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Paolo Cucchiarelli - Misteri d'Italia

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ancora che siano stati gli anarchici a portare la bomba di Piazza Fontana’? Santillo mi rispose<br />

secco: ‘non credo’(…) Santillo mi disse di essersi convinto che la matrice della bomba di Milano<br />

sarebbe stata un gruppo di estrema destra, emarginato dal Msi, proveniente dal Veneto. Questo<br />

gruppo sarebbe stato protetto da uomini del Sid. Aggiunse che tali notizie erano già note alla<br />

magistratura. Qualcosa del resto era già filtrata sui giornali’’.<br />

Taviani quindi propose, dopo la sentenza Occorsio, che era solo di primo grado, di sciogliere<br />

Ordine nuovo. Rumor era molto perplesso. Moro contrario perché temeva che “il provvedimento<br />

avesse l’effetto di aggravare la tensione”. “Si può veramente immaginare che politici di primo piano<br />

siano stati sponsorizzatori di stragi? Non ne sono capaci, non solo moralmente, ma neppure<br />

caratterialmente. Ipotesi di tal genere sono mera fantascienza’’, spiega Taviani alludendo, in<br />

controluce, proprio a Rumor. 20<br />

“ Che agenti della Cia si siano immischiati nella preparazione degli eventi di Piazza Fontana e<br />

successivi è possibile, anzi sembra ormai certo: erano di principio anti-aperturisti e anticentrosinistra.<br />

Che agenti della Cia fossero tra i fornitori di materiali e fra i depistatori sembra pure<br />

certo, che fossero organizzatori e primi autori, dubito che ne avessero la capacità. Ben diverso – e<br />

qui Taviani apre uno squarcio su una realtà mai affrontata – il discorso per il Mossad, un servizio<br />

perfettamente organizzato. Però il Mossad, a quanto almeno risulta a me, ha compiuto sempre<br />

azioni mirate. Non credo che sia stato presente nè a Piazza Fontana, né nelle stragi ai treni”.<br />

L’analisi di Taviani, a parte il colonnello dell’Arma che controlla poco e che si fa prendere in giro<br />

da quelli di On che vanno oltre i limiti fissati per ‘l’operazione’ e l’esplosivo che arriva dalla<br />

Germania, la si ritrova nei passi del memoriale che Moro dedica alla strategia della tensione e alla<br />

strage durante i 55 giorni del rapimento, quando le Br vogliono sapere tutto di Piazza Fontana.<br />

Taviani sostiene che l’invio di un uomo come Del Gaudio incaricato di depistare a sinistra<br />

l’inchiesta sulla strage e il tentativo di Fusco di Ravello “sono indizi se non prove, di atteggiamenti<br />

del tutto contrastanti all’interno dello stesso Sid. In alcuni settori del Sid e dell’Arma di Milano e di<br />

Padova, vi furono deviazioni. Fu l’Arma stessa, con la sua solida struttura, ad individuarle e<br />

correggerle” 21 . Due le città citate: Milano e Padova e l’Arma dei Carabinieri e il Sid. Da ricordare.<br />

Taviani condivise, il 1 luglio del 1997, la definizione di Piazza Fontana come “madre di tutte le<br />

stragi” affermando, in sostanza, che attorno a quella vicenda,<br />

si mosse una composita realtà d’intelligence al fine di mettere a segno un obiettivo politico<br />

comune ma che veniva interpretato in modi diversi e cioè il tentativo di bloccare la “strategia<br />

dell’attenzione” al Pci varata da Aldo Moro con la “strategia della tensione” che doveva innalzare il<br />

livello di scontro, paralizzare l’opinione pubblica, mettere il bavaglio a sinistra; spegnere, come<br />

aveva fatto De Gaulle in Francia, l’anno ‘rivoluzionario’ dell’Italia con una serie di azioni che<br />

miravano a ottenere una stabilizzazione politica attraverso la destabilizzazione sociale, la paura del<br />

golpe. Ma qualcuno, insiste Taviani, andò oltre. Le due linee che si possono individuare erano in<br />

parte concorrenziali politicamente, ma frammiste, incrociate, trasversali ai livelli operativi, e questo<br />

fece sì che l’operazione non andasse come era stato ipotizzato. Qualcuno si sentì autorizzato a<br />

‘forzare la mano’, accelerare i tempi, stringere i politici all’angolo buttando sul piatto della bilancia<br />

i morti che dovevano costringere i ‘parolai’, i generali ‘cacasotto’, ad agire. Ma anche in questo<br />

caso qualcosa non andò come doveva andare. Se quanto programmato e ricercato non accadde è<br />

probabile che la causa non siano i morti ma il fatto che questi furono troppo pochi. Con 100 morti il<br />

golpe più o meno ‘istituzionale’ ci sarebbe stato.<br />

Oggi a tanti anni da quel venerdì freddo e cupo del 12 dicembre del 1969 lo Stato ha<br />

definitivamente abdicato davanti al ruolo giocato da quel colonnello dei carabinieri, che non<br />

essendo stato mai individuato non ha potuto dire quale fosse il suo compito; chi impartiva gli ordini<br />

eventualmente ricevuti, chi era il suo ‘superiore’ militare o il suo referente politico-istituzionale.<br />

20 Dal documento letto da Taviani in sede di audizione davanti alla Commissione Stragi, 1 luglio 1997.<br />

21 Interrogatorio di <strong>Paolo</strong> Emilio Taviani , 7 settembre 2000 da parte dei Ros<br />

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