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INTRODUZIONE<br />
I traumi spinali coinvolgono frequentemente fratture, lussazioni o sublussazioni, in<br />
base alla posizione dell’animale al momento dell’impatto, al tipo di forze coinvolte,<br />
all’area colpita e alle forze e debolezze insite nella colonna vertebrale (Bagley, 2000;<br />
Bali et al., 2009). Le forze responsabili delle fratture e delle lussazioni sono:<br />
piegamento (flessione ed estensione), torsione (rotazione), compressione (carico<br />
assiale) (Shores, 2002).<br />
Come già riportato precedentemente, molti studi hanno confermato il fatto che la<br />
maggior parte delle fratture vertebrali occorrono a livello delle articolazioni tra<br />
segmenti mobili ed immobili della colonna vertebrale (articolazione atlanto-occipitale,<br />
atlanto-assiale, cervicotoracica, toracolombare, lombosacrale) (Feeney and Oliver,<br />
1980; Shores, 2002; Bali et al., 2009).<br />
Dati clinici riportati in letteratura sui siti più frequenti di lesione vertebrale (sia fratture<br />
che lussazioni) mostravano una maggior incidenza delle lesioni a livello di colonna<br />
lombare piuttosto che toracica, sia nei cani (39,1% vs. 22,6%) che nei gatti (30,8% vs.<br />
19,2 %) (Feeney and Oliver, 1980); nonostante ciò, il corpo vertebrale più colpito nel<br />
gatto era quello di T13 (30,8%) (Masoudifard et al., 2006). Un recente studio di cui si<br />
è già parlato nei precedenti capitoli (Bali et al., 2009) ha mostrato che la maggior parte<br />
delle lesioni vertebrali del cane e del gatto sono localizzate nell’area toracolombare<br />
(T3-L3), rispettivamente nel 58% e nel 49% dei casi, mentre le lesioni localizzate<br />
nell’area lombare (L4-L7) ammontano rispettivamente a un 24% delle lesioni nel cane<br />
e a un 33 % nel gatto.<br />
Nel suo studio fondamentale sulle funzioni statiche e dinamiche dell’asse corporeo<br />
(colonna vertebrale e muscolatura vertebrale) dei mammiferi, Slijper (1946) ha<br />
descritto i cosiddetti “momenti di resistenza” (MoR e l-MoR) della colonna vertebrale,<br />
che rappresentano le forze interne della colonna che si oppongono al piegamento<br />
rispettivamente sagittale e laterale. Il momento di resistenza sagittale vertebrale<br />
(MoR), come già ampiamente spiegato, consiste nel prodotto tra l’ampiezza (b,<br />
diametro trasverso) e il quadrato dell’altezza (h, diametro sagittale) della superficie<br />
caudale di ogni corpo vertebrale, ed è ottenuto quindi con la formula bh². Il momento<br />
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