Trattato professionale - Estro-Verso
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Giancarlo Bruschini<br />
Aloe<br />
<strong>Trattato</strong> <strong>professionale</strong><br />
(edizione del 2013)<br />
E-BOOK<br />
PDF<br />
Edizioni <strong>Estro</strong>-<strong>Verso</strong>
Collana “Scienza e Natura”<br />
A cura di Giancarlo Bruschini<br />
“MI DOMANDATE QUALE E’ IL SEGRETO DELLE FORZE<br />
CHE MI SOSTENEVANO DURANTE I MIEI LUNGHI DI-<br />
GIUNI; EBBENE E’ STATA LA MIA FEDE INEBRIANTE IN<br />
DIO, LA MIA VITA SEMPLICE E FRUGALE E L’ALOE, DI<br />
CUI SCOPRII I BENEFICI APPENA ARRIVAI IN AFRICA DEL<br />
SUD, NEGLI ULTIMI ANNI DEL SECOLO”.<br />
Mahatma Gandhi<br />
“QUATTRO VEGETALI SONO INDISPENSABILI PER LA<br />
VITA DELL’UOMO: IL GRANO, LA VITE, L’ULIVO E L’ALOE;<br />
IL PRIMO LO NUTRE, IL SECONDO GLI ALLIETA IL CUORE,<br />
IL TERZO LO ARMONIZZA, IL QUARTO LO GUARISCE”.<br />
Cristoforo Colombo<br />
“QUI VULT VIVERE ANNOS NOE, SUMAT PILLULAS DE<br />
ALOE”. (CHI VUOLE VIVERE GLI ANNI DI NOE, PRENDA<br />
LE PILLOLE DI ALOE).<br />
Ruggero Bacone<br />
E’ vietata la riproduzione, anche parziale, non autorizzata ed<br />
effettuata con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche ad<br />
uso interno o didattico. L’illecito sarà penalmente perseguibile a<br />
norma dell’art. 171 della legge n. 633 del 22/04/1941<br />
©2013<br />
Proprietà letteraria riservata<br />
Edizioni <strong>Estro</strong>-<strong>Verso</strong><br />
www.estro-verso.net
Introduzione dell’autore<br />
Sempre più spesso, in questi ultimi anni, si sente parlare di Aloe<br />
e non sempre, purtroppo, in modo corretto. Su questa straordinaria<br />
pianta tutti sembrano sapere “tutto” e la sua fama miracolistica<br />
cresce di giorno in giorno alla stregua di una moderna leggenda<br />
metropolitana. Eppure, pochi di noi saprebbero persino riconoscerla…<br />
Un’infinità di testi sono stati pubblicati su questa<br />
materia ed io stesso li posseggo quasi tutti, in diverse lingue, ma nessuno<br />
è davvero esaustivo, chiaro, pratico e concreto; anzi, penso che<br />
molti di questi libri siano stati copiati e ricopiati da testi preesistenti,<br />
diffondendo troppo spesso gli stessi errori. Ad esempio,<br />
tutti definiscono l’Aloe come appartenente alla famiglia<br />
delle Liliaceae, dato errato, poiché essa rientra nel genere<br />
Gigliaceae-Aloaceae (Asphodelaceae). Inoltre, e cosa non di<br />
poco conto, tutti diffondono una ormai nota ricetta casalinga<br />
per l’estrazione del succo, senza considerare che l’assunzione<br />
di Aloina, un composto presente nel succo di Aloe, cioè una<br />
droga antrachinonica lassativa, è pericolosa e può essere isolata<br />
dal resto del succo soltanto con procedimenti di laboratorio.<br />
Questi sono i motivi che mi hanno indotto a scrivere questo libro,<br />
fornendo un percorso storico completo e reale, dati sulle ricerche<br />
e informazioni sulla botanica. Moltissime persone mi contattano<br />
per rivolgermi sempre le stesse domande e le risposte ai quesiti<br />
più comuni sono tutte fornite in questo testo. Ho iniziato ad occuparmi<br />
di Aloe nel 1995 e, ad oggi, sono considerato uno dei maggiori<br />
esperti, in quanto non ho mai smesso di documentarmi<br />
sull’argomento. Oltre ad aver collaborato attivamente con svariate<br />
società italiane e straniere, sono stato invitato molte volte da<br />
strutture ospedaliere e da altri ricercatori, ampliando notevolmente<br />
le mie conoscenze su questo argomento. Ho tenuto conferenze<br />
da Padova a Napoli, presso l’Aula Corsi del Vaticano e presso la<br />
FAO, partecipando a molti seminari e trasmissioni televisive, diffondendo<br />
questa materia, degna di studi più approfonditi.<br />
3
Perché questo trattato sull’Aloe<br />
Ho intrapreso questo percorso negli anni ‘90, con la convinzione<br />
che sarebbe stata solo una piccola parentesi. Mi sbagliavo.<br />
Da allora, infatti, non ho più smesso di documentarmi e fare ricerche,<br />
e non soltanto su questa pianta, allargando notevolmente le<br />
mie conoscenze su un settore mai completamente approfondito.<br />
Molte persone si sono incamminate sullo stesso percorso per questioni<br />
di busisness, ma la mia storia non è legata al denaro o da<br />
interesse <strong>professionale</strong>, proveniendo infatti da settori lavorativi e<br />
indirizzi scolastici completamente diversi. Non ho mai pensato di<br />
speculare sull’Aloe e sulla buona fede di quanti si sentono costretti<br />
ad affrontare qualsiasi rimedio con la speranza di una guarigione,<br />
ma col tempo altri hanno speculato sul mio lavoro ed oggi non<br />
sono poche le aziende di settore che utilizzano miei articoli per<br />
pubblicizzare i propri prodotti naturali a base di Aloe.<br />
Ad oggi, sono uno dei maggiori esperti sull’Aloe: ho scritto articoli<br />
per riviste professionali, ho partecipato a trasmissioni televisive,<br />
ho partecipato o condotto conferenze in quasi tutto il territorio nazionale,<br />
presso la sede della FAO ed anche presso l’aula corsi del<br />
Vaticano. Ho collaborato con medici e strutture ospedaliere, sono<br />
stato contattato da numerose società, fin quando una di esse mi<br />
propose il 50% delle quote affinché lavorassi esclusivamente per<br />
loro, ma io, contrariamente a tante altre persone, ho scelto strade<br />
diverse. Soltanto conoscendo la mia storia capirete se è il caso o<br />
meno di proseguire la lettura di questo trattato, che, vi assicuro, è<br />
il più completo che potrete trovare in giro sull’argomento.<br />
La prima volta che sentii parlare di Aloe fu proprio negli anni ‘90,<br />
in seguito alle esigue speranze che i medici avevano prospettato<br />
ai miei genitori, entrambi ricoverati per cancro. Quando entrarono<br />
in ospedale per un semplice controllo, la situazione era già disperata,<br />
talmente drammatica che il primario mi fece sedere e mi<br />
disse testualmente: “Lei deve organizzare due funerali”. Il mondo<br />
mi crollò addosso in un attimo e, mentre lo fissavo attonito,<br />
4
egli ribatté: “Non tenti nessun’altra strada: sua madre ha una neo-<br />
plasia al fegato in fase terminale e suo padre un carcinoma avanzato<br />
alla prostata. Le prospettive di vita per entrambi sono di circa<br />
due mesi, poco più per suo padre.”<br />
Sentii lacerarmi l’anima, mentre osservavo in seguito i miei genitori,<br />
apparentemente sani ed ignari di tutto.<br />
Mi detti comunque da fare, nonostante creda fermamente nei progressi<br />
della scienza e della medicina. Avevo sentito parlare di alcune<br />
radici che gli Indiani d’America utilizzano contro il cancro e<br />
decisi di partire, ma poi qualcuno mi parlò dell’Aloe e cominciai<br />
a cercare più materiale possibile, contattando gente ed esperti in<br />
varie parti del mondo, ma avevo poco tempo e non sapevo assolutamente<br />
nulla di piante.<br />
Il tempo stringeva e mia madre era ormai allo stremo, verde in<br />
volto come una foglia. Era un venerdì e l’oncologo disse a noi tre<br />
figli di preparare i vestiti per il funerale di mia madre, in quanto<br />
sarebbe morta entro un paio di giorni. Comprammo l’abito, ma<br />
finalmente avevo reperito una pianta di Aloe e portammo con noi<br />
anche il succo fatto in casa (cosa che sconsiglio e di cui parlo ampliamente<br />
in questo libro). La suora aiutò mia madre ad assumerlo<br />
almeno tre volte al dì e, il lunedì seguente, non solo aveva ripreso<br />
un colorito normale (niente ittero e bilirubina con valori nella norma),<br />
ma quando l’oncologo tornò, la trovò seduta su una panchina<br />
nei giardini interni dell’ospedale, intenta a fumare una sigaretta.<br />
Il medico mi chiamò e portò sia me che mia madre ad effettuare<br />
subito altre analisi. Eravamo tutti sorpresi, ma lui molto più di<br />
noi. Dopo aver accompagnato mia madre in camera, mi disse di<br />
seguirlo.<br />
Mi portò in alcune stanze in cui si trovavano diversi pazienti e<br />
dopo avermeli fatti osservare, disse: “Questi pazienti hanno avuto<br />
in passato gravi problemi al fegato ed anche se sono ricoverati<br />
qui ora per altri motivi, hanno ancora il volto giallo per via<br />
dell’ittero. In 25 anni non ho mai visto una sola persona recuperare<br />
come è successo a sua madre e non riesco a capire cosa<br />
possa essere successo.” Ero basito e frastornato, ma volevo<br />
5
condividere con lui quanto avevo scoperto sull’Aloe, sperando<br />
che ne fosse entusiasta. Iniziò invece ad urlare: “Come si è permesso<br />
di somministrare questa cosa ad una paziente? Chi si crede<br />
di essere?”. La paziente era mia madre e lui non ci aveva dato molte<br />
speranze, quindi gli spiegai che colto dalla disperazione avevo<br />
provato a darle un semplice succo di frutta energetico. Spaventata,<br />
mia madre non ne volle sapere più di assumere l’Aloe e cominciò<br />
a lasciarsi andare. Mio padre, che nel frattempo era stato dimesso<br />
senza nessuna cura, cominciò ad assumere il succo che continuavamo<br />
a preparare. Le aspettative di mia madre non erano buone,<br />
ma visse più a lungo di quanto prospettato e ci lasciò serenamente.<br />
Mi sono sempre chiesto cosa sarebbe successo se avesse continuato,<br />
ma questo non lo saprò mai. Intanto mio padre continuava a vivere<br />
e i mesi passavano. Ripetemmo le analisi e le consegnammo<br />
a mio padre, il quale intendeva parlare personalmente col medico.<br />
Questi, sorpreso, si rivolse a mio padre e gli disse: “Bruschini, ma<br />
lei lo sa che non ha più nulla? Ha preso qualcosa, qualche medicina?”<br />
Lui umilmente rispose: “Mio figlio mi ha dato delle erbe<br />
energetiche, ma non ho preso nessuna medicina”. A quel punto il<br />
medico volle vedermi e da quel momento di medici ed ospedali ne<br />
ho visti molti. Oggi mio padre gode di buona salute ed ha superato<br />
gli ottant’anni.<br />
Nel frattempo la mia ricerca andava avanti e trascrivevo tutto ciò<br />
che scoprivo su un file del computer che utilizzavo al lavoro.<br />
A quei tempi lavoravo in una grande azienda con filiali in tutte le<br />
regioni italiane e il mio computer era collegato in Rete con quelli<br />
di molti altri dipendenti, ma non immaginavo che alcuni colleghi<br />
curiosi leggessero, stampassero e diffondessero le fotocopie della<br />
mia “ricerca” personale. La gente cominciava a telefonarmi: aziende,<br />
privati, medici, direttori sanitari, veterinari, ecc. Ho risposto<br />
sempre a tutti, dando i consigli che ritenevo opportuni, anche ad<br />
alcuni imprenditori canadesi o francesi che intendevano produrre<br />
succo di Aloe e fare busisness. Non ho mai chiesto un centesimo.<br />
Alcuni di questi, anche in Italia, si sono arricchiti notevolmente<br />
6
grazie alle mie indicazioni preziose.<br />
Un’azienda italiana che produceva solo cosmetici mi contattò per<br />
avere alcune informazioni sull’Aloe. A quei tempi ero ormai consapevole<br />
dei rischi dovuti all’assunzione di Aloina, una droga<br />
antrachinonica ed altamente lassativa presente nel succo naturale<br />
della pianta, quindi proposi loro la formulazione di un succo<br />
purissimo in fialette monodose con l’aggiunta di miele e propoli<br />
per conferire al succo stesso un sapore gradevole. Disegnai anche<br />
la confezione e scelsi personalmente il nome del prodotto, senza<br />
chiedere nulla in cambio se non la possibilità di avere ad un prezzo<br />
scontato un prodotto efficace e senza aloina per mio uso personale.<br />
Iniziarono subito la produzione e presentarono il prodotto al<br />
Sana di Bologna (Fiera annuale sui prodotti naturali).<br />
Il nuovo prodotto ebbe un successo incredibile, a tal punto che<br />
un’azienda coreana voleva acquistare il marchio e la formula.<br />
Dopo pochi giorni mi invitarono in azienda e mi conferirono il<br />
50% delle quote societarie affinché lavorassi solo per loro.<br />
In seguito, dopo aver cioè acquisito ulteriore esperienza, lasciai<br />
l’azienda e cominciai ad investire su me stesso, riprendendo le<br />
mie attività professionali precedenti. Ma l’Aloe non voleva abbandonarmi.<br />
Ricevetti la telefonata dall’infettivologo di una struttura<br />
ospedaliera che aveva in cura molti pazienti affetti da HIV.<br />
Dopo aver letto alcuni miei articoli, ricerche trovate su Internet ed<br />
aver consultato alcuni pazienti con l’HIV che assumevano prodotti<br />
a base di Aloe formulati da un’azienda di cui ero socio a quei<br />
tempi, l’infettivologo della struttura mi invitò con urgenza presso<br />
il suo studio e mi disse testualmente, mentre agitava una confezione<br />
di succo di Aloe:<br />
“E’ un suo prodotto questo?”<br />
“Si”, risposi osservando la confezione.<br />
“Noi qui abbiamo in cura da diversi anni soggetti che non presentano<br />
miglioramenti nonostante le cure, poi bevono questo succo<br />
e dopo due giorni stanno meglio. Cosa c’è qui dentro? Come fa a<br />
curare con le piante?”<br />
7
Dopo averlo rassicurato sul contenuto del flacone e sull’azienda<br />
che lo produceva, gli feci capire che ero sorpreso quanto lui per i<br />
risultati riscontrati. Se da un lato ne ero uscito gratificato, nel contempo<br />
ero molto spaventato. Tutti i medici da me conosciuti nel<br />
corso del tempo sono rimasti particolrmente stupiti dagli effetti<br />
ottenuti da pazienti che presentavano patologie più o meno gravi<br />
trattati con l’Aloe. Questo succo non è tossico, se privo di aloina,<br />
non produce effetti collaterali e può essere assunto da tutti... ma<br />
la medicina ufficiale preferisce percorrere altre strade. Se IO, che<br />
non sono un medico, ho potuto riscontrare questo, allora perché<br />
LORO non conducono ricerche più mirate e non le diffondono?<br />
Per esempio, un giorno mi capitò tra le mani un articolo scritto in<br />
francese su alcuni studi effettuati in campo veterinario su gatti affetti<br />
da Felv (leucemia felina) a Brussel. I test dimostravano come<br />
alcuni gatti erano guariti completamente da questa grave patologia.<br />
Mi recai nel primo studio veterinario che trovai a Roma, in un<br />
quartiere ricco (lì tutti hanno i gatti). Fui accolto in studio e chiesi<br />
al medico il suo parere sull’argomento. Mi rispose subito che la<br />
prima causa di mortalità per i gatti è proprio la Felv e che non esistono<br />
assolutamente cure. Fu però disposto a tentare e gli lasciai<br />
un paio di flaconcini da provare, spiegandogli che il succo di Aloe<br />
non avrebbe comunque fatto male ai poveri mici e che era prodotto<br />
da un’azienda regolare, della quale gli avevo fornito tutte le<br />
indicazioni. Mi richiamò dopo pochissimi giorni, eccitatissimo e<br />
mi chiese di portargli subito un centinaio di quei flaconi perché i<br />
gatti che assumevano il succo di Aloe stavano meglio e migliorava<br />
anche il loro pelo.<br />
Ricercatori professionisti hanno condotto seri studi sui componenti<br />
chimici di questa pianta e sui loro effetti, ma le ricerche sono<br />
disseminate un pò ovunque ed ognuno tende a custodirle gelosamente.<br />
Quanto tempo utile avrei risparmiato se avessi avuto per le<br />
mani allora un libro come questo, esaustivo e completo, veritiero.<br />
Dopo tanti anni, mentre continuo a cercare ulteriori conferme, intendo<br />
offrire al pubblico le mie ricerche, frutto di tanta fatica.<br />
8
Aloe<br />
Avvertenza<br />
Le informazioni riportate in questo libro non sostituiscono in alcun modo<br />
le diagnosi o i trattamenti specialistici e sono presentate solo a scopo di<br />
ricerca. Contattate sempre medici qualificati prima di assumere qualsiasi<br />
sostanza. Il libro esaurisce ogni argomento e vi darà le cognizioni necessarie<br />
in campo storico, botanico, chimico, medico e veterinario, senza dover<br />
ricorrere all’acquisto di ulteriori libri. Un’edizione aggiornata verrà<br />
riproposta ogni anno affinché i professionisti possano evitare di effettuare<br />
ricerche continue.<br />
Ringrazio quanti vorranno contattarmi per segnalare le proprie<br />
esperienze ed ampliare le ricerche a beneficio di molti.<br />
Invatemi il vostro indirizzo email e vi contatterò per invitarvi alle<br />
mie prossime conferenze gratuite sull’Aloe.<br />
I dati personali non verranno diffusi, a tutela della privacy.<br />
giancarlo.bruschini@hotmail.it<br />
cell. 331 6356888<br />
9
LA STORIA DELL’ALOE<br />
L<br />
’Aloe, tra le molte piante di questo Pianeta, vanta sicuramente<br />
un’affascinante storia millenaria testimoniata da molti testi<br />
antichi che ne documentano l’uso e le caratteristiche terapeutiche.<br />
Definita pianta dell’immortalità dagli antichi Egizi, essa veniva<br />
piantata presso l’entrata delle piramidi per indicare il cammino<br />
dei Faraoni verso la terra dei morti. Usata anche come ingrediente<br />
nella preparazione di sostanze per l’imbalsamazione, come nel<br />
caso del Faraone Ramses II, l’Aloe, sia in Egitto sia nell’antica Mesopotamia,<br />
era coltivata soprattutto ad uso terapeutico. Sempre<br />
gli antichi Egizi, inventori del clistere, la utilizzavano come enteroclisma<br />
purgante associandola ad altre erbe. Persino la Bibbia fa<br />
riferimento più volte a questa pianta; ad esempio nel Vangelo di<br />
Giovanni, capitolo 19 verso 39, leggiamo che Nicodemo realizzò<br />
una miscela di Mirra ed Aloe per preparare il corpo di Gesù per la<br />
sepoltura. Nei Salmi (45:8), le vesti dei Re sono profumate di Mirra<br />
e Aloe. Si sa, inoltre, che gli antichi Assiri ingerivano il succo di<br />
Sibaru o Siburu (Aloe) per risolvere i disagi dovuti all’ingestione<br />
e alla formazione di gas intestinali. Non fu difficile per gli Assiriologi,<br />
infatti, identificare l’Aloe, nella decifrazione dei testi cuneiformi,<br />
sulle tavolette d’argilla ritrovate durante gli scavi in quella<br />
che doveva essere la biblioteca del re Assurbanipal (Dizionario<br />
Botanico Assiro di Thompson), laddove si poteva leggere: “Le foglie<br />
assomigliano a foderi di coltelli”. Nella cultura Maya, l’Hunpeckin-ci<br />
(Aloe) era considerato un meraviglioso rimedio per il mal di testa.<br />
Il succo si preparava in infusione e veniva bevuta diluito con<br />
acqua, mentre le donne Maya strofinavano il gel (dal forte gusto<br />
amaro) sui seni per imporre lo svezzamento ai loro bambini (Roys,<br />
Ralph L., 1931, “The Ethnobotany of the Maya” - New Orleans: Tulane<br />
University, Department of Middle American Research). Nel 1° secolo<br />
a.C., sia Dioscoride, medico greco al servizio dell’Impero Romano,<br />
che Plinio il Vecchio, autore del famoso trattato “Historia Naturalis”,<br />
descrivevano gli usi terapeutici del succo d’Aloe per curare<br />
ferite, disturbi di stomaco, stipsi, punture d’insetto, mal di testa,<br />
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calvizie, irritazioni della pelle, problemi orali ed altri disagi.<br />
Per quanto concerne ancora le testimonianze storiche è interessante<br />
ciò che Cristoforo Colombo, durante il viaggio verso il Nuovo<br />
Mondo, annotò nel suo diario: “Todo està bien, hay Aloe a bordo”.<br />
E’ indubbio che diverse civiltà e vari popoli hanno attribuito a questa<br />
pianta anche poteri “magici”, “superstiziosi” ed “esoterici”; ad<br />
esempio, secondo un testo cuneiforme accadico di oltre 4000 anni<br />
fa, posta davanti all’ingresso di molte case, in particolar modo di<br />
nuova costruzione, essa assicurava lunga vita e prosperità ai suoi<br />
residenti. Ancora oggi, peraltro, in Egitto è considerata protettrice<br />
e portatrice di felicità se collocata presso le abitazioni. Non a caso,<br />
tra l’altro, la sitrova anche all’interno dei negozi: qualcuno crede<br />
ancora, infatti, che essa protegga il nucleo familiare assorbendo le<br />
energie negative portate da alcuni visitatori; un fiocco rosso attorno<br />
alla pianta, poi, serve ad invocare l’amore, mentre uno verde ad<br />
invocare la fortuna; in alcuni rituali, inoltre, è ancora utilizzata per<br />
il suo “potere energetico” (Quepo - Sociedad Peruana de Cactus y Suculentas<br />
vol. 14-2000). Questo breve tracciato storico, che contempla<br />
anche aspetti legati alla superstizione, dimostra come l’Aloe,<br />
da oltre quattromila anni, faccia parte della medicina popolare<br />
nella storia dell’umanità. Ai nostri giorni, dopo essere stata relegata<br />
ad un posto di second’ordine, com’è avvenuto per la maggior<br />
parte delle piante medicinali a causa di un uso generalizzato dei<br />
farmaci moderni, l’Aloe è tornata a far parlare di sé e in particolar<br />
modo a partire dal 1851, quando due ricercatori, Smith e Stenhouse,<br />
isolarono un principio attivo con proprietà lassative che essi<br />
chiamarono Aloina; ma fu soltanto nel 1935 - anno in cui Creston<br />
Collins e suo figlio rivelarono in un rapporto divenuto poi celebre<br />
il possibile utilizzo dell’Aloe per sopperire agli effetti devastanti<br />
delle radiazioni - che molti scienziati presero in considerazione<br />
uno studio più approfondito di questa miracolosa pianta. Quando,<br />
poi, il farmacista texano Bill Coats, alla fine degli anni ‘50, riuscì<br />
a stabilizzare la polpa con un procedimento naturale, si aprirono<br />
, infine, le porte alla commercializzazione ad uso industriale<br />
di prodotti a base d’Aloe. In precedenza i limiti erano posti dal<br />
11
problema dell’ossidazione del succo che non si conservava a<br />
lungo, alterandosi rapidamente una volta estratto a freddo dalla<br />
pianta. Alcuni ricercatori tentarono di risolvere il problema con<br />
l’esposizione del gel ai raggi ultravioletti, ma questo procedimento<br />
alterava la sua composizione chimica; si tentò inoltre con la<br />
pastorizzazione del gel a temperature superiori ai 60° dopo aver<br />
aggiunto perossido d’idrogeno, ma anche questo tentativo fallì.<br />
Bill Coats fu il primo a realizzare un procedimento atto a conservare<br />
gli enzimi e le vitamine presenti nell’Aloe; tale procedimento<br />
consisteva nell’incubazione del gel con aggiunta di vitamina C<br />
(acido ascorbico), vitamina E (tocoferolo) e sorbitolo (Marc Schweizer,<br />
“Aloès la plante qui guèrit”, Apophtegme). Nel 1950 il dottor G.W.<br />
Reynolds classificò almeno 350 specie di Aloe ed oggi si contano<br />
oltre 600 varietà di piante del genere Aloe della famiglia delle Liliacee,<br />
ora più precisamente classificate come Aloaceae. 125 specie<br />
sono state catalogate solo nel Sud Africa (inclusi lo Swaiziland ed<br />
il Lesotho), mentre le altre sono distribuite in ulteriori zone del<br />
continente africano, in Israele in India, in Pakistan, nel Nepal, in<br />
Cina, in Tailandia, in Cambogia, nei Caraibi, in Spagna, a Cuba,<br />
nell’America Centrale e del Sud, nell’America del Nord (Texas<br />
e Florida) e in Messico. Il suo ceppo d’origine va dunque ricercato<br />
in Africa da dove fu poi distribuita in tutto il mondo (Reynolds<br />
1966). Il suo habitat è tipico delle zone aride e desertiche e<br />
può raggiungere altezze che variano dai pochi centimetri ai venti<br />
metri, secondo la specie. Va chiarito che generalmente, in botanica,<br />
si usa chiamare una pianta con la denominazione assegnata<br />
dall’ultimo studioso; per fare un esempio, l’Aloe Barbadensis o<br />
delle Barbados, di Miller, è il nome attuale dell’Aloe vera di Linneo<br />
e dell’Aloe Vulgaris di Lamarck. Il termine Aloe (“Allo eh” in<br />
arabo, “Halal” in ebraico, “Alo hei” in Cina, Aloe nei paesi occidentali)<br />
deriva dalla radice greca “Als” o “Alos”, che significa sostanza<br />
amara, salata come l’acqua del mare. I suoi fiori vanno dal<br />
bianco-verdastro, per esempio, dell’Aloe Integra dello Swaziland<br />
che fiorisce da ottobre a dicembre; dal rosa-aranciato dell’Aloe<br />
Zebrina (distribuita in Botswana, Namibia, Angola e Zimbabwe),<br />
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con fioritura da gennaio a marzo e da novembre a dicembre, secondo<br />
il clima, al rosa più intenso, con tendenza al rosso, dell’Aloe<br />
Peglerae presente in Magaliesberg, Witwatersberg (Petroria), con<br />
fioritura da luglio ad agosto (vedi “Guide to the Aloes of South Africa”<br />
- Briza Publication 1996). Tra le varie e sorprendenti caratteristiche,<br />
ormai conosciute, ad uso topico ed interno dell’Aloe, non stupisce<br />
vederla classificata tra le piante domestiche antinquinanti, con la<br />
capacità di liberare ossigeno ed assorbire anidride carbonica anche<br />
di notte. Vediamo ora, in dettaglio, confrontandole fra loro, le<br />
tre specie più conosciute: l’Aloe Vera Barbadensis, l’Aloe Arborescens<br />
Miller e l’Aloe Ferox. Va, innanzitutto, detto che l’Aloe Vera,<br />
così battezzata e descritta da Linneo, l’Aloe Barbadensis di Miller,<br />
e l’Aloe Vulgaris di Lamarck sono la stessa pianta. L’Aloe Barbadensis<br />
deve il suo nome alle Isole Barbados, ma è anche presente<br />
nel resto delle Antille, nei Caraibi e soprattutto sulla costa nord<br />
orientale dell’Africa da cui probabilmente si diffuse. Il problema<br />
del nome è complicato dal fatto che Miller aveva a sua volta denominato<br />
e battezzato Aloe Vera un’altra varietà di Aloe creando<br />
una certa confusione nell’ambiente botanico. Così, oggì, abbiamo<br />
sia l’Aloe Barbadensis, chiamata spesso Aloe Vera, sia un altro<br />
tipo di Aloe denominata Aloe Vera qualità Vera per differenziarla<br />
dalla prima. Confrontandole, però, è abbastanza facile distinguere<br />
la Barbadensis dall’Aloe Vera qualità Vera pur senza essere dei<br />
botanici di professione: la prima ha le foglie raccolte intorno ad<br />
un rosone centrale, mentre l’altra ha le foglie sovrapposte. L’Aloe<br />
Barbadensis può raggiungere un’altezza massima di 60-90 cm e<br />
vive generalmene 5 anni. Le sue foglie spinose possono raggiungere<br />
una lunghezza di 40-50 cm, con una larghezza alla base che<br />
varia dai 6 ai 10 cm. Queste foglie, maculate in fase di crescita,<br />
assumono un colore verde uniforme allo stato adulto, rivestite da<br />
una pellicola protettrice che permette alla pianta di filtrare l’aria<br />
e l’acqua. Sotto questa membrana troviamo un primo strato cellulosico<br />
che racchiude cristalli di ossalato di calcio e le cellule pericicliche<br />
dell’Aloina, l’essudato giallo-rosato con proprietà lassative.<br />
Racchiuso in questa triplice protezione vegetale, troviamo il<br />
13
Parenchima, un tessuto incolore costituito dal gel della pianta<br />
così tanto ricercato. La qualità di quest’ultimo dipende molto dal<br />
tipo di clima e dall’irrigazione. L’Aloe Arborescens, spesso confusa<br />
con l’Aloe Mutabilis, presenta le seguenti caratteristiche: il<br />
suo tronco può superare i due metri di altezza; le foglie vanno dal<br />
colore grigio - verde al verde chiaro e possono arrivare ad una<br />
lunghezza di 50, 60 cm. Il suo paese di origine è il Sud Africa.<br />
Chiamata anche Aloe del Capo (Cape Aloe), cresce spontaneamente<br />
nella provincia del Capo, nel KwaZulu-Natal, nel Mpumalanga<br />
e nel nord della provincia, nel Mozabico, nello Zimbabwe e nel<br />
Malawi. Oggi diffusissima in varie parti del globo, questa specie<br />
fiorisce da maggio a luglio e i suoi fiori possono essere gialli, rosa<br />
o arancio. Poiché contengono poca acqua, le foglie presentano una<br />
quantità maggiore di principi attivi. L’Aloe Ferox, infine, è molto<br />
robusta e la sua altezza varia dai 2 ai cinque metri nelle piante più<br />
vecchie. Le sue foglie, molto carnose, hanno una tendenza di colore<br />
che va dal verde al grigio-verde, con spine di colore più scuro<br />
rispetto alla foglia. Presenta infiorescenze erette, con 5-12 fiori<br />
rosa-corallo disposti in verticale su un unico stelo. Generalmente<br />
confusa con altre specie (A. Marlothii, A. Spectabilis), fiorisce da<br />
maggio ad agosto (nelle zone più settentrionali, invece, da settembre<br />
a novembre). È anch’essa originaria dell’Africa meridionale e<br />
in particolar modo è diffusa nelle zone aride della provincia del<br />
Capo (est ed ovest), nel sud del kwaZulu-Natal e in alcune zone<br />
del sud-ovest del Lesotho. Fino ad oggi si attribuiscono all’Aloe<br />
almeno 160 ingredienti attivi naturali, con proprietà immunizzanti,<br />
nutrienti, ricostituenti, analgesiche, antiflogistiche e depurative.<br />
Il suo primario principio attivo resta ancora un mucopolisaccaride,<br />
chiamato Acemannan (Acemannano), con proprietà immunostimolanti,<br />
capace di incrementare di almeno dieci volte le attività<br />
dei macrofagi (fagociti) che distruggono le tossine e, pare, anche<br />
i tumori. L’Aloe è considerata da molti come un potente energizzante,<br />
primariamente conosciuta per la sua proprietà inibente<br />
sul dolore; infatti, applicata localmente, penetra tutti gli strati<br />
del derma, osteggiando gli enzimi che causano l’infiammazione,<br />
14
iducendola. Possiede un effetto antibiotico universalmente conosciuto<br />
ed è in grado di agire sul colesterolo. Ottimo epatoprotettore,<br />
pulisce e purifica il sangue nel fegato. Si è dimostrata<br />
di enorme utilità nei casi di pazienti sofferenti di AIDS e di<br />
H.I.V., migliorando la loro qualità di vita ristabilendo l’equilibrio<br />
dei linfociti T e B. in una conferenza tenuta a Bruxelles nel<br />
1990 (Conferenza Internazionale sulla Ricerca Antivirale), alcuni ricercatori<br />
dichiararono di aver testato l’Acemannano sui gatti<br />
ammalati di leucemia felina ottenendo l’80 % delle guarigioni.<br />
Basandomi su questi dati, ho collaborato con diversi medici veterinari,<br />
riscontrandone gli effetti su gatti ed altri animali. Stabilizza<br />
e regola le funzioni dell’organismo, riattivando le capacità<br />
intellettuali anche in tarda età. Contiene, inoltre, almeno tre acidi<br />
antinfiammatori grassi (colesterolo, campesterol e B-sistosterol)<br />
con azione sul sistema digestivo e su importanti organi come<br />
l’intestino, lo stomaco, il colon, il fegato, i reni e il pancreas (stimolerebbe<br />
la produzione d’insulina). La presenza dell’Acido<br />
Folico, fattore vitaminico del complesso B che mantiene la pelle<br />
e i capelli sani, si è rilevata efficace nella cura delle diverse anemie.<br />
Tra i componenti dell’Aloe vi è il Lupeol, il quale agisce<br />
anche come antidolorifico ed è inoltre un agente antimicrobico.<br />
Molte persone che sono andate oltre lo studio approssimativo<br />
dell’Aloe e della sua storia, non hanno potuto fare a meno<br />
di definirla, dietro il suo aspetto umile e discreto, un prodigio<br />
della natura per le sue virtù terapeutiche apprezzate dall’uomo<br />
da tempi lontani. Aloe, dal greco àls (genitivo alòs, sale, a<br />
causa del succo amaro che ricorda il sapore dell’acqua marina).<br />
Questa meravigliosa pianta esercita la sua azione curativa,<br />
per uso esterno e sull’organismo se assunta per via orale ed<br />
oggi, l’Aloe Barbadensis è sicuramente la più conosciuta tra le<br />
350 specie (Reynolds 1966) e almeno 600 varietà (Fujita) di piante<br />
del genere Aloe, della famiglia delle Gigliaceae, oggi più precisamente<br />
classificate come Aloaceae (fino al 1980 Liliaceae).<br />
Percorriamo ora insieme la sua storia per capire meglio gli<br />
usi e l’importanza che essa ha assunto nel corso del tempo.<br />
15
Molte persone che sono andate oltre lo studio approssimativo<br />
dell’Aloe e della sua storia, non hanno potuto fare a meno di<br />
definirla, dietro il suo aspetto umile e discreto, un prodigio della<br />
natura per le sue virtù terapeutiche apprezzate dall’uomo da<br />
tempi lontani. Aloe, dal greco àls (genitivo alòs, sale, a causa del<br />
succo amaro che ricorda il sapore dell’acqua marina). Questa meravigliosa<br />
pianta esercita la sua azione curativa, per uso esterno<br />
e sull’organismo se assunta per via orale ed oggi, l’Aloe Barbadensis<br />
è sicuramente la più conosciuta tra le 350 specie (Reynolds<br />
1966) e almeno 600 varietà (Fujita) di piante del genere Aloe, della<br />
famiglia delle Gigliaceae, oggi più precisamente classificate come<br />
Aloaceae (fino al 1980 Liliaceae).<br />
Egitto<br />
Presso gli antichi Egizi, l’Aloe aveva la reputazione di mantenere<br />
belle le donne. I faraoni, da parte loro, consideravano questa pianta<br />
come un “elisir di lunga vita”. La tradizione richiedeva inoltre<br />
che si portasse una pianta d’Aloe, simbolo di rinascita vitale, come<br />
dono, durante le cerimonie funebri. Piantate intorno alle piramidi<br />
e lungo le strade che conducevano alla Valle dei Re, l’Aloe accompagnava<br />
il faraone nel suo viaggio verso l’aldilà, allo scopo di<br />
curarlo e nutrirlo durante il viaggio. La fioritura, era il segno che<br />
il defunto aveva raggiunto “l’altra riva”. I sacerdoti includevano<br />
inoltre l’Aloe tra gli ingredienti per la composizione della formula<br />
dell’imbalsamazione, con il nome di “pianta dell’immortalità”.<br />
L’Aloe era utilizzata presso questo popolo come cosmetico; infatti,<br />
si tramanda che gli occhi di Cleopatra, dovessero la loro penetrante<br />
bellezza ad un collirio a base d’aloe, confezionato da una<br />
delle sue schiave numide e che la bellezza della pelle della regina<br />
Nefertiti dipendesse dai suoi continui bagni nel latte d’asina con<br />
aggiunta di polpa d’Aloe. Il “papiro Ebers”, risalente al 1550 avanti<br />
Cristo ,costituisce uno dei resoconti egizi più dettagliati sull’Aloe.<br />
16
Grecia e Roma<br />
Per i Greci, l’Aloe simboleggiava la bellezza, la pazienza, la salute<br />
e la fortuna. In uno dei suoi trattati, Ippocrate descrisse alcune<br />
proprietà curative dell’Aloe: ricrescita dei capelli, guarigione<br />
dei tumori, cura della dissenteria e dei disturbi dello<br />
stomaco. Si narra che, verso il 330 A.C., Alessandro il Grande,<br />
ferito durante l’assedio di Gaza (Palestina) da una freccia nemica,<br />
riportò un’infezione. Proclamato Figlio di Zeus, presso l’oasi<br />
di Amon, fu unto con olio d’Aloe proveniente dall’isola di Socotra,<br />
per l’occasione, da un sacerdote inviato dal celebre Aristotele<br />
e guarì. Sempre su consiglio di Aristotele, Alessandro intraprese<br />
una spedizione navale per conquistare tale isola dell’Oceano<br />
Indiano e mettere infine le mani su quella prodigiosa pianta.<br />
Si diceva, in effetti, che il succo di Aloe rendesse i guerrieri e i<br />
cavalli invulnerabili. Per molti orientali, l’Aloe era in grado di<br />
procurare la saggezza e l’immortalità. I Fenici facevano essiccare<br />
la polpa estratta dalle foglie in otri di pelle di capra e l’esportavano<br />
in tutto il mondo greco-romano. Fu durante le guerre<br />
Puniche che i Romani scoprirono con stupore le virtù terapeutiche<br />
dell’Aloe dai prigionieri Cartaginesi, i quali ne facevano<br />
grande uso per curarsi le ferite. Nel primo secolo della nostra era,<br />
Celso, uno dei precursori della medicina, illustrò ampiamente i<br />
pregi dell’Aloe. Dioscoride, medico greco che per lungo tempo<br />
prestò servizio presso le armate romane, descrisse con entusiasmo<br />
nel suo “De Materia Medica”, le proprietà di questa pianta; tra queste,<br />
citò il potere di far coagulare il sangue delle ferite, di cicatrizzare<br />
le escoriazioni e le piaghe, di guarire i foruncoli e le emorroidi.<br />
Sempre secondo Dioscoride, l’Aloe avrebbe la capacità di far<br />
ricrescere i capelli e guarire le oftalmie. Plinio il Vecchio (23-79<br />
D.C.), già predentemente citato, descrisse nel suo trattato “Historia<br />
Naturalis”, il modo naturale di guarire la dissenteria iniettando<br />
il succo d’Aloe mediante una pera per clistere.<br />
17
Oriente ed Africa<br />
I beduini della penisola arabica e i guerrieri touaregs del Sahara,<br />
conoscono bene il potere guaritore dell’Aloe, che essi chiamano<br />
“Giglio del deserto” da tempi immemorabili. Per proteggere le proprie<br />
abitazioni, i popoli dell’antica Mesopotamia ornavano le porte<br />
con foglie d’Aloe. In caso di epidemia o carestia, i Parti e gli Sciiti<br />
si nutrivano di polpa di Aloe. L’isola di Socotra era rinomata già<br />
dal V secolo a.C. per le estese piantagioni. I suoi abitanti, esportavano<br />
gli estratti di questa pianta (musabbar), fino in Cina (alohei),<br />
passando per l’India, la Malesia, il Tibet. L’iniziazione alla<br />
medicina e ai poteri della canapa e dell’Aloe, faceva parte degli insegnamenti<br />
della setta Ismaelita, di cui uno dei primi e più illustri<br />
rappresentanti fu il medico e filosofo Ibn Sina, meglio conosciuto<br />
come Avicenna, al quale Hassan Ibn al-Sabbah, il famoso Vecchio<br />
della Montagna, capo della confraternita degli Assassini, s’ispirò.<br />
Questa dottrina comprendeva l’approfondimento graduale<br />
degli arcani dei “sette sebayah” o “conoscenza del sentiero diritto”,<br />
con il quale gli Ismaeliti conferivano ai loro adepti i poteri magici.<br />
L’Aloe, insieme alla canapa figura inoltre tra le piante coltivate<br />
intorno alla fortezza di Alamut (nord della Persia) ed era considerata<br />
vulneraria dagli Israeliti, antidoto ed Elisir di lunga vita. Si<br />
afferma che uno dei segreti dei Templari fosse il famoso “Elisir di<br />
Gerusalemme”, a base di hashish, polpa di Aloe e vino di palma.<br />
Otto secoli dopo, Dominique Larrey, chirurgo nelle armate di Napoleone,<br />
iniziato da un Marabutto (santone musulmano) che guariva<br />
con successo le più terribili ferite inflitte ai suoi mamelucchi,<br />
apprese lui stesso ad utilizzare la polpa delle foglie d’Aloe, tagliate<br />
a colpo di sciabola, da cui deriva l’espressione militare francese:<br />
“Sabrer l’Aloès” (Archives du-val-de-Grace). La medicina Ayurvedica,<br />
disciplina tradizionale induista, tiene da tempi lontani in<br />
alta considerazione la pianta d’aloe, considerata sacra dagli indù,<br />
facendo parte dei rituali di sacrificio, tanto che alcune specie d’Aloe<br />
erano rigorosamente protette. Sui roghi funebri si usa ancora oggi<br />
collocare delle foglie d’Aloe, simbolo di rinascita e d’eternità.<br />
18
« Todo està bien, hay Aloe a bordo »<br />
Dal Diario di bordo di Cristoforo Colombo<br />
Medio Evo<br />
Nel celebre trattato di medicina della scuola di Salerno, Costantino<br />
l’Africano e i suoi discepoli riservarono un posto preminente<br />
all’Aloe. Robert Dehin, nel suo libro “Docteur Aloès”, riporta<br />
questi famosi versi dedicati alla pianta:<br />
“Il sèche une blessure, il ravive la chair.<br />
Du prépuce malade il détruit le cancer.<br />
Purge d’humeur les yeux, la tête dégagée.<br />
L’oreille oblitérée et la langue chargé.<br />
D’un débile estomac ranime la vigueur.<br />
Arrête des cheveux la chute et la langueur.<br />
Il soulage le foie et guérit les ictères”.<br />
Fu durante l’era delle Crociate, che i guerrieri cristiani d’Occidente<br />
conobbero i pregi dell’Aloe che i loro avversari consideravano<br />
come il rimedio per eccellenza. Durante le loro conquiste, gli<br />
Arabi acclimatarono l’aloe in Andalusia. Grazie alla sua polpa, i<br />
marinai spagnoli della Santa Maria, decimati da malattie e malnutrizione,<br />
furono parzialmente guariti da Cristoforo Colombo,<br />
soprannominato per l’occasione “Dottore del barattolo”. Da quel<br />
giorno gli spagnoli ne ebbero sempre una scorta a bordo delle<br />
loro navi. Paracelso, famoso medico del Rinascimento, conobbe i<br />
meriti dell’Aloe a Salerno, poi in Spagna e Portogallo. In una sua<br />
lettera menzionò la “preziosa e segreta Aloe il cui succo d’oro guarisce<br />
bruciature e avvelenamento del sangue”. Furono soprattutto i<br />
gesuiti portoghesi e spagnoli che, sul cammino dei primi esploratori,<br />
coltivarono l’Aloe in tutte le colonie d’America, d’Africa e<br />
dell’Estremo Oriente, pianta di cui conoscevano bene le proprietà<br />
curative. Gli indiani convertiti la chiamavano “l’albero di Gesù”.<br />
19
Gli Indiani d’America<br />
L’Aloe, come anche l’Agave, era una delle 16 piante sacre degli<br />
Amerindi. Spesso confuse, benché non appartengano alla stessa<br />
famiglia botanica, le foglie cotte sotto la cenere erano mangiate;<br />
la polpa fresca arrestava le emorragie e cicatrizzava le ferite; il gel<br />
amaro fermentato aveva la reputazione di “calmare” lo stomaco,<br />
pulire i reni e la vescica, sciogliere i calcoli, calmare la tosse e la<br />
congestione polmonare, provocare le mestruazioni. Nell’America<br />
precolombiana, le ragazze Maya si cospargevano il viso di<br />
succo d’Aloe per attirare l’attenzione dei ragazzi proprio come<br />
Cleopatra. Prima d’ogni battuta di caccia o di partire in battaglia, i<br />
guerrieri si cospargevano il corpo di succo d’Aloe. Per i Mazahua,<br />
l’Aloe era la pianta magica per eccellenza: guariva da tutte le malattie<br />
coloro che ne mangiavano, donava forza “facendo scendere<br />
il dio in lui”, ridonava lo spirito al folle, all’ubriaco e a chi farneticava.<br />
Una curiosa tradizione Maya affermava che, mentre il succo<br />
d’Agave rendeva folli, quello d’Aloe era in grado di guarire dalla<br />
follia. Gli Jivaros l’avevano soprannominata la “medicina del cielo”<br />
poiché pensavano che la pianta sacra rendesse invulnerabili.<br />
Il Ticitl o guaritore era, presso i Nahua, colui che conosceva i poteri<br />
delle piante: egli guariva le ferite, le punture d’insetto e i morsi<br />
di serpente con la polpa d’Aloe. Gli indiani combattevano l’emicrania<br />
applicandolo in cataplasmi attorno alla testa dolorante.<br />
Furono i gesuiti a rivalutare l’Aloe nelle colonie d’America. Essi<br />
conoscevano le proprietà terapeutiche di questa pianta, coltivata<br />
con estrema cura nei monasteri dell’Andalusia.<br />
20
Estremo Oriente<br />
In Giappone, l’Aloe è considerata tutt’oggi la regina delle piante.<br />
Decine di specie sono coltivate per gli usi più svariati, in un paese<br />
in cui l’Aloe si beve, si mangia, si consuma in ogni maniera possibile.<br />
Anticamente, prima d’ogni battaglia, i samurai si cospargevano<br />
il corpo con la polpa d’Aloe per scacciare i demoni e rendersi<br />
invincibili. Oggi, con la polpa dell’Aloe Saponaria si ottengono saponi<br />
e cosmetici. I principi attivi dell’Aloe Ferox, dell’Aloe Thraskii<br />
e dell’Aloe Marlothii sono tra i componenti principali di preparati<br />
cosmetici e farmaceutici, ed anche i Cinesi ne fanno largo<br />
uso. Da svariati secoli, l’Aloe è da loro considerata come rimedio<br />
specifico per scottature e problemi della pelle. La farmacopea cinese<br />
di Li Shih-Shen (1518-1593), cita l’Aloe tra le maggiori piante<br />
terapeutiche, definendola come il “rimedio dell’armonia”. Le spine<br />
dell’Aloe Ferox erano usate come aghi per praticare l’agopuntura<br />
dai famosi medici itineranti. La medicina moderna usa la polpa<br />
dell’Aloe Sinensis nel trattamento dell’arteriosclerosi.<br />
UN TESTO ANTICO<br />
Acosta Critoforo (o José de Acosta), ricercatore scrupoloso sulle<br />
droghe provenienti dalle Indie, tra le varie piante descritte in schede<br />
verso la fine del 1500, e che ebbe modo di catalogare e studiare<br />
sui luoghi da lui visitati, alle pagine 145 – 159 del suo trattato dal<br />
titolo “HISTORIA NATURALE, E MORALE DELLE INDIE” descrive<br />
l’Aloe in questo modo: “Mescolato con sapa, sana le Posteme,<br />
& le fissure del sedere. Reprime l’uscita dell’hemorroidi, mitica le rugose<br />
infiammazioni, che si generano ne gli occhi, & modera il pizzicore de<br />
cantoni de gli occhi. Applicato con aceto, & oglio rosato sopra la fronte,<br />
& le tempie, leva il dolore della testa; & con vino, mantiene i capelli, che<br />
cadeno… Mescolato l’Aloe con Mirra, preserva da corruttione non solo i<br />
corpi vivi, ma i morti ancora”.<br />
21
SCOPERTE RECENTI<br />
Negli ultimi anni, la ricerca sulle proprietà dell’Aloe ha compiuto<br />
altri passi avanti. Nel 1984, studi condotti sotto la direttiva di Ivan<br />
E. Danhof, professore di fisiologia all’università del Texas e capo<br />
del laboratorio di ricerche del nord Texas, hanno dimostrato che<br />
l’applicazione del gel di Aloe sulla pelle incrementerebbe da sei<br />
a otto volte la produzione di fibroblasti umani in rapporto al ritmo<br />
di riproduzione cellulare normale. Responsabile della fabbricazione<br />
del collagene, principale supporto proteinico della pelle, i<br />
fibroblasti sono cellule la cui attività condiziona l’invecchiamento<br />
del derma e la formazione delle rughe. Secondo Dahnof, sarebbero<br />
i polisaccaridi presenti nella polpa dell’Aloe a facilitare la riorganizzazione<br />
delle cellule dell’epidermide. Il dottor Dahnof ha mostrato<br />
le fantastiche virtù reidratanti dell’Aloe, il cui gel (costituito<br />
al 95% di acqua) penetra all’interno della pelle da tre a quattro<br />
volte più velocemente dell’acqua. Al medico giapponese Fujita,<br />
dobbiamo invece la scoperta che la bradachinasi sarebbe l’enzima<br />
analgesico, antidolorifico e cicatrizzante dell’Aloe, mentre precedentemente<br />
si pensava che questa funzione calmante dipendesse<br />
essenzialmente dalla presenza dell’acido salicilico. Nel 1985, il<br />
dottor Bill Mc Analley, isolava un polisaccaride dell’Aloe Barbadensis<br />
che egli chiamò “Carrisyn”, mentre dei ricercatori canadesi<br />
scoprivano una molecola attiva con proprietà antivirali: Acemannan<br />
(Acemannano). Sembra che Carrisyn sia il nome commerciale<br />
dell’Acemannano depositato dai laboratori Carrington. Studi clinici<br />
effettuati su pazienti sieropositivi, mostrarono che la Carrisyn<br />
rinforzava il sistema immunitario e impediva la progressione del<br />
virus dell’H.I.V. Il dottor Reg Mc Daniel rilevò che contrariamente<br />
a quanto avveniva con altri farmaci, il trattamento a base di<br />
Carrisyn non produceva alcun effetto secondario negativo. Tale<br />
notizia suscitò scalpore. Il Dottor Reg Mc Daniel affermò: “Sembra<br />
che la Carrisyn neutralizzi il virus dell’Aids trasformando il suo involucro<br />
proteinico, impedendogli di fissarsi alle cellule T4. (Rapporto<br />
preliminare pubblicato nel 1987 sulla rivista Clinical Research).<br />
22
I laboratori Carrington hanno ottenuto l’autorizzazione dell’F.D.A.<br />
(Food & Drugs Administration) di sperimentare la Carrisyn<br />
sull’uomo. Parallelamente a queste ricerche americane, gli studiosi<br />
Russi dell’ex Unione Sovietica non furono da meno. Il professor<br />
Brekhman, l’oftalmologo Vladimir Filatov e il neurologo<br />
Sergej Pavlenko, per menzionare solo i più conosciuti, studiarono<br />
gli effetti sorprendenti dell’Aloe. Wolfgang Wirth, nella sua opera<br />
“Guarire con l’Aloe” descrive l’epopea russa con ciò che riassumiamo<br />
qui sotto:<br />
La Russia e l’Aloe<br />
Il professor Vladimir Petrovitch Filatov (28-2-1875/30-10-1956),<br />
oftalmologo russo originario di Odessa, specialista in trapianti,<br />
è stato uno dei pionieri moderni della terapeutica a base d’Aloe.<br />
Ricercatore dinamico e pieno di curiosità, non si limitò ad esercitare<br />
la medicina tradizionale. Il suo motto era: “E’ colui che guarisce<br />
ad aver ragione”. Questo chirurgo e ricercatore studiò discipline<br />
non ortodosse che i suoi pari consideravano sciocche superstizioni.<br />
Era affascinato dall’omeopatia, dalla Naturopatia, dalle forme<br />
energetiche; credeva in una medicina unitaria, olistica. Per lui,<br />
sia la chemioterapia sia la cura con le piante dovevano lavorare<br />
insieme, in vista della guarigione piuttosto che opporsi l’una<br />
all’altra. Diceva spesso: “Là dove una terapia è inefficace, bisogna<br />
tentarne un’altra! Per ogni male esiste il rimedio, sta a noi medici<br />
scoprirlo.” Durante i suoi numerosi viaggi dal Caucaso alla Siberia,<br />
studiava sul posto le piante medicinali e i segreti dei guaritori<br />
locali. Dopo la rivoluzione d’Ottobre, Filatov fu in grado di proseguire<br />
i suoi studi sotto il regime sovietico, definendo il proprio metodo,<br />
“medicina dialettica”, per evitare ostacoli di natura politica.<br />
Secondo il suo punto di vista, l’opposizione tra guaritori e medici<br />
non doveva costituire un problema, anzi, desiderava poter insegnare<br />
loro alcuni concetti di medicina tradizionale. Pioniere della<br />
Cheratoplastica (trapianto della cornea), la principale scoperta di<br />
Filatov consisteva nel fatto che il trapianto di un frammento di<br />
23
cornea sana in una divenuta opaca a causa della cataratta, rendeva<br />
alla cornea malata la trasparenza originaria. Aveva scoperto<br />
che il processo di guarigione era ancora più rapido se il campione<br />
fosse stato esposto a una temperatura fredda di +2° +3°. Praticò<br />
con successo più di 4000 trapianti, sorpreso dal fatto paradossale<br />
che un tessuto prelevato da un cadavere e conservato al freddo<br />
era più efficace di uno prelevato da un donatore vivente. Durante<br />
i suoi studi, prese in considerazione erbe come il ginseng e l’Aloe<br />
(Arborescens), abbondante al sud dell’ex Unione Sovietica e di cui<br />
aveva osservato i sorprendenti effetti terapeutici presso i guaritori<br />
tradizionali dell’Asia Centrale. Cercava di stabilire se le sue teorie<br />
si applicassero anche alle piante e, in seguito a centinaia di esperienze<br />
condotte sull’Aloe, mise a punto la tecnica seguente: tagliava<br />
alcune foglie di Aloe Arborescens e le conservava per dieci<br />
giorni al riparo della luce e a temperatura di +2° +3°, poi estraeva<br />
la polpa dalle foglie e ne iniettava il succo sotto la pelle dei<br />
pazienti, ottenendo gli stessi effetti curativi che si ottenevano<br />
trapiantando i tessuti prelevati dai cadaveri. Filatov ne dedusse<br />
che “ogni deterioramento delle condizioni di vita in un organismo<br />
animale o vegetale, provoca in quest’ultimo la secrezione di<br />
stimolatori biogenici, regolatori vitali dalle proprietà terapeutiche<br />
sorprendenti”. Scoprì inoltre che le foglie d’Aloe, portate ad una<br />
temperatura di 120°, conservavano alcune proprietà anche se gli<br />
enzimi erano andati perduti. Filatov ne concluse che a provocare<br />
la guarigione non era l’estratto della polpa dell’Aloe o la cornea<br />
in se stessa, piuttosto gli stimolatori biogenici in essa contenuti.<br />
Malgrado ciò, egli non riuscì mai a stabilire cosa fossero questi stimolatori<br />
biogenici né come funzionassero. Sempre secondo il suo<br />
principio che “E’ colui che guarisce ad aver ragione”, Filatov guarì<br />
numerosi pazienti con dei preparati a base d’Aloe (bio-stimolata),<br />
constatando che questa pianta stimola le funzioni fisiologiche e<br />
aumenta considerevolmente le sue difese immunitarie. Fu il dottor<br />
Max Brandt a cercare di dare una spiegazione scientifica a<br />
questo processo: “Il meccanismo del funzionamento degli stimolatori<br />
biogenici a base d’Aloe, agisce passando per il sistema nervoso centrale.<br />
24
Se l’Aloe provoca un prolungamento nella durata dei processi condizionati,<br />
induce ad una diminuzione della loro potenza fino alla totale sparizione<br />
della stessa. Si può dunque parlare di un rafforzamento di un processo<br />
d’inibizione nel sistema nervoso centrale già descritto da Pavlov. Il<br />
rallentamento dell’attività della corteccia cerebrale che si produce sotto<br />
l’effetto dell’Aloe è considerato dai ricercatori più avanzati, come un rallentamento<br />
terapeutico protettivo. (…) Tutti i dati clinici dimostrano<br />
l’importante attività biologica dell’Aloe e il sicuro effetto degli stimolatori<br />
biogenici sul sistema nervoso centrale.”<br />
Dopo la scomparsa del dottor Filatov, diversi allievi anno proseguito<br />
i suoi studi. Il dottor Woljanski ha studiato e messo a punto<br />
una tecnica a base d’Aloe, capace di arginare le sciatiche più refrattarie<br />
e il dottor Kurako ha ottenuto eccellenti risultati nel trattamento<br />
delle infiammazioni del midollo spinale. In geriatria, il dottor<br />
Kalmanovicz osservò la diminuzione dei fenomeni d’astenia<br />
e il notevole aumento delle capacità intellettuali in pazienti d’età<br />
avanzata, ricoverati nella sua clinica. Secondo il dottor Brandt, la<br />
scoperta di filatov sugli stimolatori biogenici fornirebbe la prova<br />
dell’efficacia del trattamento terapeutico a base d’Aloe come parte<br />
integrante della medicina tradizionale di numerosi paesi. Secondo<br />
lui, la terapeutica a base d’aloe, costituisce un passo importante<br />
nel campo della medicina biologica. Molto efficace nelle malattie<br />
degli occhi, essa aumenta in particolare la capacità visiva e la stabilizza.<br />
Arreca sollievo e in molti casi guarisce chi soffre d’asma.<br />
Influenza positivamente tutte le malattie che hanno un qualsiasi<br />
rapporto con le deficienze del sistema immunitario come il cancro,<br />
la sclerosi multipla e l’AIDS. Rafforza considerevolmente la qualità<br />
di vita delle persone anziane. Sembrerebbe che sia stata scoperta<br />
proprio recentemente la molecola attiva dell’aloe responsabile<br />
della protezione contro le ustioni e le radiazioni atomiche. L’Aloe<br />
quindi è in grado di offrire un’eccellente profilassi nel settore della<br />
radioterapia.<br />
25
ALOE: MEDICINA MILLENARIA<br />
Le virtù dell’Aloe Vera sono state confermate da molte grandi civiltà,<br />
dalla Persia all’Egitto, dalla Grecia all’Italia, in India e nel<br />
continente africano. Storicamente pochi prodotti sono stati descritti<br />
e studiati come l’Aloe:<br />
SUMERI - TAVOLETTA D’ARGILLA<br />
Uno dei primi esempi di uso farmacologico dell’Aloe è riportato<br />
inciso su una tavoletta di argilla sumerica che risale al 2100 avanti<br />
Cristo.<br />
IL PAPIRO DI EBERS - 1500 A.C.<br />
L’antico papiro egiziano di Ebers è conservato nella Leipzig University.<br />
Questo antico documento egiziano contiene molte indicazioni<br />
sulle proprietà curative medicinali dell’Aloe e risale al<br />
1500 a.C. Raffigurazioni dell’Aloe sui muri dei templi dell’Antico<br />
Egitto, testimoniano l’uso di questa pianta già nel 4000 a.C.<br />
41-68 DC “ERBARIO GRECO” di Dioscoride.<br />
Prima descrizione particolareggiata della pianta che chiamiamo<br />
Aloe. Dioscoride notò che l’Aloe conciliava il sonno, puliva lo stomaco,<br />
guariva i foruncoli, emorroidi, escoriazioni, guariva la tonsillite,<br />
ridava tono a pelli secche ed irritate, arrestava le irritazioni,<br />
bloccava la caduta dei capelli, arrestava le emorragie delle ferite e<br />
guariva le malattie della bocca e degli occhi.<br />
700-800 DC<br />
“MATERIA MEDICAS,“ Cina<br />
Primo uso di Aloe in Cina. Fistole, stati febbrili, convulsioni nei<br />
bambini, trattamento per la pelle.<br />
1934 DR. C.E. COLLINS - USA<br />
Descrive l’uso delle foglie di Aloe per guarire le dermatiti sulla<br />
fronte di una donna di 31 anni causate da radiazioni. Collins<br />
26
e figlio descrivono inoltre gli effetti positivi dell’Aloe su cinquanta<br />
pazienti che presentavano danni da radiazione, scottature, ulcere,<br />
e dermatiti. Tutti e cinquanta i pazienti sono guariti con successo.<br />
1945 DR. V. P. FILATOV - RUSSIA<br />
Utilizzava il succo bollito di Aloe per trattare con efficacia le malattie<br />
della pelle causate da parassiti. Affermava che si possono<br />
curare molti disturbi polmonari bevendo il succo d’Aloe.<br />
1950 DR. R.Y. GOTTSCHALL<br />
Comprese che la linfa presente nella foglia dell’Aloe Vera è l’agente<br />
che guarisce. Conducendo degli esperimenti verificò che tale<br />
linfa bollita uccideva il bacillo della Tubercolosi (T. Bacilli).<br />
1956-1957 S. LEVENSON E K. SOMOVA - RUSSIA<br />
Studi sul trattamento di malattie periodontali. Trattamento con il<br />
succo d’Aloe eliminò completamente tali malattie nella maggior<br />
parte dei pazienti.<br />
1963 JULIAN J. BLITZ, JAMES W. SMITH, JACK R. GERARD.<br />
Linfa d’Aloe usata come trattamento in pazienti con ulcera peptica.<br />
17 pazienti su 18 guarirono completamente da tutti i sintomi.<br />
1969 DR EUGENE ZIMMERMANN<br />
Medico dentista ed il Baylor College of Dentistry riconobbero l’efficacia<br />
dell’Aloe, definendola in grado di uccidere o controllare<br />
organismi vari, incluso: Stafilococco Aureus, Streptococcus Viridaus,<br />
Candida Albicans, Corynebacterium Xerosis, e cinque tipi<br />
diversi di Streptococcus Mutans.<br />
1973 M. EL ZAWAHRY, M. RASHAD HEGAZY, M. HELAL -<br />
EGITTO. Questi ricercatori hanno usato una combinazione di linfa<br />
e gel di Aloe per trattare: seborrea, acne, alopecia, ulcere croniche<br />
alle gambe, acne vulgaris e perdita di capelli.<br />
27
1975 ROBERT B. NORTHWAY<br />
Ha dichiarato di aver curato con successo (con l’Aloe), i seguenti<br />
disturbi: vermi, allergie e macchie della pelle, ascessi, infezioni da<br />
funghi, dermatiti, lacerazioni e cisti negli animali.<br />
1978 G.R. WALLER, Oklahoma University.<br />
Ha riscontrato che l’Aloe contiene un largo spettro di aminoacidi<br />
liberi, monosaccaridi liberi, saccaridi e steroli (principalmente<br />
B-sitosterol) hydrolysis, lupeolo. Il B-sitosterol è un potente antinfiammatorio<br />
ed anticolesterolo. Il Lupeolo è un potente killer del<br />
dolore ed anti-microbico.<br />
1982 JOHN HEGGERS, University of Chicago Burn Center.<br />
Riconferma la presenza di acido salicilico nell’Aloe. Questo è un<br />
componente dell’aspirina e spiega perché l’Aloe aiuta a controllare<br />
il dolore. E’ anche un potente agente antinfiammatorio ed antimicrobico.<br />
1983 THE NATIONAL ALOE SCIENCE COUNCIL (NASC),<br />
Ha riportato all’FDA di aver sviluppato uno standard chimico,<br />
cioè l’impronta digitale dell’Aloe. Queste analisi hanno permesso<br />
la commercializzazione e l’uso del succo di questa pianta.<br />
1985 JEFFREY BLAND , Linus Pauling Institute.<br />
Bere succo di Aloe Vera migliora la digestione delle proteine, normalizza<br />
l’abitudine dell’intestino, controlla le infezioni da fermentazioni,<br />
regola le funzioni digestive. Battericida, allevia l’indigestione,<br />
le irritazioni intestinali, la colite, l’acidità di stomaco e non<br />
ha effetto tossico.<br />
1987 ROSALIE BURNS.<br />
Descrisse la malattia comunemente nota come Herpes Zoster, asserendo<br />
che questo viene indebolito applicando la polpa delle foglie<br />
d’Aloe, apportando la riduzione del dolore e accelerando la<br />
guarigione se sparso sopra le vesciche.<br />
28
1987 H. REG MCDANIEL - Dallas, TX.<br />
“Il succo di Aloe è migliore dell’AZT e non è tossico”, l’Aloe Vera<br />
ha fermato l’avanzata dell’AIDS. McDaniel ha concluso che l’Aloe<br />
controlla o uccide molti virus, incluso morbillo, orecchioni, influenza<br />
ed altre malattie virali.<br />
1967 A. FARKAS E R. MAYER<br />
Hanno ottenuto il brevetto (negli Stati Uniti) sull’Aloe Polyuronide.<br />
Il principio attivo sarebbe presente in varie specie d’Aloe<br />
incluso l’Aloe Barbadensis Miller.<br />
1984 O.P. AGARWAL - Uttar Pradesh, India.<br />
Ha eliminato disturbi cardiaci, disturbi provocati dallo stress e<br />
diabete agli oltre 4700 dei suoi 5000 pazienti, i quali sono stati seguiti<br />
per cinque anni. Questi ne hanno assunto circa 120 grammi<br />
al giorno sotto forma di pagnotta di pane (Foglie d’Aloe Vera e farina).<br />
Il trattamento consisteva nel mangiare una pagnotta di Aloe<br />
al giorno.<br />
1988 TERRY PULSE - Dallas, TX.,<br />
Ha constatato che somministrando 600 grammi di succo (foglia intera<br />
di Aloe Vera) a 69 malati di AIDS quotidianamente, i sintomi<br />
sono scomparsi quasi completamente nell’81 % dei pazienti.<br />
1986 DEPARTMENT OF MEDICINE, King Saudi University Arabia.<br />
Il succo essiccato di Aloe è utilizzato nella penisola Arabica<br />
per abbassare il glucosio contenuto nel sangue di pazienti diabetici.<br />
L’Aloe contiene un agente ipoglicemico che abbassa il glucosio<br />
nel sangue.<br />
1989 RICERCATORI VARI - Okinawa, Giappone<br />
Hanno riportato nel diario giapponese “Cancer Research” che<br />
l’Aloe contiene almeno tre agenti ‘anti-tumorali, emodine, mannosio<br />
e lecitine. I ricercatori hanno concluso che l’Aloe controlla<br />
la carcinogenesis polmonare ed è efficace nel trattamento della<br />
29
leucemia, del sarcoma e nella prevenzione dei tumori.<br />
1989 Secondo la THE COSMETIC FRAGRANCE AND TOILET-<br />
RY ASSOCIATION (CTFA), l’Aloe è da molto tempo il più popolare<br />
cosmetico negli Stati Uniti. E’ stato dichiarato il numero uno<br />
tra i prodotti cosmetici da una grande percentuale di consumatori.<br />
1990 I seguenti medici hanno presentato un documento a Bruxelles,<br />
Belgio, aprile 1990 : Jasbir B. Kohlon, Maurice C. Kemp,<br />
Ni Yawei,Robert H. Carpenter, William M. Shannon, and Bill H.<br />
McAnalley. Il documento concludeva dicendo che l’Aloe, o le sostanze<br />
da essa estratte, costituiscono un efficace medicinale contro<br />
l’HIV-1 ed altri virus dell’Aids. La ricerca confermava che: l’ingestione<br />
quotidiana di 60 grammi o più, può agire come un’immunizzazione<br />
contro l’infezione da HIV.<br />
1991 IAN R. TIZARD - del Texas A&M, riportò nel “The Journal of<br />
Molecular Biotherapy”, che il mannosio dell’Aloe è molto efficace in<br />
veterinaria per la cura della leucemia felina e nel cancro di gatti e<br />
cani.<br />
1992 JAMES DUKE, United States Department of Agriculture. Approvazione<br />
dell’uso dell’Aloe per il trattamento (veterinario) del<br />
cancro e della leucemia felina.<br />
1994 UNITED STATES FOOD AND DRUG ADMINISTRATION<br />
Consenso all’uso dell’Aloe come trattamento contro il virus da immunodeficienza<br />
negli esseri umani (HIV-AIDS).<br />
1995 THE INTERNATIONAL ALOE SCIENCE COUNCIL (IASC),<br />
La maggior parte delle marche di prodotti cosmetici contengono<br />
meno del 2% di Aloe. Gli esperti concordano nel dire che una<br />
concentrazione che va dal 25 al 40% di Aloe è necessaria affinché<br />
un prodotto cosmetico abbia qualche beneficio. Il Dr. Wendell<br />
Winters, dell’University of Texas Health Science Center, di San<br />
30
Antonio, ha affermato che l’Aloe contiene almeno 140 sostanze.<br />
Sostanze che controllano la crescita cellulare, riducono le infiammazioni,<br />
incentivano la crescita dei globuli bianchi e altre funzioni<br />
immunitarie, combatte le infezioni.<br />
21 MAGGIO 2000 UNIVERSITA’ DI PADOVA<br />
Brevetto a nome dell’Università di Padova. Sperimentazioni in vitro<br />
ed in vivo dimostrano l’efficacia dell’Aloe. il Professore Palu<br />
spiega che la molecola vegetale si incunea nella cellula tumorale,<br />
ignorando tutte le altre e la distrugge in tempi rapidissimi: negli<br />
esperimenti, cicli di cinque giorni hanno dato esiti pressoché definitivi.<br />
DIPARTIMENTO BOTANICO DI SCIENZE - CAGLIARI<br />
Con la distribuzione gratuita di foglie di Aloe, lo studioso Costantino<br />
Mazzanobile D’Aragona, del Dipartimento Botanico di Scienze,<br />
insieme alla sua equipe di ricercatori ha ricevuto numerose testimonianze<br />
da parte di proprietari di cani che sono guariti dalla<br />
terribile malattia mortale, la Leismaniosi.<br />
31
ALOE : EFFETTI<br />
Prodotti all’Aloe, sia per uso interno che per uso topico, sono ormai<br />
ampiamente utilizzati nel mondo ed anche nel nostro paese<br />
da molti anni. Il polisaccaride contenuto nell’Aloe, denominato<br />
acemannano, isolato negli anni ‘80 per la prima volta dal Dr.<br />
Bill McAnalley, ha dimostrato un significativo miglioramento<br />
dell’attività immunitaria e antivirale. Gli studi hanno comunque<br />
dimostrato che tale sostanza aumenta la risposta dei linfociti aumentando<br />
il rilascio di interleuchina monociti-I. Tuttavia, sembra<br />
esserci una grande variazione nella quantità di acemannano da<br />
un produttore all’altro; per questo motivo consiglio di fare molta<br />
attenzione ai prodotti da banco che vantano la dicitura “all’Aloe”.<br />
Se un prodotto costa relativamente poco, ci sarà sicuramente meno<br />
Aloe o sarà ottenuto a partire da polveri reidratate. L’uso interno è<br />
particolarmente indicato per i suoi benefici effetti sulla regolazione<br />
intestinale. Gli studi preliminari dimostrano effetti interessanti<br />
sulle cure delle ulcere gastrointestinali; inoltre, è ormai dimostrato<br />
che il succo di Aloe riduce i livelli di zucchero nel sangue dei diabetici<br />
di tipo II stimolando la sintesi e il rilascio di insulina. Studi<br />
effettuati su pazienti diabetici hanno dimostrato una riduzione<br />
273-151 mg / dl dei livelli di glucosio medi. In un altro test, l’Aloe<br />
ha ridotto i livelli di glucosio nel sangue dei topi diabetici del 40%<br />
rispetto al gruppo di controllo. Ottimo epatoprotettore, regola le<br />
funzioni del fegato e contrasta i sintomi della sindrome premestruale<br />
(riduzione dei dolori, del flusso abbondante, coadiuvante<br />
nella cura dei fibromi). Pazienti adulti asmatici bronchiali hanno<br />
risposto positivamente al trattamento con Aloe. L’acemannano ha<br />
anche dimostrato una significativa attività antivirale contro il virus<br />
dell’influenza, virus del morbillo e herpes simplex di tipo 1<br />
(HSV-1), inibendo la loro replicazione. Gli antrachinoni dell’Aloe<br />
possono ridurre significativamente la formazione dei cristalli di<br />
calcio nelle urine e ridurre le dimensioni dei calcoli renali. I ricercatori<br />
ritengono che l’acemannan può potenziare l’azidotimidina<br />
32
TRACCE DI ALOE SULLA SINDONE<br />
ricerca esclusiva dell’autore<br />
Dal tempo della sua comparsa a Lirey, nel nord della Francia nel<br />
1353, la Sindone non fa che stupire per la sua straordinaria quantità<br />
di elementi, oggetto di studio accumulati ormai da oltre un<br />
secolo di ricerche per cercare di definire ancora oggi cosa sia il lino<br />
sindonico, costituendo ormai una scienza autonoma, la Sindonologia.<br />
Acquistata da Ludovico I duca di Savoia nel 1453, alla morte<br />
di re Umberto II, ultimo re d’Italia, la Sindone fu donata al Papa.<br />
La tradizione vuole che tale lembo di lino sia il lenzuolo funerario<br />
che avvolse Gesù. Ancora oggi, dopo tante ricerche effettuate sulla<br />
Sindone, molti sostengono l’autenticità di tale reperto a fronte di<br />
quanti, sostenendo il contrario, attribuiscono al lino una datazione<br />
medievale, considerandolo quindi un falso. Di là dalle credenze<br />
e metodologie di datazione, la Sindone “è” un oggetto botanico<br />
in quanto tessuto composto di lino; mentre oli ed altri materiali<br />
vegetali ricavati da antiche piante medicinali potrebbero aver<br />
contribuito alla misteriosa formazione dell’immagine sul tessuto.<br />
In questa sede ci occuperemo soltanto della Sindone come reperto<br />
antico associato alla presenza di tracce di Aloe, rimandando il lettore<br />
interessato ad approfondire tale scienza ad una consultazione<br />
di testi appropriati come per esempio: “Mirra, aloe, pollini ed altre<br />
tracce – ricerca botanica sulla Sindone, di Silvano Scannerini. Ed.<br />
LDC”; e ancora, “La Sindone al microscopio – Esame medico Legale.<br />
Di Pierluigi Baima Bollone e Stefano Zacà. Ed. LDC”.<br />
Ma cosa c’entra l’Aloe con la Sindone? Per seguire la tracciabilità<br />
storica dell’Aloe, durante le ricerche, ho preso in esame tanti<br />
scritti antichi, tra cui anche la Bibbia. Il mio interesse non era affatto<br />
religioso e non mi interessava sapere con certezza chi fosse<br />
la persona ritratta post-mortem sul lembo di lino, volevo trovare<br />
una conferma storica sull’uso di Aloe in quei luoghi biblici per<br />
confermare le mie tesi..<br />
33
La Bibbia menziona più volte questa pianta, ma le Scritture non<br />
fanno riferimento alla specie. Zohary ha riportato dettagliatamente<br />
in due volumi tutta la flora della Bibbia e può essere utile al lettore<br />
esaminare questi testi da vicino. (Vedi “La flora della Bibbia<br />
– Zohary, M 1970, in Enciclopedia della Bibbia, LDC Torino).<br />
Secondo molti botanici, quando gli autori della Bibbia descrivevano<br />
la pianta di Aloe, effettivamente sbagliavano o la confondevano<br />
con un’altra pianta, L’Aquilaria Agallocha, albero sempreverde<br />
della famiglia delle Thymeleaceae da cui si ricavava una resina<br />
profumata e molto costosa. Avendo personalmente discusso di<br />
questa cosa con alcuni botanici accreditati, mi sono reso conto di<br />
quanto questo malinteso sia diffuso. Le ricerche da me effettuate<br />
indicano che gli uomini di quei luoghi biblici conoscevano bene<br />
la flora; infatti, tracce di Aloe aderenti ad una fibrilla di lino del<br />
telo Sindonico sono state evidenziate con il metodo dell’immunofluorescenza<br />
(forse Aloe soccotrina) sul lino. Il soggetto che fu<br />
coperto col lenzuolo dev’essere stato a contatto col terreno, se in<br />
alcuni punti, come per esempio le ginocchia, sono stati evidenziati<br />
elementi e minerali tipici di quella località della Palestina.<br />
Il mio invito, per chi si occupa di botanica, è quello di rivedere i<br />
testi ed apportare le giuste correzioni.<br />
“Che cos’è che sale dal deserto<br />
come una colonna di fumo,<br />
esalando profumo di mirra e<br />
d’incenso e d’ogni polvere<br />
aromatica...(Cantico dei Cantici<br />
3:6);<br />
...mirra e aloe con tutti i migliori<br />
aromi...(4:14) ».<br />
34
- farmaco antivirale (AZT) usato su pazienti con HIV-, riducendo<br />
la quantità di AZT richiesta del 90%.<br />
PROPRIETA’ TERAPEUTICHE DELL’ALOE<br />
Fino ad oggi si attribuiscono all’Aloe almeno 160 ingredienti attivi<br />
naturali, con proprietà immunizzanti, nutrienti, ricostituenti,<br />
analgesiche, antiflogistiche e depurative. Il principio attivo principale<br />
resta ancora un muco-polisaccaride chiamato Acemannan<br />
(Acemannano), con proprietà immunostimolanti, capace di incrementare<br />
di almeno dieci volte le attività dei macrofagi (fagociti)<br />
che distruggono le tossine e i tumori.<br />
L’Aloe è un potente energizzante, primariamente conosciuta per<br />
la sua proprietà inibente sul dolore; infatti, applicata localmente<br />
penetra tutti gli strati del derma, osteggiando gli enzimi che causano<br />
l’infiammazione, riducendola. Possiede un effetto antibiotico<br />
universalmente conosciuto ed è in grado di eliminare il colesterolo.<br />
Ottimo epatoprotettore, pulisce e purifica il sangue nel fegato.<br />
Si è dimostrata di enorme utilità nei casi di pazienti sofferenti di<br />
AIDS e H.I.V, migliorando qualitativamente la loro qualità di vita<br />
ristabilendo l’equilibrio dei linfociti T e B. In una conferenza tenuta<br />
a Bruxelles nel 1990 (Conferenza Internazionale sulla Ricerca<br />
Antivirale), alcuni ricercatori dichiararono di aver testato l’Acemannano<br />
su gatti ammalati di leucemia felina ottenendo l’80%<br />
delle guarigioni.<br />
Stabilizza e regola le funzioni dell’organismo, riattivando le capacità<br />
intellettuali anche in tarda età. Contiene inoltre almeno tre acidi<br />
antinfiammatori grassi: colesterolo, campesterol e B-sitosterol<br />
con azione sul sistema digestivo, ed importanti organi come<br />
l’intestino, lo stomaco, il colon, il fegato, i reni e il pancreas (stimolerebbe<br />
la produzione d’insulina). La presenza dell’Acido Folico,<br />
fattore vitaminico del complesso B che mantiene la pelle e i capelli<br />
sani, si è reso efficace nella cura di diverse anemie. Il Lupeol è invece<br />
un potente killer del dolore ed un agente antimicrobico.<br />
35
CARATTERISTICHE MAGGIORI DELL’ALOE:<br />
Inibitore del dolore: elimina il dolore e il prurito;<br />
Antimicrobico: resistente alle infezioni;<br />
Antibiotico naturale (battericida – virolicida e fungicida);<br />
Astringente: stringe il tessuto e ripristina il tono della pelle;<br />
Biogeneratore: aumenta la riproduzione cellulare;<br />
Cicatrizzante: ripristina i tessuti;<br />
Inibente delle cellule tumorali: ne impedisce la proliferazione;<br />
Epatoprotettore: ottimo per le funzioni del fegato;<br />
Ipoglicemizzante: riduce il tasso di zuccheri nel sangue.<br />
Penetrazione: ad uso topico il gel di Aloe raggiunge<br />
gli strati più profondi dell’epidermide;<br />
Antisettico: l’Aloe contiene almeno sei agenti antisettici<br />
(lupeol, acido salicilico, azoto ureico, acido cinnamico,<br />
fenolo e zolfo).<br />
Pulitore: pulisce, disintossica e normalizza il metabolismo.<br />
Uccide batteri, virus e funghi, incentiva la crescita delle cellule e<br />
la nascita di tessuto nuovo sano; inoltre ristabilisce il sistema nervoso;<br />
Su 150.000 piante esaminate , frutto di ricerche effettuate presso<br />
strutture dislocate in varie parti del mondo, fino ad oggi l’Aloe è<br />
la sola pianta che contiene un così elevato contenuto di sostanze<br />
nutrienti ed essenziali al nostro organismo.<br />
36
COMPOSIZIONE CHIMICA DELL’ALOE<br />
Oltre al contenuto naturale di acqua (99,52%...)<br />
il restante succo contiene almeno 160 principi attivi<br />
Lignine-Saponine-Antrachinoni presenti nell’Aloe:<br />
Le “lignine” hanno la caratteristica di penetrare il derma; le “saponine”<br />
hanno azione antisettica ben conosciuta; gli “antrachinoni”<br />
hanno azione lassativa e analgesica. E’ invece polemica sul contenuto<br />
effettivo di Vitamina B12; secondo alcuni sarebbe presente<br />
soltanto in tracce nel gel di Aloe, a parere di altri invece, l’Aloe<br />
stimolerebbe la produzione di Vitamina B12 nell’organismo.<br />
Aloina (sinonimi: Barlaloina, auraloina, curacaolina): purgante;<br />
Isobarbaloina: analgesico ed antibiotico;<br />
Acido Aloetico: antibiotico;<br />
Antranolo;<br />
Antracene;<br />
Emodina d’Aloe: battericida e fungicida;<br />
Estere dell’acido cinnamico: calmante;<br />
Olio etereo: analgesico ed anestetico;<br />
Acido crisofanico: fungicida;<br />
Aloe ulcine: inibente della secrezione gastrica per reazione con<br />
l’istamina;<br />
VITAMINE:<br />
Vitamina A (Betacarotene): per la pelle, la vista, le<br />
ossa, antianemica;<br />
Vitamina B1 (Tiamina) necessaria alla crescita dei<br />
tessuti e alla produzione di energia;<br />
Vitamina B2 (Niacina e Riboflavina): azione comune<br />
con la vitamina B6 per la formazione del sangue;<br />
Vitamina B3 (Niacinamide): aiuta a regolare il<br />
metabolismo;<br />
Vitamina B6 (Piridossina): vedi vitamina B2;<br />
37
Vitamina B12 (Cianocobalamina): fattore energetico per le funzioni<br />
nutritive del corpo; (secondo alcuni sarebbe presente in tracce,<br />
più propabilmente l’aloe ne stimolerebbe la produzione);<br />
Vitamina C (Acido ascorbico): in associazione con la vitamina E<br />
combatte le infezioni, favorisce la cicatrizzazione;<br />
Vitamina E (Tocoferolo): vedi vitamina C;<br />
Colina (vitamina del complesso B): favorisce il metabolismo;<br />
Vitamina M (acido folico): vitamina del complesso B, favorisce<br />
l’emopoiesi.<br />
SALI MINERALI<br />
Dei 77 minerali presenti, alcuni in traccia, l’Aloe contiene più di 20<br />
sali minerali essenziali all’organismo umano:<br />
Calcio: interviene nella formazione delle ossa associato al fosforo;<br />
Fosforo: cibo per il cervello;<br />
Potassio (Sorbato di K); indispensabile per il funzionamento dei<br />
muscoli;<br />
Ferro: costituisce parte integrante dell’emoglobina e concorre alla<br />
fissazione dell’ossigeno;<br />
Sodio: cura l’equilibrio del corpo;<br />
Cloro;<br />
Manganese: con il magnesio mantiene il buon funzionamento dei<br />
muscoli del sistema nervoso;<br />
Magnesio;<br />
Rame;<br />
Cromo: favorisce l’attività degli enzimi e degli acidi grassi;<br />
Zinco: stimola l’attività delle proteine nella cicatrizzazione ed è<br />
indispensabile per le funzioni sessuali.<br />
38
MONO E POLISACCARIDI<br />
Cellulosa; Glucosio; Mannosio; Aldoso; Acido urico;<br />
Lipasi: enzima che aiuta la digestione del cibo;<br />
Amilasi: converte gli amidi in cibo per il corpo;<br />
L-ramnosio; Acemannano (o Carrisina): rinforza il sistema immunitario.<br />
AMINOACIDI ESSENZIALI<br />
(che l’organismo non è in grado di produrre)<br />
Gli Aminoacidi, sono delle proteine che regolano l’equilibrio chimico<br />
e forniscono l’energia intervenendo nella rigenerazione dei<br />
tessuti. Il corpo umano ne contiene 22, di cui 8 detti essenziali perché<br />
non in grado di produrli. Nell’Aloe troviamo almeno 7 degli 8<br />
aminoacidi essenziali e 11 dei 14 aminoacidi definiti secondari,<br />
che il nostro organismo sintetizza dagli 8 essenziali:<br />
Isoleucina; Leucina; Lisina; Metionina; Fenilalanina; Tionina;<br />
Valina.<br />
AMINOACIDI SECONDARI:<br />
Acido aspartico; Acido glutamminico; Alanina; Arginina;<br />
Mediocistina; Glicina; Istidina; Idrossipolina; Prolina; Serina;<br />
Tiroxina.<br />
39
ENZIMI:<br />
Gli enzimi ossidanti dell’Aloe riducono gli elementi basici. Risorsa<br />
rara e preziosa, l’Aloe ha un forte tenore in enzimi ( 92 enzimi).<br />
Acido salicilico; Acido crisofanico ed oli volatili;<br />
Fosfatasi acida-Amilasi: stimolano il sistema immunitario;<br />
Bradachinasi o Bradichinasi: analgesico antinfiammatorio, stimolante<br />
delle difese immunitarie;<br />
Catalasi: impedisce l’accumulo di acqua nel corpo;<br />
Cellulasi: facilita la digestione della cellulosa;<br />
Creatina fosfochinasi: enzima muscolare;<br />
Lipasi: facilita la digestione;<br />
Nucleotidasi;<br />
Fosfatasi alcalina;<br />
Proteolitiasi o Proteasi: concorrono all’idrolisi delle proteine nei<br />
loro elementi costitutivi.<br />
Proprietà<br />
L’HIPOXYA (o mancanza di ossigeno)<br />
Il dott. Otto Warbur, due volte insignito del premio Nobel, nel<br />
1931 dichiarò di aver scoperto la causa principale del cancro. Egli<br />
affermò che la proliferazione delle cellule cancerogene ha inizio<br />
per la mancanza di ossigeno, e che queste non possono sopravvivere<br />
in un ambiente ricco di quest’elemento. E’ noto che l’ossigeno<br />
è uno degli elementi più importanti per sostenere la vita. Il succo<br />
puro di Aloe contiene più molecole di ossigeno che i fluidi di<br />
ogni altra pianta nota. Su 150.000 piante esaminate , frutto di ricerche<br />
effettuate presso strutture dislocate in varie parti del mondo,<br />
fino ad oggi l’Aloe è la sola pianta che contiene un così elevato<br />
contenuto di sostanze nutrienti ed essenziali al nostro organismo.<br />
40
ANALISI DEL SUCCO<br />
Nel 1956, attraverso la cromatografia è stato possibile riscontrare<br />
la presenza di antranolo, aloemodina, e acido crisofanico (chrysophanol).<br />
Tuttavia, quando il succo fresco di Aloe fu esaminato in<br />
un’atmosfera di azoto, l’aloina (barbaloina) e l’acido p-cumarico<br />
furono evidenziati, ma non si trovarono tracce di aloemodina,<br />
mentre quest’ultima era presente in alcuni prodotti commerciali a<br />
base di Aloe. Successivi studi cromatografici condotti su 22 specie<br />
di Aloe hanno evidenziato che 12 delle 22 specie contenevano flavonoidi,<br />
hydroxyanthrachinoni e cumarinici.<br />
I carboidrati del succo sono presenti in forma di glucosio e un<br />
polyuronide composto da polyose ( dal peso molecolare di 2,75<br />
x 10 5 ) contenente glucosio, mannosio e acidi hexuronici come il<br />
glucuronico, il mannuronico ed altri acidi galatturonici acidi sono<br />
stati anch’essi evidenziati.<br />
Successivi studi hanno confermato la presenza di glucosio e mannosio,<br />
nonché tracce di galattosio, arabinosio e xilosio , ma non<br />
sono state riscontrate tracce di acidi uronici.<br />
Il succo è principalmente composto di acqua (99,52%). Il prodotto<br />
liofilizzato ed essiccato per le analisi conteneva una varietà di<br />
gruppi funzionali, come mostrato dalla spettroscopia infrarossa<br />
(IR): 2,5% di proteine di Kjeldahl, idrossiprolina, istidina e cistina.<br />
Bradachinasi sono presenti nell’Aloe, tuttavia l’azione antiinfiammatoria<br />
in vivo è stata contestata per molto tempo.<br />
L’arginina è relativamente abbondante (circa il 20% degli amminoacidi<br />
totali). Gjerstad ha riportato nei suoi studi che gli aminoacidi<br />
principali dell’Aloe bardadensis sarebbero l’acido glutammico<br />
e l’acido aspartico. I nostri risultati successivi hanno confermato<br />
che gli acidi aspartico e glutammico e corrispondenti combinati<br />
(Asp 237 Asn + 343 = 580 μ g mol/100 foglia secca Glu e Gln 294 +<br />
141 = 435 μ mol) sono effettivamente presenti nel succo.<br />
Questa analisi mostra inoltre che l’aminoacido in più alta concentrazione<br />
è l’arginina, seguito dall’asparagina, dall’acido<br />
41
glutammico, da quello aspartico e dalla serina. Le analisi, in effetti<br />
hanno identificato due monosaccaridi, il D-glucosio ed il Dmannosio.<br />
Il primo è lo zucchero più comune, il più abbondante<br />
di tutti i composti organici, e si trova allo stato libero, mentre il Dmannosio,<br />
al contrario, è stato precedentemente identificato solo<br />
nella buccia di arancia (Citrus bigaradia) e nella pianta laevigata<br />
Cornynocarpus.<br />
Poiché i ricercatori hanno riportato risultati differenti, esami successivi<br />
e più mirati hanno messo in evidenza la presenza di mannosio<br />
e glucosio in un rapporto di 9-10:1, ma anche tracce di arabinosio,<br />
galattosio e xilosio (Segal, Taylor e Eoff). Farkas riferì di<br />
aver trovato tracce di acido hexuronico, mentre Segal, Taylor e<br />
Eoff non riuscirono ad isolarle. Tali studi non sono stati effettuati<br />
sui singoli elementi isolati, ma utilizzando un campione liofilizzato<br />
del gel intero. (l’88% del peso del gel è stato perso durante la<br />
liofilizzazione.) Se ci fossero stati altri polisaccaridi, questa tecnica<br />
li avrebbe evidenziati. Mannosio e glucosio sono stati trovati in un<br />
rapporto di 5:4, mentre xilosio, ramnosio, galattosio, arabinosio e<br />
fucosio sono stati trovati in tracce. Le analisi hanno identificato<br />
inoltre il lupeolo. ed alcuni steroli quali: colesterolo, campesterolo<br />
e ß-sitosterolo. Campesterolo e ß-sitosterolo sono steroli vegetali<br />
tipici. Il colesterolo , tuttavia, per molto tempo è stato considerato<br />
uno sterolo tipico animale. Solo nel l 1959 è stato identificato nelle<br />
alghe rosse e successivamente in microrganismi e piante superiori.<br />
42
PIONIERI MODERNI DELLA RICERCA<br />
Dopo le scoperte di Chopia e Gosh, i quali identificarono nel 1938 i<br />
principali componenti attivi dell’Aloe: aloina, aloe-emodine, l’acido<br />
crisofanico ed altri elementi in traccia, furono gli studi condotti<br />
sotto le direttive di Ivan E. Danhof, professore di fisiologia all’università<br />
del Texas e capo del Laboratorio di Ricerca del Nord-Texas<br />
che contribuirono ad una rivalutazione dell’uso dell’Aloe in medicina.<br />
Egli dimostrò che l’applicazione del gel sulla pelle accelerava<br />
da 6 ad 8 volte la riproduzione dei fibroblasti umani, in rapporto<br />
al normale ritmo di riproduzione cellulare. Fu invece il medico<br />
giapponese Fujita ad attribuire alla bradachinasi, il potere antidolorifico<br />
e cicatrizzante dell’Aloe, in precedenza attribuito alla presenza<br />
dell’acido salicilico. Nel 1985 il dott. Bill McAnalley isolava<br />
un polisaccaride che denominò Carrisyn (Carrisina). Alla stessa<br />
conclusione pervennero alcuni ricercatori canadesi, denominando<br />
Acemannan (Acemannano) una molecola attiva con proprietà<br />
antivirali. Si giunse alla conclusione che tale sostanza rinforzasse<br />
il sistema immunitario nei pazienti malati di AIDS, limitando la<br />
progressione del virus H.I.V. Il dott. Reg McDaniel aggiunse che,<br />
contrariamente a quanto accadeva somministrando a tali pazienti<br />
altre sostanze, come ad esempio l’AZT, la Carrisyn non aveva nessun<br />
effetto secondario. L’Aloe si è dimostrata benefica in pazienti<br />
con diabete del tipo II, stimolando la sintesi e liberando insulina. I<br />
pazienti presi in esame in uno studio, manifestarono una riduzione<br />
dei livelli medi di glucosio da 273 a 151 mg/dl.. Attivando gli<br />
enzimi del pancreas, l’aloe aiuta a riequilibrare il tasso di zucchero<br />
nelle persone che soffrono di ipoglicemia e di diabete. L’Istituto<br />
Tumori di Torino ha riconosciuto recentemente nell’Aloe la presenza<br />
dell’Alocrina (N.d.a. Acemannano), sostanza con effetto inibente<br />
sulle cellule tumorali e stimolante dell’attività immunitaria<br />
e di sostanze ipoglicemiche, vale a dire capaci di abbassare il tasso<br />
di zuccheri nel sangue.<br />
43
ALOE E ABITUDINI ALIMENTARI<br />
Il nostro corpo non è in grado di produrre tutti gli elementi nutrienti<br />
di cui ha bisogno ed anche una dieta equilibrata può non<br />
apportare tutti gli elementi nutritivi indispensabili. La correzione<br />
e la lavorazione degli alimenti da “banco” privano questi del loro<br />
valore nutrizionale, senza contare i danni portati al nostro organismo<br />
dall’uso generalizzato di pesticidi utilizzati in agricoltura,<br />
oppure degli ormoni della crescita e degli antibiotici utilizzati negli<br />
allevamenti animali. Molti disturbi comuni, dolori vari, immunodeficienza,<br />
cefalea e per esempio problemi digestivi, possono<br />
attribuirsi ad un’alimentazione carente dal punto di vista nutrizionale,<br />
mentre questi possono sparire o attenuarsi semplicemente<br />
modificando le proprie abitudini alimentari.<br />
Il surgelamento, l’inscatolamento, l’uso di conservanti e coloranti<br />
(a volte addirittura tossici) possono provocare la perdita di sostanze<br />
nutritive. Anche se è raro riscontrare casi di grave mancanza di<br />
minerali e/o vitamine nei paesi occidentali, modeste insufficienze<br />
nutrizionali si possono manifestare sotto forma di malesseri lievi,<br />
come stanchezza, difficoltà di concentrazione, irritabilità, insonnia,<br />
predisposizione alle infezioni e nelle donne irregolarità del<br />
ciclo mestruale. La mancanza di antiossidanti può in realtà concorrere<br />
all’insorgere di patologie più serie. Quindi il paradosso è<br />
che invece di fornirci gli elementi nutrienti per il nostro benessere,<br />
il consumo di molti alimenti si trasforma a volte in un’ ulteriore<br />
fonte di stress per il nostro organismo.<br />
44
ANTIOSSIDANTI E SOVRACCARICO TOSSICO<br />
Il sovraccarico tossico è causa di molti degli attuali problemi di<br />
salute. Uno dei compiti principali del nostro organismo consiste<br />
nel neutralizzare le sostanze tossiche che ingeriamo; avendo però<br />
raggiunto livelli di sovraccarico di tossicità mai raggiunti in precedenza,<br />
i nostri sistemi impongono al corpo un enorme sforzo<br />
per la detossificazione. Le tossine, comprese quelle contenute nei<br />
cibi trattati con sostanze chimiche e nei farmaci richiedono un apporto<br />
maggiore di vitamine e minerali. Così come un cibo esposto<br />
all’aria o un oggetto di metallo arrugginisce, ogni cellula del corpo<br />
viene aggredita costantemente da agenti ossidanti (radicali liberi).<br />
Queste reazioni nocive avvengono in modo naturale durante<br />
il processo metabolico, ma possono essere indotte da molti fattori<br />
esterni come: l’uso di farmaci, chemioterapia, stress, radiazioni,<br />
pesticidi, fumo, l’uso di sostanze spray, idrocarburi ed alcool.<br />
COSA C’E’ DI UNICO NELL’ALOE?<br />
Il succo di ALOE con i suoi 160 principi attivi naturali e costituito<br />
da vitamine, enzimi, minerali, aminoacidi e agenti antiossidanti<br />
rappresenta un concentrato superenergizzante, immunostimolante<br />
in grado di apportare al nostro corpo una buona base di sostanze<br />
ed elementi nutrienti di cui necessita per ripararsi.<br />
A tutt’oggi, la composizione chimica dell’Aloe non è stata del tutto<br />
chiarita, anche se è ormai appurato che l’Acemannano si trova<br />
in percentuali variabili anche nel Ginseng, nell’Euterococco, nel<br />
fungo Shiitake, nell’Astragalo e nella Cartilagine di squalo.<br />
Questo polisaccaride è presente nel corpo umano fino alla pubertà<br />
ed andrebbe integrato in seguito con l’alimentazione. l’Acemannano,<br />
inoltre, contribuisce a disgregare nell’intestino le proteine<br />
responsabili delle allergie, oltre a rinforzare il sistema immunitario<br />
attivando le difese, i fagociti e gli anticorpi necessari.<br />
45
CONTROINDICAZIONI ED EFFETTI COLLATERALI<br />
Sono rarissimi i casi di allergia all’Aloe (meno dell’1% delle persone),<br />
anzi di solito soggetti che presentano problemi di intolleranza<br />
a molti alimenti riscontrano notevoli benefici con l’Aloe. Chiunque<br />
può fare una prova rapida: mettete una piccola quantità di<br />
succo, preso direttamente dalla pianta o dal flacone dietro al lobo<br />
dell’orecchio. Se avvertite un’irritazione, o un’eruzione cutanea si<br />
manifesta dopo alcuni minuti, allora sarà meglio non usare l’Aloe.<br />
Tre cucchiai al giorno sono sufficienti per disintossicare il proprio<br />
organismo; si possono assumere in qualsiasi momento della giornata,<br />
ma è preferibile prenderne uno al mattino, a digiuno, uno<br />
prima di pranzo, sempre a digiuno e il terzo prima di cena, sempre<br />
almeno 15 minuti prima dei pasti. Io stesso mi nutro di Aloe<br />
dal 1995 e inoltre conosco molta gente che ne fa uso senza aver<br />
riscontrato effetti negativi o problemi di intolleranza. Per la maggior<br />
parte della gente, l’Aloe è un prodotto antiallergico.<br />
Attenzione, però, perché i prodotti in commercio possono avere<br />
tra gli ingredienti, oltre all’Aloe, alcune sostanze a cui potreste essere<br />
intolleranti, come i conservanti. Si è osservato, in pazienti con<br />
patologie serie e che assumono medicinali da parecchio tempo,<br />
la diarrea come effetto secondario pressoché immediato, quando<br />
questi assumono un cucchiaio di succo. In questi casi bisogna sospendere<br />
l’assunzione di succo di Aloe per qualche giorno, per<br />
poi abituare il nostro organismo gradualmente, fornendogli due<br />
o tre semplici gocce di succo di Aloe al giorno per almeno una<br />
settimana, aumentando poi la quantità fino ad arrivare almeno a<br />
tre cucchiai per tre volte al dì senza più problemi collaterali. Se<br />
riuscirete a far questo, disintossicherete il vostro organismo dal<br />
sovraccarico tossico e rinforzerete, grazie all’Aloe, il vostro sistema<br />
immunitario.<br />
46
LA FOGLIA IN SEZIONE<br />
47
L’ALOINA<br />
Tra i principi attivi dell’Aloe troviamo, in dosi più o meni importanti,<br />
gli antrachinoni catartici come l’aloina, anche definita barbaloina,<br />
in quanto tipica, ma non esclusiva, di questa specie (Aloe<br />
Vera Barbadensis). Generalmente, le varie specie contengono una<br />
percentuale variabile di questi C-glicosidi dell’aloe-emodina, che<br />
oscilla tra il 5 ed il 20%. In alcune piante il contenuto di antraglicosidi<br />
può sfiorare addirittura il 60%. E’ quindi ovvio che: habitat<br />
naturale, esposizione al sole ed irrigazione possono incidere<br />
moltissimo su queste variazioni, come studiato in un esperimento<br />
condotto nel deserto del Neghev anni fa, durante il quale furono<br />
presi in esame la fluttuazione stagionale, l’esposizione alla luce<br />
solare e l’irrigazione differenziata). Questo essudato giallo-rosato,<br />
dal sapore intensamente amaro e che varia di colore a contatto con<br />
l’aria e con la luce, è presente in percentuale minore nelle foglie<br />
più anziane, disposte cioè alla base della pianta. La concentrazione<br />
più alta di antrachinoni si trova negli essudati delle foglie giovani<br />
mature, mentre decresce nelle foglie più vecchie, quelle poste<br />
verso la base della pianta. La concentrazione degli antraglicosidi<br />
può dunque variare a seconda dei tipi di Aloe, dal 4,5 al 25%. Altri<br />
elementi sono presenti in tracce, tra cui aloesina ed aloesone, oltre<br />
ad 8 antrachinoni liberi e resine. L’aloina è quindi uno zucchero<br />
complesso, definita dai chimici un’insieme di due diasteromeri:<br />
l’aloina A e l’aloina B.<br />
Non smetterò mai di dire che le sostanze antrachinoniche non si<br />
prestano all’automedicazione, in quanto possiedono un’azione<br />
lassativa potente. In alcuni paesi africani, ancora oggi, il succo di<br />
Aloe con Aloina viene utilizzato per abortire, poiché in grado di<br />
provocare contrazioni uterine e susseguente aborto.<br />
48
PRINCIPI DI BOTANICA<br />
Come già citato dal Dr. G.W. Reynolds nel 1950, sono state classificate<br />
almeno 350 specie di Aloe ed oggi sicontano oltre 600 varietà;<br />
125 specie sono state catalogate solo nel Sud Africa (inclusi lo<br />
Swaziland ed il Lesotho), mentre le altre sono distribuite in molte<br />
altre zone del continente africano ed inoltre: in Israele, India, Pakistan,<br />
Nepal, Cina, Tailandia, Cambogia, Carabi, Spagna, Cuba,<br />
America Centrale e del Sud, America del Nord (Texas e Florida)<br />
e in Messico. Il suo ceppo d’origine va dunque ricercato in Africa<br />
da cui poi fu distribuita in tutto il mondo (Reynolds 1966). Il suo<br />
habitat è tipico delle zone aride e desertiche e può raggiungere<br />
altezze che variano dai pochi centimetri ai venti metri, secondo la<br />
specie. Va chiarito che generalmente in botanica si usa chiamare<br />
una pianta con la denominazione assegnata dall’ultimo studioso.<br />
Per fare un esempio, l’Aloe Barbadensis o delle Barbados, di Miller<br />
è il nome attuale dell’Aloe Vera di Linneo e dell’Aloe Vulgaris<br />
di Lamarck (ed altri nomi). Il termine Aloe che denomina il genere,<br />
deriva dalla radice greca “Als” o “Alos”, che significa sostanza<br />
amara, salata come l’acqua del mare. Oggi “Allo eh” in arabo,<br />
“Halal” in ebraico, “Alo hei” in Cina, Aloe nei paesi occidentali.<br />
I suoi fiori vanno dal bianco-verdastro per esempio dell’Aloe<br />
Parviflora del KwaZulu-Natal che fiorisce da Gennaio a Marzo;<br />
al giallo-verdastro dell’Aloe Integra dello Swaziland che fiorisce<br />
da Ottobre a Dicembre; al rosa-aranciato dell’Aloe Zebrina distribuita<br />
in Botswana, Namibia, Angola, Zimbabwe, con fioritura da<br />
Gennaio a Marzo e da Novembre a Dicembre, secondo il clima; al<br />
rosa più intenso, con tendenza al rosso dell’Aloe Peglerae presente<br />
in Magaliesberg, Witwatersberg (Petroria), con fioritura da Luglio<br />
ad Agosto (vedi “Guide to the Aloes of South Africa” – Briza<br />
Publication 1996). Tra le varie caratteristiche sorprendenti e ormai<br />
conosciute ad uso topico ed interno dell’Aloe, non sono rimasto<br />
molto sorpreso nel vederla classificata tra le piante domestiche antinquinanti,<br />
con la capacità di liberare ossigeno ed assorbire anidride<br />
carbonica anche di notte.<br />
49
Il genere botanico Aloe, fino a qualche decennio faceva parte della<br />
famiglia delle Liliacee, ma nel 1982, il botanico Reynolds decise<br />
di separarlo da essa, creando finalmente la vasta famiglia delle<br />
Aloaceae (Gigliaceae). La caratteristica comune delle Liliaceae è<br />
rappresentata da un bulbo sotterraneo, come avviene per l’aglio e<br />
la cipolla (famiglia di cui fanno parte). L’Aloe, invece, in base alle<br />
caratteristiche del tronco o della base, può essere:<br />
AUCALIS= nessun tronco o molto corto, molle e non visibile;<br />
SUBACAULIS = visibile e ridotto;<br />
CAULEAS= visibile e ramificato.<br />
L’Aloe Barbadensis o Aloe Vera, non ha tronco e rientra nella categoria<br />
delle Aucalis; L’Aloe di Socotra o Succotrina ha un tronco<br />
ridotto e poco visibile, quindi rientra nella seconda categoria; nella<br />
terza ed ultima categoria troviamo grandi specie come l’Arborescens<br />
o altre con tronchi molto alti. Le foglie possono essere più o<br />
meno carnose, aculeate e maculate. L’Aloe Barbadensis, maggiormente<br />
utilizzata nella realizzazione di cosmetici e prodotti naturali,<br />
raggiunge i 90 cm di altezza a piena maturità e le foglie hanno<br />
una larghezza massima di circa 10 centimetri. Le foglie, carnose e<br />
maculate, si schiariscono con la maturazione, assumendo un colore<br />
più chiaro, tendente al grigio-verde. Una foglia matura può<br />
superare i 500 gr. di peso e fornire quindi molto succo. L’epidermide<br />
esterna è spessa e dura e costituisce il 30% del peso totale<br />
della foglia. Il clorenchima sottostante alla cuticola è la zona ricca di<br />
antrachinoni o aloina. Il parenchima contiene il nutrimento della<br />
pianta in forma di“gel” trasparente. Le spine agiscono da filtro ed<br />
hanno una funzione importante: servono alla pianta per filtrare<br />
acqua ed aria attraverso gli stomi, rendendola adatta a sopravvivere<br />
a lunghi periodi di siccità.<br />
50
ALOE ARBORESCENS MILLER (Miller 1768)<br />
L’Aloe Arborescens, spesso confusa con l’A. Mutabilis, presenta le<br />
seguenti caratteristiche: il suo tronco può raggiungere i due metri<br />
di altezza; le foglie, vanno dal colore grigio-verde al verde chiaro e<br />
possono arrivare ad una lunghezza di 50, 60 cm. Suo paese di origine<br />
è il Sud Africa. Chiamata anche Aloe del Capo (Cape Aloe),<br />
cresce spontaneamente nella provincia del Capo, KwaZulu-Natal,<br />
Mpumalanga e al nord della provincia, nel Mozambico, Zimbabwe<br />
e Malawi. Oggi diffusissima in varie parti del globo, fiorisce da<br />
Maggio a Luglio e i suoi fiori possono essere gialli, rosa o arancio.<br />
Esistono molte varietà di Aloe Arborescens, tra queste: la varietà<br />
natalensis che fiorisce a metà dicembre (fiori colore rosso scuro) e<br />
la varietà ucriae che fiorisce in gennaio - febbraio (fiori di colore<br />
rosso vivo).<br />
51
ALOE FEROX<br />
Molto robusta, la sua altezza varia dai due ai cinque metri nelle<br />
piante più vecchie. Le sue foglie, molto carnose, hanno una tendenza<br />
di colore che va dal verde al grigio-verde, con spine di colore<br />
più scuro rispetto alla foglia. Presenta Infiorescenze erette, con<br />
5-12 fiori rosa-corallo disposti in verticale su un unico stelo.<br />
Generalmente confusa con altre specie (A. Marlothii, A. Spectabilis),<br />
fiorisce da Maggio ad Agosto (più a nord, da Settembre a<br />
novembre), è anch’essa originaria dell’Africa meridionale e in<br />
particolar modo è diffusa nelle zone aride della provincia del<br />
Capo (est ed ovest), nel sud del KwaZulu-Natal e in alcune zone<br />
del sud-ovest del Lesotho.<br />
52
ALOE VERA<br />
L’Aloe Vera, così battezzata e descritta da Linneo, l’Aloe Barbadensis<br />
di Miller e l’Aloe Vulgaris di Lamarck sono la stessa<br />
pianta. La Barbadensis, deve il suo nome alle isole Barbados, ma<br />
è presente nel resto delle Antille, nei Caraibi e soprattutto nella<br />
costa Nord Orientale dell’Africa da cui probabilmente si diffuse.<br />
Il problema del nome è complicato dal fatto che Miller aveva a<br />
sua volta denominato e battezzato Aloe Vera un’altra varietà di<br />
Aloe creando una certa confusione nell’ambiente botanico. Così,<br />
oggi ci troviamo davanti all’Aloe Barbadensis, chiamata spesso<br />
“Aloe Vera” e ad un altro tipo di Aloe denominata “Aloe Vera qualità<br />
Vera” per distinguerle. Osservandole da vicino, è abbastanza<br />
facile distinguere la Barbadensis dall’Aloe Vera qualità Vera,<br />
pur senza essere dei botanici di professione: la prima ha le foglie<br />
raccolte intorno ad un rosone centrale, mentre l’altra ha le foglie<br />
sovrapposte. L’Aloe Barbadensis può raggiungere un’altezza<br />
massima di 60-90 cm e vive generalmente 5 anni. Le sue foglie<br />
spinose possono raggiungere una lunghezza di 40-50 cm, con una<br />
larghezza alla base che varia dai 6 ai 10 cm. Queste foglie, maculate<br />
in fase di crescita, assumono un colore verde uniforme allo<br />
stato adulto, rivestite da una pellicola protettrice che permette alla<br />
pianta di filtrare l’aria e l’acqua. Sotto questa membrana troviamo<br />
un primo strato cellulosico che racchiude cristalli di ossalato di<br />
calcio e le cellule pericicliche dell’Aloina, l’essudato giallo-rosato<br />
con proprietà lassative. Racchiuso in questa triplice protezione<br />
vegetale, troviamo il Parenchima, tessuto incolore costituito dal<br />
gel della pianta tanto ricercato. La qualità di quest’ultimo dipende<br />
molto dal tipo di clima e dall’irrigazione. Questo tipo di pianta è<br />
quella maggiormente utilizzata dalle aziende per l’estrazione di<br />
succo semplicemente perché più diffusa e carnosa. Non serve a<br />
nulla, infatti, cercare una determinata specie o varietà di pianta, in<br />
quanto (e lo vedremo più avanti) TUTTE le specie contengono gli<br />
stessi principi attivi. E’ stata così ampiamente coltivata a tutte le<br />
latitudini che il suo ceppo d’origine rimane un mistero, anche se<br />
53
gli studiosi sono convinti che provenga dal centro Africa. Sebbene<br />
la maggior parte delle specie tollerano il freddo secco, altre temono<br />
sia il freddo che la pioggia, come nel caso dell’Aloe Vera.<br />
Raggiunge il massimo della maturità intorno ai 4-5 anni, raggiungendo<br />
i 60-90 cm. di altezza massima. Le sue foglie variano<br />
fra i 40 e i 50 cm, essendo orlate di spine di un colore più chiaro.<br />
54
GALLERIA FOTOGRAFICA: ALCUNE SPECIE<br />
Aloe Dichotoma Aloe Variegata<br />
Aloe Polyphylla Aloe Striata<br />
La linfa dell’Aloe Striata ha un effetto irritante e non può essere utilizzata<br />
per la realizzazione di prodotti ad uso interno e/o esterno.<br />
55
Aloe Broomi Aloe Aristata<br />
Aloe Saponaria Aloe Mitriformis<br />
L’Aloe Aristata, l’Aloe Polyphylla e l’Aloe Striata (o striatula),<br />
sono tre specie Alpine che tollerano più facilmente il clima rigido.<br />
L’Aloe Aristata ha le foglie disposte a rosetta, ricoperte da tubercoli<br />
bianchi. Questa pianta assume una colorazione arancio, è di<br />
taglia piccola e può raggiungere i 10 cm di altezza.<br />
56
Aloe Ciliaris Aloe Humilis<br />
Aloe Gariepensis Aloe Aculeata<br />
L’Aloe Ciliaris, spesso confusa con altre specie o ibridi, ha un portamento<br />
rampicante en può raggiungere anche i 5 metri di altezza.<br />
Tra le più piccole, segnaliamo l’Aloe Humilis, le cui foglie spinose<br />
sono di colore verde-azzurro.<br />
57
Aloe Squarrosa Aloe Peglerae<br />
Aloe Concinna Aloe Conifera<br />
58
Aloe Marlothii Aloe Camperi<br />
Aloe Melanacantha Aloe Dorotheae<br />
59
Aloe Jucunda Aloe Cosmo<br />
Aloe Mitriformis Variegata Aloe Nobilis<br />
60
Aloe Angelica Aloe Barberae<br />
Aloe Brevifolia Aloe Zebrina<br />
61
Aloe Castanea Aloe Pendens<br />
Aloe Pink Aloe Pink Blush<br />
62
VARIETA’ DI COLORI NEI FIORI DI ALOE<br />
63
RADICI ED ACQUA<br />
Pianta succulenta appartenente alla famiglia delle Aloaceae, spesso<br />
confusa con l’Agave, l’Aloe ha radici perenni, forti e fibrose,<br />
numerose e persistenti. Generalmente, quelle che noi definiamo<br />
“piante grasse”, in realtà sono “piante succulente”, in quan-<br />
to contengono succhi e non grassi. Molte specie sono legnose e<br />
ramificate. In alcune zone del Sud<br />
Africa e nel Natal, sono state trovate<br />
piante alte 10-18 metri, con fusti<br />
fino a 10 metri di circonferenza. I fiori<br />
sono eretti, senza calice e la corolla<br />
è tubolare, divisa in sei segmenti<br />
stretti nella parte terminale, di colore<br />
rosso, rosa corallo, giallo, biancastro<br />
o blu-violaceo. Le capsule contengono<br />
numerosi semi. Le foglie possono<br />
essere spinose e dentate. Ama il<br />
clima temperato, ma alcune specie<br />
resistono anche in condizioni molto<br />
estreme. Nelle zone centrali e meridionali<br />
d’Italia può essere collocata<br />
all’esterno, ma una temperatura al di<br />
Semi di Aloe<br />
sotto dei 5 gradi può nuocerle, così<br />
come l’acqua abbondante. Chi vive al<br />
nord può coltivarla in appartamento<br />
o in serra, ma in entrambi i casi consigliamo<br />
di annaffiarle poco, bagnando<br />
il terreno con uno o due bicchieri<br />
d’acqua ogni mese. Molti, temendo<br />
di farle soffrire, le hanno talmente<br />
annaffiate da distruggerle. Se le foglie perdono la loro colorazione,<br />
assumendo una tonalità marrone, allora vuol dire che soffrono il<br />
freddo e l’acqua eccessiva; se, invece, le foglie si chiudono su se<br />
stesse, allora vi stanno chiedendo un pò d’acqua.<br />
65
IRRIGAZIONE<br />
L’Aloe ha bisogno di poca acqua ed esposizione diretta del sole,<br />
non dimenticarlo mai. Durante il periodo estivo non dovrete innaffiarla<br />
più di 1 volta la settimana, bagnando la terra e non le<br />
foglie. Prima di irrigarla, verificate sempre che il terreno sia completamente<br />
asciutto. Se la tenete in vaso nei mesi invernali, assicuratevi<br />
di portarla in un posto riparato ed esposta alla luce. Se<br />
volete invasarla, fatelo solo in primavera, tra marzo e aprile.<br />
Se le foglie cambiano colore e scuriscono, fino a diventare di colore<br />
marrone e a marcire, sicuramente di acqua durante il periodo<br />
invernale ne hanno ricevuta troppa. Nei mesi invernali queste<br />
piante vanno innaffiate non più di una volta al mese.<br />
Se la pianta ha sofferto notevolmente, esaminate le radici eliminando<br />
la parte marcia, spolverate con polvere radicante e fate<br />
asciugare un paio di giorni prima di rimetterla in vaso, in ambiente<br />
non troppo freddo. Verificate il terriccio: dev’essere composto<br />
in proporzioni ugiali di torba e sabbia; non sabbia edile, ma sabbia<br />
pura, di fiume o da vivaio. Il terreno dovrà essere drenante<br />
e soffice, leggero. Altro elemento importante da considerare è il<br />
vaso: considerate un vaso più largo che profondo, che abbia fori<br />
di drenaggio adeguati perché l’aloe non ama i ristagni idrici. sistemate<br />
della ghiaia porosa sul fondo del vaso, dei sassolini o dei<br />
pezzi di coccio per evitare depositi di acqua sul fondo.<br />
66
COLTIVAZIONE<br />
Queste piante si moltiplicano per talea, a partire da un frammento<br />
di foglia, di ramo, di fusto o radice. A tale scopo, si deve usare<br />
un coltello ben affilato e pulito per evitare eventuali infezioni; generalmente<br />
si prediligono le talee giovani perché possiedono più<br />
vitalità. Se volete adottare questo metodo, procedete così: attendete<br />
il periodo estivo, tagliate i germogli, lasciateli asciugare per<br />
un paio di giorni e, in seguito, collocateli in un contenitore mantenuto<br />
umido e collocatelo in una zona luminosa. Questo metodo,<br />
comunque, non si adatta ai principianti. I metodi di riproduzione<br />
sono solitamente due: il metodo gamico, cioè utilizzando i semi,<br />
difficili da reperire perché il genere Aloe non ama l’autoimpollinazione,<br />
e quello agamico, cioè per talea. Il periodo più adatto per<br />
la semina è il mese di marzo. Personalmente, consiglio di separare<br />
i figli dalla madre, dopo circa un mese, per evitare che questi<br />
possano assorbire tutta la linfa vitale, e il metodo di separazione è<br />
alquanto semplice: svasare la pianta, separare la terra dalle radici<br />
delicatamente, invasare le piantine in altri contenitori, annaffiandole<br />
una sola volta per obbligarle ad adattarsi al nuovo terreno.<br />
Poiché l’Aloe, come tutte le<br />
piante succulente, è costituita<br />
dal 95% di acqua, occorrerà<br />
annaffiarla poco nel<br />
periodo umido invernale e<br />
abbondantemente d’estate,<br />
ma solo quando il terreno<br />
sarà del tutto asciutto.<br />
Se il periodo invernale nella vostra zona è particolarmente freddo,<br />
vi consiglio di tenerla in vaso, così da poterla collocare in casa,<br />
esposta alla luce, nei periodi di gelo. Utilizzate un vaso forato, con<br />
uno strato di ghiaia di almeno 1-2 cm sul fondo per garantire un<br />
adeguato drenaggio. Come terriccio potrete utilizzare quello per<br />
cactus, facile da reperire e già confezionato.<br />
67
FERTILIZZANTI E TERRENO<br />
Il terreno migliore per l’Aloe è quello sabbioso, costituito da tre<br />
parti di sabbia e una di normale terriccio da giardino; un fondo di<br />
argilla o ghiaia sul fondo del vaso consentirà il drenaggio. Non<br />
mettete sottovasi, altrimenti crerete un ristagno d’acqua, non amato<br />
dall’Aloe. L’uso dei fertilizzanti può essere utile in determinati<br />
casi, mai però durante il processo di coltivazione. In tale fase non<br />
dovrete usare nessun fertilizzante, pesticida o diserbante chimico.<br />
E’ appropriato, invece, concimare il terreno una volta al mese<br />
dall’inizio della primavera e per tutta l’estate. Conoscere basilarmente<br />
i fertilizzanti è essenziale nella scelta di quello giusto. Sigle<br />
composte da tre serie di numeri, come per esempio 10-20-10, sono<br />
sempre riportate sulla confezione ad indicare la composizione chimica<br />
del composto. Le tre serie di numeri si riferiscono alle percentuali<br />
di azoto, fosforo e potassio. Questi concimi chimici possono<br />
essere di tue tipi: in grani, da distribuire sul terreno utilizzando<br />
un utensile appropriato, oppure di tipo solubile, da mescolare con<br />
l’acqua per spruzzarlo sulle foglie o utilizzandolo come parte del<br />
processo di irrigazione, in cui la pianta riceve le sostanze nutritive<br />
per via sistemica (attraverso le radici). Oltre agli elementi citati,<br />
un buon fertilizzante per l’Aloe dovrà contenere anche alcuni<br />
“microelementi” quali il ferro, il manganese, il rame, lo zinco.<br />
Il primo numero del fertilizzante, riportato sulla confezione, indica<br />
il contenuto di azoto, elemento indispensabile per la crescita<br />
delle foglie; il secondo numero indica il contenuto di fosforo,<br />
sostanza utile per incrementare lo sviluppo stesso della pianta e<br />
produrre buone radici; il terzo numero indica invece il cloruro di<br />
potassio, indispensabile per il colore dei fiori e la loro dimensione.<br />
Per fare un esempio concreto, si consideri una confezione da 1 litro<br />
di prodotto: 100 # 10-20-10 pari a 25 parti di azoto, 50 di fosfato<br />
e 25 di cloruro di potassio. Prima di applicare il concime, è<br />
meglio testare il terreno. A questo scopo, esistono dei test chimici<br />
che possono essere acquistati presso negozi di giardinaggio. Il test<br />
vi dirà il contenuto di nutrienti già presenti nel vostro terreno,<br />
68
nonché l’acidità (PH) del suolo. L’uso eccessivo di fertilizzante,<br />
oppure l’applicazione dello stesso al momento sbagliato può ritardare<br />
la fioritura, bruciare foglie e radici, o addirittura uccidere<br />
la pianta. E ‘essenziale leggere e seguire le raccomandazioni riportate<br />
sul prodotto prima di utilizzarlo in modo improprio. Col<br />
tempo, le foglie più anziane, quelle cioè che si trovano alla base, si<br />
seccano. Per eliminarle, basta usare un coltello ben pulito. Foglie<br />
più chiari del solito indicano scarsità di illuminazione, mentre un<br />
colore marrone o la comparsa di macchie può indicare la presenza<br />
di acari. In commercio esistono prodotti specifici antiacaro. Attenzione<br />
a non usare pesticidi o altre sostanze dannose per l’organismo<br />
nel caso in cui coltivaste l’Aloe a scopo medicinale; inoltre, in<br />
quest’ultimo caso, la pianta dovrà ricevere molto sole affinché si<br />
sviluppino i princìpi attivi.<br />
Aloe Vera Barbadensis<br />
69
I Rischi del “fai-da-te”*<br />
In questo periodo molte persone ci contattano per chiederci dove<br />
reperire la pianta e come preparare il succo in casa. Erroneamente,<br />
esse pensano che ,”essendo una Pianta”, l’ Aloe non possa far<br />
male...e qui si sbagliano. L’ Aloe, se priva di Aloina, un amaro<br />
purgante, non comporta precauzioni d’uso ad eccezione di rarissimi<br />
casi (almeno l’ 1% delle persone) di allergia ad altri elementi<br />
contenuti nel succo.<br />
L’ Aloina, invece, una potente droga antrachinonica, è però presente<br />
in dosaggi elevati nella buccia e non si può escludere del<br />
tutto nel succo di Aloe “fatto in casa”, rendendolo inadatto all’<br />
automedicazione; infatti, essendo i meccanismi d’azione dell’Aloina<br />
ancora mal conosciuti, se ne sconsiglia l’ uso prolungato a<br />
dosi elevate poichè può causare danni al colon, crampi addominali,<br />
nausea, vomito e diarrea e colorazione dell’ urina. Va inoltre<br />
detto che può essere abortiva in gravidanza<br />
Tratto dal periodico “Natura e Benessere”,<br />
Articolo di Giancarlo Bruschini<br />
70
DOMANDE FREQUENTI SULL’ALOE<br />
L’Aloe Vera è estesamente riconosciuta per essere innocua e per<br />
non avere effetti nocivi. Si raccomanda, comunque, di ascoltare il<br />
parere di un medico prima di assumere qualsiasi preparato fitoterapeutico.<br />
IMPIEGO DELL’ALOE PER USO ESTERNO<br />
Quali foglie usare? Usare sempre le foglie più basse, quelle cioè<br />
più vicine al terreno.Ci sono molte ragioni: primo, le foglie più<br />
basse sono anche le più vecchie e le più grandi, e da queste si<br />
estrae più succo e con maggiore concentrazione di principi attivi;<br />
inoltre, così facendo, la pianta manterrà ancora la sua bellezza durante<br />
la crescita.<br />
Come tagliare le foglie? Dopo aver tagliato la foglia con un coltello<br />
affilato, eliminate i bordi spinosi separandoli dal resto della foglia<br />
sempre con il coltello, quindi dividetela in due per lo spessore,<br />
come quando si apre un pesce. Le superfici esposte riveleranno<br />
il gel trasparente. L’essudato giallo-rosato in superficie, dall’odore<br />
pungente è l’aloina: toglietelo. Quando sarete pronti, potrete applicarle<br />
direttamente sulle parti afflitte. I principi attivi agiranno<br />
in pochi minuti.<br />
Quanto può durare l’applicazione? Il gel in superficie, a contatto<br />
con l’aria si asciuga, mentre il resto del succo, più abbondante, è<br />
tenuto prigioniero sotto il primo strato. Quando il gel presente<br />
sulla superficie si è asciugato, incidetelo con un coltello pulito per<br />
farne uscire ancora. Potete continuare fino ad arrivare alla buccia.<br />
Una foglia parzialmente usata può essere avvolta con alluminio<br />
o plastica per alimenti e tenuta al fresco, ben chiusa, per diversi<br />
giorni, lontano dalla luce e dall’aria per rallentare l’ossidazione.<br />
71
E’ meglio usare la pianta fresca o il succo in bottiglia? Le foglie<br />
di Aloe hanno un contenuto di Aloina troppo elevato! Si sconsiglia<br />
l’uso interno del prodotto fatto in casa o, comunque, di prodotti<br />
commerciali con contenuto di Aloina oltre i limiti consentiti dalle<br />
normative europee (tra l’altro più severe di quelle americane)<br />
Il prodotto imbottigliato ha sicuramente un contenuto di Aloina<br />
controllato (sulla confezione dovrete trovare l’indirizzo e il nome<br />
della ditta che l’ha prodotto), è stabilizzato, relativamente poco<br />
costoso, più facile da usare, conveniente, e migliorato dal punto<br />
di vista del sapore. Il succo della foglia di solito è più potente del<br />
prodotto lavorato e imbottigliato, al momento dell’estrazione, ma<br />
difficile da conservare e, come accennato precedentemente, le droghe<br />
antrachinoniche non si prestano all’automedicazione. I chimici<br />
hanno preferito combinarlo con altri ingredienti attivi, come<br />
vitamine A ed E, lanolina ed altri elementi, per stabilizzarlo, ampliare<br />
ed intensificare la sua efficacia. Così, di norma, raccomando<br />
prodotti all’Aloe arricchiti secondo richieste ben specifiche e distribuiti<br />
da società serie. Se la pianta da sola non fa tutto il lavoro,<br />
un prodotto adatto potrebbe completarlo. Al contrario, se non ottenete<br />
alcun beneficio usando un prodotto specifico, sappiate che<br />
esiste molta speculazione in questo settore come in tutti gli altri.<br />
Assicuratevi quindi che il prodotto che state per acquistare abbia<br />
questi requisiti, apposti di norma sull’etichetta:<br />
1) NON CONTENGA ALOINA;<br />
2) SIA RICONDUCIBILE AD UN LABORATORIO E NON AD<br />
UN PRIVATO CHE LO ABBIA CONFEZIONATO IN CASA;<br />
3) SIA OTTENUTO DALLA SPREMITURA DI PIANTA FRESCA<br />
E NON REIDRATANDO POLVERI;<br />
4) NON CONTENGA ACQUA AGGIUNTA;<br />
La legge permette ai produttori di indicare sull’etichetta la percentuale<br />
di purezza del prodotto. La dicitura “puro al 99%” non vuol<br />
dire che nel flacone troveremo un 99% di Aloe, ma semplicemente<br />
che la quantità immessa nel flacone è pura al 99%.<br />
72
ALOE IN VETERINARIA<br />
Dai tempi di Alessandro il Grande, che utilizzava grande quantità<br />
di Aloe per curare e rendere “più forti” i cavalli delle sue<br />
truppe, ad oggi, l’uso terapeutico dell’Aloe si è esteso notevolmente<br />
in campo veterinario.<br />
Nel XVII secolo, per esempio, i coloni inglesi d’America usavano<br />
frequentemente un preparato a base di Aloe destinato all’allevamento<br />
dei cavalli. Solo in tempi recenti, però, e a partire dalla<br />
seconda metà del XX secolo, l’utilizzo in campo veterinario<br />
divenne più frequente, soprattutto grazie agli studi condotti dal<br />
veterinario americano Robert Northway su cani, gatti e cavalli<br />
affetti da problemi micotici quali la tigna: su circa 70 animali<br />
trattati con gel di Aloe, 67 di questi guarirono completamente e<br />
con risultati maggiori rispetto ai trattamenti tradizionali.<br />
Il gel applicato localmente sui cavalli si è rivelato utile per curare<br />
ferite e lacerazioni, tendiniti, storte e infiammazioni, mentre<br />
ad uso orale è stato somministrato a cavalli irrequieti per ristabilire<br />
il loro sistema nervoso. Ottimo antibatterico, antibiotico ed<br />
antinfiammatorio, battericida e cicatrizzante, Il gel in particolare<br />
viene utilizzato dagli allevatori per il trattamento della mastite<br />
nelle mucche da latte e per le irritazioni causate dalle mungitrici<br />
elettriche. Essendo l’aloe un prodotto naturale, non presenta<br />
rischi di contaminazione (eventuali residui di gel nel latte appena<br />
munto). Alcuni ricercatori sostengono, inoltre, che l’Aloe<br />
incrementerebbe la produzione del latte, essendo un integratore<br />
alimentare completo, utile anche nello svezzamento dei vitelli<br />
già in tenera età.<br />
Nel gatto, comunemente soggetto a problemi come la cateratta e<br />
la congiuntivite, il succo di Aloe (o il gel) applicato come collirio<br />
offre buone prospettive di guarigione. Questi studi sugli animali<br />
confermano l’efficacia della totalità dei principi attivi presenti<br />
nella pianta, escludendo il tipico effetto placebo riscontrabile<br />
nella somministrazione umana.<br />
73
Qui di seguito, presentiamo una lista di sperimentazioni effettuate<br />
su animali da laboratorio dagli anni ’50 in poi. Al di là delle considerazioni<br />
personali su tali atteggiamenti a dir poco crudeli, questi<br />
esperimenti sono comunque serviti a testare le qualità indiscusse<br />
dell’Aloe.<br />
Radiodermite acuta dopo irradiazione Beta.<br />
Lushbaugh, CC, e Hale, DB (1953, luglio). Cancer, vol. 6, pp 690ff.<br />
Ustioni da radiazioni nei conigli: trattando i tessuti danneggiati<br />
con succo di Aloe il processo di guarigione è risultato accelerato e<br />
i conigli sono guariti in soli 2 mesi.<br />
Ustioni termiche.<br />
Rovatti B, Brennan RJ ..Ind. Med Surg 1959 Agosto, 28 . (8) :364-<br />
368. Studiando la reazione alle ustioni termiche negli animali, Rovatti<br />
e Brennan scoprirono che le ferite indotte sugli animali da<br />
laboratorio non solo guarivano più rapidamente di quelle trattate<br />
con preparazioni normali, ma questi animali riportavano anche<br />
meno cicatrici.<br />
Uso sperimentale di estratto di Aloe vera nella pratica clinica.<br />
Morthway, RB (DVM). (1975, gennaio). Medicina Veterinaria e<br />
Clinica Veterinaria, 70, 89.<br />
Morthway è stato uno dei primi chirurghi veterinari ad aver pubblicato<br />
un articolo esaustivo sull’uso topico dell’Aloe nella pratica<br />
veterinaria. Morthway prese in esame 76 casi di dermatite trattati<br />
con preparati di Aloe Vera per uso topico confrontandoli con il<br />
tipo di risposta che avrebbe ottenuto se avesse usato normali antibiotici<br />
o steroidi. Questi casi di dermatite comprendevano: allergie,<br />
tigna, ascessi, infiammazioni della pelle, infezioni della pelle,<br />
lacerazioni e ferite, piodermiti, cisti e problemi dell’orecchio. Nel<br />
95% dei casi trattati con l’Aloe, egli ottenne lo stesso successo rispetto<br />
ai preparati tradizionali per uso topico. Nel 20% dei casi<br />
trattati con Aloe, invece, conseguì risultati migliori rispetto ai medicinali<br />
utilizzati normalmente. Inoltre, egli non riscontrò reazioni<br />
74
tossiche o altri effetti collaterali avversi.<br />
Medicina e Chirurgia Equina<br />
Huntingdon, Cambridgeshire - Baxter, GM vol. II, pp 1625-9<br />
Il veterinario Peter Green riferisce che il gel di Aloe allevia il dolore,<br />
riduce l’infiammazione, penetra in profondità nella pelle, stimola<br />
la divisione cellulare ed uccide batteri e funghi. Ha concluso<br />
che l’Aloe Vera è il trattamento più efficace topico per ustioni.<br />
Peter Green. verdi, Peter. tempi veterinari, vol. 26 n.9, settembre<br />
1996.<br />
Uso di Aloe come trattamento della sindrome post-virale, letargia<br />
e malattie della pelle del cavallo. Confrontando i risultati con<br />
quelli ottenuti da altri veterinari, dopo aver somministrato 240 ml<br />
di succo di Aloe al giorno (nel cibo) per 3 - 5 settimane ai cavalli,<br />
i test indicarono una percentuale significativa di risposte positive<br />
all’assunzione orale di Aloe. Per patologie come la tigna, la febbre<br />
da fango e le allergie, ha concluso che i risultati ottenuti usando<br />
l’Aloe ad uso topico era efficace come quello che ci si aspetterebbe<br />
con i normali prodotti veterinari, quali agenti antifungini, antibiotici<br />
e steroidi.<br />
Protocollo terapeutico per gli animali feriti termicamente e trattaento<br />
con gel di Aloe su una scimmia.<br />
Cera, Lee M. (DVM), Heggers, John P. (PhD, MT [AMT]), Hafstrom,<br />
William J. (MD) , e Robson, Martin C. (MD). . (1982, luglio / agosto),<br />
Journal of the American Animal Hospital Association, 18,<br />
633-638. Questo articolo della University of Chicago Burn Center è<br />
eccezionale perché riporta il caso di una scimmia colpita accidentalmente<br />
da ustioni (Il 70% del corpo). In seguito al trattamento<br />
con gel di Aloe, non soltanto l’animale si era salvato, ma presto<br />
tornò in buona salute.<br />
75
L’efficacia terapeutica del gel di Aloe vera su lesioni termiche:<br />
Cera, Lee M. (DVM) , Heggers, John P. (PhD), Robson, Martin C.<br />
(MD), e Hafstrom, William J. (MD). . (1980, settembre / ottobre),<br />
Journal of the American Animal Hospital Association, 16, 768-772.<br />
La presente relazione della University of Chicago Burn Center su<br />
due cani pastore incidentalmente ustionati su tutto il corpo, riportava<br />
che ogni altro trattamento ordinario sarebbe stato considerato<br />
inutile vista la gravità. L’articolo, accuratamente documentato,<br />
dimostra i benefici effetti dell’Aloe in caso di ustioni.<br />
Studi sull’effetto dell’acemannano nelle infezioni retrovirali:<br />
stabilizzazione clinica della leucemia felina MA Paper , Unger<br />
BA , Giggleman GF , Tizard IR . Animal Hospital, Irving, TX. Mol<br />
BiotHER. 1991 Mar;. 3 (1) :41-5<br />
L’acemannano, uno dei tanti componenti dell’Aloe, stimola il sistema<br />
immunitario ed è riconosciuto come agente antivirale (per<br />
diversi virus) e come induttore di interferone. La leucemia felina<br />
(FeLV) è considerata la più importante causa di morte nei gatti domestici.<br />
Il 40% dei gatti muore a causa della malattia entro quattro<br />
settimane e il 70% entro otto settimane. Uno studio del 1991 effettuato<br />
all’Animal Medical Hospital (Irving, Texas), il Veterinary<br />
College (Texas) e presso l’A & M University ha dimostrato l’efficacia<br />
dell’acemannano nel trattamento della FeLV. 50 gatti studiati,<br />
tutti risultati positivi agli esami sierologici per la leucemia felina<br />
e che non rispondevano positivamente ai trattamenti tradizionali,<br />
erano ormai gravemente ammalati ed in fase terminale. Ai gatti<br />
fu iniettata regolarmente una soluzione contenente acemannano.<br />
I risultati dello studio fanno riflettere: Alla fine delle 12 settimane<br />
di studio, 29 gatti trattati con l’acemannano erano ancora vivi.<br />
2 su 44 sono stati persi al follow-up (controlli periodici) e altro è<br />
morto per altre cause. Lo studio indica un tasso di sopravvivenza<br />
del 71% per quei gatti che hanno completato lo studio. Dei 15<br />
gatti che sono morti per malattie legate alla FeLV, cinque sono<br />
morti per tumori maligni o aplasia midollare entro nove giorni<br />
dall’inizio della sperimentazione, 7 altri gatti sono morti entro la<br />
76
dodicesima settimana e tre sono morti entro quattro settimane dal<br />
completamento dello studio; 9 gatti sono morti o sono stati soppressi<br />
entro due mesi, ed un altro era morto entro il quinto mese<br />
dalla diagnosi di FeLV.<br />
Tutti i proprietari dei gatti sopravvissuti hanno riferito di essere<br />
soddisfatti dei risultati del trattamento, affermando che i loro gatti<br />
erano ritornati al loro stato normale di attività ed erano sani e<br />
felici. Lo studio è importante per due motivi. In primo luogo, 29<br />
gatti che sarebbero dovuti morire, secondo tutti gli studi scientifici<br />
precedenti, erano ancora vivi e apparentemente normali dopo 12<br />
settimane. In secondo luogo, basandosi su ulteriori studi ed altra<br />
documentazione, il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti<br />
ha approvato in via ufficiale l’uso di Aloe nella cura della leucemia<br />
felina.<br />
L’acemannano è un immunostimolante derivato dall’Aloe, riconosciuto<br />
dal Department of Agriculture (USDA) degli Stati Uniti<br />
per il trattamento del fibrosarcoma dei cani e dei gatti. Studi<br />
preliminari indicano che l’acemannano è un complemento efficace<br />
per la chirurgia e la radioterapia nel trattamento dei sarcomi del<br />
cane e del gatto. Tuttavia, poco si sa sul meccanismo di azione di<br />
questo composto. Mannani con attività antitumorale significativa<br />
sono stati isolati da lieviti ed è stato dimostrato che essi agiscono<br />
principalmente sulla attivazione dei macrofagi.<br />
Come abbiamo potuto appurare in precedenza, le caratteristiche<br />
immunomodulanti, cicatrizzanti, antibatteriche, emollienti ed<br />
antiinfiammatorie (studi recenti paragonano questa attività con<br />
quella dell’idrocortisone) della pianta, utili agli esseri umani, possono<br />
essere sfruttate positivamente in campo veterinario.<br />
77
ALTRE APPLICAZIONI IN CAMPO VETERINARIO<br />
Da quanto mi hanno affermato diversi veterinari che hanno utilizzato<br />
l’Aloe su animali da compagnia, queste sono le applicazioni<br />
più comuni:<br />
Uccelli: gel o succo di Aloe diluito nell’acqua contenuta nel beverino<br />
per migliorare la loro salute e il piumaggio.<br />
Per la gotta delle zampe: immergere le zampette nel gel o passarlo<br />
sulle stesse con un bastoncino di cotone.<br />
Cani e gatti:<br />
Fistole: pulire la ferita con gel di Aloe più volte al giorno.<br />
Anemia: più dosi di succo di aloe al giorno in base alla taglia.<br />
Acari delle orecchie: applicare gel di aloe più volte al giorno.<br />
Piaghe, ferite provocate da altri animali: applicare il gel localmente<br />
e somministtrare succo di Aloe fino al completo ristabilimento.<br />
Cheratite: applicare il gel di aloe.<br />
Cavo orale: applicare il gel di Aloe quando l’animale rifiuta di<br />
alimentarsi per la grande dolorabilità. Non sottovalutiamo le caratteristiche<br />
antidolorifiche dell’Aloe dovute alla presenza di Bradachinasi,<br />
potente killer del dolore, e dell’acido salicilico.<br />
La pelle degli animali:<br />
Nell’essere umano le ghiandole sudoripare svolgono una funzione<br />
disintossicante importante. Gli animali però hanno meno<br />
ghiandole sudoripare dell’uomo ed eliminano le tossine attraverso<br />
le malattie delle pelle. La perdita di pelo (alopecia), la dermatite<br />
pruriginosa o altre patologie in corso, sono i sintomi evidenti che<br />
l’animale non sta bene. Usare il gel di Aloe, in questi casi, può<br />
essere determinante. Parlatene con il vostro veterinario di fiducia.<br />
78
Applicazioni<br />
già testate su esseri umani e/o animali<br />
Prima di sperimentare l’Aloe su voi stessi o sui vostri animali,<br />
consultate un operatore sanitario qualificato.<br />
L’herpes genitale<br />
Studi condotti sull’uomo suggeriscono che il gel di Aloe può essere<br />
utilizzato con efficacia per il trattamento dell’herpes genitale.<br />
Dermatite seborroica, seborrea, forfora<br />
Efficace nel trattamento della dermatite seborroica se applicato<br />
sulla pelle. Diluire il succo estratto a freddo dalla pianta ed applicarlo<br />
localmente, frizionando la cute.<br />
Psoriasi vulgaris<br />
Una ricerca, effettuata su 80 pazienti, metà dei quali sono stati randomizzati<br />
per ricevere un gel contenente il 70 per cento di Aloe<br />
e l’altra metà lo 0,1 per cento una crema a base di triamcinolone<br />
acetonide (uno steroide topico). Dopo otto settimane di trattamento,<br />
i pazienti trattati con Aloe avevano una maggiore riduzione<br />
della Psoriasis Area and Severity Index (PASI) rispetto ai pazienti<br />
seguiti con gli steroidi. Faccio presente che gli studi effettuati con<br />
il metodo PASI sono comunemente realizzati per l’approvazione<br />
dei farmaci negli Stati Uniti. (Choonhakarn C, et al “A prospective<br />
randomized clinical trial comparing topical aloe vera with 0.1%<br />
triamcinolone acetonide in chronic plaque psoriasis” ICD 2009;<br />
Abstract P347).<br />
Afta - Stomatite<br />
Le ulcere aftose della bocca possono essere trattate con gel di Aloe<br />
per ridurre il dolore e ridurre la comparsa di nuove ulcere.<br />
79
Pelle secca<br />
Il gel di Aloe può efficacemente ridurre la secchezza della pelle se associato<br />
ad una buona crema idratante.<br />
Macchie dell’età<br />
Queste macchie di iperpigmentazione appaiono più frequentemente<br />
dopo un’essessiva esposizione solare o in modo naturale con l’avanzare<br />
dell’età. Applicate il gel per diversi mesi, prima di cominciare a vederne<br />
i benefici. La melanina, prodotta per proteggere la pelle dalle radiazioni<br />
solari, non sempre, terminata l’esposizione solare, torna alle sue condizioni<br />
originali e in questo caso possiamo intervenire efficacemente con<br />
l’Aloe.<br />
Colite ulcerosa e infiammazione intestinale<br />
C’è una ricerca limitata, ma promettente sull’assunzione di Aloe per via<br />
orale nel trattamento della colite ulcerosa (UC), rispetto al placebo.<br />
Metabolismo cellulare<br />
l’Aloe aiuta il nostro organismo a produrre l’energia di cui ha bisogno,<br />
provvede al funzionamento del metabolismo cellulare, e, grazie al suo<br />
contenuto di vitamina C, stimola la circolazione e l’apparato cardiovascolare.<br />
La vitamina C contenuta nell’Aloe interviene nella prevenzione<br />
e rafforza il sistema immunitario. Non essendo prodotta dall’organismo,<br />
dobbiamo cercare questa vitamina all’esterno.<br />
Fegato<br />
L’Aloe è uno straordinario epatoprotettore. Lo stesso Plinio il Vecchio,<br />
già nell’antichità osservava la capacità di questa pianta a proposito del<br />
fegato. Diceva: “L’Aloe cura l’ittero”.<br />
Leggendo trattati e dialogando con numerosi medici, ho potuto appurare<br />
personalmente quanto sia vero.<br />
80
Ricrescita dei capelli.<br />
Anticamente, lo stesso Plinio il Vecchia dichiarava che “l’Aloe<br />
fa ricrescere i capelli”. Peccato che io non avessi preso in seria<br />
considerazione questa sua osservazione. Anche in casi di calvizie,<br />
l’Aloe si è rivelata incredibilmente efficace ad una persona di mia<br />
conoscenza. Essendo praticamente calvo e sensibile alle radiazioni<br />
solari (è un pilota d’aerei), si cospargeva il cuoio capelluto di<br />
gel di Aloe frequentemente come protezione solare totale. Dopo<br />
diversi mesi i suoi colleghi gli fecero notare che una peluria stava<br />
rispuntando sulla sua testa. Applicato frequentemente, stimolerebbe<br />
gli enzimi che promuovono la ricrescita.<br />
Per chi i capelli li ha ancora, le applicazioni di gel andranno eseguite<br />
sui capelli puliti, partendo dalle radici fino alle punte.<br />
Lasciate operare il gel per alcune ore o tutta la notte e risciacquateli.<br />
Scrub all’Aloe<br />
Tagliate le foglie dell’Aloe in due parti, longitudinalmente, e utilizzare<br />
i lati interni come scrub per il corpo.<br />
Maschera esfoliante per i piedi<br />
Per rilassare i piedi e renderli morbidi, diluire il gel di Aloe in<br />
poca acqua e applicare sui piedi.<br />
Maschera viso<br />
Applicare il gel sul volto, contorno occhi e collo.<br />
Lavare dopo almeno un’oretta ed applicare una crema idratante.<br />
Scottature e punture<br />
Tenere una pianta di Aloe in casa ed utilizzare il succo come rimedio<br />
naturale da applicare in caso di piccole ustioni casalingue.<br />
Reumatismi, Artriti<br />
Un valido rimedio se assunto oralmente e applicato sugli arti doloranti.<br />
Parlatene con il vostro medico.<br />
81
PREPARAZIONE DEL GEL<br />
1)<br />
Procuriamoci una piantina di Aloe, di qualsiasi<br />
specie, avendo cura di prelevare parti<br />
di foglie più anziane, quelle cioè poste alla<br />
base della pianta stessa. Tagliamone un pezzo<br />
con un coltello, in penombra e, nel senso<br />
della lunghezza, laviamola e, successivamente,<br />
togliamo la parte verde e le spine,<br />
evidenziando solo la polpa interna.<br />
2)<br />
Per un uso immediato, possiamo semplicemente<br />
far colare il gel dalla parte recisa ed<br />
applicarlo localmente.<br />
L’Aloe Vera Barbadensis, avendo foglie più<br />
corpose e ricche, è la specie più utilizzata attualmente<br />
per la produzione di cosmetici ed<br />
integratori.<br />
3)<br />
Il succo ossida velocemente a contatto con l’aria e con la luce (estraetelo<br />
in penombra), virando (cioè cambia colore, diventando più scuro),<br />
favorendo la produzione di batteri. Dovrai consumarlo all’occasione,<br />
altrimenti perderà i suoi principi attivi e sarà inutile. La conservazione<br />
avvviene tramite procedure chimiche, come l’aggiunta di tocoferolo,<br />
acido ascorbico o altre sostanze e ogni tentativo di conservarlo in casa<br />
sarebbe inutile. Provate comunque ad aggiungere succo di limone (Vit.<br />
C - antiossidante), per rallentare il processo di ossidazione. I prodotti<br />
in commercio sono tutti stabilizzati, ma difficilmente contengono succo<br />
ottenuto da spremitura da pianta fresca.<br />
82
Come realizzare il gel di Aloe<br />
Impareremo ora a realizzare il gel di Aloe per uso esterno.<br />
Ricordo ancora che l’uso interno è fortemente sconsigliato per i<br />
motivi già descritti ampiamente.<br />
Poiché per le applicazioni ad uso topico non ci sono rischi legati<br />
alla presenza di Aloina, potremo tranquillamente realizzare il nostro<br />
gel per uso personale, tenendo conto di alcuni fattori importanti:<br />
-La pianta di Aloe<br />
Dovete essere sicuri che la pianta che state per utilizzare sia<br />
un’Aloe e che questa non sia stata concimata chimicamente.<br />
-Estrazione del succo<br />
Effettuate il taglio della foglia in penombra, almeno 3 o 4 giorni<br />
dopo l’unltima innaffiatura. La luce e l’aria ossidano il succo,<br />
quindi conservatelo in frigo per un solo giorno, onde evitare la<br />
formazione di batteri..<br />
-Conservazione<br />
Il succo appena estratto si ossida velocemente perdendo i principi<br />
attivi. E’ consigliabile utilizzare piccole parti della foglia per una<br />
quantità di gel da utilizzare una sola volta perché non potrete conservarlo<br />
a lungo. La formazione di batteri è veloce e non servirà a<br />
nulla mettere in frigo il succo in eccesso. Usate la quantità che vi<br />
occorre al momento.<br />
E’fondamentale utilizzare il succo entro 20 minuti dalla raccolta<br />
poiché gli enzimi della pianta, dopo tale tempo, inizieranno a<br />
“crollare”.<br />
83
Procedura:<br />
Scegliete una foglia posta alla base della pianta.<br />
Tagliatene una piccola parte, partendo ovviamente dalla punta,<br />
rimuovendo anche le spine. Una volta tolta la parte verde, inserite<br />
soltanto la polpa in un piccolo recipiente pulito.<br />
Per punture o irritazioni, ferite varie, applicatelo localmente spremendo<br />
la parte recisa della foglia facendo colare il succo sulla parte<br />
interessata.<br />
Per preparare una lozione per il cuoio capelluto, diluire il gel con<br />
acqua tiepida e frizionare. Oltre a costituire un aiuto contro la forfora,<br />
nutre il capello rendendolo morbido.<br />
Per la maschera viso, applicare direttamente sul viso pulito e<br />
struccato, tenendo conto che l’Aloe assorbe molto il sebo, quindi<br />
troppe applicazioni renderebbero la pelle secca. Per evitare questo,<br />
associarla sempre ad una crema idratante. Applicare di sera il<br />
gel sul viso e nel contorno occhi, al mattino successivo sciacquare<br />
con acqua tiepida ed applicare una buona crema idratante.<br />
Per l’igiene intima: diluire il gel di Aloe nella camomilla tiepida.<br />
Per le emorroidi: applicare direttamente il gel per ottenere un sollievo<br />
immediato. Igiene orale: usare il gel puro o diluito per effettuare<br />
gargarismi.<br />
Ferite e punture di insetti: per un sollievo immediato è importante<br />
il tempo di applicazione.<br />
Anni fa mi trovavo in una località della Tunisia, nei pressi del deserto<br />
del Sahara. Una turista italiana fu punta da un insetto e provava<br />
un forte fastidio. Poco distante, accanto ad una piccola casa<br />
c’erano due uomini anziani ed una bella pianta di Aloe accanto<br />
all’entrata. Dissi a quella donna che avevo la possibilità di lenire<br />
immediatamente il suo dolore e lei acconsentì. I due anziani mi<br />
permisero di prelevare una piccola parte di foglia e la ragazza applicò<br />
il gel provando immediatamente sollievo.<br />
84
LE MIE RICETTE ALL’ALOE<br />
Consapevoli da millenni dei suoi benefici effetti curativi, gli uomini<br />
hanno appreso recentemente a mangiare l’Aloe. Gandhi sosteneva<br />
pubblicamente di essersi più volte nutrito di Aloe e che questo<br />
era anche il “segreto” della sua longevità.Cinesi e Giapponesi<br />
hanno incluso l’Aloe in cucina già da tempo, e non sono i soli.<br />
Vediamo insieme alcune ricette da me provate direttamente.<br />
FRULLATO RINFRESCANTE ALL’ALOE<br />
ingredienti:<br />
1 banana, 1 bicchiere di latte di mandorle, un pò di fragole, ghiaccio<br />
e cubetti di gel di Aloe appena estratto.<br />
Frullare e bere immediatamente.<br />
DESSERT DI ALOE<br />
preparazione:<br />
Pulire una foglia intera, eliminare totalmente la parte verde e raschiare<br />
via la polpa dopo aver eliminato l’aloina presente in superficie.<br />
Tagliare la polpa in cubetti e gettarli in padella insieme<br />
ad altro succo di Aloe e zucchero. Quando il succo si sarà in parte<br />
rappreso e non sarà più appiccicoso, servire in un piatto aggiungendo<br />
dello yogurt bianco. (Ottimo per colazione o come dessert).<br />
Durante la cottura l’Aloe rilascerà molto liquido senza comunque<br />
far perdere la consistenza ai cubetti.<br />
ALOE LEMON<br />
Ricavare i cubetti di Aloe e di Melone invernale, aggiungere<br />
zuzzhero e una manciata di datteri e il succo di due limoni.<br />
600g Aloe Vera a cubetti (solo polpa)<br />
100g Melone invernale<br />
80g Zucchero di canna o con miele.<br />
2 limoni (succo)<br />
5-6 Datteri<br />
Acqua 600ml<br />
85
COSMETICI FATTI IN CASA<br />
Il gel di aloe puro, estratto a freddo dalla foglia, si presta a infinite<br />
applicazioni topiche.<br />
Antirughe, antidolorifico, maschera per la pulizia del viso, prodotto<br />
abbronzante e protettivo contro i raggi ultravioletti.<br />
Igiene intima, supposta rinfrescante per le emorroidi, lenitivo per<br />
scottature e ferite, gel post depilazione...<br />
Per la maschera del viso, procedete come segue:<br />
apllicare il gel fresco sulla pelle ben pulita e non truccata; lasciare<br />
agire per almeno mezz’ora o tutta la notte e risciacquate il volto<br />
con acqua tiepida per rimuoverlo. La pelle risulterà molto liscia e<br />
curata; inoltre, l’aloe assorbirà il sebo, pulendo e nutrendo la pelle<br />
stessa. Non utilizzare troppo spesso, poiché assorbendo troppo<br />
sebo potrebbe seccare la pelle. Potete farlo una volta al mese o<br />
associarla ad una crema idratante. Applicato sui capelli, li renderà<br />
lisci e morbidi. Potrai cospargere i capelli di gel e lasciarlo agire<br />
per almeno un’ora, sciacquarlo e poi lavare i capelli. Ora vi spiegherò<br />
come realizzare un’ottima crema fatta in casa.<br />
Crema giorno e notte idratante a base di loe Vera<br />
Ingredienti:<br />
• Gel di loe Vera (1 noce)<br />
• Olio di mandorla dolce (1 noce)<br />
Preparazione:<br />
• Mescolare in parti uguali una noce di gel di Aloe Vera a una nice<br />
di olio di mandorle nel palmo della mano.<br />
• Otterrete un’emulsione untuosa, gradevole e fresca.<br />
86
INDICE<br />
Introduzione dell’Autore 9<br />
Perché questo trattato sull’aloe 10<br />
Aloe 15<br />
La Storia dell’Aloe 17<br />
Egitto 23<br />
Grecia e Roma 24<br />
Oriente e Africa 25<br />
Medio Evo 26<br />
Gli Indiani d’America 27<br />
Estremo Oriente 28<br />
Scoperte recenti 29<br />
La Russia e l’Aloe 30<br />
Aloe: medicina millenaria 33<br />
Aloe effetti 39<br />
Trascce di Aloe sulla Sindone 40<br />
Proprietà terapeutiche dell’Aloe 42<br />
Caratteristicher maggiori dell’Aloe 43<br />
Composizione chimica dell’Aloe 44<br />
Analisi del succo 48<br />
Pionieri moderni della ricerca 50<br />
Aloe e abitudini alimentari 51<br />
Antiossidanti e sovraccarico tossico 52<br />
Cosa c’è di unico nell’Aloe 52<br />
Controindicazioni ed effetti collaterali 53<br />
La foglia in sezione 54<br />
Aloina 55<br />
87
Principi di Botanica 56<br />
ALOE ARBORESCENS MILLER 58<br />
ALOE FEROX 59<br />
ALOE VERA 60<br />
Galleria fotografica: varie specie 62<br />
Radici ed acqua 72<br />
Irrigazione 73<br />
Coltivazione 74<br />
Fertilizzanti e terreno 75<br />
I Rischi del “fai-da-te” 77<br />
Domande frequenti sull’Aloe 78<br />
Aloe in Veterinaria 80<br />
Preparazione del Gel 89<br />
Le mie ricette all’Aloe 92<br />
COSMETICI FATTI IN CASA 93<br />
40<br />
42<br />
43<br />
44<br />
34<br />
35<br />
36<br />
37<br />
38<br />
40<br />
50<br />
88