Elemosina o solidarietà? Impegno personale e comunitario… - CedAS
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CAPITOLO 5<br />
CONCLUSIONI:<br />
RIFLESSIONE SULL’ELEMOSINA<br />
volontari dell’Ascolto <strong>CedAS</strong> Rovereto<br />
Noi volontari del <strong>CedAS</strong> di Rovereto, dopo una comune verifica e scambio in<br />
ordine all’elemosina, tenendo presente le finalità del <strong>CedAS</strong> e l’esperienza<br />
dei colloqui di ascolto con le persone che adesso si accostano al <strong>CedAS</strong>, desideriamo<br />
comunicare quanto segue:<br />
Alla base dell’Ascolto sta la persona nella sua unicità e il desiderio del suo bene inteso<br />
come contributo alla formazione integrale della persona. In particolare sono<br />
messe in atto le necessarie metodologie per aiutare la persona in un cammino verso<br />
l’autonomia e l’autostima, perché possa riacquisire la propria dignità.<br />
Riteniamo importante in questo percorso, pur nei brevi tempi dei colloqui, comunicare<br />
e accompagnare le persone che incontriamo, non attraverso l’elemosina (poco<br />
impegnativa e veloce da eseguire), ma attivando semplici modalità educative che<br />
possono aiutare la persona a prendere coscienza di sé e delle proprie possibili risorse.<br />
In riferimento al significato dell’elemosina desideriamo proporre non tanto un<br />
comportamento improntato all’elargizione semplice e/o automatica di denaro, ma<br />
piuttosto praticare un percorso fatto di relazioni. Naturalmente laddove ciò sia praticabile<br />
e in base alle proprie possibilità o condizioni (es.: possibilità di tempo, possibilità<br />
economiche, condizioni fisiche ecc.).<br />
Relazione d’aiuto può voler dire anche offrire le necessarie indicazioni (indirizzi, orari,<br />
attività ecc.) sui servizi, pubblici e privati, specializzati o organizzati a cui rivolgersi,<br />
senza volersi sostituire o sovrapporre nella risposta ai bisogni. Nel caso in cui questo<br />
non fosse sufficiente, noi consigliamo di intervenire attraverso la donazione di generi<br />
materiali o servizi (un panino, un caffè, un indumento ecc.) anche se a volte il nostro<br />
aiuto può essere rifiutato in cambio della richiesta di denaro. Questo però non deve diventare<br />
l’alibi per chiudere la porta del nostro cuore e quindi la possibilità di offrire<br />
aiuto e <strong>solidarietà</strong>. Si tratta invece di capire o gestire al meglio questo rifiuto, nella consapevolezza<br />
che forse nella nostra società esistono delle nuove povertà.<br />
Non ci sono solo le povertà intese nel senso più classico e storico del termine, ma<br />
ci troviamo di fronte a un impoverimento di atteggiamenti, comportamenti e valori.<br />
Queste nuove povertà si possono superare solo attraverso relazioni profonde, sincere<br />
e a volte faticose.<br />
Questo per noi è il comandamento dell’Amore-Carità.<br />
Capitolo 5 - Conclusioni<br />
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