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TESI def.12.pdf - OpenstarTs - Università degli Studi di Trieste

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maggiore (ovvero, in questo caso, le tre palline) rispetto alla quantità familiare (questo stesso<br />

risultato è stato ottenuto con pulcini impegnati in un compito <strong>di</strong> <strong>di</strong>scriminazione relativa,<br />

ovvero in un confronto 4 vs. 4 dove tre palline <strong>di</strong> un gruppo e una dell’altro erano del colore<br />

familiare). Un secondo gruppo <strong>di</strong> pulcini è stato allevato con <strong>di</strong>verse numerosità <strong>di</strong> stimoli l’uno<br />

<strong>di</strong>verso dall’altro (ad es., 1 vs. 3 oggetti <strong>di</strong>fferenti) e poi sottoposti a test <strong>di</strong> scelta tra due<br />

quantità <strong>di</strong> stimoli mai visti prima, cioè <strong>di</strong>fferenti in quanto a forma, colore e <strong>di</strong>mensioni<br />

rispetto a quelli <strong>di</strong> imprinting. Inoltre, i due gruppi <strong>di</strong> stimoli usati nel test avevano un’eguale<br />

volume ed area totale; ovvero, questi due gruppi <strong>di</strong> oggetti completamente nuovi <strong>di</strong>fferivano<br />

solo per la loro numerosità. I risultati <strong>di</strong>mostrano che, in queste con<strong>di</strong>zioni, i pulcini<br />

preferiscono il gruppo contenente il numero <strong>di</strong> oggetti familiare, quello cioè col quale sono<br />

stati allevati. Pare quin<strong>di</strong> che la presenza <strong>di</strong> gruppi <strong>di</strong> oggetti omogenei favorisca il<br />

processamento delle variabili continue, che risulta nella preferenza per la quantità maggiore,<br />

in<strong>di</strong>pendentemente dalle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> allevamento, mentre la preferenza per il numero esatto<br />

<strong>di</strong> elementi compare quando vengono usati stimoli eterogenei durante la fase <strong>di</strong> imprinting e<br />

stimoli completamente nuovi al test (Rugani et al., 2010).<br />

Sul versante della neurofisiologia, alcuni stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> visualizzazione tramite fMRI (Izard et al. 2008)<br />

suggeriscono che le informazioni relative alle caratteristiche fisiche <strong>degli</strong> stimoli e quelle sulla<br />

loro numerosità vengono processate in<strong>di</strong>pendentemente, ovvero attraverso percorsi neurali<br />

separati, l’uno localizzato nella corteccia temporale sinistra e l’altro in aree intraparietali<br />

bilaterali. Inoltre, i cambiamenti nella numerosità <strong>degli</strong> stimoli producono un decremento nella<br />

risposta della corteccia temporale sinistra; in altre parole pare vi sia una relazione<br />

antagonistica tra le aree che supportano le caratteristiche identificative <strong>degli</strong> oggetti da una<br />

parte e quelle per la loro numerosità e la loro localizzazione dall’altra. Ulteriori stu<strong>di</strong> in ambito<br />

comportamentale (Mareschal & Johnson, 2003) hanno <strong>di</strong>mostrato, ad esempio, la presenza <strong>di</strong><br />

una probabile competizione nella memoria tra le caratteristiche in<strong>di</strong>viduali <strong>degli</strong> oggetti e<br />

quelle spaziali, ciò in <strong>di</strong>pendenza dal tipo <strong>di</strong> stimolo utilizzato e dalla sua rilevanza per il<br />

soggetto nei due doimini. La procedura sperimentale sfruttava la registrazione del tempo <strong>di</strong><br />

fissazione (Wynn, 1992) in corrispondenza <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficazioni apportate allo stimolo <strong>di</strong><br />

abituazione. Quando gli stimoli erano facce, i bambini <strong>di</strong> 4 mesi riuscivano a riconoscere e<br />

registrare i cambiamenti nella loro identità, ma non nella loro posizione; quando invece si<br />

trattava <strong>di</strong> giocattoli che potevano essere manipolati, riconoscevano i cambiamenti <strong>di</strong><br />

posizione ma non quelli <strong>di</strong> identità. Questi ultimi risultati vanno interpretati alla luce dello<br />

stretto legame tra la variabile relativa allo spazio e la cosiddetta “linea numerica”, che pare<br />

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