Il bilancio consolidato degli enti locali - Ordine dei Dottori ...
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<strong>Il</strong> <strong>bilancio</strong> <strong>consolidato</strong> <strong>degli</strong> <strong>enti</strong> <strong>locali</strong><br />
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È anche doveroso, però, dare atto che la legislazione sull’ordinamento fi nanziario e contabile<br />
non ha completamente dim<strong>enti</strong>cato le gestioni non curate direttamente dall’ente e le diverse forme<br />
organizzative utilizzate per garantire servizi ai cittadini in quanto, nell’ambito dello stesso, regole e<br />
modalità per l’esposizione di dati contabili connessi a partecipazioni e gestione di servizi assicurati<br />
al di fuori dell’ente, sono rimesse alla sensibilità dell’ente stesso, attraverso il regolamento di contabilità.<br />
L’art. 152, TUEL n. 267/2000 stabilisce che “il regolamento di contabilità assicura, di norma,<br />
la conoscenza consolidata <strong>dei</strong> risultati globali delle gestioni relative ad <strong>enti</strong> ed organismi costituiti<br />
per l’esercizio di funzioni e servizi”, mentre il successivo art. 172 prevede che al <strong>bilancio</strong> di previsione<br />
sono allegati diversi docum<strong>enti</strong>, tra i quali, “le risultanze <strong>dei</strong> rendiconti o conti consolidati delle<br />
unioni di comuni, aziende speciali, consorzi, istituzioni, società di capitali costituite per l’esercizio di<br />
servizi pubblici, relativi al penultimo esercizio antecedente quello cui il <strong>bilancio</strong> si riferisce”.<br />
Ulteriori riferim<strong>enti</strong> al consolidamento <strong>dei</strong> conti si ritrovano in sede di rendicontazione. L’art. 230,<br />
TUEL, al comma 6, precisa che: “<strong>Il</strong> regolamento di contabilità può prevedere la compilazione di un<br />
conto <strong>consolidato</strong> patrimoniale per tutte le attività e passività interne e esterne”.<br />
Si tratta nel complesso di previsioni sostanzialmente blande, in particolare quell’inciso “di norma”<br />
dell’art. 152 che rende facoltativo l’adempimento, ma almeno dimostrano che la questione merita<br />
specifi ca attenzione.<br />
Le esternalizzazioni di servizi attraverso società partecipate hanno oramai raggiunto livelli tali<br />
che impattano notevolmente sui bilanci <strong>locali</strong> e sulle scelte politiche a monte dello stesso (e con<br />
quali risultati lo dicono anche i numerosi casi di enormi squilibri di bilanci comunali, dovuti a passività<br />
di aziende e partecipate) e, quindi, devono in qualche modo far parte <strong>dei</strong> conti comunali. E questo<br />
lo affermano oltre al buon senso, le leggi dello Stato, la dottrina e recentemente anche la giurisprudenza<br />
della Corte <strong>dei</strong> conti. Quelli che sono appena stati richiamati sono mom<strong>enti</strong> di attenzione al<br />
problema che risultano lodevoli, ma scarsamente incisivi e vanno rafforzati, vista l’evoluzione che<br />
tutta la materia per la fi nanza e la contabilità <strong>degli</strong> <strong>enti</strong> <strong>locali</strong> ha avuto negli ultimi anni.<br />
La materia è certamente complessa, ma il ruolo che tutte le parti coinvolte devono ricoprire è<br />
quello di offrire agli <strong>enti</strong> <strong>locali</strong> impulsi e suggerim<strong>enti</strong> per una reale e completa attività di programmazione<br />
e controllo dell’uso delle proprie risorse complessive, che sia sorretta da un’accurata evidenziazione<br />
della situazione fi nanziaria complessiva dell’ente, in tutte le sue articolazioni e, non da<br />
ultimo, da una leggibile esposizione <strong>dei</strong> risultati raggiunti.<br />
<strong>Il</strong> Comune di Torino è tra i primi comuni d’Italia a redigere, in via sperimentale, il <strong>bilancio</strong> <strong>consolidato</strong><br />
del gruppo pubblico locale Comune di Torino. <strong>Il</strong> lavoro svolto è frutto della collaborazione del<br />
Comune di Torino con la Facoltà di Economia dell’Università di Torino, in particolare il Dipartimento<br />
di Economia Aziendale, sezione di Ragioneria “Giovanni Ferrero”. Si tratta di un risultato parziale,<br />
ancora da perfezionare, ma che mette ben in evidenza come il <strong>bilancio</strong> <strong>consolidato</strong> del gruppo pubblico<br />
locale sia uno strumento utile per tutti i portatori di interessi territoriali (amministratori <strong>locali</strong>,<br />
funzionari dell’amministrazione, manager di aziende pubbliche <strong>locali</strong>, cittadini).<br />
Gli esiti della sperimentazione del Comune di Torino offrono un contributo utile per la gestione<br />
<strong>degli</strong> <strong>enti</strong> <strong>locali</strong> e delle sue partecipate.<br />
L’affi damento della gestione <strong>dei</strong> servizi pubblici <strong>locali</strong> a società/<strong>enti</strong> terzi, rispetto all’ente pubblico,<br />
ha generato un sistema di relazione che prevede l’interagire di tre soggetti: l’azienda pubblica<br />
locale, la società di servizi pubblici <strong>locali</strong> e i cittadini/ut<strong>enti</strong>.<br />
Per esercitare la funzione di indirizzo e controllo, l’azienda pubblica locale deve focalizzare le<br />
proprie attenzioni sulle relazioni che rispettivamente vengono a realizzarsi tra:<br />
azienda locale e società di servizi pubblici <strong>locali</strong>;<br />
333 CAPITOLO 12| IL BILANCIO CONSOLIDATO: STRUMENTO INFORMATIVO E DI CONTROLLO