Paolo Cucchiarelli - Misteri d'Italia

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21.06.2013 Views

primavera del 1973 per giungere alla proclamazione dello stato di emergenza era la mera, identica, testuale ripetizione di quello attuato il 12 dicembre 1969. La strage, prima, gli incidenti sanguinosi di piazza, dopo” 76 . Azzi è un collega di Giancarlo Rognoni, assolto definitivamente da qualsiasi accusa nel 2005. Perché l’elemento disatteso da magistratura e storici è il profondo intreccio tra il 1969 e il tentativo di Borghese del dicembre 1970 e quelli successivi: lo schema si ripete e si cerca anche per almeno altre due volte di arrivare al ‘colpo grosso’, cioè incastrare quello che già nel 1969 è il vero obiettivo operativo della strage e cioè Giangiacomo Feltrinelli e la sua rete che avrebbe potuto, nella mente degli uomini della destra arrivare fino a qualificati esponenti del Pci e uomini rilevanti della base del partito. Nel 1971 si tenta di rapirlo nella villa in un’amica in Carinzia, nel 1973 ci si prova a mettere una parte dei timer rimanenti dello stock utilizzato per la strage nel giardino di una sua villa con l’intento di precostituire un ‘colpo’ da attuare subito dopo l’ennesimo golpe. Uno schema anche questo già collaudato, anche se non realizzato, nel 1969. Maletti in una intervista a L’Espresso del 15 marzo 1981 affermò che c’erano stati in Italia almeno cinque importanti tentativi di golpe. Quello di Borghese, quello della Rosa dei Venti (1973), quello “bianco” di Sogno, quello dell’agosto 1974 e l’ultimo nel settembre del 1974 “ad opera degli ultimi eredi del golpe Borghese”. Ma il golpe del dicembre 1970 non è che la ripetizione di quello del 12 dicembre, non riuscito perché la strage ne congela gli sviluppi politici. Sergio Calore, pentito ordinovista dichiara a Salvini: “Mi fu riferito un discorso relativo al significato degli attentati del 1969 in relazione ai progetti di golpe. Mi fu detto che secondo il programma il golpe Borghese, che fu tentato nel dicembre del 1970, doveva in realtà avvenire un anno prima, e che la collocazione delle bombe, nel dicembre del 1969, aveva proprio la finalità di far accelerare questo progetto comportando nel Paese una più diffusa richiesta d’ordine e il discredito delle forze di sinistra in genera che sarebbero state additate come responsabili e corresponsabili dei fatti”. Niente di più di quanto prevedeva Guerin Serac nei suoi manuali. Nel 1965 si costituisce, in concomitanza con l’irruzione degli estremisti di destra tra gli informatori del Sifar-Sid e con il convegno sulla “Guerra rivoluzionaria” che ne rappresenta il momento dottrinario e palese, il “Comitato italiano per l’Occidente”. Dentro ci sono tutti: Msi, On, An. E’ una svolta. Va in cantina il nazionalismo. Subito dopo Avanguardia nazionale si scioglie. Borghese amico di Umberto Federico D’Amato, che lo portò in salvo, e del suo referente Usa, James Jesus Angleton, con il quale il principe trattò la sua resa alla fine della guerra, comincia a coordinare tutto il vasto mondo della destra radicale. Delle Chiaie ricostituisce, selezionando i componenti, Avanguardia Nazionale Giovanile e nel frattempo alcuni uomini sono addestrati all’uso delle armi e degli esplosivi da un ex ufficiale francese della legione straniera, aderente all’Aginter Press. Nel 1966 On non rientra nell’Msi solo perché la richiesta non è pubblica. Nel 1968 nasce il Fronte Nazionale, guidato da un Borghese che fa ancora parte dell’Msi. Nel direttivo ci sono uomini notoriamente legati ad On. Il legame tra Fn e On si interromperà solo nell’autunno del 1970 ma per una questione di soldi. Nel 1969 il rapporto tra Borghese e Rauti era strutturato, solido, profondo. Scrive Vinciguerra analizzando l’apparente disunità della destra radicale che va invece vista come una galassia se non unita almeno unitaria nella strategia politica sviluppata: “Nell’autunno del 1969, a destra esistono solo due grandi gruppi politici: una formazione parlamentare rappresentata dal Msi di Almirante, ed una formazione extraparlamentare diretta dal missino Junio Valerio Borghese, il Fronte nazionale. Il dualismo è perfetto: la struttura legale e quella clandestina”. E cosa è il Fn di Borghese? Una nota del Sid del 9 agosto 1970 lo ‘fotografa’ in maniera essenziale ma chiara. “Il Fn è stato più volte segnalato come organizzazione per attuare un colpo di Stato; ha delegati provinciali in diverse città; è collegato con Ordine Nuovo e Avanguardia nazionale; è ritenuto il sodalizio più idoneo per influenzare in proprio favore le forze armate e di polizia”. Il 19 marzo 1969 si è svolta la prima manifestazione pubblica del Fronte. Il 12 aprile incontro riservato con gli armatori genovesi: Borghese annuncia la costituzione di Gruppi di salute pubblica per contrastare, “anche con l’uso delle armi, l’ascesa al potere del Pci”. L’ora X per il golpe è fissata tra giugno e settembre, in 76 Vincenzo Vinciguerra, Silenzio di tomba, manoscritto consultabile nel sito della Fondazione Luigi Cipriani 58 58

concomitanza con l’allarme Nato poi scattato in quel periodo. Ad appoggiare il progetto anche la mafia. Mauro De Mauro, che scopre la connection, pagherà con la morte questo suo scoop. 77 Poco prima della strage di Piazza Fontana Luciano Liggio scappa con incredibile facilità dalla clinica romana dove è ricoverato. Ma su questo torneremo. Il 30 settembre Prospero Colonna dice, come riferisce una nota del Sid che riporta le confidenze raccolte da un ufficiale, che Borghese ha studiato un piano di “provocazione”, con una “serie di grossi attentati dinamitardi” per fare in modo che l’intervento armato di destra possa verificarsi in un clima di riprovazione generale nei confronti dei criminali ‘rossi’ e che “le vittime innocenti in certi casi sono purtroppo necessarie”. Il 23 novembre tiene un discorso a Fiesole. “Il sistema si sta demolendo da solo e presto potremo tutti intonare il de profundis. Tuttavia se occorrerà dare una piccola spinta perché il sistema crolli, noi gliela daremo. Agli industriali – tra i finanziatori, secondo Guido Giannettini, diversi armatori genovesi, il petroliere Monti, ed Eugenio Cefis dell’Eni - Borghese aveva chiesto soldi per poter insorgere “con un colpo di Stato onde poter instaurare un regime nazionalista di tipo gollista”. Anni dopo durante l’inchiesta su Borghese Maurizio Degli Innocenti, responsabile del Fronte per la Toscana e contatto di Tonino La Bruna, che raccolse la documentazione per il Sid sul golpe poi data nella versione non purgata e completa al giudice Salvini e Meroni e Pradella, ha parlato di un incontro avuto a giugno del 1969 con Mario Merlino già anarchico convertito. Prese botte per i suoi incitamenti ai gruppi marxisti leninisti e si andò a rifugiare a casa di Degli Innocenti, a Pistoia. In quel caso gli parlò di bombe in arrivo e di progetti clamorosi. Il 14 dicembre Borghese è a Lucca dove propone di costruire “una forza apartitica, in grado di affiancare le forze dell’ordine e della giustizia nell’eventualità che ci siano gravi perturbamenti dell’ordine pubblico”. Forse Borghese, dopo l’annullamento della manifestazione del 14 a Roma aspettava gli eventuali scontri che la presenza operaia massiccia ai funerali delle vittime della strage impedì. Il 25 dicembre scompare Armando Calzolari, cassiere del Fronte. Lo ritroveranno a fine gennaio annegato in mezzo metro d’acqua. Mille gli elementi che collegano questa morte a Piazza Fontana ma i magistrati non si spingeranno mai ad aprire per intero questo “cassetto” della strage. Nel 1982 Paolo Aleandri, pentito ordinovista, rivela che tra i coautori del piano del golpe Borghese del 7 dicembre 1970 c’è Guido Giannettini. Tra le acquisizioni fatte dal Sid di Maletti sul golpe Borghese c’è la relazione stesa dall’allora dirigente di An Guido Paglia che fu consegnata ad Antonio La Bruna. “Per decisione di Delle Chiaie i rapporti tra i due ambienti si fecero sempre più stretti, tanto che spesso era l’Avanguardia a camuffarsi da ‘Fronte’ per svolgere azioni di una certa importanza. Borghese poté comunque contare sempre anche sulla disponibilità dell’apparato”. Avanguardia nazionale rinasce nel gennaio 1970 mentre On muore nel dicembre del 1969 per rinascere subito come Movimento Politico Ordine Nuovo. Ma il 7 novembre c’è a Viareggio una riunione importante. Nello studio dell’avvocato Giuseppe Gattai si riuniscono Adamo Degli Occhi, poi presidente della “maggioranza silenziosa” a Milano, l’ex partigiano “bianco” Carlo Fumagalli, il Presidente del Tribunale di Monza Giovanni Sabalich, il poeta Raffaele Bertoli. Degli Occhi metterà a verbale con il giudice istruttore di Brescia Giovanni Simoni, alcuni anni più tardi, che la riunione è patrocinata politicamente da Amintore Fanfani e Randolfo Pacciardi. Così nasce “Italia Unita” che non è che il cartello di “centro” del Fronte nazionale di Borghese. Il 7 novembre del 1969, mentre si sta giocando la partita tra “il cavallo di razza” e l’ambasciatore Usa a Roma si costituisce a Viareggio col patrocinio “ più o meno scoperto di Randolfo Pacciardi e di Amintore Fanfani” la “Lega Italiana Unita”. Il programma è la formazione di un fronte anticomunista unitario per la Repubblica presidenziale 78 . Il 9 novembre al vertice della Dc va il fanfaniano Arnaldo Forlani . Tra i presenti alla riunione di Viareggio anche il contrammiraglio in pensione Giuseppe Biagi. Un rapporto del Sid sul personaggio dice che “si è detto amico personale di Nicola Picella, della Presidenza della Repubblica e ha comunicato di aver 77 Camillo Arcuri, op.cit. 78 Atti dell’inchiesta del giudice istruttore di Brescia Giovanni Simoni. 59 59

concomitanza con l’allarme Nato poi scattato in quel periodo. Ad appoggiare il progetto anche la<br />

mafia. Mauro De Mauro, che scopre la connection, pagherà con la morte questo suo scoop. 77 Poco<br />

prima della strage di Piazza Fontana Luciano Liggio scappa con incredibile facilità dalla clinica<br />

romana dove è ricoverato. Ma su questo torneremo.<br />

Il 30 settembre Prospero Colonna dice, come riferisce una nota del Sid che riporta le confidenze<br />

raccolte da un ufficiale, che Borghese ha studiato un piano di “provocazione”, con una “serie di<br />

grossi attentati dinamitardi” per fare in modo che l’intervento armato di destra possa verificarsi in<br />

un clima di riprovazione generale nei confronti dei criminali ‘rossi’ e che “le vittime innocenti in<br />

certi casi sono purtroppo necessarie”. Il 23 novembre tiene un discorso a Fiesole. “Il sistema si sta<br />

demolendo da solo e presto potremo tutti intonare il de profundis. Tuttavia se occorrerà dare una<br />

piccola spinta perché il sistema crolli, noi gliela daremo. Agli industriali – tra i finanziatori, secondo<br />

Guido Giannettini, diversi armatori genovesi, il petroliere Monti, ed Eugenio Cefis dell’Eni -<br />

Borghese aveva chiesto soldi per poter insorgere “con un colpo di Stato onde poter instaurare un<br />

regime nazionalista di tipo gollista”. Anni dopo durante l’inchiesta su Borghese Maurizio Degli<br />

Innocenti, responsabile del Fronte per la Toscana e contatto di Tonino La Bruna, che raccolse la<br />

documentazione per il Sid sul golpe poi data nella versione non purgata e completa al giudice<br />

Salvini e Meroni e Pradella, ha parlato di un incontro avuto a giugno del 1969 con Mario Merlino<br />

già anarchico convertito. Prese botte per i suoi incitamenti ai gruppi marxisti leninisti e si andò a<br />

rifugiare a casa di Degli Innocenti, a Pistoia. In quel caso gli parlò di bombe in arrivo e di progetti<br />

clamorosi. Il 14 dicembre Borghese è a Lucca dove propone di costruire “una forza apartitica, in<br />

grado di affiancare le forze dell’ordine e della giustizia nell’eventualità che ci siano gravi<br />

perturbamenti dell’ordine pubblico”. Forse Borghese, dopo l’annullamento della manifestazione del<br />

14 a Roma aspettava gli eventuali scontri che la presenza operaia massiccia ai funerali delle vittime<br />

della strage impedì. Il 25 dicembre scompare Armando Calzolari, cassiere del Fronte. Lo<br />

ritroveranno a fine gennaio annegato in mezzo metro d’acqua. Mille gli elementi che collegano<br />

questa morte a Piazza Fontana ma i magistrati non si spingeranno mai ad aprire per intero questo<br />

“cassetto” della strage. Nel 1982 <strong>Paolo</strong> Aleandri, pentito ordinovista, rivela che tra i coautori del<br />

piano del golpe Borghese del 7 dicembre 1970 c’è Guido Giannettini. Tra le acquisizioni fatte dal<br />

Sid di Maletti sul golpe Borghese c’è la relazione stesa dall’allora dirigente di An Guido Paglia che<br />

fu consegnata ad Antonio La Bruna. “Per decisione di Delle Chiaie i rapporti tra i due ambienti si<br />

fecero sempre più stretti, tanto che spesso era l’Avanguardia a camuffarsi da ‘Fronte’ per svolgere<br />

azioni di una certa importanza. Borghese poté comunque contare sempre anche sulla disponibilità<br />

dell’apparato”.<br />

Avanguardia nazionale rinasce nel gennaio 1970 mentre On muore nel dicembre del 1969 per<br />

rinascere subito come Movimento Politico Ordine Nuovo.<br />

Ma il 7 novembre c’è a Viareggio una riunione importante. Nello studio dell’avvocato Giuseppe<br />

Gattai si riuniscono Adamo Degli Occhi, poi presidente della “maggioranza silenziosa” a Milano,<br />

l’ex partigiano “bianco” Carlo Fumagalli, il Presidente del Tribunale di Monza Giovanni Sabalich,<br />

il poeta Raffaele Bertoli. Degli Occhi metterà a verbale con il giudice istruttore di Brescia Giovanni<br />

Simoni, alcuni anni più tardi, che la riunione è patrocinata politicamente da Amintore Fanfani e<br />

Randolfo Pacciardi. Così nasce “Italia Unita” che non è che il cartello di “centro” del Fronte<br />

nazionale di Borghese. Il 7 novembre del 1969, mentre si sta giocando la partita tra “il cavallo di<br />

razza” e l’ambasciatore Usa a Roma si costituisce a Viareggio col patrocinio “ più o meno scoperto<br />

di Randolfo Pacciardi e di Amintore Fanfani” la “Lega Italiana Unita”. Il programma è la<br />

formazione di un fronte anticomunista unitario per la Repubblica presidenziale 78 . Il 9 novembre al<br />

vertice della Dc va il fanfaniano Arnaldo Forlani . Tra i presenti alla riunione di Viareggio anche il<br />

contrammiraglio in pensione Giuseppe Biagi. Un rapporto del Sid sul personaggio dice che “si è<br />

detto amico personale di Nicola Picella, della Presidenza della Repubblica e ha comunicato di aver<br />

77 Camillo Arcuri, op.cit.<br />

78 Atti dell’inchiesta del giudice istruttore di Brescia Giovanni Simoni.<br />

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