Paolo Cucchiarelli - Misteri d'Italia
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Fanfani nell’autunno del 1969 fece capire d’ essere disponibile ad interpretare il ruolo di<br />
restauratore della legge e garante dell’ordine in Italia? Galli nella sua biografia di Fanfani dà una<br />
risposta assolutamente positiva sulla base di un’ ampia analisi.<br />
“Corrisponde ai comportamenti precedenti di Fanfani, e anche ai suoi modelli specifici: De Gaulle,<br />
Pompidou, una politica estera autonoma e una politica interna da uomini forti. Naturalmente né De<br />
Gaulle, né Pompidou si sarebbero rivolti all’ambasciatore americano”. 34<br />
Sempre nella intervista al quotidiano svizzero Il Corriere del Ticino del 1975, un anno dopo la<br />
caduta di Nixon, Salcioli indica il nome del “colonnello nero”: sarebbe il comandante della legione<br />
carabinieri di Padova. Taviani aveva indicato Milano, Padova e il colonnello dell’Arma oltre al Sid.<br />
Un identikit quindi che potrebbe anche avere a che fare con quello dell’‘ipotetico’ colonnello<br />
dell’Arma, evocato da Taviani, a cui sfuggì di mano ‘l’operazione’ che non doveva fare morti ma<br />
solo preparare il terreno a quello che Moro definisce “il morso della paura”. Tutto si perde però<br />
nell’indistinto. Anche questa pista si dissolve tra le carte e del “colonnello nero”, mai ufficialmente<br />
identificato, rimane solo l’ombra che arriva da lontane dichiarazioni.<br />
Anche il ‘Comitato 40’ per molti studiosi rimane un organismo un po’ mitico, di cui è difficile<br />
dimostrare l’esistenza e l’operatività in Italia in quei mesi.<br />
Il ‘Comitato 40’ prende il nome dal Memorandum che porta quella numerazione che è del 17<br />
febbraio 1970. Ma sappiamo che questa struttura che gestisce la parte occulta della politica estera e<br />
delle ‘operazioni sporche’ Usa agisce in Italia già dall’anno prima. Ne fanno parte 5 persone: il<br />
consigliere per la sicurezza nazionale Kissinger, che lo presiede, il vice segretario della Difesa, il<br />
sottosegretario di Stato per gli affari politici, il capo di Stato maggiore della Difesa e il direttore<br />
della Cia. Probabilmente nel 1970 si definisce quello che nei fatti si è già realizzato. Gran parte<br />
delle decisioni passano nelle mani di Kissinger che chiede il conforto di Nixon per le decisioni<br />
importanti. Gli altri sanno poco. Le riunioni erano ridotte al minimo. “Henry era l’arbitro<br />
supremo… e una delle tecniche da lui usate per minimizzare il ruolo del Comitato era quella di<br />
ridurre al minimo le riunioni. Preferiva sondare il parere dei membri del Comitato per telefono, con<br />
la scusa di risparmiare il loro preziosissimo tempo” ha scritto uno dei massimi studiosi d’operazioni<br />
coperte Usa, John Prados 35 .<br />
Ma un libro misconosciuto sul ruolo Usa in Italia, il bel “Rimanga tra noi” aggiunge un altro<br />
elemento rilevante citando la testimonianza di un suo componente nel 1970, il sottosegretario di<br />
Stato U.Alexis Johnson.<br />
“Il quel periodo il Comitato non fu sempre informato di quello che veniva deciso. Ed è certamente<br />
possibile che alcune operazioni siano state condotte senza che ne fossimo messi al corrente. Non mi<br />
sorprenderebbe se fosse successo ad esempio con l’Italia, perché dell’Italia Kissinger si occupava<br />
sempre in prima persona”.<br />
Una recente biografia critica di Kissinger 36 chiarisce che il Comitato ha cambiato nome nel tempo,<br />
ancor prima di Nixon, seguendo l’indicazione del Memorandum che istituiva l’organismo segreto.<br />
“Tra il 1969 e il 1976, ogni volta che è stata intrapresa un’attività riservata di qualche rilievo, si può<br />
perlomeno ritenere che Henry Kissinger ne fosse direttamente a conoscenza, oltre che<br />
responsabile.” 37<br />
E’ possibile che con questa logica si siamo create due catene di comando Usa che rispondevano a<br />
indirizzi valutazioni e strategie operative diverse e che in questa duplicità si siano inseriti soggetti<br />
politici e non per avere quella “copertura” necessaria all’azione, come poi avvenne – sia pure sotto<br />
‘controllo’- per il golpe Borghese.<br />
Salcioli parla di generali ma anche il padovano Giovanni Ventura, che oggi vive in Argentina da<br />
latitante garantito dai suoi segreti, vi accenna in uno dei più gravi momenti di difficoltà nel gennaio<br />
del 1975 quando dice che finché non sarà stato chiarito il ruolo del Sid nei fatti del 1969, “sarà<br />
34 Giorgio Galli, op. cit.,p.88.<br />
35 Jhon Prados, President’s Secret Wars: Cia and Pentagon Covert Operations since Worl War II,<br />
New York,William Marrow and Co.,1986, p.323<br />
36 Cheistofer Hitchens, Processo ad Henry Kissinger, Roma,Fazi, 2003,pp. 48-49<br />
37 Ibidem,p.49.<br />
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