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Ottobre - Publidea95

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F ILOSOFIA & ARTI MARZIALI<br />

IL KARATE COME STRUMEnTO DI pACE<br />

Nella tradizione giapponese le arti marziali costituiscono un percorso verso la pace e la felicità. Per raggiungere<br />

questo obiettivo, ricorda Hironori Ohtsuka, non basta apprendere la tecnica, ma occorre conciliarla con<br />

lo spirito, vale a dire con le virtù etiche e morali.<br />

testo// Antonio Carnicella<br />

“non c’è arte senza espressione dello spirito”. Questa frase di<br />

Hironori Ohtsuka, il fondatore del Karate moderno e profondo<br />

studioso del Budo, sintetizza la visione del mondo proposta dalle<br />

arti marziali. Esse non nascono, infatti, come mero strumento di<br />

offesa e difesa, ma come forma di meditazione attiva. In particolare,<br />

ricorda Ohtsuka, la traccia di questa origine è piuttosto esplicita<br />

nel termine Budo (la Via del Guerriero), che designa il<br />

complesso delle arti marziali di derivazione nipponica. Alla sua<br />

radice troviamo la parola Bu, che ha due antitetiche accezioni: la<br />

prima la individua come atto del “bloccare”, mentre la seconda<br />

rinvia alla “lotta”. Si possono quindi tradurre come “Via che conduce<br />

alla cessazione della guerra attraverso il disarmo“ oppure<br />

“Via che conduce alla pace“.<br />

Il Bu-do, quindi, è la “via che porta all’equilibrio eliminando i<br />

conflitti”, dove le tecniche di combattimento vanno considerate<br />

esercizi spirituali e si accompagnano a conoscenze filosofiche ed<br />

alla rettitudine etico-morale. La figura che riassume questo percorso<br />

è quella del saggio, propria a tutte le arti marziali di antica<br />

derivazione, vale a dire l’uomo che ha raggiunto uno stato di elevazione<br />

spirituale tale da permettergli di vivere degnamente la<br />

vita di ogni giorno, sia a livello interiore che esteriore.<br />

In Giappone il cammino del Bu è stato lungo e travagliato. Nel periodo<br />

medioevale, quando il paese era afflitto da continue guerre,<br />

il suo obiettivo era quello di sconfiggere i nemici. Strumento principe<br />

dei temibili samurai, ed identificato col nome di Bujutsu (tecnica<br />

guerriera), il Bu è stato comunque in grado di conservare i<br />

suoi elementi fondamentali, come perfezionamento tecnico, esercizio<br />

del coraggio ed aumento della forza fisica. Nella più tranquilla<br />

epoca feudale il Bu ha potuto sviluppare il suo aspetto<br />

spirituale, a partire dalle virtù di lealtà, sacrificio ed abnegazione,<br />

che ben si combinavano con la fedeltà dovuta al signore locale ed<br />

all’imperatore. È nel corso del periodo Togukawa (1600-1868),<br />

sotto l’influenza del Confucianesimo, che il Bujutsu ha subito<br />

quella definitiva trasformazione in via spirituale. Aperto a tutti gli<br />

altri strati della società (artigiani, commercianti, agricoltori) e non<br />

più solo ai guerrieri, il Bu-do ha poi conservato intatte le sue peculiarità<br />

sino ai nostri giorni, malgrado tragici eventi, culminati<br />

col bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki, abbiano<br />

avversato la storia del Giappone e del Mondo.<br />

Quella che può sembrare una differenza tra Jutsu (arte, tecnica) e<br />

Do (spirito, via), è in realtà una mera distinzione formale, perché<br />

non può esserci arte senza la co-presenza dello spirito. Nel Budo<br />

i due elementi debbono conservare uno stato di equilibrio o, meglio,<br />

di con-fusione, in cui l’uno non prevalga sull’altro. Solo in<br />

questo modo il Budo può continuare ad essere la via che conduce<br />

alla pace e benessere per l’umanità. Senza una formazione spirituale<br />

solida l’esercizio non ha senso ed il mero uso della tecnica<br />

potrebbe trasformarsi in un danno alla società. In quest’ottica, a<br />

prescindere dai motivi per cui un allievo si può avvicinare al<br />

Budo, come la preparazione fisica, la difesa personale, l’acquisizione<br />

di forza per dimostrare la propria superiorità sugli altri, la<br />

bravura del maestro si misura nella sua capacità di modificare<br />

questa molteplicità di scopi. Egli dovrà dirottare le energie del<br />

praticante verso il mondo spirituale ed il miglioramento delle qualità<br />

umane, suscitando in primo luogo i sentimenti di amicizia e<br />

di rispetto per l’avversario. È questa commistione tra l’aspetto<br />

puramente fisico dell’allenamento e dell’esercizio delle tecniche<br />

di lotta e la formazione spirituale a decretare l’importanza della<br />

pratica delle arti marziali anche e soprattutto nella società contemporanea.<br />

OTTOBRE2011 Duilio Litorale<br />

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