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Galliate, Villa Varzi: - Geacoopsociale.Eu

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<strong>Galliate</strong>, <strong>Villa</strong> <strong>Varzi</strong>:<br />

un esempio d’innovazione al primo anno di vita.<br />

Giugno 2008 – Giugno 2009<br />

La parola a<br />

Marco Omodeo Zorini, presidente Elios,<br />

e Silvia Ruspa, presidente Gea


Struttura complessa<br />

Giugno 2008 – giugno 2009.<br />

Ad un anno dall’inaugurazione, può essere<br />

utile fare un bilancio sull’attività di <strong>Villa</strong> <strong>Varzi</strong><br />

a <strong>Galliate</strong>, struttura complessa che si posiziona<br />

al top in Italia nella qualità di servizi per il<br />

disagio psichico.<br />

Comprende un Centro diurno socio-formativo<br />

per ultratrentenni portatori di handicap<br />

psicointellettivo e una Raf (Residenza<br />

assistenziale flessibile) di tipo B, per<br />

ultratrentenni portatori di handicap<br />

psicointellettivo medio-grave. Ne parliamo con<br />

Silvia Ruspa e Marco Omodeo Zorini, presidente<br />

rispettivamente di Gea ed Elios, le due<br />

cooperative sociali di Novara che gestiscono<br />

<strong>Villa</strong> <strong>Varzi</strong> in collaborazione tra loro e con<br />

Elleuno, cooperativa sociale di Casale<br />

Monferrato: le tre cooperative si sono<br />

costituite in ATI verticale (Associazione<br />

temporanea d’impresa) proprio per gestire<br />

<strong>Villa</strong> <strong>Varzi</strong>. Proprietario della struttura è il<br />

Comune di <strong>Galliate</strong>, committente il CISA Ovest<br />

Ticino.<br />

Dati salienti<br />

L’intervista è in realtà un breve ma molto<br />

istruttivo viaggio in un tipo specifico di<br />

disabilità e nelle risposte articolate e<br />

personalizzate che giorno dopo giorno, ora<br />

dopo ora, vengono tradotte in realtà da 13<br />

operatori sociosanitari, 5 educatori, 1<br />

fisioterapista e 1 infermiere professionale, 1<br />

coordinatore di struttura: 21 operatori<br />

altamente qualificati che assistono 10 utenti<br />

del centro diurno e 10 utenti della Raf, 20<br />

utenti in totale. Il rapporto è dunque superiore<br />

a 1:1, e già questo dato dice molto sulla qualità<br />

concreta del servizio posta in essere in questa<br />

bella casa di 980 metri quadri calpestabili, 3<br />

piani fuori terra e un ampio giardino, dotata di<br />

confortevoli camere per la residenzialità<br />

protetta, sale-laboratorio per attività di tipo<br />

grafico-espressivo, manualità e didattica<br />

protesa alla stimolazione cognitiva, sale da<br />

pranzo, palestra e cucina adibita essa stessa a<br />

laboratorio didattico nell’arte culinaria<br />

(mentre i pranzi provengono da strutture<br />

esterne).


Vivere il territorio<br />

Colpisce subito un fatto: al momento<br />

dell’intervista la casa è vuota. Tutti gli utenti<br />

sono fuori, accompagnati dagli educatori, a<br />

vivere il territorio ed i suoi molteplici stimoli:<br />

una casa aperta al mondo, per un lavoro<br />

“insieme” che apre le menti e i cuori.<br />

Omodeo Zorini tiene a sottolineare che, a<br />

guardarla dall’esterno, <strong>Villa</strong> <strong>Varzi</strong> può<br />

sembrare un centro come tanti altri operanti<br />

nello stesso ambito, “ma in realtà il lavoro che<br />

vi si svolge contiene caratteristiche specifiche<br />

di qualità molto elevata, ben superiore ai<br />

parametri minimi fissati in sede regionale, i<br />

quali potrebbero garantire solo una sorta di<br />

routine tutta svolta all’interno, mentre come si<br />

vede ora la casa è vuota: l’attività di <strong>Villa</strong> <strong>Varzi</strong><br />

incontra il mondo”. E Ruspa sottolinea che “il<br />

personale è numericamente superiore a quello<br />

richiesto, si tenga conto che giornalmente si<br />

lavorano 97 ore in più – nell’insieme – rispetto<br />

ai parametri. Noi vogliamo la qualità per le<br />

persone. E si contribuisce così anche allo<br />

sviluppo occupazionale”.


Confluiscono in tale impostazione strategica le<br />

storie e le competenze di Elios (attiva dal<br />

1994, 50 dipendenti) e Gea (attiva dal 2001,<br />

45 dipendenti), che non a caso Elleuno ha<br />

scelto come partner strategici per questa<br />

impegnativa intrapresa. Elios e Gea si sono<br />

disposte con grande impegno, e hanno investito<br />

parecchio delle proprie risorse per iniziare<br />

giusto un anno fa a rendere viva <strong>Villa</strong> <strong>Varzi</strong>.<br />

“Vogliamo cambiare sul serio le cose - dice<br />

Omodeo Zorini - vogliamo cambiare in meglio<br />

la vita delle persone che assistiamo, e anche<br />

modificare il ‘pensiero’, la mentalità corrente<br />

su temi delicati come questi. La nostra scelta è<br />

anche una scommessa per il futuro: costruire<br />

per gli utenti una quotidianità che abbia un<br />

senso”. E Ruspa precisa che “questo vuol dire<br />

coinvolgere anche le famiglie: una gestione<br />

degna del quotidiano mira a costruire un tempo<br />

‘vero’ per l’utente, coscientemente e<br />

intensamente vissuto, non un semplice<br />

‘frattempo’ come purtroppo spesso accade<br />

altrove”.<br />

Un senso alla quotidianità<br />

Sinergie<br />

Su questa impegnativa linea strategica è nato<br />

l’incontro Gea-Elios, che oggi in <strong>Villa</strong> <strong>Varzi</strong><br />

operano come un’unica entità. Avendo<br />

superato le singole iniziali tipicità, adesso c’è<br />

una sola squadra. Anche grazie a un percorso<br />

formativo ad hoc degli staff delle cooperative e<br />

del CISA Ovest Ticino oltre che dei singoli<br />

operatori: un corso definibile come<br />

permanente, che continua condotto dalla<br />

dottoressa Luz Cardenas.<br />

I primi mesi non sono stati facili per trovare<br />

l’amalgama, ma ora i risultati parlano da soli.


Risultati<br />

Si può parlare effettivamente di risultati molto<br />

positivi? “Secondo me sì – dice convintamente<br />

Omodeo Zorini – lo dimostra il fatto che tutti i<br />

‘ragazzi’ che sono qui pervenuti da altre<br />

strutture esterne evidenziano che lì non si è<br />

corrisposto nei fatti ai nostri standard di<br />

servizio”. Sì ma, obiettiamo, qualcuno<br />

potrebbe dire che si spende troppo? “Il livello<br />

di una civiltà si dimostra da come vengono<br />

trattati gli ultimi, non i primi”, risponde<br />

Omodeo Zorini. “Purtroppo, precisa Ruspa,<br />

molto spesso encomiabili associazioni che si<br />

occupano di questi problemi, di solito<br />

associazioni di familiari, fanno cose anche<br />

ammirevoli, ma senza la qualità necessaria;<br />

vige in molti casi il ‘vorrei ma non posso’, nel<br />

senso che non hanno sufficienti professionalità,<br />

competenze o disponibilità”. Ma, dice Omodeo<br />

Zorini con una punta d’orgoglio, “voglio essere<br />

più preciso ancora sul tema del miglioramento<br />

degli utenti. Sono verificabili in <strong>Villa</strong> <strong>Varzi</strong><br />

punte di enorme miglioramento, come ad<br />

esempio quando i familiari sono venuti a<br />

trovare il loro ragazzo e lui era fuori a ‘vivere’,<br />

ne sono rimasti così positivamente stupiti da<br />

piangere. Ma in generale tutti migliorano,<br />

hanno fatto passi da gigante. Qui si lavora<br />

anche sul percorso del ‘Dopo di Noi’, che<br />

coinvolge e trasforma anche la visione delle<br />

famiglie degli utenti. Mentre un semplice<br />

Centro diurno può rappresentare un problema<br />

su molteplici fronti (ad es. l’orario) e in genere<br />

è una sorta di parcheggio, di limbo, la<br />

residenzialità di <strong>Villa</strong> <strong>Varzi</strong> consente un<br />

miglioramento strutturale di vita”. Per fare un<br />

paragone, dice Ruspa, “è il passaggio alla<br />

comunità intensamente vissuta che consente<br />

prospettive di integrazione e quindi di<br />

miglioramento spesso incomparabili. Questo<br />

deve essere recepito anche dal territorio: <strong>Villa</strong><br />

<strong>Varzi</strong> va considerata una risorsa per il territorio<br />

dell’Ovest Ticino, non un problema”. E a tal<br />

fine “vogliamo fare sempre più iniziative sul<br />

territorio – precisa Omodeo Zorini – in modo<br />

che una nuova cultura si faccia davvero<br />

strada”.


Sguardo ampio<br />

Se da questo punto di vista locale alziamo lo<br />

sguardo a livello generale, la domanda sociale<br />

di servizi di questo genere, Omodeo Zorini e<br />

Ruspa concordano: “i bisogni stanno cambiando<br />

di segno qualitativo in ragione del mutamento<br />

nel malessere sociale. Non è un problema di<br />

quantità, bensì di qualità. C’è un mutamento<br />

sociologico delle stesse famiglie che<br />

evidenziano bisogni di tale genere: la gestione<br />

del quotidiano e la gestione del ‘Dopo di Noi’<br />

esigono approcci degni dei nuovi tempi”.<br />

Rimangono tuttavia enormi scompensi da zona<br />

a zona, in base alle differenti sensibilità del<br />

sistema pubblico: pochi chilometri di distanza<br />

mutano enormemente il quadro degli<br />

interventi. “C’è in molte zone una carenza di<br />

assunzione di responsabilità – conclude<br />

Omodeo Zorini -. Bisogna che ci si metta<br />

d’accordo a livello nazionale su cosa e come va<br />

fatto. Occorre che si estinguano casi di famiglie<br />

che chiedono cambi di residenza a Comuni<br />

anche molto vicini per usufruire di servizi che<br />

il loro comune non si sogna di avviare”.<br />

Comunicare è dunque, secondo Ruspa,<br />

un’esigenza strategica per portare in avanti gli<br />

orizzonti: “bisogna parlare a tutti, e<br />

raccontare gli esempi virtuosi, e spiegare i<br />

risultati, come quelli che stiamo conseguendo<br />

qui a <strong>Villa</strong> <strong>Varzi</strong> di <strong>Galliate</strong>, con le difficoltà<br />

che ci sono e con l’impegno verso una qualità<br />

di servizio che, trattando di persone, non può<br />

e non deve avere limiti”. ●

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