21.06.2013 Views

Paolo Cucchiarelli - Misteri d'Italia

Paolo Cucchiarelli - Misteri d'Italia

Paolo Cucchiarelli - Misteri d'Italia

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

L'archivio fa capo a Mario Costa, poi accusato di essere tra coloro che attaccarono Ramelli, e<br />

raccoglie molte carte della struttura di controinformazione di Ao che faceva capo a Roberto<br />

Rossellini. Tra i tanti, un documento di cinque pagine che raccoglie le confessioni di un terrorista<br />

nero, presumibilmente ad un uomo dello Stato. Il fascista è Nico Azzi, responsabile della fallita<br />

strage al treno Torino-Roma del 7 aprile 1973, decisa per distogliere l'attenzione del grande<br />

pubblico dagli sviluppi in corso sulla responsabilità dei fascisti (Ventura e Freda) nella strage del 12<br />

dicembre. Azzi si fece scoppiare la bomba , destinata ad avere un effetto distruttivo certamente<br />

maggiore rispetto a quella del 1969, mentre la innescava e si preparava a lasciare una copia di<br />

Lotta Continua e tessere di sindacati di sinistra.<br />

Cinque giorni dopo a Milano i gruppi della destra radicale e quelli oltranzisti del Msi inscenano<br />

una voluta gazzarra che sfocia in scontri: una bomba a mano da esercitazione sfonda il petto<br />

all'agente Antonio Marino. A lanciarla è Vittorio Loi, figlio del pugile Duilio Loi. Con lui finirono<br />

in carcere Maurizio Murelli e Nico Azzi. Quest'ultimo era accusato di aver fornito la bomba a mano<br />

da esercitazione che aveva ucciso l’agente. Il 17 maggio del 1973 Gianfranco Bertoli, lancia la<br />

bomba che nelle sue intenzione doveva colpire Mariano Rumor per vendicarsi del mancato<br />

appoggio dato dopo Piazza Fontana alla tanto agognata svolta autoritaria.<br />

Nel documento di via Bligny si parla dei rapporti tra ordinovisti veneti e Giancarlo Rognoni, il capo<br />

de “La Fenice” che aveva lavorato alla Commerciale di Milano, dove il 12 dicembre fu ritrovata la<br />

bomba inesplosa fatta poi misteriosamente saltare in aria, in serata, senza alcuna spiegazione se non<br />

quella di voler sottrarre alle indagini un elemento fondamentale come l’esplosivo utilizzato nella<br />

operazione. Rossellini ignora chi - simpatizzante, avvocato, giornalista o magistrato - possa avergli<br />

passato il documento che rivela che i timer inutilizzati del lotto della strage furono trattenuti da “La<br />

Fenice”.<br />

E' il 1987 e Salvini riapre l'inchiesta sull’eversione nera a Milano che era nata dallo stralcio<br />

“territoriale” del processo ad Ordine Nuovo che si era svolto a Roma. E' possibile che quella<br />

confessione sia stata fatta ad un uomo dei servizi e che quello ritrovato sia solo una copia di un<br />

originale fatto poi sparire, ma era in una “banca dati” della sinistra estraparlamentare. Tra l'altro si<br />

parlava di attentati la cui responsabilità doveva ricadere sulla sinistra e di un “grave attentato a<br />

Milano ad opera di un gruppo congiunto milanese-veneto e la commissione di un reciproco attentato<br />

a Trieste”. Non solo. Alle riunioni per la preparazione della tentata strage sul Torino-Roma (poteva<br />

fare centinaia di vittime) avrebbero partecipato anche uomini degli apparati dello Stato, dato che –<br />

si legge nel documento - “il Sid in accordo con il gruppo ‘La Fenice’, organizzò l'attentato sul treno<br />

Torino-Roma, nell'aprile del 1973 per depistare le indagini su Piazza Fontana, che avevano<br />

imboccato la pista della destra veneta”. Tutto ruotava sempre attorno alla strage del 12 dicembre.<br />

Salvini riprende la carte in mano e grazie al crollo dei regimi e della grave crisi che l'inchiesta di<br />

Mani pulite apre nella realtà politica italiana molti a destra parlano. L'indagine si amplia fino a<br />

‘identificare’ la rete dei rapporti Stato-On-“La Fenice”-Piazza Fontana tra il 1969 (anche se le<br />

prime armi a Mestre compaiono nel 1966) e il 1973-1974. Con la prima inchiesta che si chiude<br />

nell'aprile del 1995, emergono alcuni elementi nuovi, rivisti, aggiornati o solo parzialmente svelati a<br />

suo tempo: i rapporti organici tra il Mar di Carlo Fumagalli, il “partigiano bianco” che animava i<br />

gruppi milanesi verso il golpe nei primi anni Settanta, e i carabinieri e uomini dell'esercito; il<br />

recupero di molte bobine occultate a suo tempo nella inchiesta sul golpe Borghese (8 dicembre<br />

1970) , che rivelano il ruolo che doveva essere assegnato a Licio Gelli e cioé quello di controllare<br />

direttamente il presidente della Repubblica Giuseppe Saragat durante l'attivazione golpista del<br />

dicembre 1970, molto più ampia e drammatica di quanto era stato fatto credere; l'emergere della<br />

struttura dei Nuclei di Difesa dello Stato o Legioni, nuclei di militari e civili - tutti di On -<br />

dipendenti dallo Stato maggiore e attivabili per operazioni di contrasto interno e comunque<br />

propedeutiche al colpo di Stato; il traffico di armi ed esplosivo già avviato prima di Piazza Fontana<br />

da Avanguardia Nazionale che utilizzava addestratori che provenivano dall'Aginter Press; il ruolo<br />

dell'agenzia di Guerin Serac, svelato fin nei particolari da Vincenzo Vinciguerra che aveva lavorato<br />

per compiere attentati finalizzati ad essere utilizzati contro le sinistre e con Digilio e Siciliano le<br />

15<br />

15

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!