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Il bilancio consolidato degli enti locali - Ordine dei Dottori ...

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<strong>Il</strong> <strong>bilancio</strong> <strong>consolidato</strong> <strong>degli</strong> <strong>enti</strong> <strong>locali</strong><br />

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Ma l’incremento della loro consistenza è da ricercare anche nel ruolo che le economie di scala<br />

rivestono nella produzione <strong>dei</strong> beni e <strong>dei</strong> servizi di questa fattispecie aziendale. La trasformazione<br />

richiesta in società per azioni – anche se non completamente realizzata – delle aziende speciali di<br />

natura commerciale, le ha sottratte alla protezione delle condizioni di favore cons<strong>enti</strong>te dalla normativa<br />

vigente. Pertanto, le aziende speciali ancora da trasformare, nella speranza di essere competitive nel<br />

momento in cui entreranno nel mercato non protetto, stanno attualmente procedendo nell’accrescimento<br />

<strong>dei</strong> propri patrimoni.<br />

Altro elemento di particolare interesse dell’attivo patrimoniale sono le partecipazioni in società<br />

controllate e/o collegate. Sulla motivazione dell’investimento fi nanziario è già stata data spiegazione<br />

nella sezione dedicata ai docum<strong>enti</strong> della programmazione. Pertanto, tale voce di conto, non<br />

indicando un investimento meramente fi nanziario ma un modo per operare al di là <strong>dei</strong> confi ni territoriali<br />

<strong>degli</strong> <strong>enti</strong> partecipanti, attraverso l’<strong>enti</strong>tà e la forma di partecipazione consente di determinare<br />

le reali potenzialità operative dell’azienda speciale.<br />

Passando, invece, all’esame del passivo, poste di particolare rilevanza sono quelle del patrimonio<br />

netto. Infatti, sebbene previsto nello schema di legge, il capitale di dotazione in molte aziende<br />

speciali è di valore zero. Questa peculiarità è originata dalla possibilità, non vietata dalla norma, di<br />

costituire questa fattispecie aziendale senza versare alcun capitale. Pertanto, gli <strong>enti</strong> partecipanti<br />

in questi casi non hanno inteso vincolare le proprie disponibilità fi nanziarie nel conferimento del<br />

capitale di proprietà, anche perché l’azienda speciale, oltre ai casi in cui sorge acquisendo un patrimonio<br />

già esistente ed in quelli in cui gestisce beni di proprietà <strong>degli</strong> <strong>enti</strong> partecipanti, nelle altre<br />

ipotesi operative diviene titolare <strong>dei</strong> beni attraverso l’impiego <strong>dei</strong> contributi in conto esercizio versati<br />

in ogni periodo amministrativo dagli <strong>enti</strong> partecipanti. Pertanto, questi ultimi preferiscono contribuire<br />

sistematicamente al funzionamento dell’azienda piuttosto che dotarla immediatamente di un proprio<br />

“corredo” fi nanziario e patrimoniale che le cons<strong>enti</strong>rebbe di essere da subito pienamente autonoma.<br />

Sempre nel patrimonio netto sono pres<strong>enti</strong> fondi di riserva i quali possono essere costituiti attraverso<br />

l’accantonamento dell’utile o di sue quote nel fondo di riserva o nelle riserve statutarie e<br />

regolamentari in relazione a quanto stabilito nello statuto e nel regolamento di contabilità dell’istituto<br />

economico. Comunque, è possibile rinvenire tra le altre riserve, accantonam<strong>enti</strong> di increm<strong>enti</strong> a titolo<br />

gratuito dell’attivo patrimoniale relativi a beni demaniali o patrimoniali indisponibili. In questa circostanza<br />

la riserva venutasi a formare è di tipo indisponibile. Infatti, le riserve sono formate in funzione<br />

di specifi che fi nalità rinvenibili nella tutela del capitale di funzionamento e nella salvaguardia <strong>dei</strong><br />

terzi 34 . Pertanto, relativamente a quest’ultimo punto, gli eventuali maggiori debiti misuratori delle più<br />

elevate variazioni economiche negative rispetto a quelle positive, sono compensati con il denaro presente<br />

in azienda. Però, se l’attivo circolante è inferiore alle passività corr<strong>enti</strong> registrate in un dato momento<br />

della vita aziendale, dovrebbe essere possibile coprirle ricorrendo all’impiego delle “riserve” e,<br />

in ultime battuta, del “fondo di dotazione”. Ma se queste poste, sorte in contropartita ad un elemento<br />

dell’attivo patrimoniale, non hanno in quest’ultimo un valore monetizzabile attraverso la sua dismissione,<br />

in quanto demaniale o comunque indisponibile, ecco che non rendono possibile la copertura<br />

delle perdite gestionali. Ai fi ni del consolidamento di queste poste occorre tenere debita annotazione<br />

nella nota integrativa affi nché nello stato patrimoniale del <strong>bilancio</strong> <strong>consolidato</strong> siano distintamente<br />

indicate le attività demaniali da quelli del patrimonio disponibile ed indisponibile, così come analoga<br />

distinzione deve essere effettuata sulla disponibilità delle riserve iscritte nel patrimonio netto.<br />

34 Al riguardo, anche se con riferimento alle imprese private, G. Zappa, “Le produzioni nell’economia delle imprese”, Tomo II, Giuffré, Milano, 1956, pag.<br />

690, scrive: “… si può dunque credere che tutte le riserve, per qualsiasi scopo costituite, adempiono la funzione di proteggere l’integrità del capitale<br />

sociale, ossia che tutte le riserve sono unite da un indissolubile vincolo di interdipendenza”.<br />

150 CAPITOLO 5 | IL GRUPPO PUBBLICO LOCALE

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