Opzioni terapeutiche nella pancreatite del cane - IDEXX Laboratories
Opzioni terapeutiche nella pancreatite del cane - IDEXX Laboratories
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<strong>Opzioni</strong> <strong>terapeutiche</strong> <strong>nella</strong> <strong>pancreatite</strong> <strong>del</strong> <strong>cane</strong><br />
Dr. Elizabeth Carsten, DVM, DACVIM—laboratori di riferimento <strong>IDEXX</strong>, Medicina Interna<br />
Informazioni di base<br />
La <strong>pancreatite</strong> è una malattia potenzialmente letale che<br />
colpisce principalmente i cani. Questa malattia è difficile<br />
da diagnosticare dal momento che i sintomi (vomito,<br />
anoressia e dolore addominale) sono in genere comuni<br />
e aspecifici. Recentemente è stato introdotto un nuovo<br />
test rapido SNAP ® cPL eseguibile in clinica, per una<br />
diagnosi rapida ed accurata <strong>del</strong>la <strong>pancreatite</strong> che ben si<br />
correla (95%) con il test di riferimento Spec cPL ® (lipasi<br />
pancreas-specifica canina) anch’esso sviluppato negli<br />
ultimi anni presso i laboratori di riferimento <strong>IDEXX</strong>. Una<br />
volta diagnosticata, la <strong>pancreatite</strong> può essere curata<br />
in modo efficace per permettere una riduzione <strong>del</strong><br />
tasso di morbosità e mortalità. Le opzioni <strong>terapeutiche</strong><br />
disponibili sono molteplici. La gravità <strong>del</strong>la malattia varia<br />
in funzione <strong>del</strong>l’eziologia o <strong>del</strong>le complicanze a livello<br />
locale e sistemico, si consiglia pertanto un trattamento<br />
personalizzato.<br />
Terapia infusiva<br />
La terapia <strong>del</strong>la <strong>pancreatite</strong> si basa principalmente<br />
sulla somministrazione di liquidi per via endovenosa.<br />
All’inizio <strong>del</strong>la terapia, nel corso <strong>del</strong>le prime 12–24 ore,<br />
i liquidi devono trattare la disidratazione e provvedere<br />
nel contempo all’alimentazione. Il livello dei liquidi<br />
deve essere regolato con una certa frequenza in<br />
modo da compensare ulteriori perdite (come vomito,<br />
diarrea e asciti) e correggere gli squilibri dei liquidi,<br />
degli elettroliti e <strong>del</strong>l’acido-base. Se necessario,<br />
si può somministrare un sistema colloidale sotto<br />
forma di plasma fresco congelato, idrossietilamido<br />
o destrano (10–20 ml/kg/giorno). Il plasma fornisce<br />
alfa macroglobuline che permettono di eliminare le<br />
proteasi attive all’interno <strong>del</strong> siero ed apporta i fattori<br />
di coagulazione; questo è indicato quando vi sono<br />
segni di coagulazione intravascolare disseminata (CID).<br />
Tuttavia, gli studi condotti sull’uomo hanno dimostrato<br />
che la somministrazione di plasma non apporta alcun<br />
miglioramento per quanto concerne l’andamento clinico<br />
o il tasso di mortalità. 1<br />
Terapia <strong>del</strong> dolore<br />
La terapia analgesica dovrebbe essere presa in<br />
considerazione qualora il paziente presenti dolori<br />
addominali e la <strong>pancreatite</strong> sia sospetta o confermata.<br />
Gli analgesici oppioidi per via sottocutanea o<br />
endovenosa sono solitamente impiegati nei pazienti<br />
ricoverati. In alternativa, è possibile eseguire iniezioni<br />
intraperitoneali di lidocaina o bupivacaina mescolate<br />
con salina sterile. Nei pazienti non ricoverati le strategie<br />
<strong>terapeutiche</strong> per il controllo <strong>del</strong> dolore comprendono<br />
fentanil cerotto, tramadolo o butorfanolo.<br />
Supporto nutrizionale<br />
Nonostante il supporto nutrizionale <strong>nella</strong> <strong>pancreatite</strong><br />
sia oggetto di dibattito <strong>nella</strong> medicina veterinaria,è<br />
consigliato dagli studi condotti sull’uomo. Nella<br />
<strong>pancreatite</strong> non complicata, il paziente con vomito<br />
può essere lasciato NPO (a digiuno) per 24–48 ore,<br />
con reintegrazione successiva e graduale di una dieta<br />
ipolipidica nel momento in cui gli episodi di vomito<br />
si riducono. Anche se il trattamento NPO permette<br />
al pancreas di fare una “pausa”, la maggior parte<br />
dei pazienti manifestano anoressia da oltre 48 ore al<br />
momento <strong>del</strong> loro arrivo , di conseguenza un’ulteriore<br />
sospensione <strong>del</strong>le sostanze nutrienti potrebbe essere<br />
dannosa.<br />
In alternativa, il supporto nutrizionale può essere<br />
fornito mediante nutrizione parenterale totale (TPN)<br />
o nutrizione enterale (EN). Nei pazienti affetti da<br />
<strong>pancreatite</strong>, gli esperti consigliano un supporto<br />
nutrizionale enterale. La nutrizione enterale stabilizza<br />
la barriera intestinale, migliora la salute degli<br />
enterociti e la funzione immunitaria, migliora la motilità<br />
gastrointestinale e previene il catabolismo. La nutrizione<br />
enterale può essere eseguita utilizzando una varietà di<br />
diverse sonde, tra cui le sonde nasogastriche (NG) o<br />
sonde naso-esofagee (NE), sonde da esofagostomia,<br />
gastrostomia o digiunostomia. Le sonde da<br />
digiunostomia bypassano il pancreas e possono essere<br />
impiegate nei pazienti in cui non è possibile controllare<br />
gli episodi di vomito. E’ stato descritto l’utilizzo di sonde<br />
da digiunostomia posizionate endoscopicamente nel<br />
<strong>cane</strong>; queste sonde offrono la possibilità di eseguire<br />
la EN senza la necessità di anestesia o procedure<br />
chirurgiche prolungate. Mentre la TPN dà supporto al<br />
resto <strong>del</strong> corpo, il tratto gastrointestinale continua a<br />
rimanere a digiuno dal momento che riceve le sostanze<br />
nutrienti dal lume intestinale. Nella <strong>pancreatite</strong> acuta,<br />
la TPN è in grado di fornire gran parte <strong>del</strong> fabbisogno<br />
calorico, anche se è opportuno aggiungere la nutrizione<br />
microenterale per nutrire l’intestino. La nutrizione<br />
microenterale è un nutrimento a goccia di un liquido<br />
dietetico attraverso una sonda di nutrimento (NG, NE,<br />
per esofagostomia, gastrostomia o digiunostomia) per<br />
supportare le cellule <strong>del</strong>l’epitelio, evitando nel contempo<br />
la stimolazione degli enzimi pancreatici causata da<br />
volumi più grandi.<br />
Tuttavia, gli studi condotti sull’uomo hanno dimostrato<br />
che la NE è ben tollerata nei casi con poche<br />
complicanze e che comporta rischi minori rispetto alla<br />
NPT. 2,3
Altri trattamenti<br />
Altre potenziali terapie <strong>del</strong>la <strong>pancreatite</strong> prevedono la<br />
somministrazione di antiemetici, antiacidi, antibiotici<br />
e dopamina. Gli antiemetici aiutano a controllare<br />
gli episodi di vomito e consentono una nutrizione<br />
enterale più tempestiva. Le opzioni <strong>terapeutiche</strong><br />
comprendono: ondansetrone (Zofran ® ), dolasetrone<br />
(Anzemet ® ), metocloparamide e clorpromazina. Gli<br />
antiacidi possono essere un antagonista dei recettori<br />
H2 (ranitidina o famotidina per via endovenosa) o un<br />
inibitore <strong>del</strong>la pompa protonica (pantoprazolo per via<br />
endovenosa).<br />
Nel <strong>cane</strong> la <strong>pancreatite</strong> è in genere una necrosi<br />
sterile e l’uso di antibiotici non è indicato. In rari casi,<br />
gli antibiotici possono essere utilizzati in presenza<br />
di ascesso pancreatico o quando vi è evidenza di<br />
traslocazione batterica dal tratto gastrointestinale.<br />
Negli l studi di ricerca eseguiti, la dopamina a basse<br />
dosi (5 µg/kg/min) ha dimostrato di mantenere il flusso<br />
sanguigno a livelli mesenterici e di limitare l’aumento<br />
<strong>del</strong>la permeabilità microvascolare. 4 Al momento non<br />
esistono studi clinici che valutino adeguatamente il<br />
ruolo <strong>del</strong>la dopamina <strong>nella</strong> <strong>pancreatite</strong>.<br />
Monitoraggio<br />
Durante il ricovero, i pazienti affetti da <strong>pancreatite</strong><br />
devono essere tenuti sotto stretto monitoraggio dal<br />
momento che il loro stato di salute può cambiare<br />
rapidamente. Si consiglia di controllare ad intervalli<br />
regolari elettroliti, equilibrio acido-base, azotemia,<br />
ittero e stato di coagulazione (ad es. ogni 24–48 ore<br />
per i pazienti affetti da patologia grave). L’ecografia<br />
addominale può essere ripetuta ad intermittenza per<br />
valutare lo sviluppo, o i cambiamenti <strong>del</strong>le pseudocisti<br />
e/o degli ascessi pancreatici. Le concentrazioni di<br />
Spec cPL ® diminuiscono quando l’infiammazione<br />
pancreatica si risolve e possono essere ripetute ogni<br />
due o tre giorni nei pazienti ricoverati affetti da patologia<br />
grave per stabilire se vi è un miglioramento <strong>nella</strong><br />
<strong>pancreatite</strong>. Nei pazienti più stabili, il test Spec cPL ®<br />
può essere ripetuto ogni una o due settimane.<br />
Terapia a lungo termine<br />
La terapia cronica <strong>del</strong>la <strong>pancreatite</strong> varia a seconda<br />
<strong>del</strong>la gravità <strong>del</strong>la malattia. Gli episodi singoli, acuti e<br />
senza complicanze possono essere trattati inizialmente<br />
con l’eliminazione di pasti ad alto contenuto di grassi,<br />
tornando successivamente ad una normale dieta di<br />
mantenimento. Tuttavia, i pazienti che presentano<br />
episodi ripetuti di <strong>pancreatite</strong> acuta o evidenza di<br />
malattia cronica devono essere sottoposti ad un regime<br />
alimentare ipolipidico di mantenimento.<br />
Aprile 2007<br />
Inoltre, in questi pazienti si deve evitare l’uso di farmaci<br />
associati alla <strong>pancreatite</strong> (ad es. bromuro di potassio,<br />
L-asparaginasi, azatioprina, furosemide, tetraciclina,<br />
aspirina, sulfamidici). La supplementazione orale con<br />
enzimi pancreatici nei pazienti affetti da <strong>pancreatite</strong><br />
cronica è un tema controverso. In uno studio recente,<br />
il 57% dei cani osservati per un periodo di sei mesi<br />
dopo un singolo episodio di <strong>pancreatite</strong> acuta ha<br />
manifestato un’ulteriore infiammazione (aumento <strong>del</strong>la<br />
cPLI, immunoreattività <strong>del</strong>la lipasi pancreatica ) o una<br />
diminuzione <strong>del</strong>le cellule acinose funzionali (aumento<br />
<strong>del</strong>la TLI, immunoreattività tripsino-simile) nonostante la<br />
risoluzione dei sintomi. 5<br />
Conclusione<br />
In molti casi di <strong>pancreatite</strong> la prognosi <strong>del</strong> paziente<br />
è riservata. Tuttavia, una diagnosi rapida ed una<br />
implementazione tempestiva <strong>del</strong>la terapia adeguata<br />
all’inizio nel decorso <strong>del</strong>la malattia riduce il tasso di<br />
morbosità e di mortalità. Una volta identificata una<br />
predisposizione alla <strong>pancreatite</strong>, è possibile garantire<br />
un monitoraggio cronico mediante il test Spec cPL ® ,<br />
soprattutto se si interviene sulla terapia dietetica e/o<br />
sulle sostanze che predispongono alla <strong>pancreatite</strong>.<br />
Per qualsiasi altra domanda sulla <strong>pancreatite</strong> canina e/o<br />
sulle opzioni <strong>terapeutiche</strong>, contattare il laboratorio di<br />
riferimento <strong>IDEXX</strong> al numero 01937 544000.<br />
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after acute pancreatitis. J Vet Int Med. 2006;20:750.<br />
<strong>IDEXX</strong> <strong>Laboratories</strong> Italia S.r.l.<br />
Via Canova 27<br />
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Spec cPL è un marchio di fabbrica o un marchio registrato<br />
<strong>del</strong>la <strong>IDEXX</strong> <strong>Laboratories</strong>, Inc. negli Stati Uniti e/o in altri Paesi.<br />
Zofran è un marchio registrato di GalaxoSmithKline.<br />
Anzemet è un marchio registrato di sanofi-aventis.