel 1793 quando tutte le organizzazioni, siano esse corporative o meno, erano viste<br />

come sospette.<br />

Nella promozione <strong>del</strong>le Cattedre ambulanti, i Comizi agrari vennero sostituiti in seguito dai<br />

Consorzi Agrari e <strong>del</strong>la loro federazione nazionale la Federconsorzi. Con leggi nazionali le<br />

cattedre ambulanti in Basilicata (1904), Calabria (1906), e Sardegna (1907), furono promosse<br />

<strong>di</strong>rettamente dallo Stato.<br />

Le cattedre ambulanti si rivolgevano tanto ai proprietari terrieri, quanto alle masse <strong>dei</strong> conta<strong>di</strong>ni<br />

e costituivano in Italia il primo esempio <strong>di</strong> organizzazione impegnata <strong>di</strong>rettamente ad insegnare<br />

le nuove tecniche agricole.<br />

I primi tentativi non ebbero sempre risultati felici (come ad Ascoli Piceno, Noto e Grosseto). La<br />

prima Cattedra ambulante con risultati fruttuosi fu quella <strong>di</strong> Rovigo. Altrettanto variabile il<br />

giu<strong>di</strong>zio sulla qualità degli insegnamenti, che si presentava molto eterogeneo.<br />

Gli esiti positivi erano legati alla personalità e alla capacità degli insegnanti:<br />

o Tito Poggi a Rovigo e poi a Milano<br />

o Vittorio Peglion a Ferrara<br />

o Antonio Bizzozzero a Parma<br />

o Ferruccio Zago a Piacenza<br />

o Antonio Sansone a Cremona<br />

o Ottavio Munerati a Rovigo<br />

o a Rieti (1903) collaborò il genetista <strong>del</strong> grano Nazzareno Strampelli.<br />

La materia fu regolamentata con il decreto 6 <strong>di</strong>cembre 1928 n. 3433, ma con la successiva<br />

legge 13 giugno 1935 n° 1220, le Cattedre furono trasformate in Ispettorati Provi nciali<br />

<strong>del</strong>l'Agricoltura, cessando <strong>di</strong> essere emanazione <strong>del</strong>le iniziative locali e <strong>di</strong>ventando uffici<br />

esecutivi <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>l'Agricoltura e <strong>del</strong>le Foreste.<br />

Prof. Alberto Santarelli <strong>Appunti</strong> <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> <strong>dei</strong> <strong>mercati</strong> <strong>agricoli</strong> 4


Consorzi agrari - Federconsorzi<br />

I Consorzi Agrari nacquero in forma <strong>di</strong> società cooperative sul fi nire <strong>del</strong> '800, per svolgere<br />

principalmente la funzione <strong>di</strong> gruppi <strong>di</strong> acquisto (prevalentemente concimi chimici e macchine<br />

agricole) a favore degli agricoltori. Assorbirono negli anni molte <strong>del</strong>le funzioni che erano prima<br />

assunte da altre istituzioni create a favore degli agricoltori, in particolare <strong>dei</strong> Comizi Agrari, dai<br />

quali, <strong>di</strong> fatto, presero vita.<br />

Il Consorzio Agrario provinciale <strong>di</strong> Perugia, ad esempio, nacque nel 1899 con 194 soci<br />

fondatori. Gli scopi <strong>del</strong>la società, citati nello statuto, erano i seguenti:<br />

o acquistare per conto proprio o <strong>di</strong> terzi e <strong>di</strong>stribuire agli agricoltori sementi, concimi,<br />

attrezzi, macchine, scorte vive e morte, e merci utili all’esercizio <strong>del</strong>l’agricoltura e <strong>del</strong>la<br />

famiglia colonica;<br />

o acquistare macchine ed attrezzi da noleggiare agli agricoltori;<br />

o esercitare il cre<strong>di</strong>to agrario ai soci;<br />

o vendere, sia per conto proprio che per terzi, prodotti <strong>agricoli</strong> <strong>dei</strong> soci e <strong>dei</strong> produttori<br />

<strong>agricoli</strong> in genere;<br />

o attivare opifici per la lavorazione <strong>dei</strong> prodotti <strong>agricoli</strong>;<br />

o fabbricare merci e prodotti occorrenti all’esercizio <strong>del</strong>l’agricoltura;<br />

o acquistare, costruire, e riadattare fabbricati per il ricovero <strong>di</strong> macchine e prodotti per<br />

l’agricoltura.<br />

La Federconsorzi fu fondata nel 1892 a Piacenza. Frutto <strong>del</strong>l'incontro <strong>del</strong>la borghesia illuminata<br />

<strong>di</strong> educazione mazziniana, e degli ambienti più aperti <strong>del</strong>l'esperienza cattolica, fu la prima<br />

grande svolta <strong>del</strong>l'agricoltura italiana che affrontava la crisi <strong>del</strong>la devastazione <strong>del</strong>la viticoltura<br />

ad opera <strong>del</strong>la fillossera e <strong>del</strong>la peronospora, nonché <strong>del</strong>la crisi <strong>del</strong> mercato <strong>dei</strong> cereali per via<br />

<strong>del</strong> commercio internazionale <strong>dei</strong> grani, reso possibile dall'estendersi <strong>del</strong>le fattorie nelle pianure<br />

americane e dalla messa a cultura <strong>di</strong> vaste estensioni <strong>del</strong>l'Ucraina ed agevolato dalla <strong>di</strong>ffusione<br />

<strong>del</strong>la navigazione a vapore.<br />

Fin dall'inizio fu costituita come cooperativa <strong>di</strong> secondo grado, avendo come soci i Consorzi<br />

Agrari, che in alcuni casi conservavano la vecchia denominazione <strong>di</strong> Comizi Agrari. La<br />

Federconsorzi fu pensata, soprattutto, come strumento <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta collettiva <strong>dei</strong> prodotti, per<br />

estendere gli acquisti collettivi da parte degli agricoltori e per far fronte alle crescenti necessità<br />

<strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to agrario.<br />

Durante la prima guerra mon<strong>di</strong>ale svolse un importante compito logistico importando cereali<br />

dal mercato americano con i quali venivano rifornite le truppe al fronte.<br />

La Federconsorzi ebbe un ruolo importante nel ventennio fascista, in quanto fu considerata il<br />

braccio <strong>del</strong> regime nell'Italia rurale, in linea con le scelte <strong>di</strong> fondo: la bonifica integrale<br />

patrocinata da Arrigo Serpieri e la battaglia <strong>del</strong> grano. L'economia basata sull'autarchia favorì<br />

inoltre, per essere pronti ad una economia <strong>di</strong> guerra, la gestione degli ammassi: il grano e gli<br />

altri prodotti essenziali per l'alimentazione <strong>del</strong>la popolazione, dovevano essere ammassati<br />

appunto obbligatoriamente presso i Consorzi Agrari. La struttura Federconsortile fu dapprima<br />

chiamata a sostenere il peso dalla gestione degli ammassi durante il periodo <strong>del</strong> tesseramento<br />

alimentare, poi fu <strong>di</strong> nuovo lo strumento principale attraverso cui gli Stati Uniti rifornirono<br />

dapprima l’Italia liberata e poi <strong>di</strong>stribuirono gli aiuti <strong>del</strong> piano Marshall. La struttura<br />

Federconsortile era rimasta prevalentemente intatta, senza grossi traumi rispetto alla<br />

precedente esperienza fascista.<br />

Ritornata la democrazia tutti i Consorzi Agrari, tranne quello <strong>di</strong> Livorno, furono conquistati dalle<br />

correnti democristiane e la Federconsorzi, grazie soprattutto a Paolo Bonomi <strong>di</strong>ventò il<br />

principale baluardo <strong>del</strong>le forze conservatrici rispetto alle sinistre.<br />

Epiche furono le battaglie <strong>di</strong> cultori <strong>di</strong> scienze agrarie come Manlio Rossi Doria, giornalisti e<br />

polemisti coraggiosi, come Mario Pannunzio, Ernesto Rossi e il settimanale Il Mondo, <strong>di</strong> gran<strong>di</strong><br />

tribuni parlamentari come Giancarlo Pajetta sulla situazione <strong>di</strong> privilegi <strong>di</strong> cui godeva la<br />

Federconsorzi, che, fu affermato, determinava l'elezione <strong>di</strong> un centinaio <strong>di</strong> parlamentari<br />

democristiani.<br />

Gli ammassi <strong>di</strong>vennero lo strumento governativo <strong>di</strong> sostegno <strong>dei</strong> prezzi <strong>agricoli</strong> e i Consorzi<br />

svolsero questo ruolo che assicurò loro continuità <strong>di</strong> sviluppo fino al 1963.<br />

Con la liberalizzazione <strong>del</strong> commercio <strong>dei</strong> cereali in ambito europeo, cessò la funzione degli<br />

ammassi e i Consorzi cercarono <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare organismi per la commercializzazione <strong>dei</strong> prodotti<br />

<strong>agricoli</strong>, ma in breve molti <strong>di</strong> essi si trovarono in situazione <strong>di</strong> pesante indebitamento.<br />

La Federconsorzi che si era assunto il compito <strong>di</strong> "volano finanziario" fu trascinata in questo<br />

Prof. Alberto Santarelli <strong>Appunti</strong> <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> <strong>dei</strong> <strong>mercati</strong> <strong>agricoli</strong> 5


vortice <strong>di</strong> indebitamento verso il sistema bancario.<br />

La crisi <strong>di</strong> tanti Consorzi Agrari provinciali, portò nel 1991 ad una situazione insostenibile. Il<br />

ministro <strong>del</strong>l'agricoltura Giovanni Goria provvide al Commissariamento <strong>del</strong>la Federconsorzi, ma<br />

fu il principio <strong>del</strong>la fine: il mondo bancario pesantemente esposto, revocò tutti i fi<strong>di</strong> e si aprì una<br />

lunga vicenda giu<strong>di</strong>ziaria.<br />

Dopo il crollo <strong>del</strong>la Federconsorzi molti Consorzi provinciali finirono in liquidazione coatta<br />

amministrativa, ma in buon numero furono ammessi all'esercizio provvisorio. Questo stato <strong>di</strong><br />

cose si è trascinato per 15 anni. Solo un ristretto numero <strong>di</strong> Consorzi è rientrato in attivo,<br />

mentre per gli altri lo Stato provvedeva a concedere proroghe e fi<strong>di</strong>. La situazione era<br />

particolarmente pesante perché l'Unione Europea minacciava <strong>di</strong> considerare queste proroghe<br />

come una forma mascherata <strong>di</strong> aiuto <strong>di</strong> stato e, perciò, illecite.<br />

Nel 2006 i Consorzi agrari hanno perso le loro residue competenze <strong>di</strong> tipo pubblicistico per<br />

<strong>di</strong>ventare sotto tutti gli aspetti <strong>del</strong>le normali cooperative agricole.<br />

Associazioni <strong>di</strong> agricoltori<br />

1861 – 1910<br />

Dopo l’Unità d’Italia gli agricoltori non ebbero un'associazione nazionale che li rappresentasse,<br />

anche perché la classe politica al governo, prima la “Destra storica” poi la “Sinistra”, erano in<br />

parte espressione <strong>del</strong>la proprietà fon<strong>di</strong>aria. Durante la successiva età giolittiana<br />

l’associazionismo degli agricoltori si realizzò tramite la Società degli Agricoltori Italiani - SAI<br />

(Roma, 1895), che svolgeva funzioni <strong>di</strong> organizzazione economica e <strong>di</strong> gruppo <strong>di</strong> pressione<br />

politica, e la Confederazione Nazionale Agraria - CNA (Bologna, 1910), con funzioni <strong>di</strong><br />

contrattazione sindacale (nei confronti <strong>dei</strong> braccianti <strong>agricoli</strong>).<br />

1910 – 1920<br />

Il secondo periodo va dalla nascita <strong>del</strong>la CNA alla costituzione, dopo la fine <strong>del</strong>la Prima guerra<br />

mon<strong>di</strong>ale, <strong>del</strong>la Confederazione Generale <strong>del</strong>l'Agricoltura – Confagricoltura (Roma, 1920), la<br />

prima associazione agricola italiana con funzioni unitarie <strong>di</strong> rappresentanza economica, politica<br />

e sindacale. Nella Confagricoltura, infatti, confluirono la SAI e la CNA.<br />

1920 – 1944<br />

Durante il terzo periodo, che comprende la fine <strong>del</strong>lo stato liberale, il ventennio fascista e gran<br />

parte <strong>del</strong>la Seconda guerra mon<strong>di</strong>ale, abbiamo la Federazione Italiana <strong>dei</strong> Sindacati Agricoli -<br />

FISA (Roma, 1922), poi la Confederazione Nazionale Fascista degli Agricoltori - CNFA (Roma,<br />

1926) che assorbì la Confagricoltura e la FISA, infine la Confederazione Fascista degli<br />

Agricoltori – CFA (Roma, 1934). Queste associazioni erano inquadrate nell’apparato<br />

corporativo <strong>del</strong>l’epoca.<br />

dal 1944<br />

Nel <strong>corso</strong> <strong>del</strong> quarto periodo, che arriva fino ai nostri giorni e <strong>di</strong> nuovo in regime <strong>di</strong> democrazia<br />

e <strong>di</strong> libertà sindacale, abbiamo<br />

1944 nasce la FIDA (Federazione Italiana degli Agricoltori)<br />

1945 FIDA sostituita dalla CONFIDA (Confederazione Italiana degli Agricoltori)<br />

1949 nasce la Confederazione Generale <strong>del</strong>l’Agricoltura, laica ed apartitica<br />

1949 nasce la Confederazione Italiana Coltivatori Diretti, cattolica<br />

1977 nasce la Confederazione Italiana Coltivatori (CIC), oggi CIA (Confederazione Italiana<br />

Agricoltori) <strong>di</strong> ispirazione marxista<br />

Oggi il panorama <strong>del</strong>le sigle è molto ricco, si sono formate associazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa ispirazione,<br />

con ripercussioni negative sulla capacità <strong>di</strong> rappresentanza <strong>del</strong>la categoria.<br />

Prof. Alberto Santarelli <strong>Appunti</strong> <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> <strong>dei</strong> <strong>mercati</strong> <strong>agricoli</strong> 6


Le organizzazioni professionali agricole hanno la funzione <strong>di</strong> tutelare gli interessi degli impren<strong>di</strong>tori associati.<br />

azioni<br />

funzioni<br />

Stu<strong>di</strong>o <strong>dei</strong> problemi sindacali generali e particolari <strong>del</strong>l’agricoltura<br />

Promozione <strong>del</strong>le attività e <strong>dei</strong> servizi volti all’assistenza e al potenziamento <strong>del</strong>le imprese<br />

agricole<br />

Tutela e valorizzazione <strong>del</strong>l’ambiente<br />

Difesa e valorizzazione <strong>del</strong>le produzioni agricole<br />

Stipula <strong>di</strong> contratti interprofessionali e accor<strong>di</strong> con organismi operanti nel settore agro -<br />

industriale<br />

Sindacali (stipula <strong>di</strong> contratti nazionali <strong>di</strong> lavoro)<br />

Tecniche (assistenza per lo sviluppo tecnico <strong>del</strong>le imprese)<br />

Economiche (rappresentanza presso comitati e commissioni nazionali e comunitarie)<br />

Politiche (tutela degli associati presso gli organismi legislativi)<br />

Culturali e sociali (promozione <strong>di</strong> convegni, seminari, conferenze, stu<strong>di</strong> e ricerche)<br />

Le associazioni <strong>dei</strong> produttori<br />

L’associazionismo, in agricoltura, può esprimersi in <strong>di</strong>verse forme giuri<strong>di</strong>che e con finalità <strong>di</strong>verse fra loro.<br />

Da un punto <strong>di</strong> vista giuri<strong>di</strong>co, le associazioni sono <strong>del</strong>le organizzazioni private, volontarie, aperte a tutti e<br />

non aventi fini <strong>di</strong> lucro. Hanno lo scopo <strong>di</strong> adattare la produzione e l’offerta <strong>dei</strong> soci secondo regole comuni e<br />

comuni strategie <strong>di</strong> mercato.<br />

funzioni <strong>del</strong>le<br />

associazioni<br />

Promozione e commercializzazione <strong>dei</strong> prodotti in rapporto alle esigenze <strong>di</strong><br />

mercato<br />

Controllo e stabilizzazione <strong>dei</strong> prezzi alla produzione<br />

Fornitura <strong>di</strong> servizi ai soci (soprattutto conservazione e commercializzazione <strong>dei</strong><br />

prodotti)<br />

Controllo e miglioramento <strong>del</strong>le caratteristiche qualitative <strong>dei</strong> prodotti, adottando<br />

anche norme specifiche<br />

Più in generale, le associazioni mirano ad aumentare il potere contrattuale <strong>del</strong>l’agricoltore associato<br />

utilizzando le economie <strong>di</strong> scala. Ciò che l’agricoltore non potrebbe realizzare da solo in fase <strong>di</strong> produzione e<br />

commercializzazione, può farlo tramite <strong>del</strong>l’associazione.<br />

Questo aumento <strong>del</strong> potere contrattuale degli agricoltori nei confronti degli altri settori economici e <strong>del</strong><br />

mercato, ha indotto la CEE, lo Stato e le Regioni a considerare le associazioni più rappresentative come<br />

interlocutori nella programmazione agraria nazionale e comunitaria.<br />

Gli interlocutori <strong>dei</strong> governi regionali, nazionali e comunitari nella politica <strong>di</strong> programmazione economica,<br />

possono essere <strong>di</strong>rettamente le associazioni, oppure le loro Unioni Nazionali.<br />

La CEE, in appositi regolamenti, ha fissato i criteri in base ai quali le associazioni possono ottenere il<br />

riconoscimento legale da parte degli Stati membri e il conseguente <strong>di</strong>ritto a rappresentare gli associati negli<br />

organismi nazionali e comunitari. Tali criteri, sinteticamente, sono:<br />

statuto che obblighi gli associati a commercializzare i loro prodotti secondo norme stabilite<br />

dall’associazione stessa (per tenere sotto controllo il controllo <strong>del</strong> mercato);<br />

la <strong>di</strong>mostrazione “<strong>di</strong> svolgere un’attività economica sufficiente”;<br />

fatturato, volume d’affari che l’associazione possiede in base alle finalità che persegue o al prodotto<br />

che rappresenta (barbabietola, olio d’oliva, ecc.);<br />

numero <strong>di</strong> produttori che l’associazione rappresenta.<br />

Prof. Alberto Santarelli <strong>Appunti</strong> <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> <strong>dei</strong> <strong>mercati</strong> <strong>agricoli</strong> 7


Il socio, quin<strong>di</strong>, deve immettere sul mercato la propria produzione secondo norme stabilite dall’associazione.<br />

Questo non significa che egli debba necessariamente commercializzare per tramite <strong>del</strong>l’associazione. A<br />

seconda <strong>dei</strong> casi, l’agricoltore può vendere:<br />

in proprio nome e per proprio conto<br />

in proprio conto, ma a nome<br />

<strong>del</strong>l’associazione<br />

in nome e per conto <strong>del</strong>l’associazione<br />

Le Cooperative<br />

L’agricoltore, nel momento in cui immette il prodotto sul<br />

mercato deve operare in base alle norme stabilite<br />

dall’associazione, che è obbligata ad esercitare anche<br />

una funzione <strong>di</strong> controllo<br />

È l’associazione stessa che deve rispettare le regole che si è<br />

data per la ven<strong>di</strong>ta.<br />

Nascono nella metà <strong>del</strong>l’800 in Inghilterra. Le prime furono cooperative <strong>di</strong> consumo fra operai, create con lo<br />

scopo <strong>di</strong> mettere a <strong>di</strong>sposizione degli associati beni <strong>di</strong> consumo primari (alimenti, vestiti, ecc.) a prezzi più<br />

bassi rispetto a quelli praticati dai commercianti. La cooperativa acquistava i beni e li rivendeva senza fini <strong>di</strong><br />

lucro agli associati, garantendo anche forme <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to senza interesse per i meno abbienti (<strong>di</strong>soccupati,<br />

famiglie numerose, ecc.).<br />

Le cooperative, quin<strong>di</strong>, nascono con finalità mutualistiche e non <strong>di</strong> lucro, finalità che i <strong>di</strong>versi sistemi<br />

legislativi ancora oggi riconoscono e garantiscono.<br />

La mutualità si concretizza nell’esclusione <strong>di</strong> ogni forma <strong>di</strong> interme<strong>di</strong>azione e nello scambio <strong>di</strong> servizi tra i<br />

soci.<br />

esclusione <strong>del</strong><br />

fine <strong>di</strong> lucro<br />

gli utili appartengono<br />

a tutti i soci in parti<br />

uguali<br />

destinati a<br />

sviluppo degli affari sociali<br />

creazione <strong>di</strong> servizi comuni<br />

ripartizione tra i soci in<br />

proporzione con le loro operazioni<br />

con la società<br />

Seconda metà <strong>del</strong>l’800 le cooperative si estendono rapidamente in Europa e America Settentrionale<br />

In Germania nascono le prime banche popolari e casse rurali<br />

Fine ‘800 in Italia le Società <strong>di</strong> mutuo soc<strong>corso</strong> si trasformano gradualmente in cooperative<br />

nascono i primi stabilimenti cooperativi<br />

1893 la Federazione <strong>del</strong>le Società Cooperative si trasforma in Lega <strong>del</strong>le Cooperative<br />

la Lega è prevalentemente socialista, ma comprende anche componenti cattoliche<br />

1919 dalla Lega si staccano i cattolici e nasce la Confederaz. <strong>del</strong>le Cooperative Nazionali<br />

1925 il fascismo scioglie Lega e Confederazione<br />

nasce l’Ente nazionale fascista <strong>del</strong>la Cooperazione<br />

1945 vengono ricostituite Lega e Confederazione<br />

1952 dalla Lega escono le componenti <strong>di</strong> ispirazione repubblicana e socialdemocratica<br />

che danno vita alla Associazione Generale <strong>del</strong>le Cooperative Italiane<br />

Personalità giuri<strong>di</strong>ca e requisiti <strong>del</strong>le Cooperative<br />

L’art. 45 <strong>del</strong>la nostra Costituzione, riconosce la funzione sociale <strong>del</strong>le cooperative e propone <strong>di</strong> promuoverne<br />

e favorirne lo sviluppo con i mezzi più idonei.<br />

Il nostro or<strong>di</strong>namento giuri<strong>di</strong>co riconosce l’in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> Cooperativa alle società che abbiano scopo<br />

mutualistico.<br />

Le cooperative sono fornite <strong>di</strong> personalità giuri<strong>di</strong>ca, ma non possono considerarsi società <strong>di</strong> capitali; non<br />

sono neppure società <strong>di</strong> persone, hanno caratteristiche proprie.<br />

Prof. Alberto Santarelli <strong>Appunti</strong> <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> <strong>dei</strong> <strong>mercati</strong> <strong>agricoli</strong> 8


Particolari agevolazioni tributarie sono accordate alle cooperative che contemplano nei loro statuti:<br />

<strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuire i <strong>di</strong>viden<strong>di</strong> in misura superiore all’interesse legale sul capitale versato<br />

<strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuire tra i soci le riserve durante la vita sociale<br />

<strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> devoluzione (destinazione a terzi) <strong>del</strong> capitale sociale<br />

Le cooperative vengono iscritte in appositi registri prefettizi e sono soggette alla vigilanza da parte <strong>del</strong><br />

Ministero <strong>del</strong> Lavoro e <strong>del</strong>la Previdenza Sociale e da altri Ministeri sulla base <strong>del</strong>l’attività espletata. Tali<br />

con<strong>di</strong>zioni sono in<strong>di</strong>spensabili per beneficiare <strong>del</strong>le riduzioni tributarie.<br />

Il numero <strong>dei</strong> soci è fissato per legge in un minimo <strong>di</strong> nove, ma per talune cooperative il numero è maggiore:<br />

25 per le cooperative <strong>di</strong> produzione e lavoro che partecipano a pubblici appalti<br />

30 per le Casse Rurali ed Artigiane<br />

50 per le cooperative <strong>di</strong> consumo<br />

Prof. Alberto Santarelli <strong>Appunti</strong> <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> <strong>dei</strong> <strong>mercati</strong> <strong>agricoli</strong> 9

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