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1 - Renzo Zagnoni VICENDE STORICHE DEL SANTUARIO DELLA ...

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giornaliere a pagamento e 58 gratuite. Il capomastro fu Giovanni Franci ed alle sue dipendenze lavorarono<br />

i muratori Gian Battista Evangelisti, Gian Battista Amadori, Domenico Balducelli, Michele<br />

Zaccanti e Francesco Antoni e i manovali Giuseppe Franci, Sabadino, Francesco, Matteo Antonio e<br />

Giovanni Guidotto Negretti oltre a vari membri delle famiglie Anti, Antoni, Balducelli, Biagi, Citerni,<br />

Fabbri, Franci, Gianelli, Gianinoni, Guccini, Nanni, Piovani, Poli, Pozzi, Prunetti e Torlaini,<br />

provenienti da Castelluccio, Capugnano, Monte Acuto, Pianaccio e Porchia. Lo scasso del terreno<br />

occupò il mese di luglio ed il 27 si è dato principio alla fabrica della Capella della Madonna con la presenza<br />

del Massaro della Communità, gl’Economi deputati, e Depositario. La costruzione, verso la fine di settembre,<br />

doveva essere a buon punto se il 22 andai io D. Giovanni degl’Antoni in Rio Scorticato con mio zio<br />

Michele Agostini a mettere su la porta da esso fatta d’ordine mio (costò 7 lire, oltre alla serratura comprata<br />

a Bologna per 4 lire) e poco dopo, il 4 ottobre, il maestro Bernardo scultore iniziò l’adornamento da<br />

farsi (...) intorno al nichio dove si dovea riporre detta Imagine. Finalmente l’11 ottobre 1722 don Giovanni<br />

Antoni assieme a don Giuseppe Pranzini, levò la B.V. dalla Verginina quasi rovinata del tutto per portarla<br />

dentro la Capellina già finita ma attorniatavi dintorno a me un’infinità di popolo convenuto, che stetti<br />

in piedi mezz’hora per farla baciare a tutti che piangendo a calde lacrime imploravano misericordia, e fu tanto<br />

il Concorso di quel giorno che stimo impossibile il contarli. La Madonna di Rio Scorticato, che solo nella<br />

seconda metà del ‘700 inizierà ad essere chiamata del Faggio, iniziò così in quell’ottobre del 1722 la<br />

sua pluricentenaria vicenda storica. Sorto dalla ferma volontà dei popoli di Capugnano-Castelluccio<br />

e di Monte Acuto, il santuario si affermò fin dalle origini come importante centro di vita religiosa<br />

e di devozione alla Vergine Maria, divenendo anche centro morale della società civile, segno di<br />

identificazione e di riconoscimento delle comunità che concorsero alla sua costruzione e avrebbero<br />

continuato a concorrere al suo mantenimento.<br />

Fin dai primissimi giorni i problemi dell’umidità e dello scorrimento delle acque superficiali, che<br />

avrebbero poi messo in difficoltà l’edificio fino ai giorni nostri, si resero manifesti: appena quattro<br />

giorni dopo l’inaugurazione fu necessario far scassare il terreno d’intorno la Capellina e rimediare che<br />

l’acqua non penetri dentro d’essa 17 , Un piccolo campanile a vela, e perciò molto diverso dall’attuale,<br />

venne costruito cinque anni dopo, nel 1727, e solamente nel 1735 si provvide a lastricare il pavimento<br />

della chiesa 18 : tutto ciò a dimostrazione dello stato di estrema povertà in cui ebbe origine il nostro<br />

santuario.<br />

Un primo radicale restauro che comprese il rifacimento dell’altare fu realizzato negli anni 1752-<br />

1754 19 , anche se solo 1’8 giugno 1755 viene segnata la spesa fatta a Bologna per l’acquisto della<br />

preda sacrata 20 . Anche negli anni 1759-1760 furono eseguiti vari importanti lavori: 1’11 settembre<br />

1759 si parla infatti di principiarsi li fondamenti della chiesa di Rio Scorticato; tale fabbrica, un termine<br />

che potremmo considerare sinonimo di costruire, proseguì nella primavera dell’anno seguente per<br />

terminare in ottobre mentre il 30 di quel mese del 1760 si parla di far spontelar la Chiesa 21 . Nel 1763 si<br />

realizzò anche il volto, cioè il volto, cioè la volta, in muratura che costò lire 100 e fu completamente<br />

pagata da don Giacomo Zappoli 22 , Dal 19 agosto all’8 settembre 1765 si costruì pure il muraglione sotto<br />

la chiesa e in tale importante opera furono impiegati sette maestri, cioè muratori, e dodici manovali,<br />

molti dei quali donarono per carità da una a tre opere, cioè giornate di lavoro. Nel maggio dell’anno<br />

successivo il lavoro fu completato: sappiamo infatti che si procedette a riempire il vuoto del muraglione<br />

col scasso vicino alla Chiesa 23 .<br />

In questo primo periodo l’edificio non possedeva l’aspetto attuale; non erano stati ancora costruiti i<br />

17 APC, Libro A, c. 14 r .<br />

18 APC, Libro A, c. 18 r .<br />

19 APC, Libro A, cc. 20 v -30 r .<br />

20 APC, Libro A, c. 33 r .<br />

21 APC, Libro A, cc. 53 r -58 r .<br />

22 APC, Libro A, c. 67 r .<br />

23 La notizia è tratta dalle cc. 2 r -5 r del secondo manoscritto di entrata e uscita già citato<br />

(APC, Libro B, cart. 1) che va dal 1765 al 1813.<br />

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