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o SPA - assorbimetria a singolo raggio fotonico - (single photon absorptiometry)<br />

o DPA - assorbimetria a duplice raggio fotonico - (dual photon absorptiometry)<br />

o SXA - assorbimetria a singolo raggio X - (single x-ray absorptiometry)<br />

o DXA - assorbimetria a duplice raggio X - (dual X-ray absorptiometry)<br />

Tra questi, i primi metodi sono ormai caduti in disuso, mentre il DXA è il metodo<br />

standard per gli studi di ricerca.<br />

DXA (Dual-Energy X-ray Absorptiometry)<br />

La tecnologia DXA (Dual-Energy X-ray Absorptiometry) ha rappresentato un<br />

significativo progresso nell’ambito della densitometria: la fonte di radiazioni usata è<br />

più stabile e la risoluzione ottenuta è migliore (Sartoris e Resnick, 1990); grazie alle<br />

sue caratteristiche, la DXA ha sostituito le metodiche SPA e DPA. Il grande vantaggio<br />

della DXA rispetto alla radiologia convenzionale è il fornire dati quantitativi, mentre la<br />

radiografia tradizionale è soggettiva e molto influenzata da fattori tecnici (Schwarz et<br />

al., 2000).<br />

Nella DXA vengono inviate alla regione di interesse due flussi di raggi X di diversa<br />

frequenza: poiché osso e tessuti molli possiedono diversi coefficienti di attenuazione<br />

dei raggi X, l’osso assorbe maggiormente i raggi X di minor energia rispetto al tessuto<br />

adiposo. Vengono quindi utilizzati dei rivelatori e un algoritmo per distinguere<br />

l’attenuazione avvenuta per ognuno dei due flussi di raggi X dopo il passaggio<br />

attraverso la regione in esame, in modo da poter infine esprimere una misura in termini<br />

di contenuto minerale osseo (BMC) e di densità minerale ossea (BMD).<br />

Tre dei metodi attualmente utilizzati sono offerti da Hologic, Lunar e Norland.<br />

L’apparecchiatura DXA è costosa e ingombrante ma il processo di scansione è più<br />

rapido (tempi molto brevi per l’intero corpo) e l’esposizione alle radiazioni è bassa.<br />

Tutte le macchine forniscono un immagine sullo schermo di un monitor; tali immagini<br />

possono così essere salvate nel computer per assicurare la riproducibilità in<br />

misurazioni seriali (Woolf e Dixon, 1998). La DXA è in grado di eseguire misurazioni<br />

della massa ossea della colonna vertebrale lombare, del femore e dell’intero scheletro<br />

con elevata precisione (capacità dello strumento di fornire lo stesso risultato in<br />

misurazioni ripetute) e accuratezza (corrispondenza tra la stima acquisita e il valore<br />

vero del dato) in vivo. L’errore di precisione in vivo per le indagini sulla colonna<br />

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