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LA GOVERNANCE DELLE RETI PRIVATE<br />

ro avere le cooperative, laddove non siano in grado <strong>di</strong> procurarsi ade-<br />

guate competenze tecniche.<br />

Più complessa la valutazione relativa alla gestione dei rapporti<br />

interni. Nel caso del consorzio, occorre evitare che il ricorso al criterio<br />

dell’unanimità aumenti i costi organizzativi. Questo problema può esse-<br />

re facilmente evitato ricorrendo allo schema della società consortile e<br />

utilizzando le strutture <strong>di</strong> governo del <strong>di</strong>ritto societario. Il contratto <strong>di</strong><br />

rete dovrebbe garantire una gestione ottimale dei rapporti interni, alme-<br />

no nei casi in cui tale struttura riesca a realizzare una piena con<strong>di</strong>visione<br />

<strong>degli</strong> obiettivi e delle risorse fra gli aderenti. Anche la cooperativa,<br />

d’altra parte, può contare <strong>di</strong> solito su modalità <strong>di</strong> gestione che attribuiscono<br />

priorità agli interessi dei soci. Meno positiva è la valutazione per<br />

ESCo e PPP. In questi casi la tutela <strong>degli</strong> utenti <strong>di</strong>pende dalla capacità<br />

del committente o contraente pubblico <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>sporre adeguate misure<br />

<strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a negli accor<strong>di</strong> contrattuali con la ESCo o il contraente<br />

privato. Inoltre, il committente o contraente pubblico dovrebbe <strong>di</strong>sporre<br />

<strong>di</strong> strumenti <strong>di</strong> monitoraggio costante per tutta la durata del rapporto e<br />

<strong>di</strong> poteri <strong>di</strong> intervento nel caso <strong>di</strong> controversie. Laddove tali soluzioni<br />

non siano <strong>di</strong>sponibili, la gestione dei rapporti interni rischia <strong>di</strong> essere<br />

fortemente inadeguata.<br />

L’ultimo aspetto da considerare riguarda l’adattamento nel<br />

tempo della RPr, sia dal punto <strong>di</strong> vista della sua configurazione che del<br />

numero e tipo <strong>di</strong> partecipanti. Sotto questo profilo, nessuna delle strutture<br />

considerate offre soluzioni ottimali. Consorzi, contratti <strong>di</strong> rete e<br />

cooperative dovrebbero assicurare una buona capacità <strong>di</strong> adattamento,<br />

ma solo a con<strong>di</strong>zione che i processi decisionali interni non siano ostacolati<br />

da una marcata <strong>di</strong>vergenza <strong>di</strong> interessi. Viceversa, ESCo e PPP potrebbero<br />

avere notevoli <strong>di</strong>fficoltà a garantire l’adattamento nel tempo,<br />

sia per la mancanza <strong>di</strong> procedure collaudate sia per un più evidente <strong>di</strong>sallineamento<br />

<strong>degli</strong> incentivi. Qualora l’adattamento comporti costi ag-<br />

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