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Dinamiche insediative nel territorio dei Colli Euganei dal Paleolitico ...

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<strong>Dinamiche</strong> <strong>insediative</strong> <strong>nel</strong> <strong>territorio</strong> <strong>dei</strong> <strong>Colli</strong> <strong>Euganei</strong> <strong>dal</strong> <strong>Paleolitico</strong> al Medioevo<br />

Este - Monselice, 27 - 28 novembre 2009<br />

L’ABITATO PROTOSTORICO DI MONTE ORBIESO (VALSANZIBIO)<br />

Luca Sciola - Corso di Laurea Magistrale in Scienze Archeologiche (Università degli Studi di Padova)<br />

Monte Orbieso (330 m s.l.m.) si eleva <strong>nel</strong> settore sud-orientale del complesso<br />

collinare e ricade amministrativamente <strong>nel</strong> comune di Galzignano Terme.<br />

Nel corso di alcuni sopralluoghi compiuti <strong>nel</strong>l’ultimo decennio nei pressi della<br />

sommità del colle, veniva recuperata una discreta quantità di materiale archeologico<br />

caratterizzato da una buona tipicità, che ne ha consentito una precisa scansione<br />

in fasi.<br />

Il presente contributo propone l’inquadramento generale del sito attraverso lo<br />

studio tipocronologico della produzione ceramica.<br />

In assenza di dati stratigrafici si è tentata un’analisi volta all’aggancio <strong>dei</strong> tipi<br />

documentati alle coeve serie stratigrafiche dell’Italia settentrionale; in particolare<br />

essenziali sono stati i confronti con le sequenze <strong>dei</strong> siti di Montebello Vicentino,<br />

Frattesina, Mariconda e Ca’ de’ Cessi.<br />

L’analisi preliminare della produzione ceramica - tuttora in corso di studio - ha<br />

quindi permesso l’individuazione di almeno tre fasi cronologiche di sviluppo<br />

dell’abitato <strong>nel</strong> corso del Bronzo recente e finale, soprattutto attraverso<br />

l’evoluzione delle forme vascolari con orlo a tesa. È stato quindi possibile delineare<br />

delle associazioni tipocronologiche particolareggiate (Fig. 1), secondo uno<br />

schema già sviluppato da M. Bagolan e G. Leonardi attraverso il caso di studio di<br />

Montebello Vicentino (BAGOLAN, LEONARDI 2000, p. 17):<br />

• Bronzo recente evoluto (XIII - prima metà XII sec. a.C.) con persistenza di<br />

elementi di tradizione terramaricola, associati a forme desinenti con “orli a tesa<br />

ispessiti in corrispondenza dello spigolo interno” (Fig. 1, 1-9);<br />

• Bronzo finale 1 (seconda metà XII sec. a.C.) comparsa di elementi del c.d.<br />

Protovillanoviano padono-orientale ed evoluzione della produzione vascolare con<br />

orlo a tesa che tende a perdere l’ispessimento dello spigolo interno (Fig. 1, 10-11);<br />

• Bronzo finale 2 e 3 (XI - X sec. a.C.) con presenza di elementi protovillanoviani<br />

propri: compaiono vasi biconici di dimensioni diverse, associati alle persistenti<br />

forme a tesa, con tese non ispessite e a profilo arcuato o con orli esoversi (Fig. 1,<br />

12-15).<br />

È stato inoltre possibile isolare un frammento di olla (Fig. 1, 8), decorato da una<br />

sequenza di bozze e cordoncini verticali, che trova riscontri per il Bronzo recente<br />

nei contesti occidentali della cultura di Canegrate.<br />

Fig. 2 e 3. Panoramica della sommità del colle (a sinistra) e mulattiera boschiva che da Valsanzibio<br />

sale su Monte Orbieso (a destra)<br />

Fig. 4 e 5. Carte distributive <strong>dei</strong> siti euganei attivi <strong>nel</strong> Bronzo recente evoluto (a sinistra) e <strong>nel</strong> Bronzo finale<br />

iniziale (a destra)<br />

Fig. 1. Monte Orbieso: selezione di materiali (1:3 gr. nat.; disegni L. Sciola, lucidi S. Tinazzo)<br />

L’aspetto più interessante per l’areale euganeo è certamente la continuità di<br />

frequentazione dell’insediamento <strong>nel</strong>la fase di passaggio tra Bronzo recente<br />

evoluto e Bronzo finale iniziale, altrove documentata sui <strong>Colli</strong> - in base ai dati<br />

ricavati attraverso analisi seriate <strong>dei</strong> materiali - nei due siti d’altura di Monte<br />

Lozzo e Monte Rovalora (LEONARDI 1979).<br />

Nel quadro generale di un drastico riassetto territoriale <strong>nel</strong>le fasi iniziali del<br />

Bronzo finale, l’areale euganeo - in modo non dissimile dagli altri comparti collinari<br />

veneti - continua a manifestare una certa tenuta. Il parziale continuum insediativo<br />

è spiegabile con la possibilità di attuare un’economia integrata, che compendi<br />

lo sfruttamento agricolo delle pianure circostanti con la destinazione pastorale del<br />

settore interno, nonché con le potenzialità di incastellamento offerte dai rilievi. In<br />

questo contesto l’abitato di Monte Orbieso sorgeva probabilmente a diretto<br />

controllo del vasto pianoro calcareo compreso tra Arquà e Valle S. Giorgio, sfruttato<br />

per pratiche pastorali ed armentizie fino ad età contemporanea, in un punto<br />

strategico <strong>nel</strong> comparto collinare centro-meridionale.<br />

L’analisi tipocronologica <strong>dei</strong> materiali da Monte Orbieso ha inoltre attestato una<br />

riattivazione del sito durante l’età del ferro. Purtroppo, l’esiguità <strong>dei</strong> dati (Fig. 1,<br />

16-17) - per lo più frammenti di pareti non diagnostici - non permette a tutt’oggi di<br />

verificare il reale spessore cronologico della frequentazione, accertata per la sola<br />

piena età del ferro (VI-V sec. a.C.). Riprendendo BOARO 2001, i siti attivi in area<br />

euganea a partire <strong>dal</strong> VII sec. a.C. sarebbero la risultanza del “processo esplosivo di<br />

riappropriazione del <strong>territorio</strong>” attraverso la deduzione e non più la sola frequentazione<br />

sporadica, di piccoli nuclei insediativi a finalità produttiva, secondo il modello<br />

dell’impianto di siti-cerniera <strong>nel</strong>l’agro controllato <strong>dal</strong>le città (LEONARDI<br />

1992). Inoltre, il relativo isolamento, la discreta distanza <strong>dal</strong> centro urbano di riferimento<br />

(Este) e la prossimità del confine amministrativo fra Este e Padova, invitano<br />

ad interpretare il sito di Monte Orbieso come comunità di frontiera dedita al controllo<br />

dell’area confinaria <strong>nel</strong> settore S-E <strong>dei</strong> colli, in modo speculare, tra l’altro, al<br />

ruolo ricoperto <strong>nel</strong> comparto N-W da Monte Rovalora, posto lungo il percorso transcollinare<br />

che collegava le due città venetiche.<br />

Bibliografia<br />

1<br />

5<br />

3<br />

7<br />

15<br />

BAGOLAN M., LEONARDI G. 2000, Il Bronzo Finale <strong>nel</strong> Veneto, in HARARI M., PEARCE M. (a cura di), Il Protovillanoviano al di là<br />

e al qua dell’Appennino. Atti della giornata di studio. Como, pp. 13-44<br />

BOARO S. 2001, <strong>Dinamiche</strong> <strong>insediative</strong> e confini <strong>nel</strong> Veneto dell’età del ferro: Este, Padova e Vicenza, in Padusa, XXXVII, pp. 153-199<br />

LEONARDI G. 1979, Il Bronzo finale <strong>nel</strong>l’Italia nord orientale. Proposta per una suddivisione in fasi, in Atti XXI IIPP, 1977, Firenze<br />

LEONARDI G. 1992, Conclusioni, in LEONARDI G., ZAGHETTO L. (a cura di), Padova Nord-Ovest. Archeologia e <strong>territorio</strong>, Padova,<br />

pp. 182-196<br />

6<br />

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