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Paolo Cucchiarelli - Misteri d'Italia

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massimo sarebbe stata la reazione del Pci nelle strade e lo scontro aperto che avrebbe imposto,<br />

senza tentennamenti da parte di nessuno, l’uso dei militari. Quello, cioè, che si era realizzato ad<br />

Atene dopo una sapiente preparazione di bombe ‘pilotate’ e di ‘sobillazione’ frutto di<br />

manipolazione e infiltrazione. Quell’operazione venne gestita e organizzata direttamente da agenti<br />

del Kyp, il servizio segreto greco e dei servizi americani, sia militari sia della Cia.<br />

Insomma si trattava di “aiutare la realtà” a dare i frutti politici desiderati e ricercati, costruiti con un<br />

sapiente gioco di specchi tra false veline dei servizi che ipotizzavano intese tra Dc e Pci e<br />

conseguenti reazioni di destra e i gruppi della destra radicale che, con in mano queste veline<br />

passategli dai servizi, prendono contatti, si attivano, agiscono avendo l’idea di essere parti di un<br />

progetto tutelato, ‘coperto’.<br />

Al centro, Aldo Moro, inviso a tutti e due i fronti per il suo voler vedere fino in fondo le richieste<br />

che vengono dalla tumultuosa realtà italiana. Alla vigilia della strage, Il Secolo d’Italia tira fuori un<br />

rapporto sulle terre di Berlinguer in Sardegna con intrighi edilizi e speculazioni per centinaia di<br />

milioni. Un attacco diretto che però ha una curiosa origine: quelle carte vengono dalla rete di<br />

Mosca, incaricata di screditare il giovane vice segretario del Pci. Le ritroveremo, pari pari, nel<br />

rapporto Impedian di Vassily Mitrokhin, a conferma che Mosca ostacolò in tutti i passaggi<br />

fondamentali l’evoluzione del Pci e il suo allontanarsi dalla ‘Casa Madre’, specie quando c’era la<br />

prospettiva, grazie a Moro, dell’apertura di una fase pericolosamente nuova per la politica dei<br />

blocchi. Lo stesso era accaduto già nel 1964, come abbiamo visto, quando l’obiettivo politico di<br />

fondo era ancora Moro e la sua interpretazione aperta del centrosinistra. Come poteva piacere a<br />

Washington e a Mosca un uomo che, subito dopo la strage, al Consiglio d’Europa che aveva<br />

espulso, in concomitanza con le bombe, la Grecia dei colonnelli, chiedeva il superamento dei<br />

blocchi?<br />

Il Pci temeva il golpe, o quantomeno una levata di scudi: a partire dal marzo del 1969 impartì<br />

direttive interne per rafforzare i controlli e revisionare gli archivi, distruggendo materiale di un<br />

certo rilievo.<br />

Il Pci si preparava comunque a quello che, bastava leggere i giornali, si veniva costruendo giorno<br />

per giorno: una cornice entro cui muoversi per ‘forzare’ il sistema, le sinistre messe all’angolo e,<br />

sulla scia di uno scontro modello 1948, ricominciare da capo visto che il ciclo politico della<br />

Repubblica nata dalla Resistenza (in quei giorni il Corriere della sera pubblicava un’inchiesta<br />

titolata: “Siamo nel 1922?”) si pensava irrimediabilmente esaurito.<br />

Occorre un altro passo indietro per capire ulteriormente la motivazione politica della strage. A<br />

Roma, nel febbraio 1969, arriva il neoeletto presidente americano Richard Nixon, accompagnato da<br />

Henry Kissinger. “Il Segreto della Repubblica” spiega in dettaglio l’importanza di questo viaggio.<br />

Sulla base dei documenti scritti da Kissinger dopo l’incontro Saragat-Nixon, fattigli avere dai<br />

servizi inglesi prima della strage, Bellini afferma che Nixon si era impegnato a “tenere sotto<br />

costante controllo l’evolversi della situazione italiana e a usare tutti i mezzi a disposizione del<br />

governo americano per contrastare le manovre dei fautori dell’apertura ai comunisti: con<br />

discrezione, ma anche in termini e provvedimenti efficaci”. 52 “Saragat ha espresso la sua forte<br />

preoccupazione per la crescita inarrestabile dell’influenza comunista, e ciò nonostante la presenza<br />

di un sicuro amico dell’America, Rumor, al vertice del governo. Alle spalle di Rumor, ma molto più<br />

influente, si sta preparando ad agire, indirettamente e quasi impercettibilmente, Aldo Moro, in vista<br />

di quei cambiamenti che dovrebbero portare il Partito comunista a un passo dalle leve del potere”,<br />

scrive Kissinger nel documento che riescono ad avere i servizi inglesi dopo l’incontro. 53<br />

L’incoraggiamento che viene da Nixon alla linea dura rappresentata da Saragat, come rivelano ora<br />

anche i documenti americani declassificati 54 , è decisivo. Incontrando Nixon, in via riservata, Saragat<br />

52 Fulvio e Gianfranco Bellini, op.cit., Milano, Selene Edizioni, 2005, p.31<br />

53 Ibidem,p.31<br />

54 Tutte le citazioni dei documenti Usa fanno riferimento agli articoli pubblicati da Ennio Caretto<br />

nel marzo-aprile del 2004 sul Corriere della sera<br />

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