Portinnesti del pesco Indicazioni per la corretta progettazione

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TECNICA 19 19 ........................................................................................................................................................................... Por or ortinnesti or tinnesti consigliati consigliati Terreni erreni privi privi di di anomalie anomalie Nei terreni che non hanno mai ospitato pesco, o che siano stati sottoposti ad adeguate rotazioni colturali, sciolti, con basso tenore di calcare attivo (< 4 – 5%) e non soggetti a ristagni idrici, il portinnesto d’elezione è tuttora il franco. E’determinante utilizzare materiale proveniente da linee di franco selezionate, caratterizzate da elevata omogeneità dei semenzali e da stato sanitario controllato. Nell’ambito di tutte le selezioni di franco saggiate, quelle consigliate (tab. 1) sono, in ordine decrescente di vigoria indotta, Montclar ® Chanturgue*, B2 e A5. (BOX1) Reim eim eimpiant eim piant pianto piant Gli areali piemontesi con caratteristiche pedo-climatiche idonee al pesco sono limitati; la loro vocazionalità costringe spesso al loro riutilizzo, con la medesima specie, per cicli successivi. Tale pratica, che si definisce reimpianto o “ristoppio”, pone dei problemi. Le radici delle piante da frutto, ed in particolare del pesco, rilasciano nel terreno tossine (amigdalina, ecc.), che lo rendono inadatto a riospitare la stessa specie (stanchezza del terreno). Il “franco”, portinnesto di riferimento ottenuto da semenzali della stessa specie (selvatici di pesco), può essere utilizzato per un solo ciclo produttivo; per gli impianti successivi occorre ripiegare su portinnesti di specie botanicamente differenti ed idonei al reimpianto. Sono disponibili portinnesti di varia e talora complessa origine botanica, che hanno dimostrato resistenza alla “stanchezza”, suddivisi per classi di vigoria indotta e adattamento a diverse tipologie pedologiche (tab. 1). Terreni erreni erreni pesanti pesanti pesanti E’ una condizione pedologica frequente in collina, dove è peraltro dislocata una peschicoltura di qualità: Roero, Monferrato, collina Torinese, ecc. Presentano matrice argillosa, che trattiene l’acqua. Periodi prolungati di precipitazioni, in particolare nel periodo primaverile, lasciano le radici “a mollo”, provocando fenomeni di asfissia, fino alla morte dell’albero. In queste condizioni sono del tutto controindicate le selezioni di franco e gli incroci pesco x mandorlo. I portinnesti adatti si trovano nel gruppo botanico dei susini. Nel Roero era storicamente diffuso il “susino di Castellinaldo”, assurto a notorietà nazionale, ora abbandonato per la mancanza di selezione sanitaria e l’elevata attitudine pollonifera. Più recentemente si ...... è fatto ricorso con successo a Julior ® Ferdor*, il cui unico ma grave difetto è rappresentato dalla eccessiva emissione di polloni. L’alternativa oggi proponibile è costituita dal recente Ishtara ® Ferciana*, non pollonifero e in più idoneo al reimpianto. (BOX2) Por or ortinnesti or tinnesti pr prome pr ome omett ome tt ttenti tt enti Esaurita la lista dei portinnesti consigliati, presentiamo quelli che sono in una prima fase di sperimentazione, anche in pieno campo, ma sui quali non si è ancora in grado di formulare un giudizio definitivo. Tra i franchi, l’A7 A7 A7,, A7 saggiato dal CReSO in collaborazione con l’ITAA-Sez. di Verzuolo, ha fornito buoni risultati per produttività e caratteristiche qualitative dei frutti ed per il controllo della vigoria risultata inferiore del 20 % rispetto al Montclar ® Chanturgue*. Tra gli ibridi di pesco con altre specie, il Cadaman Cadaman® Avimag* , P. persica x P. davidiana, ottenuto in Ungheria, ha un comportamento simile a quello del Barrier 1, con cui condivide i genitori. In valutazione come alternativa al GF 677. Tetra* tra* e e PP Penta* PP enta* enta* enta*. enta* Cloni di P. domestica selezionati dall’Istituto per la Frutticoltura di Roma sono promettenti come portinnesti polivalenti per il pesco, susino e albicocco. La loro adattabilità a terreni asfittici li candida come alternativa al MrS 2/5. Restano da verificare l’idoneità al reimpianto e l’attitudine pollonifera, peraltro assente o scarsa nei primi anni di osservazione. Tra i due cloni il Tetra* risulta di media vigoria, circa il 30 % in meno rispetto al GF 677, mentre il Penta appare più vigoroso (15 % in meno del GF 677). Por or ortinnesti or tinnesti sconsigliati sconsigliati Le prove di valutazione comparativa hanno permesso di evidenziare le caratteristiche negative di alcuni portinnesti ancora in commercio, tali da relegarli nella lista di quelli sconsigliati per il Piemonte (tabella 2). Nell’ambito dei franchi, la selezione A6 A6 è stata scartata per eccessiva vigoria indotta ed elevata sensibilità ad Agrobacterium. Il Rubira* ubira* ubira*, ubira* pesco a foglia rossa, ha avuto una certa diffusione, anche in pieno campo. Sono emersi aspetti negativi: fenomeni di deperimento, di origine non chiarita. Se ne sconsiglia pertanto il suo utilizzo in ragione peraltro della completa gamma di franchi a disposizione. Tra i cloni di susino, Citation Citation® Zaipime* e il Jaspi Jaspi® Fereley*, entrambi testati nella prova portinnesti del MiPAF nella Az. Sperimentale del CReSO, hanno evi- Agricoltura/38
20 20 AGRICOLTURA ........................................................................................................................................................................... ...... INFORMAZIONE TECNICA Montclar Montclar® Chanturgue* Chanturgue* Linea di pesco selezionata presso la Stazione Sperimentale della Grande Ferrade. Induce vigoria elevata. Il vigore rientra nella fascia di Missour, selezione di franco di origine magrebina, resistente alla siccità, di nessun interesse per la peschicoltura piemontese, non disponibile in buone condizioni sanitarie (è affetto da virosi e batteriosi). Quest’ultimo è incomprensibilmente il portinnesto più diffuso, in quanto reperibile a basso costo sui comuni circuiti vivaistici: tale fatto la dice lunga sulla professionalità del vivaismo peschicolo nazionale! Consigliato in terreni di media o scarsa fertilità, o in combinazione con cultivar di vigoria non elevata, è gia in diffusione nel nostro areale con positivi riscontri di pieni campo. B2 B2 Selezione di franco ottenuta presso il DCDSL dell’Università di Pisa, è caratterizzata da una vigoria media, inferiore del 20% rispetto al GF 677. La collocazione nella fascia intermedia di vigoria, lo rende particolarmente idonee a corrette combinazioni cultivar/portinnesto, con la maggior parte delle varietà inserite nelle liste di programmazione. L’impiego ingiustificato di portinnesti vigorosi, quali GF 677 o il famigerato Missour, dettato unicamente dalla facile reperibilità del materiale vivaistico, provoca squilibri vegeto-produttivi, che incidono pesantemente sulla qualità del frutto. A5 A5 Altra selezione di franco ottenuta dal DCDSL dell’Università di Pisa, si colloca nella fascia dei portinnesti di scarsa vigoria, quantificabile nel 30 – 35 % in meno rispetto al GF 677. Consigliato in terreni di elevata fertilità, in combinazione con cultivar vigorose, o in impianti ad alta densità. Bo Box Bo x 1: 1: P PPor PP or or ortinnesti or tinnesti di di pesco pesco franco franco GF GF 67 677 67 Incrocio di pesco per mandorlo largamente diffuso per l’ampia e sicura idoneità al reimpianto. Rappresenta il soggetto di riferimento per i terreni con elevata percentuale di calcare attivo e con scarsa disponibilità idrica; mentre è assolutamente da evitare nei terreni “pesanti”, asfittici, soggetti a ristagni idrici. Si colloca nella classe più alta di vigore, rendendolo inadatto a terreni di elevata fertilità e in combinazione con cultivar vigorose. Ha un ciclo vegetativo molto lungo: germogliamento precoce e anticipo della fioritura espongono il pescheto alle gelate tardive. Posticipa la maturazione di alcuni giorni rispetto ai franchi e ai susini. Barrier Barrier 1 1 Ibrido di Prunus persica x Prunus davidiana. Presenta apparato radicale espanso e profondo; induce un volume della chioma uguale o di poco inferiore rispetto al GF 677. Maggiore al GF 677 risulta invece la vigoria intesa come densità di rami ovvero elevata tendenza al rinnovo vegetativo della chioma. Presenta dunque maggior esigenza di potatura verde. E’idoneo al reimpianto. L’efficienza produttiva non si differenzia significativamente rispetto al GF 677, mentre migliora il peso medio dei frutti, che risulta il più alto in assoluto come si può osservare nel grafico 3. Rispetto al GF 677, appare meno sensibile alle infezioni da Agrobacterium spp. e Phythophtora spp. e ai nematodi galligeni; inoltre risulta meno sensibile all’asfissia radicale, proponendosi come interessante alternativa al GF 677. MrS MrS 2/5 2/5 Selezione di susino di origine complessa è presente nella lista dei portinnesti consigliati in Piemonte da molti anni, e rappresenta attualmente un riferimento per i reimpianti di pesco in terreni fertili o molto fertili, in virtù della scarsa vigoria indotta (30 % in meno del franco), pesanti e soggetti ad asfissia radicale o con tenore di calcare attivo abbastanza elevati (9 % circa). L’entrata in produzione è rapida e le piante, ad elevata efficienza produttiva, anticipano l’epoca di maturazione dei frutti e ne migliorano la colorazione e le caratteristiche qualitative. I limiti sono legati al breve periodo vegetativo che riduce notevolmente il tempo utile per l’innesto e rende più onerosa la gestione in vivaio, ma soprattutto all’intensa attitudine pollonifera, che si evidenzia, a partire dal 5 – 6 anno dall’impianto, non solo al colletto delle piante, ma in tutta l’area di diffusione delle radici. Ishtara Ishtara Ishtara® Ferciana* erciana* Ibrido interspecifico complesso (P. cerasifera x P. salicina) x (P. cerasifera x P. persica), che consente di superare la stanchezza del terreno. La sperimentazione in Piemonte lo ha confermato come il più interessante ibrido di susino idoneo al reimpianto: grazie all’assenza di emissione di polloni, viene proposto come alternativa al collaudato MrS 2/5. La vigoria indotta è media, leggermente superiore a MrS 2/5. Come tutti i susini ben si adatta a terreni pesanti, soggetti ad asfissia radicale e con tenore di calcare attivo medio-alto. Nei terreni freschi e fertili riduce la taglia degli alberi, migliora le caratteristiche qualitative dei frutti (pezzatura, colorazione e sapore), e ne anticipa leggermente l’epoca di maturazione. L’elevata efficienza produttiva (graf. 3), garantisce ottima produttività. Il buon equilibrio vegeto-produttivo inoltre rende meno onerose le tecniche colturali (interventi di potatura verde, raccolta, efficacia degli interventi fitosanitari, ecc.). Bo Box Bo x 2: 2: por portinnesti por tinnesti di di pesco pesco per per t tterreni t erreni pesanti pesanti e e reim reimpiant reim reimpiant piant pianto piant denziato, già dai primi anni di impianto, gravi sintomi di disaffinità e di conseguenza sono stati esclusi dalla prova e sconsigliati per il pesco. Julior Julior® Ferdor*, è una selezione di P. insititia. Avviato alla sperimentazione estesa in pieno campo dalla nostra Unità Operativa, ha mostrato buon adattamento a terreni pesanti, asfittici e soggetti a ristagni idrici, in condizioni estreme per la peschicoltura. In condizioni normali presenta caratteristiche inferiori ad altri susini (Ishtara ® Ferciana*), per efficienza produttiva e caratteristiche qualitative dei frutti. Il difetto più grave è però costituito dall’elevatissima attività pollonifera, che si manifesta già dai primi anni di impianto. Sirio Sirio® , selezione di pesco x mandorlo che induce debolissimo vigore. La riduzione della taglia degli alberi è eccessiva e il rinnovo vegetativo insufficiente. Il gruppo di lavoro portinnesti del MiPAF ha inoltre confermato la sua inidoneità al reimpianto e la sensibilità ai terreni asfittici e di bassa fertilità. Si segnala infine lo scarso accrescimento in vivaio. La La La debolezza debolezza debolezza del del sist sistema sist ema viv vivaistico viv aistico peschicolo peschicolo itaita- liano liano liano Nella progettazione di un pescheto la corretta scelta del portinnesto, in funzione delle caratteristiche pedologiche, varietali (vigoria) e colturali (forma di allevamento e conseguenti sesti di impianto) è, in funzione di quanto sopra esposto, possibile con scarsi margini di errore. Purtroppo dalla programmazione al reperimento del materiale vivaistico il processo spesso si inceppa. Il settore vivaistico, giustamente attento alla promozione e alla salvaguardia delle proprie
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