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1 - Renzo Zagnoni VICENDE STORICHE DEL SANTUARIO DELLA ...

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Crocefisso del Castelluccio, spendendo 2.009 lire del santuario e donandone egli stesso 103 46 . Tale<br />

fabbricato è ancor oggi di proprietà della chiesa del Faggio.<br />

5 - Il nostro secolo<br />

In modo del tutto particolare si espresse la devozione verso la Madonna del Faggio da parte dei<br />

popoli a lei legati, in occasione dell’immane ecatombe della prima guerra mondiale. Al di là della<br />

retorica patriottica ufficiale la gente di Capugnano, Castelluccio e Monte Acuto e degli altri paesi<br />

vicini, si strinse con grande fervore intorno alla “sua” Madonna per chiedere insistentemente l’immensa<br />

grazia della pace. Numerosi furono i pellegrinaggi ed i trasporti al Castelluccio: 11 ottobre<br />

1915, 24-27 gennaio 1916, 18 maggio 1916, 29-31 maggio 1916 e 7 novembre 1917; tutti ebbero lo<br />

scopo di chiedere l’intercessione per la tanto desiderata pace e per la incolumità dei nostri soldati. In nessuna<br />

delle annotazioni del parroco don Carlo Righetti che ci sono giunte è mai, significativamente,<br />

ricordata la vittoria, ma sempre e solo traspare il desiderio della fine della strage ed il ricordo pei<br />

poveri soldati! Anche l’ottavario che si svolse al termine del conflitto dal 6 al 14 gennaio 1919 con la<br />

presenza dell’immagine della Madonna nella parrocchiale del Castelluccio si fece in ringraziamento<br />

della cessazione della guerra, per una pace giusta e duratura ed anche per ottenere la liberazione dal morbo<br />

detto influenza che miete tante vittime 47 .<br />

Per questa prima parte del secolo, estremamente interessante risulta la testimonianza del parroco<br />

del Castelluccio, il solito don Righetti, che riguarda le oramai secolari liti coi Monteacutesi in occasione<br />

della processione del giorno dell’Ascensione. L’8 maggio 1920 egli scriveva al parroco di Monte<br />

Acuto: giovedì 13 maggio corrente la S. Immagine di Maria Santissima verrà trasportata al suo Santuario.<br />

Non vorrei succedesse lo scandalo dell’anno passato! Che la Santa Immagine per associazione di confraternite<br />

e per ispirito religioso, non per diritti, che diritti non vi sono, sia data a trasportare a un Confratello della<br />

Compagnia di Monteacuto, mi piace, l’approvo, che siamo tutti figli dello stesso Padre celeste e della stessa<br />

madre la Chiesa; ma non approvo certamente le prepotenze, le profanazioni; il disprezzo del Sacerdote e della<br />

Sacra Funzione. (...) Carissimo signor curato, è con dispiacere che scrivo la presente, ma Ella intende bene che<br />

è obbligo mio impedire profanazioni . Molto probabilmente è proprio all’episodio accaduto nel 1919 che<br />

si riferiscono i racconti popolari raccolti nelle testimonianze orali della seconda parte di questo volume<br />

e cosi riferiti da Giorgio Filippi: Il giovedì successivo, giorno dell’Ascensione, quelli di Monte Acuto<br />

si appostavano di vedetta e non appena vedevano spuntare, dalla Serra di Spondola, la processione di ritorno,<br />

suonavano le campane a doppio dritto e si precipitavano giù per la via del Mulino per risalire dall’altra parte ed<br />

essere pronti all’appuntamento all’incrocio delle due strade. Lì, presso quel casone detto “della Benedizione”,<br />

quelli del Castelluccio passavano la fioriera della Madonna a quelli di Monte Acuto. I quali avevano cura di<br />

voltare l’immagine di Maria verso il loro paese, mentre il loro parroco impartiva la benedizione. Poi, tutti assieme,<br />

procedevano fin dentro il santuario cantando le litanie: Mater purissima, ora pro nobis, Virgo clemens,<br />

Rosa mystica, Refugium peccatorum...<br />

Quelli di Monte Acuto, a torto o a ragione, temevano che i “Castluccianti” volessero evitare l’appuntamento<br />

al “Casone della Benedizione” e non passare la Madonna. Erano perciò molto vigilanti e organizzavano dei<br />

sistemi di segnalazione. Una volta successe che al famoso Casone quelli del Castelluccio trovarono da dire e<br />

non vollero cedere la Madonna. Successe il finimondo. Una priora di Monte Acuto cambiò la presa del suo candelotto<br />

e comincio a menare colpi a chi chiappa, chiappa. Ma non ci fu niente da fare. La Madonna proseguì il<br />

viaggio sulle spalle di quelli del Castelluccio, mentre le loro donne intonavano le litanie con particolare vigore:<br />

«Sancta Maria nostra» e quelle di Monte Acuto, pronte, si misero a rispondere strillando così: «tantemò l’è<br />

nostra che la vostra» 48 .<br />

Nell’anno 1931 sono ricordate le celebrazioni per il terzo centenario del santuario; un centenario che,<br />

alla luce delle presenti note, appare come non fondato su basi storiche, ma dal punto di vista devo-<br />

46 Cfr. un promemoria in APC, cart. 2, fasc. 2.<br />

47 Tutte queste notizie furono annotate da don Carlo Righetti in una vacchetta (1913-<br />

1964), in APC, cart. 1.<br />

48 Filippi, Il romitto del Faggio, pp. 118-119.<br />

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