Elemosina o solidarietà? Impegno personale e comunitario… - CedAS
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LE COMUNITÀ ECCLESIALI DEI DECANATI<br />
DI ALA, MORI, VILLA LAGARINA E ROVERETO<br />
ELEMOSINA… O SOLIDARIETÀ?<br />
<strong>Impegno</strong> <strong>personale</strong> e <strong>comunitario…</strong> Indifferenza no!<br />
Riflessioni e approfondimenti sul tema, proposti dalle<br />
Comunità Ecclesiali della zona pastorale della Vallagarina
PRESENTAZIONE<br />
don Sergio Nicolli Decano di Rovereto<br />
“De caritate<br />
Presentazione<br />
Ecclesia” è lo slogan che contraddistingue, già dall’epoca dei<br />
Padri apostolici, il volto della Chiesa: la Chiesa nasce dalla carità. Che è<br />
come dire: la natura più profonda della Chiesa è la carità, la Chiesa,<br />
quando vuole ritrovare la sua autenticità, deve sempre rifarsi a questa radice da cui<br />
è nata.<br />
Purtroppo il termine “carità” è stato logorato da un uso secolare che ne ha ridotto<br />
e perfino mistificato il significato originario: spesso quando parliamo di carità, pensiamo<br />
all’elemosina, “fare la carità” è equivalente di dare due spiccioli a un mendicante.<br />
“Deus caritas est” è il titolo che il Papa Benedetto XVI ha dato alla sua prima<br />
Enciclica: Dio è carità. “Carità” dunque dice primariamente la natura stessa di Dio, la<br />
sua identità. Il testo di Giovanni da cui Papa Benedetto ha desunto il titolo dell’Enciclica<br />
è tradotto normalmente con l’espressione “Dio è amore”; sarebbe preferibile la<br />
traduzione“Dio è carità”. Usiamo pure il termine“amore”, se lo vogliamo, ma teniamo<br />
presente che quando diciamo “amore-carità”, parliamo di un amore particolare:<br />
l’amore gratuito con il quale Dio ama ogni creatura, un amore che non è condizionato<br />
dall’attesa di un contraccambio. Dio non ci ama solo quando siamo buoni, quando<br />
siamo soddisfatti di noi stessi, ci ama perché siamo suoi figli, quindi anche quando<br />
noi ci allontaniamo da lui, perfino quando ci ribelliamo a lui. Dio ci ama “gratis”.<br />
La carità – l’amore con cui Dio ci ama, quello che «è stato riversato nei nostri cuori<br />
per mezzo dello Spirito che ci è stato dato» (Rom 5,5) – i cristiani sono chiamati a viverla<br />
nelle relazioni con i fratelli e con tutti, soprattutto nei confronti di chi ha più bisogno<br />
di essere accolto, compreso e amato. Da questo ci riconosceranno che siamo<br />
discepoli del Signore, se siamo capaci di accoglienza e di amore gratuito verso i fratelli,<br />
in particolare verso i poveri.<br />
È di questo amore soprattutto, di questa “carità”, che i poveri hanno bisogno:<br />
essere ascoltati, sentirsi amati per il valore che ha la loro persona a prescindere dalla<br />
loro condizione sociale o economica, essere capiti nelle loro necessità e nelle loro difficoltà,<br />
sentire condivisa la loro condizione, portato da altre spalle il loro peso.<br />
Quale significato allora può avere l’elemosina in questa ottica? O l’elemosina diventa<br />
l’occasione di una relazione più profonda, che richiede tempo, ascolto, energia<br />
psicologica e affettiva, oppure rischia di diventare il modo sbrigativo con cui ci liberiamo<br />
dallo scocciatore che ci chiede qualche spicciolo.<br />
3
Se è avulsa da questo contesto di relazione, l’elemosina può divenire addirittura<br />
offensiva della dignità di una persona, o può essere dannosa per il suo genere di povertà,<br />
che domanda ben altra condivisione, o alimento a vizi che mantengono la persona<br />
in una condizione umiliante e degradata.<br />
Ben venga allora l’articolata riflessione raccolta in questo libretto, frutto della ricerca<br />
di molte persone, che offre spunti per approfondire un problema che forse rimarrà<br />
sempre tale («i poveri li avrete sempre con voi!» - Mt 26,11): un problema di<br />
fronte al quale nessuno potrà mai esimerci dal discernimento <strong>personale</strong> e dalla responsabilità<br />
di “prenderci cura” di ogni fratello o sorella che tende la mano. ■<br />
4<br />
<strong>Elemosina</strong>… o <strong>solidarietà</strong>? <strong>Impegno</strong> <strong>personale</strong> e <strong>comunitario…</strong> Indifferenza no!
RIFLESSIONE<br />
don Valentino Felicetti ex Decano di Rovereto<br />
Ilproblema dell’elemosina non è di oggi, ma oggi è diventato più acuto a causa<br />
della maggiore mobilità delle persone e per il numero di questuanti. Le porte<br />
delle chiese e i giorni di mercato sono la punta di un iceberg di un mondo sommerso,<br />
piuttosto ampio.<br />
Come comportarsi? È la domanda che frequentemente ci viene rivolta. Come cristiani,<br />
che atteggiamento dobbiamo assumere di fronte a queste persone per non<br />
eludere quella carità che – dice la Scrittura Santa – è benigna, ma nello stesso tempo<br />
non deve favorire la pigrizia e men che meno il disimpegno di certi “poveri”, per es.<br />
giovani vagabondi, tossicodipendenti o alcolisti che pretendono sostegno alla loro<br />
dipendenza.<br />
La comunità – riteniamo – va aiutata oggi in due direzioni: a riflettere per discernere<br />
i veri bisogni e, in secondo luogo, a promuovere e sostenere forme dignitose e<br />
concrete di aiuto a chi è veramente nel bisogno: come mense, dormitori, luoghi di accoglienza,<br />
cambio di vestiario, centri di informazione e di orientamento al lavoro.<br />
La situazione è complessa. Ogni persona è differente e a tutti non è facile arrivare;<br />
questo però non autorizza l’immobilismo, ma stimola la creatività, come l’esperienza<br />
dei Santi insegna; animati dalla forza dello Spirito che in ogni tempo ha suscitato e<br />
suscita forme nuove in risposta ai bisogni del tempo.<br />
Va detto però che questo Spirito attende collaboratori concreti dal cuore aperto e<br />
mani operose! ■<br />
Riflessione 5
RIFLESSIONE<br />
Roberto Calzà Direttore della Caritas Diocesana di Trento<br />
C’è un<br />
qualcosa di antico in quella mano protesa a chiedere una moneta mentre<br />
camminiamo al mercato, entriamo in chiesa o ci godiamo un po’ di sole<br />
su una panchina. E proprio perché quel gesto arriva da molto lontano, ri-<br />
chiamandoci alla nostra mente povertà e indigenze per noi incomprensibili, spesso<br />
muove in molti di noi quasi un riflesso automatico: la mano al portafoglio, la ricerca<br />
di una moneta che, nello momento stesso in cui viene donata, ci pare poi insufficiente,<br />
inadeguata, forse inutile.<br />
Ecco, oggi la nostra elemosina – gesto di carità peraltro lodevole e la cui origine si<br />
perde nella notte dei tempi – rischia di rappresentare un gesto sostanzialmente inutile.<br />
Sono infatti cambiati i tempi, sono cambiati i poveri e sono mutate le loro esigenze,<br />
sono diversi i parametri di riferimento e numerose le azioni di contrasto alla<br />
povertà.<br />
Certo, in quei Paesi dove i servizi sociali sono inesistenti, dove nemmeno la Caritas<br />
è di casa e dove invece la povertà è estrema, l’elemosina è purtroppo ancora<br />
l’unico mezzo di sostentamento di vedove, orfani e di varia umanità rifiutata o esclusa<br />
dalla società.<br />
Ma nel nostro Trentino non si può negare come ci sia una certa attenzione ai fenomeni<br />
di esclusione sociale e di povertà materiale e relazionale. Magari un’attenzione<br />
non sempre espressa con strumenti adeguati, pubblici o privati che siano, ma<br />
comunque sono numerosi i tentativi di non abbandonare le persone all’emarginazione.<br />
In questo contesto giustamente ci si chiede, come prova a fare la zona pastorale<br />
della Vallagarina, il significato attuale dell’elemosina, soprattutto per chi la fa e dona<br />
qualche soldo a chi poi viene magari“accusato” di accattonaggio, di approfittare della<br />
bontà altrui, di sfruttare gli altri.<br />
Questo chiedersi il senso delle nostre azioni è decisivo: dato per assodato che,<br />
come dice Gesù, «i poveri li avrete sempre con voi» è importante domandarsi come<br />
relazionarsi e come stare col povero, a seconda delle situazioni e uscendo da una facile<br />
dimensione accusatoria («sono loro che ne approfittano») che non ci fa certo crescere<br />
come cristiani e come persone.<br />
Riflessione 7
Continuare quindi con un’elemosina frettolosa e “scarica coscienze” non è probabilmente<br />
la via giusta per aiutare le persone in difficoltà che incontriamo sul nostro<br />
cammino e che spesso hanno bisogno di qualcosa di più. E d’altra parte non ci si può<br />
lamentare di questa insistenza nel chiedere qualche spicciolo quando non si è capaci<br />
di dare altri segnali, altre indicazioni o assumere atteggiamenti nuovi che interroghino<br />
anche coloro che hanno magari fatto dell’accattonaggio un modus vivendi.<br />
Ancora una volta il cambiamento deve avvenire prima di tutto in noi. E allora sarà<br />
più facile accompagnare – col cuore e non solo con la razionalità – chi ci chiede un<br />
aiuto verso un percorso di emancipazione, di riscatto offrendo una modalità diversa<br />
di sostegno e facendo anche capire che non siamo disponibili a mantenerlo in una<br />
condizione che, se non per lui almeno per noi, non è dignitosa né rispettosa della sua<br />
vita. ■<br />
8<br />
<strong>Elemosina</strong>… o <strong>solidarietà</strong>? <strong>Impegno</strong> <strong>personale</strong> e <strong>comunitario…</strong> Indifferenza no!
INDICE<br />
CAPITOLO 1 ………………………………………………………………………………………………………………………………………… p. 11<br />
Riferimenti biblico-teologici e pastorali<br />
CAPITOLO 2 ………………………………………………………………………………………………………………………………………… p. 25<br />
Analisi dei bisogni<br />
2.1……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… p. 27<br />
Dati raccolti dal servizio Ascolto <strong>CedAS</strong> Rovereto<br />
e dal Laboratorio Indumenti OFS<br />
2.2 …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… p. 36<br />
Informazioni e dati raccolti dal Coordinamento Solidarietà<br />
Responsabile degli Enti che si occupano di aiuto alimentare<br />
2.3 …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… p. 41<br />
Informazioni e dati raccolti dalla Fondazione Comunità Solidale<br />
presso i servizi Casa di Accoglienza e Centro Diurno<br />
2.4 …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… p. 45<br />
Informazioni e dati raccolti dal Comune di Rovereto per<br />
i Senza Dimora nel 2009<br />
2.5 …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… p. 46<br />
Informazioni e dati raccolti dal Comune di Rovereto per i Nomadi<br />
CAPITOLO 3 ………………………………………………………………………………………………………………………………………… p. 52<br />
Analisi delle risorse<br />
CAPITOLO 4 ………………………………………………………………………………………………………………………………………… p. 55<br />
Glossario della carità<br />
CAPITOLO 5 ………………………………………………………………………………………………………………………………………… p. 57<br />
Conclusioni<br />
ALLEGATI ……………………………………………………………………………………………………………………………………………… p. 61<br />
Indice<br />
9
“ECCO, NON VALE<br />
UNA PAROLA<br />
PIÙ DI UN RICCO DONO?<br />
L’UOMO CARITATEVOLE<br />
OFFRE L’UNA E L’ALTRO.”<br />
(Sir. 18,17)
CAPITOLO 1<br />
RIFERIMENTI BIBLICO-TEOLOGICI<br />
E PASTORALI<br />
Linee guida sull’elemosina cristiana a cura delle Caritas<br />
della Vallagarina<br />
Introduzione<br />
«…che raccolgano le premesse biblico-pastorali, una sintesi dei dati raccolti dai <strong>CedAS</strong><br />
e dai PaP con la rispettiva mappatura delle risorse e quindi l’eventuale proposta operativa.»<br />
(Lettera inviata alle Caritas zonali il 13 ottobre 2007)<br />
Che cos’è l’elemosina? Nel senso comune spesso significa solo dare qualche moneta<br />
in chiesa al momento dell’offertorio o elargire un po’ di denaro al mendicante<br />
che si trova per strada o fuori della chiesa. Sicuramente questo è<br />
riduttivo, almeno in un’ottica cristiana. Sempre più spesso, infatti, noi siamo interrogati<br />
da fratelli in difficoltà che in numero crescente incontriamo e che ci chiedono<br />
qualcosa; magari ci sentiamo a disagio, anche infastiditi e inadeguati rispetto a situazioni<br />
che non sappiamo leggere fino in fondo. E che risposte diamo? Risposte che<br />
tacitano momentaneamente la nostra coscienza o che concorrono a rimuovere nel<br />
povero le cause del bisogno? Stiamo aumentando lo sfruttamento di queste persone?<br />
Chi stende la mano cerca solamente un sostegno economico? Dietro la mano<br />
di chi chiede la carità riconosciamo la persona e la sua dignità? Quanto di noi siamo<br />
disponibili a mettere in gioco nel dialogo con queste persone? E quanto nel nostro<br />
agire è presente la parola di Dio?<br />
In questi ultimi tempi, proprio in conseguenza del massiccio arrivo di stranieri nei<br />
nostri paesi e della crisi economica che colpisce anche gli italiani, il tema dell’elemosina<br />
è spesso stato associato in modo riduttivo e sbrigativo all’accattonaggio e all’ordine<br />
pubblico: pensiamo allo spazio che dai mass-media è stato dedicato alla<br />
discussione sui lavavetri (se è lecito farli operare e se devono pagare le tasse) o alle<br />
mozioni presentate in alcuni consigli comunali sull’urgenza di rimuovere i mendicanti<br />
da alcuni luoghi delle città. Come ci collochiamo noi cristiani di fronte a questi<br />
problemi?<br />
La questione è senza dubbio complessa, ma prima di cercare delle risposte è forse<br />
opportuno riflettere brevemente su come affrontare l’analisi, con quale ottica. Il metodo<br />
valido per ogni azione, per ogni valutazione e per ogni giudizio può essere quello<br />
illustrato ed esemplificato magistralmente da Giancarlo Perego, responsabile del<br />
Centro Documentazione Caritas Italiana - Migrantes, al 33° Convegno Nazionale<br />
Capitolo 1 - Riferimenti biblico-teologici e pastorali<br />
11
Caritas Diocesane (22-25 giugno 2009), dal titolo Animare attraverso il discernimento,<br />
di cui si consiglia la lettura integrale. “Ascoltare, osservare, discernere” sono gli atteggiamenti<br />
da adottare.<br />
La nostra informazione è invece spesso limitata a ciò che superficialmente riusciamo<br />
a cogliere da sbrigative cronache di mass media o da posizioni spesso condizionate<br />
da paure e pregiudizi. «Il fatto è che nel Paese dell’economia sommersa il<br />
sopruso e l’ingiustizia convengono a molti. (…) La battaglia messa in atto in alcune<br />
città d’Italia – per sanzionare l’elemosina, l’accattonaggio, il lavaggio dei vetri – è stata<br />
accolta da una sorta di consenso silenzioso, come se fosse diventato all’improvviso<br />
normale interdire ai poveri città che passano per essere un patrimonio dell’umanità,<br />
mentre lo sono solo di quella parte che se lo può permettere. Tutto ciò, nella piena<br />
soddisfazione di amministratori, turisti, albergatori, commercianti, cittadini benpensanti.<br />
Non stupisce che si tenti di nascondere agli occhi del paese realtà e vicende di<br />
vita che non piacciono, ma che continuano a esistere. E che per farlo si ricorra a complesse<br />
architetture legislative e amministrative, dalla grande spettacolarità e dalla<br />
dubbia tenuta sui tempi medi e lunghi. Ma a colpire di più è stato il carosello di cittadini<br />
interpellati dalle tv, che senza imbarazzo parevano unanimi nel bollare i mendicanti<br />
come un “fastidio”, quasi fosse un termine neutrale o del galateo, e non<br />
contenesse invece una sottile, perversa e inconfessabile carica di violenza. Non foss’altro<br />
perché sotto quegli stracci di vestiti ci sono persone che valgono più dei marciapiedi<br />
o del giusto decoro di una città. Intristisce, poi, che il mondo politico, per<br />
mitigare le frustrazioni di un popolo che vede riflesse nei poveri le proprie paure, predichi<br />
il federalismo e pratichi un’autosufficienza che, combinandosi alla crisi economica,<br />
ci rende tutti più sbrigativi, superficiali e spietati. Stupisce anche l’enfasi con<br />
cui tali decisioni sono cucinate e servite<br />
agli italiani dai telegiornali. Senza esitazioni,<br />
senza incertezze, senza posare lo<br />
sguardo sulla sofferenza di chi tende la<br />
mano ma evita gli sguardi dei passanti.<br />
Forse è tempo di ricordare, che rovistare in<br />
un cassonetto o nell’immondizia non è un<br />
divertimento per nessuno. Tantomeno per<br />
un povero» (Vittorio Nozza, Allontanare i<br />
poveri, sopruso che conviene a molti, da<br />
“Italia Caritas” - settembre 2008). È pur<br />
vero che «ormai non sfugge a nessuno che<br />
molte persone protagoniste di questo<br />
comportamento siano in qualche modo<br />
dei “professionisti”, degli abitudinari, che<br />
hanno probabilmente fatto dell’elemosina<br />
il loro modo di guadagnarsi da vivere. Cosa<br />
che li distingue da tutti coloro che invece<br />
necessitano effettivamente di un sup-<br />
12 <strong>Elemosina</strong>… o <strong>solidarietà</strong>? <strong>Impegno</strong> <strong>personale</strong> e <strong>comunitario…</strong> Indifferenza no!
porto, di un aiuto (a volte anche economico) per risolvere almeno qualche problema<br />
della loro complicata esistenza.<br />
Non c’è però da scandalizzarsi: piuttosto si tratta di capire cosa possiamo fare noi.<br />
Già il Cardinal Martini ce lo ricordava con schiettezza: l’elemosina (di per sé bel gesto<br />
di condivisione e partecipazione coi più poveri) rischia al giorno d’oggi di divenire un<br />
gesto ambiguo per chi lo fa e per chi lo riceve.<br />
Per il primo può essere un modo fin troppo comodo per tacitare la propria coscienza,<br />
per il secondo un atteggiamento che può favorire pigrizia e menzogna. Ecco<br />
allora che la prima cosa da fare è probabilmente agire su noi stessi, domandandoci<br />
più spesso se possiamo andare oltre l’elemosina, cercando di conoscere meglio queste<br />
persone e magari orientarle a quei servizi che realmente le possono accompagnare.<br />
In secondo luogo è forse tempo di far loro capire che non siamo disposti ad<br />
aiutarle in questo modo: senza rancori, senza pretendere di avere in mano la verità,<br />
ma semplicemente facendo intuire che la nostra <strong>solidarietà</strong> nei loro confronti esiste<br />
ma si esprime in un altro modo» (Caritas diocesana Trento).<br />
«La percezione, confermata dalla presenza quasi fissa delle stesse persone che<br />
chiedono l’elemosina e dall’altrettanto costante perseveranza nell’offrirla da parte<br />
di altre, è che la condizione di ambedue gli attori non cambi. Questo immobilismo dimostra<br />
una scarsa attenzione rispetto alla questione elemosina, un’attenzione che si<br />
ferma all’aspetto emotivo suscitato dalla presenza degli accattoni nella nostra so-<br />
Capitolo 1 - Riferimenti biblico-teologici e pastorali<br />
13
cietà. Probabilmente è una questione di cultura: attualmente non si può ancora dire<br />
raggiunta la convinzione che sia necessario risalire alle cause delle situazioni di emarginazione<br />
se si vuole far fronte al disagio» (“Oltre l’elemosina” diocesi di Bolzano-<br />
Bressanone).<br />
Il cristiano per attuare autenticamente la comunione dei beni e la condivisione<br />
deve essere direttamente coinvolto nella corresponsabilità che lo vede protagonista<br />
attivo nella vita comunitaria sia come consacrato che come laico (cfr parabola degli<br />
operai nella vigna in Mt 20, 1-16) e deve porsi nella realtà in cui vive come insegna<br />
Gesù. A pagina 2 del doc. Animare attraverso il discernimento leggiamo «L’andare<br />
nella Bibbia e nei Vangeli in particolare, è un termine familiare e viene coniugato da<br />
una parte con i luoghi della vita (la città, il villaggio, la casa …), con il dono (la guarigione,<br />
la libertà, la tutela), con l’osservare (andate a vedere, andate a informarvi, andate<br />
e imparate, andate e dite…), con l’incontro e la prossimità ? “Va’ e anche tu fa’ lo<br />
stesso” dice la conclusione della parabola del Buon Samaritano (Lc 10,37). Ascolto, osservazione<br />
che indica “la volontà di andare a fondo: nelle cose, negli incontri, significa<br />
arrivare alle cause e alle conseguenze delle situazioni”, e discernimento che “sa<br />
cogliere i segni, i segni dei tempi, che non sono qualcosa di straordinario, ma di ordinario”.<br />
È nella quotidianità che si leggono “i segni dei tempi”. Come per il Buon samaritano,<br />
per Filippo, per Paolo: nel cammino, sulla strada di ogni giorno. Un<br />
discernimento che ha due dimensioni: <strong>personale</strong> e comunitaria».<br />
14 <strong>Elemosina</strong>… o <strong>solidarietà</strong>? <strong>Impegno</strong> <strong>personale</strong> e <strong>comunitario…</strong> Indifferenza no!
E ancora in “Olio e vino – considerazioni sull’elemosina cristiana dell’Arcidiocesi di<br />
Torino” del 1992, distribuito anche a tutte le Caritas parrocchiali della nostra zona,<br />
leggiamo: «L’approccio al problema dell’accattonaggio non può disattendere la sollecitudine<br />
per la legalità, recentemente richiamata dalla Commissione Episcopale Justitia<br />
et Pax (“Educare alla legalità”). Sarebbe non facilmente comprensibile e<br />
accettabile una elemosina che indirettamente favorisse una condizione di clandestinità<br />
e di marginalità sociale, sottovalutando l’importanza per qualunque cittadino<br />
(migrante o nomade che sia) dei diritti e doveri acquisiti». Nel medesimo documento<br />
il cardinale Giovanni Saldarini a proposito della realtà torinese osserva che «è facile<br />
riscontrare anche situazioni di aiuto offerto in modo non organizzato, che talora può<br />
sconfinare in atteggiamenti di disimpegno da parte di chi dona – a volte addirittura<br />
con insofferenza – e di umiliazione più cocente in chi riceve». Queste considerazioni<br />
sono trasferibili anche alla nostra realtà? E in un altro passo leggiamo: «Le nostre comunità<br />
hanno strumenti agili, capillari, efficaci per intervenire, sia per le emergenze<br />
sia per iniziative organiche e prolungate? Conosciamo a sufficienza le diverse opportunità,<br />
spesso esemplari, presenti in Diocesi? Siamo inoltre a conoscenza delle<br />
opportunità che l’ente pubblico mette a disposizione dai vari punti di vista?». E, potremmo<br />
aggiungere, cosa siamo in grado di dire noi alla comunità territoriale?<br />
L’invito ad approfondire il tema dell’elemosina cristiana era stato proposto dal<br />
CedAs di Rovereto e dai PaP della Vallagarina già il 13 ottobre del 2007, considerandolo,<br />
al di là delle emergenze sopra descritte, centrale e urgente nella vita di ogni cristiano.<br />
In due anni alla Caritas zonale della Vallagarina sono pervenuti numerosi approfondimenti<br />
e sono stati raccolti altri documenti, ecclesiali e non, sintetizzati o richiamati<br />
in questa pubblicazione allo scopo di fornire alle comunità uno strumento di riflessione<br />
e di operatività.<br />
Riferimenti biblici:<br />
«La rugiada non mitiga forse il calore? Così una parola è più pregiata del dono.<br />
Ecco non vale una parola più di un ricco dono? L’uomo caritatevole offre l’una e l’altro»<br />
(Sir. 18, 15-17).<br />
Il Vecchio Testamento promette la liberazione dei poveri: la povertà è destinata a<br />
scomparire perché è una lacuna che Dio non ha contemplato nel suo piano definitivo,<br />
e scomparirà grazie alla collaborazione umana. (…) Gli scritti legislativi (Levitico, Deuteronomio)<br />
e quelli profetici (Amos, Michèa, Isaia, Geremia) annunciano che i beneficiari<br />
della salvezza saranno i poveri (anawìm) e i miseri (ebionìm). Sempre nell’Antico<br />
Testamento molti altri sono i richiami e i personaggi in questo senso esemplari nel<br />
modo di dare e nelle relazioni che instaurano. In Olio e vino si riporta l’esempio di<br />
Jetro, il suocero di Mosè. Mosè trova rifugio in Madian, giuntovi «profugo politico,<br />
come molti degli attuali extracomunitari (…) collabora attivamente con Jetro, pur non<br />
cercando di farsi assimilare e non rinunciando alla sua posizione di straniero, al punto<br />
Capitolo 1 - Riferimenti biblico-teologici e pastorali<br />
15
che al primo figlio che ha da Sefora pone un nome che significa “sono pellegrino in<br />
terra straniera”. (…) Jetro accetta la condizione di straniero dell’uomo che sposa una<br />
delle sue figlie e gli dà due nipoti. Non cerca, quindi, di farlo diventare uno dei suoi.<br />
(…) Nei rapporti Mosè-Jetro si delineano reciproci diritti-doveri che possono servire di<br />
indicazione anche nelle situazioni attuali, con l’accentuata e permanente presenza di<br />
extracomunitari che non intendono rinunciare alla loro identità culturale e che si attrezzano<br />
per un soggiorno prolungato». Ancora ricordiamo «Non molesterai il forestiero<br />
né lo opprimerai, perché voi siete stati forestieri nel regno di Egitto» (Esodo, 22<br />
e 23). Per un ricchissimo repertorio sulla presenza della parola “elemosina” nella Bibbia<br />
rimandiamo al documento “Oltre l’elemosina” della Caritas diocesana di Bolzano-<br />
Bressanone. L’atteso Messia, in un primo tempo presentato come un conquistatore di<br />
regni, sarà invece il “servo dei poveri” e il loro “liberatore”.<br />
E così sarà: Gesù è di umili origini. La sua famiglia appartiene alla categoria degli<br />
artigiani e il suo stile di vita è semplice: «Le volpi hanno la loro tana e gli uccelli il loro<br />
nido, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo» (Lc 9,57). Nei vangeli l’elemosina<br />
è l’espressione dell’amore gratuito di Dio verso tutti; chi la pratica diventa<br />
“misericordioso” come l’Altissimo (Lc 6,27-38), che dà senza contraccambio (Lc 14,12-<br />
14) e non fa differenza di persone (Lc 19.1-10); «Non potete servire a Dio e al denaro»<br />
(Lc 16,13). Il Vangelo pone in luce una caratteristica tipica dell’elemosina cristiana che<br />
deve essere nascosta: «Non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra – dice Gesù–<br />
perché la tua elemosina resti segreta»(Mt 6,3-4). E poco prima aveva detto che non<br />
ci si deve vantare delle proprie buone azioni, per non rischiare di essere privati della<br />
ricompensa celeste (cfr Mt 6,1-2). La preoccupazione del discepolo è che tutto vada a<br />
maggior gloria di Dio. Gesù ammonisce: «Così risplenda la vostra luce davanti agli<br />
uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è<br />
nei cieli» (Mt 5,16).<br />
Olio e vino «Il valore dell’elemosina consiste nella libertà da ogni attaccamento al<br />
denaro, in nome della perla o tesoro per avere il quale si deve essere disposti in qualunque<br />
momento a dare tutto (sembra questo il senso della parola sconcertante di<br />
Gesù:“Chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo”<br />
-Lc 14,33); essi devono diventare patrimonio dei poveri: l’olio e il vino «sono i segni<br />
della premura fraterna che il buon samaritano esprime all’anonimo malcapitato del<br />
Vangelo (Lc 10, 25-37)», premura che non adotta forme frettolose e sbrigative di carità;<br />
la conversione di Zaccheo cambia il suo cuore perché dice: «Signore, la metà dei miei<br />
beni la do ai poveri e se ho rubato a qualcuno gli rendo quello che gli ho preso quattro<br />
volte tanto» (Lc 19,8). Zaccheo dà la metà dei beni, ma ancor più radicale risulta<br />
l’esempio della vedova che, nella sua miseria, getta nel tesoro del tempio «tutto<br />
quanto aveva per vivere» (Mc 12,44). La sua piccola e insignificante moneta diviene<br />
un simbolo eloquente: questa vedova dona a Dio non del suo superfluo, non tanto ciò<br />
che ha, ma quello che è. Tutta se stessa. Lei ha ben compreso qual è la vera ricchezza,<br />
quella che viene raccomandata in altri passi del vangelo come i seguenti: «Va’, vendi<br />
quello che hai e dallo ai poveri, così avrai un tesoro nei cieli; poi vieni e seguimi»<br />
(Lc 6, 1-5); «Vendete ciò che avete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invec-<br />
16 <strong>Elemosina</strong>… o <strong>solidarietà</strong>? <strong>Impegno</strong> <strong>personale</strong> e <strong>comunitario…</strong> Indifferenza no!
chiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma»<br />
(Lc 12,33). E ancora «Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da<br />
mangiare faccia altrettanto» (Lc 3,11), per arrivare alle radicali parole sempre di Luca:<br />
«A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra, a chi ti leva il mantello tu dagli<br />
anche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede e a chi prende del tuo non richiederlo. Siate<br />
misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro» (Lc 6, 29-30. 36). Gesù raccomanda<br />
la conversione del cuore, che nulla ha a che vedere con la ritualità esteriore e<br />
che porterà alla vera libertà dalle ricchezze: «Voi farisei purificate l’esterno della coppa<br />
e del piatto, ma il vostro interno è pieno di cupidigia e di rapina. Stolti, date piuttosto<br />
in elemosina quello che c’è dentro il piatto ed ecco che per voi tutto sarà puro» (Lc<br />
11,14). La condivisione dei beni materiali è importante non solo per i singoli, ma anche<br />
Capitolo 1 - Riferimenti biblico-teologici e pastorali<br />
17
per la vita e la missione della Chiesa. Durante<br />
la vita pubblica di Gesù, la comunità<br />
dei discepoli tiene una cassa in comune,<br />
per il necessario sostentamento e per la<br />
beneficenza verso i poveri (Gv 13,29).<br />
La centralità del rapporto con la ricchezza<br />
e la condivisione con i fratelli ricorre<br />
spesso anche negli scritti apostolici:<br />
«A che serve, fratelli miei, se uno dice di<br />
avere fede, ma non ha opere? Quella fede<br />
può forse salvarlo? Se un fratello o una sorella<br />
sono senza vestiti e sprovvisti del cibo<br />
quotidiano e uno di voi dice loro:“Andatevene<br />
in pace, riscaldatevi e saziatevi”, ma<br />
non date loro il necessario per il corpo, a<br />
che cosa serve? Così anche la fede: se non<br />
è seguita dalle opere, in se stessa è morta.<br />
Al contrario uno potrebbe dire: “Tu hai la<br />
fede e io ho le opere; mostrami la tua fede<br />
senza le opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede”» (Giac 2,14-18). E nella<br />
prima lettera a Timoteo 6, 17 ss) si legge che: «Ciò che uno possiede può essere legittimamente<br />
considerato un “dono di Dio” perché il possessore dia prova di spartire<br />
gioiosamente ciò che possiede col mettere in comune il bene». Di fronte alle moltitudini<br />
che, carenti di tutto, patiscono la fame, acquistano il tono di un forte rimprovero<br />
le parole di san Giovanni: «Se uno ha ricchezze di questo mondo e vedendo il<br />
proprio fratello in necessità gli chiude il proprio cuore, come dimora in lui l’amore di<br />
Dio?» (1 Gv 3,17).<br />
Per la nuova comunità valevano la Parola di Dio testimoniata dagli Apostoli, la preghiera<br />
e la Koinonìa (= la comunione dei beni); «Erano un cuor solo ed un’anima sola»<br />
(v.42). È la comunità alternativa nata dalla Parola di Dio della quale ci narra il libro degli<br />
“Atti degli Apostoli” (2,43-48): La presenza di Gesù risorto in mezzo ai discepoli comincia<br />
a dare un volto nuovo alla vita della comunità, che andava orientandosi intorno a<br />
principi nuovi rispetto a quelli tradizionali dei Giudei che erano la preghiera, il digiuno,<br />
il sabato. La condivisione dei beni materiali è importante anche per la vita e la missione<br />
della Chiesa. La circolazione dei beni materiali contribuisce all’edificazione della comunità.<br />
Nello stesso tempo la persona si realizza nella sua più intima vocazione e sperimenta<br />
che donare è bello; anzi «Vi è più gioia nel dare che nel ricevere!» (At 20,35).<br />
Nell’età apostolica durante la celebrazione liturgica domenicale, si fanno collette, in<br />
cui ciascuno mette a disposizione i propri risparmi, con libertà e generosità. Ciò servirà<br />
all’assistenza dei poveri, al sostentamento dei ministri, all’attività di evangelizzazione.<br />
«Il Signore ha disposto che quelli che annunziano il Vangelo, vivano del Vangelo» (1 Cor<br />
9,14) e «Ogni cosa era fra loro comune». L’immagine dei Padri traduce bene l’insegna-<br />
18 <strong>Elemosina</strong>… o <strong>solidarietà</strong>? <strong>Impegno</strong> <strong>personale</strong> e <strong>comunitario…</strong> Indifferenza no!
mento e l’esperienza che emerge dal libro degli Atti degli apostoli in riferimento alla<br />
vita comunitaria cristiana primitiva (Atti 2,42-48 e 4,32-35). La rinuncia a dei beni contribuisce<br />
alla purificazione interiore e vi aggiunge un gesto di comunione ecclesiale.<br />
San Paolo ne parla nelle sue Lettere a proposito della colletta a favore della comunità<br />
di Gerusalemme (cfr 2 Cor 8-9; Rm 15,25-27).<br />
Tutto deve essere dunque compiuto a gloria di Dio e non nostra. Quando agiamo<br />
con amore esprimiamo la verità del nostro essere: siamo stati infatti creati non per<br />
noi stessi, ma per Dio e per i fratelli (cfr 2 Cor 5,15). Ogni volta che per amore di Dio condividiamo<br />
i nostri beni con il prossimo bisognoso, sperimentiamo che la pienezza di<br />
vita viene dall’amore e tutto ci ritorna come benedizione in forma di pace, di interiore<br />
soddisfazione e di gioia. Il Padre celeste ricompensa le nostre elemosine con la<br />
sua gioia.<br />
E c’è di più: san Pietro cita tra i frutti spirituali dell’elemosina il perdono dei peccati.<br />
«La carità – egli scrive – copre una moltitudine di peccati» (1 Pt 4,8). E ricordiamo<br />
la passione e morte di Gesù, il quale, come nota san Paolo, si è fatto povero per arricchirci<br />
della sua povertà (cfr 2 Cor 8,9). Negli Atti degli Apostoli si racconta che l’apostolo<br />
Pietro allo storpio che chiedeva l’elemosina alla porta del tempio disse: «Non possiedo<br />
né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno,<br />
cammina» (At 3,6). «Cristo si è fatto povero per voi» (2 Cor 8,9). L’apostolo Paolo raccomanda<br />
di donare liberamente, per convinzione interiore, con generosità e con gioia:<br />
«Chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con<br />
larghezza raccoglierà. Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con<br />
tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia» (2 Cor 9,6-7).<br />
Riferimenti pastorali:<br />
(Le citazioni o le sintesi qui riportate sono estrapolate dai documenti e dalle riflessioni<br />
pervenute in questi due anni. Non hanno sicuramente carattere esaustivo, ma<br />
sono espressione del cammino svolto nelle nostre comunità).<br />
>> CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA:<br />
I. La destinazione universale e la proprietà privata dei beni (2402)<br />
All’inizio, Dio ha affidato la terra e le sue risorse alla gestione comune dell’umanità,<br />
affinché se ne prendesse cura, la dominasse con il suo lavoro e ne godesse i frutti<br />
[Cf Gen 1,26-29 ]. I beni della creazione sono destinati a tutto il genere umano. Tuttavia<br />
la terra è suddivisa tra gli uomini, perché sia garantita la sicurezza della loro<br />
vita, esposta alla precarietà e minacciata dalla violenza. L’appropriazione dei beni è<br />
legittima al fine di garantire la libertà e la dignità delle persone, di aiutare ciascuno<br />
a soddisfare i propri bisogni fondamentali e i bisogni di coloro di cui ha la responsabilità.<br />
Tale appropriazione deve consentire che si manifesti una naturale <strong>solidarietà</strong><br />
tra gli uomini. (2403) Il diritto alla proprietà privata, acquisita o ricevuta in giusto<br />
Capitolo 1 - Riferimenti biblico-teologici e pastorali<br />
19
modo, non elimina l’originaria donazione della terra all’insieme dell’umanità. La destinazione<br />
universale dei beni rimane primaria, anche se la promozione del bene comune<br />
esige il rispetto della proprietà privata, del diritto ad essa e del suo esercizio.<br />
(2404) «L’uomo, usando dei beni creati, deve considerare le cose esteriori che legittimamente<br />
possiede, non solo come proprie, ma anche come comuni, nel senso che<br />
possano giovare non unicamente a lui, ma anche agli altri» [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium<br />
et spes 69]. La proprietà di un bene fa di colui che lo possiede un amministratore<br />
della Provvidenza, per farlo fruttificare e spartirne i frutti con gli altri, e, in primo<br />
luogo, con i propri congiunti. (2405) I beni di produzione – materiali o immateriali –<br />
come terreni o stabilimenti, competenze o arti, esigono le cure di chi li possiede, perché<br />
la loro fecondità vada a vantaggio del maggior numero di persone. Coloro che<br />
possiedono beni d’uso e di consumo devono usarne con moderazione, riservando la<br />
parte migliore all’ospite, al malato, al povero.<br />
>> GAUDIUM ET SPES 69:<br />
«Dio ha destinato la terra e tutto quello che essa contiene, ad uso di tutti gli uomini<br />
e popoli e pertanto i beni creati debbono secondo un equo criterio essere partecipati<br />
a tutti, essendo guida la giustizia e la carità (…). Gli uomini hanno l’obbligo<br />
di aiutare i poveri e non soltanto con il loro superfluo. Colui che si trova in estrema necessità,<br />
ha il diritto di procurarsi il necessario dalle ricchezze altrui».<br />
>> POPULORUM PROGRESSIO 23:<br />
«Se qualcuno, in possesso delle ricchezze che offre il mondo, vede il suo fratello<br />
nella necessità e chiude a lui le sue viscere, come potrebbe l’amore di Dio abitare in<br />
lui?» (1 Gv 3,17). Si sa con quale fermezza i padri della chiesa hanno precisato quale<br />
debba essere l’atteggiamento di coloro che posseggono nei confronti di coloro che<br />
sono nel bisogno: «Non è del tuo avere, afferma sant’Ambrogio, che tu fai dono al povero;<br />
tu non fai che rendergli ciò che gli appartiene. Poiché è quel che è dato in comune<br />
per l’uso di tutti, ciò che tu ti annetti. La terra è data a tutti, e non solamente<br />
ai ricchi».(18) È come dire che la proprietà privata non costituisce per alcuno un diritto<br />
incondizionato e assoluto. Nessuno è autorizzato a riservare a suo uso esclusivo ciò<br />
che supera il suo bisogno, quando gli altri mancano del necessario. In una parola, «il<br />
diritto di proprietà non deve mai esercitarsi a detrimento dell’utilità comune, secondo<br />
la dottrina tradizionale dei padri della chiesa e dei grandi teologi».<br />
>> SACRAMENTUM CARITATIS 90:<br />
«Non possiamo rimanere inattivi di fronte a certi processi di globalizzazione che,<br />
non di rado, fanno crescere a dismisura lo scarto tra ricchi e poveri a livello mondiale.<br />
(…) infatti sulla base dei dati statistici disponibili si può affermare che meno della<br />
metà delle immense somme globalmente destinate agli armamenti, sarebbero più<br />
che sufficienti per togliere stabilmente dall’indigenza lo sterminato esercito dei poveri.<br />
(…) il cibo della verità ci spinge a denunciare le situazioni indegne dell’uomo, in<br />
cui si muore per mancanza di cibo a causa dell’ingiustizia e dello sfruttamento e ci<br />
dona nuova forza e coraggio senza sosta alla edificazione della civiltà dell’amore».<br />
20 <strong>Elemosina</strong>… o <strong>solidarietà</strong>? <strong>Impegno</strong> <strong>personale</strong> e <strong>comunitario…</strong> Indifferenza no!
CENTESIMUS ANNUS 28:<br />
«L’elevazione dei poveri è una grande occasione per la crescita morale, culturale e<br />
anche economica dell’intera umanità».<br />
>> DEUS CARITAS EST:<br />
L’enciclica si interroga e ci interroga sulla natura dell’amore verso il prossimo. Esso,<br />
radicato nell’amore di Dio, coinvolge nella sua realizzazione ogni singolo fedele e l’intera<br />
comunità ecclesiale, che nella sua attività caritativa deve esemplificare l’amore<br />
trinitario. Di questo ruolo era ben consapevole già la Chiesa antica (cfr At 2, 44-45) che<br />
organizzò, per adempiere efficacemente al proprio mandato, i tre compiti strettamente<br />
collegati e che non possono essere omessi o separati. Accanto all’annuncio della Parola<br />
(kerygma-martyria) e celebrazione dei Sacramenti (leiturgia), la “diakonia”, il servizio<br />
concreto, ma anche spirituale, dell’amore verso il prossimo, esercitato comunitariamente<br />
e in modo ordinato (cfr At 6, 1-6), servizio che divenne ben presto essenziale. Ma<br />
è giusto che la Chiesa provveda ai bisogni? O non è un modo per non rispondere al bisogno<br />
di giustizia e alla rimozione di ciò che costringe l’uomo alla povertà? Questa è<br />
un’obiezione sollevata sin dal secolo XIX, in particolare dalla critica marxista che auspicava<br />
un radicale rinnovamento sociale ed economico. La risposta si può trovare in numerosi<br />
documenti ecclesiali, a cominciare dall’Enciclica Rerum Novarum di Leone XIII<br />
(1891) fino alla trilogia di Encicliche sociali di Giovanni Paolo II (Laborem exercens [1981],<br />
Sollicitudo rei socialis [1987], Centesimus annus [1991]).<br />
>> CARITAS IN VERITATE:<br />
«(…) la carità è la via maestra della dottrina sociale della Chiesa», ma si deve prestare<br />
attenzione che «Un Cristianesimo di carità senza verità può venire facilmente<br />
scambiato per una riserva di buoni sentimenti, utili per la convivenza sociale, ma<br />
marginali». L’azione morale deve sempre essere guidata da due principi fondamentali:<br />
la giustizia e il bene comune. Questa azione, così orientata, deve esplicitarsi<br />
anche nella vita istituzionale della polis. L’enciclica prende poi in considerazione lo<br />
sviluppo economico del nostro tempo, osservando che «senza il bene comune come<br />
fine ultimo (…) rischia di distruggere ricchezza e creare povertà», con le conseguenti<br />
crisi legate ad un’attività finanziaria «per lo più speculativa», i flussi migratori «spesso<br />
solo provocati» e poi mal gestiti. Il terzo capitolo tratta di “Fraternità, sviluppo economico<br />
e società civile”: la gratuità, l’esperienza del dono ci aprono ad una diversa visione<br />
della vita e dei rapporti umani.<br />
La logica del mercato perciò va «finalizzata al perseguimento del bene comune di<br />
cui deve farsi carico anche e soprattutto la comunità politica» (dall’introduzione).<br />
>> ESORTAZIONE APOSTOLICA POSTSINODALE SACRAMENTUM CARITATIS DEL SANTO<br />
PADRE BENEDETTO XVI, 2007:<br />
«Il cibo della verità e l’indigenza dell’uomo 90. Non possiamo rimanere inattivi di<br />
fronte a certi processi di globalizzazione che non di rado fanno crescere a dismisura<br />
lo scarto tra ricchi e poveri a livello mondiale. Dobbiamo denunciare chi dilapida le ricchezze<br />
della terra, provocando disuguaglianze che gridano verso il cielo (cfr Gc 5,4).<br />
Capitolo 1 - Riferimenti biblico-teologici e pastorali<br />
21
Ad esempio, è impossibile tacere di fronte alle «immagini sconvolgenti dei grandi<br />
campi di profughi o di rifugiati – in diverse parti del mondo – raccolti in condizioni di<br />
fortuna, per scampare a sorte peggiore, ma di tutto bisognosi. Non sono, questi esseri<br />
umani, nostri fratelli e sorelle? Non sono i loro bambini venuti al mondo con le<br />
stesse legittime attese di felicità degli altri?».(246)<br />
Il Signore Gesù, Pane di vita eterna, ci sprona e ci rende attenti alle situazioni di indigenza<br />
in cui versa ancora gran parte dell’umanità: sono situazioni la cui causa implica<br />
spesso una chiara ed inquietante responsabilità degli uomini. Infatti, «sulla base<br />
di dati statistici disponibili si può affermare che meno della metà delle immense<br />
somme globalmente destinate agli armamenti sarebbe più che sufficiente per togliere<br />
stabilmente dall’indigenza lo sterminato esercito dei poveri. La coscienza<br />
umana ne è interpellata. Alle popolazioni che vivono sotto la soglia della povertà, più<br />
a causa di situazioni dipendenti dai rapporti internazionali politici, commerciali e culturali,<br />
che non a motivo di circostanze incontrollabili, il nostro comune impegno nella<br />
verità può e deve dare nuova speranza».(247). Il cibo della verità ci spinge a denunciare<br />
le situazioni indegne dell’uomo, in cui si muore per mancanza di cibo a causa<br />
dell’ingiustizia e dello sfruttamento, e ci dona nuova forza e coraggio per lavorare<br />
senza sosta all’edificazione della civiltà dell’amore. Dall’inizio i cristiani si sono preoccupati<br />
di condividere i loro beni (cfr At 4,32) e di aiutare i poveri (cfr Rm 15,26). L’elemosina<br />
che si raccoglie nelle assemblee liturgiche ne è un vivo ricordo, ma è anche<br />
una necessità assai attuale. Le istituzioni ecclesiali di beneficenza, in particolare la<br />
Caritas a vari livelli, svolgono il prezioso servizio di aiutare le persone in necessità, soprattutto<br />
i più poveri. Traendo ispirazione dall’Eucaristia, che è il sacramento della<br />
carità, esse ne divengono l’espressione concreta; meritano perciò ogni plauso ed incoraggiamento<br />
per il loro impegno solidale nel mondo.<br />
22 <strong>Elemosina</strong>… o <strong>solidarietà</strong>? <strong>Impegno</strong> <strong>personale</strong> e <strong>comunitario…</strong> Indifferenza no!
MESSAGGIO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI PER LA QUARESIMA 2008:<br />
“Cristo si è fatto povero per voi“ (2 Cor 8,9)<br />
ampiamente citato in particolare nei riferimenti biblici.<br />
>> AMORE PREFERENZIALE PER I POVERI E GIUBILEO DEL 2000 (alcuni passi)<br />
«La scelta preferenziale dei poveri è un ambito da considerare trasversale, un’ottica<br />
di fondo che deve illuminare tutte le scelte concrete della Chiesa nell’oggi della<br />
storia». «È necessario che i poveri siano soggetto e parte attiva della Chiesa e non<br />
oggetto al quale si destinano aiuti. Ciò sarà possibile se cominceremo a vedere i poveri<br />
non solo o prevalentemente come fonte di problemi, ma come risorsa per recuperare<br />
valori autentici e per liberarci da sovrastrutture, convenzioni o bisogni indotti».<br />
«I poveri dobbiamo guardarli ed amarli come una“presenza reale”di Gesù,…». «La crescente<br />
polarizzazione tra abbondanza e indigenza (su scala sia internazionale che interna),<br />
tra chi gode di molte opportunità e chi si trova sempre più ai margini, richiama<br />
l’inevitabile nesso tra carità e giustizia. In particolare i laici credenti sono chiamati<br />
dentro le istituzioni, attraverso la partecipazione ai processi democratici, a difendere<br />
e sviluppare principi e valori non astrattamente, ma valutando puntualmente e con<br />
competenza l’incidenza sulle condizioni di vita delle fasce più deboli di: atti legislativi,<br />
decisioni del Governo, politiche degli Enti locali, funzionamento dei servizi alla<br />
persona (sanità, assistenza, scuola, ecc.), andamenti economici e finanziari».<br />
«Se avete comuni i beni eterni, quanto più i beni temporali!”» (Didachè 4,8)<br />
>> ABCaritas:<br />
«<strong>Elemosina</strong>: è quello che si dà alle persone bisognose, in denaro, in pane, in vestito,<br />
cioè in cose che tendono ad offrire una risposta alle necessità materiali a cui una<br />
persona non è in grado di far fronte. “Dobbiamo riscoprire il valore dell’elemosina,<br />
dell’intervento immediato, che non pretende di risolvere tutto, ma fa quello che è<br />
possibile al momento. Può essere un gesto ambiguo. Può incoraggiare la pigrizia e la<br />
menzogna in chi lo riceve, mentre in chi lo compie può far nascere l’idea di sentirsi a<br />
posto, senza andare alla radice dei problemi. Nel fare elemosina, quindi, è necessario<br />
un grande realismo e soprattutto bisogna evitare che essa diventi il surrogato di altri<br />
interventi più completi ed efficaci. Pur con questi rischi, l’elemosina contiene molti valori”<br />
(C.M. Martini, Farsi prossimo)».<br />
>> C.M. MARTINI, Farsi prossimo, p. 48:<br />
«L’elemosina è un gesto profetico ed educativo. Proclama che nessuna civiltà terrena,<br />
per quanto perfetta, può risolvere tutti i problemi: solo Dio, con la venuta finale<br />
del suo Regno, tergerà ogni lacrima e farà cessare ogni lotta, pianto, dolore».<br />
>> F. MONTENEGRO, Prolusione al Convegno Nazionale delle Caritas Diocesane del<br />
2007:<br />
«Siamo nel pieno della “rivoluzione della globalizzazione”, che travolge le economie,<br />
modifica i territori,sposta le città. E continua a far crescere la forbice tra ricchi e poveri.<br />
In particolare la delocalizzazione finanziaria e produttiva fa muovere le persone,<br />
Capitolo 1 - Riferimenti biblico-teologici e pastorali<br />
23
cambia le infrastrutture e l’accesso alle fonti di energia. Quindi condiziona ambiente e<br />
società. Resta attestato intorno agli 800 milioni il dato relativo alle persone che nel<br />
mondo sono malnutrite e denutrite. Con il rischio di assuefazione/indifferenza».<br />
>> D. BONHOEFFER, Resistenza e resa:<br />
«La Chiesa deve partecipare agli impegni mondani della vita della comunità<br />
umana, non dominando, ma aiutando e servendo. Essa deve dire agli uomini di tutte<br />
le professioni che cosa sia una vita in Cristo, che cosa significhi “essere - per gli - altri».<br />
>> ALTRI TESTI:<br />
«È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale,<br />
che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno<br />
sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione<br />
politica, economica e sociale del Paese» (Articolo 3 della Costituzione<br />
Italiana).<br />
«L’elargizione di denaro non costituisce una soluzione né a breve né a lungo termine.<br />
Il mendicante passerà a un’altra auto, e poi a un’altra ancora. Per affrontare<br />
onestamente il problema il donatore dovrebbe aprire la porta dell’auto e chiedere al<br />
mendicante qual è il suo problema, come si chiama, quanti anni ha, che cosa sa fare,<br />
se ha bisogno di assistenza medica e così via. Ma allungare una moneta significa implicitamente<br />
invitare il mendicante a sparire. È un modo di sbarazzarsi comodamente<br />
del problema» (Muhammad Yunus, Il banchiere dei poveri, Feltrinelli).<br />
>> PROPOSTE (Cfr Olio e vino p. 7):<br />
• “Oltre l’elemosina” consulta della carità, Commissione Caritas di Bolzano-Bressanone:<br />
presenta il percorso proposto alla Diocesi per intervenire sul problema.<br />
• Lettura dei bisogni e delle risorse (vedi “<strong>Elemosina</strong> o accattonaggio?” doc. del<br />
CedAs di Mori e dei PaP di S. Maria, S. Giuseppe, Sacco, Lizzana, Marco, Ala, Brentonico,<br />
S. Caterina).<br />
• Formazione di base.<br />
• Forme di coordinamento tra chi si occupa del problema.<br />
• Comunicazione a questuanti e a parrocchiani delle iniziative e del loro significato.<br />
• “Stai attento, per carità”: campagna avviata dal Centro Servizi Volontariato sulla<br />
<strong>solidarietà</strong> responsabile. Le associazioni che aderiscono sottoscrivono un codice<br />
etico che “certifica” la loro natura e la destinazione corretta e trasparente dei fondi<br />
raccolti. Le associazioni sono contraddistinte da un logo comune.<br />
• Forme alternative alla donazione di soldi per strada: emissione di buoni per panini,<br />
bibite analcoliche, bevande calde… da consumare in esercizi privati convenzionati<br />
o presso strutture religiose/centri Caritas. ■<br />
24 <strong>Elemosina</strong>… o <strong>solidarietà</strong>? <strong>Impegno</strong> <strong>personale</strong> e <strong>comunitario…</strong> Indifferenza no!
CAPITOLO 2<br />
ANALISI DEI BISOGNI<br />
Nel tentativo di offrire un breve e semplice testo di riflessione sul significato<br />
e sul valore dell’elemosina cristiana per la zona pastorale della Vallagarina ci<br />
sembrava opportuno fare delle considerazioni e dei “ragionamenti” a partire<br />
dalla lettura di alcuni bisogni e non tutti. In particolare si è cercato di evidenziare alcune<br />
delle innumerevoli chiavi di lettura dei bisogni di primo e secondo livello, e utilizzando<br />
dati in nostro possesso o raccolti da altre“agenzie” sociali. Si è cercato quindi<br />
di mettere in risalto quelle informazioni o dati riguardanti il mondo delle povertà e<br />
dell’emarginazione grave.<br />
Pur avendo presente le differenze che contraddistinguono l’elemosina dal fenomeno<br />
dell’accattonaggio, siamo altresì certi che in tutti e due i casi si possa parlare<br />
di meccanismi socio-economici che incidono in maniera grave e devastante, per i singoli<br />
e per la società, creando così i presupposti per una povertà estrema, un’esclusione<br />
sociale e quindi uno stato di emarginazione.<br />
Il lavoro di Rete e il coordinamento Caritas avviato da alcuni anni nella Zona pastorale<br />
della Vallagarina (che comprende i decanati di Ala, Mori, Villalagarina, Rovereto)<br />
fa della corresponsabilità nelle scelte, nella condivisione delle metodologie e<br />
delle operatività il suo punto di forza.<br />
Non a caso il nostro slogan “Il nostro impegno dalla Solidarietà alla Carità” vuol significare<br />
che pur partendo da un legame di fratellanza umana il nostro impegno si<br />
deve dilatare in considerazione del comandamento evangelico dell’Amore “Ama il<br />
prossimo tuo come te stesso”.<br />
Per noi si tratta di rivedere il concetto di Carità che siamo abituati a pensare; se al<br />
significato <strong>personale</strong> che diamo alla Carità sovrapponiamo il semplice gesto dell’<strong>Elemosina</strong>,<br />
magari data in fretta e con imbarazzo, inquiniamo il vero significato dell’Amore-Carità<br />
che Cristo ci chiede di avere nei confronti dei nostri fratelli.<br />
Noi desideriamo proporre una Carità fatta di relazioni.<br />
È stato un percorso non semplice e per certi versi non facile nei suoi risvolti pratici.<br />
Passare dalla condivisione di valori come quelli dell’Accoglienza, del Dono, della<br />
Gratuità, del Servizio, della Giustizia, ecc. alla codificazione di una prassi o di una consequenzialità<br />
nei comportamenti condivisi non sempre è stato lineare. Oseremmo<br />
dire che anche per il futuro la volontà di trovare una VIA Condivisa (intesa come insieme<br />
di e regole e di metodo) nel servizio della Carità sarà il nostro banco di prova.<br />
Capitolo 2 - Analisi dei bisogni<br />
25
Si tratta di non dare per scontato nulla di ciò che fino ad ora abbiamo condiviso, anche<br />
perché il tempo e le persone cambiano mentre la Carità-Amore rimane.<br />
È necessario se non indispensabile che ciascuno, sia come singolo ma anche come<br />
gruppo - associazione - comunità, sia cosciente di aver bisogno di un confronto continuo<br />
sul significato della Carità evangelica. Non tanto per omologarsi ai comportamenti<br />
della società o della cultura dominante ma per essere veramente testimoni di<br />
quell’amore che Dio ci chiede di vivere nei confronti dei nostri fratelli. Non è più sufficiente<br />
farsi “un’opinione o una cultura” della carità basandosi esclusivamente sulle<br />
informazioni dei giornali o delle TV, è fondamentale che si riprenda a leggere e meditare<br />
la Parola di DIO (Nuovo e Antico Testamento) ma anche a saper leggere e meditare<br />
la vita dei testimoni della Carità. La Chiesa stessa in più occasioni, attraverso<br />
documenti più o meno ufficiali, ci ha trasmesso un insegnamento su come vivere e<br />
testimoniare l’Amore. Spetta quindi a ciascuno di noi il sapersi mettere in discussione,<br />
anche attraverso un confronto e una formazione permanente.<br />
Attraverso una rilettura-definizione del significato di dignità umana e in riferimento<br />
al comandamento dell’Amore, abbiamo voluto considerare la presenza prolungata<br />
sul nostro territorio di coloro che comunemente vengono definiti Senza<br />
Dimora come persone degne di un riconoscimento. Per questo motivo, accanto al termine<br />
Residenza o Domicilio, abbiamo voluto dare “significato” alla realtà della<br />
Dimora. Con ciò si è voluto dare particolare attenzione a coloro che per vari motivi o<br />
situazioni (es.: relazioni affettive o significative, ricerca lavoro, ecc.) dimostrano di dimorare<br />
e quindi di vivere da più tempo sul nostro territorio. Tutto ciò in considerazione<br />
anche del fatto che sono le RELAZIONI ad offrire la reale possibilità di riscatto<br />
o di autonomia.<br />
<strong>CedAS</strong> di Mori e dei PaP (Punti di Ascolto Parrocchiali e/o Decanali)<br />
di S. Maria, S. Giuseppe, Borgo Sacco, Lizzana, Marco, Ala, Brentonico,<br />
S. Caterina<br />
26 <strong>Elemosina</strong>… o <strong>solidarietà</strong>? <strong>Impegno</strong> <strong>personale</strong> e <strong>comunitario…</strong> Indifferenza no!
INFORMAZIONI E DATI RACCOLTI<br />
DAL CEDAS DI ROVERETO NEL 2009<br />
Presupposto per una lettura dei bisogni vi è la consapevolezza che i dati stessi non<br />
necessariamente rispecchiano la realtà, in particolare per quanto riguarda la percezione<br />
da parte dell’opinione pubblica e tanto meno dal singolo cittadino. Non si tratta<br />
di fare una lettura professionale o sociologica ma semplicemente offrire del materiale<br />
raccolto da attività o servizi e su cui riflettere.<br />
Quando parliamo di bisogni primari non sempre nell’immaginario generale si riesce<br />
a riconoscere che i bisogni sono cambiati e ampliati. Non si parla più dei bisogni<br />
fisiologici che garantiscono la sopravvivenza come quelli del mangiare, dormire, salute.<br />
2.1<br />
Dati raccolti dal servizio ASCOLTO CEDAS ROVERETO<br />
e dal LABORATORIO INDUMENTI OFS<br />
Il servizio Ascolto del <strong>CedAS</strong> di Rovereto è attivo dal 1991 ed è aperto dal lunedì al<br />
venerdì dalle 16,00 alle 18,00 con una presenza di circa 15 volontari che si alternano<br />
giornalmente. Il suddetto servizio si fa carico di ascoltare ed approfondire le richieste<br />
e le problematiche delle persone, in particolare dei Senza Dimora, per orientarle<br />
ai servizi già presenti sul territorio o per aiutarle attraverso piccoli interventi di assistenza<br />
quali: buoni vestiario, schede telefoniche, biglietti di viaggio, buoni medicinali,<br />
taglio capelli, ecc.<br />
I dati che vengono riportati sono certamente inferiori rispetto al dato reale poiché<br />
non sempre in fase di raccolta informazioni il dato viene raccolto o segnato nella<br />
scheda. In questo caso vengono considerati i dati riferiti alle persone “domiciliate o<br />
dimoranti” e quindi alloggiate presso le varie strutture di accoglienza presenti sul<br />
territorio, come la Casa di Accoglienza della Fondazione Comunità Solidale il Punto<br />
di Approdo ecc.<br />
Capitolo 2 - Analisi dei bisogni<br />
27
ANALISI dei SENZA FISSA DIMORA (SFD) - 2009<br />
TOTALE PERSONE SFD INCONTRATE - ANNO 2009<br />
Donne<br />
15%<br />
(19 soggetti)<br />
Come si evidenzia chiaramente dal grafico un’elevata percentuale delle persone<br />
incontrate sono di genere maschile (l’85%), praticamente quasi la totalità: in valori<br />
assoluti si riscontrano infatti 111 uomini e solamente 19 donne.<br />
Italiani<br />
28%<br />
(37 soggetti)<br />
Uomini<br />
85%<br />
(111 soggetti)<br />
Stranieri<br />
72%<br />
(93 soggetti)<br />
Delle 130 persone incontrate la grande maggioranza è rappresentata da persone<br />
di nazionalità straniera (il 72%), praticamente 3/4 di essi, mentre solo 37 su 130<br />
sono di nazionalità italiana.<br />
28 <strong>Elemosina</strong>… o <strong>solidarietà</strong>? <strong>Impegno</strong> <strong>personale</strong> e <strong>comunitario…</strong> Indifferenza no!
NAZIONALITÀ delle PERSONE SENZA FISSA DIMORA<br />
nazionalità femmine maschi totale relativo (e %)<br />
Italia 3 34 37 (28%)<br />
Marocco 2 23 25 (19%)<br />
Romania 4 13 17 (13%)<br />
Algeria 7 7 (5%)<br />
Tunisia 7 7 (5%)<br />
Polonia 1 5 6 (5%)<br />
Bulgaria 2 3 5 (4%)<br />
Ucraina 4 4 (3%)<br />
Nigeria 1 2 3 (2%)<br />
Cecoslovacchia 1 1 2 (2%)<br />
Egitto 2 2 (2%)<br />
Etiopia 2 2 (2%)<br />
Repubblica di Macedonia 2 2 (2%)<br />
Pakistan 2 2 (2%)<br />
Bangladesh 1 1 (1%)<br />
Costa d’Avorio 1 1 (1%)<br />
Colombia 1 1 (1%)<br />
Eritrea 1 1 (1%)<br />
Iraq 1 1 (1%)<br />
Moldavia 1 1 (1%)<br />
Perù 1 1 (1%)<br />
Sudan 1 1 (1%)<br />
Senegal 1 1 (1%)<br />
totale complessivo 19 111 130 (100%)<br />
Le nazionalità più consistenti sono quella italiana (28%), marocchina (19%) e<br />
rumena (13%), che insieme raggiungono il 60% delle persone SFD incontrate,<br />
cioè più della metà.<br />
Tra tutte le nazionalità quella italiana appare in ogni caso come la più numerosa.<br />
Capitolo 2 - Analisi dei bisogni<br />
29
CONDIZIONE LAVORATIVA delle PERSONE SENZA FISSA DIMORA<br />
condizione lavorativa femmine maschi totale relativo (%)<br />
disoccupato 13 88 101 (78%)<br />
(vuoto) 3 8 11 (8%)<br />
in cerca di prima occupazione 6 6 (5%)<br />
occupato a termine 3 3 (2%)<br />
ritirato dal lavoro (pensionato) 3 3 (2%)<br />
altro 2 2 (2%)<br />
inabile al lavoro 1 1 (1%)<br />
occupato a tempo<br />
indeterminato<br />
1 1 (1%)<br />
occupato stagionale 1 1 (1%)<br />
studente 1 1 (1%)<br />
Totale complessivo 19 111 130 (100%)<br />
Quasi l’80% delle persone incontrate sono disoccupate, non irrilevante poi è il<br />
5% rappresentato da coloro che sono in cerca di prima occupazione. In ogni caso<br />
l’insieme di questi due dati ci parla di persone fuori dal mercato del lavoro.<br />
Infine segnaliamo la percentuale dell’8% dei missing cases (dati mancanti).<br />
STATO CIVILE PERSONE SFD<br />
stato civile femmine maschi totale relativo (%)<br />
celibe/nubile 6 55 61 (47%)<br />
coniugato/a 6 37 43 (33%)<br />
divorziato/a 1 5 6 (9%)<br />
separato/a 2 10 12 (5%)<br />
vedovo/a 4 4 (3%)<br />
(vuoto) 4 4 (3%)<br />
totale complessivo 19 111 130 (100%)<br />
Praticamente metà delle persone SFD sono celibi o nubili (47%). Sommando a<br />
questo stato civile le persone coniugate (33%) si ottiene addirittura una percentuale<br />
dell’80%, pertanto coloro che appartengono alle categorie dei separati,<br />
divorziati e vedovi diventano qui statisticamente poco rilevanti.<br />
Contrariamente a quanto si può pensare troviamo quindi che le persone incontrate<br />
sono quelle che potrebbero avere una maggiore stabilità familiare.<br />
30 <strong>Elemosina</strong>… o <strong>solidarietà</strong>? <strong>Impegno</strong> <strong>personale</strong> e <strong>comunitario…</strong> Indifferenza no!
TOTALE RICHIESTE DA SFD: 364<br />
Donne<br />
10%<br />
Rispetto alle richieste giunte da SFD la percentuale di uomini aumenta fino al<br />
90%, pertanto le richieste sembrano essere di pertinenza quasi esclusiva degli uomini<br />
rispetto alle donne, esattamente 328 contro solamente 35 richieste effettuate<br />
da donne.<br />
Italiani<br />
105<br />
Capitolo 2 - Analisi dei bisogni<br />
Uomini<br />
90%<br />
Stranieri<br />
258<br />
31
TIPOLOGIA RICHIESTE - SENZA FISSA DIMORA<br />
tipo di richiesta femmine maschi totale relativo (%)<br />
vestiario 11 110 121 (33%)<br />
mezzo di trasporto 3 79 82 (23%)<br />
attrezzature e strumenti<br />
di lavoro<br />
3 75 78 (21%)<br />
igiene <strong>personale</strong>, bagno,<br />
doccia<br />
19 19 (5%)<br />
medicinali e cure mediche/<br />
infermieristiche<br />
15 15 (4%)<br />
ricerca di occupazione 9 3 12 (3%)<br />
cibo 2 9 11 (3%)<br />
rilascio/rinnovo permesso<br />
di soggiorno<br />
6 6 (2%)<br />
mobilio, attrezzatura,<br />
arredo per la casa<br />
4 1 5 (2%)<br />
richiesta di alloggio 2 2 4 (2%)<br />
pratiche amministrativoburocratiche<br />
2 2 (1%)<br />
visite mediche e prestazioni<br />
specialistiche<br />
2 2 (1%)<br />
altre (segnalare la difficoltà<br />
di classificazione)<br />
1 1 (0%)<br />
assistenza sanitaria per chi<br />
è all’estero<br />
1 1 (0%)<br />
materiale sanitario/protesi 1 1 (0%)<br />
restituzione prestiti/debiti 1 1 (0%)<br />
ritardo altri sussidi/entrate 1 1 (0%)<br />
solitudine 1 1 (0%)<br />
(vuoto) 1 (0%)<br />
Totale complessivo 35 328 364 (100%)<br />
Vestiario (33%), mezzi di trasporto (23%) e attrezzature e strumenti di lavoro<br />
(21%) rappresentano quasi l’80% delle richieste effettuate nel corso del 2009.<br />
32 <strong>Elemosina</strong>… o <strong>solidarietà</strong>? <strong>Impegno</strong> <strong>personale</strong> e <strong>comunitario…</strong> Indifferenza no!
Nazionalità per interventi richiesti<br />
nazionalita tot. rel. (%) nazionalita tot. rel. (%)<br />
Italia 105 (29%) Marocco 72 (20%)<br />
Algeria 36 (10%) Romania 27 (7%)<br />
Tunisia 22 (6%) Cecoslovacchia 20 (5%)<br />
Rep. di Macedonia 11 (3%) Ucraina 11 (3%)<br />
Colombia 10 (3%) Polonia 9 (2%)<br />
Bulgaria 7 (2%) Etiopia 7 (2%)<br />
Nigeria 5 (1%) Senegal 4 (1%)<br />
Eritrea 3 (1%) Moldavia 3 (1%)<br />
Pakistan 3 (1%) Costa d’Avorio 2 (1%)<br />
Egitto 2 (1%) Bangladesh 1 (0%)<br />
Iraq 1 (0%) Perù 1 (0%)<br />
Sudan 1 (0%)<br />
totale complessivo 363 (100%)<br />
Per quanto riguarda gli interventi richiesti le nazionalità più consistenti sono<br />
quella italiana (29%), marocchina (20%) e quella algerina (10%), che insieme<br />
raggiungono il 60% delle richieste.<br />
Tra tutte le nazionalità quella italiana appare come la più numerosa rispetto<br />
alle richieste effettuate.<br />
Le percentuali sono pertanto quasi coincidenti con quelle riferite ai dati delle<br />
persone incontrate.<br />
SERVIZIO UNITÀ DI STRADA<br />
Relazione attività dell’Unità di strada di Rovereto anno 2009.<br />
L’attività dell’Unità di strada di Rovereto prosegue nel costante aiuto ai senza tetto.<br />
In questo anno di crisi ha visto impegnati i volontari nel monitoraggio dei vari luoghi<br />
del territorio di Rovereto dove il disagio esiste.<br />
Il numero dei volontari si è attestato attorno alle 10 unità, due in meno rispetto all’anno<br />
scorso. Ci sono comunque pervenute richieste da parte di alcuni giovani di<br />
poter far parte del gruppo. Valuteremo nella riunione mensile la loro motivazione e<br />
disponibilità.<br />
Le uscite proseguono nei giorni di martedì e venerdì dalle ore 20,30 alle 23. A differenza<br />
dell’anno scorso è stata eliminata la giornata del sabato per difficoltà organizzative,<br />
in quanto non riuscivamo a dare costanza al servizio.<br />
Capitolo 2 - Analisi dei bisogni<br />
33
Il diario in cui viene descritta l’uscita nei suoi particolari e la scheda dati che permette<br />
di identificare al primo impatto il tipo di disagio rilevato, vengono compilati al<br />
termine di ogni uscita. Questo lavoro sta dando buoni frutti. Anche se si tratta di strumenti<br />
che necessitano di modifiche costanti, essi ci permettono di avere il quadro<br />
delle varie situazioni rilevate e anche la possibilità di quantificarle.<br />
>> QUESTI I RISULTATI DELLE RILEVAZIONI EFFETTUATE DA GENNAIO A DICEMBRE<br />
2009:<br />
SINTESI DELLA TIPOLOGIA DI CONTATTI - Unità di strada di Rovereto - 2009<br />
2009 gen feb mar apr mag giu<br />
totale contatti mensile 68 57 68 91 89 61<br />
giovane 21 19 32 24 31 20<br />
adulto 38 31 34 60 47 33<br />
anziano 9 8 10 7 3 6<br />
maschio 59 39 51 79 70 44<br />
femmina 9 11 16 12 12 17<br />
italiano 53 51 55 57 48 35<br />
straniero 15 6 13 34 41 25<br />
nuovo 10 6 11 19 20 22<br />
stanziale 49 48 43 53 53 30<br />
politoxdip. 0 0 4 0 1 3<br />
alcolista 22 18 16 9 9 14<br />
tossicodip.<br />
2009<br />
20<br />
lug<br />
17<br />
ago<br />
10<br />
sett<br />
14<br />
ott<br />
13<br />
nov<br />
6<br />
dic<br />
totale<br />
annuo<br />
totale contatti mensile 49 72 52 85 43 29 764<br />
giovane 14 21 16 15 15 6 234<br />
adulto 29 44 31 61 21 18 447<br />
anziano 6 7 5 9 7 5 82<br />
maschio 44 70 48 85 41 28 658<br />
femmina 5 2 4 0 2 1 91<br />
italiano 30 44 38 37 28 24 500<br />
straniero 12 28 14 48 15 5 256<br />
nuovo 14 16 11 16 5 7 157<br />
stanziale<br />
p<br />
23 33 23 57 29 18 459<br />
34 <strong>Elemosina</strong>… o <strong>solidarietà</strong>? <strong>Impegno</strong> <strong>personale</strong> e <strong>comunitario…</strong> Indifferenza no!
tossicodip.<br />
2009<br />
20<br />
lug<br />
17<br />
ago<br />
10<br />
sett<br />
14<br />
ott<br />
13<br />
nov<br />
6<br />
dic<br />
totale<br />
annuo<br />
tpolitoxdip.<br />
3 2 2 5 0 2 22<br />
alcolista 9 9 9 11 20 10 156<br />
tossicodip. 3 1 3 0 3 1 91<br />
I dati sono relativi ai contatti cioè quante volte i volontari incontrano le persone<br />
nelle varie uscite.<br />
Va anche rilevato che continuano gli incontri ogni primo mercoledì del mese.<br />
Il gruppo dei volontari assieme al coordinatore si ritrovano per fare il punto della situazione.<br />
È venuta meno la figura del supervisore che ci ha seguito fino a luglio e per<br />
varie ragioni ha dovuto sospendere il rapporto con il gruppo.<br />
Dopo un anno e mezzo di attività possiamo affermare che il progetto Unità di<br />
strada sta continuando a consolidarsi come presenza costante sul territorio. Questa<br />
presenza ha permesso alle persone in difficoltà che abbiamo incontrato, di instaurare<br />
con i volontari dell’Unità un buon rapporto. Aspettano di vedere gli operatori nei<br />
giorni prefissati per bere un tè o essere semplicemente ascoltati. La tabella sopra riportata<br />
evidenzia che i contatti sono stati molti di più dell’anno precedente: 157 i<br />
nuovi casi con una media mensile di contatti di 64 persone cioè 8 per uscita. Bisogna<br />
aggiungere a questi, diverse persone che non hanno dimora e stazionano sul territorio<br />
roveretano pochi giorni e poi proseguono per altre destinazioni. Quest’anno abbiamo<br />
riscontrato nel periodo novembre-dicembre un calo dei contatti. Questo non<br />
significa che il problema dei senza tetto a Rovereto si stia risolvendo, anzi. Sappiamo<br />
per certo – su segnalazione degli stessi – che cambia la soluzione: alcuni si rifugiano<br />
in strutture abbandonate, case e fabbriche, dove dormono riparati dalle intemperie.<br />
La stazione di Rovereto a differenza dell’anno scorso non è più un “rifugio” stabile<br />
per queste persone vista la presenza della polizia ferroviaria durante il giorno e i carabinieri<br />
durante la notte che controllano e “invitano” i senza dimora a trovarsi un’altra<br />
sistemazione. Abbiamo avuto un incontro con l’Ispettore Capo Zencher della<br />
Polfer al quale abbiamo presentato il nostro servizio. Nell’incontro si sono evidenziati<br />
chiaramente due modi di operare diversi: il nostro è animato dalla volontà di accogliere<br />
ed indirizzare le persone ai vari servizi. Mentre l’Ispettore Zencher parte dalla<br />
preoccupazione di salvaguardare la sicurezza e il volto della città. Comunque rimane<br />
da parte di entrambe le parti l’incapacità di dare una risposta adeguata al disagio<br />
riscontrato.<br />
Il compito dell’Unità di strada è solo quello di ascoltare, indirizzare ed informare i<br />
senza dimora dell’esistenza dei vari servizi a cui rivolgersi. A volte abbiamo bisogno<br />
di risposte immediate vista l’emergenza in cui operiamo (orario serale), ma ci sono<br />
pochi servizi aperti a quell’ora.<br />
Capitolo 2 - Analisi dei bisogni<br />
35
Siamo riusciti a seguire due persone che dalla strada sono finite in comunità terapeutiche.<br />
Abbiamo continuato ad interessarci a loro scrivendo e telefonando nelle<br />
varie strutture. Questo ci ha permesso di mantenere un contatto affettivo, vista la<br />
frequente assenza di rapporti famigliari, distrutti o inesistenti.<br />
Fino ad ora i servizi più importanti con cui abbiamo collaborato sono stati:<br />
<strong>CedAS</strong> (Caritas di Rovereto), Accoglienza dormitorio della Fondazione comunità solidale,<br />
Croce Rossa e Tavolo del Disagio Adulto del Comune di Rovereto.<br />
>> OBIETTIVI PER L’ANNO 2010<br />
• Conoscere meglio l’operato di alcuni servizi che operano nel disagio a Rovereto,<br />
come ad esempio: i volontari di strada della Raab, gli Alcolisti in trattamento, gli<br />
Avvocati di strada.<br />
• Capire quali possano essere le potenzialità d’intervento dell’Unità di strada.<br />
2.2<br />
Informazioni e dati raccolti dal COORDINAMENTO SOLIDARIETÀ<br />
RESPONSABILE DEGLI ENTI che si occupano di aiuto alimentare<br />
Compongono la rete del Coordinamento Solidarietà Responsabile i seguenti soggetti:<br />
• <strong>CedAS</strong><br />
• Croce Rossa Italiana<br />
• Conferenza S. Marco della società di San Vincenzo<br />
• Parrocchia Sacra Famiglia<br />
• Aiuto Alimentare<br />
• Fondazione Comunità Solidale<br />
• Comune di Rovereto Ufficio Servizi socio-assistenziali<br />
La partecipazione al Coordinamento è aperta anche ad altri soggetti che condividono<br />
l’opportunità e le finalità di questo gruppo di lavoro.<br />
36 <strong>Elemosina</strong>… o <strong>solidarietà</strong>? <strong>Impegno</strong> <strong>personale</strong> e <strong>comunitario…</strong> Indifferenza no!
La finalità del Coodinamento è quella di creare una rete tra le diverse realtà che sul<br />
territorio del Comune di Rovereto si occupano di soggetti con difficoltà di natura economica<br />
attraverso:<br />
• la conoscenza reciproca dei soggetti che compongono la rete<br />
• la messa in comune delle diverse iniziative<br />
• la circolarità delle informazioni<br />
• la collaborazione fattiva ed attiva tra i diversi soggetti<br />
• la programmazione condivisa di interventi specifici<br />
• il monitoraggio costante della situazione di “disagio” presente sul territorio del<br />
Comune di Rovereto, intercettabile dai soggetti del coordinamento.<br />
Alcuni dati<br />
I soggetti che compongono il Coordinamento Solidarietà Responsabile hanno ritenuto<br />
opportuno confrontarsi sul numero delle persone a cui vengono erogati interventi<br />
e la tipologia degli stessi al fine di:<br />
• costruire una mappa delle risorse presenti sul territorio<br />
• per avere un’idea di quante persone beneficiano di tali interventi<br />
Tali dati sono anche stati confrontati con quelli in possesso del Servizio Sociale e<br />
relativi all’utenza che beneficia di interventi economici di cui alla LP 14/91.<br />
I dati si riferiscono al flusso di utenza suddiviso per le singole realtà nel periodo dal<br />
01.01.2009 al 31.05.2009.<br />
Di seguito vengono riportati i numeri degli utenti per ogni realtà della Rete del<br />
Coordinamento Solidarietà Responsabile.<br />
Tali dati (elenchi nominativi) sono stati incrociati tra loro al fine di rilevare il numero<br />
dell’utenza“contato una sola volta”in quanto le persone accedono a più servizi.<br />
>> CARATTERISTICHE DELL’UTENZA:<br />
Prevalgono nuclei familiari di immigrati (comunitari e extracomunitari) con minori<br />
che, pur in presenza di un reddito da lavoro dipendente, non riescono a far fronte<br />
alle proprie necessità; si registra un aumento delle richieste da parte di chi ha un lavoro<br />
precario o ha perso il posto di lavoro. Presenza di un numero limitato di persone<br />
che da anni beneficiano di interventi.<br />
Aiuto Alimentare …………………………………………………………………………………………………………………………………………………… 137<br />
Parrocchia Sacra Famiglia …………………………………………………………………………………………………………………………… 403<br />
Croce Rossa ………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… 104<br />
<strong>CedAS</strong> ………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… 27<br />
San Vincenzo …………………………………………………………………………………………………………………………………………………… 10 circa<br />
Totale utenti contati una sola volta ………………………………………………………………………………………… 596<br />
Capitolo 2 - Analisi dei bisogni<br />
37
Su un totale di 596 persone contate una sola volta,250 cioè il 41%,accede a più servizi.<br />
Dagli elenchi nominativi inoltre si è riusciti a ricavare il dato relativo a quanti sono<br />
cittadini italiani e quanti immigrati (comunitari ed extracomunitari).<br />
Delle 596 persone 421 sono immigrati (comunitari ed extracomunitari) ovvero il<br />
71% del totale, e 175 cittadini italiani, il rimanente 29%.<br />
Componente immigrati e italiani sul totale degli utenti (espressa in %)<br />
Italiani<br />
29%<br />
(175 soggetti)<br />
Immigrati<br />
71%<br />
(421 soggetti)<br />
38 <strong>Elemosina</strong>… o <strong>solidarietà</strong>? <strong>Impegno</strong> <strong>personale</strong> e <strong>comunitario…</strong> Indifferenza no!
Immigrati che si rivolgono ai soggetti della Rete di Solidarietà Responsabile<br />
Immigrati<br />
residenti<br />
189<br />
Dati riguardanti gli utenti residenti nel Comune di Rovereto<br />
Rispetto al totale degli utenti contati una sola volta si è rappresentato anche il<br />
dato relativo a quanti sono quelli residenti nel comune di Rovereto.<br />
Su un totale di 596 persone, sono residenti nel Comune di Rovereto 302 persone,<br />
cioè il 51%; di queste 302 persone, 113 sono cittadini italiani e 189 immigrati (comunitari<br />
ed extracomunitari).<br />
Suddivisione dell’utenza per tipologia e residenza - TOTALE: 596 persone<br />
Italiani<br />
non residenti<br />
62<br />
Italiani<br />
residenti<br />
113<br />
Immigrati<br />
non residenti<br />
232<br />
Capitolo 2 - Analisi dei bisogni<br />
Immigrati<br />
non residenti<br />
233<br />
Immigrati<br />
residenti<br />
189<br />
39
Utenti in carico al Servizio Sociale, con interventi di assistenza economica, sul totale<br />
delle persone residenti nel Comune di Rovereto che si rivolgono ai soggetti del<br />
Coordinamento Solidarietà Responsabile<br />
In assistenza<br />
economica<br />
57<br />
Totale<br />
residenti<br />
302<br />
40 <strong>Elemosina</strong>… o <strong>solidarietà</strong>? <strong>Impegno</strong> <strong>personale</strong> e <strong>comunitario…</strong> Indifferenza no!
2.3<br />
Informazioni e dati raccolti dalla FONDAZIONE COMUNITÀ SOLIDALE<br />
presso i servizi CASA DI ACCOGLIENZA e CENTRO DIURNO<br />
CASA DI ACCOGLIENZA<br />
DATI sull’ ACCOGLIENZA<br />
Numero di giornate di apertura nel corso dell’anno 365<br />
Numero complessivo utenti seguiti<br />
nel corso dell’anno<br />
257<br />
maschi 257<br />
femmine 0<br />
Numero utenti seguiti al 30 giugno 20<br />
maschi 20<br />
femmine 0<br />
Numero utenti seguiti al 31 dicembre 21<br />
maschi 21<br />
femmine 0<br />
Numero complessivo giornate di presenza nell’anno 7725<br />
Media della presenza giornaliera<br />
Capacità massima di accoglienza nella struttura<br />
(n. posti)<br />
21,16<br />
Durata media della presa in carico 30,06<br />
SITUAZIONE 01/01/2009-31/12/2009<br />
distribuzione persone accolte<br />
distribuzione pernottamenti<br />
(provenienza)<br />
(provenienza)<br />
Provincia di Trento 32 Provincia di Trento 2731<br />
Altre province italiane 47 Altre province italiane 872<br />
Altri paesi comunitari 23 Altri paesi comunitari 541<br />
Paesi extra comunitari 155 Paesi extra comunitari 3581<br />
Totale 257 Totale 7725<br />
Com. Rovereto 14 Com. Rovereto 1054<br />
Capitolo 2 - Analisi dei bisogni<br />
41
PERNOTTAMENTI - provenienza degli ospiti<br />
Nazione n° Nazione n°<br />
Italia 3603 Marocco 1295<br />
Tunisia 812 Algeria 558<br />
Romania 420 Costa d’Avorio 113<br />
Moldavia 87 Afghanistan 74<br />
Nigeria 72 Etiopia 68<br />
Polonia 65 Ghana 62<br />
Serbia 59 Bulgaria 56<br />
Macedonia 44 Sudan 41<br />
Togo 38 Albania 35<br />
Perù 29 Eritrea 26<br />
Egitto 22 Mali 21<br />
Burkina Faso 21 Cuba 20<br />
Bielorussia 20 Congo 19<br />
Brasile 14 Pakistan 14<br />
Somalia 12 Senegal 2<br />
Libano 1 Iraq 1<br />
Spagna 1<br />
Distribuzione per fasce d’età totale<br />
Minori 18 anni 0<br />
Dai 19 ai 29 anni 58<br />
Dai 30 ai 39 anni 67<br />
Dai 40 ai 49 anni 76<br />
Dai 50 ai 65 anni 52<br />
Oltre i 65 anni 4<br />
Totali 257<br />
42 <strong>Elemosina</strong>… o <strong>solidarietà</strong>? <strong>Impegno</strong> <strong>personale</strong> e <strong>comunitario…</strong> Indifferenza no!
PRESENZE - provenienza degli ospiti<br />
CASA<br />
Nazione<br />
DI ACCOGLIENZA<br />
n° Nazione n°<br />
Italia 79 Marocco 53<br />
Tunisia 35 Romania 18<br />
Algeria 15 Nigeria 6<br />
Etiopia 4 Costa d’Avorio 4<br />
Bulgaria 3 Sudan 3<br />
Moldavia 3 Albania 3<br />
Ghana 3 Egitto 2<br />
Afghanistan 2 Macedonia 2<br />
Serbia 2 Pakistan 2<br />
Polonia 2 Senegal 2<br />
Somalia 2 Togo 1<br />
Spagna 1 Bielorussia 1<br />
Brasile 1 Burkina Faso 1<br />
Libano 1 Cuba 1<br />
Mali 1 Eritrea 1<br />
Perù 1 Iraq 1<br />
Congo 1<br />
Distribuzione pernottamenti totali<br />
Da 1 a 20 notti 150<br />
Da 21 a 30 notti 43<br />
Da 31 a 90 notti 50<br />
Da 91 a 365 notti 14<br />
Oltre 365 notti 0<br />
Totali 257<br />
Capitolo 2 - Analisi dei bisogni<br />
43
Problematiche emerse prevalenti totali<br />
alcolismo 2<br />
altro 1<br />
cerca alloggio 141<br />
cerca lavoro 53<br />
di passaggio 2<br />
difficoltà sociali 27<br />
disagio familiare 3<br />
disagio relazionale 3<br />
emarginazione cronica 4<br />
problemi giudiziari 1<br />
problemi psichici 5<br />
recupero salute 6<br />
rifugiato 7<br />
tossicodipendenza 2<br />
totali 257<br />
44 <strong>Elemosina</strong>… o <strong>solidarietà</strong>? <strong>Impegno</strong> <strong>personale</strong> e <strong>comunitario…</strong> Indifferenza no!
CENTRO DIURNO<br />
Totale annuale di pasti distribuiti: 3890, di panini distribuiti: 7300.<br />
SERVIZIO di DOCCE<br />
Luglio n° Agosto n°<br />
Italiano 28 Italiano 32<br />
Altra prov. 9 Altra prov. 9<br />
Comprensorio 0 Comprensorio 4<br />
Rovereto 19 Rovereto 19<br />
Trento 0 Trento 0<br />
Straniero 103 Straniero 91<br />
Totale complessivo 131 Totale complessivo 123<br />
Settembre n° Ottobre n°<br />
Italiano 23 Italiano 26<br />
Altra prov. 9 Straniero 89<br />
Comprensorio 2 Totale complessivo 115<br />
Rovereto 12 Novembre n°<br />
Trento 0 Totale complessivo 91<br />
Straniero 64 Dicembre n°<br />
Totale complessivo 87 Totale complessivo 60<br />
60<br />
50<br />
40<br />
30<br />
20<br />
10<br />
2.4<br />
Informazioni e dati raccolti dal Comune di Rovereto<br />
per i Senza Dimora nel 2009<br />
Presenze<br />
0<br />
16<br />
8<br />
24<br />
2003<br />
21<br />
2004<br />
Capitolo 2 - Analisi dei bisogni<br />
7<br />
28<br />
25<br />
14<br />
39<br />
2005<br />
16<br />
11<br />
27<br />
2006<br />
21 23<br />
44<br />
2007<br />
23<br />
31<br />
54<br />
2008<br />
27<br />
22<br />
49<br />
2009<br />
totale<br />
femmine<br />
maschi<br />
45
2.5<br />
Informazioni e dati raccolti dal Comune di Rovereto per i NOMADI<br />
INTERVENTI A FAVORE DEGLI ZINGARI<br />
Gli zingari anagraficamente iscritti a Rovereto sono di etnia sinta, sono prevalentemente<br />
nati a Rovereto o nord Italia e nella maggioranza dei casi dimorano di fatto<br />
nel territorio comunale. Gli interventi nei confronti della popolazione zingara sono i<br />
medesimi erogati per i cittadini residenti in forza della legge L.P. 14/91 e regolamentati<br />
annualmente dalle determinazioni provinciali per l’esercizio delle funzioni socioassistenziali<br />
delegate.<br />
>> INTERVENTI DI PREVENZIONE E PROMOZIONE SOCIALE:<br />
• attività mirate a prevenire fenomeni di emarginazione di soggetti o gruppi a rischio;<br />
• azioni volte ad informare la comunità locale sui servizi disponibili;<br />
• attività volte a favorire l’impegno di persone singole e di gruppi per la realizzazione<br />
di interventi;<br />
• attività per la realizzazione di progetti finalizzati di educazione sociale in collaborazione<br />
con altri comparti significativi.<br />
A favore di giovani adulti vengono attivati percorsi di formazione/lavoro individualizzati<br />
anche attraverso l’attivazione di FSE, viene favorito per i capifamiglia l’inserimento<br />
lavorativo attraverso Azione 10, inserimenti lavorativi in cooperative di<br />
Tipo B.<br />
>> INTERVENTI DI AIUTO E SOSTEGNO ALLA PERSONA, AL NUCLEO FAMILIARE:<br />
• interventi di sostegno psico-sociale;<br />
• interventi di aiuto per l’accesso e l’utilizzo dei servizi (accesso servizi specialistici<br />
quali Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile, Unità Operativa di psicologia,<br />
Servizio di Alcologia, rapporti con la scuola…);<br />
• interventi di sostegno al reddito. Rientrano in questi interventi:<br />
1. sussidi economici per minori zingari, erogato in quanto famiglia sinta e non in<br />
base ad un calcolo reddituale;<br />
2. assegni di maternità;<br />
3. assegni al nucleo familiare erogati rispetto a standard di calcoli reddituali senza<br />
che gli stessi siano vincolati a progetti di aiuto sociale;<br />
4. interventi economici mensili di Minimo Vitale vincolati alla valutazione del servizio<br />
sociale ed a una progettualità, per lo più ne beneficiano nuclei o singoli<br />
che non possono accedere alle provvidenze legate alla presenza di figli minori;<br />
5. rimborsi per ticket sanitari;<br />
6. sussidi straordinari;<br />
7. agevolazioni alla fruizione gratuita di servizio mensa scolastica, trasporto.<br />
46 <strong>Elemosina</strong>… o <strong>solidarietà</strong>? <strong>Impegno</strong> <strong>personale</strong> e <strong>comunitario…</strong> Indifferenza no!
INTERVENTI INTEGRATIVI O SOSTITUTIVI DI FUNZIONI PROPRIE DEL NUCLEO<br />
FAMILIARE:<br />
Nel progetto di aiuto condiviso con il nucleo familiare possono essere attivati interventi<br />
di:<br />
• interventi di assistenza domiciliare<br />
• intervento educativo al domicilio<br />
• collocamento in strutture a carattere semiresidenziale e residenziale<br />
• affidamento familiare dei minori<br />
• accoglienza di minori presso famiglie o singoli con carattere di semi-residenzialità<br />
• accoglienza di adulti presso famiglie o singoli<br />
• interventi di pronta accoglienza.<br />
Gli interventi volti alla tutela del minore possono essere attivati con il consenso dei<br />
genitori o disposti dall’Autorità Giudiziaria.<br />
>> SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE E INTERVENTI DI PREVENZIONE E PROMOZIONE:<br />
Il servizio sociale professionale si attiva nei confronti della popolazione zingara,<br />
con le stesse modalità tecnico-professionali utilizzate per tutti gli utenti che si rivolgono<br />
al medesimo.<br />
L’obiettivo primario è quello di creare una relazione di scambio, fra l’assistente sociale<br />
e la persona, al fine di favorire l’autodeterminazione dell’utente riguardo alla<br />
scelta da farsi in relazione al problema.<br />
NB: le informazioni riguardanti interventi di aiuto e sostegno alla persona, al nucleo<br />
familiare sono in parte da considerarsi superate o integrate con l’introduzione del<br />
REDDITO DI GARANZIA.<br />
>> REDDITO DI GARANZIA<br />
Con deliberazione della Giunta provinciale n. 2216 di data 11 settembre 2009<br />
è stata approvata la disciplina dell’intervento di sostegno economico previsto<br />
dall’articolo 35, comma 2 della Legge provinciale 27 luglio 2007, n. 13, recante<br />
“Politiche sociali nella provincia di Trento”. L’intervento si configura come “Reddito<br />
di garanzia” per soddisfare i bisogni generali della vita e consiste in un’erogazione<br />
monetaria ad integrazione della condizione economica del nucleo<br />
familiare.<br />
CRITERI DI ACCESSO<br />
A) Intervento erogato dall’Agenzia provinciale per l’assistenza e la previdenza<br />
integrativa<br />
Nuclei familiari nei quali è presente almeno un soggetto che:<br />
- lavora;<br />
- ha perso il lavoro da meno di 24 mesi ed è in grado di riassumere un ruolo<br />
lavorativo;<br />
Capitolo 2 - Analisi dei bisogni<br />
47
- è in cerca di prima occupazione da meno di 12 mesi a seguito di fuoriuscita<br />
dal nucleo familiare di altro componente produttore di reddito da lavoro<br />
negli ultimi 24 mesi;<br />
- sono composti esclusivamente da persone che non possono assumere/riassumere<br />
un ruolo lavorativo (minori di 18 anni, donne 60+, uomini 65+).<br />
B) Intervento subordinato al vaglio preventivo del Servizio Sociale Territorialmente<br />
competente<br />
Nuclei familiari nei quali:<br />
- nessuno lavora da più di 24 mesi e almeno un componente è in grado di assumere<br />
un ruolo lavorativo;<br />
- è in cerca di prima occupazione da oltre 12 mesi a seguito di fuoriuscita dal<br />
nucleo familiare di altro componente produttore di reddito da lavoro negli<br />
ultimi 24 mesi.<br />
REQUISITI<br />
- Residenza in un comune della provincia di Trento da almeno 3 anni al momento<br />
della presentazione della domanda.<br />
- ICEF inferiore a 0,13 corrispondente ad un reddito equivalente di 6.500,00<br />
euro per un nucleo familiare con un solo componente.<br />
- Per i componenti privi di occupazione e idonei al lavoro, sottoscrizione, contestuale<br />
alla presentazione della domanda, della dichiarazione di immediata<br />
disponibilità all’accettazione di un impiego per tutti i componenti che non<br />
lavorano, ovvero attestazione di averla già sottoscritta presso l’Agenzia del<br />
Lavoro.<br />
Sono esonerati:<br />
- soggetti (max uno nel nucleo) che hanno la cura diretta e continuativa di<br />
un componente del nucleo familiare affine o familiare entro il II° grado e<br />
che ha bisogno di assistenza continuativa, titolari di indennità di accompagnamento<br />
o prestazione analoga;<br />
- studenti nel corso legale di studi e universitari con borsa di studio (compresi<br />
dottorati);<br />
- persone impegnate nel servizio civile volontario.<br />
Ulteriori informazioni sul REDDITO DI GARANZIA si possono trovare sul sito<br />
della Provincia Autonoma di Trento:<br />
http://www.apapi.provincia.tn.it/reddito_garanzia/<br />
DATI SUI RESIDENTI NOMADI, aggiornati a gennaio 2010:<br />
155 Sinti residenti a Rovereto raggruppati in 41 nuclei familiari di cui 11 famiglie monocomponenti.<br />
48 <strong>Elemosina</strong>… o <strong>solidarietà</strong>? <strong>Impegno</strong> <strong>personale</strong> e <strong>comunitario…</strong> Indifferenza no!
• di questi 155, 68 sono minorenni.<br />
• di questi 155 (41 nuclei) abbiamo la seguente situazione abitativa:<br />
• al campo: 59 persone per 18 nuclei di cui 7 mono-componente<br />
• nomadi sul territorio: 33 persone per 9 nuclei di cui 2 mono-componente<br />
• in alloggio: 41 persone per 9 famiglie di cui 1 mono-componente<br />
• assenti dal territorio comunale ma residenti anagraficamente: 22 persone<br />
per 6 famiglie di cui 1 mono-componente.<br />
SERVIZI AFFIDATI A SOGGETTI TERZI<br />
SERVIZI AFFIDATI A SOGGETTI TERZI<br />
SOGGETTO SERVIZI AFFIDATI TIPO DI RAPPORTO<br />
Cooperativa “La Casa” aiuto domiciliare convenzione L.P. 14/91<br />
Associazione “Ubalda Interventi formativi e di convenzione L.P. 14/91<br />
Bettini Girella”<br />
inserimento lavorativo<br />
Interventi educativi a<br />
domicilio<br />
A retta L.P. 14/91<br />
Comunità Murialdo centro diurno per minori contributo a bilancio<br />
L.P. 14/91<br />
centri aperti per minori contributo a bilancio<br />
L.P. 14/91<br />
Cooperativa<br />
Interventi educativi A retta L.P. 14/91<br />
“Progetto 92”<br />
a domicilio (servizio<br />
spazio neutro)<br />
Centro per l’Infanzia<br />
Trento<br />
Capitolo 2 - Analisi dei bisogni<br />
affidamento a strutture<br />
residenziali<br />
Centro La rete (VR) affidamento a strutture<br />
residenziali<br />
Associazione Club Noi<br />
Trento<br />
affidamento a strutture<br />
residenziali<br />
Centro Il faro (VR) affidamento a strutture<br />
residenziali<br />
Educatorio sordomuti<br />
(MO)<br />
Fondazione<br />
Famiglia Materna<br />
Associazione Italiana<br />
Zingari Oggi<br />
affidamento a strutture<br />
semiresidenziali<br />
affidamento a strutture<br />
semiresidenziali<br />
(Servizio “Free way”)<br />
A retta L.P. 14/91<br />
A retta L.P. 14/91<br />
A retta L.P. 14/91<br />
A retta L.P. 14/91<br />
A retta L.P. 14/91<br />
A retta L.P. 14/91<br />
area sosta zingari convenzione Comune<br />
49
QUADRO DEI SERVIZI RESI DA ALTRI SOGGETTI DEL TERRITORIO<br />
SERVIZI RESI SOGGETTO SEDE SERVIZIO TIPO DI RAPPORTO<br />
Servizi volontaria- Caritas decanale e Rovereto Volontariato<br />
to e piccoli aiuti Centro di Ascolto Via Setaioli<br />
economici<br />
Pap<br />
Raccolta e distribuzione<br />
cibo per<br />
banco alimentare<br />
Accoglienza madri<br />
con bambini<br />
Casa di accoglienza<br />
per soggetti<br />
marginali<br />
Centro diurno per<br />
soggetti maschi<br />
e femmine in<br />
difficoltà<br />
Associazione<br />
Lotta alle malattie<br />
cardiovascolari<br />
Fondazione<br />
“Opera Famiglia<br />
Materna”<br />
Fondazione<br />
Comunità Solidale<br />
AMBITO UFFICIO PROMOZIONE SOCIALE<br />
Rovereto<br />
Via Mozart, 3<br />
Rovereto<br />
Via Saibanti, 6<br />
Rovereto<br />
Borgo<br />
S. Caterina<br />
Volontariato<br />
L.P. 35/83<br />
L.P. 35/83<br />
>> INTERVENTI A FAVORE DEGLI ZINGARI<br />
In questo ambito si promuovono interventi e servizi volti alla integrazione e buona<br />
convivenza per la popolazione sinta presente a Rovereto, al fine anche di una emancipazione<br />
della stessa e responsabilizzazione e sensibilizzazione in ordine ad alcuni<br />
comportamenti e valori (scolarizzazione, lavoro, abitare, igiene ecc.).<br />
In particolare si offre il servizio di ospitalità gratuita presso l’Area Attrezzata Zingari,<br />
composta da 10 piazzole dotate di servizi igienici e barbecue con gas indipendenti,<br />
e 5 casette.<br />
In tale Area agli zingari viene chiesta una quota di compartecipazione alle spese,<br />
proporzionata al numero di componenti famigliari, che l’Amministrazione comunale<br />
sostiene per le utenze, tali compartecipazioni coprono circa il 10% dell’effettiva spesa.<br />
La gestione del campo è in capo ad una associazione onlus specializzata in progetti<br />
di integrazione sociale per zingari: questa associazione è presente al campo tramite<br />
educatori, per tre accessi settimanali.<br />
Il contratto con l’associazione che gestisce il campo prevede che gli operatori aggancino<br />
e mantengano i contatti con le famiglie residenti a Rovereto e stazionanti sul<br />
territorio comunale fuori campo, e in taluni casi anche per quelle presenti in alloggio.<br />
L’associazione realizza di anno in anno progetti obiettivo di tipo promozionale ed<br />
integrativo in accordo con l’amministrazione, finanziati ad hoc, a seconda delle esi-<br />
50 <strong>Elemosina</strong>… o <strong>solidarietà</strong>? <strong>Impegno</strong> <strong>personale</strong> e <strong>comunitario…</strong> Indifferenza no!
genze che di volta in volta si ritengono prioritarie. Tali interventi sono volti al coinvolgimento<br />
dei Sinti, non sono erogazione di servizi.<br />
I Sinti possono accedere come qualsiasi altro cittadino residente alle graduatorie<br />
degli alloggi pubblici. In caso di inserimento in alloggio (al momento 10 famiglie sono<br />
in casa), viene monitorato l’ingresso da parte del Servizio Sociale, che attiva, nel caso,<br />
alcuni interventi di sostegno alle famiglie. ■<br />
Capitolo 2 - Analisi dei bisogni<br />
51
CAPITOLO 3<br />
ANALISI DELLE RISORSE<br />
Risorse pubbliche: Comune di Rovereto, Comprensorio della Vallagarina, Servizio<br />
Alcologia Rovereto, Sert (Servizio per le tossicodipendenze).<br />
ASSOCIAZIONE INDIRIZZO SERVIZI OFFERTI<br />
AIZO<br />
(Associazione<br />
Italiana Zingari<br />
Oggi)<br />
Associazione<br />
Cardiopatici<br />
ASS. CROCE ROSSA<br />
ITALIANA<br />
Sez. Femminile<br />
Cooperativa<br />
Sociale<br />
Punto d’Approdo<br />
ATAS<br />
Ass. Trentina<br />
Accoglienza<br />
Stranieri<br />
Rovereto<br />
Rovereto<br />
Via Mozart, 3<br />
tel. 0464 415055<br />
Rovereto<br />
Via Savioli, 10<br />
tel. 0464 432100<br />
fax 0464 423970<br />
crirovereto@virgilio.it<br />
orario:<br />
giovedì 10.00 - 12.00<br />
Rovereto<br />
Via Valbusa Grande, 48<br />
tel. 0464 421707<br />
Rovereto<br />
Via Bezzi, 28 c/o Acli<br />
tel. 0464 422041<br />
fax. 0464 489995<br />
info@atas.tn.it<br />
www.atas.tn.it<br />
orario:<br />
martedì 15. 00 - 17.00<br />
mercoledì, giovedì, venerdì<br />
9.00 - 12.00<br />
Gestione campo Nomadi<br />
alla Mira di Marco<br />
distribuzione viveri<br />
accoglienza per donne<br />
gestione alloggi e posti letto<br />
per extracomunitari lavoratori<br />
e famiglie immigrate<br />
52 <strong>Elemosina</strong>… o <strong>solidarietà</strong>? <strong>Impegno</strong> <strong>personale</strong> e <strong>comunitario…</strong> Indifferenza no!
ASSOCIAZIONE INDIRIZZO SERVIZI OFFERTI<br />
Lila Trentino<br />
(Progetto<br />
Aquilone, ambito<br />
prostituzione)<br />
Cooperativa<br />
Girasole<br />
Società<br />
Cooperativa<br />
Sociale - Onlus<br />
Convento Frati<br />
Cappuccini<br />
S. Caterina<br />
Credito Solidale<br />
Ass. Alcolisti<br />
in trattamento<br />
A.C.A.T.<br />
Vallagarina<br />
Capitolo 3 - Analisi delle risorse<br />
Trento<br />
Via Vittorio Veneto, 24<br />
tel. 0461 391420<br />
lilatn@tin.it<br />
Rovereto<br />
Via Cartiera, 9<br />
tel. e fax 0464 438914<br />
comunitagirasole@virgilio.it<br />
Rovereto<br />
Borgo S. Caterina, 38<br />
tel. 0464 437516<br />
Rovereto<br />
ex canonica, Via S. Croce, 21<br />
tel. 0464 433280<br />
orario:<br />
1° e 3° venerdì del mese<br />
17.30 - 18.30<br />
Rovereto<br />
Via Tiella, 11/D c/o<br />
orario:<br />
dal lunedì al venerdì<br />
8.00 - 12. 00<br />
centralino informativo;<br />
counselling; centro di ascolto<br />
e orientamento; prevenzione;<br />
formazione; gruppi<br />
d’auto-aiuto; consulenza<br />
previdenziale e socio-assistenziale;<br />
UdS per persone<br />
che si prostituiscono<br />
gestione comunità di<br />
accoglienza; accoglienza in<br />
modo temporaneo e sulla<br />
base di un progetto di accompagnamento<br />
e reinserimento<br />
nell’ambito sociale,<br />
lavorativo ed abitativo di<br />
persone adulte con problemi<br />
di disagio sociale, difficoltà<br />
relazionale, alcolisti in<br />
trattamento, beneficiari di<br />
misure alternative alla pena<br />
detentiva<br />
distribuzione panini<br />
concessione crediti<br />
gruppi di auto mutuo aiuto<br />
tra famiglie con problemi<br />
di alcool; promozione della<br />
salute per le problematiche<br />
inerenti al consumo di alcol<br />
53
ASSOCIAZIONE INDIRIZZO SERVIZI OFFERTI<br />
Ass. Città Aperta<br />
ponti fra<br />
persone, lingue<br />
e culture<br />
Casa di<br />
Accoglienza<br />
Fondazione<br />
Comunità Solidale<br />
Centro Diurno<br />
Fondazione<br />
Comunità Solidale<br />
Centro di Ascolto<br />
e Solidarietà<br />
C.e.d.A.S.<br />
Caritas Decanale<br />
Rovereto<br />
Laboratorio<br />
indumenti O.F.S.<br />
Ordine Francescano<br />
Secolare<br />
Rovereto<br />
Via Vicenza, 5<br />
presso Centro della Pace<br />
cell. 333 4827245<br />
tel. 0464 421426<br />
cittàaperta@unimondo.org<br />
www.rovepace.org<br />
orario sportello:<br />
venerdì 16.00 - 18.00<br />
Rovereto<br />
Borgo Santa Caterina, 61<br />
tel. 0464 423144<br />
Rovereto<br />
Borgo Santa Caterina, 61<br />
tel. 0464 423263<br />
Rovereto<br />
Via Setaioli, 3/b<br />
(c/o Beata Giovanna)<br />
tel. 0464 423263<br />
cedascaritas@gmail.com<br />
cdsrovereto@dnet.it<br />
orario:<br />
dal lunedì al venerdì<br />
16.00 - 18.00<br />
Rovereto<br />
Via Conciatori, 21/a<br />
tel. 0464 437432<br />
orario:<br />
lunedì, mercoledì,<br />
venerdì 14.30 - 17.30<br />
accoglienza e primo orientamento;<br />
accompagnamento<br />
e mediazione; traduzione<br />
e interpretariato; informazione,<br />
formazione e sensibilizzazione;<br />
educazione<br />
interculturale;<br />
mediazione linguistica e<br />
culturale; mantenimento<br />
cultura e lingua madre<br />
centro extracomunitari serale<br />
e notturno solo maschile<br />
lavanderia, docce, mensa<br />
per uomini e donne<br />
piccoli interventi di aiuto<br />
economico; distribuzione<br />
mobili;<br />
distribuzione schede<br />
telefoniche; distribuzione<br />
medicinali;<br />
distribuzione biglietti<br />
viaggio<br />
distribuzione vestiario<br />
Per quanto riguarda l’assistenza pubblica va ricordato che l’attuale legge provinciale<br />
e le scelte dell’amministrazione comunale prevedono la non presa in carico da<br />
parte dei Servizi Sociali, quindi non possono essere effettuate delle progettualità e<br />
tantomeno l’erogazione di interventi, come il minimo vitale ecc. alle persone non residenti.<br />
Alle volte l’intervento da parte dei Servizi Sociali si limita alla segnalazione<br />
al privato sociale. ■<br />
54 <strong>Elemosina</strong>… o <strong>solidarietà</strong>? <strong>Impegno</strong> <strong>personale</strong> e <strong>comunitario…</strong> Indifferenza no!
CAPITOLO 4<br />
GLOSSARIO DELLA CARITÀ<br />
ACCATTONAGGIO<br />
Chiedere l’elemosina per mestiere.<br />
BARBONE / CLOCHARD<br />
“Barbone”,“clochard” sono sinonimi di vagabondo, mendico, persona sporca.<br />
BISOGNI PRIMARI<br />
Sono fisiologici e sono quelli che una volta soddisfatti garantiscono la sopravvivenza,<br />
come l’aria da respirare, l’acqua da bere, i cibi da mangiare e un luogo dove<br />
ripararsi. I bisogni primari hanno la precedenza, ma una volta che questi vengono<br />
soddisfatti, altri bisogni entrano in gioco nella vita degli individui.<br />
BISOGNI SECONDARI<br />
Una volta che l’individuo si è assicurato i bisogni primari può concentrarsi su altre<br />
necessità di importanza minore non indispensabili alla nostra sopravvivenza e<br />
che possono rimanere insoddisfatti senza creare grossi problemi per l’esistenza.<br />
(es.: bisogno di informazione, di partecipazione, ecc.).<br />
CARITÀ<br />
È Grazia, Virtù e Servizio.<br />
È Grazia: carità di Dio, come Grazia di Cristo partecipata agli uomini nello Spirito<br />
Santo. È la stessa vita di Dio:“Dio è Carità”<br />
È Virtù: virtù del cristiano e della Chiesa, cioè legge di vita e dimensione permanente<br />
che richiede il cambiamento della persona e della comunità nel modo di<br />
pensare e di agire.<br />
È Servizio: servizio “concreto” del singolo e della comunità nei confronti dei fratelli,<br />
in primo luogo dei poveri; rappresenta la traduzione “in opere” della Carità.<br />
CARITAS<br />
È un organismo pastorale, cioè uno strumento operativo, di cui la Chiesa si dota a<br />
vari livelli: Caritas parrocchiale, decanale, diocesana, italiana.<br />
Suo scopo è quello di rispondere alla finalità stessa della Chiesa, chiamata a<br />
Capitolo 4 - Glossario della carità<br />
55
favorire la crescita della fede, della speranza e della carità in tutti i battezzati;<br />
queste sono le virtù costitutive dell’identità stessa del credente e della comunità<br />
cristiana.<br />
La Caritas ha come compito particolare quello di promuovere “l’educazione permanente”<br />
della carità, perché, mentre viene annunciata e celebrata, venga anche<br />
poi tradotta in testimonianza, in forma permanente, da singoli e comunità. Metodo<br />
prioritario per realizzare questo compito è la “pedagogia dei fatti”, l’esemplarità<br />
che “contagia”.<br />
ELEMOSINA<br />
È quello che si dà o si riceve gratuitamente, sottoforma di denaro o in beni materiali<br />
e che tende ad offrire una risposta alle necessità materiali. L’elemosina<br />
viene anche raccolta durante la celebrazione comunitaria della Messa sottoforma<br />
di colletta.<br />
HOMLESS<br />
Senza tetto; chi vive per la strada; chi non ha un tetto per ripararsi.<br />
QUESTUARE<br />
Chiedere l’elemosina o altro umiliandosi. In passato è esistita la figura del Frate<br />
questuante, il quale cioè passando di casa in casa chiedeva l’elemosina anche sottoforma<br />
di generi alimentari (uova, noci, ecc.).<br />
SENZA DIMORA (SD) Evoluzione dell’allocuzione “Senza Fissa Dimora”<br />
Senza l’iscrizione anagrafica si perde il diritto all’assistenza sociale e sanitaria.<br />
Quando fu emanata la legge anagrafica, 1954, tutt’ora vigente, i Senza Fissa Dimora<br />
erano i nomadi, i girovaghi, i commercianti ambulanti o i giostrai che si spostavano<br />
per tutta l’Italia, senza disporre di una dimora stabile e quindi senza avere<br />
la residenza (Art. 43 codice civile).<br />
Oggi le persone senza dimora sono quasi esclusivamente rappresentate da persone<br />
adulte gravemente emarginate, per motivi psichici, familiari o economici; a<br />
costoro, soprattutto negli ultimi anni, si sono aggiunti i cittadini stranieri immigrati<br />
che non hanno la possibilità di avere un’abitazione e una dimora abituale.<br />
La normativa anagrafica si basa sul principio fondamentale della “dimora abituale”;<br />
ma questo principio non può trovare applicazione per chi una dimora abituale<br />
non ce l’ha. Per questo motivo il legislatore, per iscrizione anagrafica delle<br />
persone Senza Fissa Dimora, è ricorso al principio del “Domicilio”. ■<br />
56 <strong>Elemosina</strong>… o <strong>solidarietà</strong>? <strong>Impegno</strong> <strong>personale</strong> e <strong>comunitario…</strong> Indifferenza no!
CAPITOLO 5<br />
CONCLUSIONI:<br />
RIFLESSIONE SULL’ELEMOSINA<br />
volontari dell’Ascolto <strong>CedAS</strong> Rovereto<br />
Noi volontari del <strong>CedAS</strong> di Rovereto, dopo una comune verifica e scambio in<br />
ordine all’elemosina, tenendo presente le finalità del <strong>CedAS</strong> e l’esperienza<br />
dei colloqui di ascolto con le persone che adesso si accostano al <strong>CedAS</strong>, desideriamo<br />
comunicare quanto segue:<br />
Alla base dell’Ascolto sta la persona nella sua unicità e il desiderio del suo bene inteso<br />
come contributo alla formazione integrale della persona. In particolare sono<br />
messe in atto le necessarie metodologie per aiutare la persona in un cammino verso<br />
l’autonomia e l’autostima, perché possa riacquisire la propria dignità.<br />
Riteniamo importante in questo percorso, pur nei brevi tempi dei colloqui, comunicare<br />
e accompagnare le persone che incontriamo, non attraverso l’elemosina (poco<br />
impegnativa e veloce da eseguire), ma attivando semplici modalità educative che<br />
possono aiutare la persona a prendere coscienza di sé e delle proprie possibili risorse.<br />
In riferimento al significato dell’elemosina desideriamo proporre non tanto un<br />
comportamento improntato all’elargizione semplice e/o automatica di denaro, ma<br />
piuttosto praticare un percorso fatto di relazioni. Naturalmente laddove ciò sia praticabile<br />
e in base alle proprie possibilità o condizioni (es.: possibilità di tempo, possibilità<br />
economiche, condizioni fisiche ecc.).<br />
Relazione d’aiuto può voler dire anche offrire le necessarie indicazioni (indirizzi, orari,<br />
attività ecc.) sui servizi, pubblici e privati, specializzati o organizzati a cui rivolgersi,<br />
senza volersi sostituire o sovrapporre nella risposta ai bisogni. Nel caso in cui questo<br />
non fosse sufficiente, noi consigliamo di intervenire attraverso la donazione di generi<br />
materiali o servizi (un panino, un caffè, un indumento ecc.) anche se a volte il nostro<br />
aiuto può essere rifiutato in cambio della richiesta di denaro. Questo però non deve diventare<br />
l’alibi per chiudere la porta del nostro cuore e quindi la possibilità di offrire<br />
aiuto e <strong>solidarietà</strong>. Si tratta invece di capire o gestire al meglio questo rifiuto, nella consapevolezza<br />
che forse nella nostra società esistono delle nuove povertà.<br />
Non ci sono solo le povertà intese nel senso più classico e storico del termine, ma<br />
ci troviamo di fronte a un impoverimento di atteggiamenti, comportamenti e valori.<br />
Queste nuove povertà si possono superare solo attraverso relazioni profonde, sincere<br />
e a volte faticose.<br />
Questo per noi è il comandamento dell’Amore-Carità.<br />
Capitolo 5 - Conclusioni<br />
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Abbiamo scelto di affidare la conclusione della nostra “indagine” alle<br />
parole del direttore della Caritas Italiana don Vittorio Nozza apparse sulla<br />
rivista “Italia Caritas” del settembre 2008<br />
ALLONTANARE I POVERI, SOPRUSO CHE CONVIENE A MOLTI<br />
di don Vittorio Nozza<br />
«Abbattere tutti i muri che ancora dividono i popoli e le razze, i ricchi dai poveri».<br />
Così, da Berlino, Barack Obama, candidato presidente degli Stati Uniti e simbolo meticcio<br />
della contemporaneità. E noi? Noi siamo impegnati a ergere il patetico muro di<br />
Lampedusa. Naturalmente è la solita bugia, che il territorio nazionale sia minacciato<br />
da un’invasione di “clandestini” tale da richiedere la proclamazione dello “stato<br />
d’emergenza”. Al contrario, una vera e pesante emergenza scatterebbe nella malaugurata<br />
ipotesi che i lavoratori immigrati privi di permesso di soggiorno abbandonassero,<br />
da mattina a sera, le nostre aziende e le nostre famiglie.<br />
Commissari etnici, sindaci sceriffo, censimento dei nomadi, impronte digitali obbligatorie<br />
per i minori rom, ordinanze contro la ricerca di cibo e vestiti nei cassonetti:<br />
logica vorrebbe che, come antidoto ai flussi migratori incontrollati, venissero promosse<br />
nuove procedure d’immigrazione regolare. Ma non è questo che si vuole. Gli<br />
stranieri continueranno ad arrivare con permessi turistici per essere assunti in nero.<br />
Resteranno le estenuanti pratiche di rinnovo del permesso di soggiorno, e nel frattempo<br />
anche i regolari che perdono il lavoro verranno lasciati precipitare nel gorgo<br />
dell’illegalità.<br />
Il fatto è che nel paese dell’economia sommersa il sopruso e l’ingiustizia convengono<br />
a molti. È un paese, il nostro, che ha proceduto per lunghi mesi (prima, durante<br />
e dopo le elezioni, con voce quasi corale), a imporre la percezione di una società preda<br />
della criminalità straniera, alimentando la leggenda degli immigrati furbi, titolari di<br />
privilegi a scapito della popolazione locale, e coltivando il comune senso reazionario<br />
con uno scopo preciso: programmare una guerra tra poveri, qualora il calo dei redditi<br />
avesse gravemente acuito il disagio sociale.<br />
Seminare oggi il falso allarme per il “persistente ed eccezionale afflusso di extracomunitari”<br />
ed annunciare il potenziamento delle“attività di contrasto”sa di subdolo<br />
e di insidioso: è la codificazione della disuguaglianza anche in materia di diritti fondamentali<br />
dell’uomo, fra cittadini e non cittadini, fra appartenenti al popolo ed estranei<br />
necessari al popolo, purché rassegnati alla condizione di paria. Ma l’intimidazione<br />
degli stranieri irregolari già ne condiziona la vita, all’insegna della paura: varie associazioni<br />
di medici, per esempio, hanno denunciato un calo drastico, nelle strutture<br />
sanitarie, dell’utenza di immigrati bisognosi di cura. Dobbiamo considerarlo un risparmio<br />
o una vergogna?<br />
Sicurezza? Attraverso l’integrazione<br />
Quando c’è, è giusto dichiarare l’emergenza. Alla Caritas non manca di certo, al riguardo,<br />
una ricca esperienza in Italia e nel mondo. Ma bisogna anche dire che non si<br />
vive di sola emergenza. Nel caso dell’immigrazione nessuno nega che siamo di fronte<br />
58 <strong>Elemosina</strong>… o <strong>solidarietà</strong>? <strong>Impegno</strong> <strong>personale</strong> e <strong>comunitario…</strong> Indifferenza no!
a un fenomeno di portata storica, nel senso che esso ha assunto proporzioni quantitative<br />
che incidono qualitativamente sulle società di partenza e di arrivo. Ma ciò avviene<br />
ormai da alcuni decenni.<br />
Se la discussione si incentra su un singolo provvedimento, si possono enunciare verità<br />
parziali, in un senso o nell’altro. È vero, ad esempio, che l’esigenza di sicurezza è<br />
reale ed è avvertita dalla popolazione, ma è anche vero che non si può commisurare<br />
tutto all’istanza securitaria.<br />
Indubbiamente alcune comunità di immigrati presentano specifici problemi,<br />
quanto ad integrazione e rispetto della legalità. Ma non si possono ignorare problemi<br />
altrettanto seri, come la tutela dei diritti degli immigrati.<br />
Oggi sono proprio gli orientamenti generali a correre il rischio di essere oscurati<br />
dalla logica emergenziale, mentre alcune questioni di fondo attendono di essere definite<br />
in un quadro limpido di <strong>solidarietà</strong> e legalità. In primo luogo, il modello di integrazione<br />
che si vuole realizzare ha bisogno di parole chiare, di programmi espliciti,<br />
nei quali devono trovare un posto centrale i diritti degli immigrati, a cominciare da<br />
quelli fondamentali al lavoro, alla scuola, all’uguaglianza tra uomo e donna. Da questo<br />
punto di vista è preoccupante il fatto che le comunità interessate, e le organizzazioni<br />
impegnate sul fronte dell’immigrazione, non vengano coinvolte nell’elaborazione<br />
delle linee di intervento del governo. E si va facendo altrettanto preoccupante il silenzio<br />
che è sceso in sede ministeriale sulla“Carta dei valori della cittadinanza e dell’integrazione”,<br />
che era stata costruita insieme agli immigrati suscitando tante speranze e<br />
aspettative.<br />
La definizione di linee di indirizzo, concordate con le rappresentanze sociali, è base<br />
essenziale di una politica che intenda perseguire la sicurezza attraverso l’integrazione,<br />
non l’integrazione attraverso la sicurezza.Vi sono ragioni che legittimano qualche<br />
disorientamento, ed è giusto chiedere alla politica l’indicazione di un progetto<br />
fondato sull’equilibrio tra diritti e doveri, tra sicurezza e integrazione, che produca<br />
provvedimenti idonei ad affrontare i diversi profili di una questione che chiama in<br />
causa valori profondi del nostro modo d’essere e di rapportarci agli altri.<br />
La violenza dietro il “fastidio”<br />
La battaglia messa in atto in alcune città d’Italia – per sanzionare l’elemosina, l’accattonaggio,<br />
il lavaggio dei vetri – è stata accolta da una sorta di consenso silenzioso,<br />
come se fosse diventato all’improvviso normale interdire ai poveri città che passano<br />
per essere un patrimonio dell’umanità, mentre lo sono solo di quella parte che se lo<br />
può permettere. Tutto ciò, nella piena soddisfazione di amministratori, turisti, albergatori,<br />
commercianti, cittadini benpensanti.<br />
Non stupisce che si tenti di nascondere agli occhi del paese realtà e vicende di vita<br />
che non piacciono, ma che continuano a esistere. E che per farlo si ricorra a complesse<br />
architetture legislative e amministrative, dalla grande spettacolarità e dalla dubbia<br />
tenuta sui tempi medi e lunghi. Ma a colpire di più è stato il carosello di cittadini interpellati<br />
dalle tv, che senza imbarazzo parevano unanimi nel bollare i mendicanti<br />
come un “fastidio”, quasi fosse un termine neutrale o del galateo, e non contenesse<br />
invece una sottile, perversa e inconfessabile carica di violenza. Non foss’altro perché<br />
Capitolo 5 - Conclusioni<br />
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sotto quegli stracci di vestiti ci sono persone che valgono più dei marciapiedi o del<br />
giusto decoro di una città.<br />
Intristisce, poi, che il mondo politico, per mitigare le frustrazioni di un popolo che<br />
vede riflesse nei poveri le proprie paure, predichi il federalismo e pratichi un’autosufficienza<br />
che, combinandosi alla crisi economica, ci rende tutti più sbrigativi, superficiali<br />
e spietati. Stupisce anche l’enfasi con cui tali decisioni sono cucinate e<br />
servite agli italiani dai telegiornali. Senza esitazioni, senza incertezze, senza posare<br />
lo sguardo sulla sofferenza di chi tende la mano ma evita gli sguardi dei passanti.<br />
Forse è tempo di ricordare, che rovistare in un cassonetto o nell’immondizia non è un<br />
divertimento per nessuno. Tantomeno per un povero. ■<br />
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ALLEGATI
Pieghevoli informativi<br />
62 <strong>Elemosina</strong>… o <strong>solidarietà</strong>? <strong>Impegno</strong> <strong>personale</strong> e <strong>comunitario…</strong> Indifferenza no!
Capitolo 6 - Allegati<br />
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Uso pro manoscritto<br />
a cura delle Caritas dei decanati di Ala, Mori, Villa Lagarina e Rovereto<br />
finito di stampare nel mese di febbraio 2010<br />
da Publistampa Arti Grafiche<br />
Carta riciclata Cyclus Offset 100% macero da raccolta differenziata, sbiancata senza impiego di cloro;<br />
marchi di garanzia: Angelo Blu, Nordic Swan, European Eco-label Flower e Napm;<br />
inchiostri con solventi a base vegetale.