22.06.2013 Views

ansie e difese nelle istituzioni - ARIELE - Associazione Italiana di ...

ansie e difese nelle istituzioni - ARIELE - Associazione Italiana di ...

ansie e difese nelle istituzioni - ARIELE - Associazione Italiana di ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

febbraio 2010<br />

ANSIE E DIFESE<br />

NELLE ISTITUZIONI<br />

Jaques, Menzies, Pagliarani<br />

Giuliano Mazzoleni<br />

1


DEFINIZIONI<br />

E. JAQUES<br />

ISTITUZIONI<br />

STRUTTURE SOCIALI<br />

MECCANISMI CULTURALI<br />

sistemi <strong>di</strong> ruoli o<br />

posizioni affidati a<br />

persone<br />

convenzioni<br />

consuetu<strong>di</strong>ni<br />

tabù<br />

norme<br />

usati per regolare i<br />

rapporti fra i membri<br />

2


I MEMBRI<br />

TESI<br />

SI SERVONO DELLE ISTITUZIONI<br />

PER RAFFORZARE<br />

I MECCANISMI DI DIFESA INDIVIDUALI<br />

CONTRO LE LORO ANSIE<br />

PERSECUTORIE<br />

E DEPRTESSIVE<br />

RINFORZO<br />

• <strong>Associazione</strong> dello stimolo incon<strong>di</strong>zionato (premio)<br />

allo stimolo con<strong>di</strong>zionato (segnale)<br />

• Sinonimo <strong>di</strong> rafforzamento/indebolimento <strong>di</strong> un’<br />

associazione fra due eventi<br />

• Qui è usato per significare il rinforzo <strong>di</strong> meccanismi <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>fesa o <strong>di</strong> una delle polarità del conflitto interno (fra<br />

impulsi, fra oggetti) contro l’altra<br />

3


COROLLARIO<br />

L’USO DIFENSIVO DELLE ISTITUZIONI<br />

NON E’ ESCLUSIVO:<br />

LE ISTITUZIONI PRODUCONO<br />

ATTIVITA’ SOCIALI COSTRUTTIVE<br />

IN MOLTI MODI<br />

-occasioni creative per sublimazioni<br />

-espressioni e sod<strong>di</strong>sfazioni “libi<strong>di</strong>che”<br />

problema:<br />

in una situazione specifica<br />

che peso hanno gli usi<br />

funzionale /<strong>di</strong>fensivo?<br />

R. K MERTON (1949)<br />

Le <strong>di</strong>verse parti <strong>di</strong> un sistema sociale<br />

posseggono funzioni che possono essere:<br />

• manifeste = intenzionali, riconosciute,<br />

<strong>di</strong>chiarate<br />

• latenti = non intenzionali, non riconosciute,<br />

non <strong>di</strong>chiarate<br />

4


ASPETTI PARTICOLARI<br />

• LE MANIFESTAZIONI PSICOTICHE : <strong>di</strong> irrealtà<br />

scissione<br />

ostilità<br />

sospetto<br />

NON RENDONO “PSICOTICA” L’ISTITUZIONE<br />

ma ne possono impe<strong>di</strong>re o <strong>di</strong>storcere il buon funzionamento<br />

• LA DIFESA DALLE ANSIE PSICOTICHE<br />

E’ UNO DEI PIU’ IMPORTANTI ELEMENTI<br />

DI COESIONE SOCIALE<br />

tutti insieme per paura <strong>di</strong>….<br />

5


ASPETTI PARTICOLARI<br />

sociali ignoranza<br />

• MOLTI PROBLEMI economici ATTRIBUITI A stupi<strong>di</strong>tà<br />

DIVENTANO PIU’ COMPRENSIBILI<br />

politici errori<br />

egoismo<br />

ambizione<br />

SE SI IPOTIZZANO MOTIVAZIONI DIFENSIVE INCONSCE<br />

• MOLTI CONFLITTI E TENSIONI<br />

POSSONO ESSERE INTERPRETATI COME RESISTENZE<br />

DI FRONTE A CAMBIAMENTI<br />

CHE MINACCIANO LE DIFESE CONTRO L’ANGOSCIA<br />

6


ASPETTI PARTICOLARI<br />

LE FUNZIONI INCONSCE SONO DETERMINATE<br />

SPECIFICAMENTE DA PERSONE REALI<br />

- cambiamenti <strong>di</strong> persone producono<br />

cambiamenti <strong>nelle</strong> funzioni inconsce<br />

- cambiamenti <strong>di</strong> struttura o <strong>di</strong><br />

“cultura manifesta”<br />

possono lasciare invariati<br />

i rapporti inconsci<br />

e quin<strong>di</strong> insoluti i problemi<br />

richiesto<br />

con<strong>di</strong>viso<br />

SISTEMI (Jaques, 1951)<br />

RUOLI<br />

CULTURA<br />

PERSONE<br />

le tre <strong>di</strong>mensioni dell’organizzazione<br />

tendono a trasformarsi influenzandosi<br />

reciprocamente coinvolgendo<br />

le funzioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa dalle <strong>ansie</strong><br />

concreto<br />

7


membro<br />

LE IDENTIFICAZIONI NEI RAPPORTI SOCIALI<br />

S.FREUD<br />

CAPO<br />

altri membri<br />

del gruppo<br />

sostituzione<br />

dell’io ideale<br />

con un oggetto<br />

esterno<br />

identificazione<br />

M. KLEIN<br />

IDENTIFICAZIONE<br />

PROIETTIVA<br />

IDENTIFICAZIONE<br />

INTROIETTIVA<br />

Nelle <strong>istituzioni</strong> si coopera inconsapevolmente per rafforzare le <strong><strong>di</strong>fese</strong> contro le <strong>ansie</strong> e il rimorso,<br />

utilizzando continuamente meccanismi <strong>di</strong> scissione e <strong>di</strong> proiezione.<br />

L’interazione fra i meccanismi <strong>di</strong> identificazione proiettiva e introiettiva è comune, per es: si<br />

reintroiettano oggetti dopo essersi identificati proiettivamente con loro.<br />

8


RAPPORTI SOCIALI FANTASTICATI<br />

• L’identificazione proiettiva con oggetti esterni con<strong>di</strong>visi con gli altri membri<br />

stabilisce RAPPORTI SOCIALI FANTASTICATI<br />

• La forma e il contenuto sociale fantasticato determina il<br />

CARATTERE DELLE ISTITUZIONI<br />

che si intreccia o sovrappone con le funzioni esplicite<br />

e consciamente avallate<br />

leader, nostromo, capro<br />

espiatorio,“caro estinto”, ecc.<br />

rapporti sociali sul<br />

piano delle<br />

fantasie inconsce<br />

che i membri hanno in<br />

comune<br />

9


DIFESE CONTRO L’ANSIA PARANOIDE<br />

ASSORBIMENTO<br />

a ciascuno il sollievo dai propri<br />

persecutori interni<br />

IL PRIMO UFFICIALE DELLA NAVE<br />

è ritenuto responsabile <strong>di</strong> molte cose che vanno male<br />

<strong>di</strong>viene il ricettacolo <strong>di</strong> oggetti e impulsi cattivi messi in<br />

lui inconsciamente dall’equipaggio,<br />

“si prende tutto lo sterco” consentendo<br />

L’equipaggio è messo in grado <strong>di</strong> cooperare<br />

compiendo i doveri stabiliti<br />

isolando in un ricettacolo adatto gli impulsi e oggetti cattivi<br />

a tutti, <strong>di</strong> idealizzare il capitano<br />

vissuto come una buona figura<br />

protettiva<br />

10


DIFESE CONTRO L’ANSIA PARANOIDE<br />

DEVIAZIONE<br />

Militari<br />

LE NAZIONI IN GUERRA<br />

Liberati dall’ansia depressiva relativa ai propri<br />

impulsi sa<strong>di</strong>ci che sono negati attribuendoli<br />

all’osservanza del dovere [= norma sociale]<br />

Oggetti e impulsi sa<strong>di</strong>ci sono messi nell’esercito che li devia<br />

contro il nemico<br />

L’ansia paranoide si allevia trasformandola in paura <strong>di</strong> nemici<br />

noti e identificabili (= liberazione dalla persecuzione interna)<br />

Il nemico è combattuto non in solitu<strong>di</strong>ne ma in collaborazione<br />

con i compagni d’arme<br />

Civili<br />

Liberati dal rimorso relativo all’o<strong>di</strong>o e agli impulsi<br />

<strong>di</strong>struttivi inconsci grazie alla sanzione sociale<br />

introiettata che rafforza il <strong>di</strong>niego. La norma<br />

sociale ammette l’espressione conscia degli impulsi<br />

contro il nemico reale esterno, comune a tutti e<br />

o<strong>di</strong>ato pubblicamente<br />

11


DIFESE CONTRO L’ANSIA PARANOIDE<br />

CON LA DEVIAZIONE E L’ASSORBIMENTO<br />

• L’Io riceve l’appoggio delle sanzioni sociali introiettate che legittimano proiezione e<br />

aggressività<br />

• Ciò può avvenire anche solo in parte: il Super-Io censura gli attacchi aggressivi ma la sua<br />

severità è attenuata dall’interiorizzazione degli altri membri che legittimano l’attacco<br />

• L’ansia persecutoria viene affrontata me<strong>di</strong>ante scissioni, proiezioni e introiezioni <strong>di</strong> oggetti<br />

e impulsi sia buoni che cattivi (M.Klein)<br />

STRATEGIA GENERALE<br />

collocare oggetti e impulsi interni cattivi in particolari membri dell’istituzione che vengono<br />

prescelti inconsciamente (o decidono loro stessi) per assorbirli o per deviarli.<br />

12


DIFESE CONTRO L’ANSIA DEPRESSIVA<br />

La maggioranza preserva la fiducia in<br />

sé col <strong>di</strong>sprezzo e l’assalto verso la<br />

minoranza.<br />

I propri oggetti interni buoni, scissi da<br />

quelli cattivi proiettati nella minoranza,<br />

sono preservati dalla scissione. La<br />

scissione è rafforzata dall’identificazione<br />

con gli altri membri che partecipano<br />

all’attacco.<br />

MINORANZA COME CAPRO ESPIATORIO<br />

La minoranza nutre <strong>di</strong>sprezzo e<br />

aggressività verso la maggioranza:<br />

questi sentimenti generano rimorsi che<br />

vengono alleviati dal <strong>di</strong>sprezzo e dalla<br />

sofferenza <strong>di</strong> cui si è oggetto. C’è la<br />

tendenza ad una cooperazione<br />

inconscia (= collusione) fra persecutori<br />

e perseguitati, che solleva la minoranza<br />

dai suoi sensi <strong>di</strong> colpa.<br />

13


idealizzazione sociale<br />

<strong>di</strong>niego maniacale<br />

DIFESE CONTRO L’ANSIA DEPRESSIVA<br />

CERIMONIE FUNEBRI<br />

l’esibizione del comune dolore, l’affermazione delle buone qualità del defunto, la<br />

con<strong>di</strong>visione dei sensi <strong>di</strong> colpa verso <strong>di</strong> lui fanno sì che:<br />

• gli impulsi cattivi <strong>di</strong> tutti vengono negati e proiettati nel cadavere e<br />

[illusoriamente]eliminati con la sepoltura<br />

• l’idealizzazione del gruppo separa le buone opere del defunto, che<br />

sopravvivono nella memoria e sono rappresentate dalla pietra<br />

tombale<br />

le 2 facce del<br />

RITO come<br />

<strong>di</strong>fesa sociale<br />

dalle <strong>ansie</strong><br />

depressive<br />

L’introiezione degli altri membri e del rito<br />

rinforza la scissione e l’idealizzazione ed<br />

attenua i sensi <strong>di</strong> colpa<br />

producono<br />

attenuazione del caos interno e del<br />

trauma con l’avvio<br />

dell’elaborazione del lutto<br />

vantaggio sociale nella tolleranza<br />

dell’ambivalenza e nel<br />

rafforzamento dell’amicizia<br />

14


<strong>ansie</strong> <strong>di</strong><br />

base<br />

IL CASO DELLA FABBRICA<br />

OPERAI<br />

scissione fra<br />

<strong>di</strong>rigenti buoni<br />

(lavoro <strong>di</strong> reparto)<br />

e cattivi (in<br />

commissione)<br />

> senso <strong>di</strong> colpa<br />

verso i <strong>di</strong>rigenti<br />

ripiegamento<br />

verso atteggiamenti<br />

paranoi<strong>di</strong><br />

concessioni idealizzazione<br />

<strong>di</strong> operai e<br />

rappresentanti<br />

attacchi<br />

<strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> fiducia e accordo<br />

nella commissione<br />

<strong>di</strong>rigenti-rappresentanti<br />

senso <strong>di</strong> colpa<br />

DIRIGENTI<br />

<strong>ansie</strong> moderate<br />

<strong>ansie</strong> <strong>di</strong><br />

base<br />

esercizio<br />

dell’autorità<br />

buoni rapporti capi-operai<br />

buon lavoro <strong>di</strong> produzione<br />

nel reparto<br />

15


CAMBIAMENTO<br />

il mutamento sociale è richiesto<br />

quando la struttura e la cultura non<br />

corrispondono più alle esigenze dei<br />

membri del reparto, rappresentanti e<br />

<strong>di</strong>rigenti<br />

Il mutamento sociale può<br />

incontrare resistenza<br />

in particolare<br />

il mutamento sociale<br />

imposto<br />

il cambiamento porta ad una<br />

riorganizzazione della forma e del<br />

contenuto sociali dell’istituzione al<br />

livello della fantasia<br />

finchè non si ha un<br />

riassestamento sul piano della<br />

fantasia le <strong><strong>di</strong>fese</strong> sociali<br />

dell’in<strong>di</strong>viduo contro l’ansia<br />

psicotica vengono indebolite<br />

16


ANSIE NELL’OSPEDALE<br />

le infermiere sperimentano:<br />

I. MENZIES<br />

• esperienze e sentimenti <strong>di</strong> morte, sofferenza<br />

• compiti sgradevoli, alcuni <strong>di</strong>sgustosi<br />

• impulsi erotici (verso alcuni pazienti)<br />

• sentimenti forti e contrastanti, come pietà e amore ma anche sensi <strong>di</strong> colpa, o<strong>di</strong>o e<br />

invi<strong>di</strong>a<br />

• sensi <strong>di</strong> colpa per la propria negligenza (fantasticata come onnipotenza <strong>di</strong>struttiva)<br />

vincente sulla de<strong>di</strong>zione, sulle abilità (giu<strong>di</strong>cate insufficienti a restituire la salute ai<br />

pazienti)<br />

17


DIFESE NELL’OSPEDALE<br />

MECCANISMI E COMPORTAMENTI<br />

DIFENSIVI<br />

• Scissione fra infermiera e paziente<br />

• Spersonalizzazione, negazione dell’in<strong>di</strong>viduo<br />

• Distacco, negazione dei sentimenti<br />

• Ritualismo esecutivo, negazione della<br />

responsabilità<br />

• Riduzione e <strong>di</strong>spersione delle responsabilità<br />

• Negazione della responsabilità e desiderio <strong>di</strong><br />

evasione<br />

• Negazione della responsabilità e desiderio <strong>di</strong><br />

evasione<br />

• Riduzione della responsabilità<br />

• Idealizzazione del ruolo infermieristico<br />

I. MENZIES<br />

• “aggrappamento” alla routine, ripetizioni ossessive<br />

NORME ORGANIZZATIVE E<br />

CULTURALI<br />

• Pochi compiti su molti pazienti per ciascuna<br />

infermiera<br />

• Tutti i pazienti sono uguali<br />

• Evitare il coinvolgimento e il dolore<br />

• Iper prescrittività, eliminazione della<br />

<strong>di</strong>screzionalità<br />

• Verifiche e controverifiche, rinvii e consultazioni<br />

• Collusione nella re<strong>di</strong>stribuzione sociale delle<br />

responsabilità e irresponsabilità<br />

• Indeterminatezza del contenuto dei ruoli<br />

• Delega collusiva verso i superiori<br />

• Reclutamento eccedente (spreco) e abbandoni<br />

• Rigi<strong>di</strong>tà dei regolamenti, elusione del<br />

cambiamento<br />

18


CRISI<br />

nell’ospedale:<br />

I. MENZIES<br />

• coor<strong>di</strong>namento <strong>di</strong>fficile e rischio <strong>di</strong><br />

fallimento<br />

• eccessivo turn-over delle infermiere<br />

• sotto-occupazione delle allieve in<br />

quantità e qualità<br />

• mancanza <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazioni personali<br />

con ricerca <strong>di</strong> compensazioni<br />

interne/esterne e isolamento<br />

CRISI E<br />

ANSIE SECONDARIE<br />

(da eccesso <strong>di</strong> <strong><strong>di</strong>fese</strong> improprie)<br />

in generale:<br />

L. PAGLIARANI<br />

• senza l’insorgenza <strong>di</strong> <strong>ansie</strong> secondarie<br />

(e cioè <strong>di</strong> una situazione <strong>di</strong> crisi)<br />

[conclamata o incombente?] non si crea la<br />

motivazione al cambiamento<br />

• oltre alla sofferenza occorre il desiderio <strong>di</strong><br />

uscirne e la capacità <strong>di</strong> promuovere<br />

l’esame <strong>di</strong> realtà<br />

• in assenza <strong>di</strong> <strong>ansie</strong> secondarie l’intervento<br />

PSOA corre 2 rischi:<br />

superegoico<br />

manipolazione che<br />

“costringe” all’esame<br />

<strong>di</strong> realtà<br />

aggressivo<br />

attacco <strong>di</strong>retto alle<br />

<strong><strong>di</strong>fese</strong> con<br />

esposizione alle<br />

angosce primarie<br />

19


SQUILIBRI DEL SISTEMA<br />

I. MENZIES L. PAGLIARANI<br />

nell’ospedale:<br />

bisogni<br />

-<strong>di</strong> gratificazione<br />

compito<br />

primario<br />

rapporti/pressioni<br />

dall’ambiente<br />

tecnologie<br />

bisogni<br />

in generale:<br />

obiettivi<br />

risorse<br />

-<strong>di</strong> sostegno • Rischio <strong>di</strong> squilibri su una delle polarità<br />

• I bisogni sacrificati generano pesanti usi <strong>di</strong>fensivi<br />

dell’istituzione<br />

20


RESPONSABILITA’<br />

I. MENZIES - L. PAGLIARANI<br />

• Il conflitto fra assunzione e <strong>di</strong>niego delle responsabilità è in tutti noi<br />

• Nell’ospedale/<strong>nelle</strong> <strong>istituzioni</strong> tale conflitto da intrapsichico <strong>di</strong>venta interpersonale<br />

• La separazione fra ruoli <strong>di</strong> maggiore e <strong>di</strong> minore responsabilità (e autorità) può dar<br />

luogo a scissioni, con proiezioni reciproche: delle parti <strong>di</strong> sé più irresponsabili e<br />

incompetenti -verso il basso- e delle parti migliori e più competenti -verso l’alto<br />

La delega verso l’alto è una regola, sanzionata dalla cultura esistente, con cui si gestisce la<br />

collusione fra atteggiamenti <strong>di</strong> autoritarismo e <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza<br />

• Le <strong>istituzioni</strong> volontarie spesso si paralizzano <strong>di</strong> fronte al momento esecutivo, rifiutando<br />

la <strong>di</strong>stinzione fra sistemi decisionale ed esecutivo nonchè la presenza <strong>di</strong> una<br />

gerarchia entro quest’ultimo.<br />

Difesa dall’ansia genetica (Fornari) o dalla depressione necessaria per investire in un obiettivo<br />

realistico, “sufficientemente buono” anche se non ideale? (Guntrip)<br />

21


CAMBIAMENTO<br />

I. MENZIES - L. PAGLIARANI<br />

• La resistenza al cambiamento è massima <strong>nelle</strong> <strong>istituzioni</strong> dominate da meccanismi<br />

<strong>di</strong>fensivi primitivi (più matte sono le <strong>istituzioni</strong> e più resistono)<br />

• Si può avere allora un duplice fallimento:<br />

l’evasione dall’ansia non porta alla sua mo<strong>di</strong>ficazione<br />

e gli obiettivi <strong>di</strong> lavoro non vengono raggiunti<br />

• Il cambiamento necessita <strong>di</strong> una adeguata elaborazione delle <strong>ansie</strong> e delle collusioni<br />

generate dai rapporti sociali fantasmatici.<br />

• In ogni membro dell’istituzione esiste un conflitto <strong>di</strong> lealtà: verso l’istituzione e verso i<br />

valori e i bisogni che la giustificano<br />

• Il conflitto può <strong>di</strong>ventare interpersonale, fra conservatori e innovatori, che premiano<br />

l’istituzione -i primi- oppure valori e bisogni -i secon<strong>di</strong>.<br />

Questo conflitto si ra<strong>di</strong>calizza quando<br />

sono in campo i fantasmi del<br />

“cambiamento catastrofico” da una<br />

parte e del finto cambiamento,<br />

gattopardesco, dall’altra.<br />

22


EFFICACIA DEGLI INTERVENTI<br />

L. PAGLIARANI<br />

• la Menzies fornisce <strong>di</strong>agnosi impeccabili dell’istituzione ma bilanci modesti sui risultati<br />

dell’intervento.<br />

•Il metodo è decisivo: non basta istruire, occorre responsabilizzare: è<br />

necessaria una adeguata elaborazione delle <strong>ansie</strong> -delle <strong><strong>di</strong>fese</strong> in<strong>di</strong>viduali e<br />

sociali- messe in campo (Jaques: “Working-through”).<br />

• Non è sufficiente rispecchiare, mostrare come stanno le cose: occorre che il gruppo<br />

venga reso capace <strong>di</strong> vedere coi propri occhi fino a decidere <strong>di</strong> ripu<strong>di</strong>are le <strong><strong>di</strong>fese</strong><br />

eccedenti, sproporzionate, evitando <strong>di</strong> perpetuare la sua <strong>di</strong>pendenza verso il<br />

socioanalista.<br />

•Il compito del socioanalista è nell’aiutare l’istituzione ad accettare la<br />

depressione man mano matura la presa <strong>di</strong> coscienza delle ambivalenze<br />

esistenti.<br />

23


BIBLIOGRAFIA<br />

D. Forti-G. Varchetta (2001), L’approccio psicosocioanalitico allo sviluppo delle organizzazioni, F.<br />

Angeli<br />

E. Jaques (1951), Autorità e partecipazione nell’azienda, F. Angeli, 1975<br />

E. Jaques (1955), Sistemi sociali come <strong>di</strong>fesa contro l’ansia persecutoria e depressiva, in: M. Klein, P.<br />

Heimann, R. Money_Kyrle (curatori), Nuove vie della psicoanalisi, Il Saggiatore, 1966<br />

I. Menzies (1951), I sistemi sociali come <strong>di</strong>fesa dall’ansia: stu<strong>di</strong>o sul servizio infermieristico <strong>di</strong> un<br />

ospedale, in: M. Laeng e K. Scweitzer (curatori), Psicoanalisi e socioanalisi, Liguori, 1984<br />

L. Pagliarani (1973) Utilità pratica dello stu<strong>di</strong>o della Menzies, in: Psicoterapia e scienze umane, n. 1-2, F.<br />

Angeli, 1973<br />

R. D. Hinselwood (1989), Dizionario <strong>di</strong> psicoanalisi kleinana, R. Cortina, 1990<br />

R. K. Merton (1949), Teoria e struttura sociale, Il Mulino, 1966<br />

U. Galimberti (1992), Dizionario <strong>di</strong> psicologia, UTET<br />

24

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!