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adiografia e consente di procedere con l’analisi del LCR, la mielografia, le procedure<br />
elettrodiagnostiche ed, eventualmente, la TC o la RM. Durante l’eventuale intubazione<br />
per l’esecuzione di un’eventuale anestesia, è necessario assicurarsi che la colonna<br />
vertebrale non subisca eccessivi movimenti, in modo particolare se il sospetto di<br />
trauma cade su una delle vertebre cervicali (Slatter, 2005).<br />
In ogni caso, l’anestesia o la sedazione sarebbero comunque da evitare per due ragioni:<br />
1) l’esaminatore potrebbe essere incerto a riguardo della diagnosi fatta sulla base<br />
dell’esame neurologico, e anche con una semplice sedazione una presa visione di<br />
ulteriori indizi di carattere neurologico risulterebbe impossibile; 2) senza la protezione<br />
fornita alla colonna vertebrale dal tono muscolare presente nell’animale sveglio (non<br />
sedato/anestetizzato), e quindi senza la contrazione muscolare paravertebrale<br />
volontaria, si và ad aumentare l’instabilità vertebrale ed i movimenti sfavorevoli<br />
eseguiti durante il posizionamento del paziente potrebbero essere più marcati,<br />
rendendo possibile un peggioramento della lesione (Shores, 1992; Bagley, 2000).<br />
È indicato perciò procedere in tale maniera: tramite un’indagine radiografica effettuata<br />
senza anestesia formulare un giudizio iniziale per determinare l’effettiva presenza o<br />
l’assenza di una frattura o di potenziale instabilità vertebrale; se l’iniziale studio<br />
radiografico rivela una lesione alla colonna vertebrale, solo allora si valuterà l’utilizzo<br />
dell’anestesia per l’esecuzione di ulteriori studi diagnostici, pesando i vantaggi che<br />
porterebbe l’anestesia con i potenziali rischi di ulteriori lesioni vertebrali e al midollo<br />
spinale durante il posizionamento dell’animale anestetizzato (Shores, 1992).<br />
Può occasionalmente accadere che nella radiografia non sia evidenziabile alcuna<br />
frattura, lussazione o sublussazione nonostante la presenza, all’esame neurologico, di<br />
significativi deficit indicativi di trauma midollare. Questo può accadere se la<br />
dislocazione vertebrale si verifica al momento del trauma, ma è poi seguita da un<br />
immediato ritorno all’allineamento normale (a causa della forte muscolatura<br />
paravertebrale infatti, le vertebre possono subire uno spostamento significativo acuto<br />
al momento del trauma, per poi essere successivamente “tirate indietro” ad una<br />
posizione normale), oppure, più comunemente, se vi è stata una contusione del midollo<br />
spinale come conseguenza di un trauma, di un’erniazione traumatica del disco<br />
intervertebrale, o di un’emorragia extradurale determinante una compressione<br />
midollare (Slatter, 2005). In molti casi quindi il giudizio neurologico sulla severità<br />
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