L'uomo si lasci prendere per mano da quel Bambino nato a Betlemme
L'uomo si lasci prendere per mano da quel Bambino nato a Betlemme
L'uomo si lasci prendere per mano da quel Bambino nato a Betlemme
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
<strong>L'uomo</strong> <strong>si</strong> <strong>lasci</strong> <strong>prendere</strong> <strong>per</strong> <strong>mano</strong><br />
<strong>da</strong> <strong>quel</strong> <strong>Bambino</strong> <strong>nato</strong> a <strong>Betlemme</strong><br />
Arriva il Natale, <strong>quel</strong> tempo in cui tutti dicono di<br />
sentir<strong>si</strong> più buoni, e fanno di tutto <strong>per</strong> sembrarlo, con<br />
la maestria di chi è bravo ad incartare ogni giorno in<br />
una confezione regalo, con un po’ di lustrini, stelline<br />
e bacche, senza che il cuore va<strong>da</strong> oltre. È invece<br />
doveroso varcare il confine dell’ordinarietà e riflettere<br />
sulla neces<strong>si</strong>tà di cambiare noi stes<strong>si</strong> <strong>per</strong> cambiare il<br />
mondo, ripartendo <strong>da</strong>ll’uomo.<br />
Per molti, oggi, la vita è un precipitare verso l’abisso.<br />
Se Dio c’è, <strong>si</strong> argomenta, ha abbando<strong>nato</strong> la cabina<br />
di gui<strong>da</strong> del pianeta, smarrendo<strong>si</strong> nell’alto dei cieli.<br />
Si sostiene, con dotte citazioni, che l’uomo è una<br />
pas<strong>si</strong>one inutile, <strong>per</strong> dirla con Sartre, o un grazioso<br />
granellino di polvere s<strong>per</strong>duto nell’universo, secondo<br />
Buzzati. Conclu<strong>si</strong>one? Alla maniera di Sofocle: «Non<br />
esser <strong>nato</strong> è fra tutte la sorte migliore; ma, <strong>nato</strong>,<br />
tornare donde <strong>si</strong> venne al più presto è di gran lunga<br />
il meglio».<br />
Viene allora <strong>da</strong> chieder<strong>si</strong>, e <strong>da</strong> chiedere: se <strong>da</strong>vvero<br />
così è, verso quale meta s’affanna l’uomo? Platone<br />
aveva intuito che <strong>per</strong> spiegare l’umana sorte v’è<br />
solo la ragione, ma pure che questa «non è che una<br />
povera zattera su cui attraversare <strong>per</strong>icolosamente<br />
il mare della vita». Meglio sarebbe coprire il tragitto,<br />
annotava ancora il filosofo greco, «su una più soli<strong>da</strong><br />
barca, affi<strong>da</strong>ndo<strong>si</strong> alla divina rivelazione».<br />
È qua<strong>si</strong> una premonizione: con la venuta di Cristo,<br />
infatti, <strong>si</strong> ha un radicale mutamento della condizione<br />
umana, che Egli assume e trasfigura. Nulla è più<br />
come prima; più nessuno è un numero tra i tanti o un<br />
fenomeno in<strong>si</strong>gnificante. «Il Verbo <strong>si</strong> è fatto carne e ha<br />
posto la sua ten<strong>da</strong> tra noi» (Gv 1,14): Dio s’inserisce<br />
nella storia, cioè nello spazio e nel tempo; è accanto<br />
a ognuno di noi, ne condivide le an<strong>si</strong>e, ne ascolta la<br />
voce, fa propria la vicen<strong>da</strong> umana con quanto essa<br />
ha di grande e di miserabile. Ha un volto come il<br />
nostro, e con Lui l’uomo non è più un atomo irrisorio,<br />
s<strong>per</strong>duto nel cosmo, senza <strong>si</strong>gnificato e senza scopo,<br />
bensì, parafrasando Davi Maria Turoldo, l’immagine<br />
vivente del «Cristo sparpagliato <strong>per</strong> tutta la terra»,<br />
<strong>per</strong>ché in lui ci sono tutti gli uomini.<br />
Il Natale è l’evento di questa rivelazione divina, che<br />
ribalta le folgoranti ma desolanti definizioni prima<br />
richiamate e pone l’uomo su uno sfondo di dignità,<br />
di valore, di immortalità. Ed un Natale così inteso,<br />
ricor<strong>da</strong> Benedetto XVI, invita «l’uomo moderno,<br />
adulto eppure debole nel pen<strong>si</strong>ero e nella volontà,<br />
a <strong>lasci</strong>ar<strong>si</strong> <strong>prendere</strong> <strong>per</strong> <strong>mano</strong> <strong>da</strong>l <strong>Bambino</strong> di<br />
<strong>Betlemme</strong>. A non temere ed a fi<strong>da</strong>r<strong>si</strong> di Lui». Auguro<br />
allora a tutti gli instancabili cercatori di Cristo di<br />
trovarlo. Buon Natale.<br />
Vincenzo Bertolone<br />
Dicembre 2010 • Anno 3 • Numero 12<br />
dicembre 2010 • 1
Cari lettori,<br />
ci occupiamo di Accoglienza<br />
in questo numero de “l’Abbraccio”,<br />
cominciando <strong>da</strong>ll’Accoglienza<br />
obbediente e gioiosa con cui la<br />
Vergine ha ascoltato l’angelo<br />
Gabriele che gli annunciava d’essere<br />
stata scelta quale madre di Gesù.<br />
Ormai <strong>da</strong> anni viviamo un momento<br />
storico particolare, con milioni<br />
di fratelli dis<strong>per</strong>ati che inseguono<br />
una s<strong>per</strong>anza di vita nel mondo<br />
occidentale. Anche la Calabria e<br />
il nostro territorio diocesano, <strong>da</strong><br />
sempre terra d’emigrazione, sono<br />
diventati luogo d’immigrazione.<br />
Non sempre ci dimostriamo<br />
all’altezza di questa realtà, anzi<br />
spesso emergono le nostre<br />
inadeguatezze ad accogliere i fratelli<br />
che bussano alle porte delle nostre<br />
comunità, a essere rispetto<strong>si</strong> del<br />
Vangelo. «Ero forestiero e mi avete<br />
ospitato», scrive Matteo (25,35).<br />
Le sei parole, stampate anche sulla<br />
casacca che indossavamo nell’anno<br />
santo Duemila durante il servizio<br />
di volontariato <strong>per</strong> il Giubileo,<br />
oggi sono più che mai attuali e le<br />
richiamiamo quale ulteriore stimolo<br />
di rifles<strong>si</strong>one in quanti continuano<br />
a mostrare indifferenza, se non<br />
addirittura astio, nei confronti<br />
degli immigrati. Senza i quali, come<br />
testimoniano le statistiche, la<br />
società italiana <strong>per</strong>derebbe braccia,<br />
cervelli e denaro fon<strong>da</strong>mentali<br />
<strong>per</strong> il suo presente oltre che <strong>per</strong><br />
il suo futuro. Per queste ragioni, e<br />
molte altre ancora, ci occupiamo di<br />
Accoglienza in questo numero del<br />
giornale che resterà nelle vostre<br />
case nei giorni speciali del Natale,<br />
che ricor<strong>da</strong> anche e soprattutto<br />
l’Accoglienza di Cristo <strong>da</strong> parte<br />
del mondo. La storia <strong>si</strong> ripete,<br />
c’insegnava Giambattista Vico,<br />
trascurando di sottolineare che con<br />
essa <strong>si</strong> ripetono anche gli errori.<br />
Un abbraccio.<br />
d. m.<br />
2<br />
dicembre 2010 •<br />
La s<strong>per</strong>anza della Natività<br />
di Francesco Oliva<br />
Natale: di fronte al Mistero. Ieri come oggi. E’<br />
la nascita della vita. E’ quando nasce una vita<br />
c’è una s<strong>per</strong>anza in più <strong>per</strong> la famiglia umana.<br />
Se non fosse il Natale di Gesù, penseremmo<br />
subito ad un evento naturale, alla nascita di<br />
un bimbo che fa felici i genitori. Pensare al<br />
Natale come ad una festa di accoglienza di<br />
un bimbo, di una vita che nasce. Il tempo<br />
dell’attesa, l’avvento, quest’anno è iniziato<br />
con l’invito ad una veglia <strong>per</strong> la vita nascente.<br />
Uno dei principali dicasteri della curia romana,<br />
la Congregazione <strong>per</strong> la Dottrina della Fede<br />
richiama il valore della vita: «La vita va difesa<br />
sempre, <strong>da</strong>l momento del suo<br />
inizio <strong>si</strong>no alla fine naturale. La<br />
scienza non ha il potere tanto<br />
meno il diritto di sostituir<strong>si</strong> a<br />
Dio credendo<strong>si</strong> onnipotente».<br />
Accade ancora, che nonostante<br />
tutti i proclami in difesa dei<br />
diritti dell’uomo, la vita che<br />
nasce, come <strong>quel</strong>la di Gesù,<br />
è in<strong>si</strong>diata <strong>si</strong>n <strong>da</strong>l principio.<br />
C’è sempre l’Erode di turno,<br />
chi non vuole o non <strong>si</strong> sente di<br />
accoglierla, chi ne interrompe il<br />
processo naturale. Il rifiuto della<br />
vita nascente è l’e<strong>si</strong>to di una<br />
mancanza di amore. Così dietro<br />
la vita c’è sempre un gesto di<br />
amore. La vita suppone una<br />
grande dose d’amore. E’ l’amore<br />
che genera. L’egoismo produce<br />
odio. L’amore che genera la vita<br />
apre le porte alla s<strong>per</strong>anza. La vita che nasce<br />
suscita stupore. Più grande è lo stupore di<br />
fronte alla nascita di un Dio nei panni di un<br />
bimbo inerme, alla grandezza di un Dio che <strong>si</strong><br />
fa piccolo. Il Natale non è <strong>da</strong> vivere solo come<br />
celebrazione, memoria, <strong>per</strong> quanto bella, di<br />
un fatto storico. Il Natale cristiano suscita inni<br />
di lode, il canto dei pastori, l’invito a render<strong>si</strong><br />
conto che Dio è venuto <strong>per</strong> noi,<br />
ad accoglierlo nella semplicità e<br />
povertà dei segni; non esclude<br />
nessuno, invita ad accogliere con<br />
amore e senza ipocri<strong>si</strong>e. Irrompe<br />
con un <strong>si</strong>gnificato particolare<br />
nella vita di chi più direttamente<br />
l’attende: una mamma ed un<br />
papà, Maria e Giuseppe, che<br />
l’accolgono come dono <strong>da</strong>ll’alto.<br />
Maria, la discepola <strong>per</strong>fetta,<br />
colei che apre senza dubitare<br />
la porta del cuore al Figlio, pur<br />
sapendo che l'evento accolto ha<br />
dell’innaturale. Ma lei <strong>si</strong> affi<strong>da</strong><br />
all’onnipotenza del Creatore,<br />
non dubita e alla fine prorompe<br />
nel cantico del Magnificat, inno<br />
di lode e di gloria <strong>da</strong> un lato e di<br />
beatitudine <strong>da</strong>ll’altro. Medita in<br />
cuor suo, ma prima di meditare<br />
ha detto sì, non ha dubitato, ha<br />
creduto. In<strong>si</strong>eme a Giuseppe,<br />
suo sposo, vive l’attesa in semplicità e con lo<br />
sguardo sempre rivolto al <strong>Bambino</strong>, nel quale <strong>si</strong><br />
manifesta l’Amore, il Dio che viene senza armi,<br />
senza la forza, <strong>per</strong>ché non intende conquistare<br />
<strong>da</strong>ll’esterno, ma essere accolto nella libertà.<br />
«Dio <strong>si</strong> fa <strong>Bambino</strong> inerme <strong>per</strong> vincere la<br />
su<strong>per</strong>bia, la violenza, la brama di possesso<br />
dell’uomo» (Benedetto XVI). La condizione del<br />
<strong>Bambino</strong> indica come incontrare Dio e godere<br />
della Sua presenza. In Lui Dio ha assunto una<br />
condizione povera e disarmante, <strong>per</strong> vincere<br />
con l’amore e condurre l’uomo alla sua vera<br />
identità.
Io, mis<strong>si</strong>onario accolto <strong>da</strong>ll'Africa<br />
di Mario Brandi<br />
Parlare dell’accoglienza in Africa, e più<br />
precisamente in Camerun, dove sono stato<br />
<strong>per</strong> più di trent’anni?<br />
Lo spiccato senso dell’ospitalità è una delle<br />
caratteristiche più evidenti della cultura<br />
della gente di cui ho avuto la fortuna di<br />
condividere un po’ la vita, in un primo<br />
tempo nella mia qualità di straniero <strong>da</strong>i<br />
costumi diver<strong>si</strong> e talvolta strani e più tardi<br />
come qualcuno che faceva ormai parte<br />
della loro famiglia.<br />
“Accogliere” è il verbo che forse esprime<br />
meglio il loro atteggiamento fon<strong>da</strong>mentale<br />
di fronte alla vita : tu accogli la vita che ti<br />
è <strong>da</strong>ta e la terra che ricevi <strong>da</strong>gli antenati;<br />
accogli il tuo essere donna piuttosto che<br />
uomo; accogli la pioggia che cade gratuita<br />
<strong>da</strong>l cielo e il raccolto che la terra ti offre<br />
grazie al tuo lavoro e il latte e i piccoli che<br />
le tue capre ti <strong>da</strong>nno; accogli il giorno di<br />
festa con la <strong>da</strong>nza e il giorno di lutto con il<br />
pianto, fino ad accogliere la morte, quando<br />
il tuo momento sarà venuto, grato del fatto<br />
che ti <strong>si</strong>a stato <strong>da</strong>to di vivere tanti anni.<br />
All’ospite che ero, quando an<strong>da</strong>vo in vi<strong>si</strong>ta<br />
nelle famiglie, <strong>si</strong> offriva sempre ciò che<br />
c’era di meglio e il posto più ragguardevole<br />
in casa: la sedia o la poltroncina, spesso la<br />
sola di cui la famigliola disponeva; il posto<br />
accanto al fuoco <strong>per</strong>ché mi asciugas<strong>si</strong> se,<br />
sul sentiero, la pioggia aveva inzuppato<br />
le mie scarpe; la ciotola di latte appena<br />
munto, nelle famiglie di pastori, musulmani;<br />
L'es<strong>per</strong>ienza di Villapiana<br />
Roberto Rizzuto<br />
e il piatto di polenta o un pugno di arachidi<br />
arrostite in <strong>quel</strong>le di agricoltori, di religione<br />
tradizionale. Nessuno era tanto povero <strong>da</strong><br />
non aver niente <strong>da</strong> offrirmi; ed era sempre<br />
commovente sentire come, al momento<br />
del commiato, la<br />
riconoscenza <strong>si</strong><br />
esprimeva in lunghi<br />
saluti: sentivano<br />
come un onore<br />
avermi potuto<br />
accogliere nella loro<br />
casa; e ciò non solo<br />
<strong>per</strong>ché ero bianco<br />
e prete, ma <strong>per</strong>ché<br />
l’ospite è man<strong>da</strong>to<br />
<strong>da</strong> Dio e può essere<br />
fonte di benedizione.<br />
E quando poi la gente<br />
veniva a trovarmi,<br />
mai li ho sentito dire<br />
: “Scusate il disturbo”,<br />
ma arrivavano e <strong>si</strong><br />
sedevano nel primo<br />
posto libero, e, se<br />
ero occupato con<br />
altri, aspettavano<br />
p a z i e n t e m e n t e<br />
che aves<strong>si</strong> finito. E poi cominciavamo<br />
reciprocamente a interessarci alle nostre<br />
<strong>per</strong>sone, alla salute, nostra e della famiglia,<br />
e solo alla fine, dopo aver parlato del più e<br />
del meno, esponevano lo scopo della loro<br />
Bambini in un villaggio aficano<br />
vi<strong>si</strong>ta, come se fosse secon<strong>da</strong>rio. E questo<br />
<strong>per</strong>ché, nella loro mentalità, la <strong>per</strong>sona<br />
veniva prima delle cose <strong>da</strong> fare; il tempo<br />
era <strong>per</strong> noi e non noi <strong>per</strong> il tempo. Categorie<br />
di pen<strong>si</strong>ero, queste, abbastanza lontane<br />
<strong>da</strong>l mio efficientismo.<br />
Mondo bucolico,<br />
questo? Un po’ sì.<br />
Soprattutto oggi, sotto<br />
la spinta del mondo<br />
moderno, che arriva<br />
anche nelle più remote<br />
contrade dell’Africa.<br />
Ma anche un mondo<br />
che mi aiuta, ancora<br />
oggi che <strong>da</strong> un anno<br />
ho <strong>lasci</strong>ato l’Africa, a<br />
frenare un po’ il mio<br />
correre e mi <strong>per</strong>mette<br />
di apprezzare di più<br />
la compagnia delle<br />
<strong>per</strong>sone. E’ una<br />
delle dimen<strong>si</strong>oni del<br />
Natale che ogni anno<br />
ci ricor<strong>da</strong> che il più<br />
importante non è<br />
costruire un mondo<br />
<strong>da</strong>i servizi efficienti<br />
che <strong>lasci</strong>ano nell’anonimato <strong>quel</strong>li che ne<br />
usufruiscono, ma un mondo più fraterno<br />
nel quale, nell’accoglienza reciproca, ci<br />
rendiamo servizi sempre più efficienti <strong>per</strong><br />
la reciproca crescita umana e spirituale.<br />
Natale, è tempo di accoglienza e soli<strong>da</strong>rietà. In che misura la sua Amministrazione comunale<br />
interviene nei ca<strong>si</strong> di disagio economico e difficoltà d’integrazione?<br />
«Villapiana è <strong>per</strong> vocazione naturale portata all'accoglienza, basti pensare al gran numero di extracomunitari<br />
re<strong>si</strong>denti <strong>da</strong> anni, con<strong>si</strong>derati cittadini a tutti gli effetti. Riguardo alle <strong>si</strong>tuazioni di disagio economico, la<br />
nuova Amministrazione prosegue nell’azione di sostegno finanziario già caratterizzante le passate stagioni<br />
amministrative, ma con una variante. I contributi economici vengono corrisposti <strong>per</strong> attività lavorative<br />
occa<strong>si</strong>onali, sulla base di un progetto finanziato con fondi comunali, a partire <strong>da</strong>ll'anno 2010. Abbiamo<br />
partecipato anche a progetti regionali intercomunali, <strong>per</strong> as<strong>si</strong>stenza a <strong>per</strong>sone diversamente disabili, nelle<br />
scuole, affiancando gli insegnati di sostegno, e <strong>per</strong> quanti vivono <strong>si</strong>tuazioni di abbandono, soprattutto<br />
donne. Oggi, a ragione dei mancati finanziamenti regionali, <strong>si</strong>amo intervenuti con fondi comunali».<br />
Come procedete nell'accoglienza delle richieste d’aiuto?<br />
«E<strong>si</strong>ste una Commis<strong>si</strong>one Servizi sociali che <strong>si</strong> riunisce <strong>per</strong> valutare le richieste, che sono aumentate,<br />
<strong>per</strong> la cri<strong>si</strong> economica generale. Nel nuovo Bilancio, tuttavia, prevediamo maggiori capitoli di spesa <strong>da</strong><br />
impiegare nel settore as<strong>si</strong>stenza. Le difficoltà sono enormi, <strong>per</strong> Patti di stabilità <strong>da</strong> rispettare, i minori<br />
trasferimenti statali e la minore attenzione <strong>da</strong> parte del governo regionale, ma non ci arrendiamo».<br />
Qual è l’atteggiamento della comunità villapianese a tale riguardo?<br />
«Di grande a<strong>per</strong>tura e forte sen<strong>si</strong>bilità <strong>per</strong> i ca<strong>si</strong> riguar<strong>da</strong>nti soprattutto i bambini, con problemi economici o di salute. Molte sono state<br />
le iniziative di privati e a sostegno degli interventi comunali».<br />
L’incapacità di donare e accogliere, dunque, è un luogo comune?<br />
«Rispondo dicendo che Villapiana registra, a livello di popolazione scolastica, il 14% di bambini extracomunitari <strong>per</strong>fettamente integrati.<br />
E lo spirito di accoglienza è tangibile anche all'esterno delle mura scolastiche».<br />
Annamaria Partepilo<br />
dicembre 2010 • 3
In Calabria un'accoglienza <strong>da</strong>i due volti<br />
Vincenzo Alvaro<br />
E’ una terra a due velocità <strong>quel</strong>la calabrese,<br />
anche in termini di accoglienza. Dal Pollino<br />
allo Stretto la parola accoglienza è declinata<br />
in maniera così diversa e distorta che<br />
4<br />
dicembre 2010 •<br />
Parco Nazionale del Pollino - Pino Loricato<br />
sembra <strong>da</strong>vvero as<strong>si</strong>stere ad una terra <strong>da</strong>lla<br />
doppia faccia. Da una parte c’è la Calabria<br />
accogliente, <strong>quel</strong>la delle mille es<strong>per</strong>ienze di<br />
soli<strong>da</strong>rietà e sostegno reale ai tanti stranieri<br />
che giungono sulle nostre coste <strong>per</strong> fuggire<br />
<strong>da</strong>lle condizioni di degrado e guerra <strong>da</strong>lle<br />
quali fuggono. Si pen<strong>si</strong> all’accoglienza<br />
del crotonese, alla integrazione pos<strong>si</strong>bile<br />
resa evidente <strong>da</strong>lla es<strong>per</strong>ienza del<br />
Comune di Riace, nella Locride, in una<br />
delle parti più difficili di una delle zone più<br />
Reggio Calabria - Duomo<br />
tormentate d’Italia. Lì a Mimmo Lucano,<br />
<strong>si</strong>n<strong>da</strong>co che <strong>si</strong> dichiara uomo del partito<br />
di Peppino Impastato, diventato primo<br />
cittadino “<strong>per</strong> caso”, è venuto in mente<br />
che <strong>per</strong> aiutare un territorio<br />
che <strong>si</strong> an<strong>da</strong>va spopolando in<br />
favore di grandi città, del Nord<br />
Italia e delle zone costiere,<br />
depresso <strong>per</strong> l’alto tasso di<br />
disoccupazione, afflitto <strong>da</strong>lla<br />
‘ndrangheta, ci volessero i<br />
rifugiati e così, assecon<strong>da</strong>ndo<br />
il moto spontaneo dell’anima,<br />
Riace è cominciato ad<br />
accogliere con un’iniziativa<br />
autonoma i migranti ed è<br />
succes<strong>si</strong>vamente entrata a<br />
far parte dello Sprar (Sistema<br />
di Protezione <strong>per</strong> Richiedenti<br />
A<strong>si</strong>lo e Rifugiati). Nella stessa<br />
terra, <strong>per</strong>ò, e<strong>si</strong>stono le scene<br />
ancora drammaticamente<br />
presente negli occhi della<br />
piana di Gioia Tauro, ripetibili<br />
nella piana di Sibari, dove<br />
gli immigrati, sfruttati, sono<br />
tenuti a lavorare nei campi in condizioni<br />
disumane, come ha riferito Medici senza<br />
frontiere in un rapporto di qualche tempo<br />
fa. Oppure le tante <strong>si</strong>tuazioni di degrado in<br />
cui <strong>si</strong> costringono a vivere, senza contratto<br />
e senza dignità lavorativa, le tante ba<strong>da</strong>nti<br />
che, a pochi euro, entrano nelle nostre case<br />
<strong>per</strong> curare i nostri anziani di cui nessuno<br />
<strong>si</strong> occupa più. Eccola la Calabria a due<br />
facce, nella quale e<strong>si</strong>stono tanti, anonimi,<br />
uomini di integrazione, che nel <strong>si</strong>lenzio,<br />
lavorano in<strong>si</strong>eme a chi è diverso, lontano,<br />
straniero, <strong>per</strong> completare <strong>quel</strong> ponte di<br />
accoglienza che tanti altri, anonimi e ben<br />
pensanti, cercano invece di non costruire<br />
<strong>per</strong> rimanere nei mondi bui e senza nome<br />
dove la solitudine, spesso, <strong>si</strong> trasforma<br />
in intolleranza e distanza <strong>da</strong> chi ha il solo<br />
difetto di avere una pelle diversa.<br />
Traccia di spiritualità<br />
Svegliarci<br />
«Dei pastori è detto anzitutto che es<strong>si</strong> erano<br />
<strong>per</strong>sone vigilanti e che il messaggio poteva<br />
raggiungerli proprio <strong>per</strong>ché erano svegli. Noi<br />
dobbiamo svegliarci, <strong>per</strong>ché il messaggio<br />
arrivi fino a noi. Dobbiamo diventare<br />
<strong>per</strong>sone veramente vigilanti. Svegliar<strong>si</strong><br />
<strong>si</strong>gnifica uscire <strong>da</strong> tale mondo particolare<br />
dell’io ed entrare nella realtà comune, nella<br />
verità che, sola, ci unisce tutti».<br />
(Benedetto XVI)<br />
Tanto è piena di ten<strong>si</strong>oni, di appren<strong>si</strong>oni,<br />
talora di paure, l’attesa di un bimbo; tanto,<br />
e molto, di più, è piena di gioia la sua<br />
nascita. Anche Maria ha provato questa<br />
deci<strong>si</strong>va es<strong>per</strong>ienza. E’ stata sveglia!<br />
A noi, oggi, non basta <strong>lasci</strong>arci<br />
commuovere <strong>da</strong> un bambino che nasce;<br />
ci serve anche la commozione. Ma la<br />
nostra fede vuole che andiamo oltre, che<br />
vediamo in trasparenza la nostra storia,<br />
la storia dell’uomo, la storia del mondo,<br />
proprio in questo bimbo che ci è <strong>nato</strong>. E<br />
questo bimbo è il Figlio di Dio: Dio è con<br />
noi; Dio ci ama; non <strong>si</strong>amo soli.<br />
La cultura occidentale <strong>si</strong> sta stancando<br />
del Natale, della grotta, del bambinello;<br />
preferisce non fare menzione di nessuna<br />
nascita, le basta un albero e un vecchio<br />
vestito di rosso. Noi, invece, vogliamo<br />
vigilare ed essere svegli: Natale è la<br />
risposta alla nostra ricerca e alle nostre<br />
povertà. E poveri e in ricerca sono gli<br />
uomini mendicanti, <strong>per</strong> nulla ripiegati su<br />
di sé o, peggio, chiu<strong>si</strong> nel proprio orgoglio<br />
e nei propri egoismi.<br />
Maria, i pastori, i credenti <strong>si</strong>nceri di oggi<br />
e di sempre, sono il segno più bello di<br />
una vita che <strong>si</strong> è <strong>lasci</strong>ata svegliare <strong>da</strong> Dio.<br />
Quando <strong>si</strong>amo proprio deci<strong>si</strong> a <strong>lasci</strong>arci<br />
svegliare e lavorare <strong>da</strong> Dio, a mettere<br />
i animo il suo disegno, il suo modo di<br />
vedere la vita e la realtà, allora Dio <strong>si</strong><br />
fa presente: rompe i limiti di ogni nostra<br />
incapacità umana e ci rende capaci di<br />
vita. Allora, svegliamoci <strong>da</strong>vvero!<br />
Giovanni Maurello
Caritas, immigrazione e conoscenza<br />
di Raffaele Vidiri<br />
«Venti anni <strong>per</strong> la conoscenza dell’altro,<br />
<strong>per</strong> su<strong>per</strong>are pregiudizi e chiusure e<br />
promuovere l’integrazione e le pari<br />
opportunità in un intreccio di doveri e di<br />
diritti».<br />
Questo è il commento di Caritas Italiana e<br />
della Fon<strong>da</strong>zione Migrantes, i due organismi<br />
pastorali della Cei che promuovono il<br />
Dos<strong>si</strong>er in<strong>si</strong>eme alla Caritas diocesana di<br />
Roma e che <strong>si</strong> occupano delle migrazioni<br />
con specifiche competenze, in merito al<br />
rapporto sul “Dos<strong>si</strong>er 1991-2010: <strong>per</strong> una<br />
cultura dell'altro”, giunto alla vente<strong>si</strong>ma<br />
edizione, è stato presentato in tutte le<br />
regioni italiane (in Calabria a Rosarno<br />
nell’Auditorium del Liceo scientifico<br />
“Piria”). Dal dos<strong>si</strong>er emergono due<br />
<strong>da</strong>ti <strong>si</strong>gnificativi: il primo è che <strong>da</strong>l<br />
1990, anno al quale <strong>si</strong> riferiscono<br />
i primi <strong>da</strong>ti, l’immigrazione è<br />
cresciuta di dieci volte, arrivando<br />
a qua<strong>si</strong> cinque milioni di presenze<br />
regolari in Italia. Il secondo che, nel<br />
frattempo è cresciuta la chiusura<br />
e la discriminazione nei confronti<br />
degli immigrati (alcune compagnie<br />
di as<strong>si</strong>curazione praticano<br />
polizze Rc auto più costose <strong>per</strong> il<br />
co<strong>si</strong>ddetto rischio etnico), <strong>si</strong>a <strong>da</strong><br />
La storia<br />
parte dei vertici politici <strong>si</strong>a <strong>da</strong> parte dei<br />
cittadini, complice <strong>da</strong> ultimo anche la cri<strong>si</strong><br />
economica e occupazionale.<br />
Aumento dell’immigrazione-aumento<br />
della chiusura può essere uno schema<br />
utile <strong>per</strong> <strong>si</strong>ntetizzare i <strong>da</strong>ti più <strong>si</strong>gnificativi<br />
del dos<strong>si</strong>er, con particolare attenzione a<br />
quanti sono portati a ritenere gli immigrati<br />
un male supplementare <strong>per</strong> l’Italia,<br />
senza con<strong>si</strong>derare che l’insofferenza nei<br />
loro confronti non solo <strong>si</strong> discosta <strong>da</strong>lla<br />
dottrina sociale della Chiesa cattolica (“La<br />
valorizzazione delle differenti identità aiuta<br />
a su<strong>per</strong>are le forme di divi<strong>si</strong>one che tendono<br />
a separare i popoli e a farli portatori di un<br />
egoismo <strong>da</strong>gli effetti destabilizzanti”, CDSC<br />
n° 434), ma va anche contro gli interes<strong>si</strong><br />
del Paese.<br />
La Caritas cerca, <strong>da</strong> vent’anni attraverso<br />
il rapporto, come scrive Oliviero Forti,<br />
«di dimostrare che l’immigrazione è<br />
tutt’altro, rispetto all’immagine che ne<br />
viene <strong>da</strong>ta quotidianamente. Quest’o<strong>per</strong>a<br />
di rigorosa informazione fa la sua parte.<br />
Ma evidentemente non basta. E di una<br />
cosa <strong>si</strong> può essere certi: la sfi<strong>da</strong> che <strong>si</strong>amo<br />
chiamati ad affrontare è sempre più una<br />
sfi<strong>da</strong> culturale, non più rinviabile. E va oltre<br />
il tema dell’immigrazione, sollecitandoci<br />
come uomini, e soprattutto come cristiani».<br />
«La mia è una storia triste, ma ricca di s<strong>per</strong>anza».<br />
Edoardo Rubini esordisce così nel raccontarmi la sua vita, con quegli occhi<br />
profondi e schivi propri di un uomo che ha il coraggio di ammettere i suoi<br />
sbagli, ma anche la forza di ricominciare una vita migliore. Separato <strong>da</strong>lla<br />
moglie, agli arresti <strong>per</strong> quattro anni, è stato accolto <strong>da</strong>lla Caritas, dove<br />
quotidianamente presta servizio. «E’ un factotum, è sempre disponibile»,<br />
commenta una o<strong>per</strong>atrice della Caritas, «un esempio <strong>per</strong> molti che non<br />
trovano ancora il coraggio di ri<strong>prendere</strong> la loro vita in <strong>mano</strong>». «Ho cercato<br />
anche posto altrove - continua Edoardo - ma a causa della mia <strong>si</strong>tuazione<br />
molti sono stati i no». Oltre a lavorare alla Caritas a tempo pieno, lavora<br />
due me<strong>si</strong> all’anno al Comune. È entu<strong>si</strong>asta del suo nuovo impiego e dei suoi<br />
colleghi, ai quali, <strong>si</strong> dice, legato <strong>da</strong> affetto fraterno e «mi sento come un figlio<br />
nei confronti del vescovo». Il voltare pagina ha con<strong>si</strong>stito anche in un nuovo<br />
inizio nella fede: <strong>si</strong> sta preparando alla cre<strong>si</strong>ma e partecipa agli aventi liturgici<br />
canonici.<br />
Questa, invece, è un’altra storia. La storia di una famiglia che <strong>si</strong> apre<br />
all’accoglienza. L’immagine concreta che due genitori hanno <strong>da</strong>to ai propri<br />
Edoardo Rubini - Raffaele vidiri<br />
figli nell’accogliere, <strong>per</strong> un affido temporaneo, un bambino lituano di nove<br />
anni. «Il mio timore più grande - confi<strong>da</strong> la mamma - era <strong>quel</strong>lo di non essere<br />
imparziale tra lui e i miei tre figli», ma poi tutto è venuto spontaneamente. «Il bambino chiedeva affetto, ma ne <strong>da</strong>va tanto. Non abbiamo<br />
solo <strong>da</strong>to, ma abbiamo ricevuto molto di più». Tra i ricordi che Concetta, la mamma, mi ha raccontato, uno è il più tenero.<br />
Il figlio più piccolo aspettava le sere in cui il padre era al lavoro <strong>per</strong> poter dormire nel lettone; ma ha ceduto volentieri il suo posto, <strong>per</strong><br />
quei tre me<strong>si</strong>, al suo nuovo fratellino. Prima di addormentar<strong>si</strong>, in<strong>si</strong>eme alla mamma, il bimbo lituano recitava le preghiere della buona notte,<br />
tanto <strong>da</strong> esclamare, un giorno, «Jesus italiano è più buono!». Nell’innocenza della fanciullezza, il piccolo ha chiamato il Signore Accoglienza,<br />
e gli ha avvici<strong>nato</strong> il volto dolce dei genitori italiani.<br />
Ora è ritor<strong>nato</strong> al suo paese, ma la mamma conserva gelosamente un suo disegno, nel quale, il piccolo, <strong>si</strong> è ritratto con la sua famiglia<br />
italiana. L’addio è stato seg<strong>nato</strong> <strong>da</strong> lacrime, ma anche <strong>da</strong>lla certezza di ritrovar<strong>si</strong> in<strong>si</strong>eme, in famiglia, <strong>per</strong> il <strong>per</strong>iodo natalizio.<br />
Tracce di luce in cui la buona notizia fa fatica a parlare: l’accoglienza scritta nelle mani forti di Eduardo e negli occhi vispi del piccolo<br />
lituano.<br />
Delia Lanzillotta<br />
dicembre 2010 • 5
FormiAmoCi a Trebisacce<br />
di Valentina Gioiella<br />
Presso l’istituto Virgo Fidelis, a Trebisacce,<br />
<strong>si</strong> è tenuto l’incontro diocesano di<br />
formazione unitario di Azione Cattolica:<br />
una due-giorni intensa e meditativa<br />
sull’identità e la mis<strong>si</strong>onarietà laicale di<br />
ogni <strong>si</strong>ngolo associato in <strong>si</strong>ntonia con il<br />
tema dell’anno “Voi <strong>si</strong>ete il sale della terra;<br />
voi <strong>si</strong>ete la luce del mondo”.<br />
Perché la realizzazione di questa<br />
es<strong>per</strong>ienza formativa? Da qualche tempo<br />
la famiglia associativa, nello specifico la<br />
sua pre<strong>si</strong>denza diocesana, ha investito<br />
sulla formazione, ponendo il suo sguardo<br />
sulla consapevolezza dell’appartenenza<br />
e dell’identità associativa, così come<br />
è descritta <strong>da</strong>llo Statuto e <strong>da</strong>l Progetto<br />
formativo.<br />
All’evento hanno risposto con entu<strong>si</strong>asmo<br />
le realtà parrocchiali che aderiscono<br />
all’Azione Cattolica (Castrovillari, Lauropoli,<br />
Cassano, Montegior<strong>da</strong>no e Amendolara).<br />
La benedizione del Papa<br />
Eravamo più di 100.000 ragazzi di tutta l’Azione Cattolica<br />
italiana in piazza San Pietro, l’ultimo sabato<br />
di ottobre, <strong>per</strong> ricevere la benedizione di sua Santità<br />
Benedetto XVI e <strong>per</strong> “diventare grandi in<strong>si</strong>eme”.<br />
A questo incontro abbiamo partecipato noi giovanis<strong>si</strong>mi,<br />
i piccoli acierrini, gli adulti, i nostri genitori ed educatori.<br />
Il motto della giornata era “C’è di più”; ciò <strong>si</strong>gnifica<br />
che in ognuno di noi c’è <strong>quel</strong> di più che ci fa diventare<br />
grandi su<strong>per</strong>ando le nostre difficoltà aiutandoci a vicen<strong>da</strong>.<br />
L’attesa di Sua Santità è stata preceduta <strong>da</strong>i saluti di Sua Eccellenza<br />
mon<strong>si</strong>gnor Domenico Sigalini, as<strong>si</strong>stente eccle<strong>si</strong>ale<br />
dell’Aziona Cattolica, con una bellis<strong>si</strong>ma frase: «Siete voi il<br />
sale della terra <strong>si</strong>ete voi la luce del mondo». Questo sapore<br />
e questa luce <strong>si</strong>amo noi e dobbiamo essere noi a vivere<br />
secondo la Sua Parola, secondo la Sua volontà, in modo<br />
Roma - Gruppo Azione Cattolica<br />
<strong>da</strong> non fare della fede un semplice Contratto con Dio.<br />
Io sono stato fiero di aver partecipato a questo incontro e, soprattutto, sono stato contento di essere stato scelto <strong>per</strong> stare sul<br />
sagrato, dove ho visto la bellezza dello stare tutti in<strong>si</strong>eme illuminati <strong>da</strong>lla luce raggiante dell’Azione Cattolica. Da questo incontro<br />
riparto più forte nella fede, <strong>per</strong>ché non voglio essere il cristiano dei grandi eventi, ma il cristiano autentico del quotidiano.<br />
6<br />
dicembre 2010 •<br />
Ammirevole la partecipazione di molti<br />
giovani de<strong>si</strong>dero<strong>si</strong> di collaborare alla<br />
mis<strong>si</strong>one della Chiesa secondo il modo loro<br />
proprio, portando la propria es<strong>per</strong>ienza ed<br />
assumendo la loro responsabilità nella vita<br />
dell’Associazione.<br />
Ospiti di rilievo hanno contribuito a<br />
rendere speciale l’atmosfera. i due vice<br />
incaricati regionali del settore giovani<br />
– Mariacarmela Aragona e Nicola De<br />
Santis- ed un rappresentante nazionale<br />
<strong>per</strong> la formazione, Luigi La Notte. I primi<br />
due hanno offerto tecniche di animazione<br />
brillantemente mediate e fortemente<br />
partecipate, fotografando i punti di forza<br />
e di criticità dell’AC locale. Altrettanto<br />
<strong>si</strong>gnificativo l’intervento del rappresentante<br />
nazionale, che ha proposto una rifles<strong>si</strong>one<br />
avvincente sull’identità associativa e<br />
ha favorito un dibattito educativo sulle<br />
dinamiche della mis<strong>si</strong>onarietà dell’AC:<br />
il primato dello spirituale, il servizio alla<br />
<strong>per</strong>sona, la <strong>si</strong>ntonia con i nostri sacerdoti,<br />
lo stile della relazione quale carta di identità<br />
della pastorale della chiesa.<br />
Il segreto di ogni riuscita, in fondo, è sempre<br />
la “la formazione”, cuore pulsante della vita<br />
di un’associazione che, come la nostra,<br />
vive <strong>da</strong> più di un secolo. Paolo VI scriveva<br />
nella “Evangelii Nuntiandi”: «Il nostro<br />
tempo ascolta più volentieri i testimoni che<br />
i maestri, e se ascolta i maestri lo fa <strong>per</strong>ché<br />
sono testimoni». L’AC è proprio questa:<br />
o<strong>per</strong>are <strong>per</strong> un’azione educativa che faccia<br />
emergere nelle <strong>per</strong>sone il volto di Cristo.<br />
E <strong>per</strong> fare ciò occorre soprattutto formar<strong>si</strong>.<br />
Alla pros<strong>si</strong>ma!<br />
Giovani nella verità<br />
Roma - Tanti i fedeli giunti <strong>da</strong> più parti<br />
dell’Italia e anche <strong>da</strong>ll’estero che hanno<br />
preso parte a Roma al V convegno nazionale<br />
del Movimento Apostolico sul<br />
tema: “Giovani: nella carità e nella verità”,<br />
scelto <strong>per</strong> approfondire le indicazioni<br />
provenienti <strong>da</strong>ll’Enciclica “Caritas<br />
in Veritate”, sul legame tra sviluppo e<br />
umane<strong>si</strong>mo cristiano coniugandolo con<br />
i temi dell’emergenza educativa proposti<br />
<strong>da</strong>lla Conferenza episcopale italiana.<br />
I convegnisti sono stati salutati calorosamente<br />
<strong>da</strong> Benedetto XVI durante<br />
l’udienza generale del mercoledì. Dopo<br />
il saluto a tutti i convegnisti <strong>da</strong> parte<br />
della pre<strong>si</strong>dente Cettina Marraffa, che<br />
ha tracciato il cammino eccle<strong>si</strong>ale del<br />
so<strong>da</strong>lizio e l’importanza del convegno,<br />
l’as<strong>si</strong>stente eccle<strong>si</strong>astico centrale del<br />
Movimento Apostolico, mon<strong>si</strong>gnor Costantino<br />
Di Bruno, ha ricor<strong>da</strong>to come<br />
il Movimento Apostolico <strong>da</strong> sempre<br />
viva la questione educativa con «as<strong>si</strong>duità<br />
nell’ascolto della Parola, frequenza<br />
all’Eucaristia e preghiera. Un’intensa seminagione<br />
quotidiana che produce frutti<br />
di vera crescita spirituale». Concetti poi<br />
ripre<strong>si</strong> <strong>da</strong> mon<strong>si</strong>gnor Antonio Ciliberti,<br />
arcivescovo metropolita di Catanzaro,<br />
che ha rimarcato i principi di soli<strong>da</strong>rietà<br />
e di sus<strong>si</strong>diarietà, augurando ai giovani e<br />
a tutti gli aderenti del so<strong>da</strong>lizio «di an<strong>da</strong>re<br />
incontro all’uomo <strong>per</strong> riproporre<br />
la verità e il bene radicato in Cristo».<br />
Il convegno <strong>si</strong> è concluso con il mu<strong>si</strong>cal<br />
“Alla tua ombra un canto”, scritto e<br />
mu<strong>si</strong>cato <strong>da</strong>lla stessa Cettina Marraffa.<br />
RedA<br />
Davide Di Leone
Sibaritide e sanità al tempo dei tagli<br />
di Anna Maria Partepilo<br />
La Dioce<strong>si</strong> di Cassano e l’Associazione<br />
Medici Cattolici Italiani, sono stati i<br />
promotori del convegno tenuto<strong>si</strong> al<br />
Miramare Palace Hotel di Trebisacce, sul<br />
tema “Quale sanità <strong>per</strong> la Sibaritide dopo<br />
la stagione dei tagli?”<br />
Il giornalista Adriano Mollo, moderatore<br />
dei lavori, dopo il discorso introduttivo del<br />
Pre<strong>si</strong>dente regionale Amci, Aldo Foscaldi,<br />
ha ceduto la parola a mon<strong>si</strong>gnor Vincenzo<br />
Bertolone, il quale ha sottolineato come<br />
la politica economica stia incidendo sulla<br />
Alcuni momenti del convegno<br />
spesa sanitaria, anche a livelli minimi<br />
di as<strong>si</strong>stenza. «La tutela della salute»,<br />
ha detto il Presule, «prima ancora che<br />
costituzionalmente garantita, è sacro diritto<br />
alla vita». Ha esortato, altresì, il Governo<br />
regionale a tener conto della specificità del<br />
territorio dell’Alto Jonio, e della neces<strong>si</strong>tà<br />
che in esso o<strong>per</strong>i un ospe<strong>da</strong>le «di<br />
frontiera e montano», dunque, funzionale<br />
e funzionante. Tecnica ed ampia è stata<br />
la succes<strong>si</strong>va relazione della dottoressa<br />
Carmela Maradei, che ha illustrato i<br />
PREGHIERA PER IL SANTO NATALE<br />
Gesù , torni tra noi anche quest’anno, ma non c’è aria di festa.<br />
Per vivere il Natale dovremmo accoglierti,<br />
e <strong>per</strong> accoglierti dovremmo essere capaci di accogliere ogni nostro fratello,<br />
come tu ci hai inseg<strong>nato</strong>.<br />
Noi, invece, spesso rifiutiamo la vita che tu ci doni:<br />
l’aborto volontario è culturalmente accettato<br />
e talora vantato come conquista di civiltà.<br />
Come mai festeggiamo Te che vieni come un <strong>Bambino</strong><br />
e gettiamo via i nostri bambini strappandoli <strong>da</strong>l grembo materno?<br />
Lo stupore <strong>per</strong> una nuova vita è trasformato in un male <strong>da</strong> asportare,<br />
qua<strong>si</strong> fosse un tumore,<br />
o <strong>da</strong> combattere con pillole del giorno dopo o del mese dopo.<br />
Duemila anni fa, all’annuncio dell’angelo,<br />
una giovane donna seppe dire “Sì”,<br />
affrontando tutte le difficoltà:<br />
il ripudio, il giudizio di chi non poteva capire, la povertà più completa.<br />
Da <strong>quel</strong>l’atto di coraggio e di fiducia assoluta in Dio, tuo Padre,<br />
sei <strong>nato</strong> Tu, l’Amore, il nostro Salvatore.<br />
Ti preghiamo, <strong>per</strong>ché il Natale che viene <strong>si</strong>a vero,<br />
ciascuno di noi possa accoglierti,<br />
non solo addobbando la propria casa,<br />
ma aprendo la mente ed il cuore alla tua Parola<br />
<strong>per</strong>ché possa condizionare ogni nostro comportamento.<br />
Rosella Antonelli<br />
motivi della riconver<strong>si</strong>one dell'Ospe<strong>da</strong>le<br />
di Trebisacce e i punti di criticità di tale<br />
progetto. Quindi, o<strong>per</strong>ando una cronistoria<br />
della costituzione del nuovo ospe<strong>da</strong>le ai<br />
confini tra Rossano e Corigliano, a partire<br />
<strong>da</strong>l luglio 2006 trasformato in ospe<strong>da</strong>le<br />
unico, è intervenuto l’ex deputato (e già<br />
soggetto attuatore proprio dell’ospe<strong>da</strong>le<br />
unico) Giuseppe Aloise, seguito <strong>da</strong>l<br />
con<strong>si</strong>gliere regionale di maggioranza,<br />
Gianluca Gallo. Destreggiando<strong>si</strong> tra<br />
sostegno alla «necessaria» politica<br />
regionale dei tagli e coscienza della<br />
«vi<strong>si</strong>one re<strong>si</strong>duale» dell’area della<br />
Sibaritide rispetto a <strong>quel</strong>la cosentina, Gallo<br />
ha parlato di «grande sfi<strong>da</strong> che o<strong>per</strong>atori<br />
e classe dirigente dovranno raccogliere»,<br />
nell'ottica di una rimessa in discus<strong>si</strong>one del<br />
decreto attuativo del Piano di rientro.<br />
Un acceso dibattito tra rappresentanti<br />
delle istituzioni e medici ha seg<strong>nato</strong> la<br />
conclu<strong>si</strong>one dei lavori.<br />
In difesa della vita<br />
Prosegue l’impegno del Movimento<br />
<strong>per</strong> la vita e del Centro di aiuto<br />
alla vita a tutela dei diritti dei minori,<br />
delle donne, delle famiglie.<br />
Anche quest’anno, in occa<strong>si</strong>one<br />
della festa dei Santi Innocenti<br />
Martiri, infatti, Movi e Cav organizzano<br />
l’undice<strong>si</strong>ma edizione<br />
della manifestazione “Mu<strong>si</strong>ca e<br />
vita”. L’iniziativa <strong>si</strong> svolgerà lunedì<br />
28 dicembre, a partire <strong>da</strong>lle<br />
18, nell’atrio del reparto di ostetricia<br />
dell’ospe<strong>da</strong>le di Castrovillari.<br />
RedA<br />
dicembre 2010 • 7
Vicaria di Oriolo<br />
Rocca, quei mille volti del N a t a l e<br />
Per evitare di <strong>per</strong>dere la vera spiritualità<br />
in<strong>si</strong>ta nel Natale, noi della parrocchia<br />
“Vi<strong>si</strong>tazione della Beata Vergine. Maria”<br />
di Rocca Im<strong>per</strong>iale Marina scegliamo<br />
di viverlo<br />
diversamente,<br />
di viverlo in<br />
comunità.<br />
I giovanis<strong>si</strong>mi e i<br />
giovani di Azione<br />
Cattolica, gruppo<br />
n u o v a m e n t e<br />
r i c o m p o s t o<br />
dopo qualche<br />
anno di pausa,<br />
hanno pensato<br />
di vivere <strong>si</strong>a la<br />
p r e p a r a z i o n e<br />
al Natale e <strong>si</strong>a<br />
il Natale stesso<br />
sulla base<br />
del servizio. E’ nelle loro intenzioni<br />
organizzare la colletta alimentare<br />
“Noi <strong>per</strong> Voi ci <strong>si</strong>amo”, <strong>per</strong> le famiglie<br />
bisognose; far vi<strong>si</strong>ta agli anziani<br />
della casa di riposo di Rocca Centro;<br />
organizzare <strong>per</strong> i bambini e <strong>per</strong> i<br />
giovani e le loro famiglie il “Cinema in<br />
parrocchia” (scelta dei film su tematiche<br />
attinenti al natale o di attualità). Durante<br />
tutto il mese di dicembre il gruppo di<br />
Ac spiritualmente prenderà in <strong>mano</strong> il<br />
Vangelo di Matteo al capitolo 2, versetti<br />
1-12, e cercherà di tener<strong>si</strong> amici i Magi,<br />
immagine dell’uomo che cerca, s<strong>per</strong>a,<br />
in<strong>da</strong>ga, <strong>si</strong> muove. Al contempo, il gruppo<br />
delle vedove consacrate preparerà il<br />
mercatino di beneficienza con lavori<br />
fatti a <strong>mano</strong> <strong>da</strong>lle stesse (ricami, punto<br />
a croce, punto a vista) donando il<br />
ricavato alle e<strong>si</strong>genze parrocchiali e ai<br />
poveri, mentre in collaborazione con<br />
la Pro Loco di Rocca Im<strong>per</strong>iale, come<br />
In ricordo di Giorgio Liguori<br />
8<br />
dicembre 2010 •<br />
Giorgio Liguori<br />
ogni anno, la parrocchia organizzerà<br />
presso l’auditorium della stessa il<br />
“Concerto di Natale”, con gruppi o<br />
cori profes<strong>si</strong>onisti.<br />
A n c o r a :<br />
la scuola<br />
dell’infanzia<br />
“ S a n t a<br />
Maria della<br />
Provvidenza”<br />
organizzerà,<br />
s e m p r e<br />
nell’auditorium<br />
parrocchiale,<br />
una recita<br />
ricca di canti<br />
e <strong>da</strong>nze,<br />
mentre tutta<br />
la comunità,<br />
seguita <strong>da</strong>lle<br />
Suore Oblate<br />
del Cuore Immacolato di Maria (suor<br />
Gloria e suor Rosaria), <strong>si</strong> appresterà<br />
con dedizione all’arrivo di Nostro<br />
Signore attraverso la novena di Natale.<br />
Il coro parrocchiale curerà i canti<br />
liturgici natalizi che accompagnano le<br />
celebrazioni solenni. Giovani e adulti<br />
volontari allestiranno il presepe. Il<br />
Rinnovamento nello Spirito, dopo<br />
l’assemblea regionale dei primi di<br />
dicembre, andrà incontro al Signore<br />
che viene, mediante l'effu<strong>si</strong>one<br />
dello Spirito Santo, organizzando<br />
e prendendo parte alla novena,<br />
al roveto ardente, alla giornata di<br />
fraternità e al capo<strong>da</strong>nno zonale del<br />
RnS Ba<strong>si</strong>licata.<br />
Tutte le attività saranno<br />
accompagnate spiritualmente <strong>da</strong>l<br />
parroco, don Mario Nuzzi.<br />
Angela Marino<br />
Secondo me<br />
E<strong>si</strong>ste ancora l’eccellenza umana? Dare risposta,<br />
oggi, a questa doman<strong>da</strong> <strong>si</strong>gnifica mettere l’uomo<br />
di fronte a una sola e irrever<strong>si</strong>bile negatività che<br />
scaturisce <strong>da</strong> un parallelo rimpicciolimento del<br />
concetto di <strong>per</strong>sona.<br />
Il concetto di eccellenza è intrinseco a <strong>quel</strong>lo di virtù<br />
che <strong>per</strong> i greci era «areté», una eccellenza morale<br />
che l’uomo e la donna dovevano raggiungere <strong>per</strong><br />
svolgere in modo <strong>per</strong>fetto un determinata cosa.<br />
Per i romani diventa «virtus», legata in particolare<br />
alla eccellenza maschile nelle attività guerresche.<br />
Per i cristiani tale concetto venne, poi, rielaborato<br />
e suddiviso in un in<strong>si</strong>eme di virtù che secondo<br />
la teologia tradizionale sono tre teologali (fede,<br />
s<strong>per</strong>anza, carità) e quattro cardinali (prudenza,<br />
giustizia, fortezza e tem<strong>per</strong>anza). Si tratta di virtù<br />
che devono e<strong>si</strong>stere tutte in<strong>si</strong>eme <strong>per</strong> poter<br />
elevare l’uomo alla <strong>per</strong>fezione anche se <strong>per</strong> molti<br />
pensatori la summa delle virtù è ancorata solo<br />
ad alcune di esse. Nel Rinascimento l’eccellenza<br />
diventa, in una vi<strong>si</strong>one laica e immanentistica, oltre<br />
che <strong>per</strong>fezione morale anche spirituale, culturale e<br />
fi<strong>si</strong>ca. Con la modernità, la rivoluzione scientifica e<br />
l’avvento della società di massa il concetto di virtù<br />
ha finito lentamente di svuotar<strong>si</strong> di contenuto.<br />
Oggi e<strong>si</strong>ste solo la massa, che è <strong>si</strong> fatta di individui<br />
ma allo stesso tempo non è la somma di es<strong>si</strong>.<br />
L’individuo nella sua <strong>si</strong>ngolarità e individualità<br />
non e<strong>si</strong>ste più, dunque, niente eccellenza; niente<br />
<strong>per</strong>sona niente e<strong>si</strong>genze morali.<br />
Ed è proprio questo il punto della questione: l’uomo<br />
ha <strong>per</strong>so se stesso e, nel tentativo di recu<strong>per</strong>are<br />
il de<strong>si</strong>derio di eccellere che è insopprimibile,<br />
diventa mediocre e conformista. È necessario,<br />
dunque, recu<strong>per</strong>are il vero valore dell’eccellenza.<br />
È necessario, cioè, che l’uomo <strong>si</strong>a uomo con gli<br />
altri e <strong>per</strong> gli altri, un uomo che pensa in modo<br />
globale, che produce gua<strong>da</strong>gno e buono <strong>per</strong> sé e<br />
<strong>per</strong> gli altri.<br />
Giorgio Petrelli<br />
“Giorgio Liguori e la Dottrina sociale della Chiesa” è il tema del convegno dedicato alla figura del<br />
con<strong>si</strong>gliere regionale della Dc, Giorgio Liguori, scomparso nel 1970 in un incidente stra<strong>da</strong>le sull’A3,<br />
proprio mentre <strong>si</strong> recava a Reggio <strong>per</strong> i lavori dell’as<strong>si</strong>se. La sua figura, l’impegno istituzionale e la<br />
pas<strong>si</strong>one politica sono al centro del dibattito in calen<strong>da</strong>rio <strong>per</strong> il 21 dicembre nella chiesa Madonna<br />
del Rosario di Montegior<strong>da</strong>no, il paese del compianto leader democristiano.<br />
La giornata, promossa <strong>da</strong>gli “Amici di Giorgio Liguori” e <strong>da</strong>ll’amministrazione comunale<br />
montegior<strong>da</strong>nese, col patrocinio della pre<strong>si</strong>denza del con<strong>si</strong>glio regionale, sarà a<strong>per</strong>ta alle 17 <strong>da</strong>lla<br />
celebrazione della Santa Messa. Seguirà il dibattito che, moderato <strong>da</strong>l giornalista Domenico Marino,<br />
prevede gli interventi del <strong>si</strong>n<strong>da</strong>co Francesco La Manna, dei con<strong>si</strong>glieri regionali Mario Franchino<br />
e Gianluca Gallo, del pre<strong>si</strong>dente dell’as<strong>si</strong>se calabrese Francesco Talarico, del vescovo di Cassano<br />
Vincenzo Bertolone, del <strong>si</strong>n<strong>da</strong>co di Amendolara Mario Melfi, dell’ex assessore provinciale Vincenzo<br />
Salerno, del parroco di Roseto Capo Spulico, don Antonio Cavallo, del direttore del men<strong>si</strong>le “Dallo<br />
scoglio di Santa Rita”, Francesco Carlini.<br />
RedA<br />
responsabile Antonella Accattato
Cerchiara ha un presepe di cartapesta<br />
L’idea del presepe di cartapesta nasce<br />
come momento di aggregazione del gruppo<br />
dei giovani della parrocchia di san Giacomo<br />
Maggiore, che sen<strong>si</strong>bili alle tematiche attuali<br />
sull’ambiente e sulla cri<strong>si</strong> economica hanno<br />
pensato di lavorare nell’ottica del risparmio<br />
e del riciclo. Ogni <strong>si</strong>ngolo elemento del<br />
presepe rappresenta il lavoro, l’impegno,<br />
la fanta<strong>si</strong>a , la creatività ma soprattutto<br />
l’entu<strong>si</strong>asmo di ogni ragazzo, che ha voluto<br />
portare nel suo piccolo un contributo nel<br />
ricreare la magia dell’attesa del Santo<br />
Natale in maniera del tutto innovativa. Il<br />
presepe <strong>si</strong> sta realizzando interamente in<br />
cartapesta, utilizzando materiali poveri e<br />
Gruppo giovani<br />
responsabile Annamaria Partepilo<br />
Il Presepe in fase di costruzione<br />
riciclati, in effetti<br />
ciò che sarebbe<br />
stato materiale<br />
di scarto,<br />
<strong>per</strong> le attività<br />
commerciali del<br />
nostro piccolo<br />
paese, ha<br />
trovato nuova<br />
forma ed è stato<br />
t r a s f o r m a t o<br />
in arte. In<br />
definitiva, un<br />
b e l l ’ e s e m p i o<br />
che ci insegna<br />
che i giovani<br />
di oggi non<br />
ba<strong>da</strong>no solo alla<br />
forma ma anche<br />
alla sostanza<br />
delle cose.Sono<br />
stati utilizzati:<br />
cartoni e scatole di diverse dimen<strong>si</strong>oni,<br />
<strong>per</strong> costruire le case; fogli di giornale, <strong>per</strong><br />
creare e modellare le montagne; pezzetti di<br />
legno e fili di ferro <strong>per</strong> fare le ringhiere dei<br />
balconi e infine la carta vetrata di diverso<br />
colore <strong>per</strong> realizzare le tegole dei tetti.I<br />
ragazzi che in<strong>si</strong>eme stanno lavorando alla<br />
realizzazione del presepe sono accomunati<br />
<strong>da</strong>ll’idea di an<strong>da</strong>re verso un Natale festoso<br />
che ricordi i valori essenziali dell’umanità.<br />
Infatti la carta rappresenta la semplicità<br />
delle cose; la colla la collaborazione e<br />
l’unione; il legno l’umiltà; il ferro la forza di<br />
volontà. L’idea progettuale del gruppo vuole<br />
concretizzar<strong>si</strong> nel rappresentare l’attesa,<br />
raffigurata <strong>da</strong> un villaggio incasto<strong>nato</strong> nella<br />
roccia popolato <strong>da</strong> gente che nella sua<br />
quotidianità vive e attende nella s<strong>per</strong>anza,<br />
<strong>per</strong> esplodere poi nella scena principale<br />
della natività collocata in risalto in un<br />
tempio diroccato, come a portare un lieto<br />
messaggio proveniente <strong>da</strong>l passato ma<br />
che <strong>si</strong> rinnova ogni anno. Carta, acqua,<br />
colla, colori, pennelli, risate, entu<strong>si</strong>asmo,<br />
impegno e tanta voglia di aggregazione<br />
sono tutti elementi fon<strong>da</strong>mentali <strong>per</strong> la<br />
creazione di questo lavoro ancora in<br />
allestimento ma che una volta termi<strong>nato</strong><br />
rappresenterà il prodotto finito di un gruppo<br />
di ragazzi che in<strong>si</strong>eme hanno lavorato<br />
e convogliato il proprio impegno ad un<br />
progetto comune.<br />
Lucia Mazzei<br />
In breve <strong>da</strong>lla Vicaria<br />
Dall’1 all’8 dicembre<br />
<strong>da</strong>lle 16 alle 17, Novena in<br />
preparazione della festa della<br />
Madonna Immacolata, Parrocchia di<br />
San Lorenzo Martire, a San Lorenzo<br />
Bellizzi.<br />
22 dicembre<br />
h. 19, Chiesa madre, concerto di Natale<br />
dei bambini A.C.R, a cura dei giovani<br />
A.C. della parrocchia di Santa Maria del<br />
Piano, a Villapiana paese.<br />
Nella parrocchia di san Giacomo Maggiore, a Cerchiara di Calabria, grazie<br />
all’entu<strong>si</strong>asmo e alla voglia di fare del nuovo parroco, don Annunziato Laitano,<br />
è stato costituito un gruppo giovani; <strong>si</strong> tratta di ragazzi in età adolescenziale<br />
gui<strong>da</strong>ti <strong>da</strong> un gruppo di animatori e catechisti. Lo scopo dell’iniziativa è <strong>quel</strong>lo<br />
di far riscoprire una sana maniera di stare in<strong>si</strong>eme e condividere i misteri della<br />
fede, all’insegna dell’amicizia, dello spirito di gruppo e della condivi<strong>si</strong>one di<br />
pas<strong>si</strong>oni e idee, sfatando il mito di fal<strong>si</strong> ideali che i ragazzi vivono in quest’era<br />
virtuale e dell’individualismo.Gli incontri sono settimanali e <strong>si</strong> svolgono ogni<br />
sabato alle 18 <strong>per</strong> vivere in<strong>si</strong>eme momenti di aggregazione, socializzazione<br />
e confronto. La formazione di questo gruppo rientra nella programmazione<br />
delle attività della pastorale parrocchiale e prevede la realizzazione di<br />
numerose iniziative a partire <strong>da</strong> <strong>quel</strong>le <strong>per</strong> il Santo Natale, in occa<strong>si</strong>one del<br />
quale <strong>si</strong> sta provvedendo alla realizzazione di un presepe di cartapesta e alla<br />
vi<strong>si</strong>ta agli anziani della parrocchia che <strong>si</strong> attuerà nei giorni che precedono il<br />
Natale. Un’attività molto apprezzata dei ragazzi è stata la scuola di preghiera,<br />
<strong>per</strong>ché ha <strong>per</strong>messo loro di conoscere la realtà attiva dei giovani nella dioce<strong>si</strong><br />
Gruppo giovani - Parrocchia di San Giacomo Maggiore scoprendo, inoltre, un modo allegro di condividere la preghiera. In futuro <strong>si</strong><br />
prevede la realizzazione del giornalino e di un <strong>si</strong>to web con l’obiettivo di creare una rete di comunicazione e relazione con le varie realtà<br />
diocesane <strong>si</strong>a laiche che religiose, <strong>per</strong> far conoscere la nostra realtà parrocchiale.<br />
Maria Teresa Laino<br />
dicembre 2010 • 9<br />
Vicaria di Trebisacce
Vicaria di Castrovillari<br />
Ho L’oratorio Don una Carlo bella De estivo Cardona notizia. <strong>per</strong> verso Io pregare l’ho la beatificazione<br />
incontrato giocando<br />
Il 25 novembre 2010 sarà un giorno<br />
indelebile nella memoria di quanti hanno<br />
as<strong>si</strong>stito alla cerimonia religiosa di a<strong>per</strong>tura<br />
del processo di Beatificazione del Servo di<br />
Dio don Carlo De Cardona<br />
<strong>da</strong> Morano (1871-1958).<br />
Gremita all’invero<strong>si</strong>mile<br />
la Chiesa Collegiata di<br />
Santa Maria Mad<strong>da</strong>lena,<br />
una delle più grandi della<br />
Calabria in stile barocco.<br />
La presenza di autorità<br />
religiose, civili, militari,<br />
provenienti <strong>da</strong> tutta la<br />
provincia di Cosenza e non<br />
solo, le devotis<strong>si</strong>me suore<br />
di Cosenza dell’Istituto di<br />
Suor Elena Aiello, dove<br />
fu ospitato don Carlo, e<br />
di tante altre religiose e<br />
religio<strong>si</strong>, i direttori delle<br />
diverse Bcc della provincia<br />
di Cosenza e non solo, gli<br />
oltre sessanta sacerdoti<br />
circa concelebranti delle<br />
Dioce<strong>si</strong> di Cassano e<br />
Cosenza, i tanti fedeli (e anche diver<strong>si</strong><br />
non credenti), hanno fatto <strong>da</strong> gloriosa<br />
e splendi<strong>da</strong> cornice all’altare di Cristo<br />
Sacri Cuori, lavori in corso<br />
Sono in dirittura d’arrivo i lavori di ristrutturazione ed<br />
ampliamento che, ormai <strong>da</strong> un paio di anni circa, stanno<br />
interessando la Chiesa dei Sacri Cuori di Castrovillari<br />
grazie ad un cospicuo finanziamento elargito <strong>da</strong>lla Cei.<br />
Il parroco, don Carmine De Franco, ha espresso tutta la<br />
sua soddisfazione in ordine alle o<strong>per</strong>azioni che stanno <strong>per</strong><br />
completare una delle incompiute più illustri della città di<br />
Castrovillari. Don De Franco, tuttavia, adesso è al lavoro,<br />
as<strong>si</strong>eme al Con<strong>si</strong>glio Pastorale, <strong>per</strong> programmare le migliori<br />
strategie utili ad affrontare alcune e<strong>si</strong>genze finanziarie<br />
necessarie <strong>per</strong> la conclu<strong>si</strong>one interna della chiesa “ombelico”<br />
della città di Castrovillari. Per essere completa, la nuova<br />
chiesa, infatti, sarà necessario acquistare un’ottantina di<br />
nuovi banchi e le campane che saranno incastonate nel<br />
nuovo campanile; procedere allo spostamento dell'altare<br />
che sarà avvici<strong>nato</strong> ai fedeli, acquistare una nuova croce<br />
e dotar<strong>si</strong> di altre arredi che neces<strong>si</strong>tano di una spinta<br />
ancor più forte <strong>da</strong> parte degli oltre 7.000 parrocchiani.<br />
Il Con<strong>si</strong>glio Pastorale, <strong>per</strong> questo motivo, esaminerà<br />
ancora le iniziative <strong>da</strong> adottare <strong>per</strong> affrontare al meglio la<br />
problematica economica la cui definizione consentirà l’ultimo<br />
sforzo <strong>per</strong> consegnare, alla città, alla Dioce<strong>si</strong> di Cassano<br />
ed al nostro Vescovo, mon<strong>si</strong>gnor Vincenzo Bertolone,<br />
una delle chiavi più importanti della fede diocesana.<br />
10<br />
dicembre 2010 •<br />
baciato <strong>da</strong>lla composta e nello stesso<br />
tempo ieratica presenza del nostro amato<br />
Vescovo, mon<strong>si</strong>gnor Vincenzo Bertolone,<br />
e del carismatico Arcivescovo metropolita<br />
Il Vescovo annuncia l'insediamento del tribunale eccle<strong>si</strong>astico<br />
di Cosenza, mon<strong>si</strong>gnor Salvatore Nunnari,<br />
mentre <strong>si</strong> libravano nell’aria geli<strong>da</strong> del<br />
Pollino le note festose delle campane<br />
Angelo Biscardi<br />
delle tre parrocchie di Morano e <strong>quel</strong>la<br />
dei Frati Cappuccini ad annunziare a<br />
tutta la popolazione l’inizio del grande<br />
evento. Un momento solenne ha costituito<br />
l’insediamento del Tribunale<br />
eccle<strong>si</strong>astico diocesano con<br />
la nomina e il giuramento sui<br />
Santi Vangeli del Notaio, del<br />
Delegato del Vescovo, del<br />
Pre<strong>si</strong>dente, del Segretario,<br />
del Postulatore don Giovanni<br />
Maurello. Infine, quando la<br />
cerimonia termina, tutti, con<br />
l’immaginetta di don Carlo in<br />
<strong>mano</strong>, <strong>si</strong> salutano pieni di una<br />
gioia indescrivibile, tornando a<br />
casa fortificati nella fede e con<br />
il cuore traboccante di <strong>quel</strong>la<br />
carità che solo un sacerdote<br />
e un uomo, come don Carlo<br />
De Cardona, con<strong>si</strong>derato<br />
ormai un “Santo”, poteva<br />
regalare, ieri, a quanti l’hanno<br />
conosciuto e amato, oggi a tutti<br />
noi, suoi fedeli devoti, che non<br />
smetteremo mai di ringraziare<br />
<strong>per</strong> tutto il bene che ha fatto <strong>per</strong> la nostra<br />
Calabria e non solo.<br />
Ritorna il presepe vivente a Castrovillari<br />
Biagio Giuseppe Faillace<br />
Il 25 e il 26 dicembre e il 2 e il 6 gennaio 2011 ritornerà, nel<br />
centro storico di Castrovillari, il presepe vivente organizzato <strong>da</strong>lla<br />
Parrocchia della Santis<strong>si</strong>ma Trinità e <strong>da</strong>ll'Associazione culturale<br />
“Attilio Invernizio” in collaborazione con il Comune, la “Gas<br />
Pollino” S.p.A. e l’associazione “Aldo Schettini”, con la presenza<br />
del Gruppo “I Castruvvi<strong>da</strong>ri”. Dalle 18 alle 22 <strong>si</strong> potrà as<strong>si</strong>stere <strong>da</strong>l<br />
vivo alla rappresentazione artistica con cui il popolo cristiano fa<br />
memoria dell’Incarnazione del Verbo, Figlio di Dio fatto uomo <strong>per</strong> la<br />
nostra salvezza. Le scene saranno distribuite negli spazi dell’antico<br />
quartiere “La Civita”. Accanto alle scene di ispirazione biblica ci<br />
saranno <strong>quel</strong>le che riproporranno i mestieri tipici dell’antica<br />
Castrovillari. Lungo il <strong>per</strong>corso, i vi<strong>si</strong>tatori saranno accompagnati<br />
<strong>da</strong>lle mu<strong>si</strong>che e <strong>da</strong>i canti natalizi. R. F.<br />
responsabile Roberto Fittipaldi
Nasce l'associazione Laici bonilliani<br />
Beato Pietro Bonilli<br />
È <strong>nato</strong> anche a Cassano, come in molte altre<br />
parti d’Italia, l’organismo di coordinamento<br />
locale dell’Associazione laici bonilliani.<br />
Nei giorni scor<strong>si</strong>, presso il seminario<br />
vescovile <strong>si</strong> è tenuta, alla presenza del<br />
pre<strong>si</strong>dente dell’A.L.Bo., Felicina Fragnito,<br />
e dell’as<strong>si</strong>stente spirituale, mon<strong>si</strong>gnor<br />
Pompilio Cristino, vicario generale<br />
dell’Arcidioce<strong>si</strong> di Benevento, l’assemblea<br />
dei laici bonilliani <strong>per</strong> eleggere la struttura<br />
organizzativa della sezione. La riunione, a<br />
cui hanno partecipato i gruppi di Cassano e<br />
di Roton<strong>da</strong>, ha eletto come rappresentante<br />
della sezione Valeria Greco, mentre suor<br />
Agnese di Roton<strong>da</strong> è stata de<strong>si</strong>gnata come<br />
delegata delle suore della Sacra Famiglia.<br />
Detta struttura, costituta <strong>da</strong>i diver<strong>si</strong> gruppi di<br />
una città o <strong>da</strong> gruppi di comunità limitrofe,<br />
rappresenta la cellula base dell’A.L.Bo.<br />
ed ha funzioni di collegamento tra di<br />
loro e con il centro. La sezione nasce in<br />
ossequio allo Statuto dell’Associazione e<br />
Lampade viventi in parrocchia<br />
responsabile Delia Lanzillotta<br />
secondo i dettami del suo Regolamento.<br />
I compiti del Responsabile e del Con<strong>si</strong>glio<br />
di Sezione sono di rappresentanza e di<br />
coordinamento di tutte le attività che i vari<br />
gruppi bonilliani di volta in volta svolgono.<br />
In <strong>si</strong>nte<strong>si</strong>, la sezione, in <strong>si</strong>ntonia con la<br />
propria Chiesa Locale, <strong>per</strong>segue le finalità<br />
dell’Associazione<br />
Maurizio Pricoli<br />
In breve <strong>da</strong>lla Vicaria<br />
In breve <strong>da</strong>lla Vicaria<br />
4 dicembre<br />
ore 17, scuola di preghiera,<br />
Seminario diocesano Giovanni<br />
Paolo I;<br />
12 dicembre<br />
ore 9.30, Santuario Madonna<br />
della Catena giornata con i<br />
giovani<br />
18 dicembre<br />
ore 9, Santuario Madonna<br />
della Catena ritiro diocesano dei<br />
gruppi della Divina Misericordia<br />
Tutti i giorni<br />
nel santuario della Madonna della<br />
Catena, ore 8.30 lodi, 9 messa, 17<br />
vespri.<br />
Ogni giovedì<br />
ore 21 Adorazione Eucaristica<br />
Ogni venerdì<br />
ore 15 via crucis al santuario della<br />
Madonna della Catena.<br />
Riprende a Cassano, nella parrocchia “Natività della Beata Vergine<br />
Maria”, il movimento mariano “Lampade viventi”, già presente<br />
ai tempi di mon<strong>si</strong>gnor Fera e ripreso, poi, <strong>da</strong> mon<strong>si</strong>gnor Silvio La<br />
Padula nel 1993.<br />
Interrotto nel 2000, oggi questo movimento vede un nuovo inizio.<br />
Ai partecipanti, volontari della parrocchia, viene chiesto l’impegno di<br />
dedicare mezz’ora a settimana all’Adorazione <strong>da</strong>vanti al Santis<strong>si</strong>mo<br />
e di partecipare al momento di adorazione comunitaria men<strong>si</strong>le.<br />
Come la lampa<strong>da</strong> arde e brucia dinnanzi all’altare, così le Lampade<br />
viventi, anime generose, <strong>si</strong> apprestano <strong>da</strong>vanti al Re divino <strong>da</strong>ndo<br />
<strong>per</strong>enne testimonianza di fede e d’amore. Nel loro servizio, esse<br />
rappresentano tutto il popolo cristiano: presentano continue<br />
riparazioni <strong>per</strong> i peccati che <strong>si</strong> commettono in parrocchia e nel<br />
mondo e chiedono grazie <strong>per</strong> tutti. La loro mis<strong>si</strong>one <strong>si</strong> consuma<br />
nel <strong>si</strong>lenzio della cappella del S.S. Sacramento: lontano <strong>da</strong>l caos del<br />
mondo, ma con lo sguardo fisso sull’universo; fanno filtrare le loro<br />
preghiere attraverso <strong>quel</strong> tabernacolo così bello e troppo spesso<br />
solitario.<br />
D. L.<br />
dicembre 2010 • 11<br />
Vicaria di Cassano
Benedetto XVI: <strong>si</strong>ate giornali della gente<br />
«I media devono raccontare la verità. Vi<br />
esorto a proseguire con i vostri servizi<br />
d’informazione, a continuare a essere<br />
giornali della gente, che favoriscono il<br />
dialogo tra pen<strong>si</strong>eri diver<strong>si</strong>. È l’obiettivo<br />
fon<strong>da</strong>mentale dei <strong>per</strong>iodici cattolici».<br />
Benedetto XVI ha accolto con affetto<br />
e parole d’incoraggiamento, nella Sala<br />
Clementina del Palazzo apostolico vaticano,<br />
i direttori e i responsabili amministrativi<br />
dei giornali diocesani, riuniti a Roma <strong>per</strong><br />
la XVI assemblea nazionale elettiva della<br />
12<br />
dicembre 2010 •<br />
Il nuovo con<strong>si</strong>glio nazionale della FISC<br />
federazione (Fisc)<br />
che li riunisce tutti<br />
in un unico, grande,<br />
i m p o r t a n t e . . .<br />
a b b r a c c i o .<br />
L’ a p p u n t a m e n t o<br />
ha chiamato<br />
i protagonisti<br />
dell’informazione<br />
diocesana di tutta<br />
Italia a confrontar<strong>si</strong><br />
non tanto sul<br />
presente del loro<br />
impegno quanto<br />
sulle sfide future.<br />
Su tutte le incognite<br />
legate a internet.<br />
Non a caso la tre<br />
giorni di rifles<strong>si</strong>one<br />
è stata incentrata attorno al tema “I<br />
giornali diocesani dopo ‘Testimoni digitali’”,<br />
richiamando esplicitamente il convegno<br />
svolto<strong>si</strong> ad aprile nella capitale, promosso<br />
<strong>da</strong>lla Commis<strong>si</strong>one episcopale <strong>per</strong> la cultura<br />
e le comunicazioni sociali. Molti dei relatori<br />
di aprile, a novembre hanno dialogato con i<br />
delegati dell’assemblea Fisc: <strong>da</strong>l pre<strong>si</strong>dente<br />
della Commis<strong>si</strong>one episcopale <strong>per</strong> la<br />
cultura e le comunicazioni Sociali della Cei<br />
mon<strong>si</strong>gnor Claudio Giuliodori al direttore<br />
dell’Ufficio nazionale comunicazioni sociali<br />
Fon<strong>da</strong>zioni antiusura, tavola roton<strong>da</strong> a Lamezia<br />
S’è svolta a Lamezia Terme una tavola<br />
roton<strong>da</strong> tra i dirigenti del Ministero<br />
dell’Economia e i componenti dei Con<strong>si</strong>gli<br />
direttivi delle Fon<strong>da</strong>zioni dell’Italia<br />
Meridionale. I lavori <strong>si</strong> sono tenuti<br />
presso l’Oa<strong>si</strong> Bartolomea alla presenza<br />
dei componenti dei direttivi di tutte le<br />
Fon<strong>da</strong>zioni del Sud Italia che hanno rivolte<br />
domande e chiarimenti ai rappresentanti<br />
del Ministero, Giuseppe Maresca e<br />
Antonio Adinolfi. La tematica portante del<br />
dibattito è stata <strong>quel</strong>la della gestione dei<br />
il tavolo della pre<strong>si</strong>denza<br />
fondi di prevenzione antiusura di cui alla<br />
legge 108/96 e delle attività delle Fon<strong>da</strong>zioni. L’as<strong>si</strong>se è stata pre<strong>si</strong>eduta <strong>da</strong> Padre Mas<strong>si</strong>mo<br />
Rastrelli , Pre<strong>si</strong>dente della Consulta nazionale antiusura. Dopo i saluti e i ringraziamenti ai<br />
presenti <strong>da</strong> parte di don Attilio Foscaldi, Pre<strong>si</strong>dente della Fon<strong>da</strong>zione “San Matteo Apostolo”<br />
di Cassano all’Jonio, coordi<strong>nato</strong>re delle Fon<strong>da</strong>zioni <strong>per</strong> il Sud Italia, nonché membro del<br />
Con<strong>si</strong>glio nazionale della stessa, il microfono è passato al patron delle Fon<strong>da</strong>zioni Antiusura,<br />
padre Mas<strong>si</strong>mo Rastrelli, che ha affermato: «Sono fiero e ringrazio il Signore <strong>per</strong>ché oggi<br />
abbiamo una condizione straordinaria, abbiamo lo Stato che attraverso questi uomini<br />
meraviglio<strong>si</strong> interagisce con noi. Sono fiero anche <strong>per</strong>ché proprio questi uomini, in veste<br />
ispettiva, negli ultimi tempi, non hanno riscontrato irregolarità alcuna nella vita attiva delle<br />
Fon<strong>da</strong>zioni».Il dialogo è continuato con le relazioni sulle normative che regolano i fondi,<br />
l’antiriciclaggio, le mo<strong>da</strong>lità dei prestiti e soprattutto il recu<strong>per</strong>o crediti. Quindi, in co<strong>da</strong>, una<br />
serie di que<strong>si</strong>ti <strong>da</strong> parte dei presenti rivolti ai tecnici del Ministero che hanno risposto con<br />
chiarezza meticolosa.<br />
Gaetano Zaccato<br />
mon<strong>si</strong>gnor Domenico Pompili, <strong>da</strong>l direttore<br />
di “Famiglia Cristiana” don Antonio<br />
Sciortino al direttore di “Avvenire” Marco<br />
Tarquinio. L’assemblea della Fisc è servita<br />
anche e soprattutto a eleggere il nuovo<br />
con<strong>si</strong>glio nazionale, che a gennaio dovrà<br />
scegliere il nuovo pre<strong>si</strong>dente <strong>per</strong> l’uscita<br />
di scena di don Giorgio Zucchelli giunto al<br />
termine del suo secondo e ultimo man<strong>da</strong>to.<br />
Francesco Zanotti, direttore responsabile<br />
del “Corriere cesenate” e vice pre<strong>si</strong>dente<br />
uscente, è stato il più votato e quindi <strong>si</strong><br />
candi<strong>da</strong> a un ruolo di primis<strong>si</strong>mo piano.<br />
Gli orientamenti della Cei<br />
D. M.<br />
“Educare alla vita buona del Vangelo”. La<br />
Conferenza episcopale italiana ha pubblicato<br />
gli orientamenti pastorali dell’episcopato<br />
italiano <strong>per</strong> il decennio 2010-2020. In<br />
un’agevole brochure di più di 90 pagine<br />
la Cei offre alcune linee di fondo <strong>per</strong> una<br />
crescita concorde delle Chiese in Italia<br />
nell'arte delicata e sublime dell'educazione».<br />
Una sfi<strong>da</strong> culturale, <strong>per</strong> i Vescovi italiani, che<br />
trae spunto <strong>da</strong>i continui richiami del Papa<br />
e <strong>da</strong>l IV Convegno eccle<strong>si</strong>ale nazionale<br />
celebrato a Verona nel 2006. «Educare alla<br />
vita buona del Vangelo <strong>si</strong>gnifica – scrive,<br />
nell’opuscolo, il cardinale Angelo Bagnasco,<br />
pre<strong>si</strong>dente della Cei – in primo luogo farci<br />
discepoli del Signore Gesù». E continua:<br />
«Annunciare Cristo, vero Dio e vero<br />
uomo, <strong>si</strong>gnifica portare a pienezza l'umanità<br />
e quindi seminare cultura e civiltà».<br />
La pubblicazione, che contiene anche il<br />
discorso di Benedetto XVI alla 61.e<strong>si</strong>ma<br />
Assemblea generale della Cei svolta<strong>si</strong> lo<br />
scorso maggio, tratta i seguenti argomenti:<br />
educare in un mondo che cambia; Gesù,<br />
il Maestro; educare, cammino di relazione<br />
e di fiducia; la Chiesa, comunità educante;<br />
indicazioni <strong>per</strong> la progettazione pastorale.<br />
Dalla formazione all’identità <strong>per</strong>sonale,<br />
insomma, <strong>da</strong>ll’accoglienza all’integrazione<br />
«in questo tempo di grande mobilità dei<br />
popoli». Con uno sguardo particolare ai<br />
giovani, che «manifestano un profondo<br />
disagio di fronte a una vita priva di valori<br />
e di ideali» che rende tutto «provvisorio<br />
e sempre revocabile». Situazioni che<br />
provocano «una grande sete di <strong>si</strong>gnificato,<br />
di verità e di amore». Domande <strong>da</strong>lle quali,<br />
suggerisce il documento della Cei, «può<br />
muovere il processo educativo», tenendo<br />
ben presente che in<strong>si</strong>eme alla Chiesa e<br />
alle comunità «la famiglia resta la prima<br />
e indispensabile comunità educante».<br />
R. F.
Viva voce<br />
pen<strong>si</strong>eri<br />
l’evento<br />
Sul finire dello scorso ottobre<br />
Cassano <strong>si</strong> è trasformata in<br />
un enorme palcoscenico con<br />
spettacoli, stages formativi,<br />
premiazioni e molto altro <strong>per</strong><br />
giovani talenti con la pas<strong>si</strong>one<br />
<strong>per</strong> la <strong>da</strong>nza partecipanti alla<br />
prima edizione di “Cassano<br />
sulle punte”, iniziativa a cinque<br />
stelle messa in cantiere <strong>da</strong><br />
cinque giovani, promotori<br />
di diver<strong>si</strong> eventi culturali<br />
e innamorati della propria<br />
terra,del proprio paese.<br />
Supportati <strong>da</strong>lla freschezza<br />
e <strong>da</strong>lla travolgente pas<strong>si</strong>one<br />
di Rossella Garofalo,<br />
garante dell’evento nonché<br />
pre<strong>si</strong>dentessa di giuria,<br />
“Cassano sulle punte” <strong>si</strong><br />
è prefisso, come obbiettivo principale, la ribalta <strong>per</strong> le numerose<br />
scuole presenti sul territorio e di invogliare all’incontro, alla<br />
formazione e al ruolo di aggregazione che la <strong>da</strong>nza assume. Gli<br />
stages formativi con docenti profes<strong>si</strong>onisti nella maggior parte dei<br />
ca<strong>si</strong>, sono lontani geograficamente <strong>da</strong>lle nostre realtà e non tutti<br />
possono <strong>per</strong>metter<strong>si</strong> le spese necessarie a frequentarli. Ed è qui<br />
che nasce “Cassano sulle punte”: è la dimostrazione del talento che<br />
i molti ragazzi del territorio hanno ed è una risposta concreta agli<br />
scettici che sottovalutano il ruolo educativo che la <strong>da</strong>nza ha.<br />
Tutti i partecipanti, nelle 3 giornate, hanno avuto la pos<strong>si</strong>bilità di<br />
studiare con i profes<strong>si</strong>onisti, membri della giuria esterna, del calibro<br />
internazionale quali Tuccio Rigano <strong>per</strong> la <strong>da</strong>nza clas<strong>si</strong>ca, Daniela<br />
Porciello <strong>per</strong> il modern jazz e Manuel Nardin <strong>per</strong> l’hip hop. Visto<br />
l’entu<strong>si</strong>asmo e la grande partecipazione che ha accompag<strong>nato</strong><br />
questo evento, ci auguriamo che “Cassano sulle punte” abbia un<br />
seguito nel tempo e potremo co<strong>si</strong> sostenerla nelle pros<strong>si</strong>me edizioni.<br />
Giuseppe Roseti<br />
Dalla nascita della scrittura ai giorni nostri, la<br />
cultura ha subito una notevole evoluzione, <strong>si</strong>a <strong>per</strong><br />
quanto riguar<strong>da</strong> l'aspetto puramente pratico, <strong>si</strong>a<br />
nei mezzi e nei modi <strong>per</strong> diffondere il sa<strong>per</strong>e.<br />
Al giorno d’oggi è pos<strong>si</strong>bile imparare non solo attraverso libri e testi,<br />
ma anche tramite la televi<strong>si</strong>one, la mu<strong>si</strong>ca ed internet. Molte o<strong>per</strong>e moderne<br />
tuttavia, seguendo una mo<strong>da</strong> già diffusa nel passato con i vari “clas<strong>si</strong>cismi” presenti nella<br />
storia della letteratura, prendono spunto <strong>da</strong> o<strong>per</strong>e e leggende antiche. Per il genere fanta<strong>si</strong>oso, uno<br />
dei miei migliori punti di riferimento è proprio la Bibbia. Angeli, demoni, profezie sull'Apocalisse<br />
ed esorcismi, sono <strong>da</strong> sempre le maggiori fonti d'ispirazione <strong>per</strong> racconti e narrazioni del genere<br />
fantasy. Negli ultimi anni è facilis<strong>si</strong>mo trovare diverse o<strong>per</strong>e che hanno come protagonisti gli<br />
angeli. Diver<strong>si</strong> sono i libri, come le collane di romanzi urban fantasy: “Il bacio di un angelo<br />
caduto” e “Shadowhunters”. Molti sono anche i manga e le o<strong>per</strong>e d’animazione, tra cui “Angel<br />
Sanctuary” e “D.N. Angel”. Innumerevoli anche i film, come “Legion”, e le canzoni ispirate ad es<strong>si</strong>.<br />
Altra fonte, di rilievo minore, è il “Libro dei vigilanti”, scritto <strong>da</strong>l patriarca Enoch<br />
ed escluso <strong>da</strong>i Testi Sacri durante il Medioevo, che racconta di come un gruppo<br />
di duecento angeli (chiamati poi vigilanti), affascinati <strong>da</strong>lle donne umane, scesero<br />
sulla Terra e <strong>si</strong> unirono a loro, venendo così banditi <strong>per</strong> sempre <strong>da</strong>l Paradiso.<br />
In sostanza, la Bibbia non è solo il Testo Sacro delle religioni cristiane ed<br />
ebraiche, ma è anche modello ed esempio <strong>per</strong> la letteratura clas<strong>si</strong>ca e moderna.<br />
Noemi Cimbalo<br />
il libro<br />
dicembre 2010 • 13<br />
Sibari, importante colonia della Magna<br />
Grecia nota ai molti <strong>per</strong> i costumi<br />
dei suoi abitanti, dediti al lusso, ai vizi,<br />
all’ozio ed ai piaceri di ogni genere,<br />
una vita ricca di ecces<strong>si</strong> insomma. La<br />
città del mitico scontro con Crotone,<br />
della continua sfi<strong>da</strong> alle divinità ed alla<br />
madre patria, la città della hybris e della<br />
neme<strong>si</strong>s.<br />
È questa Sibari nell’immaginario<br />
collettivo, nei racconti e nelle<br />
cronache dei tanti storici che hanno<br />
scritto sulla città ionica. Ma quanti di<br />
questi racconti sono veri e quanti<br />
invece creati, <strong>da</strong> storici e filosofi, <strong>per</strong><br />
rispondere a logiche di convenienza<br />
politica e sociale, <strong>per</strong> corroborare un<br />
modello di vita rispetto ad un altro,<br />
<strong>per</strong> demonizzare condotte ritenute<br />
immorali rispetto al culto degli dei e<br />
della tradizioni delle polis greche?<br />
In questa ottica <strong>si</strong> inserisce il libro di<br />
Giovanni Sole, “Sibari, storia mitica e<br />
miti storici”, edito <strong>da</strong> Rubbettino. Il<br />
libro è ricco di citazioni e riferimenti<br />
storiografici, interessanti <strong>per</strong><br />
approfondire le origini del mito, la<br />
reale grandezza di una delle colonie<br />
più importanti della Magna Grecia e<br />
<strong>per</strong> capire quanto interesse, nel corso<br />
dei secoli, questa città ha suscitato<br />
in storici, filosofi, geografi, politici,<br />
scrittori.<br />
Una occa<strong>si</strong>one importante <strong>per</strong> pensare<br />
e ri<strong>per</strong>correre le magnificenze, vere<br />
e presunte, del passato e riflettere<br />
sul decadimento, reale e vissuto, del<br />
presente.<br />
Giuseppe Malomo
Patto nazionale <strong>per</strong> il Sud<br />
E’ <strong>quel</strong>lo che<br />
ha chiesto<br />
l’europarlamentare<br />
Gianni Pittella,<br />
intervenendo a<br />
conclu<strong>si</strong>one della<br />
presentazione del<br />
suo libro, “Domani<br />
a Mezzogiorno”.<br />
L'appuntamento,<br />
organizzato <strong>da</strong>l<br />
pre<strong>si</strong>dente del Parco<br />
Un momento della manifestazione<br />
del Pollino, Mimmo<br />
Pappaterra e <strong>da</strong>lla<br />
Fon<strong>da</strong>zione Zefiro, ha ospitato, dopo i saluti del <strong>si</strong>n<strong>da</strong>co di Mormanno, Guglielmo<br />
Armentano, del pre<strong>si</strong>dente della Comunità montana italo-arbereshe del Pollino,<br />
Vincenzo Barletta e del con<strong>si</strong>gliere provinciale Gianluca Grisolia, un’apprezzata<br />
prolu<strong>si</strong>one del vescovo di Cassano, mon<strong>si</strong>gnor Vincenzo Bertolone. Il presule, anche<br />
con l’au<strong>si</strong>lio di alcune citazioni, ha “letto” e interpretato il libro contenente scritti<br />
di Franco A<strong>da</strong>mo Balestrieri, Marco Espo<strong>si</strong>to, Gianni Pittella, Francesco Ronchi<br />
e Dario Scalella, mettendo l’accento sull'etica della responsabilità, sull'attualità<br />
della questione meridionale che <strong>si</strong> trasforma ai giorni nostri degra<strong>da</strong>ndo lo spirito<br />
di eguaglianza e facendo apparire il Meridione come una zavorra. Così, invece,<br />
non è. Sebbene in 150 anni di storia unitaria, la questione meridionale, secondo<br />
mon<strong>si</strong>gnor Bertolone, rimanga «un campo di battaglia». E di questo <strong>si</strong> occupa il libro,<br />
definito di «lotta politica», <strong>per</strong>ché, come ha spiegato il coautore Marco Espo<strong>si</strong>to,<br />
giornalista de “il Mattino”, vi sono elementi disconosciuti che alterano le anali<strong>si</strong> e<br />
le politiche <strong>per</strong> il Sud. Come avviene nel federalismo sanitario in cui i parametri<br />
utilizzati <strong>per</strong> la distribuzione delle risorse non con<strong>si</strong>derano un fattore, la povertà,<br />
che è, invece, una questione fon<strong>da</strong>mentale <strong>per</strong> l’assegnazione dei fondi. Vivace<br />
e proficuo il dibattito della tavola roton<strong>da</strong> coordinata <strong>da</strong>l pre<strong>si</strong>dente del Parco del<br />
Pollino, Pappaterra, al quale hanno <strong>da</strong>to il loro contributo i parlamentari Antonio<br />
Gentile e Roberto Occhiuto. Tutti hanno convenuto sulla neces<strong>si</strong>tà di unir<strong>si</strong> <strong>per</strong> <strong>da</strong>r<br />
vita ad un piano <strong>per</strong> il Sud. Ciò che va fatto, ed è questo che suggerisce Pittella nel<br />
libro, è autocritica, denuncia e proposta. La nuova funzione del Sud è svolgere il suo<br />
ruolo nel Mediterraneo, divenire hub, base logistica, attraverso nuove infrastrutture,<br />
piattaforme <strong>per</strong> le energie rinnovabili, mettere in rete le univer<strong>si</strong>tà del Mediterraneo<br />
e dei Balcani con le nostre e, infine, puntare su agro-alimentare e ambiente.<br />
L'assemblea nazionale della Cei<br />
14<br />
dicembre 2010 •<br />
Il cardinale Angelo Bagnasco<br />
Roberto Fittipaldi<br />
La Calabria è una terra «non poco tribolata,<br />
la quale tuttavia sa puntualmente raccontare<br />
come e<strong>si</strong>sta un altro Meridione, motivo di<br />
fierezza e di consolazione <strong>per</strong> l’Italia tutta».<br />
E’ quanto ha detto il cardinale Angelo Bagnasco,<br />
pre<strong>si</strong>dente della Cei, aprendo l’assemblea<br />
straordinaria della Cei che <strong>si</strong> è svolta ad<br />
As<strong>si</strong><strong>si</strong>. Qui, con riferimento alla terra bruzia, il<br />
pre<strong>si</strong>dente dei vescovi italiani ha parlato delle<br />
«es<strong>per</strong>ienze di riscatto, di maturazione delle<br />
coscienze, della neces<strong>si</strong>tà di leggere al po<strong>si</strong>tivo<br />
anche i momenti socialmente più difficolto<strong>si</strong>». Il<br />
cardinale Bagnasco ha quindi citato le scuole di formazione socio-politica di questi<br />
ultimi 20 anni, sulla cui es<strong>per</strong>ienza occorre «interrogar<strong>si</strong> <strong>per</strong> valutare come procedere<br />
<strong>per</strong> favorire la maturazione spirituale e culturale richiesta a chi de<strong>si</strong>dera servire nella<br />
forma della politica, e così preparare giovani all’esercizio di <strong>quel</strong>la leadership che<br />
difficilmente può essere improvvisata». La rifles<strong>si</strong>one dell’Assemblea <strong>si</strong> è incentrata<br />
anche sugli Orientamenti pastorali proposti <strong>da</strong>lla Cei <strong>per</strong> il decennio, ribadendo «la<br />
neces<strong>si</strong>tà di individuare <strong>per</strong>cor<strong>si</strong> formativi che aiutino ad abbracciare scelte di vita<br />
autentica».<br />
Francesco Candia<br />
L’agen<strong>da</strong> del Vescovo<br />
16 dicembre<br />
h. 11, vi<strong>si</strong>ta scuola media, a Saracena;<br />
h. 18, santa messa e scambio di auguri, “Casa<br />
Serena”, a Cassano;<br />
17 dicembre<br />
convegno sul bene comune, hotel Miramare,<br />
a Trebisacce;<br />
18 dicembre<br />
h. 11.30, santa messa in ospe<strong>da</strong>le, a<br />
Castrovillari;<br />
h. 18, celebrazione messa con le associazioni<br />
sportive, parrocchia Santis<strong>si</strong>ma Trinità, a<br />
Castrovillari;<br />
h. 20, conferenza su don Carlo De Cardona,<br />
al Rotary, a Castrovillari;<br />
20 dicembre<br />
h. 16.30, partecipa al convegno del<br />
Movimento cristiano lavoratori, teatro<br />
Sybaris, a Castrovillari;<br />
21 dicembre<br />
h. 17, partecipa alla serata di studio <strong>per</strong> il<br />
40° anniversario della scomparsa di Giorgio<br />
Liguori, a Montegior<strong>da</strong>no;<br />
22 dicembre<br />
h. 16, partecipa ai lavori del C<strong>da</strong> della<br />
fon<strong>da</strong>zione Rovitti, a Francavilla;<br />
24 dicembre<br />
celebrazione messa e scambio d’auguri,<br />
presso la casa circon<strong>da</strong>riale, a Castrovillari;<br />
in serata, solenne pontificale <strong>per</strong> la Natività<br />
del Signore, in Cattedrale;<br />
25 dicembre<br />
h. 11, solenne pontificale, in Cattedrale;<br />
31 dicembre<br />
h. 17.30, vespri e canto del Te deum, in<br />
Cattedrale;<br />
1 gennaio<br />
h. 11, solenne pontificale, in Cattedrale;<br />
6 gennaio<br />
h. 11, solenne pontificale, in Cattedrale;<br />
13 gennaio<br />
ritiro del Clero, seminario diocesano, a<br />
Cassano;<br />
<strong>da</strong>l 16 al 20 gennaio<br />
Vi<strong>si</strong>ta Pastorale a Montegior<strong>da</strong>no.
Organizzare la s<strong>per</strong>anza<br />
Il compito dell’animatore di comunità del Progetto Policoro è «organizzare la s<strong>per</strong>anza, offrendo ai giovani<br />
orizzonti concretamente raggiungibili».<br />
Don Girolamo Ronzoni, direttore regionale della Pastorale sociale e del lavoro, parla così ai venticinque<br />
animatori del Progetto Policoro Calabria, riuniti a Corigliano, presso la struttura dei Sale<strong>si</strong>ani, <strong>per</strong> il primo<br />
appuntamento della formazione regionale proposta <strong>da</strong>l coordinamento. L’occa<strong>si</strong>one <strong>si</strong> sposa anche con la<br />
vi<strong>si</strong>ta del coordinamento <strong>per</strong> intero al progetto itinerante “Il lavoro è <strong>per</strong> l’uomo” che le cinque dioce<strong>si</strong><br />
cosentine, grazie al patrocinio della Provincia di Cosenza, stanno portando avanti <strong>da</strong> oltre un mese con<br />
gli animatori di comunità del Progetto Policoro di Cosenza, San Marco Argentano, Cassano, Rossano e<br />
l’Eparchia di Lungro. Un tour in 21 piazze della provincia <strong>per</strong> rilanciare ai giovani il tema della s<strong>per</strong>anza partendo <strong>da</strong>l lavoro «Il vostro compito»,<br />
afferma don Girolamo Ronzoni, «è una mis<strong>si</strong>one di s<strong>per</strong>anza». E nel sottolineare il ruolo dell’animatore, anche alla presenza dei nuovi giovani<br />
che <strong>da</strong> gennaio prenderanno servizio nelle dioce<strong>si</strong> di riferimento, sottolinea l’importanza della gratuità. «Il progetto è un segno che Dio sta<br />
offrendo. Offrire un po’ del nostro tempo, della nostra intelligenza, della nostra preparazione, i doni che Dio ci ha <strong>da</strong>to, <strong>per</strong> altri giovani è un<br />
atto di carità. La carità è il motore del mondo e l’economia sana nasce sempre in un ambiente di gratuità».<br />
Vincenzo Alvaro<br />
IL MINISTERO<br />
CATECHISTI<br />
Rubrica a cura di don Nunzio Laitano<br />
Quarant’anni fa veniva pubblicato un grande documento circa la cateche<strong>si</strong>, meglio<br />
conosciuto come il Documento Base (“Il Rinnovamento della Cateche<strong>si</strong>”).<br />
Esso ci offre alcuni spunti molti <strong>si</strong>gnificativi <strong>per</strong> com<strong>prendere</strong> il ministero del catechista.<br />
Ci ricor<strong>da</strong> che l’Unico Maestro è Gesù; <strong>da</strong> Lui l’intera comunità cristiana apprende la<br />
verità e in Suo nome la proclama al mondo (RdC n. 182). Ogni cristiano è responsabile<br />
della Parola di Dio in virtù del Batte<strong>si</strong>mo, che viene solennemente confermato con il<br />
sacramento della Cre<strong>si</strong>ma. Si qualifica in modi <strong>si</strong>ngolari con il Matrimonio e l’Ordine<br />
Sacro; <strong>si</strong> sostiene con l’Eucaristia.<br />
In questo senso e <strong>per</strong> questa responsabilità il catechista è ministro della Parola, e deve<br />
qualificar<strong>si</strong> <strong>per</strong> meglio esprimere il suo ministero (RdC nn. 182-198). Risulta <strong>per</strong>ciò<br />
di vitale importanza la formazione del catechista, la quale va promossa <strong>si</strong>a a livello<br />
parrocchiale che diocesano (<strong>per</strong> <strong>quel</strong> che riguar<strong>da</strong> la formazione diocesana, l’UCD già<br />
<strong>da</strong> due anni propone degli incontri vicariali <strong>per</strong> la loro formazione).<br />
Nel tempo in cui viviamo non è più pos<strong>si</strong>bile che il catechista, una volta ricevuto il<br />
man<strong>da</strong>to, debba rimanere nella sua <strong>si</strong>tuazione, ma deve essere aiutato a progredire con<br />
degli itinerari formativi adeguati. Formare i formatori è un lavoro che richiede tempo<br />
e impegno, ma è necessario e va fatto.<br />
ABBONAMENTI<br />
Per sottoscrivere l’abbonamento al <strong>per</strong>iodico di informazione della Dioce<strong>si</strong> di Cassano<br />
all’Ionio basta versare la cifra di 15 € (ordinario), 30 € (ordinario fuori dioce<strong>si</strong>),<br />
40€ (socio sostenitore) sul c/c n° 13001870 intestato a Curia Vescovile - Cassano<br />
all’Ionio e spedire la ricevuta di versamento a : Ufficio Comunicazioni Sociali, Via<br />
Torto Ospizio, 1 87011 Cassano Allo Ionio (CS)<br />
Registrazione presso il Tribunale di Castrovillari<br />
n° 1/08 del 10 gennaio 2008<br />
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~<br />
L’Abbraccio è iscritto<br />
alla Federazione Italiana Settimanali Cattolici<br />
Direttore responsabile: Domenico Marino<br />
Capo re<strong>da</strong>ttore: Gianpaolo Iacobini<br />
Segretaria di re<strong>da</strong>zione: Giuseppe Malomo<br />
Raffaele Vidiri<br />
Re<strong>da</strong>zione: S.E. Vincenzo Bertolone, Antonella Accattato,<br />
Vincenzo Alvaro, don Francesco Candia, Roberto<br />
Fittipaldi, Salvatore Di Gesù, Delia Lanzillotta, don Giovanni<br />
Maurello, Annamaria Partepilo, Giuseppe Roseti,<br />
Gaetano Zaccato<br />
Hanno collaborato a questo numero:<br />
Rosella Antonelli, Mariella Arcidiacono, Angelo Biscardi,<br />
Mario Brandi, Noemi Cimbalo, Davide Di Leone, Biagio<br />
Giuseppe Faillace, Valentina Gioiella, Maria Teresa Laino,<br />
Angela Marino, Lucia Mazzei, Giorgio Petrelli, Maurizio<br />
Pricoli, Eduardo Rubini<br />
Impaginazione: Gaetano Zaccato<br />
Stampa: AGM, Via Daniel Bovè 5, 87012 Castrovillari (CS)<br />
www.agm.calabria.it<br />
Direzione, re<strong>da</strong>zione, amministrazione:<br />
Via Torto Ospizio, 1 87011 Cassano all’Jonio<br />
tel e fax 0981.71442<br />
mail: abbraccio@dioce<strong>si</strong>cassanoalloionio.it<br />
ucs@dioce<strong>si</strong>cassanoalloionio.it<br />
Per sottoscrivere l’abbonamento al <strong>per</strong>iodico di informazione<br />
della Dioce<strong>si</strong> di Cassano all’Ionio basta versare la cifra<br />
di 15 € (ordinario), 30 € (ordinario fuori dioce<strong>si</strong>), 40€<br />
(socio sostenitore) sul c/c n° 13001870 intestato a Curia<br />
Vescovile - Cassano all’Jonio e spedire la ricevuta di<br />
versamento a : Ufficio Comunicazioni Sociali, Via Torto<br />
Ospizio, 1 87011 Cassano all’Jonio (CS)<br />
Il trattamento dei <strong>da</strong>ti <strong>per</strong>sonali è as<strong>si</strong>curato in<br />
conformità alla normativa vigente.<br />
Il materiale inviato, anche se non pubblicato,<br />
non sarà restituito.<br />
La collaborazione è <strong>da</strong> intender<strong>si</strong> a titolo gratuito.<br />
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~<br />
L’Abbraccio è anche sul <strong>si</strong>to diocesano<br />
www.dioce<strong>si</strong>cassanoalloionio.it<br />
dicembre 2010 • 15
16<br />
dicembre 2010 •<br />
Per Grazia di Dio e della Sede Apostolica<br />
Vescovo<br />
di<br />
Cassano all’Jonio<br />
Causa di beatificazione e canonizzazione<br />
del reverendo sacerdote<br />
DON CARLO DE CARDONA<br />
sacerdote diocesano<br />
EDITTO<br />
Il 10 marzo 1958 concludeva nella pace del Signore la propria giornata terrena in Morano Calabro (CS) il<br />
reverendo sac. don Carlo De Cardona, sacerdote diocesano dell'Arcidioce<strong>si</strong> di Cosenza e illustre conterraneo della<br />
nostra Chiesa diocesana.<br />
Don Carlo, sacerdote obbediente a Cristo e alla Chiesa, instancabile educatore e difensore della giustizia<br />
sociale e della soli<strong>da</strong>rietà umana, ha creduto fortemente nella pos<strong>si</strong>bilità di accor<strong>da</strong>re la vita e la politica sociale<br />
col vangelo, <strong>da</strong>ndo vita a iniziative educative e sociali atte a promuovere lo sviluppo civile, spirituale e religioso<br />
del nostro territorio calabrese.<br />
Essendo an<strong>da</strong>ti aumentando, col passare degli anni, l'interesse <strong>per</strong> il suo o<strong>per</strong>ato e il suo pen<strong>si</strong>ero, lo studio critico<br />
e pastorale delle sue attività, nonché la sua fama di santità di sacerdote dedito al bene comune e alla crescita<br />
delle anime; essendo stato formalmente richiesto di <strong>da</strong>re inizio alla sua causa di beatificazione e canonizzazione;<br />
avendo ottenuto il nulla osta <strong>si</strong>a <strong>da</strong>i confratelli della Conferenza Episcopale Calabra, <strong>si</strong>a <strong>da</strong> parte della Congregazione<br />
delle Cause dei Santi; nel portarne a conoscenza la Comunità eccle<strong>si</strong>ale, invitiamo tutti e <strong>si</strong>ngoli i fedeli<br />
- sacerdoti, religio<strong>si</strong>/e e laici - a comunicarmi direttamente o a far <strong>per</strong>venire alla Curia vescovile di Cassano<br />
all'Jonio (P.zza S. Eusebio, 87011 Cassano all'Jonio) qual<strong>si</strong>a<strong>si</strong> notizia, <strong>da</strong>lla quale <strong>si</strong> possa in qualche modo<br />
arguire elementi favorevoli o contrari alla fama di santità del reverendo sacerdote don Carlo De Cardona.<br />
Dovendo<strong>si</strong>, inoltre, raccogliere, a norma delle dispo<strong>si</strong>zioni canoniche, tutti gli scritti a lui attribuiti, ordiniamo,<br />
col presente editto, a quanti ne fossero in possesso, di rimettere con debita sollecitudine alla mede<strong>si</strong>ma Curia<br />
vescovile, qual<strong>si</strong>a<strong>si</strong> scritto che abbia come autore il sacerdote don Carlo De Cardona, qualora non <strong>si</strong>a già stato<br />
conseg<strong>nato</strong> alla Postulazione della Causa.<br />
Ricordiamo che col nome di scritti non <strong>si</strong> intendono soltanto le o<strong>per</strong>e stampate, ma anche <strong>mano</strong>scritti, diari, lettere<br />
ed ogni altra scrittura privata del sacerdote De Cardona. Coloro che gradissero conservarne gli originali potranno<br />
presentare o inviare copia autenticata.<br />
Stabiliamo, infine, che il presente editto rimanga affisso <strong>per</strong> la durata di due me<strong>si</strong> all'Albo della Curia vescovile<br />
di Cassano, nella Cattedrale, nelle Chiese parrocchiali della dioce<strong>si</strong> e che venga pubblicato sul Men<strong>si</strong>le diocesano<br />
“L’Abbraccio”, sul Bollettino diocesano e sul quotidiano “Avvenire”.<br />
Lo stesso editto, presentato, accolto e vidimato <strong>da</strong>i Vescovi competenti, sarà ugualmente affisso nelle rispettive<br />
Curie e Chiese diocesane della reverendis<strong>si</strong>ma Arcidioce<strong>si</strong> di Cosenza Bi<strong>si</strong>gnano e nella dioce<strong>si</strong> di Orvieto, presso<br />
le quali il Sacerdote Don Carlo De Cardona ha svolto, in anni diver<strong>si</strong>, il suo ministero.<br />
Dato a Cassano all'Jonio, <strong>da</strong>lla Sede Vescovile, 1° novembre 2010<br />
Solennità di Tutti i Santi<br />
VINCENZO BERTOLONE<br />
Mons. Giuseppe De Cicco<br />
Cancelliere notaio<br />
Vincenzo Bertolone