Paolo Cucchiarelli - Misteri d'Italia

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21.06.2013 Views

informato di tutto ogni mezz’ora. “L’impressione di Ferrari è che a Roma, in Piazza del Gesù, si tema il peggio e ci si prepari al peggio” 62 . Nelle sue memorie Mariano Rumor annota commentando l’immediato dopo-strage: “Era un segno di un attacco allo Stato? Era l’inizio di una rivolta terroristica contro i cittadini per colpire le istituzioni?”. Rumor decide di rivolgersi direttamente alla nazione dal tg delle 20. Non sembra avvertire nessuno di questa sua iniziativa. Subito dopo è previsto un Consiglio dei ministri notturno “per dare al paese la certezza che tutto il governo era consapevole della gravità della situazione e deciso a contrastare ogni tentativo d’intimidazione, di sovversione e di violenza”. A folle corsa su una macchina con pochi amici, senza scorta, Rumor va verso via Teulada, sede degli studi dei Tg.“I tempi stringevano e bisognava correre ogni rischio per non perdere la possibilità di parlare al primo tg della sera, dando un segno di immediatezza della reazione del governo all’evento tragico che aveva sconvolto la coscienza nazionale”. L’appello fu improntato a una dura condanna e al richiamo ai valori della Costituzione. “Occorre, cittadini, che ognuno di noi si riconosca nella legge, si senta parte di una comunità che può perdere se stessa se non si unisce alla legge che la garantisce e la difende”. 63 Andò bene. L’appello stemperò lo sbandamento: “C’era un Governo che aveva precisa la dimensione drammatica e rischiosa degli eventi ed era deciso a fronteggiare ogni attacco alla pace e alla serenità degli italiani e alla sicurezza dello Stato”. 64 Subito dopo il Consiglio dei ministri notturno che fu “più un fatto politico che operativo” 65 , Rumor s’incontra con Piccoli e Forlani e si decide di riproporre subito la formula di centrosinistra. Poi Milano, i funerali, con Nenni che piange in Duomo e l’invito a Rumor di uscire da una porta laterale per evitare problemi. “E’ un ricordo che non mi si cancellerà mai dalla mente. Una folla pressoché tutta di lavoratori gremiva la piazza del Duomo e gli accessi circostanti; senza vessilli, senza bandiere: era il popolo di Milano…”. “Nella mia vita politica non ricordo di aver partecipato ad un momento di tanta compostezza, di tanta austerità, di tanto rispetto: per i morti e per quelli che li avevano perduti”. Rumor sottolinea: “La partecipazione al funerale di Milano mi aveva infuso una strana fiducia di poter superare le tremende difficoltà che mi si paravano davanti” 66 . Il 23 mentre si svolge al Quirinale l’incontro Moro-Saragat Rumor vola a Milano per incontrare nuovamente i feriti. Per capire fino in fondo come si sia arrivati a tanto si deve ritornare nuovamente al fondamentale novembre 1968. Dopo il maggio francese, l’emarginazione di Moro, il suo “rientro” su posizioni nuove. “Era molto cambiato. Aveva avuto un periodo di calma e di riflessione e poi era tornato alla vita politica, ma in maniera nuova. E’ da quella pausa che emerge la sua elaborazione sul grande cambiamento in atto nella società (‘tempi nuovi si annunciano’) 67 . Nascono i ‘morotei’ e poche settimane dopo, a Battipaglia, la polizia spara su braccianti agricoli in lotta da 10 giorni per ottenere la parità retributiva: 2 morti e 50 feriti. Il 19 gennaio il Consiglio Nazionale elegge Piccoli segretario della Dc con 85 voti a favore, 87 bianche e 5 nulle. 19 “franchi tiratori” votano con la sinistra che annovera morotei, Forze Nuove e Base. Moro attacca duramente il suo partito. Il Secolo d’Italia scrive a commento: “Se un uomo della prudenza e dell’attendismo dell’ex Presidente del Consiglio si è deciso ad un passo che lo pone al di sopra di tutti, perché lo pone contro tutti, significa che veramente la casa democristiana brucia; significa, cioè che nella Dc la situazione è insostenibile anche per il più consumato e calcolatore dei suoi personaggi”. A fine febbraio la visita di Nixon e forse le richieste Usa si sommarono alle suggestioni del Presidente della Repubblica e di quello del Consiglio. Nixon è accompagnato a Roma dal generale Walker che incontra riservatamente i generali Aloja e De Lorenzo. Il Secolo d’Italia esce a tutta pagina con il titolo “Il governo commissiona al Pci le manifestazioni contro Nixon” criticando duramente la politica di “scivolamento” fuori dalla Nato attuata da Nenni alla Farnesina. Stefano Delle Chiaie e i suoi picchiatori partecipano alla manifestazione contro la visita di Nixon con dei braccialetti rossi e 62 AaVv, Le bombe di Milano, Guanda Editore, Milano, 1970,p.77 63 Tutte le citazioni sono tratte da, Mariano Rumor, op.cit. 64 Ibidem 65 Ibidem 66 Ibidem 67 Agnese Moro, op.cit.,p.51 48 48

distintivi comunisti. Alcune delle molotov lanciate contro uffici di società Usa a Roma sono scagliate dai gruppi infiltrati. Roma è tappezzata di manifesti che riportano questo slogan: “Attenzione Nixon! L’Italia si prepara a tradire gli impegni Atlantici sottoscritti con gli Stati Uniti e a portare i comunisti al potere”. Il Pci affronta il nodo dei rapporti con l’Urss dopo l’invasione della Cecoslovacchia al congresso di Bologna che nomina Berlinguer vicesegretario del partito. Una settimana dopo alla Direzione Dc Moro rilancia la sua “strategia dell’attenzione” verso i comunisti italiani. A marzo il dialogo avviato da Moro fa esplodere le contraddizioni nel Partito socialista unificato: “De Martino vanta la vittoria della sua politica che ha portato all’inserimento dei comunisti nella maggioranza e al superamento degli accordi programmatici”, scrive Il Secolo d’Italia. De Martino, vicepresidente del Consiglio, non aveva preso parte agli incontri con Nixon. Rumor attribuisce la causa ad un disguido del cerimoniale. Nenni, Ministro degli Esteri, sostiene l’oppositore del regime dei colonnelli, Papandreu, anche ‘operativamente’ attraverso la corrente che fa capo a Giacomo Mancini. Il Ministro degli Esteri lo incontra a Roma. Passo diplomatico di Atene e la destra parla subito di “sabotaggio alla Nato”. A Verona una bomba esplode il 22 aprile nell’atrio del palazzo della Coldiretti. L’inchiesta Salvini indica questo episodio come l’inizio della “strategia delle bombe” da parte del gruppo ordinovista veneto. Intanto cinque milioni di operai ed impiegati si preparano al rinnovo di 32 contratti di lavoro. Tra di loro 1 milione e 270 mila metalmeccanici, 350.000 chimici, 800.000 edili, 1 milione e mezzo di braccianti. Confindustria e partiti moderati si chiedono se dopo il maggio francese ci sarà un ottobre italiano. “Come un arazzo – scrive Le Monde- gli episodi della vita italiana si sommano per dare l’impressione globale di una crisi profonda che potrebbe sboccare in una catastrofe”. Quasi con le stesse parole del quotidiano francese Nenni ha più volte, in quelle settimane, avvertito i suoi che il pericolo di un fallimento del centrosinistra non è l’apertura al comunismo, “la Repubblica conciliare”, ma una svolta se non proprio autoritaria, almeno di tipo moderato. Il 25 aprile bombe (fasciste) alla Fiera di Milano e al padiglione della Fiat. Due bombe anche alla Stazione centrale del capoluogo lombardo. L’indomani L’Unità scrive di “gravissime provocazioni”. “ Chi si trova dietro questi attentati. A chi servono? Le indagini della polizia non danno nessuna risposta, e intanto la stampa borghese mescola nel notiziario le esplosioni verificatesi in questi giorni alle provocazioni fasciste consumate nell’anniversario della Liberazione ad episodi di tipo completamente diverso, con lo scopo di alimentare la campagna di chi vuole accreditare la tesi dell’esistenza di una ‘spirale della violenza’ per imporre soluzioni scelbiane e autoritarie ai problemi dell’ordine pubblico” Ci sono degli arrestati ma sono anarchici e il 27 aprile sempre L’Unità esce con questo titolo: “Che cosa c’è dietro lo strano comportamento della polizia? Campagna eversiva e aperte provocazioni di destra. Il settimanale inglese The Economist denuncia il grave pericolo di un ‘regime autoritario’ in Italia”. Quindi gli inglesi seguivano attentamente la situazione già da allora ed erano ben informati sul significato reale di quello che accadeva in Italia, così come il Vaticano, che dopo la bomba del 2 aprile al Palazzo di Giustizia aveva commentato attraverso le colonne del suo quotidiano, L’Osservatore romano: “ Il commercio degli esplosivi non è come il commercio degli ortaggi. E poiché la polizia non sta certo inattiva e non manca di collegamenti e controlli, si deve concludere che le iniziative sciagurate contano su una immancabile complicità o connivenza od omertà”. Il settimanale Tempo annuncia che il Viminale sta studiando i “colori politici” delle bombe. Non tutte sarebbero rosse, anzi le più pericolose “sarebbero fasciste”. “Le prove giudiziarie ci sarebbero: ora si tratta di compiere un’azione di setacciamento nelle sedi dei groupuscules d’estrema destra per ottenere le controprove e procedere. Potrebbe darsi che l’operazione abbia a scattare tra non molto, anche in virtù di specifiche richieste parlamentari”. A Giovanni Ventura arriva il rapporto dei servizi segreti, stilato da Giannettini, che parla di contatti “segreti tra Dc e Pci per un accordo di governo”. Nel rapporto si aggiunge che gli Usa, venuti a conoscenza di queste trattative, hanno posto il loro veto e contemporaneamente, per evitare sorprese, “hanno disposto un massiccio 49 49

informato di tutto ogni mezz’ora. “L’impressione di Ferrari è che a Roma, in Piazza del Gesù, si<br />

tema il peggio e ci si prepari al peggio” 62 . Nelle sue memorie Mariano Rumor annota commentando<br />

l’immediato dopo-strage: “Era un segno di un attacco allo Stato? Era l’inizio di una rivolta<br />

terroristica contro i cittadini per colpire le istituzioni?”. Rumor decide di rivolgersi direttamente alla<br />

nazione dal tg delle 20. Non sembra avvertire nessuno di questa sua iniziativa. Subito dopo è<br />

previsto un Consiglio dei ministri notturno “per dare al paese la certezza che tutto il governo era<br />

consapevole della gravità della situazione e deciso a contrastare ogni tentativo d’intimidazione, di<br />

sovversione e di violenza”. A folle corsa su una macchina con pochi amici, senza scorta, Rumor va<br />

verso via Teulada, sede degli studi dei Tg.“I tempi stringevano e bisognava correre ogni rischio per<br />

non perdere la possibilità di parlare al primo tg della sera, dando un segno di immediatezza della<br />

reazione del governo all’evento tragico che aveva sconvolto la coscienza nazionale”. L’appello fu<br />

improntato a una dura condanna e al richiamo ai valori della Costituzione. “Occorre, cittadini, che<br />

ognuno di noi si riconosca nella legge, si senta parte di una comunità che può perdere se stessa se<br />

non si unisce alla legge che la garantisce e la difende”. 63 Andò bene. L’appello stemperò lo<br />

sbandamento: “C’era un Governo che aveva precisa la dimensione drammatica e rischiosa degli<br />

eventi ed era deciso a fronteggiare ogni attacco alla pace e alla serenità degli italiani e alla sicurezza<br />

dello Stato”. 64 Subito dopo il Consiglio dei ministri notturno che fu “più un fatto politico che<br />

operativo” 65 , Rumor s’incontra con Piccoli e Forlani e si decide di riproporre subito la formula di<br />

centrosinistra. Poi Milano, i funerali, con Nenni che piange in Duomo e l’invito a Rumor di uscire<br />

da una porta laterale per evitare problemi. “E’ un ricordo che non mi si cancellerà mai dalla mente.<br />

Una folla pressoché tutta di lavoratori gremiva la piazza del Duomo e gli accessi circostanti; senza<br />

vessilli, senza bandiere: era il popolo di Milano…”. “Nella mia vita politica non ricordo di aver<br />

partecipato ad un momento di tanta compostezza, di tanta austerità, di tanto rispetto: per i morti e<br />

per quelli che li avevano perduti”. Rumor sottolinea: “La partecipazione al funerale di Milano mi<br />

aveva infuso una strana fiducia di poter superare le tremende difficoltà che mi si paravano<br />

davanti” 66 . Il 23 mentre si svolge al Quirinale l’incontro Moro-Saragat Rumor vola a Milano per<br />

incontrare nuovamente i feriti.<br />

Per capire fino in fondo come si sia arrivati a tanto si deve ritornare nuovamente al fondamentale<br />

novembre 1968. Dopo il maggio francese, l’emarginazione di Moro, il suo “rientro” su posizioni<br />

nuove. “Era molto cambiato. Aveva avuto un periodo di calma e di riflessione e poi era tornato alla<br />

vita politica, ma in maniera nuova. E’ da quella pausa che emerge la sua elaborazione sul grande<br />

cambiamento in atto nella società (‘tempi nuovi si annunciano’) 67 . Nascono i ‘morotei’ e poche<br />

settimane dopo, a Battipaglia, la polizia spara su braccianti agricoli in lotta da 10 giorni per ottenere<br />

la parità retributiva: 2 morti e 50 feriti. Il 19 gennaio il Consiglio Nazionale elegge Piccoli<br />

segretario della Dc con 85 voti a favore, 87 bianche e 5 nulle. 19 “franchi tiratori” votano con la<br />

sinistra che annovera morotei, Forze Nuove e Base. Moro attacca duramente il suo partito. Il<br />

Secolo d’Italia scrive a commento: “Se un uomo della prudenza e dell’attendismo dell’ex<br />

Presidente del Consiglio si è deciso ad un passo che lo pone al di sopra di tutti, perché lo pone<br />

contro tutti, significa che veramente la casa democristiana brucia; significa, cioè che nella Dc la<br />

situazione è insostenibile anche per il più consumato e calcolatore dei suoi personaggi”. A fine<br />

febbraio la visita di Nixon e forse le richieste Usa si sommarono alle suggestioni del Presidente<br />

della Repubblica e di quello del Consiglio. Nixon è accompagnato a Roma dal generale Walker che<br />

incontra riservatamente i generali Aloja e De Lorenzo. Il Secolo d’Italia esce a tutta pagina con il<br />

titolo “Il governo commissiona al Pci le manifestazioni contro Nixon” criticando duramente la<br />

politica di “scivolamento” fuori dalla Nato attuata da Nenni alla Farnesina. Stefano Delle Chiaie e i<br />

suoi picchiatori partecipano alla manifestazione contro la visita di Nixon con dei braccialetti rossi e<br />

62 AaVv, Le bombe di Milano, Guanda Editore, Milano, 1970,p.77<br />

63 Tutte le citazioni sono tratte da, Mariano Rumor, op.cit.<br />

64 Ibidem<br />

65 Ibidem<br />

66 Ibidem<br />

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