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TESI def.12.pdf - OpenstarTs - Università degli Studi di Trieste

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4. Caratteristiche della rappresentazione del numero<br />

Una volta definito che le specie animali sottoposte ad indagine sperimentale sono in grado <strong>di</strong><br />

estrarre le numerosità presenti nell’ambiente e rappresentarle attraverso i meccanismi<br />

cognitivi precedentemente descritti, rimane da stabilire alcune ulteriori proprietà <strong>di</strong> tali<br />

rappresentazioni, per esempio il loro rapporto con la rappresentazione delle altre<br />

caratteristiche <strong>degli</strong> oggetti e le loro (eventuali) proprietà combinatorie.<br />

4.1 Ipotesi della Last-resort-strategy<br />

L’ipotesi della Last-resort-strategy, formulata da Davis e Pérusse nel 1988, fa riferimento<br />

all’osservazione secondo la quale le variabili numeriche verrebbero utilizzate dagli animali solo<br />

come conseguenza <strong>di</strong> lunghi perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> addestramento o, in alternativa, quando tutte le altre<br />

variabili siano poste sotto controllo - in entrambi i casi nelle con<strong>di</strong>zioni controllate del<br />

laboratorio - quin<strong>di</strong> come una sorta <strong>di</strong> “ultima risorsa” alla quale attingere qualora gli altri e più<br />

importanti elementi non siano <strong>di</strong>sponibili o in tutti quei casi nei quali i soggetti siano stati<br />

specificamente in<strong>di</strong>rizzati a farlo. Questa ipotesi non nega dunque che gli animali abbiano una<br />

fondamentale capacità <strong>di</strong> rappresentare il numero, ma toglie <strong>di</strong> fatto a questa abilità gran<br />

parte della sua importanza soprattutto in riferimento alle con<strong>di</strong>zioni ecologiche naturali,<br />

confinandola però nel peggiore <strong>degli</strong> scenari al ruolo <strong>di</strong> mero artefatto prodotto dalle tecniche<br />

<strong>di</strong> addestramento. Le affermazioni <strong>di</strong> Davis e Pérusse sono supportate da alcune evidenze, tra<br />

queste quella che mostra come i ratti imparino ad utilizzare le proprietà temporali più<br />

rapidamente <strong>di</strong> quelle numeriche nel <strong>di</strong>scriminare sequenze <strong>di</strong> toni (Breukelaar e Dalrymple-<br />

Alford, 1988). In un altro esperimento (Breukelaar e Dalrymple-Alford, 1988), i ratti addestrati<br />

a premere una leva come risposta ad un certo numero <strong>di</strong> toni, classificandoli come una<br />

sequenza “lunga” e una sequenza “corta”, <strong>di</strong>mostravano <strong>di</strong> preferire l’utilizzo del parametro<br />

temporale quando questo era in contrasto con quello numerico (effetto ottenuto, ad esempio,<br />

aumentando la durata della sequenza <strong>di</strong> due toni). In altre parole, anche dopo essere stati<br />

specificamente addestrati sul numero, gli animali sembrano fare riferimento ad altri parametri<br />

non appena se ne presenta l’occasione, e quin<strong>di</strong> usare questi ultimi in maniera preferenziale.

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