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Il bilancio consolidato degli enti locali - Ordine dei Dottori ...

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<strong>Il</strong> <strong>bilancio</strong> <strong>consolidato</strong> <strong>degli</strong> <strong>enti</strong> <strong>locali</strong><br />

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1.3. <strong>Il</strong> concetto di gruppo<br />

Sotto il profi lo defi nitorio, il Principio precisa che l’espressione “Gruppo Ente Locale” designa<br />

un insieme di aziende comprend<strong>enti</strong> l’Ente locale controllante e qualsiasi eventuale ente controllato<br />

(inclusi quindi, <strong>enti</strong> che perseguono allo stesso tempo obiettivi sociali ed economici), secondo<br />

un concetto di controllo più ampio di quello adottato dal legislatore nazionale (D.Lgs. 127/1991;<br />

art. 2359, co. 1, nn. 1 e 2) perché esteso a ricomprendere i casi in cui l’Ente locale esercita un potere<br />

di direzione di fatto, a prescindere e/o in assenza dalla ricorrenza di un nesso partecipativo (§§ 4-7).<br />

1.4. <strong>Il</strong> concetto di controllo<br />

<strong>Il</strong> Principio, infatti, stabilisce che, nel rapporto fra due <strong>enti</strong> economici, il controllo si presume<br />

(salvo si dimostri che il controllo è detenuto da un terzo ente) allorché ricorra una delle segu<strong>enti</strong><br />

condizioni, da sola o in concorso con altre (§ 12).<br />

1.4.1. Condizioni che qualifi cano l’esistenza del potere<br />

<strong>Il</strong> potere di controllo si presume, in primo luogo, allorché (§ 12):<br />

l’Ente locale abbia, direttamente o indirettamente attraverso gli <strong>enti</strong> controllati, il possesso<br />

della maggioranza <strong>dei</strong> voti esercitabili nell’assemblea dell’altro ente;<br />

ovvero, l’Ente locale abbia il potere, assegnato o esercitato all’interno della normativa di riferimento,<br />

di nominare o rimuovere la maggioranza <strong>dei</strong> membri del consiglio di gestione o di<br />

altro organo direttivo equivalente dell’altro ente e il controllo di quest’ultimo sia detenuto da<br />

tale consiglio o organo;<br />

ovvero, l’Ente locale abbia il potere di esercitare la maggioranza <strong>dei</strong> diritti di voto nelle sedute<br />

del consiglio di gestione o dell’organo direttivo equivalente ed il controllo dell’altro ente sia<br />

detenuto da tale consiglio o organo.<br />

1.4.2. Condizioni che qualifi cano l’esistenza di rischi e benefi ci<br />

Ai sensi e per gli effetti del Principio, poi, il controllo si presume anche nelle ipotesi in cui, sebbene<br />

l’Ente locale non abbia legami partecipativi e/o il diritto di nominare la maggioranza <strong>degli</strong> amministratori<br />

dell’altro ente, ricorrano situazioni di rischio o di benefi cio per l’Ente locale, ossia qualora<br />

(§ 12):<br />

l’Ente locale abbia la responsabilità di fatto del raggiungimento <strong>degli</strong> obiettivi dell’ente da<br />

consolidare (è il caso, ad esempio, di alcune Fondazioni);<br />

ovvero l’andamento dell’altro ente comporti rifl essi - positivi o negativi - sulla comunità amministrata<br />

e sul <strong>bilancio</strong> dell’Ente locale.<br />

I principi contabili internazionali (IPSAS) concordano sul fatto che il concetto di controllo trascende<br />

i rapporti di dipendenza fi nanziaria o la disponibilità di voti esercitabili nell’assemblea ordinaria.<br />

La differenza più signifi cativa rispetto ai criteri adottati dal legislatore italiano risiede nella rilevanza<br />

attribuita a legami di tipo contrattuale che conferiscano all’Ente locale una funzione di controllo<br />

nell’ambito <strong>dei</strong> servizi pubblici, la titolarità <strong>dei</strong> quali rimane in capo all’Ente stesso. <strong>Il</strong> contratto di<br />

servizio conferisce all’Ente locale il potere di direzione dell’ente partecipato, che è così etero-diretto<br />

178 CAPITOLO 8 | IL SISTEMA DEI PRINCIPI CONTABILI DI RIFERIMENTO

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