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quantità almeno di cinque volte inferiore a quella a cui il paziente è esposto in un<br />

normale esame radiologico (Nordin, 1994).<br />

Il miglioramento dei protocolli analitici dei densitometri a raggi X di ultima<br />

generazione consente un’elevata sensibilità nell’individuare variazioni relativamente<br />

piccole della massa ossea anche in animali di piccole dimensioni, come ad esempio il<br />

gatto o il coniglio (Lauten et al., 2000).<br />

Densitometria ossea in Medicina Veterinaria<br />

Negli ultimi anni, molti densitometri utilizzati in medicina umana sono stati riadattati<br />

per il loro utilizzo nella medicina veterinaria (Grier et al., 1996), dove trovano<br />

applicazione nello studio delle malattie metaboliche ossee, nel monitoraggio delle<br />

fratture e degli impianti protesici, e nella valutazione degli effetti dei farmaci sul<br />

metabolismo osseo (Newman et al., 1995). La densitometria è stata utilizzata anche<br />

per degli studi sperimentali, effettuati sugli animali, sulla patogenesi e terapia<br />

dell’osteoporosi post-menopausale delle donne (Mitlak et al., 1994). Nonostante tali<br />

utilizzi, la densitometria ossea non è ancora ampiamente diffusa nella clinica<br />

veterinaria. Il perfezionamento delle tecniche in questi ultimi anni ha reso possibile<br />

estendere l’uso dei densitometri anche nel campo dell’ortopedia e della medicina<br />

interna, poiché i nuovi strumenti densitometrici sono così sensibili da individuare<br />

variazioni relativamente piccole della massa. Il vantaggio fondamentale dato da questi<br />

nuovi strumenti è quello di fornire una migliore risoluzione delle immagini e di ridurre<br />

a pochi minuti i tempi di scansione, permettendo quindi, in campo veterinario, una<br />

riduzione dei dosaggi e dei tempi di mantenimento dell’anestesia. Per coniglio, ratto e<br />

gatto sono stati introdotti dei software ad altissima risoluzione e viene applicato, sopra<br />

il collimatore originale, un piccolo collimatore dei raggi X, per permettere l’utilizzo<br />

della tecnica densitometrica anche in animali di così piccole dimensioni (Mitlak et al.,<br />

1991; Griffin et al., 1993; Garcia Moreno et al., 1995). Nel cane la densitometria ossea<br />

a raggi X è stata utilizzata per lo studio del metabolismo osseo e per il monitoraggio<br />

della risposta all’esercizio fisico e di particolari terapie o regimi alimentari in grado di<br />

influenzare il turnover osseo (Zotti et al., 2001). Nel gatto gli studi effettuati sono<br />

pochi, tuttavia la DXA è stata impiegata per approfondire gli studi sulla<br />

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