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Shores ha utilizzato tale criterio di classificazione per tre anni e l’ha trovato<br />

abbastanza attendibile, nonostante i segni radiografici siano solo una<br />

rappresentazione statica della colonna vertebrale. Dovranno perciò essere<br />

considerati anche il concetto di instabilità acuta o cronica, lo stato neurologico<br />

dell’animale e la presenza o l’assenza di compressione del midollo spinale (Shores<br />

et al., 1990). L’instabilità acuta implica che la frattura è capace di un’ ulteriore<br />

dislocazione o movimento immediatamente dopo il trauma; è una conseguenza<br />

delle fratture-lussazioni e della perdita di tutti i supporti legamentosi, solitamente<br />

con coinvolgimento dei compartimenti dorsale e medio.<br />

L’instabilità cronica indica fratture che non sono immediatamente associate a<br />

dislocazione, ma che porteranno ad una ulteriore angolazione della colonna durante<br />

la fase di guarigione e quindi ad una progressiva deformazione e peggioramento<br />

dello stato neurologico in un periodo che va da settimane a mesi post-trauma.<br />

L’instabilità cronica può anche risultare da una minima lussazione che non si<br />

stabilizza e causa compressione e commozione del midollo spinale ad ogni<br />

movimento dell’animale.<br />

Il giudizio finale sulla stabilità o sulla instabilità di una frattura può però essere<br />

formulato solo sulla base di una mielografia con la colonna vertebrale in stress o<br />

combinata con una fluoroscopia (Matthiesen, 1983; Shores et al., 1990).<br />

È inoltre importante ricordare che, nel caso di un trattamento conservativo di una<br />

lesione vertebrale, l’animale dovrà essere monitorato tramite una serie di<br />

radiografie durante le 6-8 settimane post-trauma, giacché durante il riassorbimento<br />

osseo che si verifica durante le fasi iniziali della guarigione può svilupparsi<br />

un’instabilità vertebrale con collasso della frattura. Bisogna, a questo riguardo,<br />

prestare particolare attenzione ai cani giovani, nei quali ulteriori forze compressive<br />

(carico assiale) vengono applicate al sito di frattura a causa del continuo<br />

accrescimento delle vertebre contigue (Shores et al., 1990).<br />

2.1.4 FRATTURE E LUSSAZIONI DELLA COLONNA VERTEBRALE<br />

CERVICALE<br />

Le vertebre cervicali si fratturano e si lussano più raramente rispetto a quelle della<br />

colonna toracolombare. Le lesioni più frequenti avvengono a livello del dente e del<br />

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