disturbi depressivi - ARETE Onlus
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I <strong>disturbi</strong> <strong>depressivi</strong><br />
I Quaderni di <strong>ARETE</strong>
N<br />
el corso di un anno nella sola Lombardia circa 800.000<br />
persone sopra i 14 anni vengono colpite da un disturbo<br />
depressivo (o disturbo dell’umore).<br />
I costi della malattia derivanti dalle spese sanitarie e dalla ridotta<br />
attività lavorativa di queste persone sono molto alti (in Italia circa sei<br />
miliardi e mezzo di euro in un anno*), ma il costo in termini di<br />
umana sofferenza è incalcolabile. Il disturbo depressivo inoltre<br />
interferisce con le normali attività sociali e lavorative e causa dolore<br />
non soltanto a coloro che soffrono della malattia ma anche a chi si<br />
prende cura di loro. Una depressione importante può distruggere<br />
una vita familiare così come la vita di una persona malata.<br />
Tuttavia molte di queste sofferenze si possono evitare.<br />
La maggior parte delle persone con un disturbo depressivo<br />
non cerca una cura, eppure un’ampia maggioranza di esse<br />
potrebbe essere efficacemente aiutata anche quando la<br />
depressione è estremamente grave.<br />
Grazie ad anni di proficua ricerca ora vi sono farmaci e psicoterapie<br />
come la cognitivo-comportamentale o la interpersonale che<br />
riducono di molto il dolore della depressione.<br />
Purtroppo molte persone non sanno che la depressione è una<br />
malattia curabile. Se ritieni che tu o qualcuno a cui sei vicino sia<br />
una delle tante persone non diagnosticate nel nostro paese, le<br />
informazioni fornite in questo Quaderno possono aiutarti ad<br />
intraprendere le iniziative più corrette per salvaguardare la tua vita o<br />
quella di qualcun altro.<br />
* European Journal of Neurology 12 (suppl.1), 1-27 (2005)
COS’E’ UN DISTURBO DEPRESSIVO?<br />
Un disturbo depressivo è una malattia che coinvolge fisico, mente e<br />
pensieri. Influenza il modo in cui una persona mangia, dorme,<br />
percepisce e vede le cose.<br />
Un disturbo depressivo è cosa diversa da una tristezza passeggera.<br />
Non è indicatore di una fragilità individuale e non è una condizione<br />
che possa essere superata con un atto di volontà. Una persona<br />
colpita da depressione non può semplicemente “reagire” e stare<br />
meglio.<br />
Senza trattamento i sintomi possono durare settimane, mesi o<br />
anni. Un trattamento appropriato, invece, può aiutare la<br />
maggior parte delle persone che soffrono di depressione.<br />
COME SI MANIFESTA UN DISTURBO DEPRESSIVO?<br />
Un disturbo depressivo si manifesta in differenti forme, così come<br />
nel caso di un disturbo cardiaco o di altre malattie. Questo Quaderno<br />
descrive brevemente tre delle più comuni forme di <strong>disturbi</strong><br />
<strong>depressivi</strong>: depressione maggiore, distimia, disturbo bipolare.<br />
All’interno di queste tre forme, sintomi, gravità e persistenza dei<br />
<strong>disturbi</strong> si possono presentare in maniera differente.<br />
Depressione maggiore<br />
La depressione maggiore si presenta con una combinazione di<br />
sintomi che interferiscono con la capacità di lavorare, studiare,<br />
dormire, mangiare e apprezzare quelle attività che in precedenza ci<br />
erano gradite. La malattia si manifesta sotto forma di episodi che si<br />
ripetono più volte nell’arco della vita, anche se in alcuni casi vi può<br />
essere un solo episodio.
Segni e sintomi della depressione<br />
Tristezza persistente, ansia e sensazione di<br />
vuoto.<br />
Disperazione, visione totalmente pessimistica<br />
della vita.<br />
Sentimenti di colpa, di indegnità o di impotenza.<br />
Perdita d’interesse o piacere in attività che prima<br />
davano soddisfazione, compresa l’attività<br />
sessuale.<br />
Riduzione del livello d’energia, sensazione<br />
costante di fatica e di essere “rallentati”.<br />
Irrequietezza o irritabilità.<br />
Difficoltà a concentrarsi, a ricordare, a prendere<br />
decisioni.<br />
Ipersonnia o insonnia.<br />
Variazioni dell’appetito, perdita o aumento di<br />
peso non intenzionali.<br />
Dolori continui o altri sintomi fisici persistenti,<br />
non causati da una malattia fisica o da una<br />
lesione.<br />
Pensieri di morte, di suicidio o tentativi di<br />
suicidio.<br />
Viene posta la diagnosi di episodio depressivo se sono presenti<br />
almeno cinque dei sintomi sopraelencati la gran parte della<br />
giornata, quasi tutti i giorni per almeno due settimane.
Distimia<br />
Una forma meno grave di depressione è la distimia che implica<br />
sintomi cronici di lungo periodo, che non impediscono di lavorare e<br />
di far fronte ai propri impegni, con un rendimento tuttavia inferiore<br />
alle proprie capacità. Ci sono comunque disagi sul piano sociale e<br />
familiare. La vita è spenta e grigia. I sintomi vengono spesso<br />
erroneamente considerati le manifestazioni di un carattere<br />
“pessimista”, “triste” ed incapace di provare gioia.<br />
Non si presenta a episodi, i sintomi perdurano per anni o anche per<br />
tutta la vita. Molte persone con distimia sperimentano anche episodi<br />
di depressione maggiore in alcuni momenti della loro esistenza.<br />
Poco riconosciuta, la diagnosi può venire dopo decenni.<br />
Segni e sintomi della distimia<br />
Umore basso ma non in modo così estremo come<br />
nella depressione.<br />
Scarsa autostima.<br />
Fatica cronica e sonno eccessivo.<br />
Difficoltà a concentrarsi e a decidere.<br />
Pessimismo.<br />
Mancanza di gioia di vivere.<br />
Appetito scarso o eccessivo.<br />
Viene posta la diagnosi di distimia se il basso livello<br />
dell’umore si accompagna ad almeno due degli altri sintomi<br />
quasi ogni giorno per almeno due anni.
Disturbo bipolare<br />
Un altro tipo di depressione è il disturbo bipolare, anche detta<br />
malattia maniaco-depressiva. Non così diffuso come le altre forme<br />
depressive, il disturbo bipolare è caratterizzato da ciclici<br />
cambiamenti dell’umore: gravemente alti, mania, e bassi,<br />
depressione. Talvolta i cambi d’umore sono drammatici e rapidi,<br />
ma molto spesso sono graduali.<br />
Un individuo che si trovi nella fase depressiva presenta alcuni o tutti<br />
i sintomi di un disturbo depressivo. Nella fase maniacale invece può<br />
essere iperattivo, con grande uso e velocità di parola, animato da<br />
grande energia. La mania altera il pensiero, il giudizio ed il<br />
comportamento in maniera tale da causare problemi ed imbarazzo.<br />
Per esempio l’individuo in una fase maniacale può sentirsi esaltato,<br />
pieno di grandi progetti e può oscillare da iniziative economiche<br />
irragionevoli a slanci romantici. La mania, non trattata, può<br />
condurre ad uno stato psicotico.<br />
La mania ad un livello da lieve a moderato è detta ipomania.<br />
L’ipomania può essere una sensazione assai piacevole per la persona<br />
che la sperimenta e può anche associarsi ad un buon funzionamento<br />
sociale e lavorativo, con produttività aumentata. Così, anche quando<br />
familiari e amici imparano a riconoscere i cambiamenti dell’umore<br />
come possibile disturbo bipolare, la persona in genere tende a<br />
negare che “vi sia qualcosa che non va”.<br />
La forma in cui si osservano episodi ricorrenti di mania e<br />
depressione è detta disturbo bipolare I.<br />
Quando la forma grave di mania non si manifesta mai, ma si hanno<br />
episodi di ipomania che si alternano con episodi <strong>depressivi</strong> si parla<br />
di disturbo bipolare II.
Segni e sintomi della mania<br />
Aumento del livello di energia, agitazione,<br />
irrequietezza.<br />
Umore straordinariamente alto ed euforico.<br />
Estrema irritabilità.<br />
I pensieri e le parole si susseguono senza sosta e<br />
si accavallano.<br />
Facilità alla distrazione e difficoltà a<br />
concentrarsi.<br />
Ridotto bisogno di sonno.<br />
Convincimenti irrealistici concernenti le proprie<br />
capacità fisiche ed intellettuali.<br />
Ridotta capacità di giudizio.<br />
Ingenti spese voluttuarie.<br />
Lunghi periodi di comportamento diverso dal<br />
solito.<br />
Aumento dell’impulso sessuale.<br />
Abuso di sostanze illecite, particolarmente<br />
cocaina, di alcool e sonniferi.<br />
Comportamento provocatorio, invadente o<br />
aggressivo.<br />
Rifiuto di ammettere che qualcosa va male.<br />
Viene posta la diagnosi di episodio maniacale se un elevato<br />
tono dell’umore si accompagna ad almeno tre dei sintomi<br />
sopraelencati quasi tutta la giornata, per almeno una<br />
settimana, quasi tutti i giorni.
QUALI SONO LE CAUSE DELLA DEPRESSIONE?<br />
Alcuni tipi di depressione possono colpire più persone all’interno<br />
della stessa famiglia, suggerendo che vi sia una vulnerabilità<br />
biologica alla malattia che può essere ereditaria. Ciò pare evidente<br />
nel caso del disturbo bipolare. Studi svolti, per varie generazioni,<br />
in famiglie in cui vi siano membri con disturbo bipolare mostrano<br />
come questi soggetti abbiano caratteristiche genetiche peculiari. Ma<br />
questo tratto non è sufficiente alla manifestazione della malattia<br />
poichè vi sono anche membri della famiglia con patrimonio genetico<br />
che causa vulnerabilità al disturbo bipolare che non soffrono del<br />
disturbo. Infatti ulteriori fattori, come gli stress in ambito<br />
domestico, lavorativo o scolastico, sono corresponsabili della sua<br />
manifestazione.<br />
Anche la depressione maggiore sembra presentarsi generazione<br />
dopo generazione. Può però anche colpire persone che non hanno<br />
una storia familiare di depressione. Ereditata o meno, la depressione<br />
maggiore è spesso associata a cambiamenti della struttura del<br />
cervello o del suo funzionamento.<br />
Negli ultimi anni, alcuni ricercatori hanno mostrato che<br />
cambiamenti fisici posso essere accompagnati da cambiamenti<br />
mentali. Malattie come ictus, infarto e cancro, Parkinson e<br />
<strong>disturbi</strong> ormonali possono causare depressione, rendendo la<br />
persona malata apatica e disinteressata alla cura delle proprie<br />
patologie, prolungando così il periodo di recupero.<br />
Anche una perdita seria, relazioni difficili, problemi finanziari o<br />
qualsiasi cambiamento stressante (indesiderato o anche desiderato)<br />
nei proprio schemi di vita può condurre ad un episodio depressivo.<br />
Di solito una combinazione di fattori genetici, psicologici ed<br />
ambientali è alla base dell’insorgere di un depressivo. Gli<br />
episodi successivi al primo si possono manifestare anche in<br />
assenza di episodi stressanti.
COME SI CURANO I DISTURBI DEPRESSIVI?<br />
Il primo passo per ottenere un trattamento appropriato alla<br />
depressione è un esame fisico da parte di un medico. Alcuni farmaci<br />
così come alcune condizioni mediche come infezioni virali possono<br />
causare gli stessi sintomi della depressione ed il medico dovrebbe<br />
escludere queste possibilità.<br />
Se viene esclusa una ragione fisica per la depressione, il<br />
medico deve fare una valutazione psicologica o inviare la<br />
persona da uno psichiatra o da uno psicologo.<br />
Una buona valutazione diagnostica includerà una descrizione<br />
completa dei sintomi: quando hanno avuto il loro esordio, da quanto<br />
tempo persistono nell’episodio depressivo in corso, quanto sono<br />
gravi, se siano stati trattati e in che maniera. Il medico dovrebbe<br />
indagare sull’uso di alcool e droga e se il paziente ha pensieri di<br />
suicidio o di morte. Inoltre una storia clinica dovrebbe includere<br />
domande sull’insorgenza nei familiari del paziente di un disturbo<br />
depressivo, su quali terapie essi hanno seguito e sugli effetti che<br />
queste hanno prodotto. Da ultimo, una valutazione diagnostica<br />
dovrebbe includere un esame dello stato mentale per determinare se<br />
la parola, gli schemi mentali o la memoria sono stati influenzati, così<br />
come talvolta accade in un disturbo depressivo o maniacodepressivo.<br />
La scelta del trattamento dipenderà dagli esiti della<br />
valutazione. Ci sono una varietà di farmaci anti<strong>depressivi</strong> e<br />
psicoterapie che possono essere impiegate per il trattamento di un<br />
disturbo depressivo. Alcune persone con forme più lievi possono<br />
essere ben trattate solo con psicoterapia, altre con una depressione<br />
da moderata a grave debbono ricorrere agli anti<strong>depressivi</strong>.<br />
La maggior parte ottengono la cura migliore dalla<br />
combinazione dei due trattamenti.
Servono medicine per ottenere in tempo relativamente breve<br />
remissione dei sintomi e la psicoterapia per meglio comprendere<br />
come confrontarsi con i problemi della vita, compresa la<br />
depressione. A seconda della diagnosi del paziente e della gravità dei<br />
sintomi, il terapeuta può prescrivere medicine e/o una delle varie<br />
forme di psicoterapie che si sono dimostrate efficaci nella cura della<br />
depressione.<br />
FARMACI<br />
Anti<strong>depressivi</strong><br />
I più vecchi anti<strong>depressivi</strong> sono i triciclici come amitriptilina,<br />
desipramina, maprotilina, nortriptilina, imipramina,<br />
clomipramina. Sono efficaci ma presentano numerosi e fastidiosi<br />
effetti collaterali (vedi più avanti). Sono ancora usati,<br />
particolarmente clomipramina. Farmaci più recenti sono gli inibitori<br />
selettivi della ricaptazione della serotonina (acronimo inglese<br />
SSRI) che comprendono fluoxetina, paroxetina, fluvoxamina,<br />
sertralina, citalopram, escitalopram. Sono i farmaci più<br />
comunemente prescritti. Rispetto ai triciclici provocano minori<br />
effetti collaterali che abitualmente scompaiono proseguendo la cura.<br />
Altri anti<strong>depressivi</strong>, detti atipici, sono bupropione, trazodone,<br />
mirtazapina. Chimicamente diversi dai precedenti, interferiscono<br />
con vari neurotrasmettitori: serotonina, dopamina, noradrenalina.<br />
Vengono usati quando gli altri anti<strong>depressivi</strong> non hanno effetto. E’<br />
utile l’azione sedativa e coadiuvante del sonno del trazodone e della<br />
mirtazapina. Anche i recenti reboxetina, venlafaxina e duloxetina<br />
agiscono interagendo con la serotonina e la noradrenalina o con la<br />
sola noradrenalina.<br />
Stabilizzatori dell’umore<br />
I composti noti come stabilizzatori dell’umore sono la prima<br />
scelta per il controllo del disturbo bipolare. Questi farmaci debbono<br />
essere assunti ininterrottamente per un lungo periodo di tempo<br />
(anni).
Tra gli stabilizzatori oggi disponibili il prodotto di riferimento è il<br />
litio, il primo stabilizzatore dell’umore, introdotto da Mogens Schou<br />
(Danimarca) negli anni 50. E’ necessario eseguire controlli periodici<br />
della sua concentrazione nel sangue (litiemia) per verificare che sia<br />
quella più efficace dal punto di vista terapeutico. Altri stabilizzatori<br />
sono i farmaci anticonvulsivanti quali l’acido valproico e la<br />
carbamazepina che hanno un efficace effetto stabilizzante<br />
sull’umore e si sono rivelati molto utili come possibili alternative per<br />
persone che hanno problemi di intolleranza al litio; tra i farmaci più<br />
recenti, sempre della classe degli anticonvulsivanti, vi è la<br />
lamotrigina particolamente efficace nel trattamento della fase<br />
depressiva, il gabapentin ed il topiramato. Se necessario, i farmaci<br />
anticonvulsivanti sono somministrati in associazione con il litio o tra<br />
di loro per ottenere un’efficacia maggiore.<br />
Antipsicotici<br />
Sono i farmaci tipicamente usati nel trattamento dei <strong>disturbi</strong><br />
psicotici quali la schizofrenia, ma trovano impiego anche nei <strong>disturbi</strong><br />
dell’umore. Gli antipsicotici classici hanno molti effetti collaterali.<br />
Comprendono per esempio: aloperidolo, pimozide,<br />
trifluoperazina. Gli antipsicotici più recenti, detti atipici, hanno<br />
minori effetti collaterali. Sono: clozapina, risperidone,<br />
olanzapina, quetiapina, amisulpride, ziprasidone e<br />
aripiprazolo.Vengono usati nel disturbo bipolare per controllare la<br />
mania o in caso di sintomi psicotici. Hanno anche un effetto<br />
stabilizzatore dell’umore. Si usano particolarmente olanzapina e<br />
quetiapina. Sono a volte impiegati in casi di depressione<br />
specialmente quando sono presenti agitazione e sintomi psicotici.<br />
Amisulpride trova impiego nella distimia.<br />
Ansiolitici<br />
I farmaci ansiolitici o sedativi non sono anti<strong>depressivi</strong>. Essi sono<br />
prescritti insieme agli anti<strong>depressivi</strong>, comunque non svolgono<br />
un’attività antidepressiva se somministrati da soli.
Problemi concernenti qualsiasi farmaco prescritto devono<br />
essere discussi con il medico.<br />
Talvolta il medico proverà diversi anti<strong>depressivi</strong> prima di trovare il<br />
medicinale o la combinazione di medicinali migliore. Qualche volta<br />
il dosaggio deve essere aumentato per essere efficace. Sebbene ci si<br />
possa attendere qualche miglioramento nelle prime settimane, gli<br />
anti<strong>depressivi</strong> debbono essere assunti regolarmente per 3 o 4<br />
settimane (in alcuni casi sino ad 8) prima che abbiamo un pieno<br />
effetto terapeutico.<br />
I pazienti tendono a sospendere troppo presto la terapia. Essi<br />
possono sentirsi meglio e pensare che non hanno più bisogno di<br />
seguire la terapia o possono pensare che questa non li stia aiutando<br />
affatto. E’ importante continuare ad assumere il farmaco sino al<br />
manifestarsi dell’effetto terapeutico, malgrado gli effetti collaterali si<br />
possano presentare prima dell’azione antidepressiva.<br />
Una volta ci si senta meglio è importante continuare il<br />
trattamento per almeno 4-9 mesi per prevenire una ricaduta<br />
nella depressione.<br />
Alcuni farmaci debbono essere sospesi gradualmente per permettere<br />
al corpo di adeguarsi. Non bisogna mai smettere di assumere un<br />
antidepressivo senza il parere di un medico che indicherà come<br />
interrompere senza disagi la terapia.<br />
Per persone con disturbo bipolare o depressione maggiore<br />
cronica può essere necessario continuare l’assunzione di farmaci<br />
per tutta la vita. Gli anti<strong>depressivi</strong> non danno dipendenza ma,<br />
come per tutti i farmaci prescritti per un tempo superiore a pochi<br />
giorni, vanno accuratamente monitorati per valutare in quale<br />
dosaggio vadano somministrati. Il medico valuterà periodicamente il<br />
dosaggio e l’efficacia.<br />
Qualsiasi tipo di medicina prescritta, da banco o ricevuta da altri<br />
pazienti non dovrebbe mai essere aggiunta alla terapia senza<br />
consultare il medico.
Effetti collaterali dei farmaci<br />
I farmaci anti<strong>depressivi</strong> possono causare effetti collaterali noiosi<br />
ma non pericolosi. Si tratta comunque di effetti reversibili che<br />
scompaiono senza lasciare tracce se si interrompe il trattamento.<br />
Gli anti<strong>depressivi</strong> triciclici hanno diversi effetti collaterali (anche<br />
se è possibile porvi qualche rimedio): bocca secca, stitichezza,<br />
problemi alla vescica urinaria, problemi sessuali, vista annebbiata,<br />
vertigini, aritmie cardiache ed abbassamento della pressione del<br />
sangue, sudorazione, aumento di peso.<br />
Gli anti<strong>depressivi</strong> più recenti hanno meno effetti collaterali che di<br />
solito scompaiono dopo un paio di settimane lasciando spazio<br />
all’effetto curativo. Non bisogna quindi spaventarsi e, comunque, se<br />
un effetto collaterale non fosse sopportabile si può sempre sostituire<br />
il farmaco con un altro che dia meno fastidi. Gli effetti collaterali dei<br />
recenti anti<strong>depressivi</strong> sono: mal di testa (di solito sparisce presto),<br />
nausea (passa da sola, è utile comunque assumere il farmaco a<br />
stomaco pieno), nervosismo, agitazione, insonnia (anche questi<br />
<strong>disturbi</strong> sono passeggeri), problemi sessuali (di solito passano col<br />
tempo, non bisogna comunque vergognarsi di parlarne col medico,<br />
si può cambiare il farmaco o ricorrere a qualche rimedio).<br />
Anche gli stabilizzatori dell’umore presentano diversi effetti<br />
collaterali. Il litio può causare: tremore alle mani, poliuria (bisogno<br />
di urinare spesso), nausea, vomito, diarrea, aumento di peso,<br />
alterazione del funzionamento della tiroide. Questi effetti tuttavia si<br />
possono ridurre cambiando il dosaggio o i tempi della<br />
somministrazione. Acido valproico e carbamazepina, così come<br />
altri anticonvulsivanti, presentano effetti collaterali meno fastidiosi<br />
del litio e di solito passeggeri. Si possono manifestare nausea e<br />
bruciore di stomaco (acido valproico), vertigini, sonnolenza, visione<br />
annebbiata, reazioni cutanee (carbamazepina). La lamotrigina può<br />
provocare malattie a livello della pelle a cui bisogna stare<br />
particolarmente attenti.
PSICOTERAPIE<br />
Molte forme di psicoterapie, incluse quelle a breve termine (10-20<br />
settimane), possono aiutare in casi di depressione. Le terapie della<br />
parola aiutano i pazienti ad acquistare la capacità di comprendere e<br />
risolvere i propri problemi attraverso l’interazione verbale con il<br />
terapeuta, talvolta combinandosi con “compiti a casa” tra le sedute.<br />
I terapeuti “comportamentisti” aiutano il paziente ad imparare come<br />
ottenere maggiore soddisfazione e ricompensa attraverso le proprie<br />
azioni e come interrompere gli schemi comportamentali che<br />
concorrono all’instaurarsi della depressione o che sono il risultato<br />
della malattia stessa.<br />
Due delle psicoterapie a breve termine che la ricerca ha mostrato<br />
utili per alcune forme di depressione sono la interpersonale e la<br />
cognitivo-comportamentale.<br />
I terapeuti interpersonali si focalizzano sulle relazioni interpersonali<br />
alterate che causano e inaspriscono la depressione. I terapeuti<br />
cognitivo-comportamentali aiutano i pazienti a cambiare gli stili<br />
negativi di pensiero e comportamento spesso associati con la<br />
depressione.<br />
Le terapie psicodinamiche, che sono talvolta usate per curare<br />
persone depresse mirano a risolvere i conflitti emotivi che causano<br />
angoscia e <strong>disturbi</strong> nel comportamento. Queste terapie di solito si<br />
intraprendono quando i sintomi della malattia sono ridotti<br />
significativamente.<br />
In generale forme gravi di disturbo depressivo,<br />
particolarmente quelle ricorrenti, necessitano di farmaci a cui<br />
potrà essere aggiunta una psicoterapia se il paziente insieme<br />
al medico la considererà opportuna per il proprio recupero.
ALTRI INTERVENTI<br />
Terapia elettroconvulsiva<br />
Il ricorso alla terapia elettroconvulsiva dovrebbe essere preso in<br />
considerazione in situazioni in cui i farmaci e le psicoterapie non si<br />
rivelino efficaci o abbiano un effetto troppo limitato sui sintomi<br />
gravi, quali idee di suicidio o sintomi psicotici.<br />
Gli effetti terapeutici della terapia elettroconvulsiva sono<br />
generalmente molto rapidi e risolutivi. Con le tecniche moderne gli<br />
effetti sulla memoria sono praticamente inesistenti.<br />
Quest’intervento è inoltre indicato in casi di gravidanza in presenza<br />
di un grave disturbo bipolare con rischio elevato di suicidio e in<br />
soggetti anziani particolarmente deperiti e non in grado di assumere<br />
farmaci.<br />
Erbe e terapie di medicina alternativa<br />
L’effetto di prodotti di erboristeria o di terapie alternative<br />
(agopuntura, yoga, meditazione, digiuno, ecc.) non è stato studiato<br />
né valutato in condizioni rigorose.<br />
Nel caso in cui si decidesse di iniziare uno di questi<br />
trattamenti è comunque bene parlarne prima con il proprio<br />
psichiatra.<br />
COME CI SI PUO’ AIUTARE DA SOLI?<br />
I <strong>disturbi</strong> <strong>depressivi</strong> rendono vuoti, senza speranza e capacità di<br />
chiedere aiuto, con nulla che valga la pena di essere fatto o vissuto. I<br />
sentimenti e i pensieri negativi rendono alcune persone “spente”.<br />
E’ importante rendersi conto che queste visioni negative sono<br />
parte della depressione ed è tipico che non riflettano le<br />
circostanze reali.
Tenete presente alcuni accorgimenti e<br />
considerazioni che vi aiuteranno a superare<br />
questo periodo.<br />
Partecipate ad attività che possono farvi sentire<br />
meglio.<br />
Può aiutare una moderata attività fisica, andare<br />
al cinema, praticare un gioco di squadra o<br />
svolgere altre attività sociali.<br />
Attendetevi che il vostro umore migliori<br />
gradualmente, non immediatamente. Sentirsi<br />
meglio richiede tempo.<br />
E’ consigliabile posporre decisioni importanti<br />
sino a che la depressione sia passata. Prima di<br />
decisioni importanti parlatene con persone che<br />
vi conoscano bene e che abbiano un visione<br />
obiettiva della situazione.<br />
Le persone raramente “si scrollano di dosso” la<br />
depressione ma si sentono meglio giorno dopo<br />
giorno.<br />
Il pensiero negativo che è una parte della<br />
depressione scomparirà appena risponderete al<br />
trattamento.<br />
Lasciate che familiari ed amici vi aiutino.<br />
COSA SONO I GRUPPI DI AUTO-AIUTO?<br />
I gruppi d’auto-aiuto o auto-mutuo-aiuto per i pazienti ed i<br />
familiari sono costituiti da un piccolo numero di persone con gli<br />
stessi problemi che si riuniscono periodicamente per mettere in<br />
comune esperienze ed aiutarsi reciprocamente.
In questi gruppi si possono trovare informazioni, sostegno,<br />
solidarietà ed amicizia.<br />
<strong>ARETE</strong> organizza gruppi di auto-aiuto per chi<br />
soffre di depressione ed ansia e per i loro<br />
familiari.<br />
I gruppi sono formati da 8-12 pazienti o in<br />
alternativa da familiari (gruppi familiari) che si<br />
incontrano una volta alla settimana.<br />
Tutti i membri del gruppo hanno la malattia o<br />
sono familiari di coloro che ne soffrono.<br />
Non sono presenti “operatori” socio-sanitari.<br />
L’attività di un gruppo si basa sul principio di<br />
pari responsabilità e diritti.<br />
Uno tra i membri del gruppo ha il ruolo di<br />
facilitatore, ha partecipato ad un corso di<br />
formazione organizzato da <strong>ARETE</strong>, disciplina in<br />
maniera democratica gli interventi e garantisce i<br />
principi condivisi da tutti i partecipanti.<br />
Un gruppo di pazienti è aperto a chiunque soffra<br />
di depressione ed ansia e sia determinato ad<br />
uscirne mettendosi in gioco ed assumendo su di<br />
sé la responsabilità della propria salute e della<br />
propria qualità di vita.
I gruppi di auto-aiuto hanno ricevuto l’approvazione<br />
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)<br />
I gruppi di auto-aiuto sono un elemento essenziale di una<br />
nuova cultura e di un nuovo approccio alla malattia mentale<br />
basato sul concetto di una maggior consapevolezza e<br />
responsabilità da parte del paziente e della sua famiglia.<br />
COME SI PU0’ AIUTARE CHI SOFFRE?<br />
La cosa più importante che chiunque può fare per una persona<br />
depressa è aiutarla ad ottenere un’appropriata diagnosi e cura.<br />
A tal fine si dovrà incoraggiare la persona a persistere nel<br />
trattamento sino a quando i sintomi cominciano a ridursi o a<br />
cercare una cura differente se non interviene un miglioramento. Al<br />
bisogno può rendersi necessario prendere un appuntamento ed<br />
accompagnare la persona depressa dal medico. Ciò può anche<br />
significare dover monitorare se la persona depressa stia assumendo i<br />
farmaci. Questa dovrebbe essere inoltre incoraggiata a seguire le<br />
indicazioni mediche sulla limitazione di alcolici durante la terapia.<br />
Il secondo aspetto importante è quello di offrire un appoggio<br />
emotivo. Questo implica comprensione, pazienza, affetto ed<br />
incoraggiamento. Coinvolgete la persona depressa in conversazioni<br />
ed ascoltate attentamente. Non sottovalutate i sentimenti espressi<br />
ma illustrate la realtà ed offrite aiuto. Non ignorate i segnali di<br />
suicidio. Riferiteli al terapeuta della persona depressa. Invitatela a<br />
camminate, uscite, cinema ed altre attività.
La persona depressa necessita svago e compagnia, ma troppe<br />
richieste possono aggravare un sentimento di fallimento.<br />
Non accusate la persona depressa di simulare una malattia o di<br />
essere pigra, non aspettatevi che “reagisca” alla depressione.<br />
Seguendo la terapia, molte persone stanno meglio. Tenetelo a mente<br />
e continuate a rassicurare le persona depressa che, con il tempo e<br />
l’aiuto, si sentirà meglio.<br />
DOVE RIVOLGERSI PER CURARE UN DISTURBO<br />
DEPRESSIVO?<br />
Ogni persona che soffre di un disturbo dell’umore dovrebbe<br />
essere seguita regolarmente da uno psichiatra con competenze<br />
specifiche sulla diagnosi ed il trattamento di tale disturbo.<br />
Questi specialisti operano:<br />
nelle strutture psichiatriche ambulatoriali del<br />
territorio (Centri Psico Sociali – CPS)<br />
nei Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura<br />
(SPDC) delle Aziende Ospedaliere<br />
nei Centri per il trattamento dei <strong>disturbi</strong><br />
<strong>depressivi</strong> presenti in alcune Aziende<br />
Ospedaliere<br />
negli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere<br />
Scientifico (IRCCS)<br />
in ambulatori e cliniche private<br />
<strong>ARETE</strong> può fornire una lista delle strutture psichiatriche<br />
presenti in Lombardia.
Letture consigliate<br />
S. Zoli, Vivere senza depressione, TEA, 1995<br />
S. Zoli, Storie di ordinaria resurrezione (e non): fuori dalla depressione e altri<br />
mali oscuri, Rizzoli, 1999<br />
S. Zoli e G.B. Cassano, E liberaci dal male oscuro, Longanesi, 2003<br />
D.Hales e R. Hales, La salute della mente, Milano, Longanesi, 1998<br />
A cura di Mario Maj, Hagop S. Akiskal, Juan Josè Lopez-Ibor,<br />
Norman Sartorius, Disturbo bipolare, Roma, CIC Edizioni<br />
Internazionali, 2004<br />
Kay Redfield Jamison, Una mente inquieta, Milano, TEA, 1995<br />
Kay Redfield Jamison, Toccato dal fuoco: temperamento artistico e<br />
depressione, Milano, TEA, 1997<br />
<strong>ARETE</strong>, Il disturbo bipolare, I Quaderni di <strong>ARETE</strong>, 2007<br />
<strong>ARETE</strong>, I <strong>disturbi</strong> d’ansia, I Quaderni di <strong>ARETE</strong>, 2007<br />
Il presente Quaderno è parzialmente tratto da:<br />
National Institute of Mental Health. Depression. Bethesda (MD): National<br />
Institute of Mental Health, National Institutes of Health, US Department of<br />
Health and Human Services; 2002.<br />
<strong>ARETE</strong> <strong>Onlus</strong> - via Maspero, 20 - Varese - tel 335.1026265<br />
www.depressionearete.it info@depressionearete.it<br />
Ver 2.1 – maggio 2007