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Appunti di Patologia - www.marionline.it

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femorale fino all’a. coronaria e gonfiato palloncino progressivamente.<br />

Man mano che si riduce il <strong>di</strong>ametro della coronaria, il flusso resta praticamente inalterato<br />

fino a una ostruzione del 85-90%, da questo punto in poi il flusso si riduce drasticamente<br />

fino a 0 → questo perchè c’è il rilascio <strong>di</strong> me<strong>di</strong>atori vaso<strong>di</strong>latatori a valle dell’ostruzione<br />

(<strong>di</strong>latazione arteriolo-capillare). Se noi poi aggiungiamo adenosina (potente vaso<strong>di</strong>latatore)<br />

il flusso risulta molto aumentato rispetto alla norma; in questo caso però, già quando<br />

l’ostruzione del vaso è al 35-40%, il flusso inizia a calare in modo proporzionale alla<br />

riduzione del <strong>di</strong>ametro.<br />

Certi pazienti che hanno una stenosi del 35-40% non si accorgono <strong>di</strong> nulla; altri con una<br />

stenosi già del 20% presentano la cosiddetta “angina <strong>di</strong> Prinzmetal”.<br />

2.g.V TROMBI VENOSI<br />

I trombi venosi possono formarsi sia nelle vene profonde che nelle vene superficiali delle<br />

gambe:<br />

• Trombofleb<strong>it</strong>e (fleb<strong>it</strong>e) = trombosi delle vene superficiali (sistema della safena) →<br />

causa congestione, tumefazione e dolore lungo il decorso della vena interessata; i<br />

trombi fortemente ancorati perché c’è intensa reazione infiammatoria della parete →<br />

raramente embolia.<br />

• Flebotrombosi (trombosi) = trombosi delle vene profonde (vena femorale, iliaca e<br />

popl<strong>it</strong>ea); poca reazione infiammatoria e scarsa sintomatologia → trombi poco adesi<br />

alla parete → embolizzazione.<br />

2.G.V.1 FATTORI DI RISCHIO PER LA TROMBOSI VENOSA (O TROMBOEMBOLIA)<br />

Cause acquis<strong>it</strong>e:<br />

1. immobilizzazione (fattori della coagulazione lavorano meglio in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> stasi)<br />

voli transoceanici<br />

fratture (gesso)<br />

lunga degenza<br />

traumi<br />

interventi chirurgici (possono causare infiammazione → effetto<br />

procoagulante)<br />

infezioni (pazienti anziani restano a letto) → rilasciano IL-1, TNF che vanno<br />

in circolo e provocano trombi perché stimolano le cell endoteliali a<br />

produrre il fattore tissutale<br />

2. neoplasie <strong>di</strong>sseminate → rilasciano fattori tissutali → trombofleb<strong>it</strong>e migrante o<br />

sindrome <strong>di</strong> Trousseau<br />

3. periodo post-partum → placenta è ricca <strong>di</strong> fattori tissutali<br />

4. terapie con estroprogestinici (terapia ormonale sost<strong>it</strong>utiva per prevenire i sintomi premenopausa)<br />

5. sindrome nefrosica → glomeruli non trattengono più proteine plasmatiche (come ATIII<br />

e proteina C) a causa <strong>di</strong> Ab oppure <strong>di</strong> danno (giunzioni si allargano)<br />

6. sindrome da anticorpi anti-fosfolipi<strong>di</strong> → pazienti hanno alto t<strong>it</strong>olo <strong>di</strong> Ab <strong>di</strong>retti contro<br />

fosfolipi<strong>di</strong> anionici (o meglio contro proteine plasmatiche che sono legate a questi<br />

fosfolipi<strong>di</strong>) che causano uno stato <strong>di</strong> ipercoagulabil<strong>it</strong>à; questa sindrome può essere<br />

associata a volte a malattie autoimmuni (es. lupus) → sindrome antifosfolipi<strong>di</strong><br />

secondaria. Pazienti con questa sindrome sono caratterizzati da:<br />

trombosi venosa/arteriosa<br />

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