Sindrome delle apnee ostruttive nel sonno - Studio Medico Strasburgo

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21.06.2013 Views

CliniCa una OSAS occulta in individui obesi. È stato dimostrato che nella OSAS il rischio relativo di presentare la sindrome metabolica è aumentato di oltre 9 volte, e che esiste un’associazione - indipendente da altri fattori - tra OSAS, ipertensione arteriosa e livelli di insulina. Oltre a ciò è stata dimostrata un’associazione tra l’OSAS, l’insulino-resistenza e i livelli plasmatici di leptina, indipendentemente dal grado di obesità. La leptina è una citochina infiammatoria prodotta dagli adipociti, considerata fondamentale nella regolazione del peso in quanto capace di azione soppressiva dell’appetito a livello ipotalamico; ma oltre agli effetti antiobesità la leptina esercita anche importanti effetti sul controllo della respirazione. Studi recenti hanno aperto la strada all’ipotesi che l’OSAS comporti uno stato di leptino-resistenza. Per l’insulino-resistenza è già disponibile la dimostrazione che la sensibilità all’insulina nei soggetti non obesi migliora da subito con il trattamento della OSAS (dopo solo due giorni di ventiloterapia). ❚❚ Conseguenze cliniche In pratica, le evidenze citate hanno un impatto straordinario sia dal punto di vista speculativo sia da quello clinico. Da esse deriva la possibilità reale di indirizzare l’obiettivo terapeutico nei confronti dell’OSAS non solo al miglioramento della ipersonnolenza diurna e della qualità della vita, ma anche - e soprattutto - di estenderlo al raggiungimento di una sostanziale riduzione del rischio cardiovascolare. Personalmente ritengo che vada posta particolare attenzione da parte di tutti noi, in quanto è frustrante valutare pazienti con recente diagnosi di OSAS con pregressi infarti o ictus in anamnesi: questo è un campo fantastico per fare davvero medicina preventiva. ❚❚ Gestione della diagnosi Sebbene la diagnosi definitiva di OSAS sia di competenza del gruppo di specialisti che si dedica a questa patologia nei centri di riferimento, al medico di famiglia spetta il ruolo estremamente importante e delicato di “gestire” tale 22 M.D. Medicinae Doctor - Anno XVI numero 15 - 29 aprile 2009 diagnosi in modo di massimizzare i benefici per il paziente. Ciò significa: • decidere quali casi devono essere avviati al protocollo diagnostico e motivare adeguatamente il paziente a tale fine; • spiegare al paziente il significato e le conseguenze di un’eventuale diagnosi positiva, fornendo un supporto per la difficile scelta terapeutica tra supporto ventilatorio permanente e intervento chirurgico; • in caso di diagnosi negativa ottenuta con monitoraggio ambulatoriale riconoscere o sospettare i casi che dovrebbero eseguire una valutazione più approfondita in un laboratorio del sonno; • continuare a seguire il paziente anche durante e/o dopo il trattamento successivo alla diagnosi. Ciò può significare monitorare l’effettivo utilizzo della c-PAP tutte le notti da parte del paziente in ventiloterapia, e aiutarlo ad affrontare i problemi che possono mettere a rischio la compliance al trattamento (rinosinusite o poliposi nasale, irritazione congiuntivale per cattiva “tenuta” della maschera). Nel paziente sottoposto a chirurgia, il medico di famiglia dovrà pretendere che il soggetto esegua un esame polisonnografico di controllo post-operatorio e potrà aiutarlo a impegnarsi a non aumentare di peso in modo rilevante dopo l’intervento. ❚❚ Conclusioni Da quanto pur sommariamente esposto e dalle linee guida terapeutiche disponibili derivano le seguenti evidenze: 1. si dovrebbero sottoporre a indagine diagnostica per sospetta OSAS i pazienti con: • ipertensione arteriosa resistente alla terapia medica; • ipertensione arteriosa e obesità (BMI>30); • ipertensione arteriosa che a un monitoraggio Holter non manifesti riduzione dei valori pressori durante la notte o addirittura manifesti un loro aumento; • coronaropatia; • anamnesi di TIA o patologie cerebrovascolari; • evidente ostruzione dell’istmo delle fauci per ipertrofia tonsillare-linguale e/o prolasso del velo palatino; • sintomatologia di sonnolenza diurna; • sintomatologia correlata a reflusso gastroesofageo, che tende a recidivare dopo il trattamento anche al di fuori dei periodi canonici (primaverile e autunnale), dopo avere escluso la presenza di infezione da Helicobacter pylori; • riferito decadimento della qualità della vita per disturbi delle funzioni cognitive, dell’umore o del comportamento senza altre spiegazioni; • soggetti decisi a cercare un intervento per eliminare il russamento abituale (mai operare per un russamento senza sapere se questo si associa a OSAS). 2. La diagnosi di OSAS non potrà essere trascurata una volta posta, così come nessuno trascurerebbe una diagnosi di diabete mellito. 3. Il trattamento della OSAS richiede l’utilizzo permanente di un sussidio ventilatorio o l’esecuzione di una o più procedure chirurgiche; inoltre spesso vanno associate modifiche dello stile di vita per ridurre il sovrappeso. Certamente la riduzione del sovrappeso è più critica in caso di opzione chirurgica, mentre la ventiloterapia può essere ugualmente efficace, a patto di aumentare il livello di pressione positiva utilizzato. 4. Non vi sono linee guida terapeutiche per l’OSAS che riportino l’indicazione di rimandare l’adozione di un provvedimento efficace in attesa che il paziente riesca a calare di peso, a prescindere dall’effettiva adozione di una strategia dietetica e motoria adeguata all’obiettivo. Un simile atteggiamento può essere accettato solo in caso di russamento semplice. 5. Questa impegnativa patologia richiede grande impegno, ma ripaga anche con grandi soddisfazioni, perché la correzione dell’OSAS, che si ottiene con un intervento chirurgico ben adattato alle caratteristiche del paziente, oppure con l’utilizzo della c-PAP, consente spesso di vedere una patologia “cronica” come un’ipertensione arteriosa di vecchia data risolta fin dai primi giorni post-operatori: è il caso di 3 pazienti ipertesi su 4 negli ultimi 6 casi consecutivi operati nella nostra U.O.C. negli ultimi due mesi (è in corso uno studio per valutare anche il rapporto con la sindrome metabolica). Bibliografia disponibile online www.passonieditore.it - www.aimef.org

CliniCa<br />

una OSAS occulta in individui obesi. È<br />

stato dimostrato che <strong>nel</strong>la OSAS il rischio<br />

relativo di presentare la sindrome<br />

metabolica è aumentato di oltre 9 volte,<br />

e che esiste un’associazione - indipendente<br />

da altri fattori - tra OSAS, ipertensione<br />

arteriosa e livelli di insulina.<br />

Oltre a ciò è stata dimostrata un’associazione<br />

tra l’OSAS, l’insulino-resistenza<br />

e i livelli plasmatici di leptina, indipendentemente<br />

dal grado di obesità.<br />

La leptina è una citochina infiammatoria<br />

prodotta dagli adipociti, considerata<br />

fondamentale <strong>nel</strong>la regolazione del<br />

peso in quanto capace di azione soppressiva<br />

dell’appetito a livello ipotalamico;<br />

ma oltre agli effetti antiobesità la<br />

leptina esercita anche importanti effetti<br />

sul controllo della respirazione.<br />

Studi recenti hanno aperto la strada<br />

all’ipotesi che l’OSAS comporti uno<br />

stato di leptino-resistenza.<br />

Per l’insulino-resistenza è già disponibile<br />

la dimostrazione che la sensibilità<br />

all’insulina nei soggetti non obesi migliora<br />

da subito con il trattamento<br />

della OSAS (dopo solo due giorni di<br />

ventiloterapia).<br />

❚❚<br />

Conseguenze cliniche<br />

In pratica, le evidenze citate hanno un<br />

impatto straordinario sia dal punto di<br />

vista speculativo sia da quello clinico.<br />

Da esse deriva la possibilità reale di<br />

indirizzare l’obiettivo terapeutico nei<br />

confronti dell’OSAS non solo al miglioramento<br />

della iper<strong>sonno</strong>lenza diurna e<br />

della qualità della vita, ma anche - e<br />

soprattutto - di estenderlo al raggiungimento<br />

di una sostanziale riduzione del<br />

rischio cardiovascolare.<br />

Personalmente ritengo che vada posta<br />

particolare attenzione da parte di tutti<br />

noi, in quanto è frustrante valutare pazienti<br />

con recente diagnosi di OSAS<br />

con pregressi infarti o ictus in anamnesi:<br />

questo è un campo fantastico per<br />

fare davvero medicina preventiva.<br />

❚❚<br />

Gestione della diagnosi<br />

Sebbene la diagnosi definitiva di OSAS<br />

sia di competenza del gruppo di specialisti<br />

che si dedica a questa patologia<br />

nei centri di riferimento, al medico di<br />

famiglia spetta il ruolo estremamente<br />

importante e delicato di “gestire” tale<br />

22 M.D. Medicinae Doctor - Anno XVI numero 15 - 29 aprile 2009<br />

diagnosi in modo di massimizzare i<br />

benefici per il paziente.<br />

Ciò significa:<br />

• decidere quali casi devono essere avviati<br />

al protocollo diagnostico e motivare<br />

adeguatamente il paziente a tale fine;<br />

• spiegare al paziente il significato e le<br />

conseguenze di un’eventuale diagnosi<br />

positiva, fornendo un supporto per la<br />

difficile scelta terapeutica tra supporto<br />

ventilatorio permanente e intervento<br />

chirurgico;<br />

• in caso di diagnosi negativa ottenuta<br />

con monitoraggio ambulatoriale riconoscere<br />

o sospettare i casi che dovrebbero<br />

eseguire una valutazione più approfondita<br />

in un laboratorio del <strong>sonno</strong>;<br />

• continuare a seguire il paziente anche<br />

durante e/o dopo il trattamento<br />

successivo alla diagnosi.<br />

Ciò può significare monitorare l’effettivo<br />

utilizzo della c-PAP tutte le notti da parte<br />

del paziente in ventiloterapia, e aiutarlo<br />

ad affrontare i problemi che possono<br />

mettere a rischio la compliance al trattamento<br />

(rinosinusite o poliposi nasale,<br />

irritazione congiuntivale per cattiva “tenuta”<br />

della maschera). Nel paziente<br />

sottoposto a chirurgia, il medico di famiglia<br />

dovrà pretendere che il soggetto<br />

esegua un esame poli<strong>sonno</strong>grafico di<br />

controllo post-operatorio e potrà aiutarlo<br />

a impegnarsi a non aumentare di peso<br />

in modo rilevante dopo l’intervento.<br />

❚❚<br />

Conclusioni<br />

Da quanto pur sommariamente esposto<br />

e dalle linee guida terapeutiche disponibili<br />

derivano le seguenti evidenze:<br />

1. si dovrebbero sottoporre a indagine<br />

diagnostica per sospetta OSAS i pazienti<br />

con:<br />

• ipertensione arteriosa resistente alla<br />

terapia medica;<br />

• ipertensione arteriosa e obesità<br />

(BMI>30);<br />

• ipertensione arteriosa che a un monitoraggio<br />

Holter non manifesti riduzione<br />

dei valori pressori durante la notte o<br />

addirittura manifesti un loro aumento;<br />

• coronaropatia;<br />

• anamnesi di TIA o patologie cerebrovascolari;<br />

• evidente ostruzione dell’istmo <strong>delle</strong><br />

fauci per ipertrofia tonsillare-linguale<br />

e/o prolasso del velo palatino;<br />

• sintomatologia di <strong>sonno</strong>lenza diurna;<br />

• sintomatologia correlata a reflusso<br />

gastroesofageo, che tende a recidivare<br />

dopo il trattamento anche al di fuori<br />

dei periodi canonici (primaverile e autunnale),<br />

dopo avere escluso la presenza<br />

di infezione da Helicobacter pylori;<br />

• riferito decadimento della qualità<br />

della vita per disturbi <strong>delle</strong> funzioni<br />

cognitive, dell’umore o del comportamento<br />

senza altre spiegazioni;<br />

• soggetti decisi a cercare un intervento<br />

per eliminare il russamento abituale<br />

(mai operare per un russamento senza<br />

sapere se questo si associa a OSAS).<br />

2. La diagnosi di OSAS non potrà essere<br />

trascurata una volta posta, così come<br />

nessuno trascurerebbe una diagnosi di<br />

diabete mellito.<br />

3. Il trattamento della OSAS richiede<br />

l’utilizzo permanente di un sussidio ventilatorio<br />

o l’esecuzione di una o più procedure<br />

chirurgiche; inoltre spesso vanno<br />

associate modifiche dello stile di vita per<br />

ridurre il sovrappeso. Certamente la riduzione<br />

del sovrappeso è più critica in<br />

caso di opzione chirurgica, mentre la<br />

ventiloterapia può essere ugualmente<br />

efficace, a patto di aumentare il livello di<br />

pressione positiva utilizzato.<br />

4. Non vi sono linee guida terapeutiche<br />

per l’OSAS che riportino l’indicazione<br />

di rimandare l’adozione di un<br />

provvedimento efficace in attesa che il<br />

paziente riesca a calare di peso, a prescindere<br />

dall’effettiva adozione di una<br />

strategia dietetica e motoria adeguata<br />

all’obiettivo. Un simile atteggiamento<br />

può essere accettato solo in caso di<br />

russamento semplice.<br />

5. Questa impegnativa patologia richiede<br />

grande impegno, ma ripaga anche<br />

con grandi soddisfazioni, perché la correzione<br />

dell’OSAS, che si ottiene con un<br />

intervento chirurgico ben adattato alle<br />

caratteristiche del paziente, oppure con<br />

l’utilizzo della c-PAP, consente spesso di<br />

vedere una patologia “cronica” come<br />

un’ipertensione arteriosa di vecchia data<br />

risolta fin dai primi giorni post-operatori:<br />

è il caso di 3 pazienti ipertesi su 4 negli<br />

ultimi 6 casi consecutivi operati <strong>nel</strong>la<br />

nostra U.O.C. negli ultimi due mesi (è in<br />

corso uno studio per valutare anche il<br />

rapporto con la sindrome metabolica).<br />

Bibliografia disponibile online<br />

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