IL TESSILE “VERDE” SFIDA LA CRISI - CCIAA di Varese

Dal quadro dell’artista varesino Alberto
Magnani – Orange Jacket – la sintesi tra
stile e imprenditoria, tra rigore e fantasia,
che sorreggono le ricerche verdi del tessile
varesino
“Orange Racket”, the painting of the artist
Alberto Magnani, who comes from Varese,
is a synthesis of style and entrepreneurship,
of imagination and severity, that is of elements
which sustain eco-friendly researches
in our textile field
IL TESSILE “VERDE”
SFIDA LA CRISI
Andrea Aliverti

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F
ibre naturali, sensori, biotecnologie. Sono gli assi di sviluppo del sempre più battuto
filone del tessile ecologico, la speranza per ridare competitività ad una filiera
sfiancata dalla crisi ma ancora piena di risorse e di energie positive per guardare
avanti e riaffermarsi all’insegna dell’innovazione.
Adesso la Fibra è di Bambù
Punto di riferimento in questo campo è il Centro Tessile Cotoniero di Busto Arsizio
diretto da Grazia Cerini, che supporta e coordina il lavoro delle aziende nell’accesso
ai bandi specifici e che attraverso le prove di laboratorio certifica e caratterizza i prodotti
innovativi.
A tracciare la strada nel 2006 era stato il progetto ‘Meta’ (miglioramento ecologico
tessile abbigliamento) finanziato dalla Camera di Commercio, che ha ottenuto il
risultato di trovare prodotti chimici a maggior tasso di biodegradabilità garantendo
l’alta qualità produttiva. Una delle grandi speranze è la fibra di bambù, lanciata con
il progetto ‘Competere’ anch’esso promosso dall’ente camerale e testata dal
Centrocot: naturale, traspirante e biodegradabile, era stata già presentata con una
linea ad hoc utilizzata dalla nazionale italiana di pitch and putt.
Le sperimentazioni proseguono (oggi si parla in realtà di viscosa di bambù) e confluiranno
all’interno di un nuovo ambizioso progetto che vede il Comune di Busto
Arsizio capofila insieme al Centro Tessile Cotoniero: la costituzione di un polo texsport
che punta a concentrare sul nostro territorio le energie per lo sviluppo dell’innovazione
nel campo del tessile sportivo. Lavorando su tre linee in particolare: le
fibre naturali, le fibre sintetiche per gli utilizzi tecnici e i cosiddetti smart textiles, tessuti
intelligenti attraverso l’applicazione di sensori all’interno del tessuto.
I Tessuti si Fanno Intelligenti
In quest’ultima direzione procede anche il progetto ‘Sensor Wear’, promosso da
Regione e Centrocot. Uno dei primi risultati applicativi è la realizzazione di un prototipo
di maglia sensorizzata in grado di rilevare il battito cardiaco, che ora è pron-
The “Green” textile industry
faces the Crisis
Natural fibres, sensors and
biotechnologies: These are the
strong points of the textile sector,
whose ecological qualities are
more and more demanded. We
hope that these factors will give
again competitiveness to this
field, weakened by the crisis, but
still full of resources and positive
energies to look ahead and to
reaffirm itself in the name of
innovation.
Now there is bamboo fibre
The Centro Tessile Cotoniero of
Busto Arsizio is the point of reference
of this sector. The firm is
run by Grazia Cerini, who supports
and coordinates enterprises
in tendering for particular competitions.
She also certifies and
defines innovative products
though specific laboratory tests.
This idea was inaugurated in
2006 with a project called META
(Textile ecological improvement
of clothing industry), which
allowed to find high biodegradable
chemical products and to
guarantee at the same time a very
high productive quality. Textile
sector pins its hopes on bamboo
fibre, launched thanks to the
project Competere and tested by
Centrocot. This fibre, which was
already introduced with a specific
line used by the Italian pitch and
putt team, is natural, breathable
and biodegradable. The actual
tests, which regard precisely bamboo
viscose, will converge in a
new ambitious mission promoted
by the Comune of Busto Arsizio
and the Centro Tessile
Cotoniero: The creation of a
“tex-sport” centre aimed at concentrating
all the energies of our
land on innovation of sports textile
sector. This project regards in
particular three lines: Natural
fibres, synthetic fibres for technical
use and the so-called “smart
textiles”, that is textiles equipped
with internal sensors.
Textiles become smart
The project Sensor Wear, supported
by our Region and
Centrocot, is based on the production
of Smart Textiles.
Among its first concrete goals
there is the prototype of a shirt
provided with sensors for heartbeat’s
measurement. This shirt is
ready for industrial production.
Among natural fibres it is particularly
used biological and organic
cotton, which is produced for
child’s clothes. Even yarns made
of precious materials like silver
are tested. Tessitura Caielli of
Vergiate has been promoting this
initiative, connected with the
project Matin: “We produce handkerchiefs”,
explains the owner of
the firm, Claudio Caielli, “and we
propose to use a 10% of silver yarn
in order to exploit its antibacterial
power. This silver yarn could partly
solve the problem of the handkerchiefs
accused of spreading bacteria
after several uses. Besides, this percentage
of silver does not affect the
softness of the product”.
Biotex in order to reduce environmental
impact
An other booming sector is the
Il filo di bambù e il filo d’argento tessono la trama dei nuovi tessuti “ecologici” e innovativi
(fotografie Paolo Zanzi e Flavio Zulle)
Bamboo and Silver thread weave the new eco-friendly and innovative textiles
(photographs by Paolo Zanzi and Flavio Zulle)
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(fotografie Flavio Zulle e Paolo Zanzi)
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ta per la fase di preindustrializzazione.
Tra le fibre naturali si sta diffondendo l’uso del cotone biologico od organico dedicato
in particolare all’abbigliamento per bambini ma si sperimentano persino i filati in
materiale prezioso, come l’argento. E’ un’iniziativa che sta conducendo la Tessitura
Caielli di Vergiate, nell’ambito del progetto ‘Matin’ di Regione e Unioncamere con
la collaborazione del Centrocot: “Produciamo fazzoletti da naso – spiega il titolare dell’azienda
artigiana, Claudio Caielli – e intendiamo inserire il filato di argento fino al 10%
per sfruttare il suo potere antibatterico, che risolverebbe in parte il problema dei fazzoletti
accusati di diffondere i batteri dopo un certo numero di utilizzi. Tra l’altro la presenza dell’argento
pare non influisca sulla morbidezza del prodotto”.
Biotex per Ridurre l’Impatto Ambientale
Un altro asse in espansione è quello delle biotecnologie: enzimi e biomasse fungine per sostituire
sostanze ad alto impatto ambientale come la soda caustica nei processi di preparazione e
nobilitazione tessile, ma anche tinture con coloranti naturali e finissaggi dermo-compatibili
ipoallergenici.
Il fronte più avanzato è il progetto ‘Biotex’, nel quale è coinvolto il Centrocot per la parte di
ricerca e sviluppo oltre ad alcune aziende varesine (Mascioni di Cuvio, Tessitura Enrico Sironi
di Gallarate, C. Sandroni di Busto Arsizio). L’obiettivo è verificare la fattibilità di processi sperimentali
che attraverso l’uso delle biotecnologie possano essere in grado di migliorare da una
Orsa Faom: Il Tessuto Non Tessuto
C’è lo zampino del tessile ecologico dell’Orsa Foam nell’accappatoio del G8.
Nelle camere della caserma della Guardia di Finanza dell’Aquila i grandi della
Terra hanno trovato un comodo accappatoio in microfibra realizzato con la tecnologia
d’avanguardia di “tessuto non tessuto” elaborata negli stabilimenti
dell’Orsa Foam di Gorla Minore. “La presenza al G8 è merito del nostro cliente
che commercializza queste applicazioni – racconta Alberto Schiavi, presidente
dell’azienda chimica varesina – noi facciamo il tessuto, una tecnologia
che ha prospettive di applicazione incommensurabili rispetto ad un semplice
accappatoio”. Si chiama Lana NTT l’invenzione entrata a far parte del novero
dei 237 progetti innovativi del made in Italy. Un nuovo tipo di tessuto rea-
biotechnological one: it includes
enzymes and fungus biomasses
used during the process of textile
production and textile improvement
and aimed at replacing
materials with a high environmental
impact like caustic soda;
it also includes natural dyes and
hypo-allergenic dermato-compatible
finishing.
Biotex represents the most innovative
project. It involves
Centrocot for researches and
development aspects and some
firms of Varese (Mascioni of
Cuvio, Tessitura Enrico Sironi of
Gallarate, C. Sandroni of Busto
Arsizio). The aim of the project is
to study the feasibility of the
experimental processes which use
biotechnologies in order to
improve features and effectiveness
of the products and to
reduce the environmental impact
during the production cycle.
There are three lines of action:
bio catalytic processes for the
enzymatic treatment of textile
substratum in place of chemical
products; bioactive textiles (use
of enzymes which give textiles
specific features); bio-absorption
for the treatment of dyeing
wastewater using fungus biomasses.
Piero Sandroni, textile entrepreneur
and advisor of Centrocot
affirms: “This trend toward an ecological
textile industry is noticeable.
We also register a rising interest in
the use of natural fibres and textiles,
but also in the use of fibres that are
treated, improved and coloured with
substances boasting a very low or
inexistent environmental impact”.
We can save energy
Energy conservation represents
one of the most appreciated solutions
chosen by consumers. Also
competitors coming from the Far
East have been noticing it. So, in
2008, 48,8% of the 90.000 Oekotex
certificates issued regarded
requests from Asia. In other
words it is necessary not to miss
the train on which the future of
our textile industry travels.
However the concept of environmental
sustainability includes
energy conservation during the
productive process. An innovative
example of long standing
and efficient energy conservation
is offered by Tintoria “G. Tosi”,
Viale delle Industrie, Busto
Arsizio. Luciano Orsenigo, its
vice-president, explains: “For
more than twenty years, we have
been adopting a system of energy cogeneration
and a reduction of power
consumption through the reutilization
of the warm water discharged”.
parte la funzionalità e le caratteristiche dei prodotti e dall’altra di ridurre l’impatto ambientale
delle lavorazioni.
Le linee d’azione sono tre: processi biocatalici per il trattamento enzimatico di substrati tessili
in sostituzione dei prodotti chimici, tessili bioattivi (utilizzo di enzimi per conferire proprietà
specifiche ai tessuti) e bioassorbimento per il trattamento dei reflui di tintura con biomasse
fungine. “La spinta verso il tessile ecologico è percepibile – sostiene Piero Sandroni, imprenditore
tessile e consigliere del Centrocot – cresce l’interesse verso l’utilizzo non solo di tessuti e fibre naturali
ma anche trattate, nobilitate e colorate con sostanze a bassissimo o nullo impatto ambientale”.
Risparmiare l’Energia si Può
Una strada che ottiene sempre maggiori consensi anche tra i consumatori: se ne stanno
accorgendo anche i competitor dell’Estremo Oriente, tanto che nel 2008 il 48.8%
dei 90mila certificati Oeko-tex rilasciati sono stati assegnati a richieste provenienti
dall’Asia. Come dire, bisogna affrettarsi per non perdere il treno su cui transita il
futuro della nostra industria tessile. La strada verso l’ecosostenibilità del settore passa
però anche per il risparmio energetico nei processi produttivi: in questo senso un
esempio di efficienza e di innovazione di lunga data è la Tintoria “G. Tosi” di viale
delle Industrie a Busto Arsizio. “Da più di vent’anni – spiega il vicepresidente Luciano
Orsenigo – abbiamo introdotto un sistema di cogenerazione dell’energia elettrica e una riduzione
dei consumi energetici attraverso il recupero degli scarichi di acqua calda”.
lizzato senza filo e telaio, che sfrutta una materia prima naturale con una
nuova tecnologia ed è capace di valorizzare le caratteristiche «uniche» della
lana, idrorepellenza, permeabilità al vapore acqueo, termoisolamento, fonoassorbenza,
resistenza al fuoco. Le possibili applicazioni toccano diversi settori
oltre all’abbigliamento, tra cui arredamento, edilizia, insonorizzazioni. Nel tessile
“…la prima applicazione, e la più valida – spiega Schiavi –, riguarda le
imbottiture per mantenere la temperatura. Teniamo conto che a parità di potere
termico un giubbotto fatto con la nostra lana ha un terzo del peso rispetto
ad uno normale”. In futuro, grazie all’innovazione dell’Orsa, che già collabora
con il Politecnico di Milano, potremo stare al caldo d’inverno senza avere
addosso ingombranti chili di cappotti.
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Orsa Faom: nonwoven fabric
In the bathrobe produced for the latest G8 there is the stamp of Orsa Foam’s ecological
textiles. In the barracks’ bedrooms of the Aquila Guardia di Finanza (Finance
Police) the Group of Eight found a comfortable micro fibre bathrobe, produced using
that innovative technology called “nonwoven fabric”. This technology is applied in
Orsa Foam factory of Gorla Minore. Alberto Schiavi, president of this chemical firm of
Varese, explains: “Thanks to one of our customers, who markets these products, we
could be present at the G8. We make the fabric using a technology with numerous
applying opportunities besides the manufacture of simple bathrobes”. This invention,
which is one of the 237 innovative made in Italy projects presented, is called Lana
Un nuovo sguardo sull’ambiente garantisce
una nuova rinascita dello stesso (particolare
elaborato da un dipinto di Alberto Magnani
e pagina seguente fotografia di Paolo Zanzi)
A new way to consider the environment
could assure its new recovery (an element of
the painting of Alberto Magnani and, in the
next page, a photograph by Paolo Zanzi)
NTT. This new type of fabric is produced without thread and knitter. It combines natural
raw materials with a recent technology and is able to improve the unique wool features,
that is waterproof ness, steam permeability, thermal insulation, sound absorption,
fire resistance. This fabric can be used in several fields, like clothing industry, furnishing,
building trade, soundproofing. Schiavi continues explaining: “The first and
most effective use of this fabric concerns wadding, in order to keep temperature.
Thermal power being equal, a common coat is three times as heavy as our ones, which
are made of this specific wool”. Thanks to the innovation introduced by Orsa, which
already cooperates with Politecnico of Milan, we will warm ourselves without wearing
bulky and heavy coats.