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21.06.2013 Views

4 INTRODUZIONE reti private richiedono l’adozione di tecnologie comunemente raggruppate sotto la definizione di reti intelligenti 2 . Queste tecnologie introducono sistemi di comunicazione che rendono possibile il controllo della stabilità delle reti private e la gestione dei rapporti con le reti pubbliche (BASU E AL. 2011; USTUN E AL. 2011; BASAK E AL. 2012). La SEN accenna alla necessità di investire in quest’ambito, ma ancora una volta con riferimento esclusivo alle reti pubbliche. La sperimentazione sul versante delle reti private potrebbe consentire alle imprese italiane di collocarsi in posizione di vantaggio in una filiera tecnologica che sarà senza dubbio di dimensioni globali. L’innovazione tecnologica potrebbe essere accompagnata da innovazioni organizzative, con la nascita di nuove figure di operatori che consentano di coordinare i diversi segmenti della filiera elettrica. È il caso, in particolare, dei cosiddetti “aggregatori”, e cioè intermediari che raggruppano le risorse distribuite di energia (generazione, carichi, accumuli) e offrono servizi energetici ai diversi partecipanti al sistema elettrico (MAURI E AL. 2010). I tre motivi menzionati (integrazione delle fonti rinnovabili, concorrenza e innovazione tecnologica) confermano l’urgenza di un dibattito sul futuro delle infrastrutture elettriche, nel quale trovi posto un’analisi sul ruolo delle reti private. Alcune posizioni sono già delineate, in parte in risposta alla pubblicazione della SEN. Nel novembre 2011 le reti private hanno trovato spazio nelle settanta proposte degli Stati Generali della Green Economy (proposta n. 44). Nelle audizioni parlamentari sulla SEN, associazioni di settore come Federesco e Aper hanno espresso opinioni favorevoli allo sviluppo di reti private. L’attività condotta nell’ambito del POI Energia 2007-2013 conferma che l’obiettivo di incrementare l’efficienza energetica nell’industria italiana non può essere realizzato senza interrogarsi sulla dimensione locale delle misure adottate. 2 Per un’introduzione di carattere generale v. IEA (2011). Sulla regolazione delle smart grids v. BELLANTUONO (2013a).

GENERAZIONE DISTRIBUITA E RETI PRIVATE Questo rapporto cerca di contribuire al dibattito verificando quale tipo di regolazione sia necessaria per consentire alle reti private di partecipare ai mercati elettrici. In questo settore è difficile immaginare qualsiasi cambiamento che non sia accompagnato e sostenuto da un adeguato quadro giuridico. Nessuno dubita che nel settore dell’energia sia particolarmente evidente la stretta connessione tra evoluzione tecnologica e regolazione. La disciplina attuale riflette le scelte tecnologiche compiute nel passato, e cioè la centralizzazione del sistema elettrico con il ricorso a impianti di grande taglia e il trasporto su lunghe distanze. Si tratta, quindi, di una disciplina inadatta ad un sistema che dovrebbe far spazio ad una gestione locale della produzione da impianti di piccola taglia (KÜNNEKE 2008; CARLEY, ANDREWS 2012). Questa “incoerenza” fra evoluzione tecnologica e quadro regolatorio deve essere identificata e risolta. Il principio di riferimento per legislatori e regolatori dovrebbe essere la ‘parità tecnologica’. Se l’attuale quadro regolatorio è stato disegnato per tecnologie centralizzate, occorre modificarlo per garantire che le tecnologie di produzione e distribuzione decentrata siano selezionate qualora si rivelino più efficienti. Ovviamente, un ideale di neutralità tecnologica non è mai realizzabile perché la regolazione è sempre influenzata dalle conoscenze disponibili (BROWNSWORD, GOOD- WIN 2012, p. 408s.). Ma in una fase di radicale cambiamento del sistema elettrico, il principio della parità tecnologica dovrebbe perlomeno garantire che le reti private non siano ostacolate laddove consentano agli utenti di ottenere condizioni più vantaggiose e contribuiscano alla sicurezza e alla sostenibilità finanziaria del sistema. Il rapporto è organizzato come segue. Il primo capitolo descrive le regole principali del diritto europeo dell’energia che sono direttamente rilevanti per la regolazione italiana delle reti private. In particolare, si prende in considerazione la 5

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INTRODUZIONE<br />

reti private richiedono l’adozione <strong>di</strong> tecnologie comunemente raggruppate<br />

sotto la definizione <strong>di</strong> reti intelligenti 2 . Queste tecnologie introducono<br />

sistemi <strong>di</strong> comunicazione che rendono possibile il controllo della<br />

stabilità delle reti private e la gestione dei rapporti con le reti pubbliche<br />

(BASU E AL. 2011; USTUN E AL. 2011; BASAK E AL. 2012). La SEN accenna<br />

alla necessità <strong>di</strong> investire in quest’ambito, ma ancora una volta<br />

con riferimento esclusivo alle reti pubbliche. La sperimentazione sul<br />

versante delle reti private potrebbe consentire alle imprese italiane <strong>di</strong><br />

collocarsi in posizione <strong>di</strong> vantaggio in una filiera tecnologica che sarà<br />

senza dubbio <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni globali. L’innovazione tecnologica potrebbe<br />

essere accompagnata da innovazioni organizzative, con la nascita <strong>di</strong><br />

nuove figure <strong>di</strong> operatori che consentano <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nare i <strong>di</strong>versi segmenti<br />

della filiera elettrica. È il caso, in particolare, dei cosiddetti “aggregatori”,<br />

e cioè interme<strong>di</strong>ari che raggruppano le risorse <strong>di</strong>stribuite <strong>di</strong><br />

energia (generazione, carichi, accumuli) e offrono servizi energetici ai<br />

<strong>di</strong>versi partecipanti al sistema elettrico (MAURI E AL. 2010).<br />

I tre motivi menzionati (integrazione delle fonti rinnovabili,<br />

concorrenza e innovazione tecnologica) confermano l’urgenza <strong>di</strong> un<br />

<strong>di</strong>battito sul futuro delle infrastrutture elettriche, nel quale trovi posto<br />

un’analisi sul ruolo delle reti private. Alcune posizioni sono già delineate,<br />

in parte in risposta alla pubblicazione della SEN. Nel novembre<br />

2011 le reti private hanno trovato spazio nelle settanta proposte <strong>degli</strong><br />

Stati Generali della Green Economy (proposta n. 44). Nelle au<strong>di</strong>zioni<br />

parlamentari sulla SEN, associazioni <strong>di</strong> settore come Federesco e Aper<br />

hanno espresso opinioni favorevoli allo sviluppo <strong>di</strong> reti private. L’attività<br />

condotta nell’ambito del POI Energia 2007-2013 conferma che l’obiettivo<br />

<strong>di</strong> incrementare l’efficienza energetica nell’industria italiana<br />

non può essere realizzato senza interrogarsi sulla <strong>di</strong>mensione locale<br />

delle misure adottate.<br />

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Per un’introduzione <strong>di</strong> carattere generale v. IEA (2011). Sulla regolazione delle<br />

smart grids v. BELLANTUONO (2013a).

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