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Paolo Cucchiarelli - Misteri d'Italia

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tensione, tra cui lo scioglimento del Parlamento. Questo era un segreto che tutti in Italia sapevano,<br />

ma di cui nessuno poteva scrivere”.<br />

Nel 1975 Lino Jannuzzi pubblica su L’Espresso un articolo nel quale afferma che se si vuole sapere<br />

perché la Cassazione bloccò l’inchiesta del giudice D’Ambrosio, quando questi stava per<br />

interrogare l’ex capo dei servizi segreti Eugenio Henke, bisogna chiederlo a Saragat e Moro.<br />

Jannuzzi cita a lungo il capo dei servizi segreti Vito Miceli, uomo di Moro, che nell’articolo si<br />

difende così: “Io ho continuato a fare ciò che faceva il mio predecessore, l’ammiraglio Henke. E chi<br />

ha messo e mantenuto al Sid l’ammiraglio Henke se non Saragat e Moro? Chi ha indirizzato e<br />

coperto la gestione Henke, prima della mia gestione?”. Miceli accusa per difendersi, ma lega<br />

sistematicamente Saragat e Moro. Sta evocando un patto segreto? “Chiedete a Saragat, chiedete a<br />

Moro, domandategli di sciogliermi dal segreto militare, e io vi racconto che cosa ho ereditato da<br />

Henke, che cosa Henke ha fatto, come me, prima di me, più di me, sotto l’ombrello di Saragat al<br />

Quirinale e di Moro a Palazzo Chigi”. E Jannuzzi dà un altro affondo rivelando che Leslie Finer,<br />

l’autore dell’articolo sul The Observer, “non era soltanto un giornalista; era collegato ai servizi<br />

inglesi, all’Intelligence Service. Le accuse che in quello stesso periodo furono pubblicate a Londra<br />

dallo stesso giornale, e che indicavano nel Presidente Saragat lo stratega principale della tensione,<br />

non erano solo il frutto d’inchieste giornalistiche. Erano basate su informazioni riservate raccolte in<br />

Italia dai servizi greci e dai suoi agenti collegati con il Sid dell’ammiraglio Henke e con gli ‘amici’<br />

che Henke vantava al palazzo del Quirinale”. Saragat rispose, via agenzia, nel giro di poche ore,<br />

dicendo, e non è un caso, che l’articolo comparso su The Observer “fu scritto nella libreria<br />

Feltrinelli di via del Babbuino, a Roma. E questo spiega tutto”. Spiega tutto, perché, come ha<br />

dimostrato l’inchiesta del Pm Salvini, l’obiettivo di una delle due cordate all’opera era certamente<br />

l’editore “rosso”, l’unico che potesse portare al Pci, attraverso anarchici e gruppi limitrofi, come<br />

Lotta Continua, dato che da tempo lavorava a una struttura militar-resistenziale – i Gap – che già<br />

all’epoca era quasi operativa.<br />

Ed ecco Valpreda, il ballerino anarchico, il “mostro”, che già il 27 del 1969 novembre temeva di<br />

essere ormai in mano alla Questura di Roma, prigioniero di un gioco molto più grande di lui,<br />

“l’Oswald italiano” secondo Epoca, un settimanale particolarmente informato in quelle settimane<br />

ma anche in altri periodi cruciali, come abbiamo visto. Scriveva il ballerino ai suoi avvocati<br />

milanesi Mariani e Boneschi, a proposito dei dubbi sulla presenza di una spia nel circolo 22 Marzo:<br />

“La situazione è brutta, abbiamo avuto notizia che ieri, anzi questa notte, si è tenuta a Roma una<br />

riunione segreta fra alcuni militari di carriera, forze di polizia e due cardinali, alcuni industriali e<br />

magistrati, per cercare di far applicare alla lettera il Codice Rocco”. Valpreda disse ai magistrati,<br />

dopo l’arresto, che la voce veniva da due paracadutisti che parlavano di un colpo di Stato: la sinistra<br />

extraparlamentare sa anche la data, il 12 dicembre.<br />

Il 9 dicembre (il 10 a Padova si comprano alcune delle valigie usate per la serie di attentati, e a<br />

Roma si decide che un gruppo composito di Avanguardia Nazionale e di Ordine Nuovo andrà a<br />

Milano “per buttare tutto all’aria”), Mauro Ferri, tra i massimi esponenti dei socialdemocratici,<br />

lancia l’idea di un ritorno al centrismo con Dc, Psu e Pli “nel caso si presenti la drammatica<br />

necessità di garantire la libertà come con la crisi del luglio 1960”, cioè come accadde con lo<br />

sciopero generale contro il governo Tambroni appoggiato dalle destre.<br />

E quindi il cerchio si chiude: tutto il vortice messo in moto da Aldo Moro nel novembre 1968<br />

sprigiona tutta la sua forza. Il “Segreto della Repubblica” è il golpe caldeggiato, solleticato,<br />

stuzzicato da forze istituzionali che avevano perso la forza e la capacità di risolvere la crisi per via<br />

interne al sistema politico: una bomba che puntava a “innescare” il golpe militare, scelta alla fine<br />

venuta meno per il “tirarsi indietro” di alcuni settori della Dc. E sarebbe interessante sapere che<br />

ruolo abbiano avuto in questa scelta <strong>Paolo</strong> VI e la Chiesa .<br />

Lo smilzo pamphlet del 1978, nato dalle interpretazioni e dalle notizie in mano dei servizi inglesi,<br />

ha rivelato con il tempo tutta la sua forza di analisi. Tanto da indurre un giudice a chiedere<br />

all’autore quali fossero le fonti di una così chiara ricostruzione, che vedeva nello scontro tra Saragat<br />

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