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MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA<br />
Anno III - N. 29 - MAGGIO 2012<br />
OMAGGIO<br />
PALMI & DINTORNI<br />
www.madreterranews.<strong>it</strong><br />
vinalia<br />
priora<br />
un sapore tutto antico!<br />
Di Walter Cricrì Pag 10<br />
Foto - Leandra Maffei
2 3<br />
L’EDITORIALE<br />
di Paolo Ventrice<br />
on c’è che dire! I francesi si sono risvegliati dal tor-<br />
Npore che li aveva, magicamente, avvolti.<br />
Eh si, caro mar<strong>it</strong>ino della bella Carla, questa volta i tuoi<br />
compatrioti ti hanno fatto uno bello sgambetto. Ben mer<strong>it</strong>ato,<br />
dico io! Sei riusc<strong>it</strong>o a tirarti addosso le ire di quasi<br />
tutti i pol<strong>it</strong>ici e di tutti gli stati d’Europa, pensa che neanche<br />
la tua tanto amata Merkel riusciva più a sopportarti.<br />
La v<strong>it</strong>a ripaga così, certo sei stato uno dei presidenti<br />
di Francia, sarai annoverato nei secoli come Napoleone o<br />
Robespierre, De Gaulle o M<strong>it</strong>terand, giusto per rimanere<br />
vicino ai nostri tempi, ma di certo sarai più famoso per<br />
aver sposato la Carla <strong>it</strong>aliana che per i tuoi fatti (o misfatti)<br />
pol<strong>it</strong>ici.<br />
Bando alle ciance, non sta a me giudicare il suo operato.<br />
Io, in questo caso, sono molto più superficiale di quanto<br />
debba esserlo e mi soffermo solo su questo pensiero:<br />
Grazie a Dio non sentiremo più nominare il nome francese<br />
(forse l’unico) che riesce ad esprimere tanta antipatia<br />
quanto gli anni che porta addosso, per il solo fatto di essere<br />
portatore sano di virus dispreggiativo nei confronti<br />
dell’Italia e degli <strong>it</strong>aliani (manco gli avessimo rubato le<br />
“galline”!).<br />
Torniamo a noi, però, alle cose serie, occupiamoci della<br />
nostra terra e dei nostri problemi che, purtroppo, difficilmente<br />
smetteranno di assillarci nel breve periodo.<br />
Questa tornata elettorale la dice lunga sullo stato psicologico<br />
dei c<strong>it</strong>tadini, sulla loro voglia di voler dipingere<br />
un futuro migliore e da, anche e soprattutto, un ulteriore<br />
segnale di disaffezione nei confronti della pol<strong>it</strong>ica e una<br />
poca voglia di dar consensi accompagnati dalla preoccupazione<br />
che, alla fine, non si riuscirà, ugualmente, ad evadere<br />
dal vortice che tenta di inghiottirci.<br />
Palmi vive di erosione naturale; una cosi bella c<strong>it</strong>tadina,<br />
prospicente al mare che si gonfia con la salmastra brezza<br />
med<strong>it</strong>erranea e si scalda col più bel sole del mondo (è un<br />
parere poco obiettivo, ovviamente), ha bisogno di amorevoli<br />
cure, di tante mani che la coccolino e la cullino, ma<br />
anche di guide tenaci e di condottieri coraggiosi.<br />
E’ proprio il coraggio quello che serve a Palmi, l’eroico<br />
fare di un sindaco e delle persone che lo circondano, colorato<br />
da un pizzico di “follia” (legale) per saltare il fosso,<br />
per arginare quell’erodersi della sua quasi m<strong>it</strong>ologica<br />
bellezza che si sta smarrendo dietro un lassismo, ormai,<br />
diventato proverbiale.<br />
Abbiamo sub<strong>it</strong>o una campagna elettorale che qualche<br />
volta ha rischiato di andare oltre, di scendere troppo sui<br />
personalismi, che ha cercato di innervosire gli avversari<br />
piuttosto che gridare a gran voce i programmi da portare<br />
SARkO-NO!<br />
quando la “patria” del nazionalismo assoluto e della rivoluzione<br />
dice no al lecchinaggio furbetto di Monsieur sarkozy nei confronti<br />
della poderosa merkel, in europa cambia qualcosa. e in <strong>it</strong>alia?<br />
a palmi intanto le urne piangono... e le speranze crescono.<br />
avanti, le prior<strong>it</strong>à da seguire, gli obiettivi da realizzare e i<br />
progetti per conseguirli.<br />
Parole, solo parole. Ora dovranno seguire i fatti. Fra<br />
qualche giorno avremo il nuovo Sindaco, i nuovi amministratori.<br />
Cambierà il panorama comunale (dopo la consiliatura<br />
Gaudio e il commissariamento con la dott.ssa Bellomo),<br />
cambieranno, speriamo, le prospettive, le speranze.<br />
I palmesi sono stanchi di essere sballottati a destra e<br />
manca, esigono una tranquill<strong>it</strong>à che possa dar loro la facoltà<br />
di progettare, ognuno nel suo piccolo, e di riappropriarsi<br />
dell’ep<strong>it</strong>eto di appartenenti a una c<strong>it</strong>tà di cultura,<br />
ma viva anche nei suoi aspetti naturalistici, commerciali<br />
e turistici; abbiamo bisogno di riappropriarci della nostra<br />
storia.<br />
16.746 elettori, 11.816 votanti. Hanno votato solo il<br />
70,56% degli aventi dir<strong>it</strong>to che, per car<strong>it</strong>à, se paragonato<br />
al dato nazionale è un successone (67% ndr), ma rispetto<br />
alle votazioni del 2007 (74,89% ndr), vi è comunque un<br />
calo importante: si aggiunge un altro 4,33% al già mancante<br />
25,11%. In pratica il 30% dei c<strong>it</strong>tadini ha ev<strong>it</strong>ato, ad<br />
eccezione degli impossibil<strong>it</strong>ati a farlo, di andare a votare,<br />
nonostante la popolazione votante sia cresciuta, nel frattempo,<br />
di un altro 2% che se sommato al dato ufficiale<br />
porta il risultato dei desaparecidos al 6,33% in meno rispetto<br />
al 2007.<br />
Brutta storia questa. E’ una s<strong>it</strong>uazione che viaggia parallela<br />
a quella per la quale i giovani “volano” via da Palmi.<br />
Preferiscono allontanarsi perché sono certi di non riuscire<br />
a trovare sbocchi in terra natia.<br />
Non credo sia un “non voto” di protesta, questo, piuttosto<br />
suppongo sia sfiducia nel sistema, antipatia per un<br />
metodo vecchio e improduttivo. Qui, gli uomini, presi singolarmente,<br />
non c’entrano nulla. Tutti per bene e tutti<br />
rispettabili; tutti degni di fiducia, ma… basterà tutto ciò?<br />
Il mio pensiero rimane sempre lo stesso: La storia pol<strong>it</strong>ica,<br />
intesa come modello sociale di evoluzione e costruzione,<br />
nella tipologia di gestione qual è quella che vige<br />
attualmente, diventa anacronistica, non in sintonia con i<br />
tempi, non in frequenza con le necess<strong>it</strong>à moderne, non<br />
più dettate da esigenze part<strong>it</strong>iche di fare per raccogliere<br />
voti futuri, ma bensì da evoluzioni, anche e soprattutto<br />
economiche, per gettare le basi di una veloce ripartenza.<br />
Se non cambia la valutazione oggettiva degli attuali pol<strong>it</strong>ici,<br />
se non ci si dirige verso pol<strong>it</strong>iche del fare senza parlare,<br />
piuttosto che del parlare senza fare, signori, ahimè,<br />
siamo cotti!<br />
Ubi abundantia, ibi incuria… A Palmi c’è l’abbondanza,<br />
ma prendiamocene cura.
se vuoi rilegare tutti i nuMeri di<br />
Madreterra in un elegante voluMe,<br />
o in due annuari, chiedi inforMazioni,<br />
scrivi a<br />
redazione@madreterranews.<strong>it</strong><br />
MADRETERRA<br />
Palmi & Dintorni<br />
REGISTRAZIONE AL TRIB. DI PALMI<br />
Nr. 1 / 2010<br />
Anno III - Numero 29 - Maggio 2012<br />
Direttore respons.: Francesco Massara<br />
Coordinatore: Paolo Ventrice<br />
Collaboratori di REDAZIONE<br />
di questo numero.<br />
Saverio Pet<strong>it</strong>to Walter Cricrì<br />
Cettina Angì Salvatore De Francia<br />
Nella Cannata Giuseppe Cricrì<br />
Hanno collaborato per questo numero<br />
anche: Salvatore De Francia, Bruno Vadalà,<br />
Marilena Sica, Pasquale Frisina, Giuseppe<br />
Magazzù<br />
Ed<strong>it</strong>ore: Associazione Culturale Madreterrra<br />
Sede Palmi-Via ss.18 km 485.30<br />
P.I. 02604200804<br />
Cod. Fisc. 91016680802<br />
Mobile-Paolo Ventrice 335 6996255<br />
e-mail: redazione@madreterranews.<strong>it</strong><br />
Progetto Grafico:<br />
Saverio Pet<strong>it</strong>to-Walter Cricrì-Paolo Ventrice<br />
Impaginazione grafica:<br />
Paolo Ventrice<br />
Progetto e cura s<strong>it</strong>o web:<br />
S. De Francia-D. Galletta<br />
Stampa: GLF sas -Via Timpone Schifariello Zona<br />
P.I.P. II Traversa-87012 Castrovillari (Cs)<br />
4 5<br />
soMMario<br />
5 iMu - abbattuta l’iMu sulla priMa casa...polistena<br />
di Giuseppe Arevole<br />
7 v<strong>it</strong>e spezzate nell’indifferenza insopportabile<br />
di Saverio Crea<br />
8 la torre r<strong>it</strong>rovata<br />
di Giuseppe Cricrì<br />
10 per i fasti taureani si inizia con i vinalia priora<br />
di Walter Cricrì<br />
13 “scusino, hanno docuMenti su san fantino?”<br />
di Francesco Saletta<br />
14 fra gli scogliazzi e la cacina<br />
di Felice Badolati<br />
15 la steril<strong>it</strong>a’ Maschile: una sfida Medico-sociale...<br />
di Giuseppe Ciappina<br />
18 parco giochi ...si coMincia!!!<br />
di Prometeus<br />
19 quella rotonda... sul Mare<br />
di Enza Spatola<br />
20 feMMinicidio - quando si puo’ Morire d’aMore...<br />
di Nella Cannata<br />
22 concorso fotografico “iMMagini della Mia c<strong>it</strong>ta’”<br />
di Prometeus<br />
24 ver<strong>it</strong>a’ e Menzogna<br />
di Chiara Ortuso<br />
26 i club unesco della cal... grotta dei re di placanica<br />
di Oreste Kessel Pace<br />
27 viaggiatori a palMi nel secolo xviii avanti al...<br />
di Rocco Liberti<br />
28 il cuore delle ragazze - seconda ed ultiMa parte -<br />
di Cassiopea<br />
30 il volto oscuro dei dir<strong>it</strong>ti civili<br />
di Mario Idà<br />
32 soMs - presentazione del libro...<br />
33 satira - palMi elezioni aMMinistrative 2012 il ball...<br />
di Saverio Pet<strong>it</strong>to<br />
34 a tutta birra<br />
di Walter Cricrì<br />
37 lo storico gruppo sportivo dipendenti del coMun...<br />
di Rocco Cadile<br />
39 terri lyne carrington - the Mosaic project<br />
di Cristoforo Bovi<br />
di Giuseppe Arevole<br />
’Amministrazione Comu-<br />
L nale di Polistena sta dimostrando<br />
in concreto, con il<br />
proprio operato, di rimanere<br />
schierata al fianco del popolo,<br />
ev<strong>it</strong>ando di mettere le mani<br />
in tasca ai c<strong>it</strong>tadini sulla nuova<br />
ICI prevista per la prima casa.<br />
Pur non potendo sottrarci all’imposizione<br />
della legge, abbiamo<br />
stabil<strong>it</strong>o nell’ultimo Consiglio Comunale<br />
un principio di equ<strong>it</strong>à e<br />
giustizia sociale abbattendo l’I-<br />
MU (così si chiama la nuova ICI)<br />
allo 0,2% per la prima casa, sgravando<br />
in tal modo la stragrande<br />
maggioranza della popolazione<br />
da una tassa che reputiamo ingiusta<br />
ed iniqua.<br />
Proprio in un momento drammatico<br />
per le famiglie, dove il<br />
disagio spesso sfocia in tragedia,<br />
il Governo Monti avrebbe dovuto<br />
alleggerire la pressione fiscale<br />
sui c<strong>it</strong>tadini incentivando piuttosto<br />
salari e stipendi. Cosa che<br />
invece non solo non è avvenuta,<br />
ma la reintroduzione dell’ICI sulla<br />
prima casa, sulla quale ribadiamo<br />
la nostra contrarietà, è un<br />
atto che colpisce uno dei dir<strong>it</strong>ti<br />
fondamentali del c<strong>it</strong>tadino. La<br />
prima ab<strong>it</strong>azione è sempre un<br />
qualcosa costru<strong>it</strong>o dopo sacrifici<br />
di lavoro e sudore da parte di<br />
gen<strong>it</strong>ori e figli, che non è giusto<br />
tassare.<br />
non paghera’ nulla sulla<br />
prima casa circa il 90% dei c<strong>it</strong>tadini.<br />
La maggioranza comunale ha<br />
approvato la definizione delle<br />
aliquote della nuova imposta,<br />
assumendo la decisione storica,<br />
esemplare e coraggiosa di non<br />
far pagare sulla prima casa la<br />
maggior parte dei polistenesi, i<br />
quali potranno ridurre a zero il<br />
dovuto grazie alla detrazione fissa<br />
di €. 200,00 prevista dalla legge<br />
ed a quella aggiuntiva di 50<br />
Euro per ogni figlio a carico al di<br />
sotto di ventisei anni. Infatti solo<br />
per fare qualche esempio reale:<br />
- con nucleo familiare composto<br />
anche da un solo componente<br />
proprietario di una casa<br />
classificata nel gruppo A2 (abi-<br />
tazioni civili residenziali) con<br />
7,5 vani (120mq circa) classe 3<br />
(massima) e rend<strong>it</strong>a catastale<br />
di € 561,65 - non si paga<br />
- con nucleo familiare composto<br />
da almeno un figlio a carico<br />
sotto i 26 anni e gen<strong>it</strong>ori<br />
proprietari di una casa classificata<br />
nel gruppo A2 (ab<strong>it</strong>azioni<br />
civili residenziali) con 10 vani<br />
(180mq circa) classe massima e<br />
rend<strong>it</strong>a catastale di € 748,86 -<br />
non si paga<br />
- con nucleo familiare composto<br />
anche da un solo componente<br />
proprietario di una casa<br />
classificata nel gruppo A3 (ab<strong>it</strong>azioni<br />
di tipo economico) con<br />
7,5 vani (120mq circa) classe<br />
massima e rend<strong>it</strong>a catastale di<br />
€ 426,08 - non si paga<br />
- per i gruppi a4 - a5 - a6<br />
(Ab<strong>it</strong>azioni popolari - ultrapopolari<br />
-rurali) dove la rend<strong>it</strong>a<br />
catastale è assai inferiore alle<br />
altre categorie, esenzioni pressochè<br />
totali - non si paga<br />
- con nucleo familiare composto<br />
anche da un solo componente<br />
proprietario di un villino<br />
classificato nel gruppo A7 (ab<strong>it</strong>azioni<br />
tipo villini) con 7,5 vani<br />
(120mq circa) classe massima e<br />
rend<strong>it</strong>a catastale di € 619,75 -<br />
si pagano €. 8,24, ma con un<br />
COMUNICATO STAMPA<br />
Abbattuta l’IMU sulla Prima Casa<br />
Stabil<strong>it</strong>o un principio di equ<strong>it</strong>à e di giustizia sociale<br />
POLISTENA sarà un esempio per tutti gli altri Comuni.<br />
figlio sotto 26 anni NON SI PAGA<br />
Di fronte a queste importanti<br />
agevolazioni, bisogna registrare<br />
l’atteggiamento pretestuoso e<br />
fantastico dell’opposizione che,<br />
al contrario di molti Sindaci d’Italia<br />
intenzionati a prendere<br />
esempio da Polistena, ha votato<br />
contro dietro motivazioni assurde<br />
ed ingiustificate, allontanandosi<br />
ancor di più dai bisogni dei<br />
c<strong>it</strong>tadini.<br />
Per pareggiare gli incassi degli<br />
anni precedenti tuttavia, sarà<br />
applicata l’aliquota massima<br />
dell’1,06% sulle seconde case<br />
sf<strong>it</strong>te, anche perchè sugli altri<br />
immobili diversi dalla prima<br />
casa, i Comuni saranno costretti<br />
a versare, a differenza del passato<br />
quando tutto rimaneva nelle<br />
casse comunali, il 50% dell’aliquota<br />
media allo Stato. Una vera<br />
beffa che costringerà in ogni<br />
caso tutti i comuni ad esasperare<br />
i tributi sugli altri immobili per<br />
garantire allo Stato la propria<br />
quota.<br />
L’Amministrazione Comunale<br />
ha previsto però agevolazioni<br />
e riduzioni rispetto all’aliquota<br />
ordinaria stabil<strong>it</strong>a nell’1,06%,<br />
come ad esempio per le seconde<br />
case aff<strong>it</strong>tate con regolare<br />
contratto (0,96%) o concesse in<br />
comodato ai figli (0,76%), per<br />
terreni agricoli (0,76%) e fabbricati<br />
rurali (0,1%). Altre piccole<br />
riduzioni rispetto all’aliquota<br />
ordinaria sono previste per le<br />
attiv<strong>it</strong>à produttive inquadrate<br />
catastalmente nel gruppo D<br />
(1,00%), per le aree fabbricabili<br />
(1,00%) e per botteghe e negozi<br />
(0,86%), che purtroppo subiranno<br />
un notevole incremento in quanto<br />
i moltiplicatori delle rend<strong>it</strong>e<br />
catastali sono stati aumentati<br />
direttamente dalla legge, senza<br />
che venisse riconosciuto ai comuni<br />
alcun potere di riduzione.<br />
Con questa scelta adottata<br />
dall’Amministrazione di Polistena,<br />
è stato realizzato quel<br />
principio di giustizia e di equ<strong>it</strong>à<br />
sociale di progressiv<strong>it</strong>à della<br />
tassazione, che il Governo Monti<br />
congelando l’idea della patrimoniale,<br />
non è stato in grado di realizzare<br />
su vasta scala.<br />
a polistena dunque, a differenza<br />
di altri comuni <strong>it</strong>aliani<br />
che stanno cogliendo l’occasione<br />
dell’iMu per fare cassa,<br />
l’amministrazione comunale<br />
ha come sempre saputo distinguersi<br />
ed interpretare il difficile<br />
momento di disagio sociale,<br />
stavolta tutelando il dir<strong>it</strong>to alla<br />
prima casa per tutti.
6 7<br />
VITE SPEZZATE NELL’ INDIFFERENZA INSOPPORTABILE<br />
di Saverio Crea<br />
a gennaio è iniziato una<br />
Dconteggio di avvenimenti<br />
che nessuno mai avrebbe voluto<br />
annotare.<br />
Fallimenti di aziende sane che<br />
vantano cred<strong>it</strong>i principalmente<br />
nei confronti della “Pubblica Amministrazione”,<br />
saldo negativo<br />
tra imprese avviate e imprese<br />
defin<strong>it</strong>ivamente chiuse.<br />
Esercizio di conteggio mostruoso,<br />
al quale rischiamo di fare<br />
ancora una volta un’ab<strong>it</strong>udine<br />
diabolica, dei suicidi che, giorno<br />
dopo giorno, vengono elencati<br />
nella più assoluta indifferenza<br />
dei nostri “grassi” governanti che<br />
continuano a chiedere sempre<br />
alle stesse categorie “doverosi”<br />
sacrifici.<br />
Ma alla richiesta di un sacrificio,<br />
perché venga accettato,<br />
deve corrispondere, una condivisione<br />
degli obiettivi ed una forte<br />
motivazione al raggiungimento<br />
degli stessi.<br />
Elemento fondamentale è appunto<br />
la condivisione che significa,<br />
nell’accezione specifica, “dividere<br />
con altri”.<br />
Orbene, nel caso di condivisione<br />
di sacrifici per il raggiungimento<br />
del bene comune, non<br />
può la condivisione riguardare<br />
una sola parte della popolazione<br />
ma è necessario che sia coinvolta<br />
tutta quanta, senza alcuna eccezione.<br />
Però i nostri pol<strong>it</strong>ici pare non<br />
abbiano chiaro il concetto e<br />
pensano, invece, che il sacrifico<br />
debba riguardare solo una parte<br />
facilmente individuabile e conseguentemente<br />
massacrabile.<br />
Ben lontani dal pensare che se<br />
si vuole raggiungere un obiettivo<br />
“concreto” occorre dare il buon<br />
esempio e dimostrare concretamente<br />
che il sacrificio è giustificabile<br />
e pertanto condivisibile<br />
con loro!!<br />
Il popolo è davvero stanco e<br />
potrebbe a breve scatenarsi una<br />
rivolta verso gli Usurpatori.<br />
Assistere passivamente allo<br />
spoglio delle ricchezze ad opera<br />
della Casta non è più una visione<br />
sopportabile.<br />
Leggere quotidianamente di<br />
milioni e milioni di euro sottratti<br />
alle casse comuni per non si sa<br />
quali nefandezze diventa quanto<br />
mai difficile da sopportare.<br />
Quello che manca è lo Spir<strong>it</strong>o,<br />
è l’Anima della riforma, ed oggi<br />
siamo obbligati ad assistere “passivamente”<br />
ad un manipolo di<br />
ragionieri che rastrellano quanto<br />
più possibile per poter coprire<br />
le spese che spesso sono di una<br />
inutil<strong>it</strong>à sociale spaventosa; spese<br />
scellerate che si continuano a<br />
perpetrare senza alcuna vergogna<br />
e, ancor più grave, senza una<br />
logica spiegazione.<br />
Ricorreranno sempre più<br />
frequentemente a tasse<br />
“momentanee”(DEFINITIVE) per<br />
coprire i buchi che continuano ad<br />
alimentare giorno dopo giorno.<br />
L’assurdo a cui ci tocca assistere<br />
è la richiesta rivolta a NOI,<br />
dal s<strong>it</strong>o del governo, di indicare<br />
LORO gli sperperi. Offesa alla dign<strong>it</strong>à<br />
del Popolo che, v<strong>it</strong>tima di<br />
questo assurdo sistema, rischierà<br />
una maggiore strumentalizzazione<br />
ed una inconsapevole alimentazione<br />
dell’odio interclassista.<br />
Occorre dare l’esempio dall’alto,<br />
occorre prendere decisioni<br />
forti che modifichino lo stato<br />
di sopraffazione costante che<br />
sta mortificando i lavoratori ed<br />
i pensionati (“veri” e non già i<br />
burocrati di Stato) che rischiano<br />
di perdere defin<strong>it</strong>ivamente la<br />
dign<strong>it</strong>à dal momento che stanno<br />
diventando un peso per la società<br />
e non già una ricchezza<br />
“morale”ed un esempio per i più<br />
giovani.<br />
Vorremmo un esempio: RESTI-<br />
TUITE LE SOMME RUBATE AL PO-<br />
POLO PER FINANZIARE LE CASSE<br />
DEI PARTITI CHE OFFENDONO<br />
TUTTI STUDIANDO STRATEGIE DI<br />
INVESTIMENTO E DI SPECULAZIO-<br />
NI FINANZIARIE!!!<br />
E’ inconcepibile ed insopportabile<br />
sentire che verranno “ridotti”<br />
i contributi ai part<strong>it</strong>i.<br />
E’ come se chi ha rubato, davanti<br />
al Giudice, dicesse: …assolvimi…<br />
la prossima volta ruberò<br />
solo la metà!!!<br />
E’ quanto vanno dicendo i nostri<br />
pol<strong>it</strong>ici senza Vergogna alcuna.<br />
In tempo di crisi e di sacrifici si<br />
offende la popolazione arrivando<br />
ai comizi elettorali a bordo di<br />
auto BLU e con la scorta.<br />
E’ il popolo che ha bisogno della<br />
scorta per difendersi dallo spoglio<br />
costante e quotidiano che i<br />
governanti perpetrano!!!<br />
Non è tollerabile che si ricorra<br />
alla tassazione scellerata per coprire<br />
le spese.<br />
Le spese si coprono con le attiv<strong>it</strong>à,<br />
con la produzione, con la<br />
programmazione e con enorme<br />
attenzione alla spesa stessa.<br />
Scusate, stavo sognando, per<br />
un solo momento ho pensato che<br />
chi ci governa trovi interesse a<br />
pensare alla programmazione ed<br />
al Bene del Paese!<br />
Non è più tollerabile che i LA-<br />
VORATORI, quotidianamente<br />
vengano privati della loro dign<strong>it</strong>à<br />
perché impossibil<strong>it</strong>ati ad andare<br />
avanti nelle loro attiv<strong>it</strong>à e, pur<br />
avendo CREDITI, debbano scegliere<br />
di farla fin<strong>it</strong>a!!! Sono omicidi<br />
di Stato e non già suicidi!!!
di Giuseppe Cricrì<br />
resso la contrada Torre di<br />
PPalmi, fino alla seconda<br />
metà dell’800 esisteva una torre<br />
vera, che quasi nessun contemporaneo<br />
ricorda di aver mai visto<br />
rappresentata in modo ravvicinato.<br />
Era molto simile a quella che<br />
oggi troviamo a Taureana, ed era<br />
stata costru<strong>it</strong>a nel lontano periodo<br />
del Viceregno, a segu<strong>it</strong>o di<br />
un ed<strong>it</strong>to emanato da Don Pedro<br />
de Toledo che, nel 1592 mirava a<br />
proteggere le zone costiere dalle<br />
incursioni turchesche. L’ubicazione<br />
delle torri sarebbe stata<br />
funzionale ad un programma difensivo<br />
che, per mezzo dell’avvistamento<br />
e della segnalazione,<br />
avrebbe consent<strong>it</strong>o alle popolazioni<br />
indigene di arginare i danni<br />
degli attacchi corsari, sempre<br />
più frequenti e distruttivi. Esse<br />
sarebbero state edificate in prossim<strong>it</strong>à<br />
delle local<strong>it</strong>à di più facile<br />
accesso alle navi, e quindi ai<br />
pirati, distanziate fra loro a non<br />
più di 6000 passi e comunque<br />
sempre visibili l’una dall’altra, in<br />
8 9<br />
La Torre r<strong>it</strong>rovata<br />
Scoperti tre antichi disegni che r<strong>it</strong>raevano l’ “osservatorio<br />
difensivo” cinquecentesco int<strong>it</strong>olato a San Francesco.<br />
ecco i tre ined<strong>it</strong>i disegni di edward cheney - sopra, il panorama di palmi con la sua torre -<br />
Nella pagina a fianco, in alto - La Costa Viola e lo Stretto con un altro scorcio della torre “S.Francesco” -<br />
in basso - Le due torri: quella di Capo Rocchi e quella di “S. Francesco” viste da Bagnara.<br />
modo che ogni torre, non appena<br />
avesse avvistata qualche nave<br />
o flottiglia nemica, attraverso<br />
l’uso di fumate e fuochi, od opportune<br />
differenti segnalazioni,<br />
sarebbe stata in grado di dare<br />
l’avvertimento alla torre contigua,<br />
mentre un drappello di mil<strong>it</strong>ari<br />
si preparava a contrastare<br />
l’approdo ed i conseguenti assalti<br />
e saccheggi. Da Scilla fino a Capo<br />
Vaticano se ne contavano ben diciotto.<br />
Le torri erano affidate al<br />
comando di un torriero, col grado<br />
di caporale, che doveva essere di<br />
c<strong>it</strong>tadinanza spagnola, ed aver<br />
consegu<strong>it</strong>o una regia patente, essendo<br />
quindi in grado di leggere<br />
e scrivere. Esse si distinguevano<br />
in torri cavallare e torri a difesa<br />
vera e propria. Le torri cavallare<br />
erano assist<strong>it</strong>e da mil<strong>it</strong>i a cavallo,<br />
i cavallari, in grado di garantire<br />
la vigilanza costiera e di dare<br />
l’allarme ai paesi dell’entroterra,<br />
avvisando tempestivamente<br />
del pericolo la popolazione col<br />
suono dei corni e con colpi d’archibugio.<br />
Dette torri avevano una<br />
circonferenza alla base di circa<br />
22 metri, un’altezza di 15 metri<br />
e la porta d’entrata a 7 metri dal<br />
suolo, con una camera provvista<br />
di fer<strong>it</strong>oie. Rocco Liberti nel Quaderno<br />
Mamertino n° 17 int<strong>it</strong>olato<br />
“ Pirateria e guerra di corsa”<br />
scrive: …L’altra torre del terr<strong>it</strong>orio<br />
grav<strong>it</strong>ante su Palmi, quella<br />
denominata S. Francesco e oggi<br />
non più esistente, era ubicata<br />
nelle immediate adiacenze della<br />
c<strong>it</strong>tà e, con tutta probabil<strong>it</strong>à, nel<br />
luogo noto come ‘a turri, (la torre),<br />
sulla strada che conduce alla<br />
Marinella. La torre demol<strong>it</strong>a con<br />
miope leggerezza nella seconda<br />
metà dell’800, prima della sua<br />
completa distruzione, sarebbe<br />
stata utilizzata come sede del<br />
telegrafo.<br />
Nel corso dei secoli non sappiamo<br />
quante volte questo fortilizio<br />
fu rappresentato graficamente.<br />
Lo ricordiamo r<strong>it</strong>ratto nel paesaggio<br />
della magnifica incisione<br />
di Antonio Minasi, del 1779 int<strong>it</strong>olato<br />
Prospetto del Faro di Messina,<br />
riviera di Scilla-Costiera di<br />
Parma, e spiaggia di Gioia.<br />
E poi ancora nell’illustrazione<br />
del viaggiatore inglese, barone<br />
Richard keppel Craven del 1821,<br />
dove se ne poteva apprezzare<br />
la sagoma lontana. Tale disegno<br />
era contenuto nel suo taccuino di<br />
viaggio int<strong>it</strong>olato: A Tour through<br />
the Southern Provincies of the<br />
Kingdom of Naples.<br />
Recentemente, (nel 2005) grazie<br />
all’uso del web, abbiamo avuto<br />
notizia che la nota casa d’aste<br />
Christie’s avrebbe messo in<br />
vend<strong>it</strong>a una collezione di disegni<br />
del viaggiatore inglese Edward<br />
Cheney (1803-1884) fra i quali si<br />
apprezzava (in versione poco defin<strong>it</strong>a)<br />
il disegno n° 1.<br />
La base d’asta partiva da 600<br />
sterline. L’opera intera (per fortuna<br />
di noi calabresi) se l’aggiudicò,<br />
per la somma di 1.100 sterline,<br />
l’Ist<strong>it</strong>uto della Biblioteca Calabrese<br />
di Soriano, allora diretto<br />
dal compianto Dott. Nicola Provenzano,<br />
fondatore della stessa,<br />
illuminato intellettuale, ded<strong>it</strong>o<br />
ad una certosina attiv<strong>it</strong>à di recupero<br />
e catalogazione di opere<br />
che avessero come argomento la<br />
Calabria o i calabresi o essi stes-<br />
si come autori. La biblioteca che<br />
custodisce ben 33.300 volumi, fra<br />
cui preziosi incunaboli, trattati e<br />
volumi introvabili, cinquecentine<br />
e seicentine di inestimabile valore,<br />
è stata fondata 33 anni fa,<br />
ed è gest<strong>it</strong>a da un dotto Consiglio<br />
d’Amministrazione che oggi vede<br />
come neo Direttore l’ing. Antonio<br />
Tripodi, Deputato di Storia Patria<br />
per la Calabria. Era nostro intento<br />
poter recuperare queste immagini<br />
per poterle offrire in anteprima<br />
ai lettori di Madre Terra, nell’amb<strong>it</strong>o<br />
di un progetto ed<strong>it</strong>oriale<br />
che presto vedrà la luce. A questo<br />
propos<strong>it</strong>o, poco prima della<br />
scomparsa del Direttore Provenzano<br />
avevamo rivolto alla biblioteca<br />
la nostra istanza, per avere<br />
l’autorizzazione a fotografare e<br />
pubblicare i disegni del Cheney.<br />
La zelante segretaria Sig. ra<br />
Maria Concetta Curatola, si sarebbe<br />
fatta portavoce delle nostre<br />
richieste presso il Direttore,<br />
che si trovava assente per motivi<br />
di salute. La sorte non ha<br />
consent<strong>it</strong>o al Dott. Provenzano<br />
di continuare la sua importante<br />
missione. Il suo successore, ing.<br />
Tripodi, consultandosi col Consiglio<br />
d’Amministrazione ha accolto<br />
la nostra richiesta ed ha concesso<br />
l’autorizzazione. Così, dopo ben<br />
189 anni, per la prima volta dalla<br />
loro realizzazione dal vero, questi<br />
suggestivi disegni, vengono<br />
pubblicati su supporto cartaceo<br />
in questo nostro periodico.<br />
Gli originali, vennero disegnati<br />
dall’autore su un cartoncino, delle<br />
dimensioni di 335x230mm. Essi<br />
furono realizzati a china e mat<strong>it</strong>a<br />
il 16 maggio 1823, ed inser<strong>it</strong>i nel<br />
taccuino di viaggio dell’artista e<br />
mecenate inglese.<br />
Nel disegno n° 1) La Torre di<br />
S. Francesco occupa la parte sinistra<br />
dell’illustrazione ed il viottolo<br />
che reca all’ab<strong>it</strong>ato di Palmi<br />
è occupato dalla presenza di vari<br />
personaggi, (due contadini, una<br />
donna con cesto sul capo ed una<br />
bambina) ed alcuni animali, (un<br />
asino, e due cani che giocano.) Interessante<br />
è notare la presenza di<br />
abbondante vegetazione, (palme,<br />
agavi, fichi d’india, ecc.) e di una<br />
targa incisa, collocata nel corpo<br />
della torre. Nel centro ab<strong>it</strong>ato si<br />
riconoscono: a sin. La chiesa del<br />
Carmine, vicino ad essa quella<br />
dei Monaci, ed in cima quello che<br />
sembra essere il campanile della<br />
chiesa del Soccorso.<br />
Nel disegno n°2) La Torre è sulla<br />
sinistra, ai piedi di essa un per-<br />
sonaggio col cappello sta seduto<br />
e si gode il panorama. In mare si<br />
intravedono i luntri per la pesca<br />
del pesce spada, ed in fondo l’Etna<br />
fumante.<br />
Il disegno n° 3) E’ stato realizzato<br />
da Bagnara, da dove è visibile<br />
uno scorcio della Costa Viola.<br />
In primo piano si nota la torre di<br />
Bagnara, del capo Rocchi o Rosci,<br />
(defin<strong>it</strong>a erroneamente di re Ruggero)<br />
ed in fondo la sagoma della<br />
Torre di S. Francesco.<br />
Edward Cheney di Badger è il<br />
nome più rilevante di una nobile<br />
famiglia inglese di cultori ed appassionati<br />
d’arte, Il suo nome è<br />
presente nelle biografie di molti<br />
artisti del XIX secolo, dei quali fu<br />
un generoso patrono. Egli acquistò<br />
centinaia di dipinti provenienti<br />
dall’Italia. A sua volta assieme<br />
al fratello Robert Henry, ad alla<br />
loro madre e sorella, si dedicarono<br />
con successo al disegno e<br />
all’acquerello, arte che misero<br />
abilmente in pratica durante il<br />
loro lungo soggiorno nella penisola.<br />
La loro collezione di disegni<br />
ed acquerelli rappresentava la<br />
più grande e vasta connessione<br />
fra l’Italia e l’Inghilterra durante<br />
il periodo del Grand Tour. (Il<br />
Grand Tour era un lungo viaggio<br />
nell’Europa continentale, ed in<br />
particolare nel sud dell’Italia, effettuato<br />
dai ricchi giovani dell’aristocrazia<br />
europea a partire dal<br />
XVII secolo e destinato a perfezionare<br />
il loro sapere con partenza<br />
e arrivo in una medesima<br />
c<strong>it</strong>tà.) La Collezione Cheney fu<br />
collocata a S: Audley, in Londra<br />
e successivamente spostata nel<br />
1860 a Badgher Hall. Alla morte<br />
di Edward (1884) fu ered<strong>it</strong>ata<br />
dal cognato Afred Capel-Cure<br />
che immediatamente ne mise in<br />
vend<strong>it</strong>a una grande parte; i dipinti<br />
finirono in asta da Christie’s<br />
mentre i disegni e le incisioni da<br />
Sotheby’s. Il resto della prestigiosa<br />
raccolta finì nelle mani di<br />
Francis Capel-Cure che la mise in<br />
vend<strong>it</strong>a da Sotheby’s il 6 maggio<br />
1905, disperdendo così defin<strong>it</strong>ivamente<br />
la più importante collezione<br />
di opere del Grand Tour.<br />
Oggi grazie alla lungimiranza del<br />
Direttore Nicola Provenzano, alla<br />
generosa disponibil<strong>it</strong>à del Consiglio<br />
d’Amministrazione della<br />
Biblioteca Calabrese di Soriano<br />
ed alla vocazione giornalistica di<br />
Madre Terra, queste suggestive<br />
immagini della nostra (rediviva)<br />
Torre di San Francesco sono tornate<br />
a casa.
Foto - Leandra Maffei<br />
10 11<br />
di Walter Cricrì<br />
<br />
osì il Flamen Dialis, sacer-<br />
C<br />
dote preposto al culto di<br />
Giove, dava il suo assenso all’apertura<br />
delle botti con il vino<br />
nuovo; così s’inauguravano i fasti<br />
tauriani.<br />
Il culto di Giove rivissuto tra<br />
le vestigia romane, r<strong>it</strong>rovate nel<br />
parco archeologico di Taureana:<br />
un salto nel passato, di 2.000<br />
anni per festeggiare i ruderi di<br />
quello che fu il cuore ab<strong>it</strong>ato<br />
dell’antica Taurianum.<br />
I fasti nell’antica Roma, erano<br />
dei calendari annuali (fasti annales),<br />
organizzati dai pontifex maximus,<br />
che regolavano la v<strong>it</strong>a dei<br />
Romani.<br />
I Vinalia Priora, per distinguerli<br />
da quelli di agosto “vinalia rustica”,<br />
festa della vendemmia primiziale,<br />
è la festiv<strong>it</strong>à del calendario<br />
religioso romano adottato<br />
per il mese di Aprile (il prossimo<br />
mese saranno i ludi florales circenses,<br />
a giugno i piscatorii ludi,<br />
a luglio le nonae caprotinae, ad<br />
agosto i vinalia rustica, ecc... e<br />
così per tutto l’anno).<br />
I Vinalia Priora, celebrati il<br />
23 aprile, rappresentava la festa<br />
della spillatura delle botti e<br />
dell’assaggio del vino; sancivano<br />
la fine della vinificazione e l’immissione<br />
del vino al consumo;<br />
servivano a benedire il prodot-<br />
Le associazioni <strong>it</strong>aLia nostra, sezione di reggio caLabria e iL MoviMento cuLturaLe “san<br />
Fantino” di PaLMi, in coLLaborazione con La soPrintendenza Per i beni archeoLogici deLLa<br />
caLabria hanno Fatto rivivere iL Pianoro di san Fantino<br />
per i FASTI TAURIANI<br />
si inizia con i <strong>VINALIA</strong> <strong>PRIORA</strong><br />
25 aPriLe scorso si è svoLto iL ceriMoniaLe aLL’interno deL Parco archeoLogico dei tauriani, in<br />
costuMe d’ePoca, con PerForMances deL r<strong>it</strong>uaLe rivis<strong>it</strong>ato e Presentazione deL PrograMMa<br />
deLLe attiv<strong>it</strong>à/ManiFestazioni 2012-2013; LusinghevoLe ParteciPazione.<br />
to da immettere sul mercato e<br />
a chiedere il bel tempo fino al<br />
prossimo raccolto.<br />
Il cerimoniale, nella nostra<br />
rappresentazione, ha previsto<br />
due quadri:<br />
• Il primo ha consist<strong>it</strong>o nella<br />
spillatura simbolica delle botti,<br />
collocate in tre diversi punti della<br />
c<strong>it</strong>tà antica, dove il flamen dialis<br />
(sacerdote) e i rustici (vinificatori)<br />
hanno rec<strong>it</strong>ato le formule (in<br />
latino e in <strong>it</strong>aliano) e consacrato<br />
a Giove una libagione primiziale.<br />
Il tutto accompagnato dalle felpate<br />
note di un flauto.<br />
• Il secondo quadro ha fatto<br />
riferimento a Venere con Vestali,<br />
suonatori e danzatrice.<br />
Completata la performance cerimoniale,<br />
tra i resti dell’antica<br />
c<strong>it</strong>tà, nelle cauponae, antiche<br />
cantine dove si gustava il vino,<br />
si è passati ad una assaggio guidato,<br />
a cura dell’ONAV, dei vini<br />
dei “giorni nostri”: si è parlato<br />
di archeov<strong>it</strong>icoltura della Costa<br />
Viola, visto che da generazioni,<br />
forse proprio dai tempi riproposti,<br />
i v<strong>it</strong>icoltori del terr<strong>it</strong>orio si<br />
sono arrampicati lungo i terrazzamenti,<br />
sostenuti dalle armacie,<br />
per produrre i vini del mare:<br />
vini eroici, caratterizzati proprio<br />
dalla mineral<strong>it</strong>à della pietra e<br />
dalla sapid<strong>it</strong>à dovuta probabilmente<br />
alla salsedine accumulata<br />
lungo la fascia v<strong>it</strong>ata costiera. Il<br />
vino ha accompagnato poi, per<br />
tutti gli osp<strong>it</strong>i, pietanze dell’antica<br />
cucina dell’epoca, presso<br />
le cauponae, ossia le antiche<br />
cantine, simbolicamente rappresentate<br />
da banconi in legno appos<strong>it</strong>amente<br />
costru<strong>it</strong>i e allest<strong>it</strong>i<br />
all’interno del parco. Sono state<br />
proposte alcune ricette, rielaborate<br />
al fine di ingentilire i sapori<br />
forti di allora, scelte a segu<strong>it</strong>o di<br />
ricerche da studiosi della antica<br />
cucina romana. Tutta la cerimonia<br />
si è svolta in costume dell’e-<br />
Per informazioni vis<strong>it</strong>a: http://www.parcoarcheologicode<strong>it</strong>auriani.<strong>it</strong><br />
oppure scrivi a: info@parcoarcheologicode<strong>it</strong>auriani.<strong>it</strong><br />
poca. Con Vinalia Prioria, il vino<br />
ha acquistato un ident<strong>it</strong>à particolare,<br />
in quel pezzo di storia che<br />
si è voluto ricostruire.<br />
La dr .ssa Marilena Sica, la mirabolante<br />
archeologa che, oltre ad<br />
aver condotto gli scavi negli anni<br />
passati, ha curato la regia della<br />
manifestazione e, assieme agli<br />
operosi componenti dell’Associazioni,<br />
elaborato il calendario dei<br />
prossimi eventi, ci racconta: <br />
Molti i “gioielli archeologici”,<br />
riportati alla luce durante tutti<br />
questi anni: le capanne dell’età<br />
del bronzo di 2.000 anni A.C.; le<br />
tracce della c<strong>it</strong>tà <strong>it</strong>alica brettia<br />
ab<strong>it</strong>ata dal IV a.C.; la c<strong>it</strong>tà romana<br />
che ha vissuto, grosso modo,<br />
fino al IV secolo; e grazie al magnifico<br />
uliveto che ha preservato,<br />
in qualche modo, il terr<strong>it</strong>orio dalle<br />
costruzioni moderne, ci rest<strong>it</strong>uirà<br />
ancora molta storia, con la<br />
prosecuzione degli scavi.<br />
- commenta la dr .ssa Rossella<br />
Agostino, della Sovrintendenza<br />
dei Beni Archeologici in Calabria,<br />
- .<br />
Anche la dr .ssa Angela Martino,<br />
presidente della sezione di Reggio<br />
Calabria di “Italia Nostra”, ha<br />
voluto ribadire che .<br />
Ma i nostri avi se ne erano accorti<br />
già circa 5 mila anni fa che<br />
lo spuntone sul mare, in local<strong>it</strong>à<br />
San Fantino, era un punto strategico:<br />
un balcone affacciato sul<br />
med<strong>it</strong>erraneo, che abbraccia con<br />
lo sguardo dallo Stretto di Messina,<br />
passando per le Isole Eolie e<br />
finendo con Capo Vaticano.<br />
Oggi il parco archeologico, int<strong>it</strong>olato<br />
allo studioso Antonio De<br />
Salvo palmese che per primo lo<br />
scoprì, è diventato luogo fruibile<br />
dai più.<br />
La programmazione, le attiv<strong>it</strong>à<br />
e tutte le manifestazioni in<br />
programma nel Parco, saranno a<br />
cura dalle associazioni Italia Nostra,<br />
sezione di Reggio Calabria e<br />
il Movimento Culturale “San Fantino”<br />
di Palmi, in collaborazione<br />
con la Soprintendenza per i Beni<br />
Archeologici della Calabria.
12 13<br />
In alto uno scorcio della Chiesa di “San Fantino” a Venezia - A lato il frontespizio<br />
di un libretto di un’Opera rappresentata al Teatro “San Fantino” di Venezia nel 1714<br />
di Francesco Saletta<br />
enezia, un mattino del 1996<br />
Vperso dentro una nota biblioteca/archivio<br />
della c<strong>it</strong>tà di<br />
Casanova, dove è più facile accendere<br />
ad un mutuo in banca<br />
che accedere ad essa, davanti ad<br />
una bibliotecaria dall’aria interrogativa.<br />
“Salve, avete documenti sulla<br />
Chiesa di San Fantin?”, esordii.<br />
“Si certo dovrebbe far richiesta in<br />
quei moduli, firmare questi altri<br />
moduli, fare la foto segnaletica,<br />
mettere lo zaino nell’armadietto,<br />
firmare qui, su, giù a doppia copia<br />
a tripla copia, non si possono<br />
far fotografie, metta via quei due<br />
chili di pane! Là nell’angolo, se<br />
ha bisogno c’è la macchina per il<br />
caffè che non le consiglio.” dice.<br />
“Non si possono fare fotocopie,<br />
scrivere sui libri, scrivere sui tavoli<br />
e né prest<strong>it</strong>i viste le condizioni<br />
dei documenti (ai quali, tra<br />
l’altro non avevo avuto ancora<br />
accesso), se ha bisogno ci sono<br />
postazioni con computer, il servizio<br />
con essi non costa un tot, ma<br />
tre tot!” esclama.<br />
“Ha bisogno di consultare qualcosa<br />
in particolare o scendere in<br />
dettagli su qualcosa”<br />
“...vorrei dettagliare lei..” Mi<br />
sarebbe piaciuto dirle, ma le<br />
mostrai un elenco di libri rari e<br />
meno rari…<br />
La bibliotecaria (con sicuramente<br />
discendenze prussiane o<br />
austriache) scomparve quindi nei<br />
meandri scuri della biblioteca,<br />
riapparendo dopo pochi minuti,<br />
in mano aveva un libro del 1970<br />
circa e due conten<strong>it</strong>ori rotondi<br />
in pelle bruna cuc<strong>it</strong>i con pelle di<br />
mammut prima della loro estinzione,<br />
lunghi circa 20 x 5 cm.<br />
“Le dò, per adesso, alcuni documenti<br />
ed un libro. Se ha bisogno<br />
di una lente d’ingrandimento,<br />
non ha che da chiederla, è<br />
gratis.” Ridice l’occhialuta.<br />
La guardo interrogativo, come<br />
per dirle: “Ma che perdindirindina<br />
mi consegna?”. E lei, indovinando<br />
il mio pensiero, da dietro<br />
gli occhiali mi dice con l’aria<br />
di chi ha tanta pazienza: “Sono<br />
due documenti antichi! Li tratti<br />
bene per favore!”. “Obbedisco.”<br />
dissi poco convinto con l’aria di<br />
chi voleva scappare. E firmai, per<br />
l’ennesima volta in 20 minuti, con<br />
il mio nome firmai e il mio nome<br />
era Pecos Bill… Prendendo in prest<strong>it</strong>o<br />
una strofa di una canzone di<br />
De Gregori.<br />
Così mi avviai con il mio fagottello<br />
verso uno stanzone enorme,<br />
dove vi erano studenti, ricercatori<br />
e studiosi seduti in tavoli<br />
antichi intarsiati dentro la quale<br />
il santo silenzio era rotto dal<br />
ticchettio dei portatili anni ‘90 e<br />
dallo sfoglio di libroni medievali..<br />
Passando notai un signore con<br />
i capelli bianchi assorto nella<br />
lettura di un paginone istoriato<br />
scr<strong>it</strong>to in non so quale lingua<br />
antica, ma doveva essere là da<br />
parecchio tempo dato che vi era<br />
una ragnatela tra la crapa pelata<br />
e le basette fine ‘800 ed il tavolo.<br />
Sedutomi in una postazione libera<br />
dove vi era il graff<strong>it</strong>o di Gutenberg,<br />
almeno così mi era sembrato,<br />
cominciai a mettere sul<br />
tavolo notes, penna e calamaio,<br />
quindi incominciai a sfogliare il<br />
libro del 1970 sull’arch<strong>it</strong>etto che<br />
nel XVI° sec. risistemò la chiesa e<br />
la piazzetta antistante. Messo da<br />
parte il libro cominciai ad aprire<br />
i due astucci e in quel silenzio,<br />
all’improvviso, si udì un: “Ohhh!”<br />
di meraviglia. Era il mio perché<br />
mi comparvero nelle mani due<br />
pergamene arrotolate!<br />
Nei mesi precedenti il 1996<br />
avevo fatto a Padova un corso di<br />
Paleografia, tenuto da docenti<br />
ex insegnanti in pensione e non,<br />
i quali oltre che a tenere quelle<br />
lezioni, erano dei ricercatori veri<br />
e propri, e riversavano con amo-<br />
“ScuSino, hanno<br />
documenti Su<br />
San Fantino?”<br />
re e professional<strong>it</strong>à le loro conoscenze<br />
a noi allievi, inv<strong>it</strong>andoci<br />
nei momenti liberi a seguirli nelle<br />
loro ricerche in giro per monti e<br />
per valli degli archivi del Veneto.<br />
Allievi, insomma erano 50 persone<br />
tutti insegnanti, docenti,<br />
professori di <strong>it</strong>aliano, latino,<br />
lettere antiche, storia antica e<br />
medievale, scr<strong>it</strong>tori e scr<strong>it</strong>trici,<br />
studiosi. Nessuno che avesse, ad<br />
esempio, solo un diploma di agraria…<br />
Mi r<strong>it</strong>rovai nelle mani queste<br />
due pergamene, le quali effettivamente<br />
erano delicatissime, anche<br />
se erano state trattate chimicamente<br />
per preservarle dai batteri<br />
e dal tempo, era come avere<br />
un neonato in braccio, cullarlo e<br />
aver paura di fargli del male con<br />
le nostre grandi mani e i nostri<br />
modi rozzi e duri.<br />
Una grande emozione si impadronì<br />
della mia mente, infatti<br />
durante quel corso fatto a Padova<br />
avevamo compiuto eserc<strong>it</strong>azioni<br />
su non so quante fotocopie<br />
di pergamene notarili del X - XI<br />
secolo aspettando il momento di<br />
avere in mano una pergamena<br />
autentica ed essere così iniziati a<br />
curare, proteggere e far preservare<br />
le memorie storiche.<br />
Forse quell’emozione è la stessa<br />
scossa che i ricercatori di tutto<br />
il globo terracqueo provano,<br />
dopo aver trovato delle antiche<br />
testimonianze.<br />
Perciò avvolto da questa grande<br />
emozione svolsi lentamente<br />
la prima pergamena di colore<br />
giallognolo, lessi la data scr<strong>it</strong>ta<br />
a mano con una grafia fine con<br />
poche sbavature d’inchiostro<br />
anche se con alcune macchie di<br />
vecchiaia, in un latino chiaro e<br />
comprensibile (tradurlo è stata<br />
una botta di c… fortuna incredibile,<br />
probabilmente con un altri<br />
documenti non sarei riusc<strong>it</strong>o), e<br />
tradussi:. (anno dello stato veneziano<br />
1235, anno calabrese e dei<br />
di Francesco Saletta<br />
vari Stati dello Stivale 1236. Infatti<br />
il Dogato Veneziano contava<br />
gli anni dal 25 marzo anziché dal<br />
1° gennaio).<br />
Pensando di trovare la storia<br />
della fondazione della Chiesa,<br />
o del teatro di comedia de San<br />
Fantin distrutto da un incendio<br />
nel 1750 o la commissione per<br />
la statua in marmo di San Fantin<br />
il calavrese di Tauriana come è<br />
chiamato dagli autori veneziani<br />
nel loro tipico dialetto, invece<br />
non era tutto ciò, erano “solo”<br />
donazioni che due signori facevano<br />
alla Chiesa di San Fantin nel<br />
1235 e nel 1250, con la firma,<br />
purtroppo per me illeggibile, di<br />
un notar de Vinegia con bellissimi<br />
Signus Notaris all’inizio e alla fine<br />
del documento.<br />
Nel corso di paleografia il nostro<br />
insegnante, un ottantacinquenne<br />
(purtroppo ormai buonanima)<br />
padovano alto, con due<br />
ciglia bianche folte, un bastone<br />
da passeggio ed una voce alta,<br />
solenne, autorevole di chi sapeva<br />
ciò che diceva (ed una bellissima<br />
figlia che lo veniva a prendere<br />
dopo le lezioni), ripeteva sempre<br />
a fine giornata, a noi allievi,<br />
Novelli Ricercatori ed ai “povari<br />
chiantapipi” con il solo diploma<br />
di agraria, un passo di Orazio:<br />
“Quandoque bonus dorm<strong>it</strong>at<br />
Homerus”, e di suo: “Numquan<br />
bonus paleographus dorm<strong>it</strong>at” e<br />
cioè: “Ogni tanto il buon Omero<br />
dorme” - “Giammai il buon paleografo<br />
dorme”.<br />
Mah...
FRA GLI SCOGLIAZZI<br />
Cristianello<br />
Fonte - Flickr.com<br />
di Felice Badolati<br />
cco! Sono affacciato alla rin-<br />
Eghiera della Motta, su quel<br />
quadro dai colori incredibili. Ed<br />
ho la gola chiusa. Ho provato,<br />
l’anno scorso, a scendere alla Marinella<br />
per fare ancora un bagno.<br />
L’ultimo? Ma non ce l’ho fatta: non<br />
riesco più a camminare su quelle<br />
grandi pietre che per tanto tempo<br />
sono state e sono il naturale<br />
percorso dalle scalette al primo<br />
Canemarino. Non ho più l’agil<strong>it</strong>à<br />
o la forza – non importa come la<br />
si possa chiamare – per muovermi<br />
senza pericoli. Meglio rassegnarsi.<br />
Anche se costa fatica…tanta…,<br />
ma la tavolozza di questo impareggiabile<br />
p<strong>it</strong>tore è talmente ricca<br />
che la mente e il cuore fanno<br />
in fretta a distrarsi. Si passa dal<br />
chiaro quasi avorio degli enormi<br />
massi proprio qui sotto, al verde<br />
brillante, là, vicino ‘o Scarricali;<br />
dall’azzurro chiarissimo fra la Cacina<br />
e gli Scogliazzi al blu profondo,<br />
l’indaco, fuori la Tappa; e il<br />
verde scuro macchiato del marrone<br />
degli scogli, sotto la Galleria…<br />
Quanti ricordi, quanti pensieri,<br />
quanti batt<strong>it</strong>i di un cuore che non<br />
sa dimenticare. E vorrebbe r<strong>it</strong>rovare,<br />
per esempio, i garang<strong>it</strong>uli<br />
che coprivano di macchie scure<br />
rossastre o verdognole – a seconda<br />
del sesso quegli scogli bianchi<br />
e nudi sotto la Motta. O i ciuffi<br />
di vermicelli di mare quasi nascosti<br />
dalle grandi alghe a forma di<br />
albero – quelle con le quali ci si<br />
puliscono i denti che diventano<br />
14 15<br />
E LA CACINA<br />
bianchissimi – che tappezzano di<br />
giallo-bruno le rocce cristalline<br />
del gran<strong>it</strong>o ercinico che rende<br />
così limpido il nostro mare. O le<br />
bocche sempre aperte delle murene<br />
che fra uno scoglio e l’altro<br />
aspettano le consuete prede: Monaceddhi,<br />
Vidioli e Gaioli…<br />
E il profumo. Il sentore tipico di<br />
questo nostro UNICO Paese.<br />
Anzi: I ‘sentori’ I profumi. Che<br />
variavano da zona a zona, cambiavano<br />
e indicavano questo o<br />
quel quartiere.<br />
Su al Trodio, la puzza del carbone<br />
e del ferro, elarg<strong>it</strong>a dalla<br />
Calabrolucana, si mescolava con<br />
le inconfondibili tracce lasciate –<br />
all’acqua e al vento…- da capre,<br />
asini, muli e …zingari accovacciati<br />
o appoggiati, ma sempre presenti.<br />
Dietro il Tribunale e la Matrice,<br />
si passava dagli aromi stuzzicanti<br />
delle cucine nella Ferrobetona,<br />
all’aspro salato sentore del<br />
Mercato, davanti al quale, proprio<br />
all’entrata, le “putiche” di<br />
donn’Antoni Divisa e ‘i Gambardella<br />
mettevano in bella mostra<br />
di sé le botticelle di alici salate<br />
e i fusti di piscistoccu. Vicino<br />
c’era il forno da Mannisa, che,<br />
con quello della Femiota nella<br />
piazzetta da farmacia di fronte a<br />
don Ciccio De Maria, riempiva le<br />
mattinate del profumo del pane<br />
fresco.<br />
Intorno al corso, tutto, quasi<br />
ogni casa aveva un cortile giardino,<br />
nel quale le signore del tempo<br />
amavano curare piante da frutto.<br />
Il che faceva sì che ogni stagione<br />
avesse il proprio rappresentante<br />
floricolo: d’autunno l’uva e il mosto<br />
– non si poteva scendere verso<br />
il Ponte Vecchio perché girava la<br />
testa…-, d’inverno arance e mandarini;<br />
a primavera il glicine che<br />
riempiva l’aria dei suoi effluvi; e<br />
d’estate…beh! D’estate la…natural<strong>it</strong>à…di<br />
equini – che avevano le<br />
stalle dietro l’angolo -, e capre –<br />
che ogni mattina portavano il latte<br />
fin dentro i portoni- prendeva<br />
decisamente il sopravvento. Fino<br />
a che, in serata, il Terrano non<br />
ripuliva l’aria e le coscienze…<br />
Ma già a maggio la Costa si animava<br />
di persone che andavano<br />
ad assistere alla pesca del pescespada.<br />
Perché l’ultima domenica<br />
di aprile si sorteggiavano ‘ i posti’,<br />
cioè quegli speroni di roccia,<br />
sparsi dalla Petrusa a Bagnara,<br />
dove si sistemava il ‘guardiano’<br />
che avvistato il pescespada nello<br />
specchio d’acqua assegnato al<br />
suo equipaggio, ne segnalava la<br />
presenza al Raìs sull’Untri, gridando<br />
sbracciando, urlando. “<br />
Veni ‘n terra, veni ‘nterra”, oppure<br />
“ca man’ ‘i fora” o ‘pe Ggioi,<br />
pe Ggioi” se non “pe sutta, pe<br />
sutta”. Tanto urlava, tanto muoveva<br />
la bandiera – uno straccio<br />
biancastro legato ad un bastone -<br />
che l’Untri sottile e veloce si portava<br />
a tiro e il rais lanciava sicuro<br />
e preciso la fiocina. E non sbagliava<br />
mai! Con l’applauso di quei<br />
palmesi che al mattino seguivano<br />
tale tipo di ‘caccia’ ed il pomeriggio,<br />
invece pure… aspettando<br />
l’orra che trasinu i Messina…<br />
E siamo arrivati, così, alla Ma-<br />
Alessio Marincola<br />
Fonte - Panoramio.com<br />
rinella. A piedi. Immersi in un<br />
mondo di luci e colori e profumi,<br />
i più vari. Già ‘o Trapp<strong>it</strong>u o ‘a<br />
Parmara – a seconda da dove si<br />
prendesse la strada per scendere<br />
- si passava dal sole pieno alla penombra<br />
degli ulivi. Poi, all’altezza<br />
della Madonnella cominciava<br />
‘a Curvatura che con il suo lastricato<br />
romano (è possibile, almeno<br />
così dice la tradizione) portava<br />
fino al ponticello sullo Scaricale<br />
che veniva, allora asciutto dal<br />
Campo Sportivo, ricco com’era<br />
di sambuchi e finto finocchietto.<br />
Da lì in poi, dopo la casa Lopresti<br />
e la curva con al centro la casa<br />
di Pietro Lucia ed al bordo – sul<br />
vallone - quella di Sasà Santoro<br />
con la sua barca bianca e azzurra<br />
sempre sotto calafatura, cominciavano<br />
le scalette che attraversavano<br />
quelle ‘lenze’ di v<strong>it</strong>i da<br />
vino, cu ficareddhi ianchi e pira e<br />
giuggioli; fino all’ultima piazzola,<br />
sulla quale si apriva il balcone di<br />
Rroccu Saracinu, il Prof.Pugliese,<br />
che vi osp<strong>it</strong>ava le sue amiche<br />
francesi… E su tutto e fra tutto,<br />
il profumo salmastro di erbe secche,<br />
di fiori di campo, di fili d’avena<br />
e di mare.<br />
Chi sa per quale antica ab<strong>it</strong>udine<br />
o vizio scaramantico, tutti<br />
i ragazzi, arrivati a quella terrazza,<br />
si affacciavano, come<br />
chiamati a guardare la Cacina e<br />
quei palazzi antichi – dei La Capria,<br />
dei Saffioti, e di chi…?- che<br />
ricevettero Garibaldi nel 1860 e<br />
nel 1943 i tedeschi che ferirono<br />
la Cacina con quegli zatteroni da<br />
sbarco arenativi sopra.<br />
Poi, ma in uno strano silenzio,<br />
con fretta ordinata, una bevuta<br />
alla fontanina,a fianco della scala,<br />
e giù fin dopo la barracchetta<br />
di ‘zi Rafaeli, utilizzata dai gnuri<br />
e dai forasteri, fino allo ‘scoglio<br />
da surprisa’, messo metà in acqua<br />
e metà a terra fra i Canimarini<br />
e i Scogghiazzi. Per poter essere<br />
al centro ed avere di fronte,<br />
là,in mezzo alla baia dove il fondale<br />
sprofonda nel blu, la tappa.<br />
Bisognava saper nuotare per raggiungerla,<br />
appunto come sosta<br />
nella nuotata fino alla Motta. Da<br />
lì tutta una tirata fino alla Grotta,<br />
passando sopra scogli dai colori i<br />
più vivaci, dai disegni inaspettati<br />
tracciati da ciuffi di alghe e colonie<br />
di ricci, e gaiole, monaceddhi,<br />
vidiole e rossi inv<strong>it</strong>anti ‘pumadora<br />
i mari’ – attenti che bruciano<br />
da morire - e pateddhi. A volte<br />
piccole, piccole e come seminate<br />
ma secche, oppure più grossette<br />
ma con la calotta bucata dai<br />
polipi e dai granchi che le mangiano.<br />
Più giù quelle più grosse<br />
e sotto ancora quelle enormi, le<br />
pateddhi i fundu, grandi potenti<br />
così attaccate allo scoglio che per<br />
poterle prendere bisognava usare<br />
un coltello.<br />
Chi sa perché, invece, non si<br />
nuotava verso gli scogli sotto la<br />
galleria, Non era una g<strong>it</strong>a normale.<br />
Forse perché da quella parte,<br />
dopo gli Scogliazzi, andavano i<br />
forestieri. O, più probabilmente,<br />
perché lì buttava le nasse Loiggi<br />
Barrara. Le nasse e le bombe. Ma<br />
all’alba quando non c’era ancora<br />
nessuno. Poi all’improvviso lo<br />
vedevi arrivare, ai remi della sua<br />
barca rossa e verde, tanto carica<br />
di pesce da sembrare mezzo<br />
affondata.. Pesce che vendeva<br />
sub<strong>it</strong>o: erano spigole, cerniotte,<br />
aragoste, occhiate, murene, garang<strong>it</strong>oli<br />
e pateddhi i fundu. E<br />
vedevi quelle signore che sceglievano:<br />
“no aragosta no, l’abbiamo<br />
mangiata ieri”, oppure “prendo<br />
quelle occhiate da fare alla brace<br />
con le patate sotto la cenere”<br />
…e i signori che si abboffavano di<br />
pateddhi e garant<strong>it</strong>oli che Loiggi<br />
apriva come fossero di pezza, incurante<br />
di tutte quelle spine.<br />
Mentre zi Rafaele faceva la<br />
doccia all’avvocato… al dottore…<br />
vuotando sulle loro teste a bumbula<br />
che aveva appena riemp<strong>it</strong>o<br />
alla FONTANINA. No, non quella<br />
sotto gli archi ‘da casa i mastru<br />
Carminu’, quella naturale che<br />
scendeva dal buco nella roccia<br />
all’inizio della scaletta e irrigava<br />
naturalmente una lenzetta i pumadoreddhi.<br />
Così leggera, così<br />
dissetante che allo scendere e al<br />
salire ci fermavamo tutti.<br />
Ora non c’è più - mi dicono -.<br />
Come la palizzata dove ci spogliavamo.<br />
Come la baracchetta di<br />
zi Rafaeli. O Rocco Pugliese, o…<br />
tanti, tanti…<br />
Ma forse sono io, ormai vecchio,<br />
che non vedo più tanto<br />
bene e non riesco più ad andare<br />
fin laggiù a provare ancora quella<br />
sensazione incredibile che si<br />
avverte quando ci s’immerge nel<br />
blu più profondo, nel verde cristallino,<br />
nel mare più caldo e più<br />
profumato che esista al mondo<br />
fra la Cacina e gli Scogliazzi, alla<br />
Marinella di Palmi.<br />
LA STERILITA’ MASCHILE:<br />
UNA SFIDA MEDICO-SOCIALE<br />
PER IL TERZO MILLENNIO<br />
’ ormai innegabile come<br />
E molti sono i fattori che contribuiscono<br />
a determinare una riduzione<br />
delle capac<strong>it</strong>à fecondanti<br />
del prodotto seminale; tutte le<br />
variabili che vi si associano, dunque,<br />
determinano grandi difficoltà<br />
nella diagnosi del problema e<br />
nella individuazione della corretta<br />
terapia volta a migliorare<br />
le condizioni di integr<strong>it</strong>à funzionale<br />
del paziente. Al contempo,<br />
i medici ed i biologi perseguono<br />
l’affannata ricerca nel tentativo<br />
di contribuire a migliorare efficacemente<br />
questa condizione patologica<br />
sia sul versane diagnostico<br />
che sul versante terapeutico. E’<br />
importante realizzare campagne<br />
comunicative al fine di diffondere<br />
informazioni sulle giuste e sane<br />
ab<strong>it</strong>udini quotidiane, infatti, la<br />
v<strong>it</strong>a frenetica ed ab<strong>it</strong>udini di v<strong>it</strong>a<br />
errate (complice lo stress) contribuiscono<br />
notevolmente a rendere<br />
tali patologie più diffuse con<br />
conseguenze negative in termini<br />
di ricadute economico-sociali e<br />
lavorative: l’uomo rimane sempre<br />
l’essere potente e fertile, ma<br />
in preda a problematiche socioculturali<br />
maggiori ed a molteplici<br />
patologie.<br />
Fino ad oggi gli sforzi medicoinformativi<br />
non sono mai stati<br />
fortemente incisivi, ma adesso,<br />
la maggiore consapevolezza<br />
comporta la necess<strong>it</strong>à di una<br />
diffusione delle informazioni<br />
anche e soprattutto attraverso<br />
i media e con linguaggi facili da<br />
comprendere per le giovani generazioni.<br />
cause della infertil<strong>it</strong>à maschile.<br />
Alcuni autori, già nel 1996,<br />
avevano elencato 51 sostanze<br />
capaci di lim<strong>it</strong>are il comportamento<br />
degli estrogeni “hormone<br />
disripting chemicals”(impos<strong>it</strong>ori<br />
ormonali).<br />
Esistono, oltre a questi altri<br />
Giuseppe Ciappina – Un<strong>it</strong>à biologica della riproduzione umana<br />
Fabio Palmiotto - Andrologo<br />
elementi nocivi alla fertil<strong>it</strong>à tra i<br />
quali: diossina, pesticidi, metalli<br />
pesanti, radiazioni, ecc.<br />
le patologie più frequenti<br />
dell’apparato riproduttivo maschile<br />
Uno studio da noi condotto nel<br />
comprensorio del Lamentino-<br />
Vibonese, a cavallo degli anni<br />
2009/2011, su un campione di 116<br />
pazienti con varie patologie e<br />
con difficoltà a concepire, ha fatto<br />
emergere le patologie più frequenti<br />
dell’apparato riproduttivo<br />
maschile: (questi dati non sono<br />
ancora assoluti, ma sovrapponibili<br />
ad altri lavori condotti da molti<br />
altri autori ancora allo studio).<br />
Infertil<strong>it</strong>à Idiopatica (40%); varicocele<br />
(19%); altre patologie (9%);<br />
Criptorchidismo (7%); infezioni<br />
del tratto uro-gen<strong>it</strong>ale da parte<br />
di agenti patogeni (6,50%); Ipogonadismo<br />
(2,5%); infertil<strong>it</strong>à immunologica<br />
(1,5%); Turbe endocrine<br />
(1,4%); cromosomopatie (0,1%)<br />
il ruolo degli estrogeni ambientali<br />
In questo ultimo decennio una<br />
lunga serie di ricerche ha sottolineato<br />
l’incidenza dell’inquinamento<br />
ambientale sulle patologie<br />
dell’infertil<strong>it</strong>à, evidenziando una<br />
diretta correlazione tra inquinamento<br />
ambientale e infertil<strong>it</strong>à.<br />
Tra gli elementi ambientali<br />
nocivi si individuano: pesticidi,<br />
organocloruri, bifenilpoliclorurati,<br />
fenoli, f<strong>it</strong>oestrogeni, ecc. con<br />
conseguente depos<strong>it</strong>o nel tessuto<br />
adiposo.<br />
Altre cause dell’infertil<strong>it</strong>à maschile<br />
sono:<br />
impos<strong>it</strong>ori ormonali: caffè, alcool,<br />
droga, attiv<strong>it</strong>à lavorative a<br />
rischio, xenobiotici, irregolar<strong>it</strong>à<br />
alimentare, ecc.;<br />
infezioni: la probabil<strong>it</strong>à di contrarre<br />
infezioni è sicuramente influenzata<br />
dal numero dei partner<br />
sessuali e dal non utilizzo di una<br />
corretta contraccezione come<br />
barriera; tale coinvolgimento<br />
spiega la grande difficoltà nella<br />
eradicazione di tali patologie.<br />
il declino della fertil<strong>it</strong>à maschile<br />
I dati di alcune ricerche condotte<br />
sulla fertil<strong>it</strong>à maschile (circa<br />
65 ricerche) evidenziano che<br />
negli ultimi 50 anni la qual<strong>it</strong>à del<br />
liquido seminale è diminu<strong>it</strong>a dal<br />
3,4 al 2,75 milioni/ ml e che la<br />
concentrazione è crollata da112<br />
milioni/ml nel 1940, e 66 milioni/<br />
ml nel 1998, successivamente nel<br />
2005 a 40 milioni/ml.<br />
Ancora oggi gruppi di studi lavorano<br />
per avere dei dati aggiornati<br />
al nostro periodo, ma sicuramente,<br />
i risultati ottenuti fino<br />
ad ora fanno pensare che tali dati<br />
non saranno certamente pos<strong>it</strong>ivi<br />
terapie della infertil<strong>it</strong>à maschile<br />
Farmaci Fsh (Ric) o/e ur., integratori,<br />
antibiotici, antinfiammatori,<br />
ecc.<br />
Terapie chirurgiche: elevato livello<br />
di tecniche diagnostiche ed<br />
operative.<br />
Applicazione di tecniche di concepimento<br />
assist<strong>it</strong>o: IUI, FIVET,<br />
ICSI, ecc.<br />
Vanno ampliate le conclusioni e<br />
legate al resto<br />
Poiché la riproduzione rappresenta<br />
uno dei momento fondamentali<br />
della nostra esistenza è<br />
comprensibile come qualsiasi indicazione<br />
su alcune difficoltà (o<br />
anche il solo sospetto), possa in<br />
modo indiscutibile evocare reazioni<br />
emotive non solo nel pubblico,<br />
ma anche nel mondo scientifico.<br />
Attraverso tale articolo<br />
perciò, si è tentato di comunicare<br />
l’idea che anche la infertil<strong>it</strong>à va<br />
considerata una malattia al pari<br />
di altre e che, pertanto, è indispensabile<br />
porre l’attenzione su<br />
tale problematica.
area basket -<br />
18 19<br />
PARCO GIOCHI<br />
... SI COMINCIA!!!<br />
home designer di giuseppe Magazzù<br />
con la collaborazione di Archiecostudio di Vincenzo Iannino<br />
l’area, destinata anche al pattinaggio, verrà completamente rinnovata, grazie al<br />
sostegno finanziario della compagnia di assicuazione,<br />
alleanza toro s.p.a. agenzia generale di palmi.<br />
infatti, l’ammontare della spesa riguardante la ripavimentazione, il rifacimento<br />
dei canestri e i lavori necessari sarà completamente a carico dell’agenzia generale<br />
di Palmi a cui va il nostro ringraziamento per la grande sensibil<strong>it</strong>à dimostrata<br />
per l’iniziativa.<br />
il portale che sarà posto all’ingresso del parco giochi.<br />
nella foto la pensilina di sosta coperta, in legno lamellare,<br />
attrezzata di sedute, offerta dall’ affermata società<br />
palmese, leader del settore:<br />
l’arte del falegname srl di Massimiliano<br />
arcuri e oreste pace-tel.096645057 -<br />
QuellA ROtONdA...<br />
di Enza Spatola<br />
Sul MARe<br />
Ci passo davanti ogni giorno. Essa è là, con la sua immagine<br />
per troppo tempo vagheggiata e adesso reale. Che la chiamino<br />
“Prometeus” o in altro modo, l’importante è che ci sia,<br />
perché la C<strong>it</strong>tà ha bisogno di cose fatte e, alla maniera dei<br />
padri, “ogni ficateddhu i musca è sustanza”.<br />
Raffinata la simbologia: radicate quelle ruote di pietra nel<br />
concetto di “cultura materiale” che William Ogburn espose,<br />
nella sua teoria del r<strong>it</strong>ardo culturale, come mutante in modo<br />
rapido e progressivo, in correlazione alla “cultura adattiva”<br />
(linguaggio, valori, norme di comportamento), che presenta<br />
invece un percorso più lento: le mental<strong>it</strong>à rimangono statiche<br />
per decenni nella cosiddetta subcultura, che tuttavia non è<br />
inferiore né si pone in contrasto con quella prevalente, ma<br />
ad essa si affianca.<br />
Due modi dunque di vedere le cose, le stesse cose: il bicchiere<br />
mezzo pieno della cultura egemonica, rappresentativa<br />
del cambiamento, proiettata nel divenire, e il bicchiere mezzo<br />
vuoto della cultura immateriale che ha bisogno di tempo<br />
per lasciarsi contaminare dalle speranze d’una social<strong>it</strong>à partecipata<br />
su larga scala.<br />
Coesistono le due culture, convivono e si sfiorano dinamicamente.<br />
E quando quella materiale manifesta periodi di stallo, poiché<br />
anche la tecnica ha bisogno di tempo per approfondire<br />
scienza e applicazione, ecco che quella immateriale prende<br />
il sopravvento, esce dal cono d’ombra e si manifesta immunizzata<br />
dalla contaminazione, pronta al confronto con le ultime<br />
frontiere materiali.<br />
E’ allora che diciamo con più consapevolezza “i tempi cangiaru,<br />
non su cchiù i tempi ‘i na vota”.<br />
Tuttavia dura poco il sorpasso, poiché con salti felini la<br />
prima cultura si ripropone attraverso nuove scoperte e invenzioni<br />
a cui la seconda, con linguaggio, valori e comportamenti,<br />
dovrà ancora e perpetuamente adattarsi.<br />
In questo perenne rincorrersi si realizza e si supera il r<strong>it</strong>ardo<br />
culturale di Ogburn.<br />
Se ci guadiamo intorno è innegabile che Palmi sia in una<br />
fase di blocco che dura ormai da parecchio tempo e, purtroppo,<br />
il blocco riguarda tanto la cultura materiale che quella<br />
immateriale. Non si vedono avanzamenti, prospettive, opportun<strong>it</strong>à.<br />
Tranne sporadiche e brevi iniziative di pochi “illuminati”,<br />
con apprezzabili tentativi di colpi di coda che vorrebbero essere<br />
il guizzo per la risal<strong>it</strong>a, tutto tace.<br />
In tempi di elezioni ci si aspetta e si spera in cambiamenti<br />
pol<strong>it</strong>ici. Ciò che conta non è il colore di bandiera, ma il “terzo<br />
occhio” di chi avrà la responsabil<strong>it</strong>à di governare Palmi.<br />
Auspichiamo tutti che la nuova amministrazione sappia attivare<br />
il suo sesto chakra indiano, per i nostri giovani soprattutto,<br />
per mettere fine alla diaspora delle menti, che è anche<br />
diaspora di lingua, valori, memorie.<br />
In caso contrario rimarremo quelli che siamo, e il c<strong>it</strong>tadino<br />
medio leggerà in quella rotonda la sua sub-simbologia.<br />
Passando davanti a quel gran<strong>it</strong>o continuerà a pensare:<br />
Sugnu propriu ieu!<br />
Haiu la testa nduruta comu na pethra di thrapp<strong>it</strong>u,<br />
e cu nesci tundu non mori quathratu!<br />
Lavurai sempri comu nu ciucciu a la capizza<br />
e mi throvu ancora notti e iornu… ammenzu a na sthrata.<br />
Ndi ungìa manigghj! E tutti s’a mbogghiaru!<br />
Ora mi misaru vicinu o palazzu i llenelli…<br />
pecchì non v<strong>it</strong>ti mai lusthru di luna!<br />
Mi sistemaru vicinu o campusantu…<br />
pecchì cu di speranza vivi disperatu mori.<br />
E ddha rosa d’i venti m’arricorda<br />
ca comu va’ lu ventu è mentiri la vila,<br />
ma, purthroppu, undi ti menti menti… u mari è salatu!<br />
Il bicchiere mezzo vuoto. Il pessimismo dei padri. E Ogburn?<br />
Da dimenticare.
di Nella Cannata<br />
’ la terza volta che Riana,<br />
E una ragazza straniera che<br />
vive nel nostro paese,torna dolorante<br />
dal pronto soccorso. Le<br />
hanno curato, ancora una volta,<br />
le ecchimosi e le fer<strong>it</strong>e che il mar<strong>it</strong>o,<br />
durante le sol<strong>it</strong>e scenate di<br />
gelosia le ha procurato con brutale<br />
e ingiustificata violenza. Sono<br />
tre volte che si reca al commissariato<br />
a denunciare il fatto e poi r<strong>it</strong>orna<br />
in quella che ormai non può<br />
più considerarsi “nido sicuro”, a<br />
trascorrere le giornate chiusa a<br />
chiave nella sua stanza, per sottrarsi<br />
alle continue aggressioni, in<br />
attesa di una sentenza di separazione<br />
che l’allontani dal mostro.<br />
Ci sono migliaia di Riana in Italia<br />
che, come lei, vivono la paura di<br />
un rapporto malato, affrontano in<br />
sol<strong>it</strong>udine e con grande dispera-<br />
feMMinicidio<br />
QUANDO SI PUò<br />
MORIRE D’AMORE...<br />
zione il buio del dramma familiare.<br />
Le statistiche parlano chiaro:<br />
ogni tre giorni una donna in Italia<br />
viene uccisa per mano del proprio<br />
partner. Secondo i dati della Polizia<br />
e dell’Istat una donna su 4,<br />
nell’arco della v<strong>it</strong>a, subisce violenza.<br />
Negli ultimi nove anni il fenomeno<br />
degli omicidi è aumentato<br />
del 300%: 127 nel 2010, 137 nel<br />
2011 e oltre 55 dall’inizio dell’anno.<br />
Una vera e propria strage che<br />
sol<strong>it</strong>amente si consuma dopo mesi<br />
di l<strong>it</strong>i e violenze dentro le mura<br />
domestiche. Nella famiglia <strong>it</strong>aliana,<br />
dunque, si uccide più che nella<br />
mafia, più che nella criminal<strong>it</strong>à<br />
organizzata. Donne strangolate,<br />
accoltellate o prese a martellate.<br />
Ex mogli o ex fidanzate, sorelle,<br />
suocere uccise con furia cieca<br />
con propos<strong>it</strong>o, a volte, covato da<br />
lungo tempo. L’Italia è al 1° posto<br />
in Europa per le violenze fami-<br />
20 21<br />
liari. I media le segnalano come<br />
omicidi passionali, storie di raptus<br />
o di amori sbagliati. I protagonisti<br />
sono generalmente uomini<br />
consumati dalla rabbia e dalla gelosia<br />
che mettono in atto una sorta<br />
di punizione nei confronti della<br />
propria donna, spesso colpevole<br />
della trasgressione di un modello<br />
comportamentale stereotipato in<br />
una cultura di tipo patriarcale. Si<br />
tratta, dunque, di una pratica che<br />
non ha matrice patologica, ma è<br />
frutto di un retaggio culturale<br />
che vede la donna in condizioni<br />
di inferior<strong>it</strong>à rispetto all’uomo,<br />
il quale quasi sempre opera su<br />
di lei una pressione psicologica,<br />
economica e fisica, sentendosi leg<strong>it</strong>timato<br />
a disporre della sua v<strong>it</strong>a<br />
come fosse “res propria”. Il nome<br />
che identifica tale fenomeno è<br />
femminicidio. La scr<strong>it</strong>trice attivista,<br />
femminista Diana Russel fu<br />
la prima a evidenziarlo, sostenendo<br />
che tutte le società patriarcali<br />
hanno usato e continuano ad<br />
usare il femminicidio come forma<br />
di punizione e controllo sociale<br />
sulle donne. Con tale neologismo<br />
si indica ogni forma estrema di<br />
violenza di genere contro la donna,<br />
ogni violazione dei suoi dir<strong>it</strong>ti<br />
umani attuata attraverso condotte<br />
misogine e la conseguente impun<strong>it</strong>à<br />
di tali condotte sia a livello<br />
ist<strong>it</strong>uzionale che sociale.<br />
Il termine femminicidio fu introdotto<br />
per la prima volta nel<br />
2009 in Messico, paese condannato<br />
dalla Corte interamaricana<br />
dei dir<strong>it</strong>ti umani a causa dell’indifferenza<br />
con cui le autor<strong>it</strong>à di<br />
una c<strong>it</strong>tadina del Chihuahua, nel<br />
1993, avevano lasciato impun<strong>it</strong>i<br />
gli omicidi di oltre 500 donne<br />
(altre 500 risultarono scomparse)<br />
che avevano sub<strong>it</strong>o violenze,<br />
amputazioni, torture ed erano<br />
state oggetto di “giochi” erotici<br />
disumani(molte di queste erano<br />
solo bambine)… Quando “la relatrice<br />
speciale sulla violenza di genere”<br />
delle Nazioni Un<strong>it</strong>e, Rashida<br />
Manjoo, (che a marzo scorso<br />
ha vis<strong>it</strong>ato l’Italia),ha spiegato la<br />
s<strong>it</strong>uazione attuale del nostro Paese,<br />
ha parlato esplic<strong>it</strong>amente della<br />
violenza domestica come della<br />
“forma di violenza più pervasiva<br />
che continua a colpire le donne<br />
<strong>it</strong>aliane”, ribadendo che è la prima<br />
causa di morte per le donne<br />
tra i 16 e i 44 anni. “Ormai siamo<br />
al femminicidio”, ha aggiunto<br />
l’accademica, “cioè alla distru-<br />
zione fisica, simbolica, psicologica,<br />
economica e ist<strong>it</strong>uzionale della<br />
donna”. La sua colpa è quella<br />
di non incarnare più l’ideale di<br />
femmina obbediente, brava madre<br />
e moglie virtuosa e soprattutto<br />
quella di essersi sottratta<br />
al controllo del proprio partner,<br />
decidendo liberamente della propria<br />
v<strong>it</strong>a. Purtroppo, molto spesso<br />
la violenza domestica non è<br />
percep<strong>it</strong>a come reato tant’è che<br />
nel nostro sistema giuridico manca<br />
uno specifico inquadramento<br />
normativo per la tutela della<br />
donna. Si evidenziano, infatti,<br />
grandi lacune nella inflizione della<br />
pena, nel risarcimento e nella<br />
protezione delle v<strong>it</strong>time. Ciò<br />
spiega la così bassa percentuale<br />
di denunce (solo il 6%) rispetto<br />
al numero di violenze sub<strong>it</strong>e.<br />
La Commissione dell’ONU, preoccupata<br />
dal nostro sistema alquanto<br />
fallimentare in tema di<br />
protezione, vista la leggerezza<br />
delle condanne per violenza domestica<br />
e visto l’aumento di omicidi<br />
di donne ad opera dei propri<br />
partner, ha inviato all’Italia raccomandazioni<br />
e obbligazioni per<br />
attuare campagne di sensibilizzazione<br />
e prevenzione, proteggere<br />
e seguire le donne sul piano psicologico<br />
e agevolare il loro inserimento<br />
nel mondo del lavoro.<br />
Sarebbe auspicabile, dunque,<br />
il riconoscimento giuridico<br />
del femminicidio, inteso come<br />
reato, non solo contro le donne,<br />
ma contro l’uman<strong>it</strong>à, al fine di<br />
favorire la effettiva par<strong>it</strong>à dei<br />
dir<strong>it</strong>ti e l’eliminazione di ogni<br />
discriminazione e violenza verso<br />
le donne in quanto donne.<br />
Perché le donne non debbano<br />
più pagare con la v<strong>it</strong>a la scelta<br />
di essere se stesse piuttosto che<br />
ciò che gli uomini e la società<br />
vorrebbero che fossero. Perché<br />
le donne non debbano più avere<br />
paura di essere “troppo amate”.<br />
Per questo motivo sul web è in<br />
corso una raccolta di firme volta<br />
a sollec<strong>it</strong>are la pol<strong>it</strong>ica ad impegnarsi<br />
attivamente nel contrasto<br />
di questo fenomeno con una legge<br />
parlamentare che disciplini il<br />
femminicidio: troppe donne continuano<br />
a morire perché manca<br />
una reazione collettiva verso una<br />
cultura assassina che riporta in<br />
auge pregiudizi e stereotipi antichissimi,<br />
legati alla viril<strong>it</strong>à e<br />
all’onore. E’ arrivato il momento<br />
di agire e dire basta!
22 23<br />
La Redazione<br />
ell’amb<strong>it</strong>o del progetto “La<br />
Nc<strong>it</strong>tà è dei ragazzi”, promosso<br />
dal settore WALFARE del Comune<br />
di Palmi ed organizzato dall’associazione<br />
PROMETEUS, è stato indetto<br />
il concorso fotografico a cui<br />
la locandina a fianco si riferisce. La<br />
Redazione di MADRETERRA, sempre<br />
attenta e sensibile a qualsiasi<br />
forma di coinvolgimento, aggregazione<br />
e partecipazione attiva alla<br />
v<strong>it</strong>a sociale della c<strong>it</strong>tà da parte dei<br />
giovani, orgoglio e futuro di Palmi,<br />
ha deciso di “premiare”, con la<br />
pubblicazione delle foto, lo sforzo,<br />
l’arte e l’amore che i partecipanti<br />
hanno manifestato.<br />
Ogni mese, su questa rivista,<br />
verranno pubblicate le foto, pervenute<br />
nei tempi e modi previsti dal<br />
regolamento.<br />
Non vi saranno dei vinc<strong>it</strong>ori di<br />
concorso, ma, di volta in volta, la<br />
foto che la redazione r<strong>it</strong>errà, artisticamente,<br />
più interessante avrà<br />
uno spazio maggiore all’interno<br />
delle pagine stesse.<br />
foto - orlando alba<br />
foto - Madafferi isabella<br />
foto - barbaro andrea<br />
foto - saffioti Matteo
Immanuel kant<br />
Ver<strong>it</strong>à e menzogna<br />
di Chiara Ortuso<br />
ire la ver<strong>it</strong>à è un dovere inequivocabile ed è dir<strong>it</strong>to di ogni uomo<br />
Dricercarla in ogni circostanza o esperienza della propria v<strong>it</strong>a.<br />
Contrapposta ad essa è la menzogna che può essere defin<strong>it</strong>a come:<br />
‘dichiarazione non vera nei confronti di un altro uomo’. La bugia danneggia<br />
l’uman<strong>it</strong>à in generale in quanto rende inutile e inservibile la<br />
stessa fonte del dir<strong>it</strong>to. kant narra nel suo saggio ‘ Su un preteso<br />
dir<strong>it</strong>to di mentire per amore degli uomini’ come anche una menzogna<br />
detta a fin di bene può, attraverso un’accidental<strong>it</strong>à, diventare punibile<br />
secondo leggi civili:<br />
‘ Se infatti hai ev<strong>it</strong>ato al momento con una menzogna che qualcuno<br />
che med<strong>it</strong>ava un assassinio compisse il fatto, sei però responsabile di<br />
fronte al dir<strong>it</strong>to di tutte le conseguenze che ne potrebbero venire. Se<br />
invece ti sei attenuto alla ver<strong>it</strong>à, la giustizia pubblica non può avere<br />
nulla a che dire con te.”<br />
Kant estremizza la pericolos<strong>it</strong>à della menzogna per dimostrare che<br />
‘chi mente per quanto benevolmente possa essere intenzionato’ deve<br />
rispondere poi delle conseguenze delle sue azioni di fronte alla legge.<br />
Nulla di più attuale in un panorama pol<strong>it</strong>ico che della ‘nobile e utile<br />
arte della menzogna’, secondo la felice espressione di Jonathan Swift<br />
nei Viaggi di Gulliver, fa un uso tanto quotidiano quanto sfrontato.<br />
Non si può nascondere con amarezza che la pol<strong>it</strong>ica, la ‘nobile pol<strong>it</strong>ica’,<br />
non ab<strong>it</strong>a più qui. O forse non è all’altezza delle aspettative<br />
umane che, con il trascorrere degli anni, dei secoli, sono sempre più<br />
inesauribili e incontentabili. Ma la questione problematica consiste<br />
nel fatto che a non “dimorare più in questo mondo” sembra essere<br />
persino la morale, che certamente è distinta dall’arte pol<strong>it</strong>ica ma non<br />
opposta! E’ l’interesse egoistico e personale che muove gli uomini<br />
al potere, non l’etica in sé e per sé avulsa da ogni esibizionismo,<br />
dal bisogno di emergere ad ogni costo, da parole ad effetto che non<br />
contengono nulla tranne eco e forma. Ogni s<strong>it</strong>uazione è infatti ottima<br />
per evidenziare preparazione, cultura, individualismo, perdendo<br />
di vista lo scopo principale: il benessere e la cresc<strong>it</strong>a della società.<br />
Tutto il tempo speso a spintonarsi, a complottare gli uni contro gli altri<br />
potrebbe essere impiegato più proficuamente per raggiungere dei<br />
risultati che non siano solo sterili numeri. Come se i numeri potessero<br />
parlare! Come se potessero raccontare della disperazione, delle difficoltà<br />
di ogni singolo, di ogni c<strong>it</strong>tà, di ogni nazione. Detesto i numeri,<br />
specie se trattati non come mezzi o punti di partenza per risollevare<br />
le sorti individuali e generali, ma solo come meri fini. Nessun uomo<br />
può essere una cifra sommabile o sottraibile, ma è sempre un mondo,<br />
un universo differente da quello di altri con una dign<strong>it</strong>à da rispettare.<br />
Forse i pol<strong>it</strong>ici di oggi, coloro che ricoprono spazi di responsabil<strong>it</strong>à, o<br />
chi si r<strong>it</strong>iene tale, dovrebbero fare propri gli imperativi morali di kant<br />
secondo cui la ver<strong>it</strong>à è il fondamento di tutti i doveri. Forse dovrebbero<br />
ispirare le loro condotte, pubbliche ma anche private, a quella<br />
veridic<strong>it</strong>à di affermazioni e comportamenti che non si può eludere,<br />
che è un dovere formale verso se stessi, verso l’uomo in quanto tale.<br />
24 25<br />
UN NUOVO SINDACO<br />
PER PALMI<br />
di Carmela Gentile<br />
l sei maggio sono state indette a Palmi le elezioni comunali per la<br />
Inomina del Sindaco ed il rinnovo del Consiglio Comunale. Si conclude<br />
così il periodo contrassegnato dalla vacanza del Seggio del Primo<br />
c<strong>it</strong>tadino Palmese, occupato pro tempore dalla dottoressa Bellomo,<br />
commissario designato, che ha degnamente condotto l’amministrazione<br />
della C<strong>it</strong>tà di Palmi fino all’insediamento del nuovo Sindaco. I due<br />
candidati a sindaco andati al ballottaggio, Giovanni Barone e Salvatore<br />
Boemi, aspirano ad assumere l’oneroso incarico, promettendo alla C<strong>it</strong>tà<br />
ed all’elettorato di far meglio dei loro predecessori, nell’interesse<br />
della C<strong>it</strong>tà. Questo è anche ciò che si augurano gli onesti c<strong>it</strong>tadini<br />
palmesi i quali, checché se ne dica e se ne pensi, rappresentano la<br />
stragrande maggioranza della popolazione della nostra beneamata<br />
C<strong>it</strong>tà. La sfiducia che ha invest<strong>it</strong>o la pol<strong>it</strong>ica attuale, inev<strong>it</strong>abilmente<br />
colpisce anche le sue diramazioni comunali. Pertanto non risulta facile<br />
credere fermamente che un solo uomo (o donna), sia realmente in grado<br />
di mutare le sorti della C<strong>it</strong>tà. Anche se, ogni rinnovo della carica a<br />
Sindaco, inev<strong>it</strong>abilmente alimenta le speranze dei c<strong>it</strong>tadini, di riuscire<br />
finalmente ad assistere al riscatto della C<strong>it</strong>tà di Palmi, che vanta un<br />
glorioso passato di civiltà, di cultura e di egemonia sui comuni lim<strong>it</strong>rofi.<br />
Probabilmente, con i tempi che corrono, le aspettative sono sproporzionate<br />
rispetto al reale potere che possiede il Primo C<strong>it</strong>tadino,<br />
per quanto illuminato possa essere, di cambiare in maniera decisiva<br />
la realtà dei fatti. In tal senso, mi sento di concedere quantomeno<br />
solidarietà, alla persona che si appresta ad abbracciare l’ingrato comp<strong>it</strong>o,<br />
nella speranza che la propria opera rimanga a futura memoria.<br />
In realtà, tra pastoie burocratiche, opposizione e franchi tiratori, governo<br />
centrale sempre più tirato nei confronti delle amministrazioni<br />
comunali, il nuovo Sindaco avrà poco da gioire e tantissimo da lavorare.<br />
Dovrà essere dotato di spir<strong>it</strong>o di sacrificio ed abnegazione, lavorare<br />
indefessamente e prepararsi al fuoco di fila delle cr<strong>it</strong>iche che,<br />
inev<strong>it</strong>abilmente, prima o poi giungeranno a giudicare il suo operato.<br />
Pertanto, visto il quadro desolante, obiettivamente, l’unico sentimento<br />
che mi coglie, oltre la speranza che è sempre l’ultima a morire,<br />
è quello di solidarietà nei confronti della persona che si appresta<br />
con tanto entusiasmo (visto lo spiegamento di propaganda caratteristico<br />
dei giorni preelettorali), ad abbracciare il nuovo incarico.<br />
Ad ogni buon conto, bando ai pessimismi, come c<strong>it</strong>tadina palmese,<br />
profondamente amante della propria C<strong>it</strong>tà, continuo ad augurarmi e<br />
ad augurare ai miei conc<strong>it</strong>tadini, di poter eleggere una persona illuminata,<br />
che sappia comprendere i profondi bisogni della gente, che<br />
sappia parlare ai propri conc<strong>it</strong>tadini e, senza vane promesse, si impegni<br />
a condurre il timone di questa nave in acque più tranquille; una<br />
persona che sappia porgere una mano a coloro che si trovano in reali<br />
difficoltà con equilibrio, elastic<strong>it</strong>à e larghezza di vedute, ma che si<br />
impegni anche al rispetto della legal<strong>it</strong>à (insomma un extraterrestre!)<br />
Scherzi a parte, r<strong>it</strong>engo che, a fronte delle aspettative, che sono<br />
molte, ci si possa accontentare di un uomo comune, che abbia a cuore<br />
il destino della propria C<strong>it</strong>tà e dei propri conc<strong>it</strong>tadini, e che, senza<br />
pretendere troppo, si impegni a gettare le basi per un nuovo futuro<br />
più roseo e più prospero di quello attuale. In questo spir<strong>it</strong>o, potrà<br />
ottenere il beneplac<strong>it</strong>o e la collaborazione dei propri conc<strong>it</strong>tadini<br />
onesti e volenterosi.
I Club UNESCO della Calabria<br />
in vis<strong>it</strong>a alla Grotta dei RE di PLACANICA<br />
26 27<br />
di Oreste Kessel Pace<br />
D<br />
omenica 15 aprile i Club Unesco di<br />
Reggio Calabria, Palmi, Scilla e Gerace<br />
si sono recati in sopralluogo presso<br />
la ormai famosa Grotta dei RE pelasgici<br />
di Placanica.<br />
Le organizzazioni sono state osp<strong>it</strong>i del<br />
Sindaco Mario Clemeno e dell’Assessore<br />
alla Cultura Giuseppe Clemeno, (il “re<br />
<strong>it</strong>alo” di reggio, presieduto da Alberto<br />
Gioffrè, il “san rocco di Montpellier”<br />
di palmi, presieduto da Rocco Mil<strong>it</strong>ano<br />
ed Oreste kessel Pace, quello di gerace,<br />
presieduto da Emanuela Ientile, ed<br />
il Com<strong>it</strong>ato di scilla, presieduto da Joe<br />
Laganà).<br />
Nel Sud dell’Italia una nuova ricerca<br />
sta appassionando da anni i Club: quella<br />
sui “popoli del mare” o Pelasgi. Dagli studi<br />
che un socio onorario del Club UNESCO<br />
“Re Italo” di Reggio (Domenico Raso) ha<br />
svolto negli ultimi 30 anni, è emerso che<br />
proprio nell’attuale provincia di Reggio,<br />
ottomila anni fa, furono trasportati dal<br />
Nord Africa (medio Oriente) ben 110 sepolcri<br />
di Re del Mare, depos<strong>it</strong>ati per anni<br />
in una grotta s<strong>it</strong>uata nei pressi dell’antico<br />
borgo di Placanica, e quindi collocate<br />
defin<strong>it</strong>ivamente in un s<strong>it</strong>o (scelto non a<br />
caso) nel terr<strong>it</strong>orio di Nardodipace.<br />
Qui, negli anni Cinquanta, sono state<br />
scoperte alcune vestigia, purtroppo distrutte<br />
o comunque spostate illegalmente<br />
dai luoghi. Alle fine degli anni Novanta<br />
però l’attenzione dell’opinione pubblica<br />
fu posta sui cosiddetti “Megal<strong>it</strong>i di nardodipace”,<br />
che testimoniano l’entrata ai<br />
sepolcri. Le Autor<strong>it</strong>à competenti non riconobbero<br />
i reperti, e l’Ist<strong>it</strong>uto Nazionale<br />
di Geologia pose un vincolo “geologico”<br />
al s<strong>it</strong>o: così viene imped<strong>it</strong>a qualsiasi<br />
ulteriore ricerca.<br />
La rivoluzionaria storia del popolo pelasgico<br />
quindi, rimane ancora un’ipotesi.<br />
I Club UNESCO della Provincia di Reggio<br />
intendono far luce su tutto ciò, ed accred<strong>it</strong>are<br />
gli studi di uno stuolo sempre più<br />
numeroso di ricercatori, i quali stanno<br />
continuamente vis<strong>it</strong>ando l’Area Pelasgica<br />
d’Italia (che si estende nelle due Province<br />
di reggio e di Vibo Valentia, nel<br />
terr<strong>it</strong>orio dell’Italia primigenia).<br />
Dopo l’attento sopralluogo alla “Grotta<br />
dei Re” (sul Monte Gallo), le Delegazioni<br />
(che erano arricch<strong>it</strong>e da Soci, membri<br />
dei Consigli Direttivi, ed Ambasciatrici di<br />
Russia e Georgia, nonchè dalla presenza<br />
dello studioso Oreste kessel Pace) hanno<br />
vis<strong>it</strong>ato il Convento presso il quale Tommaso<br />
Campanella ha preso I voti, il borgo<br />
antico, ed il castello.<br />
Nella Sala Consiliare del Comune si è<br />
svolto infine un Convegno, al quale hanno<br />
partecipato anche molti membri della<br />
Giunta e dello stesso Consiglio Comunale<br />
di Placanica, che hanno manifestato il<br />
pieno appoggio morale all’iniziativa dei<br />
Club UNESCO reggini. In particolare, ha<br />
riscosso notevole successo l’intervento<br />
dello studioso, scr<strong>it</strong>tore e allievo dell’antropologo<br />
prof. Domenico Raso Oreste<br />
Kessel Pace, il quale ha ampiamente<br />
dettagliato i presenti sugli ultimi sviluppi<br />
storico-scientifici relativi agli studi sulle<br />
civiltà antiche legate al terr<strong>it</strong>orio di Placanica,<br />
sulle responsabil<strong>it</strong>à dei c<strong>it</strong>tadini<br />
per la salva-guardia dei luoghi e sulla<br />
importanza strategico-economica che<br />
potrebbero rivestire per il rilancio della<br />
c<strong>it</strong>tadina calabrese. kessel è stato omaggiato<br />
e plaud<strong>it</strong>o dalla platea emozionata.<br />
Alla giornata ha fattivamente partecipato,<br />
sia come guida che come ricercatore<br />
ormai universalmente apprezzato,<br />
anche Alfonso Carè.<br />
La fondamentale missione dell’UNESCO<br />
è la divulgazione della cultura e della<br />
scienza. I Club sono nati col preciso<br />
scopo di diffondere gli ideali UNESCO di<br />
pace e scambi tra le popolazioni, e di<br />
valorizzare il patrimonio culturale conosciuto<br />
e nascosto.<br />
Viaggiatori a Palmi nel secolo XVIII<br />
avanti il grande flagello<br />
nche per il primo periodo del XVIII secolo come per quello del precedente è vano ricercare memorie di<br />
Apersonal<strong>it</strong>à <strong>it</strong>aliane od estere di buona cultura desiderose di portarsi in Calabria, onde vis<strong>it</strong>arne le amene<br />
local<strong>it</strong>à ed abbeverarsi alla sua storia ed ai suoi costumi. Ad una spinta in tal senso sono riusc<strong>it</strong>e sicuramente<br />
d’impedimento le varie instabil<strong>it</strong>à create dai ripetuti frangenti bellici. Per cui, per una ripresa del fenomeno<br />
occorrerà attendere soprattutto la fine del viceregno e la creazione e conseguente consolidamento di uno stato<br />
indipendente, quello di Napoli con garante la dinastia borbonica.<br />
Da quanto conosciamo, il primo a farsi avanti è stato nel 1767 il barone austriaco johann hermann von riedesel,<br />
ch’è stato in Calabria nel mese di maggio al r<strong>it</strong>orno dalla Sicilia. Purtroppo, sbarcato a Reggio, ha seguìto<br />
un <strong>it</strong>inerario che da quest’ultima c<strong>it</strong>tà lo ha portato in Puglia attraverso Locri, Crotone, Corigliano ed altre realtà<br />
urbane del l<strong>it</strong>orale ionico. La sua opera “Viaggio attraverso la Sicilia e la Magna Grecia” sarà ed<strong>it</strong>a nel 1771.<br />
Nel 1775 a pervenire in Calabria è stato il trentino di Tassallo carlantonio pilati, giureconsulto, filosofo, storico,<br />
appassionato di geometria e di aspetti sociali, il cui resoconto è stato pubblicato due anni dopo in Francia.<br />
L’ennesimo viaggiatore, che mostra di conoscere il passato della regione e le opere dei tanti che ne hanno<br />
scr<strong>it</strong>to, non è riusc<strong>it</strong>o neanche lui a fare a meno di riportare i sol<strong>it</strong>i luoghi comuni, ma quelli erano i tempi e<br />
si r<strong>it</strong>eneva come oro colato quanto si riusciva ad apprendere nel poco tempo che durava il viaggio. Era vero!<br />
Anche lui conosceva tanti calabresi in considerazione di brave persone, ma la maggior parte avevano «l’âme<br />
basse, e l’espr<strong>it</strong> tournè a la rouberie» (l’animo vile e la mente indirizzata al furto), invero un brutto carattere<br />
formatosi durante la dominazione romana. Altro luogo comune, tra tanti, era rappresentato dalla fata morgana,<br />
un fenomeno che anche Pilati ha preteso di aver potuto ammirare.<br />
Il Pilati, partendosene da Mileto verso Reggio, ha potuto osservare la «delicieuse» Piana ricca di ulivi, che,<br />
proseguendo lungo la costa, si protendeva fino a Seminara. Il terr<strong>it</strong>orio appariva tutto punteggiato di villaggi,<br />
che nell’antich<strong>it</strong>à avevano nomi importanti come Metauria, Tauriana, Porto Oreste. A questo propos<strong>it</strong>o riferisce<br />
il particolare che non ci si avvedeva di resti di sorta, ma soltanto di quelli di una c<strong>it</strong>tà, Tauriana, che veniva<br />
contesa sia da Laureana che da Seminara. Per quest’ultimo centro si è soffermato sulla recente importazione<br />
del trappeto alla genovese ad opera di D. Demetrio Grimaldi (ma si tratta, com’è arcinoto, di Domenico). Per<br />
quanto riguarda in defin<strong>it</strong>iva Palmi, i riferimenti si rivelano alquanto scarsi. A parte il fatto che i suoi ab<strong>it</strong>anti<br />
producevano un vino considerato all’epoca tra i migliori, a partire da essa e fino a Scilla non era dato incontrare<br />
resti di una qualche antich<strong>it</strong>à. Faceva eccezione una vetusta muraglia in mer<strong>it</strong>o alla quale i rispettivi ab<strong>it</strong>anti<br />
erano di parere diverso. Se per gli uni si trattava di un’opera fatta costruire dal tiranno di Reggio Anassila, per<br />
gli altri era invece un lavoro voluto da Marco Crasso per contenere Spartaco e gli schiavi in rivolta che lo seguivano<br />
e che si erano accampati proprio in tale posto. Dopo Palmi era dato marciare parecchio su un terreno di<br />
talco, dal quale, battendo il piede con una certa risolutezza, si otteneva un suono.<br />
Oltre alle guerre, anche la s<strong>it</strong>uazione san<strong>it</strong>aria si qualificava d’intralcio alle vis<strong>it</strong>e di personal<strong>it</strong>à regnicole e<br />
non, tanto che i pochi che vi si avventuravano saltavano a piè pari proprio il tratto di mare che da Reggio portava<br />
a Pizzo, Tropea, Paola. Ciò è pienamente avvert<strong>it</strong>o nei lavori lasciatici da altre due personal<strong>it</strong>à che hanno<br />
vis<strong>it</strong>ato la regione calabra nello stesso anno, nel 1778. Nel febbraio vi è trans<strong>it</strong>ato l’inglese henry Swinburne,<br />
autore di “Viaggio nelle Due Sicilie” dato alle stampe nel 1785, che, pur dilungandosi a trattare della pesca del<br />
pescespada, nella sua opera rivela un lapidario «salpammo ed attraversammo velocemente la baia di Gioia».<br />
Quindi, è stata la volta del francese Dominique vivant de non, scr<strong>it</strong>tore, storico e incisore, che, pur re<strong>it</strong>erando<br />
la difficoltà del trovarsi in zona, ha lasciato qualche notazione in più.<br />
Come ha scr<strong>it</strong>to nel suo “Calabria felix”, il De Non ha potuto vedere la costa tirrenica dal mare, che ha<br />
tenuto a dichiarare «costa funesta del golfo di Gioia, dove la quarantena ci chiudeva i ripari rari e difficili di<br />
cui avremmo potuto aver bisogno durante la notte». Contrariamente al precedente è riusc<strong>it</strong>o però a darci una<br />
qualche visione di Palmi, che ha paragonato in pos<strong>it</strong>ivo a Bagnara. Così infatti ha relazionato al riguardo: «Più<br />
lontano Palmi, in posizione migliore, su una terrazza che mi sembrava meglio coltivata». All’opposto Gioia intravista<br />
«in fondo al golfo al quale dà il suo nome, in un paese più basso e meno austero». In ver<strong>it</strong>à, la fatica<br />
del De Non l’anno dopo è stata inser<strong>it</strong>a con poche modifiche dall’abate Giovanni Claudio Richard conte di Saint<br />
Non nella sua monumentale opera “Voyage p<strong>it</strong>toresque ou Description des Royaumes de Naples et de Sicile”.<br />
Il Saint Non era stato in pratica il comm<strong>it</strong>tente del De Non, che aveva messo a capo di un’èquipe per fornirgli<br />
alla fine sia il racconto del viaggio e di quanto osservato come anche i relativi disegni. A causa di una qualche<br />
omonimia spesso i due sono confusi in una stessa persona e a guadagnarci è sempre il Saint Non, che in Calabria<br />
proprio non c’è stato.<br />
Rocco Liberti
Il cuore delle<br />
ragazze<br />
28 29<br />
Francesca, laureata triennale, lavorava a Padova in un ospedale, nel reparto radiologia, dove era stata assunta solo per alcuni mesi perché<br />
la t<strong>it</strong>olare era in matern<strong>it</strong>à; era separata da circa due anni e al suo paese aveva lasciato una bambina che andava all’asilo. Vivere così<br />
distante dalla sua piccola le pesava moltissimo, soprattutto di sera, quando rimaneva sola nella sua stanza d’aff<strong>it</strong>to; ogni volta che doveva<br />
allontanarsi dalla figlia cominciava a contare i giorni che la separavano dal giorno in cui l’avrebbe rivista. Ci fece vedere una foto in cui una<br />
bimba con dei riccioli neri e un visino simpatico, in pantaloncini corti e canottiera, sorrideva seduta su una piccola bici con le rotelle. Francesca<br />
aveva lasciato la bambina alle cure della madre e, pagando poco o nulla di biglietto (il padre era ferroviere), ogni mese trascorreva<br />
due notti in treno, all’andata e al r<strong>it</strong>orno, per poter stare un paio di giorni con la piccola. L’altra ragazza le chiedeva cosa ne era stato di<br />
suo mar<strong>it</strong>o, del loro rapporto. Lei spiegava che forse non si erano mai veramente amati, ”a volte ci si ama per ab<strong>it</strong>udine” diceva… si erano<br />
frequentati per alcuni anni, durante una vacanza in Grecia lei era rimasta incinta e così si erano sposati, ma già dopo otto mesi dalla nasc<strong>it</strong>a<br />
della bambina lui preferiva trascorrere il tempo libero con gli amici. Una prima volta si erano separati per un mese, per poi tornare insieme.<br />
Quando l’ab<strong>it</strong>udine li aveva delusi una seconda volta,<br />
si erano allontanati defin<strong>it</strong>ivamente. Adesso lui aveva<br />
una nuova “amica” e la pratica di separazione stava<br />
facendo il suo corso. Mentre parlava, fu interrotta dal<br />
trillo del cellulare: erano sua madre e la bimba che le<br />
2° e ultima<br />
Parte<br />
volevano dare la buonanotte. Cinzia, la ragazza con la<br />
quale mi ero ”cortesemente” scontrata, era un’insegnante<br />
precaria di educazione fisica in una scuola della<br />
provincia di Venezia. Era sposata da circa sette anni e<br />
desiderava ardentemente un figlio che però non arrivava;<br />
aveva avuto due gravidanze che non erano andate<br />
a buon fine, adesso voleva tentare l’inseminazione artificiale,<br />
sperando di realizzare così il suo desiderio di<br />
matern<strong>it</strong>à. Avrebbe dovuto però convincere il mar<strong>it</strong>o,<br />
che non avvertiva forte quanto lei il desiderio di patern<strong>it</strong>à<br />
e pensava che in fin dei conti un bambino lo si<br />
può anche adottare. Lei era convinta, come tutte le<br />
donne, che un figlio avrebbe completato il loro amore,<br />
che negli ultimi mesi accusava la stanchezza della lontananza.<br />
Questa domenica avrebbe fatto una sorpresa<br />
a suo mar<strong>it</strong>o, sarebbe arrivata senza essere attesa! In<br />
cuor mio le augurai che la sorpresa non la trovasse lei.<br />
Venne il momento di tirar giù i letti e spegnere la luce;<br />
ognuna di noi, silenziosamente, stese i propri lenzuoli<br />
di carta e preparò il giaciglio per la notte, dopodiché<br />
ci coricammo. Nessuna dormiva, ognuna inseguiva i<br />
propri pensieri, nell’attesa di addormentarsi su quegli<br />
scomodi letti. I rumori negli scompartimenti vicini<br />
si erano acquietati, anche gli altri passeggeri si erano<br />
coricati… il treno viaggiava a forte veloc<strong>it</strong>à e fendeva<br />
l’aria fredda della notte emettendo un sibilo prolungato…<br />
ogni tanto alzavo la testa nel tentativo di guardare<br />
fuori. Quando il treno andava così forte avevo paura …<br />
sembrava quasi che ci volesse far rotolare giù dalle cuccette.<br />
Udii sopra di me il sol<strong>it</strong>o squillo di cellulare: questa<br />
volta la straniera rispose sub<strong>it</strong>o, parlando a voce<br />
bassissima, quasi impercettibile, ma tanto bastò che io<br />
capissi. Mi tornarono alla mente gli anni della mia gioventù<br />
a Londra, dove ero andata a imparare l’inglese:<br />
lì avevo conosciuto un ragazzo ungherese. Il nostro fu<br />
un amore bellissimo, fatto di piccole cose e di tante tenerezze.<br />
Lui mi aveva insegnato molte espressioni della<br />
sua difficilissima lingua ugro-finnica e io a lui tante frasi<br />
della melodiosa lingua <strong>it</strong>aliana. Soprattutto canzoni di<br />
Lucio Battisti, canzoni come poesie, che s’imprimono<br />
nel cuore. La notte trascorreva tranquilla, ci accompa-<br />
gnavano il fischio del treno e fastidiosi spifferi freddi. Quando mi alzai per andare in bagno eravamo quasi giunti a Roma; le altre mie compagne<br />
di viaggio dormivano, o così sembrava… alzando lo sguardo vidi la straniera raggom<strong>it</strong>olata e infreddol<strong>it</strong>a: la coprii meglio con la sua<br />
giacca e lei, schiudendo gli occhi, mi disse ”Köszönöm”, che nella sua lingua significa “Grazie”. Adesso ero proprio sicura che fosse ungherese.<br />
Cosa ci faceva in Italia? Avrebbe fatto la modella? Chissà!? Ma cosa andavo rimuginando, erano cose che non mi riguardavano! Forse era una<br />
studentessa? Sì, e i libri dov’erano? Forse li avrebbe comprati! Forse avrebbe lavorato? Si, ma dove? Lei era troppo bella per svolgere un lavoro<br />
qualunque! Forse sarebbe fin<strong>it</strong>a in un night club? O peggio sulla strada? Oh mio Dio, no, per strada no, ti prego fa’ che non sia questa la ragione<br />
del suo viaggio in Italia! Ero sicura che sapesse a malapena qualche parola di <strong>it</strong>aliano. Mi assopii dopo molto tempo, con la mente rap<strong>it</strong>a da<br />
tutte queste domande sulla bella straniera. Tormentandomi in un dormiveglia ag<strong>it</strong>ato e affollato da strane creature, intravidi confusamente,<br />
così come cap<strong>it</strong>a nei sogni, la ragazza straniera attorniata da uomini baffuti che la strattonavano, e poi più nulla. Alle quattro del mattino il<br />
treno stava entrando nella stazione di Salerno, ed era ancora buio. Alcuni minuti prima avevo sent<strong>it</strong>o il sol<strong>it</strong>o squillo… sentii un lieve fruscio<br />
e aprendo gli occhi vidi che la straniera stava uscendo dallo scompartimento in punta di piedi; le dissi piano nella sua lingua ”Jo Szerencset!”,<br />
“Buona fortuna!”, e lei mi sorrise! La curios<strong>it</strong>à mi spinse a incollarmi al vetro del finestrino e spiare se qualcuno, a quell’ora, l’aspettava…<br />
mentre il treno scivolava via, la vidi là sul binario, nella notte, attorniata da quattro uomini! Mi venne un tuffo al cuore! Mio figlio avrebbe<br />
detto che avevo sognato, che tutto era frutto della mia fantasia, ma non era così! Pensai che la ragazza aveva davvero bisogno di fortuna!<br />
Fu con questo pensiero che tentai ancora una volta di prender sonno, ma avevo come un turbine nella mente: stavolta furono le storie tormentate<br />
delle altre due ragazze che dormivano placide ad affollare la mia mente… mi prese uno strano sconforto, mentre mi salì alle labbra<br />
una filastrocca della mia infanzia, quasi dimenticata, e cominciai a cantare sussurrando: ”Oh quante belle figlie Madama Doré, oh quante<br />
belle figlie! Le vuole mar<strong>it</strong>are Madama Doré, le vuole mar<strong>it</strong>are! Con chi le mar<strong>it</strong>ereste scudiero del re? Con chi le mar<strong>it</strong>ereste? Col figlio del<br />
re di Spagna madama Dorè, col figlio del re di Spagna!” Parole belle e ingenue, favole infantili! La realtà è tutta un’altra storia. I sogni non<br />
si avverano quasi mai! Dov’è il luogo della felic<strong>it</strong>à che il cuore delle ragazze vagheggia? Nessuna donna si aspetta di trovare il figlio del re di<br />
Spagna, il principe azzurro esiste solo nelle fiabe, ma nemmeno di vivere a mille chilometri da un uomo che forse non la ama più, o non l’ha<br />
mai amata, un uomo che la trascura oppure la tradisce, la umilia, la picchia, la sfrutta, la vende oppure… la uccide. Ero triste e stanca, avevo<br />
un gran mal di testa e non riuscivo a trattenere le lacrime… e menomale che viaggiare in treno mi rilassava! Mi venne in soccorso il ricordo<br />
del grande amore della mia v<strong>it</strong>a, prematuramente scomparso: mi balenò come una visione quel ricordo di un mio r<strong>it</strong>orno dall’estero, lontana<br />
per soli due mesi, con lui che all’aeroporto saltava le transenne per abbracciarmi! Pensai alle sue carezze, ai fiori che mi portava spesso in<br />
dono, come se ogni giorno insieme fosse un giorno speciale. Ero stata una donna fortunata, per tutto l’amore e le attenzioni che lui mi aveva<br />
donato per tanti anni… cullata da questo dolce conforto, chiusi gli occhi e mi abbandonai finalmente al sonno.<br />
Cassiopea
30 31<br />
di Mario Idà<br />
a società occidentale del<br />
Lnostro tempo si caratterizza<br />
sempre più per la irresponsabil<strong>it</strong>à<br />
nei comportamenti dei singoli e<br />
dei gruppi che agiscono al suo interno.<br />
Irresponsabil<strong>it</strong>à, che mina<br />
le radici della coesione del vivere<br />
comun<strong>it</strong>ario entro il quale le<br />
azioni degli uomini dovrebbero<br />
essere improntate al costante<br />
riferimento verso la sintesi degli<br />
interessi e del bene comune. Il<br />
lento e quasi inavvert<strong>it</strong>o processo<br />
di secolarizzazione ha sicuramente<br />
favor<strong>it</strong>o questo fenomeno<br />
deleterio. Nelle società dove la<br />
dimensione del Sacro opera nel<br />
comportamento quotidiano, il<br />
senso di responsabil<strong>it</strong>à nei confronti<br />
dell’agire individuale e di<br />
gruppo è sempre molto alto, ogni<br />
scelta essendo sorretta da un forte<br />
pathos etico che lega l’uomo<br />
alla divin<strong>it</strong>à. Entro questa dimensione<br />
l’uomo è ligio ai suoi doveri<br />
e il suo rapporto con il divino lo<br />
aiuta ad affrontare, con animo<br />
saldo, la sua esistenza. Purtroppo,<br />
però, a causa del sostrato<br />
psichico che influenza l’agire<br />
dell’uomo occidentale, la responsabil<strong>it</strong>à<br />
è divorata dall’egoismo<br />
di chi tende solo allo scopo di<br />
raggiungere i propri obiettivi e<br />
soddisfare i propri interessi, incurante<br />
che la sua corsa forsennata<br />
verso il nulla lo trascinerà nel<br />
baratro. Del resto, dopo la codificazione<br />
solenne e ufficiale del<br />
dir<strong>it</strong>to alla felic<strong>it</strong>à, recep<strong>it</strong>a nella<br />
Cost<strong>it</strong>uzione degli Stati Un<strong>it</strong>i d’America,<br />
la filosofia del vivere non<br />
poteva che sfociare negli es<strong>it</strong>i<br />
che abbiamo di fronte. Se esiste<br />
una felic<strong>it</strong>à come dir<strong>it</strong>to, ognuno<br />
cerca di raggiungerla come può,<br />
a seconda delle sue preferenze.<br />
Ne discende, per conseguenza logica,<br />
che il dir<strong>it</strong>to non è più la<br />
cornice di regole dell’agire umano<br />
entro la quale l’individuo si<br />
sforza di conciliare l’interesse<br />
proprio e il bene collettivo. Il dir<strong>it</strong>to<br />
diviene soltanto strumento<br />
dell’impulso individuale verso la<br />
ricerca del piacere che – inev<strong>it</strong>abilmente<br />
- abbassa il livello della<br />
responsabil<strong>it</strong>à reciproca, quale<br />
elemento essenziale dei legami<br />
organici tra individui e gruppi.<br />
Questo modo di intendere i dir<strong>it</strong>ti<br />
all’interno di una cultura della<br />
“liberazione dalla responsabil<strong>it</strong>à”,<br />
ha scatenato effetti di lunga<br />
durata, oggi ancora più evidenti,<br />
che si oppongono ad ogni progetto<br />
di ricost<strong>it</strong>uzione dei vincoli solidaristici,<br />
che sono l’unico rimedio<br />
possibile all’espandersi della<br />
giungla sociale del nostro tempo.<br />
Il primo ordine di conseguenze<br />
IL VOLTO OSCURO DEI DIRITTI CIVILI<br />
riguarda la sfera dell’agire collettivo<br />
e ha dato v<strong>it</strong>a a quella che<br />
è stata chiamata la battaglia dei<br />
dir<strong>it</strong>ti civili, condotta in tutte le<br />
nazioni occidentali – America in<br />
testa – fra gli anni ’70 e ’80, che<br />
ha dato origine ad un costume<br />
di v<strong>it</strong>a improntato all’egoismo e<br />
alla pretesa che ogni individuo è<br />
un microcosmo che si autodetermina<br />
a suo piacimento, essendo<br />
svincolato da ogni regola morale<br />
e civile. Fenomeno, questo, che<br />
ha percorso molta strada, se è<br />
vero, come è vero, che gli effetti<br />
perversi della filosofia del rifiuto<br />
di ogni responsabil<strong>it</strong>à e autodisciplina<br />
- postulato fondamentale<br />
del libertarismo individualistico<br />
- ha procurato nel tempo ed<br />
oggi esplode in una ininterrotta<br />
sequela di tragici avvenimenti. In<br />
particolare, è da sottolineare che<br />
nell’attuale società, tendente a<br />
chiudersi in se stessa, dilagano<br />
comportamenti autolesionistici<br />
da parte soprattutto di giovani<br />
insensibili a qualsivoglia interesse,<br />
che credono di poter colmare<br />
la loro vuota esistenza facendo<br />
uso ed abuso di droghe. Osservato<br />
da questo angolo visuale, è<br />
da accusare il conformismo e il<br />
dogmatismo ideologico con cui<br />
questo fenomeno viene generalmente<br />
affrontato dai mezzi di<br />
informazione e di comunicazione<br />
sociale, in specie quando si insiste<br />
nell’assegnare al drogato la<br />
definizione e il relativo inquadramento<br />
socio-giuridico di “malato”.<br />
Malattia, invero, è un morbo<br />
che si contrae inev<strong>it</strong>abilmente e<br />
all’insaputa di chi ne è v<strong>it</strong>tima. E’<br />
un qualcosa che si insinua nell’organismo<br />
danneggiandolo. Ma se<br />
un individuo in possesso di facoltà<br />
mentali normali, consapevole<br />
delle conseguenze che il suo atto<br />
gli procurerà, acquista una dose<br />
di polvere bianca e poi con la siringa<br />
si “buca”, si può r<strong>it</strong>enerlo<br />
puramente e semplicemente un<br />
“malato”? Si parla spesso della<br />
droga come una malattia sociale,<br />
ma in questo concetto si perde e<br />
si annega la percezione della responsabil<strong>it</strong>à<br />
individuale. L’individuo<br />
è libero di compiere la sua<br />
scelta ma, di riflesso, il costo delle<br />
conseguenze di questa libertà<br />
e di questo dir<strong>it</strong>to di disporre del<br />
proprio corpo, sarà sostenuto<br />
dalla collettiv<strong>it</strong>à in termini di rischio<br />
per la salute pubblica, assistenza<br />
san<strong>it</strong>aria e spinta alla cri-<br />
minal<strong>it</strong>à. Le stesse considerazioni<br />
valgono per molti altri casi, come<br />
– esemplificando - l’inquinamento<br />
sconsiderato dell’ambiente e i residui<br />
della lavorazione di sostanze<br />
nocive che vengono scaricati<br />
nei fiumi o nel mare, con altissimi<br />
costi economici e ambientali<br />
che gravano sulla collettiv<strong>it</strong>à.<br />
Passando ad un altro e opposto<br />
aspetto del dilagare dell’, il secondo<br />
tipo di conseguenze derivanti<br />
dall’affermarsi della filosofia del<br />
all’interno<br />
di una cultura individualistica, è<br />
invece di carattere associativo.<br />
I part<strong>it</strong>i pol<strong>it</strong>ici, che dovrebbero<br />
testimoniare una visione globale<br />
dello Stato e della società civile e<br />
i diversi movimenti cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i per<br />
plurime final<strong>it</strong>à, si rivelano sempre<br />
più incapaci di rappresentare<br />
le nuove e sempre più pressanti<br />
richieste che provengono dalla<br />
società civile. Si assiste di conseguenza<br />
all’emergere sempre più<br />
diffuso dei particolarismi che, sul<br />
modello della Lega Lombarda,<br />
assumono forma e rappresentanza<br />
pol<strong>it</strong>ica di istanze meramente<br />
settoriali. Sintomo – questo<br />
– estremamente allarmante<br />
di un effetto centrifugo che gli<br />
egoismi particolari, organizzati<br />
in forma associata, producono a<br />
totale danno di una visione sintetica<br />
e organica degli interessi<br />
generali. Sempre più frequente,<br />
infatti, diventa nelle competizioni<br />
pol<strong>it</strong>iche il fenomeno di una<br />
pletora di liste “astruse”: cacciatori<br />
e pescatori, amici del gatto e<br />
del cane, pensionati e “tossici”,<br />
nemici delle tasse e condannati<br />
per frode fiscale, tutti danno<br />
ormai v<strong>it</strong>a a formazioni che riescono<br />
in alcuni casi ad avere rappresentanza<br />
pol<strong>it</strong>ica. Che cosa<br />
comporti questa degenerazione<br />
di microegoismi, come si ponga<br />
l’uso di questi nei confronti<br />
delle final<strong>it</strong>à generali, poco<br />
importa. Un dir<strong>it</strong>to è un dir<strong>it</strong>to<br />
e il non si tocca. Ma la<br />
pol<strong>it</strong>ica, così, si allontana sempre<br />
più dall’arte nobile di perseguire<br />
il bene collettivo, rinunciando<br />
a forgiare un destino comune.<br />
Ne consegue che, nell’ossequio<br />
formale agli intangibili principi<br />
dell’ideologia dei “dir<strong>it</strong>ti dell’uomo”,<br />
essa si riduce alla funzione<br />
del notaio che conferisce valore<br />
legale alla disgregazione di ogni<br />
vincolo civile.
SOMS<br />
32 33<br />
La presentazione del libro<br />
“STORIA DELLA SOCIETA’ OPERAIA DI<br />
MUTUO SOCCORSO DI PALMI”<br />
Bruno Zappone e Alberto Calogero, i coautori del libro<br />
i è conclusa domenica 30<br />
Saprile 2012 presso la Società<br />
Operaia di Palmi, nell’amb<strong>it</strong>o del<br />
nutr<strong>it</strong>o programma organizzato<br />
dalla Presidenza della S.O.M.S.<br />
per i festeggiamenti della Giornata<br />
dei Lavoratori 2012, una ulteriore<br />
manifestazione finalizzata<br />
alla presentazione del libro int<strong>it</strong>olato<br />
“Storia della Società Operaia<br />
di Mutuo Soccorso di Palmi”.<br />
Dopo l’introduzione ed i saluti<br />
portati dal Presidente Saverio<br />
Saffioti alle Autor<strong>it</strong>à ed a tutti i<br />
numerosissimi partecipanti, si<br />
sono sussegu<strong>it</strong>i gli interventi degli<br />
illustri relatori, ognuno dei<br />
quali ha espresso le proprie note<br />
di apprezzamento per l’iniziativa<br />
della manifestazione, ma soprattutto<br />
per il volume, realizzato<br />
con competenza e puntual<strong>it</strong>à dagli<br />
autori Avv. Alberto Calogero e<br />
Dott. Bruno Zappone.<br />
Un ringraziamento particolare<br />
è stato indirizzato dal Presidente<br />
Saffioti al Dott. Pino Carbone il<br />
quale ha messo a disposizione i<br />
mezzi finanziari che hanno reso<br />
possibile la realizzazione dell’opera<br />
che la Società Operaia,<br />
soltanto con le sue esigue forze<br />
economiche, non avrebbe potuto<br />
portare a compimento.<br />
Il Convegno , moderato dal<br />
Dott. Enzo Romeo di Reggio TV<br />
ed al quale, tra gli altri, hanno<br />
preso parte l’Assessore Regionale<br />
alla Cultura Dott. Mario<br />
Caligiuri e il Geom. Francesco<br />
Scattareggia, rappresentante del<br />
Coordinamento regionale SOMS<br />
Calabria, è stato chiuso dall’intervento<br />
del Prof. Saverio Di Bella,<br />
Docente di Storia Moderna<br />
presso l’Univers<strong>it</strong>à di Messina.<br />
LA SATIRA di Saverio Pet<strong>it</strong>to<br />
POWERED THE DICTATOR<br />
PALMI<br />
ELEZIONE AMMINISTRATIVE 2012<br />
IL BALLOTTAGGIO
34 35<br />
Pesce spada ubriaco alla griglia<br />
Bionde, rosse o brune ad ognuno la sua prefer<strong>it</strong>a: la realtà è una illusione causata dalla mancanza di buona birra<br />
a tutta birra<br />
“Senza ombra di dubbio, la più grande invenzione nella storia dell’uman<strong>it</strong>à è la<br />
birra. Oh, certo, sicuramente anche la ruota è stata una gran bella invenzione, ma vi<br />
assicuro che la ruota non va altrettanto bene con la pizza.” (Dave Barry’s Bad Hab<strong>it</strong>s)<br />
di Walter Cricrì<br />
a birra è ottenuta da quattro<br />
Lmaterie prime fondamentali:<br />
acqua, malto, luppolo e liev<strong>it</strong>o.<br />
Questi ingredienti (escluso<br />
il liev<strong>it</strong>o in quanto allora ancora<br />
occulto) vennero defin<strong>it</strong>i nel<br />
1516, da un importante ed<strong>it</strong>to<br />
di Guglielmo IV di Baviera, detto<br />
anche Legge della Purezza o<br />
Reinhe<strong>it</strong>sgebot, nato con la final<strong>it</strong>à<br />
di regolamentare la produzione<br />
di questa bevanda.<br />
Non si sa con esattezza dove<br />
sia nata la prima birra: c’è chi<br />
parla di Mesopotamia, chi di<br />
Eg<strong>it</strong>to, chi di isole Orcadi, chi<br />
addir<strong>it</strong>tura di Malta. Differenti<br />
però sono stati i modi di sviluppare<br />
la bevanda. La Mesopotamia<br />
per esempio è stata la terra<br />
che per prima ha visto sorgere<br />
la professione del birraio, cosa<br />
che in altre società meno organizzate<br />
sarebbe stata impossibile.<br />
Il prodotto delle sue fatiche<br />
rappresentava una quota della<br />
retribuzione dei lavoratori, che<br />
dunque veniva corrisposta in birra.<br />
Ma, si badi bene, non un birra,<br />
ma svariate tipologie, poiché<br />
già in quel periodo si distinguevano<br />
birre scure, chiare, rosse,<br />
forti, dolci e aromatiche. Inoltre<br />
si usavano nomi diversi per indicare<br />
birre prodotte con cereali<br />
differenti: le Sikaru erano d’or-<br />
zo, le Kurunnu di spelta.<br />
Pare che fossero addir<strong>it</strong>tura<br />
venti le qual<strong>it</strong>à di birra disponibili<br />
sul mercato di Babilonia, la<br />
più ricca c<strong>it</strong>tà dell’antica Mesopotamia.<br />
La birra aveva anche un<br />
significato religioso e r<strong>it</strong>uale, infatti<br />
veniva bevuta durante i funerali<br />
per celebrare le virtù del<br />
defunto e veniva offerta alla divin<strong>it</strong>à<br />
per garantire un tranquillo<br />
riposo al trapassato.<br />
Analoga importanza aveva la<br />
birra in Antico Eg<strong>it</strong>to. Fin dall’infanzia<br />
si ab<strong>it</strong>uavano i sudd<strong>it</strong>i dei<br />
faraoni a bere questa bevanda,<br />
considerata anche alimento e<br />
medicina. Anche le donne incinte<br />
ricorrevano alla birra, per offrire<br />
libagioni alla dea Ernenunet, che<br />
avrebbe provvisto di abbondante<br />
latte le nutrici (fals<strong>it</strong>à dannosa,<br />
ancora sostenuta nella nostra<br />
tradizione popolare). Dannoso<br />
anche l’uso di somministrare ai<br />
bambini birra a bassa gradazione<br />
o dilu<strong>it</strong>a con acqua e miele durante<br />
lo svezzamento, quando le<br />
madri non avevano latte (poverini!).<br />
Di birra si parla anche nei sacri<br />
libri del popolo ebraico, nella<br />
festa degli Azzimi, che ricorda<br />
la fuga dall’Eg<strong>it</strong>to, si mangia per<br />
sette giorni il pane senza liev<strong>it</strong>o<br />
e si beveva birra.<br />
La Grecia, Paese enoico per<br />
eccellenza, non produceva birra,<br />
però ne consumava parecchia,<br />
soprattutto in occasione delle feste<br />
in onore di Demetra, dea delle<br />
messi, tra le quali ovviamente<br />
non poteva mancare l’orzo. Si<br />
trattava di prodotti d’importazione,<br />
per lo più fenici, ma anche<br />
durante lo svolgimento dei giochi<br />
olimpici non era ammesso il<br />
vino, per cui la bevanda alcolica<br />
per eccellenza, di questa prima<br />
grande manifestazione sportiva,<br />
era la birra.<br />
La nasc<strong>it</strong>a del popolo irlandese<br />
è attribu<strong>it</strong>a, secondo una birrosa<br />
leggenda, ai Fomoriani, creature<br />
mostruose dal becco aguzzo e<br />
dalle gambe umanoidi, che avevano<br />
la potenza e l’immortal<strong>it</strong>à,<br />
grazie al segreto della fabbricazione<br />
della birra, che fu loro sottratto<br />
dall’eroe di Mag Meld, una<br />
specie di Promoteo irlandese.<br />
Il Medioevo vide la birra protagonista<br />
soprattutto per mer<strong>it</strong>o<br />
dei monasteri, che operarono<br />
un decisivo salto di qual<strong>it</strong>à nella<br />
produzione della bevanda, introducendo<br />
anche alcuni nuovi<br />
ingredienti, tra i quali il luppolo.<br />
Antiche fonti inglesi fanno distinzione<br />
tra “ale” e “beer”. Ma dei<br />
due termini, birra e ale, proprio<br />
quest’ultimo è quello più antico<br />
in inglese. Una curios<strong>it</strong>à: in Inghilterra<br />
il luppolo venne introdotto<br />
assai tardi nella birra nazionale,<br />
che continuò a chiamarsi<br />
ale, in contrapposizione dei prodotti<br />
continentali luppolati, detti<br />
beer; a tal propos<strong>it</strong>o, proprio l’etimologia<br />
di questo termine (ed<br />
anche quello <strong>it</strong>aliano, birra) pare<br />
provenga dal verbo latino bibere<br />
(bere).<br />
Verso la metà del secolo scorso<br />
furono esegu<strong>it</strong>i studi specifici sul<br />
liev<strong>it</strong>o e il loro risultato fu la produzione<br />
della birra a bassa fermentazione.<br />
Essa si giova di temperature<br />
più basse per fermentare,<br />
quindi usa impianti produttivi<br />
tecnologicamente assai più avanzati<br />
che in passato, utilizzando<br />
un liev<strong>it</strong>o diverso rispetto alle<br />
birre tradizionali, il cosiddetto<br />
Saccharomyces carlsbergensis,<br />
che prende il nome dalla birreria<br />
danese che per prima ne isolò il<br />
ceppo.<br />
Oggi, nonostante le birre a bassa<br />
fermentazione siano sicuramente<br />
le più bevute, va notato<br />
che esiste anche una controtendenza<br />
di nicchie di mercato che<br />
ricercano le birre tradizionali, le<br />
cui ricette si perdono nella notte<br />
dei tempi.<br />
Per definizione la Birra è una<br />
bevanda alcolica, ottenuta per<br />
fermentazione dei mosti zuccherini<br />
preparati per saccarificazione<br />
diastasica dell’amido, contenuto<br />
nelle cariossidi di alcuni<br />
cereali, e aromatizzata mediante<br />
luppolo. Diamo un’occhiata<br />
all’ingrediente caratterizzante la<br />
bevanda: il malto; è l’ingrediente<br />
ottenuto dai cereali, che sono la<br />
base per il processo di fermentazione:<br />
esattamente ciò che è l’uva<br />
per il vino. Generalmente lo si<br />
ricava dall’orzo, ma molte ricette<br />
prevedono anche l’uso di quello<br />
di frumento, segale, avena o altro<br />
ancora.<br />
Il malto è la fonte più comune<br />
di zuccheri fermentabili ai fini<br />
della produzione birraria e lo si<br />
ottiene dalla lavorazione della<br />
cariosside del cereale ( o chicco).<br />
Questo contiene una riserva di<br />
nutrimento per il seme (amido)<br />
che diventa attaccabile dai liev<strong>it</strong>i.<br />
Per fare ciò viene macerato<br />
in acqua, fatto germogliare e poi<br />
essiccato e, se previsto, tostato.<br />
A seconda dell’intens<strong>it</strong>à dell’essiccamento<br />
e della tostatura si<br />
avranno diversi tipi di malto.<br />
Quelli chiari, a essiccatura più<br />
leggera, si usano per birre bionde,<br />
come Pilsener; prolungando<br />
l’essicazione si andrà invece verso<br />
malti più aromatici. Per avere<br />
una sorta di caramellatura, si<br />
opterà per un processo con più<br />
alta umid<strong>it</strong>à; mentre la tostatura<br />
finale garantirà malti scuri o neri.<br />
Inoltre bisogna considerare che ci<br />
sono birre ottenute dalla miscela<br />
di diversi malti, che dunque<br />
avranno aroma e gusto derivanti<br />
da tale mix. Dunque sost<strong>it</strong>uendo<br />
un malto ad un altro, nella preparazione<br />
di una birra, si avrà un<br />
risultato completamente differente.<br />
La birra può valorizzare qualsiasi cibo, sia come ingrediente della ricetta stessa che come<br />
bevanda di accostamento. Le più famose ricette con la birra provengono, come presumibile,<br />
dal nord-europa e dalle zone dove principalmente si consuma tale bevanda (spesso in quant<strong>it</strong>à<br />
superiori rispetto ai vini).<br />
Tuttavia, siccome il più importante ingrediente in cucina è la fantasia, non fa mai male<br />
sperimentare aggiungendo della birra a ricette comuni, dai primi piatti ai desserts.<br />
Ingredienti<br />
Dosi per 4 persone<br />
• Tranci di pesce spada (almeno 1 a testa)<br />
• 1 cipolla o scalogno<br />
• Prezzemolo<br />
• Rosmarino<br />
• 3 foglie di salvia<br />
• 5 foglie di basilico<br />
• 3 foglie di menta<br />
• Origano Timo e maggiorana (un pizzico)<br />
• Una birra pils o lager secca (ottima la dortmunder )<br />
• Olio extravergine di oliva<br />
• Pepe e sale q.b.<br />
Preparazione<br />
Preparate la marinatura: tr<strong>it</strong>ate finemente la cipolla, aggiungete (sempre mentre continuate a<br />
sminuzzare) la menta, il rosmarino, il basilico e un pizzico di tutte le altre spezie, salate e pepate<br />
(meglio usare i chicchi di pepe). Mettete il tutto in una terrina e aggiungete la birra e 4/5 cucchiai<br />
di olio.<br />
Salate il pesce in superficie e mettetelo a conciare dentro la marinatura per almeno 30 minuti,<br />
ponendo il tutto in frigorifero, coperto da pellicola trasparente.<br />
Passata la mezzora, cuocete il pesce sulla griglia o in alternativa su una padella antiaderente<br />
molto calda, spennellate di continuo con la marinatura, che avete usato in precedenza, per<br />
rendere la carne più sapor<strong>it</strong>a e morbida.<br />
Se state usando una griglia o una piastra in ghisa ricordate che il pesce non va girato finché non<br />
si stacca da solo dalla piastra! Serv<strong>it</strong>e con birra pils o dortmunder (la stessa della preparazione)<br />
usando come contorno verdure grigliate o patate arrosto!
36 37<br />
di Rocco Cadile<br />
uando l’amicizia e il rispet-<br />
Qto tra colleghi di lavoro,<br />
diventano fattore di cresc<strong>it</strong>a e<br />
superamento di ataviche invidie<br />
e incomprensioni. Il Gruppo<br />
Sportivo Comunale di Palmi, nato<br />
nel lontano 1985, dall’iniziativa<br />
di alcuni colleghi-amici, è stato<br />
sicuramente un esempio di pura<br />
passione e familiar<strong>it</strong>à che l’ha<br />
contraddistinto lungo il suo percorso.<br />
La filosofia del sodalizio<br />
era fondata rigorosamente sulla<br />
passione e sui valori dell’amicizia.<br />
Per questo motivo, i compagni<br />
di lavoro, mettendo a disposizione<br />
il loro tempo libero, hanno<br />
iniziato a organizzare manifestazioni<br />
sportive, g<strong>it</strong>e, spettacoli e<br />
quant’altro potesse creare divertimento<br />
e gioia, occasioni anche<br />
per coinvolgere i familiari. Il<br />
Gruppo Sportivo, si è particolarmente<br />
distinto nel calcio, di cui<br />
facevano parte pure assessori e<br />
consiglieri comunali. Anche se inizialmente<br />
non era iscr<strong>it</strong>to ad alcun<br />
campionato, partecipava con<br />
autentico spir<strong>it</strong>o Decubertiano,<br />
ai vari tornei locali, vincendoli<br />
quasi sempre, con incontri rimasti<br />
memorabili, che assumevano,<br />
a volte, il carattere di autentiche<br />
“sfide”, come quelle contro i dipendenti<br />
dell’ospedale di Palmi e<br />
la società operaia di via Battisti,<br />
o altri enti pubblici, mantenendo<br />
sempre alti i valori dello sport e<br />
del bene comune. Il fenomeno,<br />
In piedi: Arena - Pugliese - Mimmetto Sarlo - Scarcella-Surace - Maisano - Filippone - Managò<br />
Accosciati: Avventuroso - Fagà - De Francia - De Salvo - Orlando - Filippone<br />
LO STORICO “GRUPPO SPORTIVO<br />
DIPENDENTI COmUNE DI PALmI”<br />
G.S. Dipendenti Comunali Palmi,<br />
fu dal momento della sua nasc<strong>it</strong>a<br />
una brillante realtà, concependo<br />
un modo diverso di fare calcio,<br />
fatto di attenzioni verso ogni<br />
componente e sempre alla ricerca<br />
di coesione, fattori necessari<br />
a costruire una vera “famiglia”.<br />
Erano i tempi in cui al Comune<br />
si respirava un’aria di reciproco<br />
rispetto tra impiegati e funzionari<br />
e i pol<strong>it</strong>ici in carica, persone<br />
che seriamente collaboravano<br />
per l’immagine e la cresc<strong>it</strong>a del<br />
nostro paese. I fondatori che<br />
rappresentavano degnamente il<br />
sodalizio amatoriale, sono stati<br />
Franco Filippone, Ninni Maisano,<br />
Andrea Managò, Peppe Gerocarni,<br />
Enzo De Francia, Carmelo Surace,<br />
Franco Filippone (Faloppa),<br />
Rocco Scarcella (Tomaceschi),<br />
Pippo Longo, Vincenzo Orlando,<br />
Carmelo Arena, Nicola Pugliese,<br />
Roberto Avventuroso, Paolo De<br />
Salvo, Gigi Punturiero, Natale<br />
Pace, Michele Lentino, Nunzio<br />
Sprizzi, e altri che si sono aggiunti<br />
in segu<strong>it</strong>o. Con l’entusiasmo<br />
tipico di chi vuole misurarsi con<br />
altre realtà sportive più impegnative,<br />
decisero di iscrivere la squadra<br />
nel “Campionato Amatori”<br />
organizzato dalla FIGC. La squadra<br />
allenata sapientemente da<br />
Carmelo Surace, persona eccezionale,<br />
con i fedelissimi accompagnatori<br />
Mimmo Seminara e il<br />
saggio Fortunato Scordo, oggi novantasette<br />
anni, si è messa sub<strong>it</strong>o<br />
in evidenza, e al primo tentativo<br />
vinse il campionato locale, per<br />
giocare successivamente le semifinali,<br />
eliminando ai rigori la Juve<br />
Club Palmi di mister Enzo Brando,<br />
arrivando poi, a disputare la<br />
finale regionale a Marina di Gioiosa<br />
vincendo contro i “Veterani<br />
Pellaresi”. Quella v<strong>it</strong>toria portò<br />
la squadra palmese a disputare<br />
le eliminatorie nazionali. Il primo<br />
spareggio è stato giocato in casa<br />
contro il Posillipo che subì un 2<br />
a 0 (gol di Franchino Filippone e<br />
Augusto Mele). Il r<strong>it</strong>orno, in quel<br />
di Napoli, è stato caratterizzato,<br />
per lo spir<strong>it</strong>o con cui la com<strong>it</strong>iva<br />
palmese affrontò la trasferta. Per<br />
l’occasione, la squadra partì con i<br />
familiari al segu<strong>it</strong>o, approf<strong>it</strong>tando<br />
la mattina, prima dell’incontro,<br />
di fare una g<strong>it</strong>a turistica vis<strong>it</strong>ando<br />
la Napoli storica. Il Posillipo<br />
che rispetto all’andata, si presenta<br />
con una squadra completamente<br />
rinnovata da ex calciatori<br />
di serie A e B, come Improta e<br />
il fratello di Ciro Ferrara, vinse<br />
3 a 1, ma per la regola del doppio<br />
gol in trasferta non supera il<br />
turno. Il gol di Gaetano Boretti,<br />
a pochi minuti dal termine della<br />
part<strong>it</strong>a, permise ai palmesi di<br />
continuare l’avventura. Alla fine<br />
di quell’incontro è successo un<br />
singolare episodio. Mentre i calciatori<br />
di mister Surace, festeggiavano<br />
la qualificazione, sono<br />
stati raggiunti dalla notizia che si<br />
era persa la figlia di un collega.<br />
A quel punto, ancora in divisa,<br />
abbandonarono lo spogliatoio e,<br />
mettendosi alla ricerca per le vie<br />
della c<strong>it</strong>tà, trovarono la bambina<br />
in una giostra a un chilometro di<br />
distanza. Nel triangolare della<br />
seconda semifinale, il GS Palmi,<br />
nel confronto con la Muspi Roma<br />
e una squadra di Ascoli, subì una<br />
doppia sconf<strong>it</strong>ta e fu eliminata.<br />
Negli anni successivi, il GS dipendenti<br />
Comunali, continuò a<br />
vincere tanti campionati locali,<br />
perdendo e vincendo spareggi<br />
regionali. Solo in un’altra occasione,<br />
riuscì ad andare alle finali<br />
nazionali, senza mai a vincere il<br />
t<strong>it</strong>olo. Tra gli artefici, Andrea Managò,<br />
persona speciale, è stato<br />
quello che più di tutti si è distinto.<br />
E’ stata una figura carismatica<br />
in seno al Gruppo, un vero e autentico<br />
leader, non solo per il suo<br />
passato sportivo (è stato un grande<br />
calciatore della Palmese) ma<br />
anche per il suo sempre garbato<br />
comportamento che faceva e lo<br />
fa tuttora, breccia nel cuore degli<br />
amici. Simpatico è stato l’abbraccio<br />
dell’arcigno Paolo De Salvo,<br />
con il campione Chierico, ex<br />
della Roma, quasi intimid<strong>it</strong>o dal<br />
difensore di Taureana di Palmi.<br />
Sono state pagine sportive che<br />
hanno lasciato un segno indelebile<br />
in coloro che ci hanno creduto,<br />
perché si giocava solo per la gioia<br />
di stare assieme e, tutto quello<br />
che si faceva, aveva una matrice<br />
romantica. Con gli anni, venendo<br />
meno la vivac<strong>it</strong>à di atleti e, non<br />
essendoci nuovi ricambi, il Guppo<br />
Sportivo dipendenti comunali<br />
che tante soddisfazioni aveva<br />
dato alla c<strong>it</strong>tà, ha cessato la sua<br />
attiv<strong>it</strong>à.
38 39<br />
TERRI LyNE CARRINgTON<br />
THE MOSAIC PROJECT<br />
di Cristoforo Bovi<br />
terri lyne carrington, che di segu<strong>it</strong>o<br />
indicheremo come tlc, è<br />
una batterista statun<strong>it</strong>ense, che vanta<br />
prestigiose collaborazioni con luminari<br />
come Herbie Hancock, Wayne Shorter,<br />
Al Jarreau, Stan Getz, David Sanborn,<br />
Joe Sample, Cassandra Wilson, Clark<br />
terry, dianne reeves.<br />
il suo talento, comincia a prender forma<br />
già all’età di 17 anni, quando il padre<br />
la accompagna ad ascoltare un concerto<br />
di Jack DeJohnette, il quale, al termine,<br />
la esorta ad approfondire le tematiche<br />
essenziali sullo strumento, inv<strong>it</strong>andola<br />
addir<strong>it</strong>tura a casa sua.<br />
tlc, non se lo lascia ripetere 2 volte,<br />
pertanto comincia a frequentare in<br />
modo assiduo la dimora del guru, ed i<br />
risultati in poco tempo sono stati notevoli.<br />
verso la metà degli anno 80, si trasferisce<br />
a New York, dove incomincia a<br />
farsi conoscere nell’ambiente jazz tradizionale<br />
“mainstream “.<br />
lì, conosce shorter e sanborn e comincia<br />
ad avere i primi ingaggi seri che<br />
modificano notevolmente la direzione<br />
ed il tipo di carriera futura.<br />
Verso la fine degli anni 80, si trasferi-<br />
sce a los angeles, entrando nei circu<strong>it</strong>i<br />
televisivi, partecipando a moltissimi<br />
show, accompagnando tanti artisti del<br />
calibro di James Brown, Rick James,<br />
l<strong>it</strong>tle richard; di queste esperienze tlc<br />
ricorda in particolar modo la disciplina<br />
che occorre per affrontarle, circostanza<br />
rivelatasi molto utile negli ultimi tempi<br />
da quando ha assunto la direzione musicale<br />
di molti suoi progetti.<br />
Dal 2007 fa parte, in pianta stabile,<br />
del corpo docente del Berklee College<br />
of Music, dove indirizza i suoi allievi<br />
partendo da philly joe jones, roy<br />
Haynes, Elvin Jones, Tony Wiliams e,<br />
naturalmente, Jack DEJOHNETTE.<br />
L’ ultima sua fatica discografica, “<br />
The Mosaic Project “ (Label: CONCORD<br />
RECORDS), album molto interessante e<br />
già premiato nell’ultima cerimonia dei<br />
graMMy nella categoria “ best jazz<br />
Vocal Album “, tutto al femminile, è caratterizzato<br />
da molti stili musicali messi<br />
insieme.<br />
tlc, narra di aver composto i singoli<br />
brani, pensando espressamente a coloro<br />
che li avrebbero interpretati, nella<br />
fattispecie, Cassandra Wilson, Carmen<br />
lundy, nona hendryx, dee dee brid-<br />
GEWATER, Gretchen Parlato, Esperanza<br />
spalding, sheila e.<br />
le molteplici personal<strong>it</strong>à coinvolte nel<br />
progetto, creano una miscela esplosiva<br />
che facilmente supera le diverse generazioni<br />
delle bravissime musiciste coinvolte,<br />
pur avendo nel jazz un comune<br />
denominatore.<br />
più che evidente, la “ sostanza r<strong>it</strong>mica<br />
“, cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da tlc ed esperanza<br />
spalding, che come in un mosaico, contribuiscono<br />
a creare un eccellente quadro<br />
finale.<br />
disco a mio avviso essenziale per gli<br />
amanti del genere, un po’ meno per i<br />
fissati del neomelodico Napoletano.<br />
buon ascolto.<br />
La cover del disco