Paolo Cucchiarelli - Misteri d'Italia
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con un grande personaggio tedesco il quale, con la scusa di andare in vacanza a Rimini, doveva<br />
incontrarsi con esponenti del movimento di Valerio Borghese. Nel corso dell’incontro, cui lo stesso<br />
Fumagalli doveva partecipare, avrebbero elaborato un piano operativo per i mesi successivi”. 74<br />
Nessuna responsabilità per i tre, assolti dalla Cassazione, ma queste testimonianze in sede “storica”<br />
aiutano a capire il ruolo e le attività di On, così come quest’importante affermazione di Maletti 75 . E<br />
il generale, che era addetto militare in Grecia durante il golpe dei colonnelli nel ’67, si associa ai<br />
tanti che dallo Stato (e anche a destra) sostengono che quella bomba non doveva fare i morti.<br />
Accadde qualcosa che modificò il corso delle cose: “I morti ci furono per caso: non furono voluti o<br />
cercati”, dice il generale.<br />
In concomitanza con la strage di Piazza Fontana ci sono attentati lievi anche in Germania e a Parigi.<br />
Delle bombe erano state pre annunciate dalla Tribune de Genève in concomitanza con l’espulsione<br />
della Grecia dal Consiglio d’Europa. Tra i presidenti di quell’assemblea c’era proprio Aldo Moro.<br />
Quando gli inglesi attaccano duramente Saragat sulla stampa del loro Paese, il Pci, con <strong>Paolo</strong><br />
Bufalini raccoglie una voce autorevole che viene da un senatore socialista a cui è stato detto che<br />
“l’attacco dell’ Observer a Saragat verrebbe proprio da Wilson (Premier inglese, NdA). Il dato<br />
sarebbe la preoccupazione di Brandt e Wilson che il Pentagono si intrometta brutalmente nella<br />
situazione italiana”. In effetti, sottolinea Aldo Giannuli, l’attacco “quasi contemporaneo viene sia<br />
da giornali inglesi (d’orientamento socialdemocratico) che da organi di stampa tedeschi (parimenti<br />
orientati in senso filo socialdemocratico). Peraltro, le accuse a Saragat trovavano orecchie molto<br />
attente nel gruppo dirigente comunista di cui cogliamo segni anche nel verbale della prima<br />
direzione dopo la strage, negli interventi di Longo che sospettava nel Presidente il punto di raccordo<br />
delle forze impegnate per una svolta autoritaria e di Tortorella che sosteneva che una parte della<br />
polizia non obbediva al Ministro dell’Interno perché aveva trovato – forse proprio nel Presidente<br />
della Repubblica – un referente alternativo”.<br />
Ma perché oltre all’Inghilterra – schierata contro la svolta militare in Italia per ragioni geopolitiche<br />
e di prestigio - la Germania era così interessata, e coinvolta, in quello che stava accadendo in Italia<br />
nel 1969?<br />
Nel 1967 i servizi segreti tedeschi varano l’operazione “Alarico”: vale a dire la calata in forze degli<br />
007 tedeschi per controllare i contatti avviati tra socialdemocratici tedeschi e comunisti italiani cui è<br />
stato chiesto di fare, in sostanza, da intermediari con Mosca per aprire una nuova fase della politica<br />
tedesca. Si sta preparando la Ostpolitik. A guidare i servizi di Bonn è il generale Ghelen, ex nazista<br />
che temeva immensamente che Brandt riallacciasse i rapporti con Mosca mettendo in crisi la Dc<br />
tedesca. Un po’ come Moro con il Pci nel novembre del 1968. Da metà del 1967 è un via vai di<br />
uomini di Brandt a Roma e di comunisti italiani a Bonn. Il 28 novembre arriva una delegazione;<br />
l’incontro riservato avviene all’albergo Cavalieri Hilton. Per il Pci ci sono Berlinguer, Galluzzi e<br />
Segre. Si parla delle due Germanie e del rapporto Bonn-Mosca. Il 2 dicembre pranzo all’Eur,<br />
presente Luigi Longo. Brandt confida intanto a Pietro Nenni che sta gettando le basi per trattare con<br />
Mosca, tramite il Pci. Nel 1968 il giornale dell’ultrà bavarese della Cdu Franz Josef Strauss, amico<br />
di Ghelen, denuncia le trattative segrete in atto. Un deputato della Dc tedesca denuncia che Brandt<br />
ha accompagnato a Roma in febbraio il Cancelliere Kiesinger. L’incontro tra Longo e Brandt è<br />
avvenuto nella residenza di un deputato socialista. Alla fine la mediazione del Pci va a buon fine.<br />
Brandt lancia l’Ostpolitik.<br />
“Il nuovo corso della politica tedesca è nato a Roma”, racconta nelle sue memorie il Cancelliere che<br />
si gettò in ginocchio nel ghetto di Varsavia.<br />
I servizi segreti tedeschi non riescono a far fallire le trattative in corso a Roma ma s’intromettono<br />
pesantemente nelle vicende italiane con la creazione di una sorta di “partito tedesco” nel Sid. A<br />
metà del ’68 intanto Ghelen si è ritirato a vita privata avendo capito che ormai c’è poco da fare<br />
dopo il cambio di linea nella politica tedesca. E’ allora che accade qualcosa di rilevante per la nostra<br />
vicenda: Brandt decide una vasta “pulizia” nel Bnd che ha assorbito ‘l’organizzazione Ghelen’ e i<br />
74 Interrogatorio di Giorgio Zicari , in <strong>Paolo</strong> <strong>Cucchiarelli</strong>- Aldo Giannuli,op. cit, p 322<br />
75 “Maletti, la spia latitante. ‘La Cia dietro quelle bombe’”, La Repubblica, 4 agosto 2000<br />
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