Download (677Kb) - Unitn-eprints - Università degli Studi di Trento
Download (677Kb) - Unitn-eprints - Università degli Studi di Trento Download (677Kb) - Unitn-eprints - Università degli Studi di Trento
CAPITOLO PRIMO LA NORMATIVA EUROPEA IN MATERIA DI RETI PRIVATE Prima di analizzare la normativa italiana, è opportuno chiarire il quadro normativo europeo. I motivi di interesse sono due. In primo luogo, gran parte della normativa italiana dà attuazione alle direttive europee. Un’analisi preliminare della normativa europea serve a chiarire l’origine e il significato delle scelte effettuate dal legislatore e dal regolatore italiano, sia sul piano delle regole sostanziali che delle definizioni. In secondo luogo, la normativa europea contiene alcuni principi vincolanti che trovano applicazione alle reti private. È il caso dell’obbligo di garantire l’accesso di terzi, disciplinato dalle direttive elettricità e oggetto di una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea. Inoltre, il Terzo Pacchetto Energia del 2009 ha introdotto la nozione di sistemi di distribuzione chiusi (SDC), e cioè una prima disciplina europea delle reti private. Come vedremo, la norma di attuazione italiana su questo aspetto è tutt’altro che soddisfacente. Ma la disciplina europea dei SDC può fornire utili spunti per la futura regolazione delle reti private. Inoltre, l’introduzione dei SDC nella legislazione europea ha permesso di avviare un dibattito sul ruolo delle reti private in diversi Stati Membri. Di tale dibattito daremo conto nel quinto capitolo. Il par. 1.1 illustra alcune definizioni per le infrastrutture che presentano punti di contatto con le reti private. Il par. 1.2 discute la sentenza della Corte di Giustizia che per la prima volta si è occupata della collocazione delle reti private nel diritto europeo dell’energia. Il par. 1.3 analizza la disciplina dei SDC introdotta dal Terzo Pacchetto. Il par. 1.4 descrive le regole sui SDC inserite nei codici di rete europei. Il par.
- Page 1: GIUSEPPE BELLANTUONO REGOLAZIONE E
- Page 4 and 5: PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA ©
- Page 7 and 8: INDICE Pag. INTRODUZIONE Generazion
- Page 9 and 10: INTRODUZIONE GENERAZIONE DISTRIBUIT
- Page 11 and 12: GENERAZIONE DISTRIBUITA E RETI PRIV
- Page 13 and 14: GENERAZIONE DISTRIBUITA E RETI PRIV
- Page 15: GENERAZIONE DISTRIBUITA E RETI PRIV
- Page 19 and 20: LA NORMATIVA EUROPEA medesime previ
- Page 21 and 22: LA NORMATIVA EUROPEA Si tratta di
- Page 23 and 24: LA NORMATIVA EUROPEA l’adempiment
- Page 25 and 26: LA NORMATIVA EUROPEA stori di reti.
- Page 27 and 28: LA NORMATIVA EUROPEA ciascun utente
- Page 29 and 30: LA NORMATIVA EUROPEA senza distinzi
- Page 31 and 32: LA NORMATIVA EUROPEA le reti privat
- Page 33 and 34: CAPITOLO SECONDO LA NORMATIVA ITALI
- Page 35 and 36: LA NORMATIVA ITALIANA la costruzion
- Page 37 and 38: LA NORMATIVA ITALIANA trattava di u
- Page 39 and 40: LA NORMATIVA ITALIANA 14s.). Second
- Page 41 and 42: LA NORMATIVA ITALIANA mento di cons
- Page 43 and 44: LA NORMATIVA ITALIANA tamente. È p
- Page 45 and 46: LA NORMATIVA ITALIANA necessario in
- Page 47 and 48: LA NORMATIVA ITALIANA Tabella 2. Ca
- Page 49 and 50: LA NORMATIVA ITALIANA a) deve tratt
- Page 51 and 52: LA NORMATIVA ITALIANA funzionalment
- Page 53 and 54: LA NORMATIVA ITALIANA tale obbligo
- Page 55 and 56: LA NORMATIVA ITALIANA 3) Con specif
- Page 57 and 58: LA NORMATIVA ITALIANA 6) Per quanto
- Page 59 and 60: LA NORMATIVA ITALIANA dall’impres
- Page 61 and 62: LA NORMATIVA ITALIANA Tabella 3. Ca
- Page 63 and 64: LA NORMATIVA ITALIANA distributrice
- Page 65 and 66: LA NORMATIVA ITALIANA potrebbero ri
CAPITOLO PRIMO<br />
LA NORMATIVA EUROPEA<br />
IN MATERIA DI RETI PRIVATE<br />
Prima <strong>di</strong> analizzare la normativa italiana, è opportuno chiarire il<br />
quadro normativo europeo. I motivi <strong>di</strong> interesse sono due. In primo<br />
luogo, gran parte della normativa italiana dà attuazione alle <strong>di</strong>rettive<br />
europee. Un’analisi preliminare della normativa europea serve a chiarire<br />
l’origine e il significato delle scelte effettuate dal legislatore e dal<br />
regolatore italiano, sia sul piano delle regole sostanziali che delle definizioni.<br />
In secondo luogo, la normativa europea contiene alcuni principi<br />
vincolanti che trovano applicazione alle reti private. È il caso dell’obbligo<br />
<strong>di</strong> garantire l’accesso <strong>di</strong> terzi, <strong>di</strong>sciplinato dalle <strong>di</strong>rettive elettricità<br />
e oggetto <strong>di</strong> una sentenza della Corte <strong>di</strong> Giustizia dell’Unione europea.<br />
Inoltre, il Terzo Pacchetto Energia del 2009 ha introdotto la nozione <strong>di</strong><br />
sistemi <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione chiusi (SDC), e cioè una prima <strong>di</strong>sciplina europea<br />
delle reti private. Come vedremo, la norma <strong>di</strong> attuazione italiana su<br />
questo aspetto è tutt’altro che sod<strong>di</strong>sfacente. Ma la <strong>di</strong>sciplina europea<br />
dei SDC può fornire utili spunti per la futura regolazione delle reti private.<br />
Inoltre, l’introduzione dei SDC nella legislazione europea ha permesso<br />
<strong>di</strong> avviare un <strong>di</strong>battito sul ruolo delle reti private in <strong>di</strong>versi Stati<br />
Membri. Di tale <strong>di</strong>battito daremo conto nel quinto capitolo.<br />
Il par. 1.1 illustra alcune definizioni per le infrastrutture che<br />
presentano punti <strong>di</strong> contatto con le reti private. Il par. 1.2 <strong>di</strong>scute la sentenza<br />
della Corte <strong>di</strong> Giustizia che per la prima volta si è occupata della<br />
collocazione delle reti private nel <strong>di</strong>ritto europeo dell’energia. Il par.<br />
1.3 analizza la <strong>di</strong>sciplina dei SDC introdotta dal Terzo Pacchetto. Il par.<br />
1.4 descrive le regole sui SDC inserite nei co<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> rete europei. Il par.